UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA Scuola Dottorale di Ateneo Graduate School Dottorato di ricerca in Storie delle Arti Ciclo XXVIII A.A. 2016- 2017 Tommaso Trini e DATA Attività critica ed editoriale SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE DI AFFERENZA: L-ART/03 Tesi di Dottorato di Inkyung Hwang matricola 956044 Coordinatore del Dottorato Tutore Prof. Giuseppe Barbieri Prof.ssa Francesca Castellani Co-Tutore Prof. Nico Stringa Ringraziamenti Desidero ringraziare Tommaso Trini, prima di tutti, che ha mostrato sia grande generosità nel rendermi accessibili i dati in parte riservati del suo archivio, sia ampia disponibilità nel collaborare all’intervista quale preziosa fonte di questa tesi. Esprimo la mia più sincera gratitudine al prof. Nico Stringa che mi ha incoraggiata a lavorare su Tommaso Trini; egualmente grata al prof. Giuseppe Barbieri, Direttore della Scuola dottorale interateneo in Storia delle Arti, Università Cà Foscari, IUAV di Venezia e Università di Verona. La mia riconoscenza profonda va, con affetto, alla prof.ssa Francesca Castellani, che mi ha ben guidata col suo metodo scientifico, elargendo indicazioni e impostazioni fortificanti. Rivolgo, infine, un sentito ringraziamento ai tre correttori di italiano e di stile, Anna Marangoni, Emilia Brizzi e Riccardo Notte, che mi hanno dedicato molte ore di lettura con meticolosità e zelo. 2 Indice Introduzione: Trini critico errante 7 PARTE PRIMA Scrittura e critica d’arte Capitolo I. Primo laboratorio di scrittura e frequentazioni nel mondo della cultura e dell’arte (1953-1962) 1.1. Formazione giovanile e tirocinio per la scrittura: “La Vela” 19 1.2. Sodalizio con artisti e poeti a Torino 25 1.3. Interessi per l’arte visiva: Pollock, Rothko, Fontana 28 1.4. Esordio come critico cinematografico 33 1.5. Gallerie di Torino 39 Capitolo II. Formazione all’estero: Londra e Parigi (1962-1966) 2.1. Vita di bohème a Londra 46 2.2. Collaborazioni giornalistiche da “veilleur de nuit” 48 2.3. Trini e Pistoletto alla galleria Sonnabend: l’esordio come critico d’arte 54 Capitolo III. Attività critica tra Milano, Torino e Roma (1966 - 1969) 3 3.1. Collaborazione con Domus 73 3.2. Galleria Gian Enzo Sperone 89 3.3. Emissario degli artisti “poveristi” 101 3.3.1. Fuoco Immagine Acqua Terra; Arte Povera e Im Spazio 3.3.2. Le notti della Tartaruga 3.3.3. Rapporto da Amalfi: Arte povera e Azioni povere 3.3.4. Op Losse Schroeven, When Attitudes Become Form 3.4. Incontri: Argan, Fontana, Panza di Biumo 3.4.1. Giulio Carlo Argan 138 3.4.2. Lucio Fontana 147 3.4.3. Giuseppe Panza di Biumo 159 3. 5. Arte e contestazioni: Milano e Venezia (1968) 173 PARTE SECONDA Attività editoriale: DATA Capitolo IV. DATA (1971-1978) 4.1. Tommaso Trini: fondazione e direzione di “Data” 203 4.2. Primi editori: Algranti e Prearo (1971-1972) 207 4.3. Ciacia Nicastro e l’autogestione (1973-1978) 213 4.4 Fisionomia di “Data” 224 4.4.1. Formato 4.4.2. Grafica 4.4.3. Struttura 4.4.4. Pubblicità 4 4.5. Fotografia e fotografi: Ugo Mulas, Giorgio Colombo, Paolo Mussat Sartor 237 Capitolo V Dibattito aperto 5.1. Teoria e pratica dell’arte 243 5.1.1. Note sullo Spettatore – Tommaso Trini 5.1.2. La serie di Fibonacci – Mario Merz Commento su Merz – Renato Barilli 5.1.3. Assenza e presenza: Autour d’un détour – Daniel Buren Un errore comprensibile – Michel Claura René Denizot Buren, Haacke, chi altro? 5.1.4. Intervista con Jan Wilson 5.2. Critica al femminile 267 PARTE TERZA Intervista: Trini allo specchio Premessa 1. Formazione giovanile e prime pubblicazioni 281 2. Galleria Gian Enzo Sperone 295 3. Collaborazioni con “Domus” e “Corriere della Sera” 302 4. Rapporti con l’Arte Povera 306 5. Sistema dell’arte e artisti a Milano 313 6. “Data” 318 5 7. Viaggi e Biennali d’arte 335 8. Critica d’arte 343 9. Importanza della didattica: Accademia di Brera 352 Conclusione 356 Apparati Biografia di Tommaso Trini 359 Archivio di Tommaso Trini (A.T.T.) 362 Documenti dagli archivi: A.T.T., ASAC 365 Bibliografia di Tommaso Trini 369 Copertine e Indici completi di “Data” 416 Attività didattica di Tommaso Trini: elenco dei corsi tenuti all’Accademia di Brera 472 Bibliografia generale 481 Abstract 517 6 Introduzione: Trini critico errante La finalità principale di questa tesi è l’indagine approfondita del percorso critico-teorico di Tommso Trini, uno dei critici d’arte italiani più attivi negli anni Sessanta e Settanta, per quanto riguarda la divulgazione degli artisti “poveri” e di altre correnti d’avanguardia, e lo studio della rivista “Data”, fondata e diretta da Trini negli anni Settanta (1971-1979). Nonostante si assista a una tendenza che vede una vivace riscoperta degli anni Sessanta e Settanta, le ricerche sulla critica di questi decenni risultano tuttora infrequenti, se non sporadiche. Trini è infatti una personalità del mondo artistico riconosciuta, ma forse non del tutto conosciuta, anzi è rimasta spesso trascurata e sottovalutata, a margine della storia e della critica d’arte. Per tale ragione, questa dissertazione ha anche come obiettivo quello di rivelare l’importanza di Trini e di dare un giusto valore al suo contributo storico nella critica d’arte di quei due decenni. Trini è un critico che rivela precocemente un talento inusuale di scrittore tout court sin da quando collabora con la rivista “La Vela”. Questa ricerca prende avvio proprio da quel periodo giovanile, durante il quale Trini percorre plurimi esercizi di stile. L’esplorazione della letteratura universale, italiana e straniera, perseguita con accanimento e insaziabile curiosità, costituisce l’humus di questa necessaria fase interlocutoria. Infatti, nella critica d’arte di Trini, traspare prima di tutto la passione per la scrittura, insieme alla capacità di analisi e alla 7 profonda conoscenza del contesto storico e dell’arte moderna e contemporanea. A giudizio di chi scrive, il suo amore per la scrittura e la passione per le immagini derivate dapprima dal cinema, e poi dalla pittura, rappresentano due fattori fondamentali per affrontare i suoi testi critici, fattori che hanno contribuito fortemente a trasformare un critico d’arte “errante” in un testimone autorevole della storia dell’arte e della critica d’arte degli anni Sessanta e Settanta. Si intende qui usare l’espressione “errante” assumendo volutamente il valore polisemico del participio presente del verbo, perché, come afferma più volte Trini stesso, egli non aveva né la vocazione del critico né la formazione accademica per essere tale, ma si è trovato “per caso” a indossare questa veste nel corso di quei due decenni. Eppure, Trini è divenuto una voce di primo piano nel campo della critica, riconosciuta e apprezzata sia in Italia che all’estero, contribuendo in prima linea a quelli che oggi sono considerati i maggiori eventi internazionali della fine degli anni Sessanta, come Arte Povera e Azioni Povere di Amalfi e When Attitudes Become Form, organizzato da Harald Szeemann.1 L’idea di definirlo un critico “errante” deriva dal fatto che il giovane Trini avrebbe potuto scegliere diverse carriere, da quella militare a quella bancaria, ma tendenzialmente non quella di critico d’arte. Ma l’interesse per la letteratura e l’attrazione misteriosa per l’universo della scrittura favorirono ---------- 1. Vedasi in questa tesi, pp. 120-136. 8 una svolta professionale di cui il giovane Trini prese coscienza solo progressivamente, e il suo talento di scrittore si profilò nel corso del tempo, in stretto rapporto con l’oggetto della sua scrittura: un oggetto che è stato ed è l’arte con le sue pratiche, ma che, forse, in altre circostanze, in altri tempi o in altri luoghi avrebbe potuto essere tutt’altro. Cosicché si può paradossalmente asserire che Trini non è un critico, bensì uno scrittore che si è prestato alla critica dell’arte visiva. Trini confessa di non avere un buon orecchio, ma di essersi dotato di un “buon occhio”. Egli vede e filtra l’opera attraverso uno sguardo concentrato, reso ancora più acuto dalla meditazione, dalla cura, dallo studio e dall’esperienza. Da questo primato dell’occhio indagatore emergono poi catene di pensieri che centrano direttamente l’essenza dell’opera, offrendone una chiave di lettura insolita e autentica. Parimenti, la sua critica acquisisce una marcata identità personale e indipendente. Si può sostenere che la forza critica di Trini derivi soprattutto da un linguaggio meticolosamente costruito - avvalendosi di relazioni sempre più stringenti tra gli studi letterari e umanistici - e il fiorente orizzonte concettuale delle frontiere scientifiche, nate o esplorate durante la seconda metà del ventesimo secolo. Talvolta, è possibile percepire nei suoi testi critici una specie di “non linearità” e una apparente mancata “metodocità”: Trini stesso ammette di non essere mai stato sistematico e coerente, sia nel processo di pensiero che nell’azione. Egli ha uno stile complesso, a tratti oscuro e non lineare. Non 9 appartenendo a una scuola e non essendo allievo di alcun maestro, Trini si costruisce da sé i propri schemi di ragionamento, basandosi solo sul proprio intelletto. Unico suo dichiarato rammarico è quello di non aver potuto affrontare altre tematiche, soprattutto di argomento prettamente scientifico, oltre a quelle strettamente collegate all’attualità dell’arte contemporanea. La libertà e la leggerezza di pensiero gli hanno permesso di agire come un grande “fantasista” nella storia della critica d’arte e di dare un contributo considerevole alla divulgazione dell’Arte Povera. La posizione di Trini di quegli anni è decisamente “anticonformista”. Trini è un critico che si è formato militando con gli artisti “poveristi”, costruendo la storia insieme a loro. Il critico non si limita ad essere colui che va a vedere i lavori nei luoghi d’esposizione e scrive su ciò che ha visto, ma uno che prende attivamente parte al processo di produzione artistica, dalle discussioni con artisti alle visite al loro studio - e proprio in ciò risiede la principale forza e la novità della critica militante di Trini, che è molto affine alla posizione di Carla Lonzi - dagli allestimenti di mostre alle performance. Ad esempio Trini e Pistoletto dialogano molto sia sui lavori specchianti che sui primi “plexiglass”.2 Trini comincia a collaborare con la galleria di Sperone, partecipando agli allestimenti della mostra di Pascali nel 19663 e visita frequentemente gli studi degli artisti torinesi e di quelli milanesi a partire dal 1967, tra ---------- 2. Tommaso Trini, Note biografiche, 1964, A.T.T. 3. Vedasi pp. 92-93; L’intervista: Trini allo specchio, in questa tesi, pp. 294-295. 10
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