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Una nuova Acicula Hartmann della Liguria (Prosobranchia: Aciculidae) PDF

12 Pages·1994·7.3 MB·Italian
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Boll. Malacologico 29 (1993) (9-12) 211-222 Milano 30-3-1994 Marco Bodon (*) UNA NUOVAACICULA HARTMANN DELLA LIGURIA (PROSOBRANCHIA: ACICULIDAE) (**) Riassunto Viene descrittaAcicala vezzanii n.sp., endemica della Liguria Orientale. La nuova specie è caratterizzata da una striatura alquanto fitta sulla superficie del nicchio e dellapresenza di unpeculiare,vistosocercineperistomiale. Rispettoallerarespecie congeneriche che presentano simili caratteri, A. hausforfi Boeters, Gittenberger & Subai, 1989 e A. multilineata Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, ambedue della Grecia, la nuova specie si distingue per il cercine con profilo asimmetrico. Nella nota vengono forniti dati anatomici ed ecologici relativi alla nuova specie. Summary A new Acicala from Eastern Liguria (Italy), A. vezzanii n.sp., is described in its anatomical and morphological details. Thenewspecies ischaracterizedbyvery thik engraved radial lines on shell surface and by the peculiar peristomal callous rib. In respect to similar Greek taxa such as A. hausdorfi Boeters, Gittenberger & Subai, 1989 andA. multilineata Boeters, Gittenberger & Subai, 1989 the peristomal callous rib ofthe new species is characterized by an asymmetrical outline. A. vezzanii n.sp. shows a limited distribution and lives in very wet endogeous habitat. Introduzione Le ricerche intraprese per definire l’assetto malacofaunistico della Li- guria hanno portato alla stesura di un primo elenco degli Aciculidae pre- senti in questo territorio (Boato et al., 1985, tab. 1). Successive indagini ed il contributo fornito da Boeters et al. (1989) alla revisione della famiglia hanno permesso di definire con maggiore precisione lo status delle specie e la loro distribuzione nella regione. Il genere Acicula Hartmann, 1821 è ri- sultato presente con tre specie: A. limolata banki Boeters, Gittenberger & Subai, 1989 (=A. (s.str.) cfr. limolata, in Boato et al., 1985, non (Pini, 1883)), individuata nell’Imperiese ed in una ristretta area interna dell’Ap- pennino Ligure, presso S. Stefano d’Aveto; A. szigethyannae Subai, 1977 (=A. (s.str.) cfr. limata partim, in Boato et al., 1985, non (Draparnaud, 1805)), diffusa nell'Appennino a partire dalle Alpi Apuane e raccolta, in Liguria, solo nelle alluvioni del F. Magra, al margine orientale dell'area in esame; A. (s.str.) sp. (vedi Boato et al., 1985) è apparsa distribuita in un’a- rea limitata del versante marittimo dell'Appennino Ligure (1). Quest’ulti- ma, ben riconoscibile per alcuni caratteri conchiliologici, costituisce l’og- getto della presente nota. (1) Lapresenza diA. lineatasublineata (Andreae, 1883) citataperunalocalitàdell’Imperieseda Boeters et al. (1989) su dati di letteratura e di collezione della fine del 1800 non è stata confermata da recenti ricerche. (*) Dipartimento di Biologia Evolutiva dell'Università di Siena, Via P.A. Mattioli 4, 53100 Siena. Lavoro svolto, in parte, con contributo CNR (Sistematica e Zoogeogra- fia della Regione Paleartica) e MURST 40% e 60%. (**) Lavoro accettato I’ll settembre 1993 211 Acicula vezzanii n.sp Acicula (s.str.) sp., Boato, Bodon & Giusti, 1985, Lav. Soc. Ital. Bio- geogr., N.S., 9, tab. 1. Descrizione della conchiglia (figg. 1-6, 9, 12-17) Conchiglia piccola, subcilindrica più o meno allungata con apice ottu- so, trasparente e lucida nei nicchi freschi, di colore bruno-giallastro chiaro, con una linea subsuturale bruno-rossastra (figg. 1-6). Superficie esterna li- scia nel primo giro, percorsa da una fitta serie di strie radiali negli anfratti successivi, cercine compreso, così fitte da renderla, apparentemente, costu- lata (18-23 strie/mm nell’ultimo anfratto; 14-22 strie nel cercine) (figg. 12, 15, 17). Scultura spirale limitata alla parte superiore degli anfratti, dove decorre una debole stria subsuturale. Miscoscultura della protoconca de- bolmente malleata (figg. 13-14); la teleoconca è interamente cosparsa da microfossette, disposte in ordine sparso (fig. 16). Spira formata da 572-672 andratti poco convessi, a crescita lenta e re- golare; l’ultimo giro forma poco più dei 2/5 dell’altezza complessiva del nicchio. Suture poco profonde. Apertura piccola, un poco obliqua, pirifor- me, con peristoma un poco riflesso ed alquanto inspessito, munito di un’ampia callosità sul margine columellare. Margine esterno del peristo- ma ben convesso, rotondeggiante, provvisto di un grosso cercine. Cercine visto frontalmente più ingrossato in corrispondenza del suo margine inter- no (dove, cioè, confina con la parete del tratto terminale dell’ultimo giro, fig. 9). Ombelico chiuso. Dimensioni: altezza = 3,7-4,7 mm; diametro = 1,3-1;5 mm; altezza dell’apertura = 0,9-1,1 mm; diametro dell'apertura = 0,6-0,8 mm. Descrizione dei caratteri anatomici (figg. 20-25, 18-19) Il corpo è quasi completamente depigmentato, solo pochi e piccoli cro- matofori nerastri sono sparsi sulla parete del mantello e della massa visce- rale (figg. 21-22). I primi giri della spira contengono la gonade; gli interme- di sono occupati dallo stomaco, dalla ghiandola digestiva, dal rene e dalla cavità pericardica. Gli ultimi giri comprendono una lunga cavità paileale, afl'interno della quale è situata la ghiandola ipobranchiale, di forma allun- gata, e scorrono il retto e l'ultimo tratto dell'apparato genitale (prostata o utero) (figg. 24-25). Il margine palleale è un poco sinuoso e forma un'evidente angolosità in corrispondenza dell’inserzione superiore del peristoma; comunque non reca alcun tentacolo paileale. Il corpo è dotato di una breve proboscide alla cui estremità si apre la bocca e di due tentacoli allungati, presso la base di ciascuno dei quali, sul lato esterno, è situata una piccola macchia oculare pigmentata. I tentacoli non recano alcuna altra traccia di pigmen- to. Il piede è ben sviluppato e presenta la superficie ventrale trasversal- mente striata. Dorsalmente, presso l'estremità posteriore, reca un opercolo molto sottile, paucispirale, corneo, di colore giallastro pallido (fig. 20). Mandibole formate da due lamine cornee di forma triangolare, ciascu- na composta da numerose e minute placche a contorno esagonale (fig. 18). 212 La radula (fig. 19) è formata da numerose file di denti, ciascuna com- posta da sette denti, secondo la formula: C = 2-3 + 1 + 2-3 L = 5-6 MI = 10-14 M2 = 25 ca. Il dente centrale di ciascuna fila presenta una porzione basale stretta ed una porzione apicale allargata, munita di 5-7 dentelli massicci, il cen- trale più sviluppato dei laterali. I denti laterali sono di forma simile ai centrali, con la porzione apicale munita di 5-6 dentelli. I primi denti mar- ginali hanno un apice allungato munito di 10-14 dentelli, il secondo o il terzo a partire dalla zona prossima al centro della radula più sviluppato dei successivi. I secondi denti marginali presentano la porzione apicale allargata a ventaglio, con il margine munito di numerosi e piccoli dentelli. L'apparato digerente (figg. 24-25) comprende un lungo esofago, uno stomaco sacciforme molto allungato e l’intestino. Lo stomaco ha un lungo tratto a fondo cieco distalmente all’inserzione dell’esofago mentre, sul lato opposto, in prossimità del dotto della ghiandola digestiva, presenta un pic- colo cieco. Seguono l’intestino ed il retto; quest’ultimo decorre con anda- mento appena sinuoso lungo la parete paileale fin quasi a raggiungere il margine paileale. Il tratto intestinale tra lo stomaco e l'ano non presenta alcuna ansa. Nei maschi l’apparato riproduttore è formato da un testicolo, contenu- to nei primi giri del sacco viscerale, un breve deferente ed una lunga ghiandola prostatica che è situata all'interno della cavità palleale lungo il margine destro e che termina a breve distanza dall’ano (fig. 25). Il pene, piuttosto piccolo e di forma subcilindrica allungata è situato sotto al tenta- colo destro (fig. 22). Il lato ventrale del pene, per tutta la sua lunghezza, è percorso da un ampio solco cibato (fig. 23). Nelle femmine l’apparato riproduttore comprende un ampio ovario, contenuto in prossimità dell’apice del sacco viscerale, un sottile ovidotto gonadale, un ovidotto renale con un diverticolo sacciforme usualmente omologato ad una borsa copulatrice e una porzione paileale, suddivisa in ghiandola dell'albume e ghiandola della capsula (fig. 24). L'ovidotto gona- dale, indistinguibile da quello renale (manca, infatti, il dotto gono- pericardico), decorre sempre con calibro sottile e forma alcune anse prima di confluire nell’ovidotto paileale. Dall’ultimo tratto dell'ovidotto renale prende origine il canale del diverticolo sacciforme. Quest’ultimo conduce ad una piccola struttura sacciforme che giace adagiata sulla ghiandola del- l'albume. Un breve canale che si apre con un’«apertura copulatoria» sul fondo della cavità palleale ha l’evidente ruolo di condurre gli spermi rice- vuti con la copula all’interno dell'ovidotto. Tale condizione diaulica è una caratteristica comune agli Aciculidae (Creek, 1954, fig. 2B; Bodon & Boato, 1987, fig. ID; F. Giusti, dati personali inediti) anche se talvolta non è stata messa in evidenza (Boeters et al., 1989, fig. 9, da Jackiewicz, 1967, tav. 23-1, 2). La presenza di materiale spermatico fortemente rifrangente all'interno della «borsa copulatrice» e apparentemente orientato in modo analogo a quanto accade nei ricettacoli del seme di altri prosobranchi la- scia intravvedere la possibilità che il diverticolo sacciforme non sia una borsa copulatrice ma piuttosto un ricettacolo del seme (cf. Bodon & Boato, 1987). L’ovidotto renale prosegue nell'ovidotto palleale, formato dalla ghiandola dell’albume e dalla ghiandola della capsula, quest’ultima allun- gata e situata all’interno della cavità palleale, lungo il margine destro. L'o- 213 vidotto paileale si apre con un piccolo gonoporo a breve distanza dal mar- gine paileale. Olotipo: conchiglia raccolta nelle sorgenti in loc. Busseo, valle del Rio Magistrato, S. Margherita Ligure (Genova); coordinate UTM: 32T NQ1508; m quota 110 ca.; 5.5.1991, M. Bodon leg. (fig. 6). — Paratipi: tutto il restante materiale esaminato, raccolto nelle seguentilocalità: Sorgenti in loc. Busseo, valle del Rio Magistrato, S. Margherita Ligure (GE); NQ1508; 110 m ca.; 5.3.1983, 1 nicchio + 2 nicchijuv.;26.12.1983, 3 n + 2 njuv.; 24.3.1985, 1 n; 5.5.1991, —22 n + 3 njuv.; 1.3.1992,20n + Injuv. + 1 esemplare;22.3.1992, 8n + 2 es.; M.Bodonleg. Sorgente del lavatoio tra il Canale della Cantina ed il Canale del Pero di Sotto, Donzina Bassa, San Lorenzo della Costa (S. Margherita Ligure, GE); NQ1408; 140 m ca.; 3.4.1988, 1 n —juv., M. Bodon leg. Fonte Diavolo, Via Romana, S. Margherita Ligure (GE); NQ1609; 50 m ca.; 3.4.1988, 1 n —juv., M. Bodon leg. Sorgente sul sentiero da Paraggi alVallone dell’Acquaviva (Portofino, GE); NQ1606; 85 m —ca.; 13.6.1989, 1 n, M. Bodon leg. Sorgente Vegia, Mortola, S. Rocco di Camogli (Camogli, GE); NQ1208; 210 m ca.; —1.10.1988, 1 n, M. Bodon leg. Grotticella del Pino o Tana della Vecchietta n° 177 Li, loc. Galletti, S. Rocco di Camogli —(Camogli, GE); NQ1208; 330 m ca.; 16.1.1993, 1 njuv., M. Bodon leg. GrottainferioredelGaggieun° 162 Li, loc. IlParadiso, S. RoccodiCamogli (Camogli, GE); —NQ1208; 425 m ca.; 16.1.1993, 1 n + 1 njuv., M. Bodon leg. Sorgente sulla riva destra del T. Bana, sotto al serbatoio dell’acquedotto di Bana (Camogli, —GE); NQ1410; 155 m ca.; 12.4.1992, 4 n + 1 n juv., M. Bodonleg. 21.2S.o1r9g9e1n,teinloc. LeRocche, Casalino (Rapallo, GE); NQ1512; 100 m ca.; 28.8.1991, 1 fram- —mento, S. Gaiter leg. Posature sul Rio di Tonnego al Ponte della Vittoria (Rapallo, GE); NQ1613; 30 m ca.; — 1 n juv., M. Sosso leg. Sorgente sulla riva destra delRio S. Francesco, a monte delMulino delDrio (Rapallo, GE); —NQ1812; 50 m ca.; 4.4.19N93,W1 framm., M. Bodon leg. Sorgente sul versante del M. Ampola, sul sentiero Ruta - M. Caravagli (Recco, GE); —NQ1313; 480 m ca.; 2.3.1990, 1 n + 1 n juv., M. Bodon leg. Sorgente in loc. La Torre, al ponte della strada per Lago (Sori, GE); NQ0914; 45 m ca.; —26.1.1990, 1 n juv.; 3.3.1990, 1 n juv.; M. Bodon leg. Sorgente SpallaDamietta, loc. Feietto, Poggio Favaro (Bogliasco, GE); NQ0616; 290 m ca.; —13.6.1991, 2 n, M. Bodon e S. Gaiterleg. Sorgente CarboneaBassa, loc. Feietto, Poggio Favaro (Bogliasco, GE); NQ0616; 240 m ca.; —2.7.1991, 1 n, M. Bodon e S. Gaiterleg. Tanna da Scaggia n° 15 Li, loc. Scaglia, Viganego (Bargagli, GE); NQ0420; 390 m ca.; —9.1.1993, 1 framm., M. Bodonleg. Sorgente Aglio Inferiore, sul versante est del M. Caucaso, Canavissolo (Favaie di Malvaro, —GE); NQ1922; 640 m ca.; 14.12.1992, 1 framm., S. Gaiterleg. Sorgentepresso Camposasco, poco soprala stradaperLeivi (S. ColombanoCertenoli, GE); —NQ2312; 240 m ca.; 22.11.1992, 1 n, M. Bodon leg. Posature sul Rio di Campodonico presso S. Pier di Canne (Chiavari, GE); NQ2508; 30 m —ca.; 29.11.1992, 1 n juv., M. Bodon leg. Sorgente aovest diCosta deiRaffi (Cogorno, GE); NQ3007; 320 m ca.; 11.7.1992, 1 n + 1 —n juv., M. Bodon leg. Pozzo lungo il sentiero sopra la loc. La Costa (Cogorno, GE); NQ2908; 390 m ca.; 14.11.1992, 1 n juv., M. Bodon leg. Olotipo in collezione del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Paratipi in collezione Giusti, Dipartimento di Biologia Evolutiva dell’Università di Siena; coll. Museo di Storia Naturale di Leiden, Olanda; coll. Museo Senckenberg di Francoforte sul Meno, Germania; coll. Bodon, Genova; coll. Sosso, Genova. Derivatio nominis: la nuova specie è dedicata a mia moglie Gabriella Vezzani per le sue qualità come compagna di vita ed in segno di affettuosa gratitudine per il suo aiuto e pazienza durante i lavori di ricerca. 214 Osservazioni I dati anatomici noti in letteratura per Acicula Hartmann, 1821 (cf. Reek, 1954 perA. fusca (Montagu, 1803)), Platyla Moquin-Tandon, 1856 (cf. Jackiewiez, 1967 per P. polita (Hartmann, 1840)), e Renea Nevill, 1880 (cf. Bodon & Boato, 1987 perR. bourguignatiana Nevill, 1880) nonché altri dati più frammentari sul genere Menkia Boeters, Gittenberger & Subai, 1985 e su altre specie (cf. Boeters et al., 1989) mostrano una sostanziale uniformi- tà di base anche tra le diverse categorie tassonomiche ritenute distinte a livello di genere ed immediatamente riconoscibili dai caratteri relativi alla scultura del nicchio. Piccole particolarità anatomiche sembrano caratteriz- zare alcune specie (diversa pigmentazione dei tentacoli; posizione della borsa copulatrice rispetto al rene; posizione dell’ansa deH'ultimo tratto dell’ovidotto; cf. Boeters et al., 1989). Il ripetersi occasionale di tali parti- colarità in generi diversi non ne consente l’utilizzo per diagnosi a livello sovraspecifico. Esse, d’altra parte, sono di importanza alquanto relativa anche per diagnosi a livello specifico, poiché note solo per pochi taxa e non sufficientemente verificate nella loro costanza. È evidente, quindi, come la sistematica degli Aciculidae sia a tutt'oggi basata sui soli caratteri conchi- liologici, in particolare quelli relativi alle dimensioni ed alla forma del nicchio, alla scultura della sua superficie esterna ed alla morfologia del peristoma e del suo cercine esterno (cf. Boeters et al., 1989). Di conseguen- za, è altrettanto evidente come buona parte della sistematica speciografica in uso non possa proporsi altro che come soggettiva, basata cioè sul perso- nale metodo di valutazione dei singoli Autori delle suddette particolarità conchiliologiche. Senza alcuna possibilità di verifica (se non ricorrendo ad altri metodi di indagine quali quelli dell’analisi genetica), ciò che per un Autore può corrispondere ad una specie per un altro può corrispondere ad una sottospecie o addirittura ad una semplice varietà locale, in particolare nel caso di entità allopatiche. Inoltre non è da escludere, in analogia a quanto dimostrato in altri gruppi degli stessi gasteropodi, che a popolazio- ni fenotipicamente simili, viventi in aree geografiche lontane, possano cor- rispondere entità geneticamente differenziate tanto da rappresentare di- stinte specie biologiche. Solo in rari casi, infatti, è stata accertata la pre- senza di più entità specifiche congeneriche in simpatria, consentendo di acquisire una ragionevole certezza del loro status di specie distinte. Ad esempio in due località della Lombardia, Orrido di Bracca e Oltre il Colle, in provincia di Bergamo, ricerche personali hanno portato a rintracciareA. lineata sublineata (Andreae, 1883), A. lineolata lineolata (Pini, 1884) e A. be- neckei (Andreae, 1883). Ciò premesso, nell'attuale impossibilità di ricorrere ad altre più probanti metodologie di indagine, è evidente come anche nel presente caso sia stato necessario attenersi principalmente al metodo con- chiliologico. 215 I caratteri conchiliologici, in primo luogo la fitta striatura sulla super- ficie esterna del nicchio, che richiama la scultura costulata della specie del genere Renea, permettono di distinguere con estrema facilità la nuova spe- cie dalle altre congeneriche presenti in Italia (2): A. beneckei (Andreae, 1883), A. benoiti (Bourguignat, 1864), A. disjuncta Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, A. lineata sublineata (Andreae, 1883), A. lineolata lineolata (Pi- ni, 1884), A. lineolata banki Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, A. sziget- hiannae Subai, 1977 e dalla maggior parte degli altra taxa a distribuzione euro-mediterraneo-turanica: A. algerensis Gittenberger & Boeters, 1977, A. corcyrensis (Boettger, 1883), A. fusca (Montagu, 1803), A. lallemanti (Bour- guignat, 1864), A. limbata Reuss, 1860, A. lineata lineata (Draparnaud, 1805), A. moussoni Boettger, 1879, A. norrisi Gittenberger & Boeters, 1977, A. palaestinensis Forcart, 1981, A. parcelineata (Clessin, 1911), A. persica Subai, 1981, A. riedeli Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, nonché dalle specie fossili: A. edlaueri Schlickum, 1970, A. filifera Sanberger, 1862, A. isseli (Flach, 1889), A. michaudiana Schlickum, 1975, A. schlickumi (Schütt, 1967) (cf. Boeters et al., 1989). Solo tre specie attuali, A. letoumeuxi (Bourguignat, 1864), A. hausdorfi Boeters, Gittenberger & Subai, 1989 eA. multilineata Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, presentano conchiglie che per forma e striatura superficiale ricordano la nuova specie (cf. Boeters et al., 1989). La prima di queste, diffusa nel nord Africa (Algeria e Tunisia) non possiede un cercine esterno dietro al peristoma (cf. Boeters et al., 1989, fig. 59) mentre le altre due, diffuse in Grecia e nelle isole ioniche della Grecia hanno un cercine eviden- te come in A. vezzanii n.sp. (figg. 7-8). Nelle due specie elleniche, comun- que, il massimo inspessimento del cercine si trova verso il centro (figg. 10-11), similmente a quanto si verifica in A. corcyrensis, altra specie elleni- ca ritenuta affine alle prime ma caratterizzata dalla superficie del nicchio con striature molto più rade (cf. Boeters et al., 1989, fig. 27). InA. vezzanii, n.sp., invece, la convessità massima del cercine si trova spostata verso il bordo interno del cercine stesso, il cui profilo trasversale appare, quindi, asimmetrico (figg. 9,17). Tale caratteristica, di notevole costanza, può esse- re utilizzata per distinguere la nuova specie dei taxa ellenici che, per gli altri caratteri, sono molto somiglianti. Tale caratteristica è inoltre peculia- re del taxon in esame nei confronti di tutte le altre Acicula viventi che presentano un cercine peristomiale ben marcato e che comprendono, oltre alle specie elleniche sopra citate, anche A. benoiti della Sicilia (quest ulti- ma, come già detto, ha nicchio con superficie esterna provvista di strie rade, cf. Boeters et al., 1989, figg. 25, 26, 54). (2) Traitaxa ancoraincertiperl’ItaliaBoeterset al. (1989) citano«Acmelineatavaralpestris» Kobelt, 1894. Ricerche condotte nella località tipica di questa entità, il Monte Codeno, hanno permesso di accertare la presenza, precisamente in località Vò di Moncodeno (Como) ad una quota di 1500 m ca., di esemplari corrispondenti alla descrizione di Kobelt (1894, tav. 184, fig. 1162) ed appartenenti adA. lineolata lineolata (Pini, 1884), uno deiduetaxaalqualegli Autori della revisione ne prospettavano l’attribuzione sulla base della descrizione di Kobelt (1894). 216 Per ciò che concerne le caratteristiche anatomiche nulla si può aggiun- gere relativamente alle entità ora discusse, le più simili conchiliologica- mente, ancora sconosciute nelle parti molli. Relativamente alle altre con- generiche è degno di nota il fatto che la borsa copulatrice termini in posi- zione anteriore rispetto all’estremità del rene e che l'ansa dell'ovidotto si trovi in posizione un po' posteriore rispetto alla borsa copulatrice, diversa- mente da quanto si osserva in A. limolata limolata ed in A. limata limata (cf. Boeters et al., 1989, fig. 10). I tentacoli, inoltre, recano solo piccole macchie oculari e nessuna altra traccia di pigmento. La presenza di pig- mento sui tentacoli è nota per la maggior parte degli Aciculidae studiati (cf. Boeters et al., 1989, fig. 3) ed è stata riscontrata in tutti i taxa investi- gati appartenenti al genereAcicula:A. beneckei, A. limata limata, A. limata sublimata, A. limolata limolata ed A. limolata banki. Note ecologiche e biogeografiche La nuova specie è stata raccolta in siti di bassa quota, su formazioni geologiche a substrato calcareo (soprattutto calcari marnosi, talvolta inter- calati a marne o argilliti, o al contatto con conglomerati). I nicchi sono raramente presenti nelle posature dei corsi d’acqua, mentre più comuni sono nei sedimenti delle tazze sorgive. Diversamente dalle altreAcicula del Nord Italia, la nuova specie non è mai stata rinvenuta nella lettiera dei boschi. Tutti gli esemplari viventi sono stati trovati presso piccole sorgenti a ca. 30-50 cm di profondità nel terreno, su scaglie rocciose coperte da un sottile velo d'acqua, appena sopra lo strato di terreno permanentemente impregnato d'acqua. Qui sono stati raccolti insieme ad Oxychilus drapar- naudi (Beck) ed Argna ligustica (Pollonera). Rispetto a queste specie, piut- tosto diffuse ed abbondanti nell’ambito dello stesso areale, Acicula vezzanii n.sp. sembra relegata in quei siti ad alto e costante tasso di umidità. È probabilmente per questo motivo che essa appare poco frequente. Non è chiaro se possa vivere anche in ambiente propriamente cavernicolo: il ri- trovamento di alcuni nicchi in piccole grotte può far supporre tale possibi- lità, ma la mancanza di più estesi complessi carsisi esplorabili nell'areale di diffusione della specie non permette di effettuare verifiche in tal senso. L’habitat individuato e la malacofauna associata permettono, comunque di collocare la nuova specie tra quelle dell’ambiente endogeo. Ciò è confer- mato da taluni caratteri anatomici riscontrati, come la depigmentazione e la microftalmia. Tra i molluschi terrestri endemici della Liguria (cf. Boato et al., 1985) A. vezzanii n.sp. è uno dei pochi presenti nel settore orientale (appenninico) della regione (fig. 26). Qui è distribuita su un areale alquanto limitato: una breve fascia costiera estesa per circa 30 km a levante di Genova. In genere è sempre piuttosto rara, sporadica e, comunque, di difficile reperimento; compare con una certa frequenza solo nell’area del Promontorio di Portofi- no e qui, in una sola località, presso S. Margherita Ligure, è stato possibile raccoglierla in discreto numero. Nonostante la limitata corologia e la rarità, la nuova specie non sem- bra particolarmente minacciata in considerazione del suo peculiare habi- 217 tat e del fatto che una importante porzione del suo areale è attualmente tutelata in quanto ricade entro i confini del Parco Regionale del Monte di Portofino. Ringraziamenti Si ringraziano il Dr. E. Gittenberger ed il Dr. R. Janssen per aver for- nito in visione materiale di A. hausdorfi ed A. multilineata conservato ri- spettivamente nel Museo di Storia Naturale di Leiden, Olanda e nel Museo Senckenberg di Francoforte sul Meno, Germania; gli amici Dr. S. Gaiter e M. Sosso per alcuni reperti frutto delle loro ricerche; Ling. C. Ravaccia per le informazioni sulle grotte del Monte di Portofino; il Dr. G. Manganelli per le foto al SEM ed il Prof. Dr. F. Giusti per la lettura critica e la discus- sione del testo. BIBLIOGRAFIA BoatoA., BodonM. & Giusti F., 1985 - Molluschiterrestried’acquadolcedelleAlpiLiguri. Lav. Soc. ltd. Biogeograf. (N.S.); 9: 237-371. Bodon M. & Boato A., 1987 - A living fossil fromWestern Liguria: Rena (Renea) bourguigna- tiana Nevill 1880. (Prosobranchia: Aciculidae). Arch. Moll.; 117 (4/6): 151-157. Boeters H.D., Gittenberger E. & Subai P., 1989 - Die Aciculidae (Mollusca: Gastropoda Prosobranchia). Zool. Verb., 252: 1-234. Creek G.A., 1954 - The morphology ofAcmefusca (Montagu) with special reference to the genital system. Proc. Malac. Soc. London, 29: 228-240. Jackiewicz M., 1967 - Badania anatomiczne i histologiczne nad Acicula polita (Hart.) z uwz- glednienien innych gatunkóvAcicula Hart. (Mollusca, Prosobranchia). Poznanskie Toioar- zystwo PrzyjaciólNauk., 32: 1-76. KobeltW., 1894 - In Rossmàssler E.A. - Iconographie der land- und Siisswasser-Mollusken. (n.F.), 7 (1-2): 1-40, taw. 181-190. Figg. 1-11.Acicula vezzaniin.sp. (1-6,9),AciculahausdorfiBoeters, Gittenberger& Subai(7, 10) eAcicula multilineata Boeters, Gittenberger & Subai (8, 11), nicchi e, in basso, ingrandimento del bordo inferiore del cercine peristomiale deinicchi della seconda fila. 1-5: Paratipi della loc. Busseo, S. Margherita Ligure, Genova (Italia), coll. M. Bodon, Genova; 6: olotipo proveniente dalla stessalocalità, coll. MuseoCivicodiStoriaNaturalediGenova; 7: paratipoprovenienteda 10 km a sud di Lefkada, isola di Lefkada (Grecia), coll. Museo di Storia Naturale di Leiden, Olanda; 8: paratipo raccolto ad ovest del monte Skollis sopra Sandomeri, Ahaia, Peloponneso (Grecia), coll. Museo Senckenberg di Francoforte sul Meno, Germania. 218 219 Figg. 12-19. Acicula vezzaniin.sp. della località Busseo, S. Margherita Ligure, Genova. 12: Pro- toconcaeprimigiri; 13: protoconcavistadall’alto; 14: forteingrandimentodellasuperficiedella protoconca; 15: teleoconca; 16: superficie della teleoconca a forte ingrandimento; 17: apertura vista di lato con il cercine peristomiale; 18: mandibola; 19: radula. C: dente centrale; L: dente laterale; MI: primo dente marginale; M2: secondo dente marginale. Tratto bianco = 200 jam perle figg. 12, 13, 15, 17; = 10 /am perle figg. 14, 16, 18, 19. 220

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