U ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA U ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA Indice ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA PREMESSA ..........p. ag. 1 CONCETTO DI EQUILIBRIO DELLA NATURA >> 2 CLASSIFICAZIONEDEGLIANIMALI ...................... >> 4 UCCELLI >> 4 CLASSIFICAZIONEDEGLIUCCELLIOGGETTODICACCIA > 16 MAMMIFERI ) 19 CLASSIFICAZIONE DEI MAMMIFERI OGGETTO DI CACCIA >> 24 UCCELLIEMAMMIFERIOGGETTODICACCIA >, 26 SPECIEC ACCIABILI DALLA TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE AL 3I DICEMBRE ...... >> 27 SPECIEC ACCIABILI DALLA TERZA DOMEMCA DI SETTEMBRE AL 31 GENNAIO ......... > 35 SPECIEC ACCIABILI DALL'I OTTOBREA L 30 NOVEMBRE ..................... > 59 SPECIE CACCIABILI DALL'I OTTOBRE AL 31 DICEMBRE O DALL'I NOVEMBRE AL 31 GENNAIO ................., > 66 FATJNA PROTETTA >> 67 APPENDICE: PRELIEVO VENATORIO DEGLI LINGULATI >> IO2 Zoologia applicata alla caccia 1 PREMESSA La cacciao ggi non è più esercitatad all'uomo per procurarsi il cibo e quindi non può più es- sere intesa come attività di sfruttamento articolata nella semplice ricerca ed uccisione della selvaggina.U n tale concetto apparea ccettatod alla quasi totalità del mondo venatorio, che è consapevoled ella necessitàd i applicareu na più rigorosae razionaled isciplinad ell'esercizio della caccia secondop rincipi moderni. Un passoi mportante per superarei l semplicistico concetto di considerarel a caccia come uno sport, aventeq uale unica finalità la soddisfazionee d il piacere di uccidere la selvaggina,è in- dubbiamenter appresentatod all'istruzione adeguatap er tutti coloro che intendono esercitar- la. Tra le conoscenzec he devono far parte del bagaglio culturale del cacciatorea ppaiono in- dispensabili alcune nozioni elementari di zoologia, quella scienzac he si occupa dello studio degli animali. Tali nozioni sono necessariea i cacciatori al fine di meglio individuare il ruolo che essi occupano ele alterazioni che possono determinarea livello dei rapporti tra le varie componenti dell' ambienten aturale. 2 Zoologia applicata alla caccia CONCETTOD I EQUILIBRIO DELLA NATURA Come è noto, I'unità elementared ell'ecologiaè I'ecosistema,c he è costituitod all'ambiente non vivente (terreno,c lima, ecc.) e dagli organismi viventi (piante e animali) di una data area, i quali si influenzano reciprocamente. Schematizzandoi rapporti di successionee di dipendenzaa limentarefra gli organismie si- stenti in un ecosistema,a l primo livello si trovano le piante verdi, che sonoi n grado, attraverso il processoc himico dellaf otosintesic lorofilliana,d i produrrel e sostanzeo rganichei ndispen- sabili al loro accrescimentou tllizzando sostanzei norganiche (ossigenoe anidride carbonica dell'atmosfera, acquae sali minerali che si trovano nel terreno) e I'energia fornita dal sole.L e piante verdi sono quindi i produttori della sostanzao rganica,d alla quale dipendel a vita di tut- ti gli animali. Al secondol ivello si trovano gli animali erbivori o fitofagi (consumatori pri- mari), che si nutrono delle piante e trasformano i composti organici da essef orniti. Al terzo livello si trovano gli animali carnivori (consumatori secondari,t erziari, ecc.), i quali traggo- no sostentamentop redandog li erbivori. A qualunquel ivello del ciclo descritto si inserisconop oi altre categoried i organismi: i paras- siti e i saprofiti. I primi determinanol a morte degli organismi viventi, mentre i secondiu tiliz- zanole sostanzeo rganichem orte (cadaveri, sostanzed i rifiuto varie, ecc.) contribuendo alla loro degradazionei n sostanzei norganiche, che ritornano nel terreno o nell'atmosfera per es- sered i nuovo disponibili per le piante verdi. Il passaggiod i materia e di energia dalle piante verdi attraversou na serie di animali erbivori e carnivori prende il nome di catena alimentare. Un sistemac osì equilibratoe d armonicod ipended all'esistenzad i precisee complessein ter- relazionit ra gli organismiv iventi, che possonoe sserer iassunten el modo seguenteS. e in un ecosistemae sistesseros olo le piante, questet enderebberoa d occuparet utto lo spazio dispo- nibile ed entrerebberoi n concorrenzat ra loro, non trovando altre limitazioni che nelle malat- tie determinated a altri vegetali parassiti. Gli animali consumatori di sostanzeo rganiche ve- getali limitano I'espandersdi elle piante,m a se nessune lementos i opponessea lla diffusione degli erbivori, questi, moltiplicandosi in modo eccessivo,f inirebbero col compromettere1 'e- sistenzad elle piante stesse.M a a questo punto intervengono gli animali carnivori che man- tengono controllato il numero degli erbivori. Sirealizza quindi un equilibrio biologico tipico di ogni sistemae cologico, nel quale ciascun organismon on può, nella competizionep er la vita, sopraffarea ltri organismi senzam etterei n pericoloa nchel a suas tessas opravvivenza. Un esempioè offerto dall'analisi dei rapporti esistentit ra animali predatori e animali predati, che può esserec osì semplificato: la presenzai n un ambiented i pochi predatori carnivori con- senteI 'aumento delle popolazioni di erbivori, ma ciò crea una condizione favorevole al mol- tiplicarsi dei predatori,i quali però, dopo aver predatog li animali meno dotati e debilitati, han- no maggiori difficoltà nel trovare il cibo, per cui ne consegueu na diminuzione della popola- zione ed un successivon uovo aumento degli erbivori. Ben più complessie vastid i quelli citati sonoc omunquei rapportie cologicic hec oinvolgono animali e piante di un determinato ambientee ben più delicati sono gli equilibri esistenti tra le varie componenti delle catenea limentari. Tali equilibri non sono però mai stabili, in quan- to intervengonof attori di disturbo naturali o artificiali che alteranop iù o meno profondamen- te i rapporti esistentit ra le varie comunità biologiche. Ogni azione di pefurbazione determi- na comunque I'instaurarsi di un nuovo equilibrio che, seppures u basi talora diverse, appare ugualmentea rmonico. Questom eccanismod i autoregolazionec onsentep ertanto fluttuazioni di una determinafaa mpiezzan elle relazioni tra le varie componenti biologiche, ma non am- mette certo cambiamentip rofondi, che possonoi ntaccarei rreversibilmente i rapporti diretti o indiretti che legano un sistemae cologico. In altre parole, l'alterazione del numero di animali che occupanou n certo anello in una cate- na alimentare provoca degli effetti su tutti gli altri componenti la catena stessa,m a poiché i vegetali, gli erbivori e i carnivori si controllano reciprocamente,c on gradualità si ristabili- Zoologia applicata alla caccia 3 e! o! \s ÈP ^.! .: !..r È.6 ÀH -t ,.< :t ili È !.iù .i* È- vUe is $ r ss \.È o; 'È_.= È 'E:w r=^- d9X -TÈ P'F s, È.r -l !éa "sSaels s5ù !r\'! È-\t 5\\J s tsr*t el ! ÈÈ Èèi q^j s.: ! È ÈÈ EFP '$F - -a è"s 3ÈU R ìsS -;ÈF r{.S òo *. òo'= '-ì s ni+J r:3\lx Àù 4 Zoologia applicata alla caccia sconon uoves ituazionid i equilibrio. Se in un ecosistemas i verifica quindi un periodod i ele- vata produzionev egetalen e deriva un aumenton umerico di tutti gli animali perchéI 'ambiente offre condizioni di alimentazionep iù abbondanti;q uando invece sopraggiungeu n periodo di carestiaa nchei l numero degli animali diminuisce. In genere si può affermare che le causen aturali (malattie, avversità climatiche, ecc.) di per- turbazioned egli equilibri esistentii n un sistemae cologicon on determinanos quilibri defini- tivi, mentred ecisamenteg ravi e non di radoi rreversibilis onog li squilibri determinatid a cau- se artificiali dipendenti direttamente o indirettamente da azioni umane (disboscamenti,t ra- sformazionif ondiarie,i nquinamenti,e cc.). Perq uantos uddetton on può sfuggireu na considerazioneco nclusiva:o gni azioned i gestione di una popolaziones elvaticad a parted ell'uomo devet enerec onto del principio che ciascun interventos i collocai n un sistemab en equilibrato,n ell'ambito del qualem eccanismid i com- pensazionen aturalec onsentonoa, ttraversou na specied i reazionea catena,i l ristabilimento di nuovi equilibri quandoq uelli esistentiv engonoa lterati.P ertanto,s olo partendod alla co- noscenzad elle relazionic he vi sonot ra gli animali e I'ambientes i possonoa vviarep rogram- mi di gestionef aunistica,i n cui produzionee consumod ella fauna a fini di caccias i inseri- sconoi n un contestor azionale il più possibile armonico con le altre realtà naturali, delle qua- li è indispensabilete nerc onto. CLASSIFICAZIONED EGLI ANIMALI Tutti gli animali sonos tati catalogatid agli zoologi secondou n sistemac he attribuiscea cia- scunou n nome scientifico composto da due parole latine o latinizzafe: la prima parola indica il nome del Genere a cui I'animale è assegnatoe la secondaq uello della Specie.L 'impiego della lingua latina per la classificazioned egli animali si è resa necessariap er poter adottarei l sistemaa livello internazionalee d evitare possibili difficoltà di interpretazioned el nome co- mune,i l cui significatop uò essered iversoa nchet ra personed ello stessop aese. Il sistemad i classificazioneti ene conto del fatto che le species i distinguonot ra loro per al- cuni aspetti, mentre si rassomiglianop er altri. Sulla based ei vari livelli di affinità degli ani- mali è stataq uindi realizzata,s econdou na precisa gerarchia,u na serie di categories istemati- che. Pertanto,q uandod iverse speciep resentanoc aratteristiched i notevoler assomiglianza vengono raggruppatei nsieme in un unico Genere, un gruppo di generi imparentati sono in- clusi in un'unica Famiglia, famiglie affini sono compresei n un Ordine, ordini affini sono compresii n una Classe. Nel seguentes chemaè esemplificataI' applicazionep raticad el sistemad i classificazione. Nome comune Volpe Codone Classe Mammiferi Uccelli Ordine Carnivori Anseriformi Famislia Canidi Anatidi Genere Vulpes Anas Specie vulpes UCCELLT Gli uccelli sono vertebrati caraffeizzati da una strutturag eneraled el corpo tale da consentire la funzione del volo. In conseguenzad i ciò hanno gli arti anteriori trasformati in ali e la loco- mozione a terra è attuatac on i soli arti posteriori, il corpo è rivestito di pennee le ossas onol eg- gere e in parte pneumatizzate,c ioè con cavità ripiene di aria. Sono animali omeotermi, capa- ci cioè di contenerel a dispersioned el calore e di mantenerec ostantel a temperaturac orporea. Zoologia applicata alla caccia 5 Fig. 2 - Parti del corpo di un uccello e loro nomenclatura: I ) Mandibola inferiore 18) Remiganti primarie 2) Apice del becco l9) Groppone 3) Mandibola superiore 20) Copritrici superíori della coda (sopraccoda) 4) Becco 2l) Coda 5) Narici 22) Timoniere esterne 6) Redini 23) Timoniere centrali 7) Fronte 24) Copritrici inferiori della coda (sottocoda) 8) Sopracciglio 25) Addome 9) Vertice 26) Piede l0) Strie del vertice 27) Tarso I 1) Anello perioftalmico 28) Ventre 12) Nuca 29) Fianchi l3) Scapolarí 30)P etto 14) Collo 3 I ) Copritrici auricolari I5) Barre alari 32) Mustacchi I6) Dorso 33)G ola I 7) Remiganti secondarie 34) Mento 6 Zoologia applicat,t allo caccia LE PENNE Le pennes onos enzad ubbio la caratteristicap iù evidented egli uccelli e rappresentanoI'e le- mento principale a cui essi devono la capacitàd i volare, sebbenea ltre strutture (ossac on ca- vità ripiene di aria, apparator espiratorio prowisto di sacchi aerei, ecc.) concoffano arcaliz- zaretalef unzione.E sseo riginanoc omef ormazionic orneed a un ispessimentod el derma,c ol- legatoe nutrito da una papilla dermica.Q uandol a pennas i è diversificatan elle suec ompo- nenti ed ha terminato il suo sviluppo, la papilla dermica si ritrae lasciandola devitalizzata,pri- va cioè di terminazionin ervose. Le penne sono impiantate in determinatez one del corpo e si distinguono in penne di contor- no (o pennep ropriamented ette),q uellee sternec he definisconol a forma dell'uccello,e in fi- lopiume, quelle situatea lla based ellep enned i contorno.I n molte specied i uccelli è presen- te anchei l piumino, costituitod a morbidep iume nascostes ottol e pennee sterne. A secondad ellal oro funzionel e pennea ssumonod iversad enominazioner:e miganti sonol e grandip enned ell'ala, che hannou n ruolo essenzialep er la funzionen el volo; timoniere so- no le grandi penned ella coda,c he svolgonou n'aziones tabilizzatricee direzionalen el volo; copritrici sono quelle pennec orte e morbide dispostei n serie,c he coprono parzialmenten el- la loro parle basalel e remiganti e le timoniere. Le penne, di struttura delicata per quanto solida, sono soggettea d usura e rotture, per cui gli uccelli rinnovanoi l proprio piumaggioc on un processon oto come muta. Le modalitàd ella muta variano enormementet ra le specie:a lcuner innovano tutte le pennei n un breve periodo, mentrea ltre possonos uddividerel a muta in due o tre fasi. Vi sono speciec he mutanoc on- temporaneamentetu tte le loro penner emiganti (ad es. Oche, Cigni, Anatre), per cui rimango- no temporaneamentien capacid i volare. Normalmente la muta avviene una volta all'anno in autunno (muta postnuziale), ma in cer- te species enerealizzauna secondai n primavera (muta prenuziale), che in alcuni casi ò com- pleta, ma in genereè parziale. La muta determinan ell'animale uno stato di stressp iuttosto accentuato.L a crescitad i nuove pennei nfatti costae nergia,l a sostituzioned elle piume di contorîo determinau na diminuzio- ne delf isolamentot ermico del corpo,m entreq uella delle penned elle ali può ridurre la ma- novrabilitài n volo. IL BECCO Il becco è un altro elemento caratteristicod ella struttura degli uccelli e assolveu n'importan- te funzione nell'alimentazione, venendou sato per afferrare,r accogliere e sminuzzarei l cibo. La suaf orma e dimensioneè assaiv aria nei diversi gruppi sistematicie, ssendoa dattataa l ti- po di nutrimento.C osì gli uccelli rapaci,p revalentementcea rnivori,h annou n beccoa dunco e robusto, gli uccelli piscivori (ad es. gli Aironi) hanno un becco stretto e allungato a forma di lancia, mentre i granivori (molti Passeriformi) 1oh anno a forma conica, le anatrea forma ap- piattitac on i bordi lateralip rovvisti di lamelle. LEZA}/4PE Pure le zampen egli uccelli presentanof orme differenti, essendoa dattati alle esigenzep arti- colari di vita delle diverse specie.D ifferente è anchei l numero delle dita, che varia da un mas- simo di quattro, nella condizione più comune, a un minimo di due. Nella maggioranza dei ca- si il primo dito è rivolto alf indietro e gli altri tre sono diretti in avanti (ad es. Galliformi, Pas- seriformi), oppure il primo e il quarto dito sono rivolti all'indietro e il secondoe il terzo in avanti( ad es.P icchi).N egli uccelli acquaticii piedi sonop almatip er la presenzad i una mem- brana estesaa tutta la hnghezza delle dita (ad es. Anatidi); quando la membranaf orma sem- plici lobi ai lati delle dita il piede si definiscel obato (ad es.F olaga). Zoologia applicata alla caccin 7 Fig. 3 - Alcunitipidipenne: A) remigante primaria: I ) calamo; 2) vessillo interno; 3) apice; 4) smarginatura; 5) vessillo esterno; 6) rachide; 7) barbe disgiunte. B) remigantes econdaria. C) pennac opritrice. D) piuma. E) dettaglio della struttura di una penna: sono evidenti le serie parallele delle barbe (2), che si dipar' tono dal rachide ( I ), e Ie serie parallele ed oblique delle barbule (3 ) unite. fra loro da uncini.
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