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Turning around the Self. Narrazioni identitarie nel social web PDF

279 Pages·2015·1.335 MB·Italian
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Indice Presentazione pag. 9 L’identità strategica: forme e destini della soggetti- » 13 vità telematica di Diana Salzano I. Sezione » 35 Identità in bilico: dall’iconizzazione del Sé al rifu- » 37 gio nel collettivo di Agata Piromallo Gambardella Identità e relazioni sociali. Dai popoli migranti alla » 45 cultura del Web di Mario Gandolfo Giacomarra L’Identità dell’Essere. La narrazione del Sé e la » 58 sfida delle neuroscienze di Gianfranco Pecchinenda L’amore ai tempi dei SNSs. L’emergere del loveca- » 79 sting: una proposta di studio e ricerca di Gevisa La Rocca Narrazioni e identità precarie on-line di Mariano » 98 Longo e Miriam Sticchi Dalla TV a Facebook. La sicurezza ontologica » 115 nell’era della networked communication di Francesa Pasquali 5 #whatsapp #spuntablu "Io so che tu sai che io » 125 so...": narrazioni dal basso sull’innovazione tecno- logica di Giovanni Boccia Artieri, Fabio Giglietto ed Elisabetta Zurovac Identità musicali in Rete: il caso Hip Hop di Alfonso » 150 Amendola Genealogia e destino dell’immagine fotografica » 162 identitaria di Giovanni Fiorentino Il Selfie e la carne del mondo di Diana Salzano » 169 II. Sezione » 179 Processi identitari e percorsi professionalizzanti » 181 nelle comunità di pratica: il caso Itasa di Felice Ad- deo e Maria Esposito L’io e l’altro tra rete e realtà. Dinamiche identitarie » 188 e relazionali online e offline tra gli studenti di una web radio universitaria di Simone Bonini, Carmine Piscopo e Andrea Pranovi Narrazioni del Sé nella network society di Isabella » 197 Bruni Citizen journalism e social media: il caso AgoraVox » 206 Italia di Roberta Cipollaro I upload, therefore I am? Youtuber in cerca di defi- » 213 nizione di Vera D’Antonio Pratiche, narrazioni, identità: una lettura genera- » 224 zionale di Antonella Napoli 6 Tra narcisismo e appartenenza. Adolescenti e co- » 232 struzione riflessiva dell’identità nei siti di social network di Alessio Rotisciani Relazioni identitarie in percorsi di formazione web » 241 assistiti di Igor Scognamiglio Cinefilia 2.0: Web media e processi relazionali nella » 248 costruzione delle identità spettatoriali di Mario Tiri- no Riferimenti Bibliografici » 259 Gli autori » 279 7 8 Presentazione Questo volume raccoglie la prima parte degli atti del convegno/winter school tenutosi a Salerno e a Cava de’ Tirreni dal 3 al 5 dicembre 2013, promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunica- zione dell’Università di Salerno e dai noi curato. Già da tempo coltivavamo l’idea di organizzare un incontro pubblico che desse voce non solo agli esperti italiani di Internet studies ma anche a giovani ricercatori che studiano i fenomeni sociali connessi alla Rete e che stanno conducendo o hanno concluso ricerche sul campo. Ci è sembrato che il modo migliore per mettere a confronto saperi con- solidati e nuove esperienze di ricerca potesse essere proprio un conve- gno/school che prevedesse, in due intense giornate di lavoro, sessioni ple- narie con lezioni di esperti di Internet studies e sessioni parallele, durante le quali, sotto la guida di discussant senior, giovani ricercatori degli atenei ita- liani, appartenenti alla comunità dei sociologi e degli studiosi di media e comunicazione, potessero argomentare i propri progetti di ricerca e con- frontarsi con i docenti e i colleghi di ogni regione. Quando abbiamo lanciato l’iniziativa, con una specifica call for paper, non ci aspettavamo una partecipazione così convinta ma siamo stati positi- vamente smentiti dall’adesione ricevuta. La buona riuscita dell’evento ci ha ulteriormente persuaso della necessi- tà di un costante confronto tra saperi esperti e saperi in formazione. Ancora di più ci ha persuaso la formula della school e non nascondiamo che intendiamo farne un appuntamento regolare, almeno biennale, tra esperti e giovani studiosi, destinato a un confronto aperto non esclusiva- mente all’ambito italiano. È stata una bella scommessa, sia culturale che organizzativa, e l’ampia partecipazione di colleghi e ricercatori nell’ambito dei media studies ha 9 impresso una forte spinta al dibattito sui temi proposti e al confronto inter- disciplinare più aperto. La school ha rappresentato un’occasione di riflessione (per il momento nazionale, ma con un’apertura almeno europea) sugli Internet Studies al ri- paro da qualsiasi trionfalismo tecnocratico e anzi tesa a una verifica puntua- le dei modelli teorici che tentano non solo di descrivere ma interpretare e comprendere, in senso ampio, le dinamiche comunicative della rete. Vi so- no aspetti non ancora sufficientemente considerati, sul piano delle caratteri- stiche antropologico-culturali e socio-mediologiche, che riteniamo debbano essere oggetto di ricerca in futuro. La prima edizione della winter school dell’ateneo di Salerno ha focaliz- zato il forte intreccio tra due questioni: quella relativa alla costruzione della soggettività e dell’identità in rete da un lato e, dall’altro, quella inerente al- la presenza di capitale sociale negli ambienti del web 2.0. Abbiamo voluto in tal modo rimarcare gli aspetti complessi delle espe- rienze, non soltanto comunicative, collegate a pratiche di vita, e dunque so- cio-culturali, che si verificano in Internet. Nelle relazioni degli ospiti della school e dei giovani ricercatori, pubbli- cate in questo (e, fra breve, in un secondo) volume, sono proposti all’attenzione della comunità sociologica e vengono argomentati temi di capienza generale e temi con una loro rilevanza specifica. Nel complesso, si entra nel vivo delle stratificazioni profonde di una questione centrale per una sociologia-mediologia efficace: la relazione per come essa viene vissuta e realizzata dentro i media. I contributi che emergono dal confronto verificatosi nelle sessioni della winter school hanno confermato la necessità di intendere il concetto di re- lazione in modo appropriato — in una linea né strumentale né deterministi- ca né meramente rappresentativa di altro — ossia con le progressive evi- denze dei livelli e delle pieghe del senso (complesse, retroverse, espressive, operative, di costruzione di una diversa sfera del reale in relazione dinami- ca col virtuale) che esso comporta. Sono stati messi in campo oggetti di ricerca multiformi e multidimen- sionali che investono i saperi delle scienze sociali tradizionali e li riaprono a raggiera, talvolta li mettono in seria discussione e in tali casi, pertanto, implicano una riformulazione metodologica e una profonda rivisitazione dei frame mentali e culturali dei ricercatori. Nel nostro settore di studi tutto questo è talvolta cosa difficile da realiz- zare perché si scontra con le abitudini, con i consolidamenti di posizione accademica e con i conflitti fra diverse scuole di pensiero. 10 Sappiamo però che non è più possibile continuare, come si è fatto fino a poco tempo fa, esasperando le differenze e coltivando solo l’asprezza delle singolarità teoriche, o anche di metodo, nell’approccio ai media di rete. L’iniziativa di formazione superiore di cui in questa sede si pubblicano i risultati scientifici può dunque essere l’inizio di un percorso nel quale ritro- varsi in molti — come lo siamo stati nei due giorni, molto intensi, talvolta aspri, e tuttavia anche assai piacevoli, della winter school — nel cammino verso la costruzione, o ricostruzione, di un nuovo e più sagace pensiero dei media digitali contemporanei. Gli atti del convegno si dividono in due volumi. Questo primo volume è dedicato al tema della costruzione identitaria negli scenari del web sociale; il secondo, di imminente uscita, è dedicato al capitale sociale in Rete. Ogni volume è diviso in due sezioni: la prima è dedicata ai contributi dei docenti e la seconda a quelli dei giovani ricercatori, dottori di ricerca e dottorandi che si occupano delle tematiche in oggetto e svolgono ricerche sul campo. Ringraziamo gli amici e colleghi, i ricercatori e gli studenti che hanno accolto con entusiasmo il nostro invito a partecipare e che, con il loro im- pegno, hanno contribuito all’ottima riuscita dell’iniziativa. Ringraziamo inoltre le Istituzioni che hanno contribuito alla realizzazio- ne del progetto: il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comu- nicazione dell’Università di Salerno, il Comune di Cava de’ Tirreni e la Mediateca Marte di questa stessa città. Un grazie particolare al prof. Vincenzo Cesareo che ha sostenuto il no- stro progetto, partecipando alle giornate della School e ospitando gli atti del convegno nella collana di Sociologia della Persona da lui diretta. Prendia- mo qui l’impegno a realizzare future edizioni della Winter School (ci augu- riamo con lo stesso successo della prima), edizioni che continueremo a de- dicare al confronto tra i saperi sociologici e quelli mediologici, così come a quello tra esperienze di ricerca consolidate e prospettive di ricerca in pro- gress, messe in campo da diverse generazioni di ricercatori. Gino Frezza e Diana Salzano 11 12 L’identità strategica: forme e destini della soggetti- vità telematica di Diana Salzano Nel 1996, nella “Dichiarazione di indipendenza del Cyberspazio” Perry Barlow sosteneva che “la nuova casa della mente” rendesse possibile iden- tità senza corpo. Più o meno negli stessi anni, Elisabeth Reid (1991) e Sher- ry Turkle (1995, trad. it. 1997) osservavano come queste identità fluide, si- ne materia, disancorate dai ruoli e dalle convenzioni del mondo offline, na- vigassero libere nei mondi virtuali, plasmando nuove forme di soggettività e obliando il sé incarnato in un’operazione simulativa che non lasciava “traccia di plastilina sotto le unghie”, ovvero il segno dei molteplici giochi identitari. A quel tempo il modello teorico imperante della Computer Mediated Communication (CMC) era quello dei Reduced Social Cues (Dubrovsky, Kiesler e Setna, 1991; Kiesler, Siegel e McGuire, 1984; Sproull e Kiesler, 1986;)1 secondo cui la scarsa larghezza di banda di Internet rendeva la co- municazione on line povera di indizi sociali, anonima e de-individuante. La consapevolezza di non poter essere riconosciuti dagli altri utenti incorag- giava naturalmente i giochi di ruolo e le simulazioni del Sé. Successivamente, i modelli teorici Hyperpersonal (Walther 1996; Id., 2011) hanno sottolineato come le aspettative di interazione futura con gli interlocutori telematici, le dinamiche di idealizzazione dei partner online e quelle di optimized self presentation — che conducono il soggetto a filtrare e rappresentare gli aspetti del sé che più si conformano a criteri di desidera- bilità — rendessero la CMC non solo sociale ma addirittura ipersociale. In quest’ottica, l’identità telematica, sempre più saliente socialmente e frutto di una negoziazione di senso con i partner on line (Donath, 1999) si è volta alla ricerca di coerenza ed integrità, mirando a creare una reputazione negli   1 Cfr. anche Siegel, Dubrovsky, Kiesler e McGuire, 1986 e McGuire, Kiesler e Siegel, 1987. 13 ambienti di rete; la costruzione di un’epistemologia personale ed interper- sonale è diventata dunque necessaria al mantenimento della relazione. Attualmente, con i social network, grazie alla tracciabilità dei profili on line, all’analisi degli stili conversazionali e all’incrocio delle diverse appar- tenenze degli utenti ai molteplici ambienti virtuali, la simulazione identita- ria è diventata facilmente individuabile e quindi molto meno praticata. Terminata l’iniziale fase di entusiasmo tecnologico che ha spinto ad un uso soprattutto esplorativo e ludico della rete, le pratiche di incorporazione di internet nella vita quotidiana sono diventate più mirate e consapevoli. Il soggetto si pone ora l’obiettivo di preservare una sua riconoscibilità on line, rivendicando sempre più spesso il carattere della parola data che rappresenta il mantenimento di una promessa, la stabilità etica e responsa- bile di un sé che esiste nello spazio e nel tempo delle relazioni (Ricoeur, 1990). La fiducia su cui si basano i rapporti sociali implica, infatti, il poter collocare l’identità, sia off line che on line, nella storia della relazione in cui questa ha avuto origine. Le persone stanno imparando ad esercitare anche in rete l’apertura e l’impegno verso l’Altro, alla ricerca di una significatività esistenziale che può esprimersi solo attraverso una libertà responsabile (Cesareo e Vaccari- ni, 2006). Sebbene esistano sempre spazi virtuali, come i giochi di ruolo, che ben si prestano alla simulazione identitaria, il sé negli scenari del web sociale tende quindi sempre più a coincidere con quello offline. Il mondo delle interazioni in rete è, infatti, nell’ottica dell’etnografia connettiva (Hine, 2000), perfettamente integrato a quello della vita fuori la rete e il ritmo di gestione della propria identità on line è legato ai ritmi e alla cultura della vita reale (Baym, 2010). La narrazione identitaria non mira più esclusivamente a realizzare gio- chi simulativi narcisistici ed autoreferenziali ma tende piuttosto a rinsaldare la relazione e si basa quindi su strategie atte ad implementare la fiducia e il capitale sociale. L’altro on line è però di difficile individuazione, è fatto di audiences dif- fuse ed invisibili (Abercrombie e Longhurst, 1998) che chiedono al sogget- to di flessibilizzare le versioni del sé, i diversi aspetti della progettualità identitaria, per capitalizzare in modo ottimale i rapporti sociali: «i mondi virtuali di internet, amplificando la mobilità esperienziale e lo spettro rela- zionale, incarnano ed evidenziano la versione interazionista- fenomenologica-comunicativa dell’identità, la sua natura sociale, proces- suale, narrativa e posizionale. Secondo il paradigma interazionista e co- struttivista l’identità appare infatti come scopo ed esito dell’azione, come 14

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