Traduzione dallo spagnolo di Claudio Buffa Casa Editrice Kier S.A. Argentina Autore Dr. Maurice Nicoll COMMENTARI PSICOLOGICI SULL’INSEGNAMENTO DI GURDJIEFF E OUSPENSKY VOLUME II Consiglio del Traduttore State attenti, voi che intraprendete questa lettura! Non sarà comprensibile agli stolti e agli inetti. Solo a pochi sarà concesso di capirne il senso e costoro prima di tutto devono aver letto i libri base, “La Quarta Via” e “Frammenti di un Insegnamento sconosciuto” di P. Ouspensky, allievo di Gurdjieff. Questi libri sono un approfondimento personale del Maestro Nicoll che ha percorso la Via e fanno parte dell’insegnamento originario di Gurdjieff. “È un andare a scuola senza frequentare la scuola; È mettere in pratica il Lavoro per amore di se stesso per amore del prossimo e per crescere interiormente, senza che intervenga la Falsa Personalità in quanto si deve fare i conti solo con se stesso; e serve per affrontare il giorno come fosse una sfida e un esame con se stessi”. Un grazie speciale a mia moglie Rita che mi ha seguito ed aiutato in questa traduzione. Cap. 1 Birdlip, 8 gennaio, 1944 NOTA SULLO STUDIO DELLA PERDITA DI FORZA Il concetto di forza è un’idea essenziale nel Lavoro. Con lo scopo di svegliarsi l’uomo deve avere forza; senza forza non può svegliarsi. Il concetto di forza si comprende meglio se lo si studia da due angolazioni. Il Lavoro dice che un uomo perde forza in molti modi precisi, che ottiene forza lavorando su di essi, e che crea forza con l’atto del Ricordo di sé. Studiamo la perdita di forza. Ci dicono che cominciamo a svegliarci soltanto dopo molti sforzi ed una lotta prolungata, e ciò si deve al fatto che la vita vuole che rimaniamo addormentati per ragioni che la riguardano. Ciò significa che la vita c’impedisce di conservare la nostra forza o, per dirla in un altro modo, la vita forma molto presto in noi diverse abitudini debilitanti, a volte abitudini molto complesse. In modo tale da far perdere la forza meccanicamente, nello stesso modo in cui facciamo tutto meccanicamente. È molto difficile vedere in che modo perdiamo la forza. È necessario visualizzarlo alla luce di una nuova conoscenza – cambiare le nostre vecchie idee con delle nuove – con lo scopo di comprendere ciò che sta succedendo continuamente. Una persona può perdere forza con la velocità di un lampo, solo per aver toccato un’emozione negativa. Nel Lavoro, che dura molto tempo, cominciamo a renderci conto che dobbiamo fare fronte ad un numero infinito d’abitudini, che non 1 sono nostre. Questa è un’esperienza penosa e non è necessario sopportarla se non si ha il convincimento che essa ci permette di avere un conseguimento. Bene, per svegliarsi, tutto quello che è contro la meccanicità, ci aiuta. L’Osservazione di Sé è contro la meccanicità e deve venire prima di qualsiasi altra cosa. Ma è nella non identificazione che si trova la chiave che impedisce la perdita di forza. Ogni atto di non identificazione risparmia forza. Ci riferiamo alla forza necessaria per svegliarci. Se c’identifichiamo con tutto, interiore ed esteriore, non ci rimarrà forza sufficiente per fare o comprendere il Lavoro. Il Lavoro rimarrà in lontananza come una vaga nube. Dopo del tempo ci si rende conto di essere addormentati. Proprio così, ci si rende conto di aver perso forza. Allo stesso tempo ci si rende conto che il Lavoro e le sue idee sembrano essersi allontanate molto. Quando si ha già un barometro di questo tipo, è possibile studiare più dettagliatamente cos’è ciò che provoca la perdita di forza. Quantunque le cause che provocano la perdita di forza possono disporsi in categorie generiche, in ogni persona agisce una causa particolare che può essere osservata individualmente in dettaglio e sulla quale bisogna riflettere con attenzione alla luce di una nuova comprensione concessa dal Lavoro. In un altro modo non si è sinceri con se stessi, e soltanto con la sincerità è possibile costruire qualcosa dentro di sé. Nemmeno le influenze del Lavoro possono stabilire un centro di gravità e in questo modo nulla di ciò che appartiene all’”Io” Reale potrà raggiungerci. Tutto ciò appartiene alla necessità di valorizzare quella cosa di cui tanto frequentemente si è parlato. Se si manca di sincerità riguardo al Lavoro, non si può nemmeno avere una percezione interiore precisa della perdita di forza. Vale a dire, una persona non avvertirà distintamente che sta dormendo, quantunque possa rendersi conto che il Lavoro gli sembra molto lontano. È molto interessante osservare l’origine della perdita di forza e le condizioni che si rapportano con detta perdita. Ci sono certe correnti di pensiero, per esempio, che provocano una perdita di forza, ma molte volte passano vari anni prima di renderci conto della causa che la produce. E molto spesso succede che certe cose che si credono inoffensive e persino ammirabili provocano una perdita di forza. Bene, ricorderemo brevemente l’altro angolo, quello che crea forza. È l’atto del Ricordo di Sé quello che crea forza. L’apertura della mente a quest’atto e il senso e il significato del Ricordo di Sé, è quello che in realtà crea forza. Così, si crea forza per ogni atto di non identificazione, e si crea forza con il Ricordo di Sé. Bene, comprenderete che è necessario isolarsi dall’azione della vita. Ma comprendere ciò che questo significa in un senso generale e ciò che significa per ognuno di voi in un senso particolare, è qualcosa di particolarmente complesso. Lo si può comprendere soltanto gradualmente. La gente è impaziente nei confronti del Lavoro. A volte sono sorpreso nel vedere come si spera di arrivare in poco tempo, a stati che esigono tutta una vita prima di poter essere raggiunti. C’é sempre qualcosa d’esteriore e qualcosa d’interiore in una persona da cui deve cercare di isolarsi. Può “isolarsi”, se gli piace. Se la vita ci toglie tutta la nostra forza e ci mantiene addormentati, è necessario almeno isolarsi dai diversi poteri che ci fanno dormire. Alcune persone 2 s’inquietano per diversi motivi. Diciamo che s’inquietano per la politica, o per la morale, o per la religione, o per l’igiene, o semplicemente, s’inquietano sempre per qualcosa. Perdono forza. Vale a dire, in questo modo la vita gli ruba tutta la forza di cui necessitano per svegliarsi. Senza dubbio, credono di agire bene. Pensare meccanicamente non è una cosa che conviene. Quando si sente di agire bene si può avere la sicurezza che si è addormentati. Ma certamente la vita ci ruba la forza in mille altri modi. Manchiamo d’importanza nel Raggio di Creazione. Viviamo in un semplice punto della Via Lattea. Si, siamo estremamente piccoli. Ma abbiamo una possibilità. Possedere questo duplice sentimento è una forma di Ricordo di Sé. Bene, per quanto riguarda il Ricordo di Sé, che è il mezzo che ci permette in realtà di creare forza – ricordate il Primo Shock Cosciente e le energie che nascono da esso? – Esistono molti modi di Ricordo di Sé. Ma tutti loro dipendono dal sentimento che esiste un’altra cosa, che la vita su questo pianeta estremamente cattiva non è spiegabile in termini di se stessa. Esiste un’altra cosa. Meditiamo poi sull’Ottava del Sole, fino a farla diventare un qualcosa di vivente nella nostra mente, e ci parli. Allora forse cominceremo a renderci conto di ciò che significa “isolamento”. Ciò nonostante ci sono momenti in cui sentiamo che il futuro sarà sicuramente migliore. Ma ci sono due futuri, uno nel tempo e l’altro in scala. Uno orizzontale e l’altro verticale, che sta sempre lì, proprio sopra il nostro stato attuale. Ci sono molte forme di Ricordo di Sé. Nessuno deve essere un ostacolo al proprio cammino, né oscurare la propria luce. Siccome siamo tutti diversi in differenti momenti, il Ricordo di Sé è diverso in tempi diversi. L’”Uomo Astuto” lo sa. Non pratica sempre lo stesso metodo. Fare così è trasformarlo in qualcosa di meccanico. Ciò che è meccanico è inutile per il Lavoro. Si muove, per così dire, in avanti poi indietro e poi in avanti, e così di seguito. In ogni caso sperimenta. Avverte ciò che è utile e che subito dopo non lo é più ed inventa qualcosa di diverso. In un’altra occasione parleremo dell’”Uomo Astuto”. Ma innanzi tutto è necessario che ognuno pensi, studi e cerchi di ricordarsi di sé ogni giorno. Si cerchi di non essere un ostacolo sul proprio cammino. Si cerchi di permettere a qualcosa di entrare. Potete fermare il fracasso in voi stessi anche per un solo istante? Potete uscire fuori dell’ordinario sentimento di voi stessi? Potete giungere ad essere nulla per voi stessi, per un istante? O, al contrario, potete sentire l’intensa realtà di voi stessi? Potete sentire Io in tutto ciò che dovete fare, per un momento? Tutte queste cose sono differenti modi di ricordare se stessi. Ci sono molti altri modi, ma cercate di scoprirne uno per iniziare, e cercate di conoscere il suo sapore. Allora comincerete a conoscere quando si è addormentati. Stiamo cercando di svegliarci ad un altro livello di vita. Crediamo che questo è il vero significato dell’esistenza. Ma per svegliarsi è necessario avere forza. Ciò che facciamo coscientemente, rimane; ciò che facciamo meccanicamente, è perduto per noi. Perciò è necessario imparare a vivere la vita e a non essere divorati dalla vita. Basta identificarsi con la vita e prestargli tutta la nostra forza e già non possiamo più svegliarci, nello stesso modo in cui non si può farlo se c’identifichiamo con noi stessi. Quanto ricco si sentiva il giovane, completamente identificato con tutte le sue virtù e talenti. Gli dissero di lasciare e vendere tutto prima di potersi svegliare. Sentì 3 una gran pesantezza. Questo è ciò che significa smettere di attribuirsi tutto ciò che si fa e si crede d’essere –vale a dire, vendere tutte le ricchezze. Chi è capace d’immaginare veramente il suo significato? Si ha qualche barlume del suo significato in relazione a se stesso? Se è così, avrà già compreso che la sua forza è dilapidata in ogni momento, in quale modo è impiegata e perché la gente è addormentata senza che se ne renda conto. Cap. 2 Birdlip, 15 gennaio, 1944 NUOVA NOTA SULLO STUDIO DELLA PERDITA DI FORZA Questa sera continueremo con un nuovo commentario sulla perdita di forza. L’ultima volta abbiamo parlato della necessità di osservare come perdiamo la nostra forza e su come riparare la sua causa. Tra le altre cose si disse che la considerazione interiore è una parte dell’importante tema dell’identificazione e che l’identificazione è il male maggiore per l’umanità. Molta gente crede che preoccuparsi degli altri l’aiuterà. S’immaginano persino che essere in uno stato di preoccupazione, d’inquietudine, d’ansietà a causa degli altri sia una cosa giusta, ma ciò che dobbiamo capire è che questo non aiuta nessuno. Preoccuparsi molto, inquietarsi per l’altra persona che è malata, non aiuta né chi si preoccupa né chi è malato. L’essere identificati non è di nessun aiuto. È proprio quando c’identifichiamo con l’altra persona gli togliamo la sua forza e la manteniamo, per così dire, in prigione, e contemporaneamente la togliamo a noi. È probabile che avete già osservato quanto facilmente due persone si mettono in prigione ed in questo modo si creano da soli la propria ed inutile sofferenza. Bene, si può perdere forza pensando a qualcosa con la quale si è identificati. Non ci trattiamo bene interiormente gli uni con gli altri. È necessario liberarsi l’uno dell’altro. Se potessimo tenere un comportamento corretto gli uni verso gli altri, saremo liberi gli uni dagli altri. Voglio dire, non staremmo in una sorta di schiavitù. Trovare un comportamento corretto significa in realtà incontrare un punto d’equilibrio dove non ci si trova in nessuno degli opposti. Ma l’identificazione con l’altra persona è invertire quest’abitudine. Come si sa, lo stato d’identificazione è quasi l‘unica emozione che siamo capaci di sperimentare. Anche quando si sperimenta un breve barlume di vera emozione quasi sempre si mescola istantaneamente con qualche forma d’identificazione. Per esempio, ci attribuiamo, diciamo, un momentaneo sentimento d’amore verso noi stessi ed istantaneamente tutta la situazione interiore viene cambiata. È chiaro, se crediamo che nulla é superiore a noi stessi è in realtà impossibile non identificarci in un modo o nell’altro. E questo conduce sempre ad una perdita di forza. Per mezzo dell’identificazione non arriviamo ad essere più coscienti uno dell’altro, ma, al contrario, meno coscienti. Per arrivare ad essere più coscienti si richiede più forza. L’obiettivo di questo Lavoro é quello di accrescere la coscienza. Se fossimo più coscienti, la guerra si fermerebbe subito. Se giungessimo ad essere più coscienti delle altre persone tutte le relazioni che manteniamo con loro cambierebbero. Solo la coscienza può crescere in certe direzioni. La conoscenza di sé è una direzione: la Considerazione Esterna è un’altra 4 direzione. Se un uomo potesse mettersi al posto di tutte le persone che sta per uccidere con una bomba, gli sarebbe impossibile fare il minimo gesto. Per lui sarebbe uno shock terribile comprendere ciò che stava per fare. È un aumento di coscienza. La forza si accresce in lui, ma subito dopo può cadere un’altra volta nel sonno per identificarsi con il sentimento di vendetta o d’insulto personale, ecc., ed allora perde forza e l’area della sua coscienza diminuisce ed invece di vedere più cose nello stesso momento, vede un’altra volta una sola cosa. Vede nuovamente da un angolo ridotto. Avvertiamo gli stati in cui ci sentiamo molto più svegli verso la gente, molto meno identificati, e nei quali in realtà cominciamo a ricevere nuove impressioni dagli altri. Questo significa che siamo più coscienti, che abbiamo più forza di coscienza. Poi subito c’identifichiamo un’altra volta e quando qualcuno ci dice qualcosa che non speravamo, ci precipitiamo, per così dire, nel nostro abituale stato il cui olezzo rancido è così forte. Una delle cause che ci fa perdere forza è di non stare nel centro corretto per quello che si sta facendo. Questo è comparativamente facile da studiare in se stesso a condizione di possedere una certa conoscenza sul Lavoro dei differenti centri. Per esempio, se ci si abbandona ai sogni e si cerca di fare un lavoro che ci disgusta molto, per tutto questo tempo si perde forza. Perché? È un tema che dovete discutere tutti voi. Se al contrario, una persona sta nel centro corretto ed è realmente impegnato in qualcosa a cui presta tutta la sua attenzione – al quale forse tutti i centri prestano il loro aiuto – detta persona non perderà forza ma tenderà ad accrescerla e a conservarla, perché questa persona agisce più coscientemente. Si conosce la differenza che c’è tra fare il lavoro quotidiano meccanicamente e farlo più coscientemente. Nel primo caso, non si ottengono impressioni, nell’altro, si ottengono alcune impressioni. Comprenderete l’importanza d’impermealizzarsi contro gli stati che permettono la fuori uscita della forza, e quanto il Lavoro si occupa di essi ed in quale forma pratica si riferisce a detti punti. Forse molti di voi non lo hanno ancora compreso. Forse non abbiamo fatto la connessione necessaria tra gl’insegnamenti del Lavoro e la propria esperienza interiore. In ogni caso è preciso comprendere che se un uomo non si chiude ermeticamente assomiglierà ad una persona che intraprende un viaggio per mare su una barca che fa acqua, che l’obbligherà a ritornare sulla costa. In realtà la nostra situazione è esattamente simile. È necessario isolarsi dagli effetti d’ogni cosa che si produce automaticamente in noi e ciò richiede uno studio paziente di sé, molta sincerità e comprensione massima di ciò che tratta il Lavoro. A questo riguardo certe idee del Lavoro sono molto importanti e richiamerò un’altra volta l’attenzione su una o due di esse. È preciso che comprendiate il profondo significato del detto che l’Uomo è meccanico e il detto che nella vita tutto succede nell’unico modo in cui può succedere. È preciso che vi rendiate conto che l’Uomo non può fare nulla. È preciso comprendere il significato di questi detti e la loro verità perché altrimenti tutta la messa a fuoco mentale sarà sbagliata e si produrrà naturalmente una perdita di forza senza alcuna utilità. È come avere un comportamento sbagliato verso una macchina che si cerca di far lavorare nel miglior 5 modo possibile. Quando non si conosce la macchina si muovono le leve sbagliate. Mi riferisco a qualcosa di simile quando dice che è preciso comprendere il significato di questi detti. Per esempio, se si considera che ogni persona è pienamente cosciente si perderà continuamente forza. Non siamo coscienti. Non parliamo né facciamo le cose coscientemente. Non ci sono certe persone che dirigono i temi della vita, alcune persone chiamate “loro”. Tutto succede nell’unico modo in cui può succedere. Permettetemi di citarvi le parole di G. ad Ouspensky che aveva domandato a G. che cosa doveva fare: “Che cosa fare?” rispose G., come fosse stupito. “È impossibile fare qualcosa. Innanzi tutto l’uomo deve comprendere certe cose. Ha mille false idee e falsi concetti soprattutto su se stesso, ed è necessario che si liberi di alcune di esse prima di poter acquisire qualcosa di nuovo. Altrimenti il nuovo si costruirà su fondamenta sbagliate e il risultato sarà peggiore di prima.” “Com’è possibile liberarsi dalle false idee?” domandò. “Dipendiamo dalle forme della nostra percezione. Le idee false sono prodotte dalla forma della nostra percezione”. G. scosse la testa. “Un’altra volta si parla di qualcosa di diverso”, disse. Si parla degli errori che nascono dalle percezioni, ma io non mi riferivo ad essi. Nei limiti delle percezioni date, l’uomo può ingannarsi in maggiore o minor grado. Come dissi prima, la principale illusione dell’uomo è la convinzione di poter fare. Tutta la gente crede di poter fare, tutti vogliono fare e la prima domanda che tutti fanno è di chiedere cosa devono fare. Ma in realtà nessuno fa nulla e nessuno può fare nulla. Questa è la prima cosa che è necessario comprendere. Tutto capita. Tutto ciò che accade ad un uomo. Tutto ciò che fa, tutto quello che proviene da lui – tutto questo succede. E succede esattamente nello stesso modo in cui la pioggia cade come risultato di un cambio di temperatura dell’atmosfera; nello stesso modo in cui la neve si scioglie sotto i raggi del sole, che la polvere si solleva con il vento. L’uomo è una macchina. Tutti i suoi fatti, le sue azioni, parole, pensieri, sentimenti, convinzioni, opinioni ed abitudini sono il risultato delle influenze esterne, delle impressioni esterne. L’uomo è incapace di produrre da se stesso un solo pensiero, una sola azione. Tutto ciò che dice, fa, pensa, sente – tutto questo succede. L’uomo non può scoprire nulla, non può inventare nulla. Tutto capita. Stabilire questo fatto per se stesso, comprendere, essere convinti della sua verità, significa liberarsi da mille illusioni sull’uomo, sulle sue capacità di creare e di organizzare coscientemente la propria vita, e così via. Non c’è nulla di questo. Tutto capita – i movimenti popolari, le guerre, le rivoluzioni, i cambi di governo – tutto questo capita. E succede esattamente nello stesso modo in cui tutto succede nella vita dell’uomo individuale. L’uomo nasce, vive, muore, costruisce case, scrive libri, non come desidera farlo, ma come capita. Tutto capita. L’uomo non odia, non ama, non desidera – tutto questo succede. “Ma nessuno ci crederà se gli si dice che non può fare nulla. Questa è la cosa più offensiva e più sgradevole che si può dire alla gente. Ed è particolarmente sgradevole ed offensiva perché è la verità. E nessuno vuole conoscere la verità. 6 Cap. 3 Birdlip, 22 gennaio, 1944 L’ENNEAGRAMMA Questa sera iniziamo lo studio del diagramma chiamato Enneagramma (o diagramma del nove). Detto diagramma è peculiare di quest’insegnamento. Quando G. lo impartì per la prima volta, fece l’osservazione che varie cose in questo sistema potevano incontrarsi in altri antichi sistemi esoterici, ma non l’Enneagramma. Su questo particolare disse che sebbene varie cose appartenenti a questo sistema potevano scoprirsi nei frammenti di altri sistemi che ci sono arrivati, nessuno di essi è veramente organizzato né sistemato, e non si può scorgere come una cosa dipenda dall’altra. Tutte le parti di questo sistema sono relazionate le une con le altre nell’ordine corretto per formare un tutto organico – un organismo vivente. L’Uomo e l’Universo si prendono insieme. L’insegnamento sull’uomo è relazionato con quello dell’Universo di cui è figlio, e si dimostra che ciò che esiste in lui, esiste anche nell’Universo. Il significato dell’Uomo in evoluzione e il significato dell’Universo in evoluzione, e le leggi dell’Uomo e le leggi dell’Universo, si studiano insieme perché sono inseparabili. Parlando sull’Enneagramma G. disse che richiedeva tutto l’insegnamento del Lavoro e che quanto meglio lo si capiva, più si comprendeva il Lavoro. In un’occasione nel domandargli di che cosa trattava, G. disse che rappresentava l’unione della Legge del Tre o Legge della Trinità, e della Legge del Sette, o Legge dell’Ottava. Ricordiamo che la Legge del Tre stabilisce che in ogni manifestazione devono intervenire tre forze, attiva, passiva e neutralizzante e che queste sono le forze creatrici che creano i differenti ordini di mondi in scala discendente incrementando il numero di leggi man mano che si duplicano. Dobbiamo ricordare anche che esiste una seconda legge, o Legge del Sette, che si riferisce all’ordine di manifestazione. Se c’è una forza creatrice, deve esserci anche ordine nella creazione, o sarebbe tutto un caos. Nell’Enneagramma è rappresentata l’integrazione di queste due leggi in modo tale che una non ostacoli né soffochi l’altra, e che così tutte le possibilità riescono a realizzarsi. Ma nella tappa in cui siamo bisogna sperare soltanto in una semplice lettura dell’Enneagramma. 9 8 1 7 66 6 2 6 3 5 4 È costruito nel seguente modo: Si divide la circonferenza in nove parti uguali. Il numero 7 deve dividersi poi con 1, ( 1 : 7) che da come risultato 1,4,2,8,5,7 come 7 periodo ricorrente. Si tracciano le linee che mettono in connessione detti numeri – in pratica, da 1 fino a 4, 4 fino a due, 2 fino ad 8, ecc. Si osserveranno varie cose. Primo, il diagramma è simmetrico. Secondo, non appaiono tre numeri: 3,6,9, tutti multipli di 3. Terzo, vi accorgerete che le linee s’incrociano. Uno dei punti in cui s’incrocia è esattamente nella linea mediana, gli altri due sono laterali ed equidistanti da essa. Segnaliamo poi con delle frecce le direzioni rappresentate dalle linee. Il punto di partenza dell’Enneagramma è la cifra 1, perché l’Enneagramma è un diagramma in movimento e rappresenta in due modi i movimenti delle cose. Ve ne segnalerò unicamente due. Partendo da 1, c’è un movimento a 4 lungo la linea 1,4. Poi da 4 a 2, incrociando l’area in cui il 3 dovrebbe stare ma non c’é. Poi nel 2 si produce un movimento in linea retta verso l’8, fino al 5, e poi verso l’area in cui dovrebbe esserci il 6 fino al 7. Poi il movimento ritorna in linea retta attraversando la figura fino all’1, ma nel farlo s’incrocia con la linea 2,8. Questo è un movimento. Il secondo movimento è esterno alla circonferenza di 1 a 2 a 4 a 5 a 7 a 8. Vicino al numero 1 mettiamo la nota Re, vicino al 2 la nota Mi, e vicino a 4 la nota Fa. Per ora questo basta per vedere i due movimenti che ho segnalato. Vedete che dentro l’Enneagramma c’è un movimento da 1 a 4, e poi a 2 – proprio così, 1,4,2. E c’è un altro movimento possibile passando per la circonferenza, da 1 a 2 e a 4 – proprio così, 1,2,4. Mettiamo il resto delle note dell’ottava intorno alla circonferenza terminando con Do nel punto più alto. Ora il diagramma assomiglia a questo: 9 Do Si 8 1Re La 7 2 Mi 5 Sol 4 Fa Segnaliamo il movimento possibile nella circonferenza dal punto Re al punto Mi, a Fa, a Sol, ecc., da frecce, che indicano un movimento che assomiglia alle lancette di un orologio. Gli altri movimenti incrociati che avvengono dentro l’Enneagramma furono già segnalati da 6 frecce, ognuna per le 6 linee che uniscono i numeri della circonferenza nell’ordine 1,4,2,8,5,7 – il numero ottenuto, dividendo 1 per 7. Riflettiamo ora su questo straordinario diagramma, perché se non si capisce il suo mistero, lo prenderemo così come prendiamo tutte le altre cose. Questo diagramma deve essere ricevuto dalle parti superiore dei centri. Quando si sente che qualcosa é straordinaria, significa che cade nella divisione superiore dei centri. Tutto il Lavoro deve essere ricevuto lì. Consideriamo uno dei grandi insegnamenti del Lavoro. Il Lavoro non c’insegna che viviamo in un Universo moribondo ma che viviamo in un 8 Universo in evoluzione. Tutto sta crescendo secondo il suo tempo e scala. Tutto ciò che fu creato sta cercando di ritornare al suo creatore. Facciamo un paragone triviale ma che secondo il mio parere, è legittimo. L’Universo che inizia con l’Unità, si estende come un pezzo d’elastico. Cerca di ritornare alla sua fonte, di eliminare la tensione. (Qui si potrebbero menzionare molte cose sulla tavola chimica degli elementi e le tendenze di questi a combinarsi uno con gli altri con lo scopo di giungere ad un equilibrio.) Bene, il Raggio di Creazione rappresenta l’Assoluto come 1 e tutti i livelli di creazione che derivano da Lui come numeri – vale a dire, 3,6,12 e così via. Nella scuola esoterica di Pitagora si diceva che tutte le cose sono numeri. Avete pensato qualche volta nella relazione con i numeri? Si possono moltiplicare o dividere. Cosa significa la divisione? Supponiamo che il numero 3 desideri ritornare all’1 – in altre parole, all’Unità Assoluta. Matematicamente ciò è rappresentato da 1 diviso 3. Bene, se 3 cerca di passare ad 1 in maniera tale da essere assorbito – e tutta la creazione cerca di ritornare alla sua fonte ed essere assorbita da essa – cosa succede allora? Dividiamo 1 con 3; 3 in 1 è contenuto 0,3 volte (proprio così, 10:3) e ci resta come residuo 1. È contenuto ancora 3 volte e lascia 1 come residuo. Così 1:3 = 0,3 in un’eterna ricorrenza. E tutto il Raggio preso come 7 note, nel suo intento d’incontrare una soluzione e pace, passa all’Unità Assoluta come 7 in 1 (cioè, 7 nel 10 è contenuto 1 volta e lascia 3 come resto, nel 20 ci sta 2 volte e lascia 6 come resto, nel 60 ci sta 8 volte, ecc. ecc.). Vedete così che 3 e 7 non possono ritornare ad 1, mentre 1 è in tutti i numeri. 1 sta in 3 ma 3 non può ritornare ad 1, e così via. L’Universo è costruito con numeri proprio come lo insegnò Pitagora - ma è necessario aggiungere un’altra cosa. Tutta la creazione, tutto l’Universo creato, qualunque è il suo livello o numero, cerca di ritornare alla sua fonte – proprio così, cerca di entrare in 1 o “Unità”. La Trinità – o 3 – cercando di farlo è eterna perché cerca sempre di riprodurre se stessa e così si ricorda di se stessa. Anche il numero 7 è eterno ma nel tempo e in questo modo non nello stesso senso. Si perde a se stesso ed incontra il suo essere in una ripetizione di quello che non è se stesso – vale a dire, nella costante ripetizione di 142857. Siccome questo diagramma si riferisce all’Uomo e alle sue possibilità, comincia con 7 e le proprietà di questo numero in relazione con l’Unità. Studiando le proprietà del 7 in relazione con l’Unità troviamo che sono date dal numero 142857. Questa cosa per se stessa non significa nulla. Ma preso nel quadro dell’Enneagramma troviamo che da origine ad una straordinaria relazione, straordinaria a causa del diagramma simmetrico. Il numero 142857 per se stesso non ha nulla di simmetrico. L’unica cosa che si può dire su questo numero è che si ripete all’infinito in termini del sistema decimale e che non contiene né 3 né tanto meno multipli di 3. Questo è notevole. Questo numero ha anche altre proprietà. Ma ciò che è necessario apprendere è che l’Universo creato cerca per l’evoluzione di ritornare alla sua fonte e che tutte le cose anelano a questa soddisfazione o realizzazione. È tutto in uno stato di privazione, d’incompletezza, come una creazione disgregata, e tutto deve completarsi – l’atomo, l’uomo, il pianeta, il sole, la galassia. Per ciò che riguarda l’Unità Assoluta, non è soltanto divisa in due o in 9 quattro ma è sotto 48 forze divisorie. Ma questa riflessione è diretta a quelli che già hanno meditato sul Raggio. La prossima volta parleremo dello Spirito Santo nell’Enneagramma, per cui è fatto vivente. Fino ad ora ci siamo riferiti soltanto brevemente alla serie Re, Mi, ecc. – proprio così, alla legge del 7 – e alla relazione interna delle note. Cap. 4 Birdlip, 29 gennaio, 1944 L’ENNEAGRAMMA 2- I punti che stanno in relazione con il tracciato delle linee interne tra i numeri ottenuti dalla divisione di 1 per 7 – cioè, i numeri 1 4 2 8 5 7 – danno una figura simmetrica di grande bellezza. Ma in questa figura non sono incluse tre posizioni. Uniamo questi tre punti. Appare un triangolo, sovrapposto alla figura precedente e in una relazione simmetrica con essa, negli angoli in cui dovrebbero apparire i numeri 3, 6 e 9. Uniamo questi numeri. 9 8 1 7 2 6 3 5 4 Osserverete che questa seconda figura, il triangolo, che unisce ora i punti 3, 6 e 9, non si ottiene dalla relazione di 7 a 1 che appare da solo nella prima figura e lascia fuori 3, 6 e 9. Vi è qui qualcosa di strano. Due sistemi distinti (o figure) sono ottenuti da ciò che pare essere indipendente uno dall’altro e pare stare senza dubbio in qualche relazione simmetrica al diagramma nel suo insieme. Esaminiamo il punto del triangolo in cui appare il numero 3. Sta tra i punti segnalati dai numeri 2 e 4 che appartengono alla figura del sette (chiamerò la figura simmetrica ubicata tra i punti 1 4 2 8 5 7 la figura del sette ed il triangolo ottenuto unendo i punti non toccati dalla figura del sette, la chiamerò la figura del tre). Questi due punti 2 e 4 sono segnalati anche dalle note dell’ottava Mi e Fa. La Legge del Sette è chiamata a volte la Legge dello Shock. Se le cose procedessero in modo regolare e si sviluppassero armoniosamente senza alcuna interruzione vivremo in un altro mondo. Una delle origini del male o delle cose che non vanno come devono andare è causata dalla Legge dello Shock – o, meglio, dal suo non compimento. È necessario che tutti riflettano sull’insegnamento di questo sistema che si riferisce agli shock. Per quello che sappiamo è totalmente sconosciuto sia dalla scienza come dagli altri antichi sistemi esoterici. (Bisogna osservare che riflettere non è sognare e che molti 10
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