I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Nord. Banco di aringhe a sinistra stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa, insieme agli altri. Ma quando riemerge, il resto dello stormo è volato via, e il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un gatto, su quel balcone, un gatto nero grande e grosso di nome Zorba, cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto da lui tre solenni promesse. E se per mantenere le prime due sarà sufficiente l'amore del gatto, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti. In questo racconto, che ha la grazia di una fiaba e la forza di una parabola, il grande scrittore cileno tocca i temi a lui più cari: l’amore per la natura, la solidarietà, la generosità disinteressata. Ma soprattutto, proprio nell’unico tra i suoi libri in cui i protagonisti sono animali, Sepúlveda riconosce all’uomo un ruolo fondamentale: non solo distruttore e inquinatore, ma anche salvatore, in un messaggio di speranza di altissimo valore poetico.