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Scintille del «Tempo». Dieci anni di critica luziana PDF

292 Pages·2003·12.983 MB·Italian
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OR _ bi aeVTae S Oe ro lle Lettere Contrappunto 18 Mario Luzi Le scintille del «Tempo» Dieci anni di critica luziana Introduzione e cura di ELENA MORETTI Le Lettere PN5 15 L99 Copyright © 2003 by Casa Editrice Le Lettere — Firenze ISBN 88 7166 688 7 www.lelettere.it LUOGHI DI UNA CRITICA DELL'ANIMA Introduzione di Elena Moretti Aspetto d’indubbio rilievo nella personalità di Luzi poeta e uomo di cul- tura è la disponibilità a rimettere in discussione le proprie acquisizioni, in parallelo con l’approfondirsi della prospettiva intellettuale e/o spiri- tuale. Una disposizione utile anche a chiarire il senso del suo vasto im- pegno saggistico, che non teme di risultare dispersivo malgrado la varie- tà delle problematiche affrontate e degli stimoli che lo hanno suscitato. Ed è forse in nome della tensione a comporre una sempre più articolata episteme dell’uomo moderno puntando sull’apporto di molteplici espe- rienze, che alla metà degli anni Cinquanta Luzi, reduce da una critica militante condotta «nel vivo della rissa», accetta di mutuare una diver- sa angolatura di osservazione. Chiamato da Giuseppe De Robertis a col- laborare al «Tempo», diffuso settimanale milanese diretto da Arturo To- fanelli, il poeta vi svolgerà una decennale attività di recensione. Dall’incarico alla rubrica mensile «Il libro straniero», corrispettivo di quella fissa, dedicata dal più anziano italianista alla produzione na- zionale, derivava anzitutto una promettente opportunità per mante- nersi aggiornato e fare il punto sui mutamenti della cultura, efficace mente riflessi nell’immediatezza delle novità editoriali. Uno spazio da destinare a terreno d’incontri fecondi con una realtà letteraria dai con- fini dilatati, europea ed extracuropea, fotografata nella delicata circo- stanza del suo trapianto in Italia. Il contesto storico di energica rifon- ! Il foglio vallecchiano «La Chimera» aveva visto l’autore partecipare attiva- mente all’acceso dibattito dell’epoca su alcuni temi scottanti, ir prirzis la questio- ne del realismo. L'insieme dei contributi è raccolto in: M. Luzi, Tutto in questio- ne, Firenze, Vallecchi, 1965. 6 INTRODUZIONE dazione profilava in primo piano la necessità di mettere ordine nella congerie delle proposte e salvare dalla distruzione i fermenti positivi del passato. Si acuiva inoltre l'esigenza di riconsiderare autori già noti — non di rado con un brillante exploit all’attivo — alla luce delle nuove prove, verificandone deviazioni o continuità di percorso. Ecco allora che lo scrittore veniva invitato a rimeditare, dall'interno di uno stato di ormai consolidata maturità, su molte delle convinzioni elaborate in precedenza e contemporaneamente a tracciare un bilancio della condi- zione delle lettere, imparando a districarsi fra perennità dei temi e tra- sformazione dello spirito che li anima. Dal mosaico di queste cronache sui generis emzergono qualità e orientamento degli interessi luziani: assidua in specie l’attenzione ri- servata all'universo francese, che nella medesima stagione avrebbe ispi- rato gli Aspetti della generazione napoleonica”, silloge di grana omo- genea ai contributi in rivista’. Degna di nota anche la precoce scoperta dell’esuberante filone ispano-americano: proprio in quegli anni si collo- cano i primi contatti con l’algebrica facoltà immaginativa di Borges, pre- ludio al commento sistematico, di poco posteriore, intrapreso sulle colonne del «Corriere della Sera» e del «Giornale». Non di rado l’an- golo di «Tempo» si fa scenario di vigorose fascinazioni, come quella che induce prontamente a riconoscere a Musil* l’indiscusso statuto di classi- co; o a rintracciare al fondo della travagliata epopea di Zivago l’espres- sione di una mirabile sintesi dell'umano: un'arte, cioè, «nella quale cia- scun istante comunica con tutto il tempo, ciascun momento individuale con la storia e la non-storia»?. E se nodo dell’intérieur, solitudine del- l'artista e rivoluzionate modalità di rapporto col pubblico costituiscono parametri essenziali nell’elaborazione di un giudizio sul romanzo moderno, Luzi vi approda senza mai prescindere dalla decodificazione di ° Id., Aspetti della generazione napoleonica e altri saggi di letteratura france- se, Parma, Guanda, 1956. ? Tra le due esperienze vige una contiguità sostanziale oltre che cronologica: un’affinità di metodo e di contenuti ribadita dall’inserimento in volume di arti- coli apparsi sul periodico. Si tratta di La singolare amicizia tra Gide e Valéry («Tempo», 22 settembre 1955, n. 38, p. 63) confluito come Gide e Valéry, e di Il mito e l'enigma di Nerval («Tempo», 20 ottobre 1955, n. 42, p. 69) poi intitolato Un appunto su Nerval. * «uno di quegli incontri memorabili dei quali fu assai feconda la nostra gio- vinezza e scarsa l’età adulta» (M. Luzi, L'uomo senza qualità, «Tempo», 18 aprile 1957, n. 16, p. 84). ? Id., Il misterioso Pasternak, «Tempo», 17 giugno 1958, n. 25, p. 66. INTRODUZIONE È un preciso paesaggio culturale. Disancorata dalle ragioni che ne fecero un best seller, l’opera di Pasternak attinge così la sua caratteristica fisio- nomia dall’enigmatico confronto con le proprie origini: da un lato i canoni dell'ideologia marxista, in seno a cui nasce e rispetto alla quale si pone, non priva di ambiguità, come voce fuori dal coro; dall'altro la gloriosa e ancora recente tradizione del romanzo russo ottocentesco, di cui perpetua con irrequietezza il prodigio. Attraversato da una trama di relazioni visibili e invisibili l'ampio corpus d'arrivo, che riproduce la serie completa degli interventi luziani su «Tempo» (settembre 1955-ottobre 1965), si presta a una ricognizione dell'ambivalente rapporto del critico con il testo, guidando nella messa a fuoco di elementi a carattere metodologico e peculiarità interpretative di un singolare lettore. Avvezzi a riscontrarne la vocazione per un modello di critica teorica fortemente incline a tradursi in «poetica in at- to»°, ci sorprenderà talora scorgerlo calato nelle imparziali vesti del cro- nista, dedito a ritrarre i fenomeni sullo sfondo dell’incandescente con- temporaneità in cui si presentavano, duttile nel misurarsi con soggetti di vario spessore: dall'opera di alta illustrazione intellettuale all’episodico prodotto di una letteratura di consumo. Non è da escludere che finalità divulgative della testata e suggestione di temi sollevati dalla contigua pratica didattica’ abbiano influito sull’adesione ad una simile linea di commento. La visione complessiva dell'attività di un decennio si rende tuttavia strumento efficace per “situare” il critico, svelando congenialità e incompatibilità ad incrinarne l’attitude neutrale. AI di là della patina di distacco, adottata tanto nel lumeggiare autori problematici e aspetti controversi dell’epoca, quanto nel soppesare l'effettiva incidenza delle iniziative editoriali, si avverte la pressione di un anelito uniforme. Il medesimo che a livello esplicito campeggiava in una pagina stilata agli albori del dopoguerra: «vogliamo avere il soccorso di tutti gli elementi possibili per intendere con pienezza da quale inclinazione interiore l’o- ‘ «ho fatto anche degli studi particolari su autori, trascinato un po’ dal mestiere di insegnante; quando ho cominciato a fare dei corsi, ho visto che deli- mitare il campo in base a certe premesse, che vengono offerte evidentemente dal- l’autore stesso, è molto produttivo, e ci ho preso gusto. Non ho fatto molta cri- tica vera e propria, ho fatto teoria, pseudoteoria, mi sono occupato più di esteti- ca e di poetica che di critica vera e propria». (M. Luzi, Colloquio: un dialogo con Mario Specchio, Milano, Garzanti, 1999, p. 107). ? Nel ’55 Luzi viene chiamato a tenere la docenza di Lingua e Cultura Fran- cese presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze; manterrà l’incarico fino al 1984. Il primo corso è sui Mér0tres di Chateaubriand. 8 INTRODUZIONE pera è nata e dove segretamente tendeva»*. Un tragitto da percorrere prendeva forma, si stabilivano delle priorità da rispettare. Le coordina te della nuova critica di Luzi nascono qui, conservandosi profondamen- te intrise di moventi etici e manifestando d’ora innanzi una tenace aspi- razione cognitiva verso l’altro da sé. Introibo al futuro operare e giusti- ficazione dell’esperito si fondono in un fil rouge che raccorda i distinti binari della sua produzione saggistica, isolandone alcune costanti. In primo luogo si segnala la preferenza accordata ad un'osservazione dell’evolversi dell’uomo?. In seconda istanza, l’analisi si compone di una serie di passaggi volti a ricostruire il progresso della coscienza verso una maggiore consapevolezza. In altri termini, ciò che in specie preme del- l’esperienza di un artista consiste nel sofferto iter di avanzamento verso una direzione via via più chiaramente determinata. Ne discende, anzi- tutto, una sovrana attenzione al percorso interiore di chi crea; più in det- taglio, la persuasione che un’opera tragga — quasi astro inscritto in una costellazione — la sua reale identità dal proprio labirintico relazionarsi alle altre. Nella nota critica luziana i ritratti si edificano dall'interno: mentre alla vita minuta si presta ascolto al pari dei grandi accadimenti, gli auto- ri vengono visualizzati come personaggi agenti sullo sfondo della propria vicissitudine spirituale e biografica, secondo il tenace tentativo di porre l'accento sulle nature nel loro esplicarsi. Nello stesso solco si colloca l’accurata analisi delle parabole artistiche, che raffronta esiti successivi, storicizza e non si sottrae alle reinterpreta- zioni inaugurate da un nuovo testo. Alla base risiede, è evidente, un’ani- mosa fiducia nella perfettibilità umana, associata al presupposto di un’ef- fettiva specularità fra vita interiore e realizzazione artistica. In questo senso appare assai coerente la rivendicazione di quanti più elementi fun- zionali ad una piena comprensione dei fiumi sotterranei all'opera, che giunge così a legittimare lo spazio concesso alla biografia. E se tra gli ingredienti una naturale posizione di rilievo viene riservata alla Welt- anschauung dello scrittore, il viaggio sembra puntare oltre: alla scoperta del vero sentire di questi. I moventi di una scelta o di un messaggio ven- gono indagati nell'anima di chi li ha posti in atto, provando a tener conto delle ragioni sia dell’uomo che dell’artista. Il fragile rapporto tra autore * M. Luzi, Del progresso spirituale, in Id., L'inferno e il limbo, Milano, Il Sag- giatore, 1964, p. 11. ° «niente ci riesce più confortevole che vedere un destino che si attua e poco a poco si adempie» (ibidem).

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