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Sciacca. La necessità della metafisica PDF

118 Pages·2004·1.46 MB·Italian
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PUBBLICAZIONIDELDIPARTIMENTODISTUDI SULLASTORIADELPENSIEROEUROPEO«M.F.SCIACCA» UNIVERSITAÁ DIGENOVA SEZIONEATTI-11 SCIACCA Á LA NECESSITA DELLA METAFISICA ATTIDELNONOCORSODELLA«CATTEDRASCIACCA» Genova5-6maggio2003 a cura di Pier Paolo Ottonello LEOS.OLSCHKIEDITORE FIRENZE.MMIV ISBN 8822253523 INDICE . . . . . . . I. PIERP AOLOO TTONELLAOpe,r tura del Corso Pag. 7 La 11. VITTORIOST ELLA, necessità di una coscienza metafisi- . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ca in Gentile e in Sciacca >> 9 111. ANTIMON EGRI,S ciacca: una metafisica senza nichilismo . >> 37 Iv. PAOLOPA GANMI,e tafisica e antropologia in Sciacca e in ................................ Rosmini >> 41 V. MARIAL UISAF ACCOL’,o scuramento dell’intelligenza me- tafisica nella diagnosi di Sciacca . . . . . . . . . . . . . . . . >> 83 VI. ALESSANDRMA ODUGNOF,i losofia e metafisica secondo ................................. Sciacca >> 97 VII. CARLO LUPI, Metafisiche non meazioniste e metafisica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . creazionista >> 109 VIII. CARLOL UPI,P resentazione del volume di Roberto Rossi <<MariaA delaide Raschini. L’intelligenza della carità. Lo . . . . spirito della filosofia di Rosmini dopo Nietzsche,, >> 115 Ix. . . . . . . . . . ROBERTOR OSSI,L ’intelligenza della carità >> 117 - 5 - I PIERPAOLOOTTONELLO UniversitaÁ diGenova APERTURA DEL CORSO Anche a nome del Magnifico Rettore, apriamo il IX Corso della «Cat- tedraSciacca»,esprimendolanostrariconoscenzaatutticolorochehanno contribuito a realizzarla, e, in particolare, fra i presenti, agli ospiti che ge- nerosamentehannoaderitoall'invitodelDipartimentointitolatoaSciacca. NonabbiamomaiamatoquellecheungrandeAmicochiama,conspi- rito sapiente, «societaÁ di mutua ammirazione»: e certo non cominceremo ora ad auspicarne, o a incignarne. Ma eÁ giusto ricordare anzitutto che la «Cattedra Sciacca» eÁ oggi, nel mondo, una delle pochissime iniziative del generecheancorasiavitale,rinnovandoun'altissimatradizionedellacultu- ra europea. E inoltre che, in rapporto a Sciacca, il maestro comune, il no- stroDipartimento,neldecenniocheorasicompiedellasuavita,fral'altro hapubblicatosulsuopensierodiciassette degli oltre sessantavolumiusciti per le sue cure. Se guardiamo alla situazione odierna del nostro Ateneo siamo forse tentati di prevedere che questa «Cattedra Sciacca» possa essere l'ultima promossa al suo interno. Non sarebbe la prima volta nella quale ci trove- remmo a dover attraversare pesanti difficoltaÁ. Sono piuÁ che mai certo che ± quali che potranno essere le difficoltaÁ: ad ogni giorno la sua pena, dunque la gioia del portarla ± il nucleo della Scuola di Sciacca continueraÁ ad essere attivo, tanto sul piano pubblico quanto su quello privato: facen- doci attivi come se tutto dipendesse da noi, insieme perseverando nell'af- fidarci alla Provvidenza come se tutto dalla Provvidenza dipendesse. Una sola parola riguardo alla Scuola di Sciacca. Gli oltre sessant'anni delsuosussisterehannodimostratonelmodopiuÁ persuasivoquantoSciac- ca stesso ha sempre sostenuto: essa eÁ costituita da coloro che, fattisi suoi Ð 7 Ð PIERPAOLOOTTONELLO «ascoltatori» o «lettori», attraverso una sua lezione, o una conferenza, o uno scritto, hanno risvegliato e rifecondato in se stessi il proprio pensare. EdeÁ unfattochelaquasitotalitaÁ dicostoro,inquestiventott'annidallasua morte,sieÁ ritrovatanelnucleodiGenova:enelsuoambitoeÁ statapubbli- cata la quasi totalitaÁ degli oltre cinquanta volumi sul suo pensiero usciti in taleperiodo.IlchehafattosõÁche,sostanzialmenteintornoalnucleodiGe- nova, sia cresciuta la bibliografia sciacchiana, che, con i suoi quasi seimila titoli,eÁ oggilapiuÁ cospicuanell'ambitodellafilosofiaitalianadelNovecen- to.Unfiloaureo,alimentatoanche,sulpianoprivato,dalperiodico«Studi Sciacchiani», oggi alla sua diciannovesima annata: mentre sono presto scomparsi i periodici di polso dedicati, ad esempio, a Gentile o al Croce; e mentre si contano sulle dita di una sola mano le riviste che nel mondo siano dedicate per intero a singoli pensatori del Novecento. Che tutto questo sia mal accetto e peggio digerito dai piuÁ la considero controprova dell'odierno stato palustre della residua filosofia in Italia: per giunta senza prospettive ne di palafitte ne di futuribili depositi petroliferi. Esempio eloquente, fra i molti, la paginetta dedicata a Sciacca delle quasi ottocentodelsettimotomo,appenaristampato,dell'``aggiornatissima''Sto- ria della filosofia dell'Abbagnano: dove non si cita nessuno dei suoi cin- quantavolumi,e,incompensoliquidatorio,losi«elogia»come«unodegli autori piuÁ prolifici del periodo».1 Nontoccaameentraredirettamenteneltema«inattualissimo»cheab- biamosceltoperquestaCattedra:la«necessitaÁ dellametafisica».DiroÁ solo che, a rileggere di Sciacca l'articolo del '39 sulla NecessitaÁdi una coscienza metafisica, nonche l'articolo di apertura del suo «Giornale di Metafisica», del'46±dunqueall'inizioeallafinedellasecondaguerramondiale±misi confermanelmodopiuÁ nettoepersuasivochevieÁ segnatoilperimetroteo- retico non solo dell'intero percorso di Sciacca, ma anche ±sebbene preva- lentemente in negativo ± del pensiero novecentesco nel suo complesso e nella sua articolazione. Ne dobbiamo certo illuderci che il secolo, anzi il millennio``nuovo'',inquantotaleportinovitaÁ,enovitaÁ positive:noncidi- mentichiamo degli ``almanacchi'' del Leopardi. 1 Rinvio in proposito alla mia nota Sciacca ``glissato'', «Studi Sciacchiani», Genova, XIX, 2003,n.1-2,pp.123-125. Ð 8 Ð II VITTORIOSTELLA UniversitaÁ diRoma Á LA NECESSITA DI UNA COSCIENZA METAFISICA IN GENTILE E IN SCIACCA* Dire della coscienza metafisica in Gentile e in Sciacca non eÁ tema che possa ricevere adeguatosviluppoda poche pagine: al piuÁ si puoÁ cercare di circoscriverne il rapporto. Il pensiero di Gentile eÁ particolarmente com- plesso: non si riduce ± eÁ ovvio ± alla formula di `filosofia dell'atto in atto', comepresuntodaqualcheinterpretesprovvedutooironico,ancheseeÁ del tuttoverochefulcrodelsuosistemaeÁ laconcezionedell'atto;cosõÁcomela filosofia crociana non eÁ la danza delle quattro parole ± quale purtroppo *ABBREVIAZIONI: OperediGiovanniGentilecitate: SP =Sommariodipedagogiacomescienzafilosofica(1912)IPedagogiagenerale;IIDidattica, Firenze,Sansoni,19425; RH =Lariformadelladialetticahegeliana(1913),Firenze,Sansoni,19543; FD = I fondamenti della filosofia del diritto (1916) con aggiunti due studi sulla Filosofia di Marx(1899),Firenze,Sansoni,19373; TG =Teoriageneraledellospiritocomeattopuro(1917),Firenze,Sansoni,19446; SL =SistemadilogicacometeoriadelconoscereIIntroduzioneeLogicadell'astratto(1917);II Lalogicadelconcreto(1921),Firenze,Sansoni,19423; FA =Lafilosofiadell'arte(1930),Firenze,Sansoni,19502; IF =Introduzioneallafilosofia(1933),Firenze,Sansoni,19522; GS =GenesiestrutturadellasocietaÁ.Saggiodifilosofiapratica(1943),Firenze,Sansoni,1946. OperediMicheleFedericoSciaccacitate: DASC =Dall'attualismoallospiritualismocritico(1931-1938),Milano,Marzorati,1961; FO =Lafilosofia,oggi(1945),2voll.,Milano,Marzorati,19625; FP =Figureeproblemidelpensierocontemporaneo(1952-1973),Milano,Marzorati,1973; FM =Filosofiaemetafisica,2voll.(1947-1949),Milano,Marzorati,19623; GC =«Giornalecriticodellafilosofiaitaliana»,fondatodaGiovanniGentilenel1919(Iserie 1919-1932;IIserie1933-1945;IIIseriedal1947). Ð 9 Ð VITTORIOSTELLA venneirrisa,auncertopunto,dallostessoGentile±ancheselacircolaritaÁ dellospiritosireggesulquaternariodistinguersiinpassaggiodialetticodel- le categorie o forme. L'aspra verticalitaÁ di Gentile si avverte giaÁ nello stile, soprattuttonelle articolazionidove ildisegnostrutturale emerge daunles- sico preciso e gravido di un significato spesso decisamente innovativo e proprio per questo nello stesso tempo radicato nella storia. EÁ infatti uno stilerobustoedefficace,determinatodall'attritofrapronuncieintenzionali opposte e dall'esigenza, ora di confermarle incompossibili, ora di ricom- porle su un livello ulteriore; un'esigenza rispecchiata dalla densitaÁ dei rac- cordi come dalla reiterazione verbale per rafforzamento o per chiarimento didascalico. Le frange retorico-oratorie tardo-ottocentesche si lasciano espungereacolpod'occhiodaunaletturaodiernacomeadditividisturban- ti e superflui. L'asciuttezza di Sciacca eÁ fatta di un rapido seguirsi di scatti nella mira diritta al nucleo dei problemi e anch'essa si serve della efficace energia comunicativa dell'iterazione. Di questo carattere della scrittura in entrambi alterna d'irruenza e di riposata esposizione, e tantopiuÁ impressi- va inquantodistante dal consuetolinguaggioaccademico, esangue e palu- datoquandononcompassatooturgido,Sciaccaeraconsapevolese,quando rilevava il vigoroso temperamento di Gentile, unendo la percezione della personalitaÁ teoreticaaisuoiriflessipsicologici,edavarisaltoalcordialeca- lore e all'impeto, fossero poi o no dovuti ± come credeva ± alla comune sicilianitaÁ, in colui che egli sentõÁ inizialmente come maestro e in lui stesso. Vienfattodiritenerechequesta`virtuÁ'espansiva,perquantodissimile, siastatadavveroiltramitedellalorooriginariaereciprocasimpatia,mentre la vicinanza non eÁ stata durevole sul piano speculativo. In Sciacca un non trascurabileelementodifferenziatoriopuoÁ farsirisalireall'accentuarsidiun diversohintergrundsiaduranteilcorsodilaurea,siadopolasineresi,nella sedimentazione formativa di secondostrato. Laddove inGentile la cultura filosoficarisentiva,sõÁ,dellostudiogiovanilediRosminiediGioberti,masi confermavafondamentalmente idealistica,hegeliano-immanentisticaanche attraverso la lezione di grandi personalitaÁ del passato a partire dai prepla- tonici senza turbare l'istanza progettuale del rinnovamentoanzi essendone impulso, in Sciacca l'appassionamento conoscitivo per l'antico eÁ connatu- rato e orientante muovendo da Platone alla tradizione cristiano-cattolica deltrascendentismointerioristicodiS.Agostinodalqualel'orizzontediri- ferimento si estende fino all'onnipresente Rosmini e ai contemporanei spi- ritualisti francesi e ispanici. LacomplessitaÁ diGentilederivadallaradicaleaudaciadeisuoinessiar- gomentativi,inunaconsecutioilcuirigorenonfaconcessioni.Qui,inrela- zione a un tema che, a svolgerlo nella sua interezza, investirebbe tutte le Ð 10 Ð LANECESSITAÁ DIUNACOSCIENZAMETAFISICA operepropriamentespeculativedeiduefilosofi,sitracceraÁ unexcursussche- maticodall'esordiosciacchianoaFilosofiaemetafisica,premessononesser dubbio che la coscienza metafisica pervade il pensiero dell'uno non meno chedell'altro,siachenerappresentiilfulcro,comeinSciacca,siachevenga retrocessaalpassatodacuicisieÁ liberati,anzidacuiperennementel'auto- coscienza ci libera nell'attualitaÁ della sintesi come impone il pensiero di Gentile.L'attualismoeÁ bendiversodaun'antimetafisicainconsapevoledella enormeincidenzachelametafisicahaavutonellastoriadellaspeculazionee ha in cioÁ che attualisticamente si denomina logica dell'astratto. In tutto il suosviluppoessoeÁ protesoallafondazioneteoreticadelvaloredelrealepo- nendoloinunprincipiotrascendentaleperennementeautocreativolacuiat- tivitaÁ sidispiegaeconcretanelrenderepossibilel'esperienza.CioÁ nonvuol direempiricamenteconstatarlaeanalizzarla,bensõÁporla,farlavenireines- sere, produrla, per l'appunto crearla. Si afferma dunque filosofia trascen- dentalistica,inun'autodefinizionegeneralmentericonosciutaesattanonsol- tanto da seguaci e affini, ma anche da quanti hanno percorso vie diverse e professatoconvinzioniopposte. Queste ±nonoccorre dirlo±oggi sonodi granlungalepiuÁ battute,senzachetaledisattenzioneoincapacitaÁ ermeneu- ticaimplichiunrealesbiadimentodicioÁ cuinonsiprestaascolto,seeÁ vero che lapresenzaeffettualedeiclassici±efra iclassiciGentilecertamente si annovera ± non patisce scomparsa. Si tratta di una concezione che si costruisce sulla coscienza ± egli scri- ve ± dell'unitaÁ «giacente in fondo alla molteplicitaÁ dell'esperienza», unitaÁ che non esita a definire «coscienza metafisica» quale posizione (oggettiva- zione)dellarealtaÁ dapartedelsoggettopensante.EnonpernullaeÁ Sciacca a ricordare che, nella sua Riforma della dialettica hegeliana, Gentile aveva rilevatoesserci«unmomentoimmancabilenellosviluppoidealedellospiri- toumano,chepotrebbedirsiilprincipioeternodellafilosofia:quelmomen- toincuiilcontrastodellamorteconlavita,ladifferenzatrailnonesseree l'essere, spinge l'uomo a proporsi il problema: Che eÁ l'essere?» (RH, 110). CioÁ noncomporta±sivedraÁ ±cheeglisiaunsostenitoredellafilosofia comemetafisicanelsensodifarneilcardinequalificatoredelsuopensiero. Madellaimportanzacheilproblemametafisicocomeproblemadell'essere ha nella sua riflessione di contro all'approfondita propria concezione del divenire,laproposizionecitatanonconsentedubitare.GiaÁ nellaidentifica- zionedialettical'esigenzastorico-filosoficaeÁ intrinsecamentepresenzaspe- culativa,inquantoattendeallosvolgimentodellecorrenticonoscitivecome espressionedellavolontaÁ dellamentedifarchiarezzainseÂ.CosõÁnonomet- te di riandare, nella Teoria generale dello spirito come atto puro, al remoto passato della metafisica ± passato solo cronologicamente remoto, poiche Р11 Ð VITTORIOSTELLA niente lo eÁ nel presente della coscienza in cui vive la perenne dialettica di pensante e pensato. Metafisica eÁ «l'acqua di Talete, in quanto ha in se la possibilitaÁ di tutte le forme [...] offerte dalla natura all'osservazione sensi- bile»;l'esserediParmenidecomequellaunitaÁ «allaqualeilpensieroriduce tutte le cose», l'idea di Platone «in quanto aduna in se l'essere disperso e fluente in molti e fuggevoli aspetti dello spazio e del tempo» (TG, 151). L'istanzaopposta all'unitaÁ ±e implicitamente,se nonsempre, oppostaalla metafisica comunque propria del tendere all'unitaÁ del principio, ma, in quanto `naturalistica', metafisica anch'essa ± ha il suo sostegno primario nell'empirismo,prospezionetantopiuÁ resistenteinquantolesueirradiazio- ni, pur fra diloroquantomai disparate,si orientano tutte «versola molte- plicitaÁ» (TG, 151). La posizione dualistica viene definita mediante l'esame del rapporto identitario di causa-effetto che non eÁ invalidato dalle verifiche dell'espe- rienza,ossiailloroprocedereperconstatazioneecomparazioninonrisulta leso dall'unitaÁ immanente che eÁ sintesi, unitaÁ dialettica. La connessione di causa-effetto±sisa±eÁ stataperlungotempolabasedidibattititeorici,sia filosoficisiaspecificamentescientifici.Perrimuoverel'ostacolochesifrap- poneallatesidel«puntodivistametafisico»dell'unitaÁ,occorreconcepireil rapporto stesso necessario nel pensiero in forza di «una unitaÁ che stia alla basedeiduetermini».PensarlicomecostitutividiunitaÁ comportapensarli istituentisi in relazione assoluta. Non sarebbe relazione assoluta se non avesse il carattere della unificazione, della reductio ad unum non come re- cezione di una astratta `datitaÁ', ma come genesi veritativa concretamente agente. «Chi dice relazione, dice differenza, ma dice anche identitaÁ di ter- mini. Due termini differenti si penserebbero in modo che pensando l'uno, si penserebbe l'altro» (TG, 88-89), mentre l'enunciazione di un che, che qualifichiamo causa, nell'atto stesso di pensarlo diviene una cosa sola conl'effetto,nonpiuÁ `altro',delquale,senonfossecosõÁ,quelquidnonpo- trebbe esser ritenuto causante. Quindi cioÁ che il pensiero richiede eÁ che essi±causaedeffetto±costituiscanounplessoindisgiungibile,annullatore della dualitaÁ. Supporre la relazione come assertiva di una sussistente alte- ritaÁ esterna varrebbe negarne l'assolutezza. La «pura differenza puoÁ inten- dersi soltanto tra due termini irrelativi. Per quanto diversi, questi termini della relazione son tuttavia tali che, pensando l'uno, si pensa l'altro, e il concetto dell'uno contiene pure in qualche modo l'altro» (TG, 89). L'assunzionedell'unocomesoggetto(ponente)senzailqualenonsidaÁ relazioneall'altro(l'oggettoposto),implicaperl'appuntolacondizionedel porre.L'unitaÁ consisteintaleattivitaÁ condizionante,inquestomovimento, inquestoprocessod'immedesimazionedialettica.Ilrapportodicondizione Ð 12 Ð

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