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Rotta di collisione. Euro contro welfare? PDF

190 Pages·2016·0.948 MB·Italian
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Ferrera.indd 1 14/01/16 14:05 Ultimi volumi pubblicati in questa collana 32 PIETRO REICHLIN - ALDO RUSTICHINI PENSARE LA SINISTRA Tra equità e libertà 33 TAMAR PITCH CONTRO IL DECORO L’uso politico della pubblica decenza 34 JOCELYN MACLURE - CHARLES TAYLOR LA SCOMMESSA DEL LAICO 35 WENDY BROWN STATI MURATI, SOVRANITÀ IN DECLINO 36 BERNARDO SECCHI LA CITTÀ DEI RICCHI E LA CITTÀ DEI POVERI 37 KAUSHIK BASU OLTRE LA MANO INVISIBILE Ripensare l’economia per una società giusta 38 ULRICH BECK EUROPA TEDESCA La nuova geografia del potere 39 PIERO CALAMANDREI NON C’È LIBERTÀ SENZA LEGALITÀ 40 MAURIZIO FRANZINI DISUGUAGLIANZE INACCETTABILI L’immobilità economica in Italia 41 IGNAZIO MASULLI CHI HA CAMBIATO IL MONDO? La ristrutturazione tardocapitalista. 1970-2012 42 JÜRGEN HABERMAS NELLA SPIRALE TECNOCRATICA Un’arringa per la solidarietà europea 43 MARIANA MAZZUCATO LO STATO INNOVATORE Sfatare il mito del pubblico contro il privato 44 COLIN CROUCH QUANTO CAPITALISMO PUÒ SOPPORTARE LA SOCIETÀ 45 WILLIAM EASTERLY LA TIRANNIA DEGLI ESPERTI Economisti, dittatori e diritti negati dei poveri 46 DANI RODRIK LA GLOBALIZZAZIONE INTELLIGENTE 47 JAN ZIELONKA DISINTEGRAZIONE Come salvare l’Europa dall’Unione europea 48 GAETANO AZZARITI CONTRO IL REVISIONISMO COSTITUZIONALE Ferrera.indd 2 14/01/16 14:05 MAURIZIO FERRERA Rotta di collisione EURO CONTRO WELFARE? Editori Laterza Ferrera.indd 3 14/01/16 14:05 © 2016, Gius. Laterza & Figli www.laterza.it Progetto grafico di Raffaella Ottaviani Prima edizione febbraio 2016 Edizione 1 2 3 4 5 6 Anno 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Questo libro è stampato su carta amica delle foreste Stampato da SEDIT - Bari (Italy) per conto della Gius. Laterza & Figli Spa ISBN 978-88-581-2229-7 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Ferrera.indd 4 14/01/16 14:05 INDICE DEL VOLUME Introduzione. Il welfare come «casa», la Ue come «spazio comune» VII Alcune domande spinose, p. VII - Le sfide politiche e culturali, p. XII 1. Europa e welfare: incontro o scontro? 3 Quattro linee di conflitto, p. 3 - Europa economica contro Europa sociale, p. 6 - Creditori del Nord contro debitori del Sud, p. 19 - Vecchia Europa contro Nuova Europa, p. 32 - Integrazione contro sovranità, p. 43 - L’Europa in trappola (politica), p. 47 2. Ripensare il welfare, ripensare l’Europa 50 In cerca di buone idee, p. 50 - Dal consenso socialdemocratico all’Europa liberista, p. 52 - Verso un neowelfarismo liberale, p. 59 - Austerità, econocrazia e riforme strutturali, p. 62 - Che tipo di «animale politico» è la Ue?, p. 69 3. Ragion di Stato contro Ragion di Mercato 81 Politica, spettanze sociali, legittimità «in uscita», p. 82 - Un’Europa senza Ragione, p. 89 - Verso una nuova gabbia d’acciaio?, p. 99 4. La via d’uscita: riconciliare e sistemare 103 La diagnosi, p. 103 - Europa sociale: un concetto ambiguo, p. 105 - Verso una Unione sociale europea, p. 111 - Giustificare più Europa (sociale): nuovi principi, p. 122 - L’Unione sociale europea come condizione necessaria per una Unione politica, p. 137 Ferrera.indd 5 14/01/16 14:05 VI Indice del volume Conclusione. Cercansi leader disperatamente 145 Costruire più Europa: il ruolo dei partiti e dei leader, p. 145 - Da potenza ingombrante a egemone benevolo? Leadership tedesca e Ragion d’Europa, p. 152 - Non solo Germania: le responsabilità degli «altri», p. 167 Ferrera.indd 6 14/01/16 14:05 Introduzione IL WELFARE COME «CASA», LA UE COME «SPAZIO COMUNE» ALCUNE DOMANDE SPINOSE Quando gli svedesi parlano del proprio sistema di wel- fare, di cui vanno molto orgogliosi, citano spesso un detto che risale agli anni Settanta: «È stato Per Albin Hansson a costruire la casa comune di tutto popolo; poi Ingvar Kamprad l’ha am- mobiliata». Hansson fu il primo ministro socialdemocratico che guidò la Svezia fuori dalla recessione economica nei primi anni Trenta del secolo scorso e diede avvio a fondamentali innovazio- ni legislative in campo sociale. Kamprad è il fondatore di Ikea, il colosso mondiale dell’arredamento a buon mercato. Il messaggio sotteso a questa frase è chiaro: alti standard di vita e di benessere sono il risultato della combinazione tra uno Stato sociale generoso e inclusivo, da un lato, e un’economia di mercato prospera ed efficiente, dall’altro. Nella seconda metà del Ventesimo secolo i Paesi scandinavi hanno dimostrato che una tale combinazione virtuosa è non solo desiderabile, ma anche realizzabile. Nonostante le difficoltà dell’ultimo venten- nio (Grande Recessione compresa), il modello sociale nordico continua a essere un punto di riferimento per tutti coloro a cui stanno a cuore sia l’equità sia l’efficienza nell’era della globa- lizzazione. Ferrera.indd 7 14/01/16 14:05 VIII Introduzione Il welfare come «casa», la Ue come «spazio comune» Per chi non abita in Scandinavia, sorge però spontanea una domanda: come conciliare i due obiettivi in quei Paesi che non hanno avuto né Hansson né Kamprad (o non li hanno avuti in quest’ordine)? Ed è possibile conciliare i due obiettivi all’in- terno dell’Unione europea? Il secondo interrogativo è ancora più spinoso del primo, in quanto presuppone la comprensione della logica «architettonica» e della missione della stessa Ue. Si può parlare della Ue come di una nuova «casa comune» in costruzione? O si tratta semplicemente di uno «spazio comu- ne» (di un commons, come dicono gli inglesi) tra case nazionali distinte, una sorta di terreno d’incontro, di «campo da gioco li- vellato» dove svolgere transazioni economiche? E, in quest’ul- timo caso, come assicurarsi che la logica dello spazio comune non entri in collisione con la logica delle case? A prima vista, sembrano interrogativi astratti e lontani dalle preoccupazioni quotidiane. Ma non è così. Il difficile rappor- to fra integrazione europea e welfare nazionale porta molte responsabilità per il crescente malessere sociale dei cittadini europei e, non a caso, è oggi al centro di accesi dibattiti po- litici in tutti i Paesi. Gli europei tengono molto al welfare e hanno paura che la Ue possa in qualche modo portarglielo via. Nelle elezioni del 2014 per il rinnovo del Parlamento di Stra- sburgo le formazioni euroscettiche hanno registrato spettaco- lari aumenti di consenso proprio appellandosi alla necessità di difendere i modelli sociali nazionali. Dal canto loro, i partiti tradizionalmente pro integrazione – sia di centro-destra sia di centro-sinistra – si stanno quasi ovunque indebolendo, e spesso sono costretti a formare governi di grande coalizione perché non dispongono più di maggioranze autonome. Secondo i son- daggi Eurobarometro, la percentuale di elettori nazionali con una immagine «positiva» dell’Unione è meno della metà (per la precisione: 41%, dati 2015). In Italia, uno dei Paesi tradi- zionalmente più europeisti, gli elettori «negativi» hanno rag- Ferrera.indd 8 14/01/16 14:05 Introduzione Il welfare come «casa», la Ue come «spazio comune» IX giunto un quarto dell’elettorato (più del Regno Unito), mentre i «positivi» sono scesi al di sotto della media Ue (38%: gli altri rispondono «non so»)1. Chi si esprime contro la Ue lo fa perché ritiene che le sue po- litiche siano inefficaci sul fronte della crescita e soprattutto dannose sul fronte del welfare. In Grecia, la vittoria di Syriza nel gennaio 2015 è essenzialmente imputabile al draconiano rigore che i governi di Atene hanno dovuto imporre ai propri cittadini per rispettare i vincoli europei. La classe politica gre- ca ha sicuramente molte colpe per come sono andate le cose dopo l’ingresso del loro Paese nell’euro e in particolare a par- tire dal 2008. Ma è difficile negare che i contenuti e i tempi del «salvataggio» greco gestito dalla Troika abbiano prodotto conseguenze sociali che potevano e dovevano essere evitate. Ciò che molti pongono oggi in questione è la capacità dell’U- nione di perseguire in modo coerente gli obiettivi indicati dal Trattato di Lisbona: promozione di benessere diffuso per i cittadini, una crescita equilibrata e sostenibile, un’economia sociale di mercato competitiva che assicuri piena occupazione, coesione territoriale, progresso e giustizia sociale. Dal 2008 ad oggi sono cresciute non solo povertà, diseguaglianza e disoc- cupazione, ma anche i divari fra generazioni, fra profili occu- pazionali, fra insiders e outsiders all’interno di ciascun Paese. Si è inoltre interrotto il percorso di avvicinamento fra Europa occidentale e orientale e, quel che è peggio, si è creata una polarizzazione molto marcata fra Paesi del Nord e del Sud Eu- ropa, invertendo un trend storico di convergenza verso l’alto. Ci sono state, è vero, la crisi finanziaria e una lunga e impres- sionante recessione economica. E alcuni Paesi membri hanno sofferto più di altri anche perché erano (e restano) in ritardo 1 Dati tratti da Eurobarometro standard, n. 83, primavera 2015, http://ec.europa.eu/ public_opinion/archives/eb/eb83/eb83_first_en.pdf. Ferrera.indd 9 14/01/16 14:05

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