ISSN: 0213-2052 RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE Reflections about the autobiographical work ofAgripina the younger Alessandra LAZZERETTI BIBLID [0213-2052 (2000) 18, 177-190] RESUMEN: En el presente trabajo la autora aborda el estudio de los testimonios indirectos de la obra autobiográfica de Agripina la Joven. A través del método com parativo y la información proporcionada por historiadores como Tácito, Plinio o Dión Casio, se pone de relieve el carácter de autodefensa y autojustificación de la obra, a la vez que las claves apologéticas que defendían y justificaban el lugar de la madre y de la familia imperial en general frente a otros intereses. Palabras Clave: Agripina, autobriografía, mujer, familia imperial, Tácito. ABSTRACT: This work approaches the study of the indirect testimonies of the autobiographical work of Agrippina the Younger. Using the comparative method and the information provided by historians such as Tacitus, Pliny or Dion Cassius, the self-defensive and self-justifying nature of the work become clear, as do the apolo getics that defended and justified the place of the mother and the imperial family in general as opposed to other interests. Key Words: Agrippina, autobioghaphy, woman, imperial family, Tacitus. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., Ha antig. 18, 2000, pp. 177-190 178 ALESSANDRA LAZZERETTI RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE NASCITA Ε SVILUPPO DELL'AUTOBIOGRAFIA NEL MONDO ROMANO Agrippina minore1 è la sola donna e l'unico membro della famiglia imperiale di cui le fonti (Tac. Ann. IV, 53,1-2; Plin. N. H. VII, Praef. e 46; Cass. Dio LX, 33,1) ricor- dano esplicitamente la stesura, in lingua latina, di un'opera di carattere autobiográ fico, purtroppo non pervenutaci2. Un simile scritto puô essere espressione della peculiarità della sua figura fra le donne della famiglia imperiale, come colse cosi bene Tácito: «...quam imperatoregenitam, sorore eius, qui rerumpotitussit, et coniugem et matrem fuisse unicum ad hunc diem exemplum est... » (Ann. XII, 42, 3)3. Con la redazione di quest'opera ella si inseriva in un filone che nel mondo romano aveva avuto origine nella tarda età repubblicana, al termine del II sec. a.C, in corrispondenza con l'emergere di magistrati che avevano awertito l'esigenza di difendere il proprio operate politico. Marco Emilio Scauro, Publio Rutilio Rufo, Quinto Lutazio Catulo redassero opere relative ad un periodo della loro vita4. Tutti e tre erano senatori che avevano rivestito il consolato: Scauro nel 115 e di nu ovo nel 107 a.C.5, Rutilio nel 105 a.C.6, Catulo nel 102 a.C. con Caio Mario7. Le loro 1. Cfr. PIR11 425; PIR21 641; C. LACKEIT, RE, X, 1918s. v. Iulius, nr. 556, coll. 909-915 M. -T. RAEP- SAET-CHARLIER, Prosopographie des femmes de l'ordre sénatorial (Ier-Iie siècles), Lovanio 1987, n. 426, pp. 365-367, con bibliografía precedente. W. ECK, RE, s. v. Iulia Agrippina (Agrippina) minor, p. 298. Tra le più recenti monografie su di lei cfr. W. ECK, Agrippina, die Stadtgründerin Kölns: eine Frau in derfrühkaiserzeitlichen Politik, Köln 1993 e Α. Α. BARRETT, Agrippina. Sister of Caligula, Wife of Clau dius, Mother of Nero, London 1996. 2. Ció, owiamente, non eselude che anche altre donne della famiglia imperiale possano aver scritto delle opere autobiografiche di cui non ci è pervenuta notizia; anche altre, infatti, avevano temperamento e motivi per farlo: si potrebbe pensare, ad esempio, in tempi posteriori ad Agrippina, a Plotina, o a Giu- lia Domna. Livia aveva certamente un carattere forte e visse abbastanza a lungo per poter redigere un'o pera simile ma, probabilmente, i tempi non erano ancora maturi perché una donna della famiglia impe riale scrivesse la propria «autobiografía» ed, inoltre, difficilmente ne saremmo all'oscuro se ció fosse awenuto. Per quanto ne sappiamo è molto esiguo il numero di donne che nel mondo latino scrissero opere di carattere autobiográfico, cfr. E. NOE', La memorialistica imperiale dell secólo, Rend. Ace. Naz. Lincei CL. sc. Mor. Stor. Filol. S. VIII 35, 1980, p. 172 nota nr. 57 con bibliografía precedente. 3. Ε. Α. HEMELRIJK, Matrona docta. Educated women in The Roman élite from Cornelia tofulia Domna, London and New York 1999, p'. 187 e p. 344 nota nr. 9. Per i legami familiari di Agrippina minore cfr. M. -T. RAEPSAET-CHARLIER, op. cit., pp. 366-367 e stemmaj. -CI. XXV. 4. PETER, HRR, I, CCXLVI - CCIII e pp. 185-186 per il primo, CCLIV CCLXI e pp. 187-190 per il secondo, CCLXII - CCLXIX e pp. 191-192 per il terzo. E. NOE', op. cit., p. 166 e nota 19 per tutti e tre, con bibliografía precedente. R. L. BATES, Memoirs and the perception of history in the Roman Republic, Dissertation in Ancient History, University of Pennsylvania 1983, pp. 121-162 per il primo, pp. 163-205 per il secondo, pp. 206-225 per il terzo, tutti con bibliografía precedente. R. G. LEWIS, Imperial Auto biography, Augustus to Hadrian, ANRWll 34, 1, Berlin - New York 1993, pp. 660-662, con bibliografía precedente, per il primo, pp. 662-665, con bibliografía precedente, per il secondo. 5. Cfr. KLEBS, RE, II, 1893s. v. M. Aemilius Scaurus, nr. 140, coll. 584-588. 6. Cfr. MÜNZER, RE, IAI, 1914s. v. P. Rutilius Rufus, nr. 34, coll. 1269-280. 7. Cfr. MÜNZER, RE XIII 2, 1927s. v. Q. Lutatius Catulus, nr. 7, coll. 2071-2094. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., Ha antig. 18, 2000, pp. 177-190 ALESSANDRA LAZZERETTI 179 RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE erano memorie apologetiche , perché, in quanto personaggi pubblici, scrissero per difendersi dalle accuse, di particolare gravita, loro impútate. Rutilio e Scauro, secondo Tácito (Agr. I, 3), lo fecero non per presunzione ma per consapevolezza délia propria moralità, il primo in seguito a varie insinuazioni sul suo conto9, il secondo, che fu citato in giudizio nonostante la sua piena innocenza (Cic, Brut. 115), dopo la condanna in un clamoroso processo de repetundis10. Catulo scrisse sull'anno del suo consolato per giustificare la sua condotta militare, causa di una sconfitta contro i Cimbri11. La stesura di un'opera autobiográfica si era configurata, quindi, a Roma, fin dalle origini, come un'operazione che aveva «.. .sempre un sig- nificato politico, un significato pubblico.. .»12. Nei ventidue libri della sua opera autobiográfica13, composta, usando la prima persona, dopo il suo volontario ritiro dalla scena política, nel 79 a.C.14, Lucio Cor- nelio Silla esalta va se stesso come investito di una missione divina, raccontando sogni e presagi favorevoli che avevano preannunciato la sua ascesa e sancito il suo diritto a detenere il potere. Essi avevano il significato di mostrare che erano stati gli dei ad averio guidato nel suo operato ed egli, ".. .FelixFaustusque...», poteva, in tal modo, giustificare anche le sue azioni più discutibili, i saccheggi, le proscrizioni15. Per l'utilizzo di questi mezzi, tale tipo di autobiografía, che ebbe largo seguito nel mondo romano1", è stato definito «carismatico»17. 8. A. LA PENNA, Aspetti e conflitti della letteratura latina dai Gracchi a Silla, in «Dialoghi diArche- ologia», anno IV-V, 1971, nr. 2-3, p. 209. 9. E. PAIS, M. Emilio Scauro, i suoiProcessi e la sua autobiografía, in Dalle guerrepuniche a Cesare Augusto, I, Roma 1918, pp. 91-167. 10. Per il significato e l'importanza di questo processo dal quale "... convolsampenitus scimus esse rem publicam.... » (Cic. Brut. 115) cfr. da ultimo M. D. CAMPANILE, // mondo greco verso l'integrazione política nell'impero, in IGreci (a cura di S. Settis), 2. Una storia greca. III. Trasformazioni, Torino 1998, ρ. 852 con bibliografía precedente. 11. E. NOE', op. cit., p. 166 e nota nr. 19 per tutti e tre, con bibliografía precedente. R. G. LEWIS, op. cit., p. 636 per Quinto Lutazio Catulo. R. BATES, op. cit., pp. 209-212. 12. A. LA PENNA, op. cit., pp. 209. 13. PETER, HRR, I, CCLXX - CCLXXX e 195-204.1. CALABILIMENTANI, / Commentant di Silla come fonte storica, in Rend. Ace. Lincei, s. 8, 1950, pp. 247-302. A. LA PENNA, op. cit., p. 209. G. PASCUCCI, I «Commentant" di Silla, in <Studi Urbinati>, 49, 1975, pp. 283-356. E. NOE', op. cit., p. I66. R. BATES, op. cit., pp. 226-361. R. G. LEWIS, op. cit., pp. 665-669 e 697-699. 14. R. G. LEWIS, op. cit., pp. 697-698. 15. Per l'autobiografia di Silla cfr. da ultimo H. BEHR, Die Selbstdarstellung Sullas. Ein aristokratis cher Politiker zwischen persönlichem Führungsanspruch und Standessolidarität, Frankfurt/Main - Ber lin - Bern 1993. 16. A. LA PENNA, op. cit., p. 209. R. G. LEWIS, op. cit., p. 686. 17. A. MOMIGLIANO, Lo sviluppo della biografía greca, Torino, 1974, p. 95. A. LA PENNA, op. cit., p. 209. Silla puö aver seguito I'esempio di Scipione, del quale si raccontava (Liv. XXVI, 19) che, prima di recarsi in Campidoglio, entrava sempre nel tempio di Giove e vi rimaneva per un po', solo ed appar- tato, abitudine che diede crédito ad una sua filiazione divina, insieme alia diceria che un serpente era stato visto, come per Alessandro, nella camera di sua madre, tutti prodigi di cui Scipione si serví abil- mente, non smentendoli mai. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., LP antig. 18, 2000, pp. 177-190 180 ALESSANDRA LAZZERETTI RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE In parte si inseriva in questo filone anche Topera autobiográfica di Augusto, che egli aveva redatto prendendo certamente a modello da un lato i commentarii di Silla, dall'altro quelli di Cesare18, e nella quale raccontava anche presagi e sogni che avevano preannunciato la propria nascita e prodigi sulla divinizzazione di Cesare (Plin. N. H. II, 93; Serv. Ad Verg. Buc. 9, 46)19. In tredici libri, procedendo in ordine cronológico dalla nascita di Ottaviano, nel 63 a.C, giungeva, «...Cantá brico tenus bello, nec ultra...» (Suet., Aug. LXXXXV), fino alia conclusione della guerra cantábrica e alia chiusura del tempio di Giano nel 25 a.C.20. Fu composta, probabilmente, poco dopo questa data21, e sicuramente prima che i Parti restituis- sero le insegne militari nel 20 a.C.22. In questo particolare momento l'imperatore che, come dimostrano anche le successive congiure, non era ancora definitiva mente accettato, aveva bisogno di una propaganda a lui favorevole e doveva legit- timare la sua successione a Cesare; inoltre, in seguito ad una grave malattia, comin- ciava a porsi anche il problema della propria successione, scelta che cadeva allora su Agrippa, dedicatario dell'opera stessa insieme a Mecenate. Verosímilmente, Augusto si accinse alia stesura di queste memorie in risposta alla pubblicistica a lui ostile condotta da un lato da Marco Antonio e da suoi amici, come Asinio Pollione23, negli anni che seguirono la morte di Cesare fino al 30 a.C.24 e dall'altro dagli awersari politici. Antonio metteva soprattutto in discussione la sua successione a Cesare, mentre gli awersari politici lo accusavano di responsabilità e crudeltà nelle proscrizioni, di vigliaccheria, acordando la sua mancata partecipa- zione nei momenti decisivi, di immoralità, per i suoi rapporti con Cesare, presen tad in una luce dubbia, e per il suo matrimonio con Livia, che egli sposô mentre era incinta del secondo figlio. L'opera autobiográfica costituiva, quindi, un ripensamento da parte di Augusto, del periodo di lotte che lo aveva porta to al potere25, ed un'autodifesa26 della sua attività nel decennio triumvirale, attraverso la riproposizione della propa- 18. Sulla produzione letteraria di Augusto cfr., da ultimo, J. GAGE', Auguste écrivain, ANRWW, 30, 1, Berlin - New York, pp. 612-623, con bibliografía precedente. 19. Ε. ΝΟΕ', op. cit., p. 165 e nota nr. 17. 20. PETER, HRR, II, LXXII. R. G. LEWIS, op. cit., pp. 669-689, 669 e nota nr. 130 in particolare. 21. H. MALCOVATI, Imperatoris Caesaris Augusti Operum Fragmenta, Torino, 19695, XLVII. 22. Nicolao di Damasco, Vita di Augusto, a cura di B. SCARDIGLI e P. DELBIANCO, Siena 1983, p. 15 con bibliografía precedente. 23. Per il ruólo svolto da Asinio Pollione dopo la battaglia di Azio cfr. da ultimo, L. CANFORA, Giu- lio Cesare. Il dittatore democrático, Roma-Bari 1999, pp. 400-410. 24. Ε. ΝΟΕ', op. cit., p. 22, nota nr. 16 con bibliografía riassuntiva della pubblicistica contro Otta viano, tra cui, in particolare M. P. CHARLESWORTH, Some Fragments of the Propaganda of Mark Ant hony, CQ 27, 1933, pp. 172-177. 25. E. NOE', op. cit., p. 165. 26. Per la tendenza apologética delPautobiografia di Augusto cfr. R. G. LEWIS, op. cit., pp. 679-681. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., LP antig. 18, 2000, pp. 177-190 ALESSANDRA LAZZERETTI 181 RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE ganda che egli aveva utilizzato contro Antonio per creare attorno a sé il vasto con senso attraverso il quale aveva potuto sconfiggere l'awersario27. DEFINIZIONE Ε CONTENUTO DELL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA Commentant è anche il vocabolo con cui Tácito indica lo scritto autobio gráfico di Agrippina minore (Ann. IV, 53, 2), definizione che trova un esatto para- llelo nel greco τα υπομνήματα di Cassio Dione (LX, 33, 1)· Con esso si designa- vano, fin dal III sec. a.C, i sintetici rapporti sul proprio operate bellico, contenu ti in epistole che i comandanti inviavano al senate29. Nel corso del tempo il signifí cate della parola si estese ad indicare ogni sorta di racconto riguardante una pro pria esperienza, non necessariamente legata alia sfera militare, ma a qualsiasi ámbito dell'intera vita dell'autore, in sostanza, ad ogni opera di carattere autobio gráfico30. Nei suoi commentant, secondo Tácito (Ann. IV, 53, 2), «.. .Neronisprincipis mater vitam suam et casus suorum posteris memoravit... ». Lo storico ne trae la noti- zia della richiesta avanzata da Agrippina maggiore31 a Tiberio, nel 26 d.C.32, di tro varle un nuovo marito, cosa che sarebbe awenuta senza difficoltà perché mol ti uomini avrebbero sicuramente ritenuto un onore accogliere la vedova e i figli di Germánico (Ann. IV, 53, l)33. Ma l'imperatore, consapevole di quale importanza 27. Come è noto, Augusto affidô, invece, alie Res gestae il resoconto ufficiale del suo intero principato. 28. E. NOE', op. cit., p. 172 e nota nr. 57. Cfr. PETER, HER, II, CXXIII e p. 94. 29. Per l'uso del termine e i suoi diversi significati nel corso del tempo, PREMESTEIN, RE, IV, coll. 726-759. R. G. LEWIS, op. cit., pp. 633 e 652. Il termine indica, in origine, ogni tipo di appunto e anno- tazione; essi potevano rimanere non editi oppure rielaborati in forma adatta ad essere resi noti e pub- blicati. Fu Cesare a modificarli nella forma e nell'estensione, conferendo loro dignità letteraria e dive- nendo un modello per tutti coloro che, dopo di lui, in qualità di detentori del potere, redassero opere di contenuto autobiográfico. Se il significato legato alla sfera militare e delPesercizio del potere era quello prevalente, nel corso del tempo esso passo ad indicare, più ampiamente, un racconto riguardante in generale una propria esperienza, connessa non solo a questi ambiti ma all'intera vita dell'autore. 30. R. G. LEWIS, op. cit., p. 652. 31. Per Agrippina maggiore cfr. M. -T. RAEPSAET-CHARLIER, op. cit., Vipsania Agrippina, nr. 812, pp. 634-635, con bibliografía precedente. PIR1 V 463· D. KIENAST, RE, s. ν. Vipsania Agrippina maior, S, 1996, p. 298. 32. H. BARDON, La Littérature latine inconnue, II, Paris 1953, p. 171. 33· Germánico era morto ad Antiochia il 10 ottobre del 19 d. C, forse aweienato, su ordine di Tibe rio, dal legato di Siria Gneo Pisone e dalla moglie Munazia Plancina, cfr. Tac. Ann. II, 69-73; Suet. Cal. 1, 2; los. Ant.Jud. XVIII 54; Cassio Dione LVII, 18. Se alcune fonti, come Cassio Dione (LVIII, 18, 9) sos- tengono che la condizione del suo corpo, esposto nel foro di Antiochia prima della cremazione, mos- trava chiaramente i segni del veleno, altre, come Tácito {Ann. 73, 4) mostrano al riguardo qualche per- plessità («... corpus.. .praetuleritne veneficii signa... ><), anche se nel racconto dello storico latino lo stesso Germánico sembra essere convinto di essere stato aweienato da Pisone {Ann. II, 69), come afferma anche nel discorso che rivolge ai suoi amici poco prima di moriré {Ann. II, 72, 2). Nella tradizione ripor- tata da Cassio Dione (LVII, 18, 6) Tiberio e Livia vengono presenta ti come i soli lieti per la morte di Ger mánico, che aveva, invece, gettato tutti gli altri in un profondo sconforto. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., Ha antig. 18, 2000, pp. 177-190 182 ALESSANDRA LAZZERETTI RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE avesse per lo stato un nuovo matrimonio di Agrippina maggiore, e tuttavia non volendo manifestare apertamente la sua awersione o il suo timoré, la lasciô senza alcuna risposta {Ann. IV, 53, 2)34. La testimonianza di Tácito puö essere intesa come una definizione concisa del contenuto dell'opera: il racconto dei fatti salienti délia vita di Agrippina minore, dalla nascita al momento délia stesura, ma anche délie vicende riguardanti la sua famiglia, una délie quali è proprio oggetto del racconto tacitiano. Nella definizione di Tácito rientrano, infatti, anche i brani degli altri due autori che citano esplicita- mente l'opéra. Plinio racconta un elemento riguardante sia i casus suorum sia la vita sua, cioè il particolare délia venuta al mondo per i piedi di Nerone (Ν. H. VII, 46), nascita che Plinio definisce {N. H. VII, 45) «... contra naturam... », perché «... ritus naturae hominem capitegigni...» (N. H. VII, 46)35. Era venuto al mondo in questo modo anche il bisnonno di Nerone, Marco Vipsanio Agrippa36, padre di Agrippina mag giore, il quale, secondo Plinio, aveva derivato il suo cognomen proprio da questa particolare modalità di nascita (N. H. VII, 45). Cassio Dione (LX, 33, Ι)37, o la sua fonte, infine, trae dall'opera una circos- tanza riguardante la vita di Agrippina quando ella è moglie deU'imperatore Clau dio, affermando che era sólita salutare pubblicamente coloro che lo desidera- vano38. II saluto pubblico di Agrippina viene ricordato nella narrazione degli eventi 34. Nel 25 d.C. Tiberio aveva già rifiutato a Livilla, sorella di Germánico e vedova di Druso minore, morto nel 23 d.C, il permesso di sposare Seiano (Tac. Ann. IV, 39-41). Sull'uso délie stratégie matri- moniali da parte di Tiberio e sulla sua decisa volontà di non dare il permesso di risposarsi né ad Agrip pina né a Livilla cfr. ad esempio, M. CORBIER, Male Power and Legitimacy through Women: the Domus Augusta under the Julio Claudians, in Women in Antiquity: New Assessments, edited by R. Hawley and B. Levick, London and New York 1995, pp. 188-189· Per un commento all'intero capitolo 53 del IV libro degli Annales cfr. E. KOESTERMANN (a cura di), Cornelius Tacitus, Annalen. Band LI. Buch 4-6, Hei delberg 1965, pp. 166-168 e R. H. MARTIN - A. J. WOODMAN (a cura di), Tacitus. Annals. Book IV, New York - Port Chester - Melbourne - Sydney 1989, pp. 218-219· A. MICHEL, Tácito e il destino dett'impero, Torino 1973, pp. 130-131 osserva che, nell'utilizzo dei commentant di Agrippina minore, Tácito non ris- petta lo spirito che ne aveva animato la stesura e trae conclusioni molto diverse da quelle che doveva aver tratto Fautrice. 35. Plinio potrebbe aver utilizzato lo scritto di Agrippina anche in altre parti délia sua opera. E' pro- babile che un altro particolare personale, dettaglio private awicinabile a quello délia nascita podalica di Nerone, il doppio canino che Agrippina aveva nella parte destra délia mascella superiore, segno di buon augurio (N. H. VII, 71), derivi proprio dallo scritto autobiográfico délia donna. Sulle diverse posi- zioni degli studiosi cfr. A. A. BARRETT, op. cit., p. 199. 36. Cfr. HANSLIK, RE, IX, s. v. Vipsanius, coll. 1226-1275 e J. - M. RODDAZ, Marcus Agrippa, Roma 1994. Aveva sposato Giulia, la figlia di Augusto, dopo che questa era rimasta vedova del primo marito, M. Claudio Marcello, il figlio di Ottavia, sorella di Augusto, morto nel 22 a. C. Dal matrimonio fra Giu lia e Agrippa erano nati Gaio Cesare, Lucio Cesare, Giulia minore, Agrippina maggiore ed Agrippa Pos tumo, quest'ultimo venuto al mondo dopo la morte del padre awenuta nel 12 a.C. 37. Excerpta Valesiana p. 678. 38. Nessuno degli autori di testi monografía su Agrippina o di contributi specifici riguardanti, almeno, in parte, i suoi commentarii ha citato il brano di Cassio Dione fra quelli indicati espressamente © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., Ha antig. 18, 2000, pp. 177-190 ALESSANDRA LAZZERETTI 183 RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE del 51 d.C. come testimonianza del ruólo da lei assunto accanto a Claudio, nella connotazione fortemente negativa datane da Cassio Dione: Agrippina aveva ormai maggior potere di lui in vari settori e nessuno tenta va in alcun modo di opporlesi. Probabilmente Tácito consulto l'opéra direttamente mentre rimane difficile sta- bilire se Plinio e Cassio Dione ne abbiano fatto un uso diretto o attraverso una fonte intermedia39. I tre episodi trattati da Tácito, Plinio e Cassio Dione si riferiscono a momenti ben diversi della vita di Agrippina e dei suoi familiari: la richiesta di poter contra- rre un nuovo matrimonio fu avanzata da Agrippina maggiore a Tiberio quando la figlia aveva 11 anni40; Agrippina minore partorî Nerone nel 41 d.C. all'età di 26 anni (los. Ant. lud. XX, 149)41; dopo aver sposato, nel 48 d.C.42, quando aveva 33 anni, l'imperatore Claudio, ella assunse accanto a lui un ruólo di sempre maggior rile- vanza. Sonó tre fasi ben distinte: nella prima Agrippina è ancora la figlia di Ger mánico e Agrippina maggiore, nella seconda è la madre di Nerone, nella terza è la moglie di Claudio. Le diverse circostanze esplicitamente indicate dalle fonti come tratte dai suoi commentarii suggeriscono differenti ipotesi sui loro tempi di redazione. A giudizio di alcuni ella li compose durante il regno di Claudio, per planificare la successione del figlio, secondo altri, quando questi era già divenuto imperatore, dopo il 55 d.C, durante il periodo di forzata assenza dalla scena política43, e li pubblicô nel giro di poco tempo, per legittimarne il potere44. ALTRI BRANI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'OPERA Ci si potrebbe chiedere se altri brani, soprattutto degli Annales di Tácito, pos- sano risalire all'opera autobiográfica di Agrippina. Lo storico racconta la preghiera come derivati dall'opera. Ad esempio A. A. BARRETT, op. cit., p. 198 ribadisce che oltre a Tac. Ann. IV, 53 e Plin, N. H. 7, 46 non possediamo altre citazioni esplicite dei commentarii, pur avendo incluso il brano di Cassio Dione nell'elenco completo délie fonti letterarie su di lei, cfr. p. 213. 39· Per l'utilizzo fattone da Cassio Dione cfr. M. SORDI, Introduzione a Cassio Dione, Storia romana (Libri LVII-LXIII), Milano 1999, pp. 17 e 23. 40. Agrippina minore era, infatti, nata il 16 novembre del 15 d.C, cfr. J. HUMPREY, The three daugh ters of Agrippina maior, AJAH 4, 1979, pp. 125-143. 41. Il padre di Nerone era Lucio Domizio Enobarbo per il quale cfr. PIR2 D 128. Agrippina lo aveva sposato nel 28 d. C. per volere di Tiberio (Tac. Ann. IV, 75), che lo aveva scelto come marito per lei, «... in Domitio super vetustatem generis propinquum caesaribus sanguine... nam is aviam Octaviam et per earn Augustum avunculumpraeferebat... •> (Tac. Ann. IV, 75). 42. Dopo Lucio Domizio Enobarbo Agrippina aveva sposato, forse nel d. C, Gaio Sallustio Passieno Crispo (Plin. N. H. XVI, 242), per il quale cfr. PIR1 Ρ 109. Sui matrimoni di Agrippina cfr., ad esempio, M. CORBIER, op. cit., pp. 188-189. 43. Α. Α. BARRETT, op. cit., p. 198 elenca e discute le differenti tesi degli studiosi al riguardo. 44. H. BARDON, op. cit., p. 172. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., HP antig. 18, 2000, pp. 177-190 184 ALESSANDRA LAZZERETTI RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE di Agrippina maggiore a Tiberio (Tac. Ann. IV, 53)45 in un contesto riguardante i difficili rapporti fra la vedova di Germánico e Γ impera tore46: tutti e tre i capitoli {Ann. IV, 52-54) potrebbero derivare, in parte, dall'opera autobiográfica di Agrip pina47, che Tácito secondo alcuni citerebbe espressamente solo in un caso perché gli altri episodi erano a lui noti anche da altre fonti48. Nel capitolo precedente {Ann. IV, 52) Tácito mostra Agrippina maggiore, che, venuta a conoscenza delle accuse mosse contro la cugina Claudia Pulcra, accorre dall'imperatore e, trovatolo intento a compiere un sacrificio al padre, lo rimprovera perché mentre sacrifica vittime al divino Augusto contemporáneamente ne perse- guita i discendenti. Ella si proclama imago vera del divino Augusto, caelesti san guine ortd*9, parole che scatenano la veemente risposta di Tiberio il quale "... admonuit non ideo laedi, quia non regnaret...». In occasione dei funerali di Germánico, Tiberio era stato fortemente impressionato dalle accese simpatie che tutti mostravano verso la vedova, «... cum decuspatriae, solum Augusti sanguinem, unicum antiquitatisspecimen appellarent...» (Tac, Ann. Ill, 4, 2). Agrippina mag giore era già apparsa corne discendente dell'«ultimo sangue» di Augusto in altri due momenti fondamentali. Durante le operazioni belliche in Germania, ella, con un figlio piccolo e incinta del secondo, si rifiutava di lasciare il marito per mettersi al sicuro affermando che «... cum se divo Augusto ortam ñeque degenerm adpericula testaretur...» {Ann. I, 40, 3). Nel discorso che aveva rivolto agli amici sul letto di morte, Germánico aveva ricordato che la moglie era "... divi Augusti neptem... » {Ann. II, 71, 4), espressione usata da Tácito anche nella prima occasione in cui l'a- veva presentata {Ann. I, 33, l)50· 45. R. SYME, Tácito, Brescia 1967, vol. I, p. 367, osserva che la richiesta di Agrippina maggiore era importante per le implicazioni che avrebbe avuto un nuovo matrimonio della vedova di Germánico. Ma A. A. BARRETT, op. cit., pp. 198-199, pur rilevando la correttezza dell'interpretazione di Syme, evidenzia che le nuove nozze non ebbero luogo e, a suo giudizio, Tácito narra l'episodio, precisando che non era noto ad altre fonti, soprattutto per mostrare la sua accuratezza nel documentarsí. In generale Α. Α. BARRETT, op. cit., p. 198, non condivide l'idea che la stesura dei commentarii di Agrippina sia stata moti- vata da ragioni di carattere politico e ritiene che gli eventi narrati da lei non avessero grande significato politico: la nascita di Nerone per i piedi poteva essere stata un'esperienza traumatica per la madre ma difficilmente qualcosa che avrebbe cambiato il corso della storia di Roma. Invece, R. G. LEWIS, op. cit., p. 653 nota nr. 76, pensa che Pinterpretazione in chiave política della richiesta di Agrippina maggiore a Tiberio fosse già esplicita nell'opera della figlia e che Tácito si sarebbe soltanto limitato a riprenderla. 46. Per l'asprezza dei rapporti tra Tiberio e Agrippina cfr. anche Suet. Tib. LUI. 47. E' l'opinione, ad esempio, di S. WOOD, Memoriae Agrippinae: Agrippina the Elder in Julio-Claudian Art and Propaganda, AJA 92 (1988), p. 424. R. G. LEWIS, op. cit., p. 655 evidenzia come sia difficile dire in quale misura derivino dai commentarii di Agrippina minore i brani tacitiani riguar- danti le difficoltà fra Agrippina Maggiore e Tiberio, nonché le vicende di Nerone maggiore e Druso mag giore negli anni del principato di Tiberio che seguirono la morte di Livia e videro l'ascesa di Seiano. 48. Secondo S. WOOD, op. cit., p. 424. 49- Per l'idea dinástica della discendenza da Augusto cfr. J. GAGÉ, Divus Augustus. L'idée dynasti que chez les empereurs julio - claudienne, in Rev. Arch. 34, 1931, pp. 18. 50. Per il leit-motiv di Agrippina maggiore presentata negli Annales di Tácito come ultimo sangue di Augusto cfr. C. QUESTA, Studi sulle fonti degli Annales di Tácito, Roma I960, p. 145 e nota nr. 60. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., Ha antig. 18, 2000, pp. 177-190 ALESSANDRA LAZZERETTI 185 RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE Nel capitolo successivo (Ann. IV, 54) si narrano, invece, le manovre ordite da Seiano per metiere in guardia Agrippina maggiore dal partecipare ai ricevimenti di Tiberio, facendole credere, tramite persone che le si fingono amiche, che questi sta pensando di awelenarla; durante un banchetto ufficiale ella non tocca cibo e passa direttamente ai servi, senza accostarle alla bocea, délie mêle offertegli personal mente dall'imperatore. Tiberio non le rivolge parola ma dice a Livia che non si sarebbe meravigliato se fosse stato costretto a prendere qualche severo prowedi- mento contro colei dal quale era accusato di veneficio51. La derivazione di questi passi (Ann. IV, 52 e 54) dai commentarii di Agrippina potrebbe trovare una conferma nel brano in cui Topera autobiográfica è espressa- mente citata. La figlia deve aver difeso la madre, parlando dei difficili rapporti che Agrippina maggiore aveva con Tiberio, di fronte al quale ella insisteva sul suo cae- lestis sanguis e sulla sua discendenza dal fondatore dell'impero. La figura della madre deve essere stata per Agrippina minore un importante punto di riferimento ed è stato osservato come ella tendeva a dare di se un'immagine modellata su que- 11a di Agrippina maggiore52, per attirare simpatía per le proprie sorti, presentandosi come vera discendente di Augusto. Da questi brani si evincerebbe che lo scopo di Agrippina minore con la ste- sura di quest'opera era, tra l'altro, quello di confutare ogni scusa addotta da Tibe rio per giustificare il suo comportamento nei confronti della famiglia di Germánico e di gettare discredito su colui che era stato il principale nemico dei suoi genitori e dei suoi fratelli53, in particolare, tra essi, di Nerone maggiore e Druso maggiore54. Del suo rapporto con la famiglia di Germánico l'imperatore doveva aver dato la propria versione nella sua opera autobiográfica. Suetonio sostiene (Tib. LXI), infatti, che Tiberio, nel suo commentarius de vita sua^, aveva osato scrivere di aver ucciso Seiano, punendolo dopo aver scoperto il suo odio nei confronti dei figli di Germánico, mentre proprio lui aveva fatto uccidere uno di essi quando Seiano era già in disgrazia, e l'altro quando era già caduto56. Indipendentemente dal problema se vi fosse nelPopera autobiográfica di Tiberio una tendenza apologética o se egli 51. La circostanza è raccontata anche da Suetonio (Suet. Tib. LUI). 52. Cosí come awiene ad esempio nelle arti figurative, cfr. S. WOOD, op. cit., pp. 423-424. 53. R. SYME, L'aristocrazia augustea, Milano 1993, p· 209. 54. Per i fratelli maggiori di Agrippina e le responsabilità di Tiberio nella loro morte cfr. infra. 55. PETER, HRR, II, CXVIIII e p. 92. Secondo Suetonio (Tib. LXI) lo scritto era redatto in latino «. ..sum- matim breviterque... », awerbi che si ritiene comunemente indichino delle memorie scritte per sommi capi, ma cfr. R. G. LEWIS, op. cit., p. 693 per una diversa interpretazione, in particolare di summatim. 56. Si tratta dei due figli maggiori di Germánico e Agrippina. Il primo, Nerone maggiore, era stato relegato a Ponza, dove, nel 31 d. C, fu costretto a suicidarsi dal carnefice che, come se fosse stato inviato dal Senato, gli mostró gli strumenti con il quale lo avrebbe ucciso (Suet. Tib. LIV). Il secondo, Druso maggiore, fu rinchiuso nelle segrete del Palatino, dove, private degli alimenti, si spense per inedia nel 35 d. C. (Suet. Tib. LIV. Tac. Ann. VI, 23-24). Per le loro morti cfr. PIR2 I 220, PIR2 I 223, E. NOE', op. cit., p. 168 e W. ECK, op. cit., p. 37. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., W antig. 18, 2000, pp. 177-190 186 ALESSANDRA LAZZERETTI RIFLESSIONI SULL'OPERA AUTOBIOGRÁFICA DI AGRIPPINA MINORE avesse voluto solo dare un breve resoconto del suo principato57, uno degli intenti con cui Agrippina scrisse i suoi commentarn potrebbe essere stato proprio quello di mettere nella giusta luce quanto l'imperatore aveva sostenuto nella sua autobio grafía riguardo alie vicende di Germánico, Agrippina maggiore e dei loro figli58. Anche il particolare della nascita podalica di Nerone potrebbe rientrare nella volontà da parte di Agrippina di far emergeré nei suoi commentarn il solus Augusti sanguis. Ricordandone la venuta al mondo per i piedi, generalmente valutata come un evento che ella aveva raccontato per il trauma che le aveva causato59, Agrippina potrebbe, invece, aver voluto accomunare il figlio al bisnonno Agrippa60, dal cui matrimonio con Giulia, la figlia di Augusto, aveva avuto origine il ramo giulio della dinastía imperiale da cui Nerone discendeva. Agrippina collegava, cosí, la nascita podalica con il diritto all' Imperium, diritto che Nerone avrebbe avuto non solo come progenie del sangue di Augusto, ma anche come discendente del successore da lui designate In tal caso quello che era generalmente ritenuto un presagio nega tivo61, nascere per i piedi, sarebbe divenuto, nella propaganda di Agrippina in favore del figlio, un augurium da interpretare positivamente. A mió awiso non si spiega altrimenti perché ella ne avrebbe parlato62, soprattutto se si confronta questo con altri segni, in questo caso di buon augurium, ricordati da altre fonti. Potrebbe derivare dai commentarn di Agrippina63 una notizia positiva riferita da 57. A favore della tendenza apologética cfr. C. QUESTA, op. cit., p. 191. Ε. NOE', op. cit., p. 168; contro R. G. LEWIS, op. cit., p. 655. 58. Secondo R. G. LEWIS, op. cit., p. 655 la propaganda del ramo giulio della dinastía imperiale doveva costituire uno dei temi principali dei commentarii di Agrippina. Per il valore della propaganda del ramo giulio della famiglia imperiale cfr. ad esempio V. TRILLMICH, Familienpropaganda der Kaiser Kaligula und Claudius. Agrippina maior und Antonia Augusta auf Münzen, Berlin 1978, p. 185. 59. A. A. BARRETT, op. cit., p. 198. 60. La discendenza di Agrippina da Agrippa è messa in rilievo da Cassio Dione (LXI, 14, 1) che, al momento della morte, la definisce «...t| ου τού κιναμρεΓρ,ητάγυθ fi ού ου τππΊρς,όγνοΑγγε ή ου του τσυογύΑ .ςονο.γόπα.» 61. Appare tale anche nella formulazione di Plinio (N. H. Vil, 45-46). Agrippa è «... únicopropefelici- tatis exemplo in omnibus ad hune modum genitis... » ma l'affermazione viene subito corretta da una lunga serie di elementi negativi: dopo un'infanzia infelice aveva trascorso la sua breve vita in guerra, era stato tor- mentato dalle infedeltà della moglie, aveva dovuto sottostare ad Augusto ed aveva, infine, lasciato una dis cendenza funesta per il mondo. Anche lui, quindi, «... luisse auguriumpraeposteri natalis existimatur... ». 62. Secondo R. G. LEWIS, op. cit., p. 653 le possibili interpretazioni della menzione della particolare nascita di Nerone, anche in rapporto ai tempi di stesura dell'opera, sono due: Agrippina puô averia rite nuto di cattivo augurium e averia ricordata solo se compose i suoi commentarii quando i rapporti fra lei e il figlio erano ormai deteriorati, oppure, non le attribuiva una connotazione negativa e l'aveva citata per sottolineare il suo légame con il figlio nei momento in cui Nerone cominciava a staccarsi da lei. 63- Suetonio, che narra frequentemente prodigi, non fa cenno nella biografía di Nerone alla nascita podalica: questo ha fatto pensare che egli non abbia utilizzato direttamente i commentarii di Agrippina ma abbia tratto le sue informazioni da una fonte intermedia, cfr. R. G. LEWIS, op. cit., p. 654. Ma bisogna ricordare che il biógrafo, in qualità di ab epistulis (Hist. Aug. Hadr. 11, 3), a studiis e a bybliothecis, come è attestato da un'epigrafe rinvenuta a Hippo Regius per la quale cfr. Ε. MAREC - H. G. PFLAUM, Nouvelle inscription sur la carrière de Suétone l'historien, in Contemptes rendus de 1 Académie des Ins criptions et Belle Lettre, 1952, pp. 76-85, aveva accesso diretto agli archivi imperiali. © Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., Hä antig. 18, 2000, pp. 177-190
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