ria degli Angeli si stava ordinando una mostra d'arte cristiana: pavimenti di musaico bianco e nero, simili a quelli, che abbiamo visto in alcune parti delle terme di Caracalla. Negli appartamenti inferiori, sono state l'a. deplora di dover ripartire da Roma, senza poter attenderne riportate alla luce belle pitture e musaici del tempo di Traiano. Si spera, l'inaugurazione. proseguendo gli scavi, di trovare parecchie altre fabbriche importanti. Il Ca Il 17 gennaio egli visita la via Appia ed i suoi monumenti valiere Guidi, con gentilezza grande, si mise a nostra disposizione, per mo strarci quelle sue ricchezze. Soltanto a Roma si trova quella urbanità squisita pagani e cristiani: una malattia di G. B. de Rossi ha privato l'a. e quell'amabile zelo. Difatti, i ricchi proprietari non tengono per sé soli i della guida di lui nel cimitero di Callisto. tesori delle loro gallerie e dei loro musei, con gelosa cura, ma sono lieti di Il 18 gennaio, nella mattinata, assiste alla cappella papale e farne approfittare il pubblico, mettendoli a sua disposizione ». nel pomeriggio assiste ai vespri in S. Pietro; nella serata, va a vedere le luminarie per le strade di Roma. L'amico A. M. Colini, che qui ringrazio, mi ha indicato, per Il 19 gennaio, a Sant'Andrea delle Fratte, sua parrocchia, l'a. l'argomento, The ruins and excavations of ancient Rome di Ro interviene al triduo in onore della «Madonna del Miracolo», DOLFO LANCIANI (Macmillan and Co., London 1897), dove, alle durante il quale il padre generale dei Minimi parla della conver pp. 535-536 si trovano due illustrazioni degli scavi Guidi ed utili sione del « povero » Alfonso Ratisbonne. rimandi bibliografici. Sotto la data del 20 gennaio, troviamo la descrizione di una Il 21 gennaio, l'abbé Rolland, nella mattinata, va a Sant'Agnese visita agli scavi diretti da Pietro Rosa, nei giardini Farnese sul fuori le mura, assiste alla benedizione degli agnelli, destinati a Palatino, che Napoleone III aveva comprato dai Borboni di Na fornire la lana per i pallii arcivescovili e visita il cimitero sotter poli: visita fatta nel giorno di S. Sebastiano, venerato su quel raneo; nel pomeriggio, si reca alla chiesa della Santa a piazza colle. Si passa, poi, alle terme di Caracalla e si menziona il Circo Navona. Massimo, del quale, ancora, non sono visibili, che pochi mattoni, Il 25 gennaio, l'a. va a S. Paolo fuori le mura, per la festa presso il cimitero ebraico. della Conversione dell'Apostolo; poi, si spinge fino alle Tre Fon Traduco il passo seguente (pp. 111-112) che mi sembra possa tane, dove sono in corso i restauri e si sta collocando, nel pavi destare qualche interesse: mento della chiesa di S. Paolo, il musaico delle quattro Stagioni, proveniente dagli scavi d'Ostia. «Mons. Nogret [vescovo di Saint-Claude] ci spinse fortemente a far visita al cavaliere Guidi. Questo dotto, ispettore onorario dei Monumenti « Il papa ha insediato, nel 1868, nel contiguo monastero, dei Trappisti antichi di Roma, possiede una vigna, che, in passato, dipendeva dalle terme francesi, con la missione di bonificare la· zona, funestata dalle febbri. I primi di Caracalla, ed egli vi fece eseguire alcuni scavi. Egli sapeva che, prima religiosi furono ben presto vittime della malaria; ma altri loro confratelli ( ... d'essere occupato dalle terme, quel terreno era stato occupato dai famosi presero tl loro posto. Il buon monaco, che ci faceva da guida ci disse, che l giardini del celebre oratore Asinio Pollione, al tempo d'Augusto, ed egli la febbre mieteva già meno vittime, grazie ai lavori importanti, che essi {· sperava di ritrovare qualcuno dei monumenti o delle statue che lo avevano hanno eseguito. Pio IX, da vero padre, ha messo a loro disposizione una decorato. Non s'ingannò nelle sue congetture e ben presto scoprì i resti d'un proprietà, sulla via per S. Giovanni in Laterano ed essi, nella estate, ven bell'edificio: resti, che si trovano molto sotto il livello delle terme. Quando gono a respirare l'aria pura e fortificante. Prima di rientrare in città, ho 't Caracalla estese le proprie terme fino a quei giardini, fece demolire gli splen voluto visitare l'Emporium, antico deposito di marmi, la cui scoperta si deve didi edifici, che Asinio Pollione vi aveva fatto costruire, ma non si ritenne al dotto archeologo Pietro Ercole Visconti. Da Tito Livio sapevamo, che neces.sario asportarne ogni avanzo: ci si contentò di spianarli al livello della l'antico arsenale marittimo di Roma si trovava sulla sponda sinistra del Te nuova fabbrica e di riempire i vani con i materiali delle demolizioni. Difatti, vere, ai piedi dell'Aventino. Bastò che il Visconti indirizzasse le esplorazioni tutte le camere scoperte finora, sono completamente piene di rottami, fra i lungo la sponda del fiume e, nello sp~io di quaranta-cinquanta metri dal quali si sono trovati i bei frammenti degli stucchi, che avevano ornato le l'acqua, fin dai primi giorni, mise in luce centoventi grandi blocchi di marmo pareti e le volte. Sopra le volte, sfondate, per lo più, si notano i resti dei africano, caristio, milesio e di porta santa, cinquecento frammenti di giallo '.< 242 243 .,r ~·~ ....l ~:r antico e di serpentino, ed una considerevole quantità di pezzi di rosso antico, SCAMPAGNATE POPOLARI, VERSI D'OCCASIONE, d'alabastro, di brecce, di verde antico. Gli scavi, che ancora continuano, rivelano, una dopo l'altra, le banchine di sbarco, molto ben conservate, DEDICHE SIGNIFICATIVE, POLEMICHE EPIGRAFI ognuna munita d'un grosso blocco di travertino, forato per ormeggiare le navi. Altri blocchi di maggiori dimensioni e di marmi più pregiati, alcuni rifiniti, persino una colonna del diametro di un metro e mezzo e della lun Esultanza laica per la «Breccia» ghezza di venti metri, sono stati trovati. Pio IX ha già potuto ornarne gran parte delle chiese di Roma e tutto fa supporre che questa cava sia inesauri bile. Il commendatore Visconti pensa, che forse se ne troveranno anche ad Ostia. Come mai una così grande quantità di marmi si è potuta raccogliere in questo luogo e come mai se ne è potuta ignorare l'esistenza fino al regno di Pio IX? Ecco la spiegazione, caro amico, molto semplice e molto esatta, Nell'immediato dopoguerra, i partiti politici in continua oppo raccolta da me sul luogo stesso. Una legge fiscale di Roma esigeva, che ogni sta tensione, la ricorrenza della «presa» di Roma diede spesso nave di commercio che partisse per un lungo corso, dovesse riportare, come zavorra, esclusivamente dei marmi preziosi, i blocchi dei quali, per cura dei origine, proprio come era accaduto in periodo di Legge delle gua governatori romani, si trovavano pronti in anticipo, nei porti dell'Africa e rentigie, a violente polemiche giornalistiche, e a qualcosa di peggio. dell'Asia. All'epoca della decadenza, non avendo più gli imperatori l'agio Eravamo con la folla sotto il monumento del Morbiducci, nei giorni o il gusto d'impiegarli in costruzioni monumentali, i blocchi si ammontic chiarono così, lungo le sponde del fiume, dove li si sbarcava. Le ricchezze critici che avevano visto la maggioranza parlamentare dare voto oggi riunite in questo luogo ammontano a parecchi milioni. La popolazione contrario alla proclamazione del XX Settembre festa nazionale, e di Roma diminuì notevolmente, a causa delle ripetute incursioni dei barbari l'amarezza ci riempi l'animo, confrontando quella giornata con i, e non si contavano più che una decina di migliaia d'abitanti nei quartieri vicino alla "Marmorata ". Le inondazioni del Tevere si succedettero e copri 20 settembre della nostra infanzia, allorché i genitori, di buon mat rono quei marmi di spesso fango, che, in breve tempo, li nascose comple tino, ci destavano per condurci alla breccia e farci assistere al tamente. Poiché erano diventati inutilizzabili, se ne dimenticò l'esistenza: « passo di corsa » dei bersaglieri che sfilavano tra gli applausi non era rimasto che un vago ricordo della "Marmorata" dei Romani e ci volle l'impulso dato da Pio IX a tutti i lavori artistici ed archeologici per affettuosi della folla entusiasta. Nulla di sacrilego: nient'altro che farla uscire dall'oblio. Il papa va spesso a visitare quei lavori e si compiace un doveroso, sentito omaggio patriottico. Eppure il fascismo d'incoraggiare il dotto archeologo che li ha intrapresi e di rallegrarsi con lui. proibl, soprattutto in conseguenza del Concordato. Ho potuto portar via alcuni di quei preziosi frammenti: uno di essi è del Divennero tempi perduti quelli, e favolosi addirittura dovettero marmo che Pio IX ha scelto per erigere la colonna del Concilio sul Gianicolo, presso la chiesa di S. Pietro in Montorio » (pp. 116-118).1 sembrarci gli altri ancor più remoti di cui ci avevano parlato i nonni. Anni felici, che videro i romani recarsi in massa presso la Bisogna dire che l'abbé Rolland avesse una resistenza straor Porta e passarvi quasi l'intera giornata. Si era in aperta campagna, dinaria alla fatica, perché egli volle recarsi ancora, prima del tra allora, e nei pressi della villa Patrizi si ballava, si cantava, le canzoni monto, al Pincio, per salutare dall'alto la città, che egli si pre d'ogni specie si cantavano. Gli osti, i porchettari, i cocomerari parava a lasciare prossimamente. facevano affari d'oro, e non mancavano i palloni aerostatici di carta, tanto in voga, che compivano il loro primo ed ultimo volo GIOVANNI INCISA DELLA ROCCHETTA portando paciosamente su nel cielo le scritte più ingenue, le alle gorie più innocenti. Ma la spinosa questione era tutt'altro che defi nita e qualcuno o qualcosa finiva sempre per intorbidare le acque. 1 Filippo Magi ha scritto su Il monumento commemorativo del Con Chi aveva dovuto sgombrare il campo non si rassegnava alla cilio Vaticano I, nel numero di gennaio-febbraio 1962 di «Studi Romani» (pp. 25-30), corredando l'articolo di numerose ed interessanti illustrazioni. resa definitiva. Opuscoli, tomi e volumi partigiani vennero alla 244 245 16 .. .,.,. -"( __ luce, e acerbe provocazioni e acrimoniose risposte comparvero con Pia è ricordata da un'edicola e lapide sulle mura e da una colonna frequenza eccezionale sulla stampa quotidiana, come - una prova sul corso adiacente. Dunque la epigrafe dettata dal Bovio doveva tra mille - questo asterisco da« Il Telegrafo » del 31 luglio 1881 essere un'aggiunta, alcunché di diverso nella iniziativa e nel signi che abbiamo sott'occhio. ficato, a quel che esprime l'intatto monumento commemorativo. « Sentite quant'è amaro Don Margotto; si direbbe quasi che il Alle parole. Sono appunto esse che confermano l'ovvia ipotesi. Al caldo non gli dà addosso: Roma senza il Papa sarebbe un cadavere, ricordo dell'evento storico, aggiungono l'offesa al magistero reli priva cioè di vita e di gloria; e l'Italia senza i clericali, sarebbe un gioso universale che da Roma rifulse e splende tuttavia ad asserto deserto, o forse anche un manicomio, secondo la poco nobile frase e difesa della civiltà cristiana. La quale pensa ed attua il diritto di del Casaretto, che nella Camera dei deputati disse ,, Noi siamo tutti libertà così che l'uno, per virtù dei "fati " non soggiaccia all'arbi matti". Teniam dunque fermi in Roma i clericali e il papa - con trio della forza, e l'altra si tramuti in anarchia o pieghi alla tiran cludeva ironicamente quel cronista - e se volessero andarsene, nide. Sventure queste che non dovrebbero aver più posto nella leghiamoli stretti ... colle salsiccie ». società, non rivedere la luce del sole, restarsene celate nel loro Arrivata una seconda « liberazione » di Roma, dopo il recente nascondiglio, se mai ne avessero uno ». conflitto mondiale, anche in questo settore, come dicevamo, si Dove si dimostra, a parte il linguaggio improprio e gli svarioni vollero riguadagnare certe posizioni perdute, ed alcuni, per la gran romanistici veri e propri (parliamo per l'uno e per l'altro quoti corsa, perdettero la lena e n'ebbero velati gli occhi. Spiegazione diano), che non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, dato che che, da sola, può giustificare l'ameno trafiletto che « L'Osservatore dal 20 settembre 1895 l'epigrafe non si è mai mossa da dove si Romano » fini per regalarci il 7 luglio 1944. Eccolo in tutta la trova tuttora, incisa com'è sulla base della colonna commemorativa sua integrità. sopra citata. Ma il bello si è che, alla stessa data, proprio I'« Italia « Italia Nuova » scrive: « In prossimità della storica breccia Nuova » ribatteva: «Italia Nuova, che ha ripreso oggi la sua di Porta Pia esisteva una lapide dettata da Giovanni Bovio: pubblicazione dopo una forzata sosta di vari giorni, non può aver " Quando all'universalità del diritto - due volte romanamente pubblicato il trafiletto a lei addebitato dall'Osservatore Romano in affermato - i fatti aggiunsero - la coscienza libera - dell'età nova - data 7 luglio per il ripristino della lapide di Giovanni Bovio a per questa breccia l'Italia rientrò in Roma". La lapide in parola Porta Pia. Non ci riguardano pertanto né il testo citato, né il com ora non esiste più. Quando è stata rimossa? Per ordine di chi? mento ». Amen. -i Questa segnalazione, che viene fatta da un nostro amico, dovrà All'infuori e al di sopra di queste diatribe, ha sempre conti ~~· " essere presa in seria considerazione dalle competenti autorità capi nuato a manifestarsi nei confronti della breccia, e per grazia di Dio l'f I~~ toline perché la lapide deve essere rimessa al suo posto, deve rive non s'è ancora del tutto affievolita, una schietta esultanza popolare, K dere la luce del sole, deve uscire dal nascondiglio ove è stata condivisa del resto fin dall'inizio e alimentata da artisti, poeti, celata ». uomini illustri. Versi e prose che hanno quasi sempre anticipato « Ci giunge nuova, confessiamolo candidamente, e l'esistenza le memorie militari e le opere di critica storica, compilate da Raf di una simile lapide - continuava e commentava l'organo vati faele Cadorna o dal gesuita Curci, dal Bonetti o dal colonnello cano - e la sua misteriosa rimozione. Ma posto che si voglia Vigevano. prendere la cosa in seria considerazione, ci sembra giusto all'uopo Il primo in ordine di tempo è forse Edmondo De Amicis, che rifarci insieme ai fatti e alle parole. Ai fatti. La breccia di Porta entra in Roma al seguito delle truppe italiane, come risulta dai 246 247 ... :t • .. ._,~~ .. ~ Ricordi del 1870-71, i quali, secondo la nobile intenzione dell'au migliorare le condizioni morali e materiali del Paese ». Sottoscrit tore altro non vogliono dire «al lettore che una cosa: Ama il tuo tori, per la presidenza provvisoria, il conte Luigi Pianciani, Ales paese e lavora». Ma anche le pubblicazioni più impensate, sebbene sandro Carancini, Alessandro Castellani, Augusto Lorenzini e il molto significative, vedono la luce per l'occasione. Pietro Isola, ad conte Luigi Amadei. esempio, pubblica a Novi Ligure la Roma descritta da Giorgio Poi, durante i successivi anni di Roma Capitale, pubblicazioni, indirizzi, cerimonie e manifestazioni, relative a quest'ultimo atto Lord Byron nel Pellegrinaggio del Giovine Aroldo, brani tratti dall'anglico idioma, dichiara il traduttore, «ora che Roma, dopo del nostro Risorgimento, si rarefanno, si diluiscono, per ricevere nuovamente linfa ed impulsi in occasione dell'anniversario del ben oltre dieci secoli di morta esistenza, risorge madre augusta 1895. Al solito: volumi, strofe, epigrafi, monumenti. Ugo Pesci ci della grande italiana famiglia e per la terza volta maestra al mondo dice come eravamo entrati a Roma, Emma Ferodi ci dà una meti di rinnovellata civiltà»; mentre Luigi Morandi dedica «Ai romani colosa cronistoria della Roma Italiana, dal 1870 al 1895, e Mario che vendicheranno l'onte nuove del vecchio servaggio», l'edizione Rapisardi un'ode, XX Settembre, che preludia con questi enfa fiorentina dei Duecento Sonetti in dialetto romanesco di G. G. tici versi: Belli, da lui curata. Da questa breccia, onde nell'arduo covo Né mancarono poetastri esimi, come certo Nicolino Marmo, treman le arpìe d'odio e d'errar nutrite, che, sia pure nel '77, a Salerno, dà alle stampe la Roma Liberata - luminoso prorompe il secol novo: popoli, udite. Poema satirico-giocoso, del quale riportiamo la prima delle innu merevoli e irriverenti strofe: Nel medesimo anno, ad iniziativa della Società per il Bene Canto l'armi pietose e il Maresciallo Economico di Roma, e «con offerte di tutta Italia», si inaugura che a Pietro confiscò scettro e predella: la colonna commemorativa sormontata dalla vittoria alata e collo molto a piedi egli oprò, molto a cavallo, cata proprio nel bel mezzo del viale già folto di platani. Ai piedi niente sofferse in questa parte o in quella; pur fece, ad ogni modo, un grande acquisto del monumento due corone di bronzo, una offerta dagli studenti mandando a spasso il successor di Cristo! delle scuole secondarie d'Italia, l'altra dai ferrovieri di tutta Italia, purtroppo scomparse entrambe dopo che la colonna, a causa della Lungo sarebbe parlare dei frutti del risveglio generale venutosi costruzione dei sottovia veicolari, ha dovuto subire un ulteriore e a creare con la riunione di Roma all'Italia, di quella febbre di speriamo definitivo trasloco sui gradini che portano al prospetto iniziative che, nata in periodo euforico dal bisogno di riguadagnare marmoreo. Sul piedistallo l'epigrafe famosa di Giovanni Bovio, il tempo perduto, fece sì che in alcuni tempi - leggi edilizia - si proprio quella che il redattore dell'« Osservatore» non riuscirà a oltrepassasse il segno. Anche qui basterà un umile esempio tra trovare: Quando - all'universalità del diritto - due volte romana mille: la costituzione di un Circolo Romano che, « in quella fede mente affermato -i fati aggiunsero -la coscienza libera dell'umanità unitaria, della quale la liberazione di Roma è la più splendida nova - per questa breccia -l'Italia rientrò in Roma. affermazione » - come stabiliva lo Statuto provvisorio, datato È nota a tutti la metamorfosi operata da questo « rientro » ita appena 25 settembre 1870 - si proponeva «di mantenersi in liano nella vità, nell'ambiente romani. Con la «breccia » la Roma fratellevole corrispondenza con tutti i Circoli, ed associazioni Ita del Belli era morta; l'anno dopo avrebbe visto la luce Carlo Alberto liane, che nel legale esercizio dei diritti popolari corrispondono a Salustri, più universalmente conosciuto col nome indimenticato di 248 249 ....,, :(. Trilussa. Ma è una evoluzione, quella di Roma-Capitale, di Roma APPENDICE EPIGRAFICA SULLA « BRECCIA » DI PORTA PIA metropoli, che attende ancora di risolversi nel più razionale dei Nel cinquantesimo anniversario del 20 settembre 1870, il Comune, già modi, di esprimersi in tutta la completezza, la vastità, pretese dalle da tempo restaurate le mura, fece innalzare un dignitoso prospetto marmoreo, moderne esigenze. Infatti la celebrazione centenaria trova oggi proprio là dove era stata aperta la «breccia» (attuale Corso d'Italia). In tre la città in piena crisi di sviluppo, nella congestione di un traffico scomparti vennero cosl collocate le lapidi apposte in diversi periodi per consacrare l'avvenimento, e le cui epigrafi si riportano qui di seguito, rispet emblematico, che dice cioè da solo tutta la sperequazione tra i tando l'ordine cronologico. mezzi a disposizione, lo scarso impegno dei reggitori, i bisogni L'ESERCITO ITALIANO effettivi della popolazione. ENTRA VA VITTORIOSO DA QUESTE MURA Restano quelle epigrafi (che, per buona memoria, abbiamo IL · XX SETTEMBRE MDCCCLXX · COMPIENDO I LUNGlll VOTI DEI ROMANI tutte riportato in appendice a questa nostra nota, dopo averle tra ED ASSICURANDO ALL' ITALIA IL POSSESSO DELLA SUA CAPITALE scritte direttamente) e il monumento al Bersagliere, successiva mente innalzato sulla piazza di Porta Pia, a simboleggiare le aspi IL COMUNE A RICORDO PERENNE DEL FATTO razioni di coloro che hanno sognato, al di fuori e in aggiunta al POSE IL IV GIUGNO MDCCCLXXI centro universale del cattolicesimo, l'avvento di una Roma civil * mente laica, riflesso diretto di maturata coscienza civica. Un disegno perseguito con la tenacia dell'apostolato dagli uomini del nostro I NOMI DEI SOLDATI ITALIANI Risorgimento, tra i quali Giovanni Costa, meglio conosciuto come CHE LA UNITA DELLA PATRIA Nino Costa, un romano che non è stato ancora messo sul piedistallo SUGGELLANDO COL SANGUE CADDERO GLORIOSAMENTE dei grandi, come merita invece per le eccezionali qualità morali del IL XX SETTEMBRE MDCCCLXX carattere e la forza espressiva e anticipatrice della sua arte. LA GUARDIA NAZIONALE DI ROMA ALLA STORIA Combattente nel 1848, protagonista della difesa di Roma nel CONSACRA '49 (nella sua casa di S. Francesco a Ripa pose Garibaldi il suo PAGLIARI GIACOMO CASCARELLA EMANUELE RIPA ALARICO CANAL LUIGI quartier generale), Costa tornò a combattere nel '59 per l'unità BOSI CESARE MORRARA SERAFINO italiana, per riprendere poi a cospirare, e all'occasione ad imbrac VALENZIANI AUGUSTO FERRETTO PIETRO PAOLETTI CESARE RISATO DOMENICO ciare il fucile, fino all'avvenuta liberazione di Roma. Il 20 settem LEONI ANDREA IZZI PAOLO GIANNITI LUIGI RAMBALDI DOMENICO bre 1870 fu tra i primissimi ad entrare nella città, accanto al BONEZZI TOMMASO CALCATERRAANTONIO ROMAGNOLI GIUSEPPE BERTUCCIO DOMENICO tenente Augusto Valenziani, anch'egli romano, col quale aveva COMPAGNOLO DOMENICO ALOISIO VALENTINO vigilato sul Gianicolo nel '49. E quando il Valenziani, colpito da TUMINO GIUSEPPE XHARRA LUIGI DE FRANCISI FRANCESCO PARILLO GIACOMO una palla alla testa, gli cadde morente fra le braccia, egli, abbrac PLAZZOLI MICHELE GAMBINI ANGELO AGOSTINELLI PIETRO ZOBOLI GAETANO ciandolo, in quei momenti di passione rovente seppe sussurrargli METRICCIANI ACHILLE MARTIN! DOMENICO soltanto queste parole, sospese tra cielo e terra, in una aspirazione SANTUNIONE TOMMASO MARABINI PIO THERISOD LUIGI DAVID CARDILLO BENIAMINO di immortalità: « Ringrazia Iddio che ti fa morire cosl!. .. ». E a IACCARINO LUIGI GIOIA GUGLIELMO CORSI CARLO TURINA CARLO sua volta si gettò nuovamente all'assalto. SANGIORGI PAOLO ZANARDI PIETRO MATTESINI FERDINANDO CAVALLO LORENZO BOSCO ANTONIO BIANCHETTI MARTINO MADDALENA DOMENICO RENZI ANTONIO LIVIO ]ANNATTONI SPAGNOLO GIUSEPPE '·' f.' ....... -'"i"" * DOPO CINQUE LUSTRI DA CHE LA LIBERTÀ DEL PENSIERO E L'AUTORITÀ DELLA FEDE SOTTO EQUE LEGGI IN ROMA CONVIVONO ITALIA FAUSTAMENTE CONSACRA QUESTE MURA BAGNATE DAL SANGUE DEI FIGLI CHE L'URBE ANTICA . META E CAPO DELLA PATRIA REDENTA RIVENDICARONO XX SETTEMBRE MDCCCVC * Nella parte inferiore del prospetto corre un fregio in bronzo, nel quale i gladi si alternano a targhe che recano inciso: ITALIA MDCCCXLVIII - MDCCCXLIX MDCCCLIX MDCCCLX MDCCCLXVI MDCCCLXVII MDCCCLXX ROMA Sulla base della colonna commemorativa (« Ing. Arch. Carlo Aureli » ), ora posta dinanzi alla grande edicola, si legge invece l'epigrafe del Bovio: XXV ANNIVERSARIO xx DEL SETTEMBRE -Mo=D,.-,c"'c"'c""L=x=x QUANDO ALL'UNIVERSALITÀ DEL DIRITTO DUE VOLTE ROMANAMENTE AFFERMATO I FATI AGGIUNSERO LA COSCIENZA LIBERA DELL'UMANITÀ NOVA PER QUESTA BRECCIA L'ITALIA RIENTRù IN ROMA Sulla opposta facciata della base: LA SOCIETÀ PER IL BENE ECONOMICO DI ROMA CON OFFERTE DI TUTTA ITALIA «Castello» tra Pio IX e Vittorio Emanuele Un comune come tanti dello Stato Pontificio e in particolare della « Provincia di Roma e Comarca », quello di Castel Gan dolfo nel '70, negli ultimi mesi della dominazione papale. Ma aveva di diverso, dal punto di vista amministrativo, la dipendenza dalla Prefettura di SS. Palazzi Apostolici; e questo per il fatto di essere plurisecolare sede delle villeggiature pontificie. Vero è che circostanze varie - i garibaldini di Mentana, il colera del 186 7, le complicazioni internazionali degli anni seguenti - ave vano indotto Pio IX a rinunciare a tale rituale villeggiatura. L'ultima volta che il Santo Padre s'era visto a Castello, era stato alla fine di maggio del '69, ma solo di sfuggita, per andare a presenziare le manifestazioni centenarie del Crocifisso a Nemi e passare in rivista a Galloro gli « squadriglieri » reduci dalle ope razioni contro i briganti al confine napoletano.1 L'assenza del papa, e della sua corte ovviamente, faceva rista gnare non poco la vita dell'antico borgo, a picco del lago Albano: una vita di cui le superstiti carte ottocentesche di quell'archivio comunale ci danno un quadro più che sufficiente a sottolineare il carattere tutto paesano e locale, anche se non erano mancati ai Castelli negli ultimi tempi certi ribollimenti piuttosto male accetti al paterno governo di Sua Santità.2 Non che Antonio Cicinelli, 1 R. LEFEVRE, L'ultima visita di Pio IX ai Castelli Romani, in « Ca stelli Romani», 1969, n. 7. 2 Una sommaria ricognizione recentemente compiuta dal sottoscritto ha consentito di rinvenire - in condizioni gravemente precarie - una parte dell'antico archivio papale del Comune di Castel Gandolfo. Si tratta di serie molto frammentarie, ma di certo interesse documentario, risalenti al sec. XVII. Il cortile del palazzo Venezia. Di esse si sta provvedendo ad una provvisoria inventariazione e sistemazione che valga a renderle consultabili. (Felix Benoist del.) 253 ..... .:r· priore della « Illustrissima Comunità », non avesse motivi di dale di S. M. della Pietà di un giovane demente del luogo, l'ap preoccupazione e grane di vario genere, stretto come era dal ri palto per l'accensione di lampioni, la nomina del guardiano cam gido controllo dell'Eminentissimo Prefetto dei SS. Palazzi Apo pestre, l'appalto delle bilance e misure, quello della cava di poz stolici (non poche le delibere del Pubblico Consiglio da lui re- zolana, le pagelle « ossiano statini » dei contribuenti della dativa reale, la nomina del chirurgo condotto, la liquidazione delle spese sostenute per alloggi e trasporti militari, la richiesta alla Congre gazione speciale di Sanità di « una penna con tubetto di pus vac cino ». C'era stata la protesta di un concittadino per due chia - N_.:._:__ viche trasformate in « latrina puzzolentissima per l'abuso che ne fanno i circonvicini con portarci liberamente e pubblicamente le loro fetide immondezze ... »; c'era stata la richiesta del conte Asca nio di Brazzà, padre del famoso esploratore africano Pietro Sa S. P. Q. R. vorgnan di Brazzà, per collegare tra loro casa e giardino di sua COMITATO CEl\I1'RALE PEL PLEBISCITO proprietà, separate da un vicolo cieco al confine con villa Tor Ionia; c'era stato il prestito al comune di Albano di 38 «corno copi di legno da servire per l'illuminazione ».3 SCHEDA D'ISGRIZIOME Unica evenienza di qualche importanza era stata, nel febbraio, la formazione di una terna di nomi per il rimpiazzo del deceduto Per l'ammissione al voto del Plebiscito rappresentante di quel Distretto Governativo nel Consiglio Pro di Roma pel giorno 2 Ottobre 1870, rila- vinciale di Roma e Comarca: « un corpo - aveva ricordato il sciata al Sig. ________ Delegato Apostolico - al quale il Sovrano non solo ha affidato l'Amministrazione dei beni, diritti ed interessi della Provincia», ma varie altre facoltà, donde la necessità che le persone della Il Comitato terna dovessero essere scelte con grande oculatezza nell'interesse del rispettivo comune. Era lo stesso interesse che aveva indotto il Prefetto dei SS. Palazzi Apostolici a prendere in attenta e molto prudente considerazione, la decisione di « ridurre il pascolare a spinte), di mons. Delegato Apostolico di Roma e Comarca, e del coltivazione ... per accrescere la industria agricola ed occupare i Governatore cav. Francesco Fontana, residente in Castello stesso, senza contare le richieste e sollecitazioni di questa o quella auto 3 Curiosa è la supplica (« Legga tutto, per carità! ») al Priore di Castel rità dei vari dicasteri romani e loro uffici periferici di Albano. Gandolfo di Francesco Sacchi « sordo neofito infermo nato Leone Vanna Ma, in fondo, tutto si riduceva, in quei primi mesi del '70, a ricco hebreo », per ottenere il sussidio di soldi 30, a cui i Comuni erano questioni di ordinaria amministrazione, come l'appalto del dazio tenuti nei riguardi degli ebrei convertiti, e per questo « privati di proventi e dovizie». Dagli atti comunali risultano anche le provvidenze del Governo sullo spaccio a minuto del vino e acquavite, l'affitto del pascolo Pontificio per l'educazione dei fanciulli ciechi e di quelli sordomuti, affidati e la vendita di legna delle macchie comunali, il ricovero all'ospe- all'assistenza dei Padri Somaschi dello Stabilimento alle Terme di Diocleziano. 255 254 .... ""(. braccianti » e questo nello stesso tempo che da Roma il principe lontano, che Sua Santità « s'era benignamente degnata di accor Orsini di Roccagorga, presidente della testé costituitasi « Società dare la grazia di poter estrarre una tombola nel giorno 4 del d'incoraggiamento per migliorare il pascolo, l'agricoltura, e la pa prossimo venturo settembre per la festa del protettore S. Seba storizia nell'Agro Romano e territori limitrofi», aveva solleci stiano » con l'esenzione per gli intraprendenti delle solite tasse · tato il priore di Castel Gandolfo, così come gli altri comuni la e contribuzioni, a condizione che « si obblighino a dotare due ziali, a procurare adesioni alla società, promotrice tra l'altro povere ed oneste zitelle con L. 7 5 per ciascuna »; e per parte - come già pubblicato nel Giornale di Roma del 3 marzo - sua l'Eminenza Reverendissima del Prefetto dei SS. PP. AA. di una Esposizione Agraria in Roma, per il maggio del '71.4 aveva autorizzato che « in detto giorno abbia luogo, una corsa Sarà un'esposizione che gli eventi s'incaricheranno di rinviare di cavalli, che nella sera s'incendi un fuoco artificiale coll'illumi a tempo indeterminato: eventi che dovevano trovare il loro diretto nazione e sparo di mortari, e che s'inviti un Concerto musicale». aggancio nello scoppio della guerra franco-prussiana, nel luglio Orbene, noi a cento anni di distanza sappiamo tutto - sempre 1870, anche se il Papa si illuse di potersi trincerare dietro il pro sulla scorta degli atti comunali - sullo svolgimento di questi clamato stato di neutralità. A tale riguardo è interessante trovare festeggiamenti del 4 settembre (per i quali ci volle, come se tra le carte comunali castellane la circolare n. 6421 del 29 luglio non bastasse l'autorità sovrana, la espressa preventiva autorizza con la quale il Consultore Governativo G. Tornei, a nome del zione di mons. Vicario Generale di Albano); sappiamo tra l'altro Delegato Apostolico di Roma e Comarca, partecipava il dispaccio che essi tra arcipreti, manifesti, gendarmi, fuoco e sparo, corsa, n. 59625 del Cardinale Segretario di Stato secondo cui, « avendo illuminazione, e banda (intervenne la Società del Concerto musi il Governo del S. Padre dichiarato che e per la sua condizione e cale di Marino), confraternita, sacerdoti, messe, chierico, e spese nell'interesse dei suoi sudditi, intende nella presente guerra di man varie vennero a costare più di mille lire; sappiamo chi vinse tenere quell'assoluta neutralità che sempre informò la sua condotta terno, quaterna, cinquina e tombola, per complessive 500 lire su politica di fronte alle parti belligeranti», tutti si dovevano atten 1228 lire di incasso, al lordo delle deduzioni a favore dell'Erario dere alla « scrupolosa osservanza che a ciascuno incombe delle re e della Cassa delle Giubilazioni; sappiamo il nome delle zitelle gole di diritto internazionale relative alle potenze neutrali ecc. ecc.». dotate. Nulla invece sappiamo, per lo meno delle suddette carte Vero è che il rumore delle armi, sembrava lontanissimo, tanto comunali, di cosa successe in Castel Gandolfo meno di tre setti mane dopo così innocente festa paesana, alla data fatidica del 20 settembre. 4 Di un certo interesse, per la documentazione di vecchie consuetudini Il primo atto del nuovo « regime » rinvenuto è un dispaccio economiche e amministrative della provincia romana è la circolare n. 4060 della Giunta Provvisoria di Governo per la città di Roma, in della Presidenza di Roma e Comarca, in data 1 settembre 1870: «La San tità di Nostro Signore ha confermato l'opinamento emesso dal Consiglio dei data 29 settembre, con cui il vicepresidente V. Tancredi annunzia Ministri col quale, richiamandosi la legge del Camerlengato in data del alla giunta municipale di Castel Gandolfo di aver inviato colà il 17 maggio 1819 sulla libertà del Commercio, fu stabilito che ove il Consiglio sig. Attilio Vannutelli munito delle opportune istruzioni da co di un Comune di popolazione superiore alle mille anime, risolva il sistema di privativa per i proventi di prima necessità, quali sono Forno, Macello, municarsi alle SS. VV. per l'attuazione del plebiscito che avrà e Pizzicheria, debba per la deroga alla suddetta legge in ogni caso implorarsi luogo il giorno 2 ottobre. Si trattava ovviamente di istruzioni non la venia Sovrana ». Di qui l'invito al Pubblico Consiglio di Castel Gandolfo poco impegnative per quel Alessandro Gherzi che, scomparso di far sapere « se nell'anno prossimo voglia adottare il libero commercio dei proventi ovvero la privativa ... ». ovviamente il priore di marca papalina, si era insediato nella 256 257 .: r. - ~. « Presidenza Comunale » e si trovava a dover così raccogliere a nome della luogotenenza del Re per Roma e le Provincie ro e conservare la solenne manifestazione della volontà popolare in mane, dava comunicazione alle Amministrazioni comunali dei Cir tanto eccezionale circostanza: condari del Lazio delle modalità per la elezione delle nuove am ministrazioni e avvertiva che « convinto delle difficoltà somme « Si rende noto alla Popolazione di Castel Gandolfo che chiunque Indi che i comuni avrebbero incontrato nella prima formazione delle viduo il quale abbia compiuto li anni 21, ha il diritto di votare nel Solenne liste » aveva chiesto una proroga alla data fissata del 5 novembre, Plebiscito di Domenica 2 ottobre. Si notifica pertanto che a cominciare da oggi dalle ore 4 alle ore 5 pom. e dimani 1 ottobre dalle ore 8 antime ma anche richiamava la necessità che « le attuali giunte comunali ridiane all'una pom. e dalle 3 alle 5 pom. sarà aperta la Sala Comunale collo zelo, colla energia, colla abnegazione di cui hanno dato prova per consegnare a tutti quelli che vorranno appartenere al Plebiscito la sincera », si ponessero subito all'opera. scheda di ammissione ed il motto Si o No». Contemporaneamente alle elezioni comunali si dovevano svol gere anche quelle per il Consiglio Provinciale e c'era da eleggere Questo l'Avviso affisso a Castello il 30 settembre sulla scorta anche i rappresentanti della Provincia romana al Parlamento na del manifesto a stampa diramato da Roma. Quali gli umori del zionale. Avevano così inizio anche ai Castelli quei ludi cartacei paese che per tanto tempo si era fatto onore, e vanto e privilegio in cui interessi e ambizioni locali non mancarono di dare la stura /f di ospitare il papa e la sua corte? Ci furono pressioni, resistenze, ad un roboante vociare di appelli, proclami, programmi, inten incidenti? Risulta solo che la giunta municipale dovette la mattina zioni. Affermava uno dei candidati: «Amo dichiararvi che io del 2 ottobre stesso sollecitare il ritiro delle schede: desidero la piena e compiuta applicazione del Nostro Plebiscito del 2 ottobre, col quale abbiamo inteso di essere uniti politica «Tutti coloro che ancora non hanno preso la scheda di ammissione pel mente alle altre Provincie d'Italia facendo di Roma la splendida Plebiscito, sono obbligati di prenderla per poi votare liberamente pel Si o .~' pel No. La distribuzione si fa nel quartiere Civico sulla Piazza Comunale Capitale di un gran Regno, secondo il voto della Nazione espresso dalle ore otto alle 11 antimeridiane dovendo poi aver luogo sulla stessa nella memorabile seduta del 27 marzo 1861 dell'Illustre Conte Piazza la pubblica votazione alle ore 12 meridiane ». di Cavour ... ». E un altro dichiarava sul manifesto ai signori elettori: « Indipendenza assoluta dalle Consorterie, che costitui Semplice trascuratezza dei castellani o indice di un certo rono fin'ora pur troppo la piaga dell'Italia. Nel Parlamento andrei atteggiamento di resistenza? Il fatto è che, ai risultati, il « ple sempre a schierarmi da quel lato ove sorgerebbe il vero interesse biscito » ci fu, ma non proprio totalitario: 184 iscritti, 148 sì, ed il reale vantaggio del Paese ... ». E così via, mentre si accu 13 no, 23 dispersi (si tenga presente che allora il corpo eletto mulavano sul tavolo del sindaco di Castel Gandolfo le richieste rale era ristretto a categorie molto limitate, e che la popolazione e le sollecitazioni del Regio Commissario della Presidenza di Roma di Castel Gandolfo era allora sul migliaio e mezzo di abitanti e e Comarca, Niccolò comm. barone Cusa, per tale o tal'altra adem che a Roma su circa 208 mila abitanti si ebbero 40.785 sì contro pienza amministrativa, e quelle del Questore, della vicina sede solo 46 no). Comunque il nuovo « regime » poteva ormai avere mandamentale di Albano, della « giurisdicenza » della stessa Al inizio con tutti i crismi della volontà popolare. Si trattava ora bano, del Questore di Roma e Circondario, del Comandante la di procedere alla elezione delle pubbliche cariche secondo le norme stazione dei Carabinieri. C'era tra l'altro la Luogotenenza del Re democratiche del regno costituzionale d'Italia. E a tale scopo da per Roma e le Provincie romane - Amministrazione del Com Roma il 20 ottobre il Consigliere per gli affari dell'Interno, Gerra, mercio e dei Lavori pubblici, che da Roma il 24 dicembre insi- 258 259 Ì .rr' - -
Description: