Description:«Mi sentivo sdraiato su un tavolo, abbastanza alto, non molto largo, circondato da piccoli esseri dalla testa grossa che mi infilarono un ago nel collo. Ero terrorizzato. Urlavo, e in quel momento ebbi quasi un collasso.» Di racconti bizzarri come questo John E. Mack se ne è sentiti fare parecchi, nel suo studio di psichiatra al Cambridge Hospital. Gente che ha cominciato a fluttuare nell’aria, che ha attraversato le pareti, che è stata aspirata da raggi luminosi all’interno di astronavi, che si è trovata immobilizzata su una tavola mentre gli alieni la esaminavano o peggio. Gente che è stata sottoposta a interventi chirurgici, a cui sono stati impiantati dei sensori nel cranio, a cui sono stati tolti e rimessi i globi oculari. Uomini a cui è stato prelevato lo sperma, donne sottoposte a inseminazione artificiale e a successiva rimozione dell’embrione. Scopo di tutto questo, secondo le vittime, creare a bordo delle astronavi una specie ibrida, umano-aliena. Di una sola cosa Mack era certo: tutti questi pazienti sembravano aver subito un grave trauma psicologico e tutti – invitati a parlarne – gli riferivano ricordi confusi di rapimento e di violenza sessuale. Così, per recuperare le memorie represse, è ricorso all’ipnosi. E sono venute a galla storie talmente sconcertanti che forse avrebbero spinto un altro scienziato ad archiviare il problema. Il dottor Mack ha invece deciso di approfondire la ricerca. Ha raccolto e studiato quasi cento casi di rapimenti a opera di alieni, e svolto centinaia di ore di colloqui e terapie. Alla fine si è convinto che le testimonianze dei suoi pazienti erano attendibili, che i loro racconti non erano allucinazioni né sogni, ma il frutto di esperienze drammaticamente reali. In questo libro spiega perché. E si augura che Rapiti insinui lo stesso dubbio, se non la stessa convinzione, in ogni lettore dalla mente aperta.