SILVANA ZANELLA Silvana Zanella si è fatta conoscere nel 1996 con il romanzo La cappella del Bastianino, vincitore di premi nazionali e internazionali. Per la saggistica ha pubblicato alcune monografie tra le quali Il mestiere di uomo, sulla vita dello scrittore Antoine de Saint-Exupéry, e La terra dei fiumi, ovvero Ferrara nella descrizione di Fra Leandro Alberti. Ha collaborato alla pagina letteraria di importanti giornali e riviste ed è nota per il ritrovamento e la valorizzazione di alcuni libri rari del „500 e del „600. Nel 2011 ha pubblicato il saggio ENIGMA – La preghiera al Padre tra retorica e cosmologia sul celeberrimo Quadrato Sator-Rotas, proponendo una teoria del tutto nuova che ha suscitato l‟interesse di studiosi e appassionati. L‟opera è stata tra i finalisti del Premio Letterario Biennale Internazionale “Città della Spezia” ed ha partecipato con successo al Salone Internazionale del Libro di Torino. IL QUADRATO SATOR-ROTAS 1 Giuntaci da un lontano passato, è l‟iscrizione latina più nota al mondo. Dotata di caratteristiche straordinarie e irripetibili, non ha ancora una traduzione che metta d‟accordo tutti gli studiosi. La scrittrice Silvana Zanella offre una soluzione assolutamente nuova, basata sul rinvenimento negli antichi Glossari latini di un vocabolo raro in grado di spiegare l‟intraducibile AREPO, parola che si riteneva non appartenesse a nessun linguaggio conosciuto. In base alle regole della retorica latina e greca, spiegate dalle stesse parole dei più famosi autori dell‟antichità, Cicerone e Aristotele, il Quadrato è un antico ENIGMA, dotato sia di straordinario valore letterario, sia di pregnante significato filosofico. Che fu ritenuto in ogni epoca da coloro che lo conobbero un prezioso tesoro da conservare e tramandare ai posteri. La soluzione rimane nell‟ambito delle direttive tracciate da importanti studiosi come Amedeo Maiuri e Hildebrecht Hommel, e viene proposta nel pieno rispetto delle tappe basilari della storia del Quadrato, segnate da fondamentali ritrovamenti archeologici. L‟autrice offre inoltre originali soluzioni di molti altri enigmi del passato, in un‟appassionante carrellata di sciarade e indovinelli che ci mostra uno spaccato inedito e colorito dei personaggi e dei costumi della Roma del I secolo a.C.. IL GAZZETTINO ( 07/01/2011) ENIGMA, UN’ECCELLENTE OPERA DELLA POLESANA SILVANA ZANELLA “Enigma – La preghiera al Padre tra retorica e cosmologia”, edito di recente dalla casa editrice Excelsior di Castelguglielmo, è l‟eccellente lavoro con cui la polesana Silvana Zanella propone un‟innovativa soluzione a uno dei misteri letterari più noti e affascinanti della latinità. Si tratta del “Quadrato Sator-Rotas”, un‟iscrizione di cinque parole che, sia singolarmente che tutte assieme, formano dei perfetti palindromi. Numerosissime le testimonianze in testi e monumenti, che hanno determinato le più disparate interpretazioni: da quelle agresti a quelle astronomiche, fino a complessi significati metaforici. Il Quadrato, che risale al primo secolo avanti Cristo e secondo l‟accezione retorica del termine sarebbe un antico enigma, ha finora trovato la chiave per la sua comprensione in testi greci e latini con una convincente spiegazione filosofica ad opera di Cicerone. La scrittrice Silvana Zanella, conosciuta per “La cappella del Bastianino” e altri saggi, dopo oltre sei anni di studi e ricerche, ha dato una versione nuova e forse risolutiva dell‟enigma cui già in passato aveva attribuito una convincente spiegazione. L‟autrice ha ipotizzato, oltre ai due possibili sensi di lettura dei termini, anche due differenti significati: uno riferito alla sfera terrena e un altro a quella celeste e divina. Oltre ad aver dato una spiegazione al termine “Arepo”, che si riteneva non appartenesse ad alcun linguaggio conosciuto, la Zanella ha proposto uno schema interpretativo calato sullo schema degli Inni, preghiere alle antiche divinità, lasciando ipotizzare un senso profondamente religioso del misterioso Quadrato. Il libro è alla portata di molti interessati e curiosi, grazie ad un ricco apparato iconografico e 2 di schemi, oltre che a curiosità e indicazioni precise sugli esemplari conosciuti del Quadrato. (s.t.b.) Sintesi La soluzione proposta si basa sulla riscoperta della parola latina rara ARIPUS. Dal punto di vista filologico si tratta solamente di una variante di AREPO, poiché per il principio di apofonia, detta anche alternanza vocalica, le vocali non accentate di un tema o di un suffisso possono variare. Ad esempio la parola arepennis nei testi antichi si incontra anche nelle versioni aripennis e arapennis, areopago anche ariopago. Il Thesaurus linguae latinae cita Aripus riportato nel Corpus glossariorum latinorum, dove è presente solamente in due codici manoscritti medievali: Codice Sangallensis 912 (sec VIII) Excerpta ex Codice Vaticano 1468 (sec. IX-X) Aripus deriva dal termine greco άρπη, la cui radice è “srep”, e significa: GLADIUS FALCATUM Cioè, spada a forma di falce. La storia mitologica di quest’antichissima arma, simbolo divino, ci viene raccontata nella Theogonia di Esiodo, dove esso è lo strumento col quale il dio Saturno evirò il padre Urano, il cielo, per liberare la madre Gea, la terra, dalla sua oppressione. La presenza di una parola latina rara, poco usata anche n ell’antichità, rendeva, allora come oggi, la decifrazione del Le due forme dell’harpē Quadrato molto difficile, ma proprio questa indecifrabilità rende il crittogramma, nell’accezione retorica del termine, un vero e proprio Enigma. Secondo Aristotele la caratteristica principale degli Enigmi era la presenza delle metafore, cioè di parole che non devono essere interpretate alla lettera, ma attraverso collegamenti logici, che aprono la mente di chi riesce a scorgerli. Ad esempio: AREPO = spada falcata di Saturno = simbolo del potere divino = Dio. Esaminiamo ora il Quadrato dal punto di vista grammaticale: SATOR – può essere solamente soggetto singolare – il seminatore ROTAS – può essere solamente complemento oggetto plurale – le ruote TENET – verbo teneo, presente terza persona singolare – tiene 3 OPERA – può derivare sia da opus –is, ed essere soggetto o complemento oggetto plurali, che da opera –ae, ed essere soggetto o ablativo singolare – le opere AREPO – indeclinabile, può essere sia soggetto che complemento oggetto singolare – la falce Il finale in “o” è giustificato dalla presenza di un’apòcope, si tratta in pratica di quella che oggi chiameremmo una licenza poetica. La soluzione del Quadrato gioca su tutte queste ambivalenze ed è ammissibile ogni traduzione possibile. D’altra parte la struttura bifronte o palindroma delle parole, e del crittogramma stesso, suggerisce che vi siano doppi sensi e interpretazioni multiple. Sono possibili inoltre sia la lettura normale, riga per riga, sia la lettura bustrofedica, che va a zig zag come i buoi quando arano. Otteniamo: ROTAS AREPO TENET OPERA SATOR ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR Tutto è poi ulteriormente complicato dal fatto che in ambito cristiano a partire dal IV sec. venne creata la versione Sator che ribaltava il crittogramma. SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS Esaminando il Quadrato più antico notiamo che sono possibili due tipi di strutture grammaticali. Una formata da un nominativo e tre accusativi, ed una composta di due frasi speculari che hanno ognuna un soggetto ed un accusativo e sono rette entrambe dal verbo tenet. LETTURA NORMALE LETTURA METAFORICA SATOR – – Il seminatore SATOR – – Il Seminatore nominativo sing. nom. sing. (celeste) AREPO – – la falce AREPO – – il Grande Carro accusativo sing. acc. sing. (Falce) TENET – – tiene TENET – – tiene verbo verbo OPERA – le opere OPERA – le costellazioni accusativo plu. – (agricole) acc. plu. – (opere celesti) ROTAS – le ruote ROTAS – le stelle accusativo plu. – (del carro) acc. plu. – (le ruote) LETTURA BUSTROFEDICA SATOR – L’uomo nominativo sing. – TENET – – decide verbo (tiene) OPERA – – le sue azioni acc. plu. (opere) AREPO – . – Dio nominativo sing TENET – – decide verbo (tiene) ROTAS – i destini acc. plu. – (le ruote del destino) 4 Alla lettura normale e a quella bustrofedica abbiamo aggiunto una terza lettura metaforica, poiché ognuna delle parole del Quadrato può essere letta anche con un secondo senso che ne trasferisce l’ambito dalla sfera terrena a quella celeste e divina. Un secondo significato di seminatore agricolo infatti è quello di Seminatore celeste, appellativo di Giove in ambito pagano e di Cristo in quello cristiano. La falce di Saturno invece dal punto di vista astronomico, in base alle antiche conoscenze, corrispondeva all’asterismo del Grande carro. Questa ipotesi viene confermata da una traduzione in greco del crittogramma che parla di Aratro uno degli appellativi più noti del Grande Carro. Naturalmente sono possibili anche altre costruzioni sintattiche, ad esempio possiamo considerare opera come un ablativo di modo e tradurlo “con cura”, “amorevolmente”, ma il significato globale non cambia. Dal punto di vista semantico il crittogramma ruota sempre attorno al parallelo tra la terra e il cielo, tra l’agricoltura e l’astronomia, tra la cura dell’uomo per le sue cose e l’amore di Dio per l’universo. Un’altra possibile soluzione è infatti: Dio si prende cura delle stelle, come l’uomo si prende cura dei campi. Sulla stessa linea interpretativa rimane l’anagramma che possiamo ottenere dalle venticinque lettere del Quadrato usando un gioco di parole caro a Cicerone. A S T R A O R O T E P A T E R E T O R O P A N E S ASTRA ORO TE PATER ET ORO PANES Padre, ti prego per ottenere il favore delle stelle e ti prego per il pane quotidiano. In ambito cristiano può essere interpretabile come: Padre, ti prego mostraci il regno dei cieli e concedici in terra il pane quotidiano. Durante il Cristianesimo, infatti, il Quadrato fu reinterpretato secondo la nuova dottrina, e poiché i principi che esprimeva erano molto vicini al credo cristiano, fu accolto e custodito per essere tramandato ai posteri come un vero tesoro, un inestimabile condensato di conoscenze e fondamentali principi filosofici. 5 ENIGMA La preghiera al Padre tra retorica e cosmologia (Pag. 219 ss.) Conclusioni La soluzione proposta si basa sulle ipotesi già formulate dal celebre pompeianista Amedeo Maiuri, dal filologo tedesco Hildebrecht Hommel e dallo storico Heinz Hofmann. Ciò alla luce però di alcune nuove scoperte che rivelano scenari ancor più ampi di quelli immaginati dai precedenti studiosi, pur rimanendo sulla stessa linea interpretativa. Per accostarci alla soluzione del Quadrato abbiamo seguito più percorsi: quello retorico-grammaticale, quello filosofico-religioso e quello ludico-enigmistico. Il primo approccio riguarda l’aspetto strutturale del crittogramma, il secondo l’aspetto semantico, l’ultimo quello squisitamente letterario. La soluzione si trova nelle regole dell’antica retorica latina e greca, prendendo come testi di riferimento l’Ars Rhetorica e l’Ars Poetica di Aristotele e i libri di retorica latina scritti da Cicerone, quali l’Orator e il De Oratore. Aristotele in un famoso brano del III libro della Retorica ci parla degli αστεία. Sono frasi argute e popolari, spesso ricche di significati pregnanti e universali, usate dagli antichi con due finalità: tramandare insegnamenti basilari e nel contempo dimostrare la sagacia del loro autore. Nell’antichità infatti la capacità di esprimersi in modo brillante era una caratteristica molto apprezzata negli ambienti colti e raffinati. Oggi lo chiameremmo humour, i Romani la definivano urbanitas. Il filosofo ateniese ci spiega che gli astèia erano caratterizzati dalle metafore. Queste consistono nel trasferimento del significato di una parola da un senso letterale ad uno traslato, oppure dal passaggio del suo significato da una sfera sensoriale ad un'altra, ad esempio dalla terra al cielo. Cicerone, al contrario, riteneva che per dimostrare la propria arguzia si dovesse innanzitutto far uso dell’anfibologia, una figura retorica che consiste nell’uso di frasi ambigue, interpretabili in due modi diversi: per le parole, per il costrutto, o per i concetti espressi. Si tratta in pratica del nostro doppio senso. L’espressione a doppio senso è apprezzata in sé e per sé, e moltissimo, come ho già detto, perché si crede che solo un uomo intelligente possa far acquistare ad una frase un significato diverso da quello che la maggioranza degli uomini le dà. (Cic. De oratore II 62) Nel Quadrato l’uso dei palindromi e dei bifronte suggerisce proprio che ogni parola, come presenta due sensi di lettura, così offre doppie interpretazioni: quella di senso comune e quella traslata. 6 Quando poi, sempre secondo Aristotele, in una frase troviamo una metafora particolarmente complessa o un termine esotico poco conosciuto, allora siamo in presenza di un vero e proprio enigma. Poiché la forma stessa dell’enigma è questa: pur dicendo le cose come stanno, mettere insieme elementi apparentemente assurdi; e non è possibile fare questo attraverso l’espressione ordinaria, mentre è possibile con le metafore. (Ari. Poetica 1458a) Ed è proprio la presenza della parola AREPO a fare del Quadrato un antico enigma. Infatti AREPO deriva da una parola latina rara ARIPUS, variante di AREPUS – AREPO, citata in due soli codici antichi e riportata dal Thesaurus linguae latinae. Si tratta della latinizzazione del termine greco άρπη, in latino harpē, che ha il duplice significato sia di falce che di spada, o più genericamente di spada falcata. La storia mitologica di questo antichissimo strumento, simbolo divino, ci viene raccontata nella Theogonia di Esiodo, dove esso è lo strumento col quale il dio Saturno evirò il padre Urano, il cielo, per liberare la madre Gea, la terra. Saturno con l’harpé Per quanto riguarda poi il metodo di lettura, il Quadrato può essere letto sia riga per riga, στοιχηδόν, sia in senso bustrofedico, a zig zag, βουστροφηδόν. Le soluzioni sono perciò più di una. Ma tutte possono essere riunite in un’unica, armonica, visione cosmologica. In epoca medievale le lettere del cittogramma furono anche inserite in una griglia che ci ricorda l’antico grifo, cioè una domanda enigmatica che prevedeva più soluzioni, e il cui significato era quello di “nassa”, “rete da pesca” per intrappolare il lettore. Il doppio metodo di lettura ci fornisce una giustificazione di tutte le forme nelle quali il Quadrato fu nei secoli rappresentato, perché esso è sempre comunque leggibile e dotato di contenuto semantico. Per quanto riguarda il Quadrato Sator, esso è la trasformazione in chiave cristiana di un più antico enigma, il Quadrato Rotas, la cui origine deriva invece dalla visione cosmogonica pagana, come già Hommel e Hofmann avevano spiegato. Nel Quadrato cristiano viene evidenziata la figura del SATOR, il Seminatore, posto in posizione elevata a dominare il Creato, immagine che rimanda alla parabola evangelica del Seminatore. Inoltre prende forza il simbolismo della croce formata dai due TENET. Nel Quadrato Sator le cinque parole vanno a rappresentare le ferite sul corpo di Cristo. 7 La forma quadrata rappresenta invece la Gerusalemme celeste, mentre la falce adamantina viene sostituita dall’aratro, che secondo gli scritti del vescovo Ireneo di Lione simboleggiava la Croce. Il Quadrato Sator appare inoltre come una versione semplificata del più complesso Rotas, che è arricchito da un simbolismo multiforme. IL QUADRATO CRISTIANO SATOR LETTURA RIGA PER RIGA PROPRIA TRASLATA Il seminatore SATOR Il Creatore tiene AREPO tiene la falce TENET l’Aratro le opere OPERA le costellazioni le ruote ROTAS le stelle Nella lettura letterale ci appare una frase di argomento agreste, ma, pur mantenedo le stesse identiche parole, il significato può essere traslato, ampliato, verso una visione astronomico-religiosa di valore universale. Il Grande Carro – chiamato anche l’Aratro - è l’asterismo che anticamente nella sfera celeste rappresentava l’harpē, spada-falce degli dei. L’harpé era anche definita falce adamantina, perché fatta di adamante, mitico metallo che, secondo quanto racconta Platone nel Timeo, era costituito da una lega d’oro e carbonio. Esiste quindi un rapporto di analogia fra questi termini: AREPO = SPADA-FALCATA = HARPÉ = FALCE ADAMANTINA = FALCE = GRANDE CARRO = ARATRO = DIVINITÀ Per analogia intendo quando si trovano in rapporto uguale il secondo elemento con il primo e il quarto con il terzo. Si potrà dire allora il quarto elemento al posto del secondo o il secondo al posto del quarto. E talvolta si pone al posto di ciò di cui si parla quello che a questo si riferisce . (Ari. Poetica 1457b) Queste parole sono tra loro sostituibili, perché legate da un rapporto metaforico, o più 8 ampiamente dall’idea di concetto traslato. Il Quadrato Sator è più vicino alla lettura moderna rispetto al Rotas, poiché nella grammatica latina il valore di ogni singola parola nell’ambito della frase si deduce dalla desinenza e non dal posto che occupa. Dal punto di vista grammaticale in latino SATOR può essere solamente soggetto. ROTAS e OPERA - da opus, operis - possono essere solo complemento oggetto. AREPO è indeclinabile e può avere sia valore di soggetto che di complemento oggetto. Questo è l’arguto escamotage che permette di ottenere con le parole del Quadrato sia una frase con un soggetto e tre complementi oggetto nella lettura riga per riga, sia una frase più complessa con due soggetti, retti entrambi dal verbo TENET, e due complementi oggetto nella lettura bustrofedica. La lettura bustrofedica, o a zig zag, è un metodo di lettura molto antico. Non può essere del tutto escluso, come possibilità, nel Quadrato Sator, cristiano, tuttavia meglio si adatta alla forma mentis pagana, della quale il più antico Quadrato Rotas è frutto. IL QUADRATO PAGANO ROTAS LETTURA RIGA PER RIGA PROPRIA TRASLATA Il seminatore R O T A S Giove Statore tiene O P E R A tiene la falce T E N E T il Grande Carro le opere A R E P O le costellazioni le ruote S A T O R le stelle LETTURA BUSTROFEDICA METAFORICA (La falce di) Saturno ROTAS Dio decide OPERA si prende cura i destini TENET del Creato l’uomo TENET come l’uomo decide AREPO si prende cura le sue azioni SATOR dei suoi campi 9 AREPO è la costellazione del Grande Carro, la falce degli dei, simbolo del loro potere universale e quindi metafora della divinità. Il seminatore agricolo è metafora dell’uomo comune che amorevolmente semina e si prende cura, sulla terra, dei suoi campi, proprio come la divinità, in cielo, crea e sostenta le opere universali. Con la lettura bustrofedica il significato è identico a quello ottenuto nella lettura riga per riga. Ma mentre nel primo caso il Quadrato pare sdoppiarsi verticalmente, nel secondo si estende attorno ad un asse orizzontale che passa attraverso TENET. La spiegazione si sviluppa quindi su due assi: quello verticale nella lettura riga per riga e quello orizzontale nella lettura bustrofedica. Se poi tracciassimo un asse ideale che passa perpendicolarmente alla N centrale del Quadrato Rotas, unica tra le lettere, potremmo far ruotare progressivamente il crittogramma di 90° e gli vedremmo tracciare nello spazio un grande cerchio, proprio come il Grande Carro ruota attorno al Polo celeste. Figura che dagli antichi era chiamata la Ruota di Issione, e che nel XX secolo diverrà tristemente famosa come la svastica del nazionalsocialismo tedesco. La Ruota di Issione Quindi il Quadrato Rotas non è piano come il Sator, ma si sviluppa nelle tre dimensioni dello spazio come una perfetta copia in miniatura dell’universo. ISSIONE Fu figlio di Marte e re dei Lapiti. Sposò Dia, ma dopo le nozze invece di portare al suocero Deioneo i doni promessi, lo trucidò crudelmente. Giove lo perdonò e lo invitò presso gli dei, ma Issione, invece di essere riconoscente, cercò di sedurre Era, sposa di Zeus. Il dio lo trasse allora in inganno mostrandogli la nuvola Nefele con le sembianze di sua moglie. Issione, ignaro, con questa generò i Centauri. Come punizione per la sue colpe, fu legato per l’eternità ad una ruota di fuoco che gira senza sosta nel cielo rappresentata dall’incessante moto del Grande Carro attorno alla Stella Polare. Con quelle di Sisifo e di Tantalo, la storia esemplifica la terribile ira Sisifo, Issione e Tantalo divina che si abbatte sugli ingrati. La differenza fra le due versioni del crittogramma è sostanziale. Il Quadrato Rotas prevede sia la lettura riga per riga che quella bustrofedica, legata al 10
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