1 3 Enciclopedia tascabile Kuusinen, Arbatov, Beliakov, Makarovski Mileikovski, Sitkovski, Sceidin, Vygodski Principi elementari del marxismo in L’economia politica del capitalismo Editori Riuniti I edizione: novembre 1960 Traduzione di Ignazio Ambrogio (Q Copyright by Editori Riuniti, 1960 Copertina di Giuseppe Montanucci Indice Introduzione 7 Cap. 1. Il capitalismo premonopolistico 13 1. La genesi dei rapporti capitalistici 13 2. La produzione mercantile. La merce. La legge del valore e il denaro 15 3. La teoria del plusvalore 23 4. Il salario 30 5. L’incremento del profitto, fine e limite della produ- zione capitalistica 33 6. Lo sviluppo del capitalismo nell’ agricoltura. La rendita fondiaria 37 7. La riproduzione del capitale sociale c le crisi econo- miche 42 8. La legge generale dell’accumulazione capitalistica 49 Cap. 2. L’imperialismo fase suprema del capitalismo 55 1. L’imperialismo come capitalismo monopolistico 55 2. L’imperialismo come capitalismo parassitario 72 3. L’imperialismo come capitalismo morente 79 4. L’inizio della crisi generale del capitalismo 84 Cap. 3. L’imperialismo nella fase odierna 89 1. La nuova fase della crisi generale del capitalismo 89 2. Il capitalismo monopolistico di Stato 92 3. Può il capitalismo sottrarsi alle crisi economiche? 115 4. Approfondimento ed estensione degli antagonismi di classe 122 5 5. L’ultimo gradino della scala storica del capitalismo 134 I rapporti economici determinano il carattere di ciascu- na formazione sociale. E quindi per conoscere la vita so- ciale è indispensabile studiare anzitutto la struttura econo- mica della società. Di questo si occupa l’economia politica marxista. L’economia politica è la scienza che studia i rapporti di produzione fra gli uomini, le leggi dì sviluppo della produzione e distribuzione sociale dei beni materiali nelle diverse fasi evolutive della società umana. « L’economia po- litica — ha scritto Lenin — si occupa non della ” produ- zione ”, ma dei rapporti sociali degli uomini nel campo della produzione, del regime sociale della produzione » 1. Alcuni elementi di questa scienza sono già sorti nell’epo- ca del sistema schiavistico come guida per la gestione del- l’economia. In quanto scienza, l’economia politica ha cominciato a svilupparsi con la nascita del modo capitalistico di produ- zione. Essa è divenuta, nelle mani della borghesia, un’ar- ma ideale nella lotta contro il feudalesimo. Quando è salita alla ribalta della storia come classe pro- gressiva, la borghesia aveva interesse a conoscere scientifi- 1 Lenin, Opere complete, Roma, Editori Riuniti, 1956, 3, p. 40. 7 camente le leggi di sviluppo della produzione capitalistica e a distruggere i rapporti feudali, che ostacolavano raffer- ma zio ne del dominio del capitale. In questo periodo è stata elaborata l’economia politica borghese, che è stata in segui- to detta classica. I suoi fondatori sono stati gli scienziati inglesi William Petty (1623-1687), Adam Smith (1723-1790) e David Ricardo (1772-1823). L’economia classica inglese è stata una delle fonti a cui Karl Marx ha attinto per creare l’economia politica della classe operaia. L’economia politica si è sviluppata sin dal suo esordio come una scienza di classe, come una scienza di partito. L’economia politica classica, pur avendo compiuto tutta una serie di importanti scoperte, a causa del suo carattere di classe, a causa del suo carattere borghese, non è riuscita a svelare sino in fondo le contraddizioni del capitalismo. Gli economisti borghesi, a causa del loro angusto orizzonte di classe, hanno considerato il capitalismo come l’unica forma possibile e naturale di organizzazione della produzione so- ciale. Non ne hanno scorto e non ne potevano scorgere il carattere storicamente transitorio. Dal momento in cui la classe operaia è intervenuta nel- la storia come una forza possente e autonoma, gli econo- misti borghesi si sono rifiutati di analizzare scientificamen- te le leggi dell’evoluzione sociale. Intorno al 1830, nell’Eu- ropa occidentale, sono venute nitidamente alla luce per la prima volta le contraddizioni antagonistiche fra la bor- ghesia e la classe operaia. « Da quel momento — ha scrit- to Marx — la lotta fra le classi raggiunse, tanto in pratica che in teoria, forme via via piu pronunciate e minacciose. Per la scienza borghese quella lotta suonò la campana a morte. Ora non si trattava più di vedere se questo o quel teo- rema era vero o no, ma se era utile o dannoso, comodo o scomodo al capitale, se era accetto o meno alla polizia. Ai ricercatori disinteressati subentrarono pugilatori a pagamen- 8