MEFRIM – 120/2 – 2008, p.521-540. I porti del grano siciliano nel XVIII secolo Antonino BLANDO I PORTI, LA GUERRA E IL GRANO attacco ostile». Si ordinava il riarmo delle piazze di Messina, Palermo, Milazzo, Patti, Trapani e La mattina del 26 dicembre 1798, dopo una Palermo; ma prima di tutto veniva dato ordine di burrascosa fuga e un tempestoso viaggio, nel porto «impedire uno sbarco nei Caricatori di Termini, di Palermo sbarcava, su un vascello di guerra Girgenti, Licata, e Sciacca. Dove si formi una inglese comandato dall’ammiraglio Nelson, la batteria provvisionale di cannoni per ciascuno nei famiglia reale borbonica in fuga da Napoli. La siti convenienti in modo che tali caricatori siano penisola ormai era in mano alle truppe francesi del guardati dagli attacchi marittimi dell’inimico»2. generale Championnet e la Sicilia così diventava La grande politica europea, la rivoluzione, il uno strategico teatro di guerra nel Mediterraneo. Il teatro di guerra, i ruolo geo-politico della Sicilia : principe De Luzzi già nel maggio di quel fatidico cosa univa i caricatori a tutto questo, tanto da 1798, aveva incominciato ad organizzare, nella sua doverli difendere con «batterie di cannoni»? La altissima carica di viceré di Sicilia, la «milizia risposta era antica e nuova allo stesso tempo. I urbana e la gente armata dei baroni» per difen- caricatori custodivano da secoli il grano, la risorsa, dere l’isola – ormai posta sotto il protettorato mili- materiale e simbolica, più importanti dell’isola. In tare inglese – dall’attacco delle truppe francesi. La Sicilia la politica, così come la guerra, ha sempre situazione era drammatica : venivano requisiti e parlato il linguaggio del grano3. confiscati tutti i bastimenti e le proprietà dei mercati francesi o genovesi, si ordinava la costru- IL MAESTRO PORTULANO zione di nuove navi da guerra, si acquistavano fucili e cannoni, si impiantavano fabbriche Il Maestro Portulano, istituzione di origine belliche, si cercava di preparare ed equipaggiare aragonese, si occupa per oltre mezzo millennio, alla meno peggio un esercito raccogliticcio e, sino al 1823, di gestire i permessi di esportazione infine, si fortificavano i porti e le coste1. del grano (tratte) concessi dal governo e di control- Il nemico poteva arrivare da un momento lare il sistema statale dei porti specializzati in all’altro. La Calabria era distante un braccio di questo commercio (caricatori). Nell’evoluzione mare e, come se non bastasse, i francesi occupa- storica del mercato del grano, questa l’istituzione vano l’isola di Malta. La difesa dei porti diventava gioca un ruolo cruciale nel condizionare il la priorità del governo. Al marescialli Persichelli comportamento e l’agire economico dei soggetti in veniva affidato il compito di fortificarne le difese. esso coinvolti. Il mercato di antico regime è Il 6 febbraio inviava gli ordini per «provvedere sempre un sistema vincolato di commercializza- efficacemente alla valida difesa di questo Regno zione e più che mai lo è uno come quello del della Sicilia, onde renderlo immune da qualunque grano legato alla stessa legittimazione politica del 1.Cfr. A.De Francesco, La Sicilia negli anni rivoluzionari e napo- 1901(Documenti per servire alla Storia Patria di Sicilia), p.29. leonici, in E.Iachello (a cura di), I Borboni in Sicilia (1734- 3.Anche e soprattutto nei momenti di grande tensione poli- 1860),Catania, 1998. tica, si veda S.Laudani, «Quegli strani avvenimenti». La rivolta 2.A.Sansone, Gli avvenimenti del 1799 nelle due Sicilie, Palermo, di Palermo del 1773, Roma, 2005. ——————— Antonino Blando, Università degli studi di Palermo, Dipartimento di studi storici artistici, Palermo (Italia), [email protected]. I porti del grano siciliano nel XVIII secolo 522 AntoninoBLANDO governo. Quest’ultimo deve garantire il fabbisogno tato sin ai porti. Operazione costosa ma relativa- dei sudditi (la triade «Pane, Popolo e Re» è, infatti, mente semplice nei mesi successivi il raccolto, alla base di contratto sociale paternalistico di quando le strade sterrate (chiamate «trazzere») antico regime4), ma nello stesso tempo deve poter non erano spazzate via dalla pioggia invernale e assicurare ai mercanti la maggiore commercializ- potevano essere percorse dalle carovane di muli zazione possibile del grano, perché da ciò proviene carichi di sacchi di grano. Era quindi preferibile da uno dei cespiti fondamentali delle finanze statali, e parte dei produttori ammassare il grano nei ancora deve tener presente le richieste dell’aristo- magazzini dei porti, in modo da consentire, in crazia latifondista produttrice di grano5. qualsiasi parte dell’anno, uno scambio più effi- I caratteri originari che il mercato assume ciente con i committenti. Il porto era quindi nell’epoca tardo medievale si conservano lungo l’anello più robusto che tiene assieme da un lato i l’intera vicenda del grano siciliano : l’intervento produttori e dall’altro i mercanti. dello stato che utilizza il grano come grande risorsa politico-fiscale, la priorità del circuito interno del CHE COS’È UN CARICATORE? grano rispetto a quello estero, la domanda interna- zionale che stimola l’aumento dei prezzi e la specia- La gestione di questi magazzini, chiamati «cari- lizzazione dell’agricoltura, un mercato interno catori» (perché da lì il grano veniva poi caricatosulle integrato su basi anti-vincolistiche, lo sviluppo di navi) era affidata al Maestro Portulano. Il grano sistemi di credito che fissano i prezzi alla produ- veniva separato dalle altre merci e sottoposto ad una zione (mete), il ruolo arbitrale svolto dal governo tutela particolare : da una parte c’era il porto nella determinazione dei diritti doganali, l’istituzio- dall’altra il caricatore. Qui il grano veniva custodito nalizzazione del mercato del grano tramite la crea- o in fosse o in grandi magazzini dove non solo si zione di un’agenzia specializzata (il Maestro conservava bene ma, sfruttando il suo naturale Portulano) che gestisce centralmente un efficace aumento di peso (la crescimonia) e giocando tra il sistema portuale di stoccaggio del grano (i caricatori) peso iniziale e quello finale, il Portulano poteva disseminato lungo le coste della Sicilia a breve piazzare sul mercato quantità ingenti di derrate. distanza dai luoghi di produzione e, se vogliano, Dato che il deposito non si pagava, erano le cresci- anche vicino ai luoghi di consumo internazionali. moniel’unico provento che il caricatore riceve per la Il Maestro Portulano, che è quasi sempre un manutenzione del grano; poiché la crescita di peso grande mercante, controlla anche un’altra risorsa si verifica solo il primo anno, se esso non veniva fondamentale : l’informazione. Risorsa preziosa venduto entro tale termine i proprietari erano tanto al governo quanto ai mercanti. La centraliz- soggetti al pagamento di un tarì a salma (= 220 Kg) zazione degli affari a Palermo, da dove si tratta il per la custodia, per un altro anno. I caricatori regi commercio estero del grano dell’intera isola, inoltre godevano del «mero e misto imperio», cioè permette la creazione di un mercato speculativo di una giurisdizione privilegiata che li rendeva auto- (determinato dai prezzi internazionali) delle tratte nomi dalle leggi e dai tribunali delle città. I caricatori e dei certificati di deposito del grano nei caricatori. regi dipendevano direttamente dal Maestro Portu- Deposito garantito dal Maestro Portulano e quindi lano, ed erano quelli storicamente più importanti dallo stato. dell’isola; gli altri dipendevano dalle istituzioni delle Il grano è una merce preziosa, pesante, ingom- città demaniali o da quelle feudali. In tutte e due i brate e facilmente deperibile. Nell’isola, diversa- casi non si poteva esportare (estrarre) grano senza il mente che in Italia settentrionale e nel nord permesso del Maestro Portulano. Le procedure da Europa, si tendeva a coltivare, più che il grano eseguire erano standardizzate per tutti i caricatori e tenero (maiorca), il grano duro (roccella). Capace di prevedevano una certificazione del deposito e la conservarsi a lungo inalterato e quindi meglio garanzia della qualità del grano conservato. adatto al commercio. Per venire immerso nel A capo di ogni caricatore vi era un viceportu- mercato, il grano aveva bisogno di essere traspor- lano affiancato dal «portulanotto», da un 4.Si rimanda ai classici di S. Kaplan, Bread, Politics and Political 5.Cfr. I.Fazio La politica del grano. Annona e controllo del terri- Economy in the Reign of Louis XV, The Hague, 1976. Id., Le complot torio in Sicilia nel Settecento, Milano, 1993. de famine: histoire d’une rumeur au XVIIIesiècle, Parigi, 1982. 523 «maestro notaro» e poi da una serie di figure extra» regno : solo Girgenti ne contava ben intermedie che andavano dai custodi dei magaz- novanta : «Vice portulano, Maestro notaio, tre zini, ai «paliatori» del grano, ai «travaglianti» che portulanotti estrattori, governadore magazziniere, scaricavano il grano in arrivo dall’entroterra sulle consultore, fiscale, primo detentore, secondo some dei muli per poi caricarlo sulle navi in detentore, primo e secondo aiutante del detentore, partenza. Così la «corte» dell’ufficio del Maestro giovane aiutante, revisore di frumenti, ministro, Portulano si componeva, alla fine del XVIII secolo, mandatore, tre portulanotti ricevitori, sei ricevi- di 760 unità impiegate nei quattro caricatori regi tori, pontigiero, piombero, serviente della deten- (Sciacca, Girgenti, Licata, e Termini a i quali se ne toria, capo dei misuratori, tre portieri, trenta affiancheranno a fine Settecento altri due – Terra- misuratori, capo di paliatori, diciotto paliatori, nova e Catania – di minore importanza) e negli garzonotti di corte, tumminiero, chiavittiero e altri ventidue feudali o demaniali (Palermo, cinque guadiani di porto e marine»7. Castellammare del Golfo, Trapani, Marsala, I caricatori funzionano, quindi, come gli spor- Mazara, Vindicari, Agnone, Agosta, Siracusa, telli periferici di un istituto centrale con lo scopo di Acireale, Aci S. Antonio e Filippo, Taormina, raccogliere le risorse e ridistribuirle secondo S. Alessio, Gallidoro, Milazzo, Patti, S. Marco, precise direttive che vengono dal vertice. Un Brolo, Tusa, Caronia, Roccella, Bonfornello, sistema che ricorda le forme dell’economia di Cefalù, Lipari e Ustica)6. «ridistribuzione» centralizzata di cui parla Karl A centro, cioè a Palermo, come nel resto del- Polanyi8. È significativo che nel dibattito sulla l’isola, le cariche di Maestro Portulano, che diven- libertà di esportazione del grano della seconda tava vice nei diversi caricatori, e del Maestro meta del Settecento non compaiano mai i carica- notaio, che certificava le decisioni, erano vendibili. tori che, in fondo, del vincolismo sono l’espres- Tutti gli altri impiegati lo erano dopo la «prov- sione più manifesta. Ciò perché non solo lo stato, visione» del Maestro Portulano, ad eccezione di ma anche i produttori e i mercanti avevano tutto Palermo e Castellammare. Nella capitale il Maestro l’interesse che questo sistema funzioni; tanto che, notaio, il revisore, il capo dei misuratori, i due nelle annate buone, quando si riempiono i magaz- guardiani e i ventidue misuratori erano nominati zini, sono gli stessi baroni a chiedere e a farsi dal Senato della città; mentre a Castellammare gli carico delle spese per scavare nuove fosse nel cari- altri quarantadue dipendenti del caricatore li catore dove depositare il grano9. I mercanti trova- nominava il Principe di Aragona. Il numero più vano già pronto il grano all’imbarco e non alto di impiegati era concentrato nei quattro dovevano andare a prelevarlo nei feudi del- grandi caricatori da dove partivano la maggior l’interno, e inoltre avevano la possibilità di parte delle esportazioni di grano per «infra e contrattare centralmente i loro affari garantiti 6.Vedi la mappa dei caricatori nel saggio di S.Laudani in Ms Qq F 110, cc. nn. questo volume. 8.Cfr. K.Polanyi (a cura di), Traffici e mercati negli antichi 7.Archivio di stato di Palermo (d’ora in poi ASPA), Real segre- imperi, Torino, 1978 (ed. orig. 1957), p.297-331. teria incartamenti, b.5253 cc. nn.E ancora: «alzatori di 9.A Termini si prendevano in affitto diversi magazzini adia- sacchi, aggiustanti seu bastasi per il trasporto del frumento centi a caricatore quando le 13 mila salme della sua capacità dai magazzini al ponte; barcaroli per il trasporto con normale non riuscivano a contenere tutto il grano che scen- barchette del frumento o altro dal ponte ai vascelli; coffiatori deva dalle montagne. Don Saverio Palmeri scriveva, nel per lo scarcico delle coffe piene di frumento dalle barche ai 1789, al Maestro Portulano che era disposto a farsi carico di vascelli; pontiggieri per la sorveglianza al ponte per evitare tutte le spese per la custodia del grano in magazzini privati furti o danni; tendigieri per montarela tenda che casca sopra che rispondessero a tutte le «costumanze» di qualità le barche per non buttarsi frumento a mare; rimorchio per richieste, pur di poter esportare il grano. ASPA, Maestro guidare la barchetta che rimorchia le altre barche dal ponte Portuiano (d’ora in poi MP) b.1188 cc. nn.Così come il al vascello; cavallitto per montare un cavallitto con chianche marchese Giuseppe del Bosco Branciforti, l’anno precedente, e tavole quando il ponte è carico; sollevatori per istradare li aveva chiesto la possibilità «di approntare a sue spese» un padroni che vengono a caricare ed avvisare l’officiali e magazzino, dove poter immettere 800 salme di frumenti già mercanti che hanno intervenire al carico; misuratori; deten- venduti, provenienti dai suoi Stati di Castrofilippo e Real- tori di libri; guardiani di spiaggia, mastro garzoniere; tummi- monte, che non trovavano spazio nel caricatore di Girgenti. niero; conservatore di sacchi». In, Privilegi e prerogative del ASPA, MP, b.1187 cc. nn. Maestro Portulano (1714),in Biblioteca Comunale di Palermo, I porti del grano siciliano nel XVIII secolo 524 AntoninoBLANDO dall’istituzione del Maestro Portulano. Lo stato E per garantire la fiducia dei mercanti era aveva la possibilità in ogni momento di chiudere necessario garantire la qualità del grano conser- l’esportazione dai caricatori in presenza di annate vato nei magazzini, che doveva essere sottoposto a scarse; inoltre disponeva di una riserva di grano un minuzioso e scrupoloso controllo a campione. pronta per ogni emergenza. Se non si superava questa verifica il grano doveva essere rifiutato. COME FUNZIONA UN CARICATORE S’accaderà, che nelli formenti, che habassero nel cari- L’ordinamento di questi veri dockese banchi frumen- catore per riceverli si trovassero cocci punto nella tari nello stesso tempo, notava l’economista crivata di mezzo tomolo che farsi prendere a dal Giuseppe Salvioli all’inizio del’900, era complicato e Garzone di Corte, in tal caso se in detta crivata il suo minuzioso, come tutte le cose del governo vicerale. punto ascendersi a cocci due o pur tre e non più sia [....] Tenevasi diligente annotazione del grano che lecito allora all’officiali di poterli ricevere e trovandosi entrava e di quello che si estraeva per l’interno e per cocci quattro o più sino a dieci sia lecito di farsene l’estero. Ai proprietari si rilasciavano certificati o cernere e scapuzare salma una e se osserverà che il cedole di deposito seguito, delle responsali perfetta- punto sudetto si leverà col crivo, sia lecito di farsi mente identiche ai moderni warrants, che si potevano cernere tutto dell’istessa maniera e farsene la rece- vendere e pignorare, e sulle quali si faceva operazioni zione e non sevandosi che si debba ossolutamente di credito alle tavole e nelle banche private10. rimandare. Se però il sudetto punto rileverà più delli cocci dieci si dovrà li detti formenti rifiutare adirittura Compito fondamentale dell’amministrazione, e procede tutte le volte il formento che habbasterà secondo le «istruzioni», era di garantire i mercanti. avrà tutte l’altre buone qualità e mancandone una tanto, il primo punto, anche le meno fosse quanto per Perchè della buona qualità de formenti nasce l’intro- il vizio che avrà sempre si dovrà rimandare, o rifiutare. duzione del commercio in questo Regno e dallo stesso ne resulta non solo l’utile per la Regia Corte Il frumento doveva essere non solo pulito da m’anche il commodo e sollievo del Borghesato, e del pietre e terra, ma anche da altri semi che ne pote- Commune Pubblico, abbiamo stimato per aumento vano compromettere la qualità e la conservazione. del medesimo stabilire e piantare una buona regola per l’amministrazione del Caricatore di Trapani. S’accaderà che pigliandosi la crivata dal Garzone di Corte nel formento che abbasterà per riceversi è nello Così iniziavano «le istruzioni» che il Maestro stesso se il troveranno escrementi di sotto di gioglio, Portulano, Antonio Lucchese Duca della Grazia, terra o altre semenze che si potessero fare vizio o pur emanava il 22 novembre 1726 «per il buon di sopra, come sarebbe l’orzo, il fasolo salvatico, ed governo del nuovo caricatore di Trapani»11. Istru- altro, che pura potrebbe farci vizio, in tal caso trovan- zioni che da secoli seguivano, più o meno fedel- dosi di escrementi di sotto la loro piena, che appresso mente, tutti gli altri caricatori. l’officiale esiste, allora li formenti dovranno cernersi per farsene la recezione, per l’escrementi che Che l’officiali a chi spetta far la recezione de potranno trovarsi di sopra dovransi pure cernere è formenti debbano quelli ricevere di buona qualità, scapuzare per farsene parimenti la recezione avendo netti, asciutti e ben crivellati mercantabili e recetti- tutto ciò luongo tutte le volte che li formenti sudetti si bili senza tollerare alcun vizio umano nell’accetta- troveranno asciutti senz’alcun vizio umano è non zione delli stessi [...] ed usandosi la nessuna trovandosi tali, si dovran rifiutare e rimandare e per ammissione o dissimulazione che si vogliono [...] da ingordi e per lordi [...] tal buona recezione dipende il credito del Caricatore Che dal principio del ricevimento dei formenti di a considerazione del quale s’animeranno maggior- qualsivoglia raccolto per tutto il mese d’agosto mente li negozianti forestieri a stabilire il lor traffico. d’ogni anno non possono l’uff.li Ricevitori ricever 10.G.Salvioli, Il commercio dei grani in Sicilia, nel secolo XVI, in 11.ASPA, MP, b.154 cc. nn. Antologia siciliana, 1, 1901, p.25. 525 formenti che non fossero netti, asciutti e ben crivel- Una scrittura esatta dei registri era indispensa- lati, mercantibili e recettibili, ed essendo inqualche bile perchè il grano doveva essere restituito ai parte ingordi, che si debbano assolutamente rifiu- compratori nella quantità e qualità con cui era tare, proibendoli alli sud. Ufficiali di riceverli, etiam stato depositato. che dal Bordonaro, o Padrone del formenti li fosse offerto l’ingordo per non darsi luogo alle frodi. Che debbiano l’officiali specificare ne loro quinterni la qualità de form.ti se siano forti o roccelli, e così ne Esercitando il «mero e misto impero», il vice- debbiano uscire li bollettini a fine d’ogni Padrone portulano poteva ordinare l’arresto del bordonaro potessi sorvire del suo e doverseli restituirli come li (cioè del trasportatore del grano) quando tentava han mandati, cioè forti per forti e roccelli per roccelli di depositare un frumento di cattiva qualità. [...] Che debbino li uff.li ricevere separatamente li Inoltre si doveva prendere nota del nome del formenti forti dalli roccelli e debbiano similm.te produttore del frumento e da dove arrivava per metterli in magazzini diversi cioè in un magazzino li controllare meglio le partite future. forti e in un altro li roccelli [...] Che non possino nel caricare li bordonari mescolar formenti d’un padrone Venendo qualche imposta di formento per ricevere all’altro e farne una sola recezione [...] Che empita [...] vizio, come s’è detto di sopra che debba subito sarà una fossa si vogli prima dall’ufficiali comprobare lo Bordonaro ritornarselo e riportarselo e non facen- la quantità de li form.ti, e tirando d’accordo voglino dolo al più per lo spazio d’ove sei che si voglia fare una poliza nella quale dovranno descrivere il dall’officiali far mettere carcerato à nome del Vice- nome dell’istessa, la quantità appostasi, i nomi de portulano a cui poscia se ne dovrà partecipare la misuratori che la mesurarno, confirmandola con loro notizia per gastigarlo a vista della milizia, che sarà proprio pugno e doppo in presenza del Viceportulano privedentemente interpetrata, dovendo l’off.li rice- metterla dentro un cannolo che dovrà collacarsi in vitori notare nella fine de loro libretti la rifiutata del detto formento e poscia suggellarsi la fossa sudetta sudetto formento rimandato con descrizione la gior- con ammonte collarvisi terra, per poi quando dovrà nata, il nome del Padrone, la quantità, il nome del di sfossarsi, osservarsi se si troverà corrispondente Bordonaro, è la dove lo porterà, per starsi con più colla quantità già immessa. oculatezza venendo altro formentto dell’istesso Padrone è del medesimo luogo. La manutenzione dei magazzini doveva essere costante per verificare lo stato dei frumenti e Minuziosa doveva essere pure la compilazione poterlo mescolare con le pale. Il controllo era affi- e conservazione dei registri. dato a un «Governatore Magazziniero» che doveva gestire pure un complicato sistema di uso Che ogn’uno dell’off.li ricevitori dovrà tenere il suo delle chiavi dei magazzini. Inoltre il Governatore quinterno separato è nel medesimo dovrà notare il giorno è la quantità del formento che si riceverà non debba ricever polize o atti mandatarj fatti per gli prima in lettera stesa, il nome del padrone quello del atti di notari forestieri se prima non sarà la firma del Bordonaro, il luogo d’onde viene ed il magazzino o mandante o l’estratto del nostro da due persone fossa ove si immetterrà, proibendosi all sudetto offi- degne di fede riconosciute [...] e si proibisce di ciali potersi copiare partita l’un dall’altro libro [...] ricever polize firmate da donne, anche che fossero Che sia proibita all’off.li uscir Bollettino dupplicato avverate e riconosciute. p. una partita di formento ricevuto nel caso che dal Bordonaro o altro li fosse ricercato con dire d’averlo Era proibito agli impiegati «direttamente o deperso o smarrito per altro accidente ne meno con indirettamente ingerirsi in negozj formentarj, direvaglia per una volta tantum, ma in tal caso mantenimento di redine per condurre frumenti o dovran far riccorso dal detentore per uscirgli la fede altri negozio simile». di tal partita ricevuta, come stà nel Giornale, Tutti i movimenti del caricatore venivano ripor- dovendo prima precedere fideiussore per l’atti del- tati su tre registri separati. Uno del viceportulano, l’officio di Maestro Notaro di non doversi sudetto uno del notaio e infine uno per il potulanotto che Bordonaro, o altro, letare del bollettino forse ritro- ogni quattro mesi dovevano essere spediti a Palermo vato, stante la fede uscita di tal partita. «separatamente», proibendo «ad’ogni uno degli I porti del grano siciliano nel XVIII secolo 526 AntoninoBLANDO officiali suddetti di copiarsi una partita d’un altro, essere infine quella di «repurtare e trattare con per non darsi il caso ch’errando errassero tutti e inspeciale favore li padroni de li bastimenti che l’istesso dovranno osservare tutti colli scaricati, verranno nel caricatore per maggiormente facendo l’istessa rubrica colle sue negative inpiedi». animarsi allo mercio, ed introdurre negozi per Le estrazioni di grano per Palermo e Messina l’accerto della Regia Corte, commodo del Borghe- avevano una formalità a cui deve adempiere sato, ed utile del pubblico». personalmente il viceportulano : IL SETTECENTO SECOLO DEL GRANO consignare al Padrone del bastimento una quantità PER «EXTRA REGNO» di frumento in una cassetta ben suggellata in presenza dello stesso, per servirci di mostra e costare Il grano che tra il 1720 il 1823 parte dai carica- sempre della buona qualità e non darsi luogo alle tori della Sicilia ammonta complessivamente a frodi ed alterazioni che potrebbero commettere, 14.329.662 salme di cui il 70% (pari a salme dovendo anche il sudetto Viceportuno trattenersene 9.892.288) per l’estero (vedi tav.1), e il resto la mostra nell’officio per costar sempre la qualità del diretto «infra Regno», cioè verso i porti delle altre primo formento già caricato. città dell’isola, per un totale di 4.437.364 salme12. La crisi dei primi decenni del XVIII secolo Cura fondamentale del Viceportulano doveva viene subito superata e già nel 1722-23 si «estrag- Esportazione di grano per «extra Regno» (1720-1832) (Valori in salme= 222 kg) ANNI ESPORTAZIONI ANNI ESPORTAZIONI ANNI ESPORTAZIONI ANNI ESPORTAZIONI 1719-20 5.768 1767-68 25.157 1746-47 103.684 1789-90 295.948 1720-21 31.742 1768-69 184.217 1747-48 26.796 1790-91 40.021 1721-22 61.619 1769-70 173.873 1748-49 70.367 1791-92 78.906 1722-23 125.096 1770-71 271.178 1749-50 206.585 1792-93 3.100 1723-24 128.828 1771-72 43.701 1751-52 302.984 1793-94 405.769 1724-25 94.061 1772-73 122.640 1752-53 153.699 1794-95 258.944 1725-26 93.077 1773-74 69.089 1753-54 128.961 1795-96 291.059 1726-27 93.967 1774-75 16.992 1755-56 54.915 1796-97 162.435 1727-28 108.726 1775-76 156.011 1756-57 109.873 1798-99 39.344 1733-34 142.067 1776-77 204.350 1757-58 223.288 1803-04 35.427 1734-35 185.986 1777-78 137.047 1758-59 144.337 1805-06 910 1735-36 101.135 1779-80 149.093 1759-60 166.746 1806-07 44.489 1736-37 41.018 1780-81 150.899 1760-61 11.194 1808-09 12.112 1737-38 188.846 1781-82 293.460 1761-62 55.643 1813-14 12.965 1738-39 179.771 1782-83 72.157 1762-63 58.224 1814-15 7.531 1739-40 191.404 1783-84 75.225 1763-64 43.299 1817-18 48.143 1740-41 145.341 1784-85 67.347 1764-65 365.755 1818-19 71.392 1741-42 125.435 1785-86 269.562 1765-66 440.267 1823 47.201 1742-43 143.733 1786-87 98.911 1766-67 8.730 1743-44 73.924 1787-88 141.714 1745-46 111.666 1788-89 265.412 Totale 9.892.288 (segue) 12.I dati utilizzati nel presente lavoro sono ricavati dallo spoglio cereali e legumi concesse, tanto per «infra» quanto per dei registri di esportazione del grano e dei legumi dai carica- «extra Regno». Le serie hanno inizio dagli anni quaranta del tori della Sicilia. Si tratta di due delle serie – Liber extrahendie XVI secolo e coprono un arco cronologico di tre secoli, sino Liber locorum prohibitorum – che compongono il fondo del agli anni venti del XIX secolo; per un totale di 651volumi. I Maestro Portulano, conservate presso l’ASPA. Le due serie si registri riguardanti il periodo 1720-1823 sono tra quelli che suddividono a loro volta in altre due: per «infra Regno» e presentano una maggiore omogeneità. Grazie a un totale di «extra Regno». Contengono le lettere con le quali il Maestro 272 volumi, disponiamo di una mappatura quasi completa Portulano trasmette ai suoi vice le licenze di esportazione di delle licenze di esportazione per un secolo. 527 gono» 125.096 salme. Il passaggio dalla domina- Vindicari, Agnone, Cefalù, Acireale, Taormina, Aci zione austriaca a quella borbonica porta a un’in- S. Antonio e Caronia (tav. 2). tensificazione del commercio e i livelli di esportazione salgono sino alle 188.846 salme del 1737-38. Ma è con l’inizio degli anni ’50 che i Tav. 2 – Esportazione di grano dai caricatori dal 1720 al 1823 (valori in salme) valori delle esportazioni tornano a livelli cinque- centeschi : nel 1751-52 partono dalla Sicilia Caricatore Infra regno Extra regno Totale 302.984 salme di grano; dieci anni dopo, nel 1764-65, le esportazioni arrivano a 365.755 e Girgenti 1.164.009 3.667.503 4.831.512 Licata 770.978 1.569.637 2.340.615 l’anno dopo a 440.267. La crisi dei raccolti del Termini 238.406 1.464.617 1.703.023 1766 si ripercuote sulle esportazioni che scendono Sciacca 458.221 1.223.198 1.681.419 a sole 8.730 salme; ma il raccolto del ’68 ne Castellammare 389.716 642.159 1.031.875 permette già la partenza di 184. 217. Tre anni dopo Catania 316.486 250.665 567.151 Terranova 182.840 192.163 375.003 la quantità di grano per l’estero si porta a 271.178 Pozzallo 165.270 178.220 343.490 salme per scendere a 43.701nel 1771-72 e risalire Tusa 182.404 132.515 314.919 l’anno successivo a 122.640. Gli avvenimenti del Marsala 126.407 119.352 245.759 settembre 1773 – la rivolta palermitana contro il Mazara 108.781 67.353 176.134 Trapani 106.830 51.974 158.804 vicerè Fogliani – fanno scendere le esportazioni a Palermo 7.870 91.883 99.753 69.089 e successivamente a 16.089 salme. Dal Siculiana 50.545 23.871 74.416 1776 al 1780 i valori tornano ad essere superiori Augusta 27.791 41.351 69.142 Roccella 26.272 28.033 54.305 alle 150 mila salme e toccano le 300 mila Vindicari 18.998 22.107 41.105 nel’81-82. Agnone 27.198 4.327 31.525 Paradossalmente è negli anni in cui il viceré Cefalù 22.418 5.780 28.198 Domenico Caracciolo concede la libertà dell’espor- Acireale 4.052 11.770 15.822 Taormina 1.087 14.321 15.408 tazione che i suoi livelli toccano il punto basso Aci S.Antonio 2.767 7.201 9.968 scendendo a 70.000 salme tra il 1782 e il 1785. Caronia 316 2.697 3.013 Alla vigilia della rivoluzione francese le esporta- Altro* 37.702 79.591 117.293 zioni tornano a sfiorare le 300 mila salme di grano. Totale 4.437.364 9.892.288 14.329.652 Nel triennio successivo le quantità di grano per il mercato estero scendono sino a toccare il punto * Caricatore non identificato più basso del secolo con le 3.100 dovute alla care- stia causata dall’invasione delle cavalette del Dai magazzini e dalle fosse del primo gruppo di 1792-93, per balzare l’anno dopo a uno dei suoi caricatori parte il 68% del grano diretto «infra livelli più alti : 405.769 salme. Da questo picco via Regno» e l’87% di quello per «extra Regno». via diminuiscono le quantità di grano per «extra Rispetto al totale complessivo «estratto» dalla Regno», il 1796-97 è l’ultimo anno in cui si arriva Sicilia nell’arco di un secolo, questi caricatori rifor- a 162.435 salme; in seguito non si hanno valori niscono l’81% del mercato. Il 15% è invece rifor- superiori alle 100.000 salme. Anche se per il nito dai caricatori del secondo gruppo che in un periodo non disponiamo della serie completa dei secolo commercializzano il 27% del grano per dati, quelli a disposizione mostrano un esporta- «infra Regno» e il 10% per «extra Regno». Il terzo zione in media di 40.000 salme che salgono non gruppo arriva appena a una quota del 4% del oltre le 71.392 del 1818-19. mercato complessivo che comprende il 3% dei I caricatori siciliani possono essere divisi in tre flussi di grano per l’interno e il 5% di quelli per gruppi : il primo riesce a immettere sul mercato l’estero. Il grafico n.1dà bene l’idea delle diverse oltre un milione di salme di frumento ognuno e ne dimensioni di questi gruppi. fanno parte Girgenti, Licata, Termini e Sciacca; il Nel primo gruppo di caricatori è Girgenti che secondo commercializza tra le centomila e il ha la leadership : dal suo porto (l’odierna Porto milione di salme e comprende Catania, Terranova, Empedocle) lungo tutto un secolo partono Pozzallo, Tusa, Marsala, Mazara e Trapani; con 3.459.149 di salme di grano, che da sole coprono meno di centomila salme, del terzo gruppo fanno un terzo dell’intera esportazione della Sicilia. parte Palermo, Siculiana, Augusta, Roccella, Inoltre con 1.164.009 salme di grano, Girgenti I porti del grano siciliano nel XVIII secolo 528 AntoninoBLANDO Graf. 1– Esportazioni di grano divise per i tre gruppi di caricatori. copre il 26% del mercato «infra Regno», e con tazioni toccano il punto più basso (25.157 salme), 3.667.503 il 37% di quello per «extra Regno». il 90% del grano riguarda Girgenti. Nel primo Nelle annate in cui si esporta meno, come il ventennio dell’Ottocento, a fronte di un inesora- 1720-21, Girgenti fornisce al mercato estero più bile declino delle esportazioni, è ancora una volta del 65% del grano siciliano; e ancora nel 1761-64, dal suo caricatore che si preleva più del 70% del quando dal suo caricatore parte per l’estero il 60% grano siciliano disponibile. Quando le annate sono del grano siciliano. Nel 1766-67, quando le espor- buone si esporta con eguale intensità da tutti i Graf. 2 – Caricatori che esportano più di 1.000.000 di salme di grano (1720-1823). 529 caricatori, ma è sempre Girgenti a confermarsi ad Girgenti è Termini, al cui caricatore confluisce il come il porto più importante per il mercato estero. grano delle Madonie e delle zone tirreniche che Nel 1722-23 per l’estero partono 125.095 salme di non hanno la produttività delle colline che si affac- grano e Girgenti ne fornisce il 50%; l’anno succes- ciano sul Canale di Sicilia. Da Termini partono sivo, su 128.828 salme esportate, dal porto di 238.406 salme di grano per il mercato interno (pari questa città se ne prelevano 41.819. Quando nel al 5,4%), e oltre 1.200.000 per il mercato estero 1751-52 le esportazioni salgono sopra le 300.000 (pari al 12,4% del mercato), poco meno di Sciacca. salme, il 31% è costituito dal grano agrigentino e Dalla fine degli anni ’40 il caricatore di Termini sulle 440.267 salme del 1765-66 ben 115.627 immette sul mercato lo stesso quantitativo di provengono da questa città. Sciacca o di Licata, superandoli diverse volte. Nella Da Licata parte il 16% del grano per il mercato seconda metà degli anni ’70 le esportazioni subi- estero (1.569.637 salme), e il 17,3% per quello scono un crollo che dura sin all’inizio del decennio interno (770.978). Nel 1735-36 su oltre 100.000 successivo quando si riportano di nuovo ai livelli salme di grano per «extra Regno», Licata da sola ne precedenti. Castellammare è un caricatore che copre il 43% mentre Girgenti contribuisce con il commercializza soprattutto nel mercato interno, 24% e Sciacca solo con l’8,8%. Pur se c’è qualche del quale occupa una quota dell’8,8%, pari a anno in cui Licata esporta quantità di grano supe- 389.716 salme; per l’estero partono quasi 650 mila riori ad Girgenti, generalmente ne segue il trend salme che però occupano un segmento di mercato generale, distanziata del 5-6%. Quando il grano è del 6,5%. È nel trentennio tra gli anni ’50 e ’80 che poco ad Girgenti è poco pure a Licata e viceversa. più viva si fa la sua economia trainata, come Anche Sciacca partecipa allo stesso movimento, ma vedremo, dalla domanda palermitana. in posizione più arretrata, commercializzando il Se il primo gruppo di caricatori comprende 10,3% del grano per «infra Regno» (458.221 solo città della Sicilia occidentale, nel secondo salme) e il 12,4% di quello per «extra Regno» troviamo presenti porti disseminati lungo tutta le (1.223.198). In posizione diametralmente opposta coste dell’isola. Graf. 3 – Caricatori che esportano più di centomila salme di grano (1720-1823). I porti del grano siciliano nel XVIII secolo 530 AntoninoBLANDO In questo gruppo Catania è il caricatore più quasi 17 mila salme di grano, il 9% di tutti i carica- importante. Commercializza in un secolo 316.486 tori. Tusa è il caricatore più importante dell’antica salme di grano per «infra Regno» (il 7% del Val Demone, cioè della costa tirrenica del messi- mercato) e 250.665 per «extra Regno» (pari al nese, un territorio dominato dalla catena dei 2,5%). Sino alla metà del Settecento è uno dei Nebrodi e dalla specializzazione nelle colture porti più attivi del mercato interno, dove ha un arboree ma povero di grano. Ma non tutto è accesso privilegiato Messina; tra gli anni ’60 e ’80 dominio dell’albero : ed è significativo che Tusa esporta molto anche sul mercato internazionale riesca ad immettere sul mercato internazionale toccando un picco nel 1765-66, quando esporta una quantità di grano (182.404 salme) pari a più di 23 mila salme di grano. quella di caricatori presenti sulla costa opposta di Terranova, o Eraclea, occupa circa il 4% del Terranova e di Pozzallo, come pure di Marsala, mercato interno (182.840 salme di grano) e l’1,9% Mazara e Trapani. Per «infra Regno» la sua quota di quello estero. È presente costantemente sul di mercato arriva all’1,3% (132.352 salme di mercato e ha una improvvisa accelerazione dopo il grano) quasi interamente diretto verso le isole 1800, quando riesce ad essere uno dei caricatori Eolie. Marsala, Mazara e Trapani hanno percen- più attivi. In un clima di generale regresso, si nota tuali di esportazioni per «infra Regno» variabili al per un segno contrario che porta Terranova a rita- di sotto del 3% e solo la prima riesce ad avere una gliarsi fette sempre più grosse di mercato sino a quota del mercato internazionale superiore all’1%. occupare quasi il 30%. Pozzallo è il caricatore della Nel terzo gruppo, che esporta meno di cento- Contea di Modica, da dove partono il 3,7% dei mila salme di grano lungo l’arco di un secolo, vi frumenti per «infra Regno» (165.270 salme) e sono i caricatori di Cefalù, Tusa, Caronia, Acireale, l’1,8% di quelli per l’estero (178.220). Nella prima Aci S. Antonio, Agnone, Augusta e Vindicari, metà degli anni ’30 è tra i protagonisti del mercato Palermo e Roccella. Le percentuali di esportazioni interno con 15.896 estratte nel 1733-34. Inoltre sia per infra sia per extra Regno non arrivano l’anno dopo riesce a portare sul mercato estero all’1%. Graf. 4 – Caricatori che esportano meno di 100.000 salme di grano (1720-1823).
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