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Poetica, retorica e comunicazione nella tradizione classica ADOLF M. HAKKERT EDITORE PDF

13 Pages·2016·0.35 MB·Italian
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Preview Poetica, retorica e comunicazione nella tradizione classica ADOLF M. HAKKERT EDITORE

LEXIS Poetica, retorica e comunicazione nella tradizione classica 34.2016 ADOLF M. HAKKERT EDITORE LEXIS Poetica, retorica e comunicazione nella tradizione classica SOMMARIO ARTICOLI Luca Benelli, Un profilo ed un ricordo di Alessandro Lami ...………………………………… 1 Gianluigi Baldo, Ricordo di Emilio Pianezzola ……………………………………………….. 9 Riccardo Di Donato, L’Omero di Carles Miralles ………………………………………………. 12 Paolo Cipolla, Elegia e giambo secondo Miralles …………………………………………….. 16 Giovanni Cerri, Carles Miralles ellenista ……………………………………………………… 24 Rosario Scalia, Insegnare greco con Miralles …………………………………………………. 30 Montserrat Jufresa, Carles Miralles e il progetto dell’‘Aula Carles Riba’ ……………………. 39 Guido Milanese, Dopo venticinque anni: un’intervista con Francesco Della Corte ………….. 44 Cecilia Nobili, I canti di Ermes tra citarodia e rapsodia ……………………………………… 48 Ruggiero Lionetti, Testo e scena in Eschilo, ‘Supplici’ 825-910 e 1018-73: una tragedia con tre cori? …………………………………………………………………………………………… 59 Nicola Comentale, Peter Elmsley editore di Cratino ed Eupoli ………………………………. 98 Fabrizio Gaetano, Pratiche storiografiche di comunicazione: μνᾶσθαι e μνήμη fra Erodoto e il suo pubblico …………………………………………………………………………………. 105 Paolo Scattolin, Il testo dell’‘Edipo re’ di Sofocle nel palinsesto ‘Leid.’ BPG 60 A ………….. 116 Valeria Melis, Eur. ‘Hel.’ 255-305 e l’‘Encomio di Elena’ di Gorgia: un dialogo intertestuale 130 Piero Totaro, La Ricchezza in ‘persona’ nel ‘Pluto’ di Aristofane ……………………………. 144 Tristano Gargiulo, Una congettura a Pseudo-Senofonte, ‘Ath. Pol.’ 2.1 ……………………… 159 Marco Munarini, Ripensare la parola, ripensare l’uomo: il ruolo dei ‘kaloi logoi’ nel ‘Dione’ di Sinesio di Cirene ……………………………………………………………………………. 164 Stefano Vecchiato, Osservazioni critiche su un frammento epico adespoto (7 D. = ‘SH’ 1168) ... 181 Celia Campbell, Ocean and the Aesthetics of Catullan Ecphrasis ……………………………. 196 Alessandro Fusi, Un verso callimacheo di Virgilio (‘Aen.’ 8.685). Nuovi argomenti a favore di una congettura negletta …………………………………………………………………….. 217 Daniele Pellacani, Rane e oratori. Nota a Cic. ‘Att.’ 15.16a …………………………………. 249 Lorenzo De Vecchi, Orazio tra alleati e avversari. Osservazioni sulle forme del dialogo in Hor. ‘Sat.’ 1.1-3 ……………………………………………………………………………….. 256 Antonio Pistellato, Gaio Cesare e gli ‘exempla’ per affrontare l’Oriente nella politica augustea, in Plutarco e in Giuliano imperatore ………………………………………………. 275 Germana Patti, Un singolare ‘exemplum’ nel panorama retorico senecano: la ‘soror Helviae’ nella ‘Consolatio ad Helviam matrem’ (‘dial.’ 12.19.1-7) …………………………………… 298 Carlo Buongiovanni, Nota di commento all’epigramma 10.4 di Marziale ……………………. 307 Giuseppina Magnaldi – Matteo Stefani, Antiche correzioni e integrazioni nel testo tràdito del ‘De mundo’ di Apuleio ………………………………………………………………………… 329 Tommaso Braccini, Intorno a ‘byssa’: una nota testuale ad Antonino Liberale, 15.4 ……….. 347 ADOLF M. HAKKERT EDITORE 34.2016 Bart Huelsenbeck, Annotations to a Corpus of Latin Declamations: History, Function, and the Technique of Rhetorical Summary ………………………………………………………… 357 Daniele Lutterotti, Il ‘barbitos’ nella letteratura latina tarda ………………………………… 383 Antonio Ziosi, ‘In aliquem usum tuum convertere’. Macrobio traduttore di Esiodo …………. 405 Alessandro Franzoi, Ancora sul ‘uicus Helena’ (Sidon. ‘carm.’ 5.210-54) …………………… 420 Stefania Santelia, Sidonio Apollinare, ‘carm.’ 23.101-66: una ‘proposta paideutica’? ………. 425 Marco Canal, Annotazioni su due passi dell’‘Heptateuchos’ pseudociprianeo (Ios. 86-108 e 311-5) …………………………………………………………………………………………... 445 RECENSIONI Umberto Laffi, In greco per i Greci. Ricerche sul lessico greco del processo civile e criminale romano nelle attestazioni di fonti documentarie romane (P. Buongiorno) ……………………. 455 Maria M. Sassi, Indagine su Socrate (S. Jedrkiewicz) ………………………………………… 458 Claudia Brunello, Storia e ‘paideia’ nel ‘Panatenaico’ di Isocrate (C. Franco) ……………… 463 Chiara D’Aloja, L’idea di egalitarismo nella tarda repubblica romana (G. Traina) …………. 464 C. Sallusti Crispi Historiae, I, Fragmenta 1.1-146, a c. di Antonio La Penna – Rodolfo Funari (A. Pistellato) ………………………………………………………………………………….. 467 Brill’s Companion to Seneca, ed. by Gregor Damschen – Andreas Heil (M. Cassan) ………... 473 Tacitus, Agricola, ed. by A.J. Woodman (A. Pistellato) ………………………………………. 476 Antonio Ziosi, ‘Didone Regina di Cartagine’ di Christopher Marlowe (E. Giusti) …………... 481 Piemonte antico: l’antichità classica, le élites, la società fra Ottocento e Novecento, a c. di Andrea Balbo – Silvia Romani (G. Milanese) …………………………………………………. 483 Direzione VITTORIO CITTI PAOLO MASTANDREA ENRICO MEDDA Redazione STEFANO AMENDOLA, GUIDO AVEZZÙ, FEDERICO BOSCHETTI, CLAUDIA CASALI, LIA DE FINIS, CARLO FRANCO, ALESSANDRO FRANZOI, MASSIMO MANCA, STEFANO MASO, LUCA MONDIN, GABRIELLA MORETTI, MARIA ANTONIETTA NENCINI, PIETRO NOVELLI, STEFANO NOVELLI, GIOVANNA PACE, ANTONIO PISTELLATO, RENATA RACCANELLI, GIOVANNI RAVENNA, ANDREA RODIGHIERO, GIANCARLO SCARPA, PAOLO SCATTOLIN, LINDA SPINAZZÈ, MATTEO TAUFER Comitato scientifico MARIA GRAZIA BONANNO, ANGELO CASANOVA, ALBERTO CAVARZERE, GENNARO D’IPPOLITO, LOWELL EDMUNDS, PAOLO FEDELI, ENRICO FLORES, PAOLO GATTI, MAURIZIO GIANGIULIO, GIAN FRANCO GIANOTTI, PIERRE JUDET DE LA COMBE, MARIE MADELEINE MACTOUX, GIUSEPPINA MAGNALDI, GIUSEPPE MASTROMARCO, GIANCARLO MAZZOLI, GIAN FRANCO NIEDDU, CARLO ODO PAVESE, WOLFGANG RÖSLER, PAOLO VALESIO, MARIO VEGETTI, PAOLA VOLPE CACCIATORE, BERNHARD ZIMMERMANN LEXIS – Poetica, retorica e comunicazione nella tradizione classica http://www.lexisonline.eu/ [email protected], [email protected] Direzione e Redazione: Università Ca’ Foscari Venezia Dipartimento di Studi Umanistici Palazzo Malcanton Marcorà – Dorsoduro 3484/D I-30123 Venezia Vittorio Citti [email protected] Paolo Mastandrea [email protected] Enrico Medda [email protected] Pubblicato con il contributo di: Dipartimento di Studi Umanistici (Università Ca’ Foscari Venezia) Copyright by Vittorio Citti ISSN 2210-8823 ISBN 978-90-256-1322-8 Lexis, in accordo ai principi internazionali di trasparenza in sede di pubblicazioni di carattere scientifico, sottopone tutti i testi che giungono in redazione a un processo di doppia lettura anonima (double-blind peer review, ovvero refereeing) affidato a specialisti di Università o altri Enti italiani ed esteri. Circa l’80% dei revisori è esterno alla redazione della rivista. Ogni due anni la lista dei revisori che hanno collaborato con la rivista è pubblicata sia online sia in calce a questa pagina. Lexis figura tra le riviste di carattere scientifico a cui è riconosciuta la classe A nella lista di valutazione pubblicata dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). È stata censita dalla banca dati internazionale Scopus- Elsevier, mentre è in corso la procedura di valutazione da parte della banca dati internazionale Web of Science-ISI. Informazioni per i contributori: gli articoli e le recensioni proposti alla rivista vanno inviati all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Essi debbono rispettare scrupolosamente le norme editoriali della rivista, scaricabili dal sito www.lexisonline.eu (si richiede, in particolare, l’utilizzo esclusivo di un font greco di tipo unicode). Qualsiasi contributo che non rispetti tali norme non sarà preso in considerazione da parte della redazione. Si raccomanda di inviare due files separati del proprio lavoro, uno dei quali reso compiutamente anonimo. Il file anonimo dovrà essere accompagnato da una pagina contenente nome, cognome e recapiti dell’autore (tale pagina sarà poi eliminata dalla copia inviata ai referees). Piemonte antico: l’antichità classica, le élites, la società fra Ottocento e Novecento, a c. di Andrea Balbo – Silvia Romani (“Culture antiche. Studi e testi” 27), Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2014, pp. 244; ISBN 9788862745581; € 25,00. Questo volume, che si situa all’interno del progetto “Cultural Heritage” dell’Università di Torino (http://www.cultural-heritage.unito.it/ [ultima consultazione 17/07/2016]), presenta una serie di studi dedicati a vari aspetti dello studio dell’antichità greca e romana nel Pie- monte «sabaudo prima e repubblicano poi, dall’unità d’Italia fino al 1961» (p. 3). Curato da Andrea Balbo e Silvia Romani, il volume consta di nove saggi, che esplorano vari aspetti della vita culturale piemontese in rapporto con l’insegnamento e la ricerca sul mondo classi- co dall’Ottocento al secolo scorso. Opportunamente i curatori fanno riferimento ad altre ini- ziative (p. 8, nn. 22-4) tra le quali ricorderò la pubblicazione in occasione dei 150 anni del Liceo Porporato di Pinerolo (pubblicati come Supplemento del “Bollettino della Società Storica Pinerolese”, Quarta serie, Anno XXXI, 2014), e liberamente accessibili online (http://www.liceoporporato.gov.it/storia/atti_porporato_150anni.pdf [ultima consultazione 17/07/2016]). Dato l’interesse che tutti i saggi presentano, e la diversità delle materie tratta- te, converrà esporre il contenuto di ciascuno di essi, perché molti di questi interventi sono di grande importanza, e il volume tutto apporta un contributo notevole alla storia degli studi classici in Italia. - 483 - All’introduzione dei curatori (Andrea Balbo – Silvia Romani, Le ragioni di un volume, pp. 3-9) fa seguito l’ampio saggio di Gian Franco Gianotti, Gli studi di latino e greco nel Piemonte dell’Ottocento, pp. 9-59. Si tratta di un testo che certamente resterà nella biblio- grafia sull’argomento come punto di riferimento: il Gianotti, le cui ricerche sulla storia degli studi classici soprattutto nell’Ottocento sono a tutti note, delinea un quadro storico preciso e spesso coinvolgente. Vengono presentate figure non tutte certamente di primo piano ma im- portanti per comprendere l’ambiente culturale del tempo: penso, tra Settecento e Ottocento, a Carlo Denina e soprattutto a Tommaso Valperga di Caluso, il maestro delle due figure fondamentali dell’Ottocento antichistico piemontese, Carlo Boucheron e Amedeo Peyron: soprattutto al Peyron si dedica lo studio del Gianotti, che già aveva dedicato al Peyron un saggio nell’ambito della storia dell’Ateneo torinese1. Sottolinea Gianotti come il Peyron fosse «lontano dal panlatinismo della retorica accademica (votata al panegirico del presente più che a seria comprensione del passato)» (p. 23): e lo studioso che segue al Peyron nel saggio di Gianotti, Tommaso Vallauri, è certamente non insensibile al «panlatinismo» lon- tano invece dal Peyron. Politicamente reazionario anche se, avanti nella vita, senatore del Regno d’Italia, il Vallauri «monopolizza gli studi di latino nell’Ateneo sabaudo per quasi quarant’anni» (p. 24). Allievo del Boucheron, il Vallauri ha una rapida carriera e una lunga vita (1805-1897), durante la quale polemizza con i filologi tedeschi (preistoria delle risse filologiche d’inizio Novecento): basterà pensare alla scombinata battaglia per la difesa dei supposti tria nomina di Plauto contro il Ritschl2, o alla polemica contro il Mommsen, anche qui di chiaro stampo nazionalistico. Non è facile figura, il Vallauri, e Gianotti riesce a pre- sentarlo in modo equilibrato, anche sottolineando i suoi interessi di scrittore interessato alle tradizioni popolari e di memorialista3. Segue il paragrafo che descrive il momento a mio av- viso centrale di tutta questa vicenda culturale, cioè il rapporto tra Torino e il mondo tedesco: è soprattutto essenziale Giuseppe (Joseph) Müller, boemo di nascita, tedesco di cultura e to- rinese d’adozione. Le traduzioni e adattamenti di manuali tedeschi, sia di lingua sia di lette- ratura, promosse dal Müller, diventano i mezzi di diffusione della dottrina tedesca sia a li- vello scolastico sia universitario, soprattutto per quanto riguarda il greco; e la casa editrice Loescher, fondata dall’editore di Lipsia Friedrich Hermann Loescher, nipote di Benediktus G. Teubner, trasferitosi a Torino, ebbe un ruolo essenziale in questa rete di rapporti. Tornando al latino, tra gli allievi di Vallauri le figure che emergono sono G.B. Gandino, ultimo dei ciceroniani ma ben informato sulla didattica tedesca, professore a Bologna per decenni, autore di manuali scolastici diffusissimi nelle scuole fino alla metà del Novecento; Eusebio Garizio, che si scontrò con il Vallauri e insegnò al liceo Cavour, diventando un per- sonaggio estremamente rispettato anche se fuori dall’Accademia; Felice Ramorino ed infine Ettore Stampini, che del Vallauri fu successore ma non continuatore (collaborò con Loe- scher e non insisté nell’ostilità antitedesca del maestro). E non poteva mancare, in questo schizzo storico, la guerra culturale che vide nel Fraccaroli il punto di riferimento: appunto a Torino, infatti, il Fraccaroli insegnò dal 1895 al 1906. Era stata una questione concorsuale a far partire la polemica, la nota vicenda che ruotava intorno a Nicola Festa, ch’era stato allie- vo del Pascoli al liceo di Matera e poi stimato scolaro del Vitelli: Fraccaroli lo bocciò due volte al concorso universitario. Il contrasto con Vitelli assunse preso carattere anche politi- 1 G.F. Gianotti, Amedeo Peyron, in R. Allìo (a c. di) Maestri dell’Ateneo torinese dal Settecento al Novecento, Torino 2004, 145-72; più recentemente G.F. Gianotti, in Dizionario Biografico degli Italiani 82 (2015), s.v. Peyròn, Amedeo Angelo Maria. 2 Con argomenti, sottolinea il Gianotti, «poco persuasivi ma con forte tensione nazionalistica» (p. 28). 3 Nel già citato volume in occasione dei 600 anni dell’Università di Torino non viene dedicato al- cuno studio al Vallauri. - 484 - co, riprendendo in un certo senso le spinte nazionalistiche del Vallauri. Gianotti non ha in grande stima il Fraccaroli: lo descrive come uno studioso «appagato di un’estetica del buon senso, farcita di nozioni comuni e di categorie romantiche riciclate alla buona» (p. 41), che arriva fino al punto di criticare anche lo studio delle lingue straniere (p. 43). Ogni senso di equilibrio andò perduto quando la polemica venne cavalcata e fatta propria dal Romagnoli, che arrivò anche all’inevitabile scontro con il Croce (pp. 42 s.); e siamo ormai alla prima guerra mondiale. Qui si conclude questo apprezzabile quadro storico del Gianotti, ma non va passata sotto silenzio l’ampia e utilissima bibliografia, un vero repertorio per chi voglia studiare questi periodi storici. Due osservazioni minori: [1] a proposito di Tommaso Valperga di Caluso il Gianotti af- ferma ch’egli sarebbe stato abate nell’ordine di San Filippo Neri (p. 12). I Filippini non co- noscono la carica di abate, e non sono neppure un vero e proprio ordine religioso. Inoltre la parola “abate” è caratterizzata in italiano da un frequente equivoco terminologico, che nasce dall’uso francese di “abbé” per indicare i sacerdoti secolari, come il generico “don” in ita- liano; l’italianizzazione, comune tra Settecento e Ottocento, porta alla piccola ma insidiosa confusione4; [2] a p. 22 i Monumenta Germanicae Historiae sono ovviamente Monumenta Germaniae Historica. I due saggi seguenti (Buone pratiche didattiche. La sequenza cognitiva imperfetto- aoristo tematico nell’apprendimento della lingua greca: un ordinamento ‘classico’, pp. 61- 74, e «Abbasso Senofonte?». Modelli linguistici dai ginnasi di ieri ai bienni di oggi, pp. 75- 103) sono dovuti a Elisabetta Berardi, e affrontano la storia dell’insegnamento scolastico: uno dei meriti di questo volume consiste, a mio parere, proprio nella presentazione unitaria ma non confusa di storia della scuola e storia dell’università. Il primo articolo esamina la sequenza didattica nell’apprendimento del greco proposta da Georg Curtius, l’autore del ce- lebre manuale di lingua greca, tradotto dal Müller e adottato in modo quasi monopolistico nei licei del Regno5. Risulta molto più agevole per lo studente procedere con lo studio dell’aoristo “forte” dopo l’imperfetto, piuttosto che con il futuro, oltretutto poco utile data la sua scarsa frequenza (cfr p. 70), a maggior ragione se si considera che la gran parte dei testi letti a scuola è di tipo narrativo e utilizza quindi prevalentemente aoristo e imperfetto, e non a caso una studiosa di storia greca si è occupata efficacemente della questione6. Il secondo intervento di Elisabetta Berardi prende le mosse, come il seguente di Paola Dolcetti, da un articolo di Francesco D’Ovidio7. Lo studio è molto interessante per la storia della didattica, perché mette bene in luce il ruolo di Senofonte nell’apprendimento della lin- gua, in particolare negli esercizi di Karl Schenkl e di Dagobert Boeckel (anche questi tradot- ti e adattati dal solito Müller), e coglie l’occasione per una riflessione di valore più generale sul ruolo del lessico nell’apprendimento del greco, rilevando ad esempio una certa moderni- 4 Per esempio spesso si legge che Listz divenne “abate”: in realtà Listz, terziario francescano, rice- vette solo gli ordini minori precedenti il suddiaconato, ma venne frequentemente chiamato rispet- tosamente “abbé”, da cui la curiosa notizia di un Listz “abate”. Listz fu anche nominato canonico onorario di Albano (cf. sulla questione ad es. A. Walker, Franz Liszt, vol. 3: The final years, Lon- don-Boston 1997, 391). 5 Oltre all’ampia bibliografia esaminata dalla Berardi segnalerei l’ancora utile lettura di B. Bonazzi, L’insegnamento del greco in Italia e la grammatica di G. Curtius, Napoli 1869. 6 L.R. Cresci, Innovazioni nella didattica della morfologia greca: l’aoristo forte, Silvae di Latina Didaxis, 2.3, 2001, 50-8. 7 F. D’Ovidio, Troppo Senofonte nei Licei e poco greco. Lettera al cav. Prof. Domenico Denicotti, R. Provveditore agli Studii per la provincia di Milano, RFIC 3, 1875, 432-8. Aggiungerei un con- fronto con altri due articoli sulla didattica del greco pubblicati parecchi anni dopo dal D’Ovidio (Ebbene, il greco!, La Rassegna Scolastica, 1, 1895-96, 353-61; Il greco, Atene e Roma, 4, 1901, 235-49). - 485 - tà dell’approccio del Boeckel, che per quanto possibile procede per famiglie lessicali sulla base dell’etimologia. Lo studio di Paola Dolcetti («Abbasso Senofonte». Letture liceali postunitarie e profili letterari novecenteschi, pp. 91-103) svolge lo stesso argomento, seguendo il ruolo di Seno- fonte nei programmi scolastici, ponendo in comparazione il ruolo di Senofonte con quello di altri autori (ad esempio l’inevitabile confronto con Platone per quanto riguarda la testimo- nianza socratica o con Tucidide dal punto di vista della storiografia), esaminando i giudizi sullo scrittore in diverse e influenti storie della letteratura, e chiudendo con un riesame del possibile ruolo di Senofonte anche nella scuola di oggi. L’articolo sulla Biblioteca perduta di Theodor Mommsen si apre con una Premessa di Silvia Giorcelli Bersani e prosegue con il paragrafo Testimonianze di solidarietà sabauda a firma di Giulia Masci. La Premessa richiama lo studio della Giorcelli sulla corrispondenza tra il Mommsen e Carlo Promis, architetto e archeologo. Non stupisce leggere della stima che Mommsen nutriva nei confronti di Torino, che – grazie ai costanti rapporti con il mondo tedesco illustrati in vari studi del volume che qui si discute – poteva davvero considerarsi, da parte germanica, come «capitale degli studi seri» in Italia8. Le Testimonianze di solida- rietà sabauda riguardano la vicenda dell’incendio della biblioteca di Mommsen nel 1880. Molto bene Giulia Masci rileva il valore di avvenimento internazionale che la notizia dell’incendio venne ad assumere: il Corpus Inscriptionum Latinarum era avvertito come un progetto di rilievo per tutta la cultura europea, e il danno subito dalla biblioteca del profes- sore tedesco poneva in difficoltà l’impresa. La notizia dell’incendio arriva anche sui giornali quotidiani, e in breve si attiva una rete di comunicazioni tra i colleghi che vede coinvolto anche Vincenzo Promis, che, dopo la morte di Carlo Promis e del fratello Domenico, costi- tuiva un punto di riferimento anche perché era socio dell’Accademia delle Scienze di Torino di cui il Mommsen era socio straniero (p. 112). E in effetti Promis si diede da fare, come ben mostrano le lettere qui riprodotte, che ricostruiscono i contatti tra l’Accademia, la Bi- blioteca Reale, e il Ministero dell’Istruzione Pubblica, che cercava di centralizzare gli aiuti italiani al Mommsen (p. 119). Vale la pena di rilevare, in questa corrispondenza, come sia Mommsen sia Wilhelm Henzen, che fu di grande aiuto al Mommsen nella situazione, domi- nino benissimo la lingua italiana (per altro Henzen, come si sa, abitò a Roma per buona par- te della sua vita e difese l’uso della lingua italiana contro le imposizioni del governo prus- siano)9. L’autrice conclude osservando che, al di là dello scopo di permettere la prosecuzio- ne del lavoro per il CIL, questo episodio mostra il «senso di comunità che legava gli intellet- tuali europei dell’epoca» (p. 126). Il successivo lavoro, di Franco Perrelli, è dedicato a Memoria e rappresentazione del tea- tro classico a Torino fra il 1861 e il 1961 (pp. 129-57). Il lavoro si fonda su una ricerca ar- chivistica resa possibile dall’archivio online del quotidiano “La Stampa” (precedentemente “Gazzetta Piemontese”), un vero gioiello messo a disposizione per tutti gli studiosi di storia dall’Ottocento al 2005. L’articolo segue le vicende delle rappresentazioni a Torino, attraver- so le critiche e i resoconti delle varie epoche; le traduzioni sono spesso al centro delle note, come quando (ottobre 1906) Domenico Lanza critica la traduzione eschilea di Cippico e Marrone come caratterizzata da «andatura pedestre»10. Piuttosto curioso il tentativo (nel 8 Cf. T. Mommsen – C. Promis, Torino “capitale degli studi seri”: carteggio Theodor Mommsen- Carlo Promis, a c. di S. Giorcelli Bersani, Torino 2013. La medesima studiosa ha curato anche la mostra Cacciatori di pietre fra Torino e Berlino (2015), la cui documentazione è accessibile all’indirizzo http://www.culturalheritage.unito.it/it/node/1809 [ultima consultazione 17/07/2016]. 9 Cf. H. Blanck, in Dizionario Biografico degli Italiani 61 (2004), s.v. Henzen, Wilhelm. 10 Si tratta di Antonio Cippico e Tito Marrone (non «Marroni» come scrive Perrelli a p. 132): segna- lo che la loro traduzione fu realizzata per la “Drammatica compagnia” di Roma, al Teatro Argen- - 486 -

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34.2016. ADOLF M. HAKKERT EDITORE .. sta casa editrice si dedica Francesca Piccioni nel saggio L'editoria di testi classici in Pie- monte.
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