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Origene: Studi di antropologia e di storia della tradizione PDF

184 Pages·1984·17.77 MB·Italian
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GIULIA SF AMENI GASPARRO \ ORIGENE.\ Studi di antropologia e di storia della tradizione WediZioni dell'ateneo INDICE pago Prefazione [r Elenco delle abbreviazioni r 3 CAPITOLO I Fede, rivelazione e gnosi nel cristianesimo e nello gnosti cismo. r o I CAPITOLO I I «Doppia creazione» e peccato di Adamo nel Peri Ar chon: fondamenti biblici e presupposti platonici dell'ese gesi origeniana. [39 CAPITOLO III La «doppia creazione» di Adamo e il tema paolino dei «due uomini» nell' esegesi di Origene. 90. Nuovi Saggi r 5 7 CAPITOLO I V Restaurazione dell'immagine del celeste e abbandono 1984 dell'immagine del terrestre nella prospettiva origeniana Copyright © ,by Edizioni dell'Ateneo s.p.a. della doppia creazione. Casella Postale 7216 - 00100 Roma PREFAZIONE 193 CAPITOLO \' Le sardes (/rhupas), il rapporto genesis-ph:barà e le moti vazioni protologiche dell' el1krateia in Otlgene. CAPITOLO VI Variazioni esegetiche sulla parabola del ~~on S~mar~ta­ no: dal «presbitero» di Origene ai duahstt medlevah. La Collana «Nuovi Saggi» delle Edizioni dell'Ateneo, dopo aver ospitato il nostro volume di Saggi sullo gnosticismo e sull'ermetismo 3 l ) CAPITOLO V I I (Gnostica et Hermetica, Roma 1982), ci dà modo ora di riunire una se Influssi origeniani ed eleme~ti basiliani nell' antropologia rie di lavori di argomento patristico, in particolare origeniano, di pre delle Omelie «Sull'origine dell'uomo». valente interesse antropologico. L'antropologia, senza essere oggetto di una trattazione specifica e sistematica nell' ambito dell' ampia produzione letteraria del Maestro alessandrino, costituisce tuttàvia un elemento portante della sua visione del mondo e il fondamento imprescindibile della sua spiritualità. La te matica antropologica, sostanziata di elementi biblici ma insieme strut turata secondo il tipico schema di «doppia creazione» scaturente dal presupposto della preesistenza dell'anima, di indubbia ascendenza gre co-platonica, percorre' tutta l'opera origeniana, dal grande affresco «Sui Principi» tracciato nell'opera ardita e problematica della giovinez za alla produzione esegetica ed omiletica che accompagna l'intera sua esperienza umana e pastorale, di maestro di dottrina e di spiritualità. Senza pretendere di ricondurre ad un «sistema» quello che fu piut tosto un movimento flessibile e vario, ma sostanzialmente omogeneo e coerente, del pensiero origeniano, abbiamo cercato in successivi mo menti di cogliere e circoscrivere questa fondamentale omogeneità e specificità attraverso l'analisi di alcuni temi di preciso riferimento scrit turistico (la creazione e la caduta dell'uomo quale è narrata in Gen. I III, le tematiche paoline dell' <<uomo interiore» e dell' <<uomo esteriore», dell' «immagine del Celeste» contrapposta all' «immagine del terrestre») per verificare il punto di incontro e il complesso equilibrio tra la com ponente biblica del pensiero origeniano e quei «presupposti» platonici, espressi soprattutto dall' «ipotesi» mai smentita della preesistenza delle 7 creature razionali e dalla nozione dell'esemplarità delle verità divine ri Quacquarelli, edd., Origenùma secunda, Roma 1980, pp. 57-67), è stato spetto all' <<ombra» e all' «immagine» delle realtà terrene. pubblicato nel volume collettivo a cura di U. Bianchi, La «doppia crea Una componente essenziale della facies spirituale dell'Alessandrino zio/te» dell'uomo negli Alessandrim~ nei Cappadoci e nella gnosi (Ed. è costituita - come è noto - dalla tensione mistica ed ascetica che dell'Ateneo e Bizzarri, Nuovi Saggi n. 70), Roma 1978, pp. 43-82. Il n. nel distacco dai vizi e dalle passioni connessi con il livello delle attività 4 della raccolta, presentato in occasione del Colloquio Internazionale mondane e somatiche, indica la premessa indispensabile per la realiz su «Arché e Telos. L'antropologia di Origene e di Gregorio di Nissa. zazione del destino della creatura spirituale, destino di salvezza con re Analisi storico-religiosa», Milano, 17-19 maggio 1979, è apparso negli cupero della iniziale qualità di «immagine» e con la piena realizzazione Atti del medesimo editi da U. Bianchi con la cooperazione di H. Crou delle sue potenzialità nella perfetta «somiglianza» con il Creatore. Gli zel (Ed. Vita e Pensiero, Pubblicazioni dell'Università Cattolica) Mila indubbi contenuti etici di tale nozione si compongono, in misura di no 1981, pp. 232-266. versa secondo i contesti, con la particolare visione antropologica orige Inediti sono invece i lavori su La «doppia creazione» di Adamo e il niana. Essa infatti, implicando i due livelli della preesistenza e dell'as tema paolina dei «due uomini» nell' esegesi di Origene (n. 3) e Le sordes sunzione del corpo «pesante» e terreno dell'esistenza attuale, in conse (/rhupos) il rapporto genesis-phthorà e le motivazioni protologiche guenza della colpa «antecedente» della creatura intelligente, contempla dell'enkrateia in Origene. Una redazione molto sintetica del primo è un preciso riferimento ontologico della nozione delle sordes (/ rhupos) tuttavia apparsa in E. A. Livingstone (ed.), Studia Patristica XVIII, inerenti alle tre dimensioni, distinte ma organicamente connesse, Proceedings of the Eighth International Conference on Patristic Stu dell'esistenza cosmica, della corporeità e della sessualità. In particolare, dies, Oxford 3-8 September 1979, Oxford-New York 1982, pp. 897- i valori della continenza e della verginità, cui Origene attribuisce un 903. In Origeniana III, Atti del Colloquium Origenianum III svoltosi ruolo primario nella vita cristiana, trovano - insieme con motivazioni presso la Facoltà di Teologia dell'Università di Manchester dal 7 al 12 etico-ascetiche - uno specifico fondamento nel quadro protologico settembre 1981, sarà pubblicata una sintesi del secondo. comprerisivo della struttura di «doppia creazione» oltre che dei dati Alla storia dell'esegesi, insierne cristologica ed «adamologica», di biblici relativi alla vicenda di Adamo. Nell'ampio quadro della tradi una parabola evangelica che, nel suo tipico impianto origeniano, trovò zione dell' enkrateia, che percorre, con varietà di premesse dottrinali e ampio favore nella tradizione patristica fino al basso Medioevo, quan di atteggiamenti pratici, il cristianesimo dei primi secoli il Maestro do fu accolta dai Catari e adattata ai loro presupposti dualistici, è dedi alessandrino si situa pertanto in un particolare filone: quello in cui la cato il saggio su Variazioni esegetiche sulla parabola del Buon Sa marita pratica della continenza e della verginità si fonda, oltre che su motiva no: dal «presbitero» di Origene ai dualisti medievali, già pubblicato in zioni di ordine etico, ascetico ed escatologico, anche su specifiche mo Studi in onore di Anthos Ardizzoni, a cura di E. Livrea e G. A. Privite tivazioni di ordine 'protologico', relative cioè agli eventi primordiali ra, Edizioni dell'Ateneo e Bizzarri, Roma 1978, voI. II, pp. 949-1012. della storia del mondo e dell'uomo. Questioni antropologiche sono egualmente affrontate nel lavoro In Alle tematiche qui brevemente evocate sono dedicati i saggi che co flussi origeniani ed elementi basiliani nell'antropologia delle Omelie stituiscono i capitoli II-V della presente raccolta. Di essi il primo (Dop «Sull'origine dell'uomo». Oggetto di una comunicazione al Congresso pia creazione e peccato di Adamo nel Peri Archon di Origene: fondamen internazionale di studi su «Basilio di Cesarea, la sua età e il Basilianesi ti biblici e presupposti platonici dell' esegesi origeniana), dopo essere sta mo in Sicilia, Messina 3-6 dicembre 1979», il testo è stato accolto an to oggetto di una comunicazione. al Secondo Colloquio Internazionale che negli Atti del medesimo, (Messina 1983, voI. I, pp. 601-657). Infi di studi origeniani (Bari 20-23 settembre 1977) (cfr. H. Crouzel-A. ne, abbiamo ritenuto opportuno di inserire nella raccolta, a comple- 8 9 mento delle tematiche antropologiche esaminate negli altri scritti, il saggio dal titolo Fede, rivelazione e gnosi nel cristianesimo e nello gno sticismo, già pubblicato in A.A.V.V., Il metodo della filosofia della reli gione, a cura di A. Babolin, Editrice La Garangola, Padova 1975, pp. 47 -133. Esso, nel situare le nozioni enunciate nella tradizione patristi ca, con i suoi fondamenti biblici, da una parte e nei sistemi gnostici dall' altra, si propone di illustrare una struttura fondamentale attorno a cui si articola la problematica soteriologica negli ambienti in questione - e che si connette intimamente alle rispettive antropologie. Elenco delle principali abbreviazioni Ringrazio vivamente gli Editori dei volumi citati per la cortese au torizzazione concessa alla ristampa di questi saggi. Messina, 1983 Arch.Fl'atr.Praed. Al'chivum Fratl'um Praedicatorum AttiAccScTor Atti della Accademia delle Scienze di Torino, II Classe di Scienze morali, storiche e filologiche BLE Bulletin de Littérature Ecclésiastique Bull.Ist.Stor.It. Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo e Archivio Murato nano DThC Dictionnail'e de Théologie Catholique edd. A. Vacant -E. Magenot -É. Amann, I-XV, Tables générales I-III, Paris 1932-1972 GCS Die Griechischen Christlichen Schrift steller der ersten drei J ahrhunderte herausgegeben von del' Kommission fur Spatantil(e Religionsgeschichte der Preussischen Akademie del' Wissen schaften Hist.J ahrb. Histol'ische J ahrbuch JTS The Journal of Theological Studies Mansi ].D. Mansi, Saèrorum Conciliorum Nova et Amplissima Collectio, Paris Leipzig 1901-1927, volI. I-LUI 10 11 Neue Kitch.Zeit. Neue Kitchliche Zeitschrift Capitolo primo NT Novum Testamentum FEDE, RIVELAZIONE E GNOSI NEL CRISTIANESIMO P.G. J.-P. Migne, Patrologiae curstls comple E NELLO GNOSTICISMO tus, 5eries Graeca P.L. J.-P. Migne, Pat/'ologiae Cllrstls comple tus, 5eries Latina RAM Revue d'Ascétique et de Mystique RCCM Rivista di Cultura Classica e Medieva le Rech.Théol.Anc.et Méd. Rechetches de Théologie Ancienne et Médiévale Nel II sec. all'interno del cristianesimo prorompe, con va REG Revue des Études Gtecques rietà ·di formulazioni dottrinarie e di atteggiamenti etici e RHPhR Revue d'Histoite et de Philosophie cultuali, una multitudo gnostico rum (adv. haer., I, 29), ossia Religieuse un gran numero di conventicole religiose appellanti a quella RHR Revue de l'Histoite des Religions che Ireneo, con espressione paolina (I Tim. 6, 20), definisce Rev.Ot.Cht. Revue de l'Orient Chtétien la pseudonymos gnosis. Alcuni dei personaggi che il vescovo di Lione presenta Rev.des Quest.Hist. Revue des Questions Historiques quali iniziatori o corifei del movimento religioso denunziato Rev.des Sc.Phil.etThéol. Revue des Sciences Philosophiques et come grave e pericolosa « eresia» cristiana, Simone, Menandro Théologiques e Marcione, erano stati già menzionati da Giustino L'apo 1. SCh (SC) Soutces Chtétiennes logista, tuttavia, se pure offre qualche preziosa notizia sui due ThZ Theologische Zeitschrift samaritani e scopre le radici dualistiche dell'insegnamento mar cionita nell'intento polemico di sottolineare l'ispirazione de TU Texte und Untetsuchungen zur Ge 2, moniaca degli avversari, non si ferma ad illustrarne i presup schichte det altchristlichen Litetatut, posti dottrinari. L'appello ad una «conoscenza» speciale .ed begtiindet von O. von Getbhatdt und esclusiva da parte dei seguaci di Marcione traspare peraltro A. von Harnack, Deutsche Akademie dall'affermazione di Giustino second9 cui «molti, che credono det Wissenschaften zu Berlin a costui come se lui solo conoscesse la verità », irridono i cri- VetCht Veteta Christianorum stiani comuni (I Apol., 58). . VigCht Vigiliae Chtistianae Ma, se in Giustino è dato cogliere solo questo rapido cenno ad un «conoscere» riservato e di qualità dualistica quale fon damento della dottrina eterodossa, Ireneo indica subito la radice ultima delle speculazioni e della religiosità dei suoi avversari nel riferimento consapevole alla gnosis. Gli eretici - egli afferma - multos evertunt, attrahentes eos sub acca- -I I Apol., 26; cfr. ibid., capp. 56 e 58 (ed. J. C. Th. OTTO, Iustini philosophi et martyris opera quae feruntur omnia, t. I, Pars I, 18763, rist. anast., Wiesbaden 1969, pp. 76-85, 154-159). 2 Marcione insegna ai suoi discepoli a «riconoscere un certo altro Dio maggiore del Creatore »(I Apol., 26). 12 13 sione agnitionis ab eo qui hanc universitatem constituit et temente, dopo una netta individuazione della qualità omogenea ordinavit; quasi altius aliquid et maius habentes ostendere, e specialissima della Weltanschàuung gnostica da parte dello quam eum, qui coelum et terram, et omnia quae in eis sunt, Jonas e di altri (e quindi il rifiuto di ogni interpretazione in fecit 3. chiave «sincretistica» dello gnosticismo) s, numerosi e seri La causa decisiva del successo ottenuto dagli eretici appare tentativi sono stati compiuti per situare il fenomeno gnostico dunque l'offerta di una agnitio, la cui consistenza dualistica in relazione ad un giudaismo eterodosso con forti tendenze risulta dalla proclamazione dell'inferiorità del. creatore per apocalittiche ovvero all'ambiente tardo-ellenistico, in cui era affermare l'esistenza di una realtà di maggior valore, sulla presente una spiritualità di ispirazione dualistica ed antisoma quale variamente speculano i dottori gnostici. La gnosis etero tica, di ascendenza ornco-platonica Senza pregiudizio della 6. dossa si qualifica in relazione al suo contenuto, alle modalità questione, assai complessa e tuttora controversa dell'origine della sua acquisizione e alle finalità da essa perseguite. Ora dello gnosticismo, bisogna riconoscere che il cri;tianesimo fu noteremo soltanto che essa è una conoscenza di tipo mistico la religione con la quale - nel suo momento di maggiore intuitivo, raggiungibile attraverso una illuminazione interiore fioritura e diffusione e nelle sue pili rilevanti personalità - il e tramite una rivelazione divina. Conoscenza e rivelazione movimento gnostico intese direttamente misurarsi; ad essa gli appaiono di fatto intimamente connesse nello gnosticismo che gnostici mutuarono i testi sacri, proponendone un'esegesi che talora lascia un certo posto anche alla fede, sia 'essa un attri in alcuni casi stimolò - in polemica e per contrasto - l'inter buto degli pneumatici, che in virtli della gnosi costituiscono pretazione e l'approfondimento teologico da parte dei rappre una categoria di privilegiati, sia piuttosto essa una facoltà sentanti pili qualificati della Grande Chiesa Sussiste inoltre 7. inferiore alla conoscenza, della quale partecipa la categoria degli psichici. Attorno, alle nozioni di conoscenza, di rivela-. anche la piti recente sintesi delle principali interpretazioni proposte in zione e, sia pure in misura minore, di fede si articolano dun M. SIMON-A. BENOIT, Le Judai'sme et le christianisme antique Paris 1968 pp. 275-288. ' , que le speculazioni e la religiosità dei varii movimenti che, nel loro pieno fiorire nel II e III sec., furono considerati dai Gnos5i sH, .G OJOtNtiAngSe, nG 1n9o6s4is3 ; uInDd., , sTphaet aGntnikoesrt icG Reieslti,g io1.n , DBieo stmonyt h1o9l6o7g2i.s che membri della Grande Chiesa come deviazioni ereticali dalla 6 I rapporti tra lo gnosticismo e il tardo giudaismo sono sottolineati tradizione cristiana. Gli gnostici, da parte loro, si presenta soprattutto da R. M. Grant (Gnosticism and Early Christianity New vano comè gli autentici interpreti del messaggio di Gesli, rico ~~rk 1959 JNe~ York-~~don ~9<?,62], tr. fr. Paris 1964) e da 'I. Da me~ou (Theologte du ,udeo-chrtsttanisme, Tournai 1958, tr. it. con noscendo a sé soli il privilegio della retta esegesi scritturistica, aggIUnte, Bologna 1974; cfr. ID., Judéo-christianisme et gnose in Essi si proclamavano i veri cristiani, quelli che custodivano « Aspects . du judéo-christianisme >~, Colloque de Strasbourg, 23-25 ~vril integra la rivelazione del Salvatore, altrove corrotta, falsata o 1964, Pans 1965, pp. 139-164). SI veda anche G. QurSPEL The Origins comunque mutilata. ' 01 the Gnostic Demiurge, in Kyriakon. Festschrift ]. Qu~sten voI. I Miinster i. W. 1970, pp. 271-276. Per un ampio quadro dell~ proble~ L'interpretazione eresiologica dello gnosticismo, peraltro, matica relativa alla natura e alle origini dello gnosticismo, cfr. U. BIAN è stata ormai da tempo superata per far posto, in una prima CHI (ed.), Le origini dettò gnosticismo, Colloquio di Messina 13-18 aprile fase, ad una interpretazione «religionsgeschichtlich» volta a 1~66, Leiden 1967. Una serie di articoli di K. Rudòlph nella «Theo1o. sottolineare gli apporti di varie tradizioni religiose, sia orien glsche Rundschau» (Gnosis und Gnostizismus, ein Forschungsbericht ib., XXXIV (1969), pp. 121-175, 181-231, 358-361; XXXVI (1971), PP: tali che greche, nella formazione di tale fenomeno 4. Pili recen- 1-61, 89-124; ~II (1972), pp. 289-360; XXXVIII (1973), pp. 1-25) offrono un esaUrIente aggiornamento bibliografico e l'indicazione delle attuali tendenze interpretative. ' 3 Adv. haer., proem., ed. W. W. HARVEY, Sancti Irenaei Libros . ~er i rapport~ fra letteratura neo-testamentaria e gnosticismo appare quinque adversus haereses, voI. I, Cambridge 1857, p. 2 (P. G. VII, eqUlhbrata la poSIZIOne di R. McL. Wilson, espressa in numerose pub collo 438 A-439 A). Cfr. testo greco apud Epifanio, Panarion, haer. XXXI, . blicazioni tra le quali si può ricordare il volume Gnosis and the New 9: «'ItPOCPcX(j'E~ "(\lWcrEWç» (ib., col. 437 A e P. G. XLI, col. 489 A). Testament, Oxford 1968 e il piti recente articolo How Gnostic were the 4 Per una breve storia degli studi sullo gnosticismo fino ad H. Jonas Corinthians?, in «New Testament Studies », XIX, 1 (1972), pp. 65-74. cfr. L. CERFAUX, Gnose préchrétienne et biblique, in Dictionnaire de • 7 Il co~e~to al IV Van~elo del valentiniano Eracleone è il piti la Bible, voI. III, Supplément, Paris 1938, colI. 660-671. Si veda antIco tentatIVO m tal senso, di fronte al quale si pone il commentario 15 il problema proposto da piti parti, al quale sono state date giamento piti cauto e metodologicamente piti corretto. Si tende risposte diverse, di un'origine dello gnosticismo non solo indi cioè per un verso a distinguere i vari aspetti del problema pendente dal cristianesimo ma cronologicamente anteriore ad (origine non cristiana e origine pre-cristiana, questione delle esso e di un'eventuale azione di dottrine di tipo gnostico sulla eventuali, reciproche influenze), per l'altro si sottolinea il peri nuova religione. colo di interpretare testi del I sec. alla luce di tematiche, Non è questa la sede per affrontare direttamente tale com espressioni e immagini che solo nel II sec. appaiono qualifi plessa e dibattuta questione. Diremo soltanto che, ad una ten cate in un senso tecnico nell'ambito della visione dualistica, denza interpretativa volta ad ammettere - sulla base di indizi anticosmica ed antisomatica che ispira i sistemi gnostici. In troppo fragili e di documenti tardivi - non solo un'origine altri termini, la ricerca storico-religiosa, dopo una fase di com pre-cristiana dello gnosticismo ma anche un'influenza notev~le paratismo alquanto semplicistico e superficiale, è volta piut di miti e linguaggio gnostici sulla letteratura neotestamentarla, tosto a rispettare la specificità dei contesti rispettivi; mentre in particolare paolina e giovannea 8, si è sostituito un atteg~ nello studio dello gnosticismo si presta piti ampia attenzione sia ad una «gnosi» giudaica, ossia a dottrine di ambienti di Origene. L'attività esegetica di Marcione, sebbene non possa essere periferici nutriti di apocalittica e di letteratura apocrifa, sia considerata, come voleva lo Harnack (Marcion. Das Evangelium vom alla cultura tardo-ellenistica, ricca di valenze platoniche e neo fremden Gott, Leipzig 19242; cfr. anche H. LEISEGANG, Die Gnosis, pitagoriche, si tende a situare il cristianesimo nascente nel Jena 19413 [Stuttgart .19~54], tr. fr., P~ris 1951, p. 191), ~nte~io~e e de terminante - per antltesi - la formazIOne del canone scr1ttUtlstlco neo contesto del tardo giudaismo. Su quest'ultimo, come è noto, testamentario, indusse tuttavia gli ortodossi alla formulazione netta del ha gettato nuova luce la scoperta dei manoscritti « esseni» del principio di unità di ispirazione dei testi biblici, oltre che alla rigorosa Mar Morto; essa ha mostrato che alcune nozioni, ovvero l'uso delimitazione del concettò di canonicità. Cfr. R. M. GRANT, A Historical di una certa terminologia, già ritenuti frutto dell'influsso Introduction to the New Testament, New York 1963, tr. fr., Paris 1969, p. 18 ss. L'interpretazione dello Harnack, tuttavia, è accoltà, sia pure ellenistico o addirittura gnostico sul cristianesimo primitivo, con qualche rettifica, da' H. FR. VON CAMPENHAUSEN, Marcion et les erano presenti nel mondo giudaico contemporaneo dove, se origines du Canon néotestamentaire, in «Revue d'Histoire et de Phi pure parzialmente mutuati alla tradizione greca ovvero svi losophie religieuses », XLVI (1966), pp. 213-226. luppati al contatto con questa, erano stati già assimilati per 8 Tra i maggiori rappresentanti di tale tendenza interpretativa si ricordano W. BOUSSET (Hauptprobleme der Gnosis, Gottingen 1907, esprimere un pensiero di marca biblica. L'esame di alcuni ter p. 196 n. 1, p. 242; ID., Kyrios Christos. Geschichte des Christus mini e concetti-chiave, quali appunto sono - sia per il cristia glaubens von den Anfiingen des Christentums bis Irenaeus, GOttingen nesimo dei primi secoli che per lo gnosticismo - quelli di 19212) e R. REITZENSTEIN (Die hellenistischen Mysterienreligionen, fede, rivelazione e gnosi, può permettere una chiarificazione Lipsia-Berlino 192(2). Sul metodo e le teorie della scuola religions geschichtliche si veda C. COLPE, Die religionsgeschichtliche Schule, del problema storico sopra enunciato o almeno aiuta a situare GOttingen 1961. Ad essa si ricollega, per alcuni aspetti della sua meto sotto il profilo fenomenologico i due contesti religiosi l'uno dologia e delle sue interpretazioni dei rapporti fra il cristianesiI?o. pri; rispetto all' altro e ciascuno in relazione a tradizioni affini. mitivo e lo gnosticismo, R. Bultmann. Tra le numerose pubblicazlOlll Nei Sinottici - come è noto - la rivelazione riguarda dello studioso (cfr. la bibliografia in Exegetica, Tiibingen 1967, pp. 483- 507) basti citare Der religionsgeschichtliche Hintergrund des Prologs l'imminenza del «regno dei cieli»; l'inizio della predicazione zum Johannes-Evangelium, in «Eucharisterion. Festschtift fiir H. Gun di Gesti in Matteo (4, 17) è presentato nelle forme di un kel », Bd. II, 1923, pp. 3-26 (rist. in Exegetica, pp. 10-35); Die Be annunzio: «Fate penitenza, infatti il regno dei cieli è vicino ». deutung tler neuerschlossenen. mandiiischen und manicbaischen Quellen Nel passo parallelo di Marco (1, 15), si ha una amplificazione fiir das Verstiindnis des Johannesevangeliums, in «Zeitschtif.t f .. n~u­ testamentliche Wissenschaft », XXIV (1925), pp. 100-146 (r1st. tbtd., pp. 55-104); Johanneische Schriften und Gno.sis,. it;l «Orientalische sintesi del CERFAUX, art. cit., colI. 698-700 e la recente critica della Literaturzeitung », XLIII (1940), pp. 150-175 (tlst. tbtd., pp. 230:254); teoria bultmaniana di K. PRUMM, Gnosis an del' \V/lrzel des Christen Das Evangelium des Johannes, GOttingen 1941, 19597; Theologte d~s tums?, Salzburg 1972. Per una storia degli studi sul IV Evangelo cfr. Neuen Testaments, voll. I-III, Tiibingen 1948-1953, 19656; Das UrchrtS PH. H. MENOUD, Les études johanniques de Bultmal1l1 à Barret, in tentum im Rahmen der antiken Religionen, Ziirich 1949. Intorno alla teo «Recherches Bibliques », III, L'Évangile de Jean. Études et problèmes, ria degli influssi gnostici sulle origini del cristianesimo si veda la breve Bruges 1958, pp. 11-40. . 16 17 2 della pericope nella quale, permanendo l'invito alla metal10ia Tra i Sinottici, soprattutto Matteo insiste in vari luoghi e la prospettiva della presenza del «regno di Dio», si intro sulla designazione di Gesu come Figlio di Dio: l'episodio della duce il riferimento alla pienezza del tempo e l'esortazione tentazione nel deserto (4, 1-11, cfr. Le., 4, 1-13) appare una «1tLO"'t'E\)E'tE Èv 'tt{) Eùa:yyEÀLlp». conferma - attraverso la duplice richiesta del diabolos - La manifestazione del regno, ossia la realizzazione delle pro della rivelazione del Giordano L'idea della rivelazione, 11. messe messianiche nella persona di Gesu, deve essere accolta concernente in questo caso la natura messianica e divina dall'uomo attraverso la pistis, la quale nei Sin ottici appare il di Gesu, mediante l'evento miracoloso, inteso come segno effi valore essenziale che qualifica l'esperienza religiosa. Il fonda cace di una superiore realtà, ritorna nell'episodio della tem mento e insieme l'oggetto di questa fede è Gesu, il suo inse pesta sedata che - sempre in Matteo - si conclude con il gnamento e il potere inerente alla sua persona, potere che è riconoscimento da parte dei discepoli della qualità propria del espressione della sua qualità di inviato divino e a sua volta Maestro: cl;ÀTjl1wC; ®cov vtòc; El (Mt., 14,33)12. si manifesta attraverso i segni prodigiosi da lui compiuti. L'evento miracoloso in quanto tale, tuttavia, non è suffi L'attività di Gesu è descritta in Mt., 4, 238bis come un ciente a giustificare l'accoglimento, da parte dell'uomo, della didaskeil1, alla maniera del l'abbi nella Sinagoga, il cui conte rivelazione, né tantomeno esaurisce e risolve in sé quest'ultima. nuto però è l'annunzio del regno; esso inoltre si accompagna La rivelazione è un'offerta gratuita da parte di Dio e il miracolo ad una serie di segni efficaci: egli percorreva il paese « curando è un segno che manifesta e insieme vela la realtà profonda ogni malattia e ogni infermità nel popolo» Tale insegna dell'intervento divino; ad esso deve pertanto accompagnarsi un 9. mento, dunque, non è sentito come la comune didaehe dei movimento interiore dell'intelletto, che scopre la realtà mani dottori della Legge: le folle stupiscono dinanzi ai discorsi di festata e «velata» nel segno, e della volontà che dà a questa Gesu; «egli infatti - sottolinea Matteo (7, 28 s.), insegnava il suo assenso. In altri termini, al carattere libero e gratuito loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi ». La dell'intervento divino corrisponde .la libertà della risposta del fonte di questa exousia che si traduce nell'annunzio della pre l'uomo, che si traduce nella pistis ovvero nella apistia. Ciò senza del regno di Dio e nell'ammaestramento sui modi di traspare dal noto episodio della confessione di Pietro che, accessione a tale regno, è la qualità di Gesu come inviato e comune ai tre evangelisti per quanto riguarda il riconoscimento Figlio di Dio. Tale qualità, a sua volta, è presentata nel con di Gesu come Messia (Mt., 16, 16 s.; Mc., 8, 30; Le., 9, 20), in testo di un diretto intervento rivelatore: il battesimo nel Matteo contempla un significativo makal'isma: «Beato te, Si Giordano, che inaugura l'attività pubblica di Gesu, conferisce mone, figlio di Giona, perché non la carne né il sangue te in pari tempo una decisiva sanzione divina alla sua azione e l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli ». alla sua persona IO. Ci si può chiedere ora se questa apokalypsis divina che ha posto Pietro nella condizione di riconoscere in Gesu il Messia 8bis Cfr. Mc., 1, 39; Le., 4, 15 e 44. Su tale designazione dell'atti vità di Gesu e il titolo di «maestro» attribuitogli, cfr. F. NORMANN, 11 Nel racconto della Passione, quale è offerto dallo stesso evan Christos didaskalos. Die Vorstellung VOli Christus als Lehrer in der gelista, alla domanda del principe dei sacerdoti (<< d (J'ù El (, Xpt(J''tòç (, christlichell Literattlr des erstell tlnd zweiten Jahrhunderts, Miinster ULÒç'tOU Gl.eou, 26, 63; cfr. Mc., 14, 61, Le., 22, 70) e alla risposta, che i. W. 1967. è una pura constatazione (<< Tu lo dici»), fa eco il grido irridente della 9 Cfr. Mc., 1, 21 s.; Le., 4, 31 s. folla ai piedi della croce (<< ." se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce», lO Se in Marco 1, 10 e in Matteo 3, 16 1'apertura dei cieli e la Mt., 27, 40) che intende ripetere un'affermazione udita in bocca a Gesu discesa dello pneuma theotl sono oggetto della personale esperienza di (<<Ha detto, infatti: 'Sono il Figlio di Dio'», ib., 27, 43). Infine, di Gesu (<< EUìEV »), in Luca la scena sembra contemplare la partecipazione nanzi ai prodigi seguiti alla morte del crocifisso, i soldati stupefatti di tutti i presenti alla manifestazione divina (3, 21 s.). Nei tre passi esclamano: « 1ÌÀ.T)j}wç GlEOU ULÒç r)v ounç» (Mt., 27, 54). paralleli, comunque, si ha una rivelazione auditiva da parte della <pWVT] 12 Il passo parallelo di Marco (6, 48-52; cfr. anche Cv., 6, 17-21) EX 'twv OÙpctVWV che proclama a tutti: «Questo è il mio Figlio diletto, ignora questa pericope. Comune ai Sinottici (Mt., 17, 1-13; Mc., 9, 2-13; nel quale mi sono compiaciuto» (Mt., 3, 17). In Cv., 1, 32-34 tutto Le., 9, 28-36) è invece, nel racconto della Trasfigurazione, la manifesta l'episodio è riferito come testimonianza del Battista sulla qualità mes· zione di Gesu come «Figlio» (<< (, &."(ct1CT)'t6ç », Mt. e Mc.; «(, ExÀ.E sianica e divina di Gesu. À.E,,(!J,-ÉVOç », Le.) da parte della voce celeste. 18 19 esprima la nozione di un privilegio riservato ad alcuni, ad il 7tav"!a !J,OL TIapEoo~YJ ÙTIÒ "!ov TIa'tpoc; ~wv si riferisce non ad esclusione di altri, con la conseguente costituzione di categorie una tl'asmissione di conoscenze ma, come è il caso del Figlio diverse di uomini. dell'Uomo di Daniele, al conferimento di potere. Ciò situa L'idea di una scelta divina preliminare all'intervento, rive tutta la pericope in un contesto escatologico, nel quale il tema latore sembra emergere dai passi paralleli di Mt., 11, 25-27 e della rivelazione assume una connotazione apocalittica, men Le., lO, 21-22, nei quali è introdotto Gesti a parlare in questi tl'e l'idea di mutua conoscenza tra Padre e Figlio, piuttosto termini: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della che ad una spiritualità ellenistica di tipo misterico, si ricon terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli scaltri nette alla nozione biblica di un conoscere che, implicando e le hai rivelate ai piccoli. Si, Padre, perché cosi è piaciuto l'adesione della volontà e l'impegno di tutta la persona nel a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio, e nessuno conosce reciproco rapporto, sottolinea una relazione di intimità e soli il Figlio se non il Padre; né alcuno conosce il Padre se non darietà piti che l'aspetto intellettuale della conoscenza 14bis. il Figlio e colui al quale il Figlio vuole rivelarlo ». In Luca, L'interpretazione del Dupont appare confermata dal confronto a quest'ultimo loghion, presentato in forma un pò diversa, con i documenti qumranici, in cui si insiste sulle nozioni di segue una pericope contenente il riconoscimento della «beati conoscenza, rivelazione e misteri divini Cosi il Davies ha 15. 16 tudine» dei discepoli, i cui occhi hanno visto e le cui orecchie mostrato con sufficiente chiarezza che la nostra pericope può hanno udito ciò che molti «re e profeti» avevano desiderato essere ricondotta ad ambiente giudaico, insieme con la prece inutilmente (Le., lO, 23 s.). In Matteo, invece, tale makarisma dente, relativa al disvelamento ai piccoli ad esclusione dei conclude il brano 13, 10-17, che parimenti insiste su una par saggi 17. L'esame di vari passi dei manoscritti di Qumran per ticolare «conoscenza» di cui beneficiano soltanto i discepoli. mette, infatti, di constatare la frequente connessione tra la Nel passo citato, infatti, la apokalypsis è connessa con la par conoscenza di Dio e la rivelazione di una realtà escatologica; tecipazione ad un conoscere che ha come oggetto il Padre e ad una prospettiva escatologica rimanda in realtà il tauta della come mediatore unico il Figlio. Il motivo della conoscenza reciproca del Padre e del Figlio che, con l'insistenza sulla funzione rivelatrice di quest'ultimo, bibliques », III, cit., pp. 147-159 (rist. in Recueil, t. III, pp. 161-174). Sui complessi problemi esegetici e le interpretazioni diverse cui ha dato sarà uno dei temi fondamentali del IV Vangelo, è stato ricon luogo l'inno si veda la recente messa a punto di L. RANDELLINI, L'Inno nesso da alcuni studiosi 13 alla «mistica ellenistica» di cùi, di giubilo: Mt., 11, 25-30; Lc., lO, 20-24, in «Rivista Biblica », XXII insieme con alcune formule paoline (Gal., 4, 8-9; I Cor., (1974), pp. 183-235. 8, 1-3; I Cor., 13, 12) e giovannee (lO, 15), sarebbe espres 14bis Cfr. R. BULTMANN, S. v. ywwo'Xw, in G. KITTEL, Theologiscbes 'Vorterbucb :t.um Nel/en Testament, voI. I, Stuttgart 1949, pp. 696-702 sione. Questa interpretazione, tuttavia, è sta'ta contestata (ed. h., Grande Lessico del Nuovo Testamento, Brescia 1966, voI. II, con validi argomenti dal Dupont 14, il quale anzitutto nota che colI. 480-497); G. J. BOTTERwEcK, «Gott erkennen» im Spracbgebrauch des Altell Testamentes, Bonn 1951; F. GABORIAU, Enquéte SII/' la signi 13 A. LoISY, Les Évangiles synoptiqtles, t. I, Ceffonds 1907, pp. 905- fication biblique de connaltre, in «Angelicum », XLV (1968), pp. 3-43; 911; ID., L'Épitre al/x Galates, Paris 1916, p. 167; ID., L'Évangile selon ID., La connaissance de Dietl dans l'Ancien Testament, ibid., pp. 145-183. Ltlc, Paris 1924, pp. 189-302; A. VON HARNACK, Spl'uche und Reden 15 Bo REICKE, Traces 01 Gnosticism in tbe Dead Sea Scrolls?, in Jestl, Leipzig 1907, pp. 189-216; W. BoussET, KYl'ios Christos, pp. 45-50; «New Testament Studies », I, 2 (1954), pp. 137-141; E. VOGT, «Myste E. NORDEN, Agnostos Theos, Berlin 19232, pp. 277-308; M. DIBELIUS, l'ia>> in textibus Qu ml'iin , in «Biblica », XXXVII, 2 (1956), pp. 247-257; Die FOl'mgeschichte des Evangeliums, Tiibingen 1919, PP. 88-92. Cfr. B. RIGAUX, Révélation des mystères et perlection à Qllmrdn et dans le J. DUPONT, Gnosis. La connaissance religieuse dans les épitres de Saint Notlveau Testament, in «New Testament Studies », IV, 4 (1958), pp. Patll, Louvain-Paris 1949, p. 59, n. 1. 237-248. , 14 Op. cit., pp. 51-88; in particolare pp. 58-62 per l'inno di giubilo 16 W. D. DAVIES, «Knowledge» in the Dead Sea Scrolls and Matt di Mt., 11, 25-27. Si veda anche L. CERFAUX, Les sotll'ces sc'ripttlraires hew 11: 25-30, in «Harvard Theological Review», XLVI (1953), pp. de Mt., XI, 25-30, in «Ephemerides Theologicae Lovanienses », XXX 113-139. (1954), pp. 740-46; XXXI (1955), pp. 331-342 (rist. in Recueil Lucien 17 Quest'ultima, del resto, era stata riconosciuta di origine palesti Cerlaux, t. III, Supplément, Gembloux 1962, pp. 139-159); ID., L'évan nese già dagli stessi sostenitori della tesi «ellenistica» (cfr. DUPONT, gile de J ean et le «logion iohanniqtle » des synoptiqtles, in «Recherches Gnosis, cit., p. 58 e nota 6). 20 21

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