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Opera incerta PDF

148 Pages·2017·1.879 MB·Italian
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ILIESI digitale Testi e tradizioni SCRITTORE STOICO ANONIMO OPERA INCERTA PHERC. 1020, COLL. 104-112 Edizione, Introduzione e Commento di M A ICHELE LESSANDRELLI G R RAZIANO ANOCCHIA 2017 Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee 1 ILIESI digitale Testi e tradizioni Assistente editoriale ISSN Maria Cristina Dalfino 2532-795X Progetto grafico ISBN Silvestro Caligiuri 978-88-9782-807-5 INDICE 5 INTRODUZIONE 7 1. Premessa 8 2. Autore e titolo 18 3. Argomento 22 4. Novità testuali 25 5. Svolgimento e conservazione 28 6. Disegni 29 7. Sequenza dei frammenti 30 8. Anatomia del rotolo 33 9. Spazio scritto e non scritto 33 10. Scrittura 35 11. Ortografia 36 12. Segni 36 13. Errori e correzioni 37 14. Edizioni 39 15. La presente edizione 41 STOICI SCRIPTORIS ANONYMI OPUS INCERTUM PHERC. 1020, COLL. 104-112 42 Conspectus siglorum 43 Conspectus signorum 44 Col. 104 46 Col. 105 48 Col. 106 50 Col. 107 52 Col. 108 54 Col. 109 56 Col. 110 58 Col. 112 61 Index verborum Michele Alessandrelli-Graziano Ranocchia PHerc. 1020, Coll. 104-112 69 COMMENTARIO 71 Col. 104 82 Col. 105 88 Col. 106 94 Col. 107 105 Col. 108 121 Col. 109 128 Col. 110 135 Col. 112 143 BIBLIOGRAFIA ILIESI digitale Testi e tradizioni INTRODUZIONE 1. PREMESSA* PHerc. 1020 (SVF 2. 131 = FDS 88) è uno dei sette papiri di sicura o probabile paternità stoica conservati nella biblioteca ercolanese.1 Degli altri sei, quattro, dotati tutti di subscriptio, conservano opere attribuibili con certezza al filosofo stoico Crisippo di Soli. Si tratta di PHerc. 1421 e PHerc. 1038, contenenti il primo e il secondo libro dell’opera teologica Sulla provvidenza (Peri; pronoivaç),2 di PHerc. 307 (SVF 2. 298a = FDS 698), contenente il trattato intitolato Ricerche logiche (Logika; Zhthvmata)3 e di PHerc. 1380, contenente uno scritto logico-linguistico sugli elementi del discorso.4 Ad essi si devono aggiungere PHerc. 1158 e PHerc. 1384 i quali, pur essendo adespoti e anepigrafi, ci trasmettono scritti di matrice stoica e, ancora una volta, verosimilmente crisippea.5 Come questi due papiri, a cui esso è stato significativamente associato,6 PHerc. 1020 appare privo di subscriptio e, pertanto, anche dell’opera in esso conservata si ignorano l’autore e il titolo. Il presente lavoro consiste nella prima edizione autoptica delle ultime otto colonne del papiro (col. IV n; frr. I- * Il presente lavoro è frutto della collaborazione di entrambi gli autori. Tuttavia, Michele Alessandrelli è da considerarsi responsabile dei capp. 1-4 dell’Introduzione e del Commentario, Graziano Ranocchia dei capp. 5-15 dell’Introduzione e dell’Index verborum. Per quanto concerne l’edizione, Michele Alessandrelli è da considerarsi responsabile delle coll. 104-107, Graziano Ranocchia delle coll. 108-112. Desideriamo ringraziare cordialmente David Sedley per l’intensa discussione intervenuta intorno al nostro nuovo testo critico e per i preziosi suggerimenti testuali che hanno contribuito ad arricchirlo. 1 Sui papiri ercolanesi contenenti scritti stoici, si veda innanzitutto Marrone 1987. 2 La subscriptio di PHerc. 1421 recita: Cªrºuªçivppoºu | Peªrºi; pronªoºivaç | aV (la ricostruzione del titolo si deve a Domenico Bassi). La subscriptio di PHerc. 1038 recita invece: Cruçivppou | Peªrºi; pronªoºivaç | bV | cª. 3 La subscriptio di PHerc. 307 recita: Cruªçivppouº | logikw'ªnº | zhtªhºmªavtwn. 4 La subscriptio di PHerc. 1380 recita: Cªruºçivppou | ªPeºri; | tw'n ªçºtoiceivwn | ªtºw'n legomevnwn. Si veda Del Mastro 2005. 5 Si vedano, per PHerc. 1158, Puglia 1993, che ha dimostrato con buoni argomenti l’estraneità di questo testo all’Epicureismo e la sua vicinanza allo Stoicismo e, in particolare, a Crisippo, e, per PHerc. 1384, Antoni-Dorival 2007 e anche Antoni 2012, pp. 20-25, dove l’editrice, pur confermando l’innegabile matrice filosofica crisippea di PHerc. 1384 (cfr., ad es., ivi, p. 24: “il y a indéniablement dans le PHerc. 1384 des éléments stoïciens propres à Chrysippe”), solleva, circa la specifica attribuzione a questo filosofo, un dubbio in lei determinato dal rifiuto della dialettica e della fisica che sembra leggersi a col. 44, 3-10. Ma all’editrice è sfuggito che qui l’autore non sostiene tale tesi in prima persona, ma la attribuisce a un altro filosofo (v. 3: e[gra≥f≥e)≥, avendo l’accortezza di usare anche l’ottativo (v. 6). Rimossa questa obiezione, nessun ostacolo più si frappone all’attribuzione di PHerc. 1384 a Crisippo o a un autore di ispirazione crisippea. 6 Si vedano Antoni-Dorival 2007, pp. 103-104, 106; Antoni 2012, pp. 23-24, 30. ILIESI digitale Testi e tradizioni 7 Michele Alessandrelli-Graziano Ranocchia PHerc. 1020, Coll.104-112 III n; Oxf. Ld; coll. I-III n von Arnim = coll. 104-112 Alessandrelli- Ranocchia),7 le meglio conservate e le uniche fin qui edite dagli studiosi,8 e si inquadra nell’edizione complessiva del libro da noi programmata nell’ambito del progetto ERC Starting Grant 241184- PHerc finanziato dalla Commissione Europea.9 2. AUTORE E TITOLO Come nel caso di PHerc. 1384 e analogamente a PHerc. 1158, pur apparendo anch’essi privi di subscriptio, svariati argomenti di natura linguistica e lessicale consentono di affermare che PHerc. 1020 contiene un’opera non solo sicuramente stoica, ma verosimilmente risalente a Crisippo o a uno dei suoi immediati discepoli. Secondo Hans von Arnim, infatti, “l’assenza di tendenze pratico-parenetiche, il metodo argomentativo di tipo scolastico”,10 la moltiplicazione del numero delle virtù,11 la grande considerazione per la dialettica,12 la minuziosa analisi e distinzione delle caratteristiche del sapiente13 e la trascuratezza stilistica14 se, da un lato, divergono dall’etica medio- stoica quale noi la conosciamo a partire da Panezio,15 dall’altro ci riconducono inequivocabilmente nell’alveo dello Stoicismo crisippeo e post-crisippeo.16 È quest’ultima precisazione che indusse lo studioso tedesco a includere tra i possibili candidati, oltre allo stesso Crisippo, i suoi immediati successori Diogene di Babilonia e Antipatro di Tarso. Vero è che, se si eccettuano le teorie retoriche e musicali del primo, ampiamente attestateci da Filodemo nei suoi trattati Sulla retorica e Sulla musica, ben poco ci rimane del pensiero e degli scritti di questi due scolarchi. Tuttavia, in assenza di prove in senso contrario, la storiografia li ha sempre collocati nel solco della nuova “ortodossia” 7 La numerazione delle colonne qui impiegata corrisponde a quella della nostra edizione complessiva di PHerc. 1020. D’ora in poi, ove non diversamente specificato, il riferimento sarà sempre a quest’ultima. 8 Per la vicenda editoriale concernente PHerc. 1020, cfr. infra, pp. 37-39. 9 FP7, “Ideas”. Cfr. www.pherc.eu. 10 Arnim 1890, p. 490. 11 Ivi, pp. 490-491. 12 Ivi, p. 491. 13 Ivi, p. 490. 14 Ibidem. 15 Ibidem. 16 Ibidem. 8 ILIESI digitale Testi e tradizioni Michele Alessandrelli-Graziano Ranocchia Introduzione stoica imposta da Crisippo, considerandoli – con poche eccezioni – alla stregua di fedeli continuatori del suo pensiero. Per questo, secondo von Arnim, non vi sono ragioni per escludere che tanto Diogene quanto Antipatro avrebbero approvato da ogni punto di vista le tesi esposte in PHerc. 1020. Ma se si prescinde da una generica consonanza dottrinale, dalle scarne testimonianze che li concernono non sembrano emergere interessi convergenti o corrispondenze concettuali e lessicali con PHerc. 1020. Pertanto, allo stato attuale delle nostre conoscenze, il candidato principale rimane Crisippo. Vi sono peraltro, oltre a quelli già addotti dallo studioso tedesco, una serie di altri argomenti a favore della paternità crisippea di PHerc. 1020. Un argomento importante fu avanzato all’inizio del Novecento da Max Pohlenz17 e Bruno Keil,18 i quali rimandarono a un passo delle Epistole di Isidoro di Pelusio, sfuggito a von Arnim, in cui si attribuisce esplicitamente a Crisippo una definizione di filosofia come “esercizio della rettitudine della ragione” che coincide esattamente con quella fornita dall’autore di PHerc. 1020 a col. 108, 12-15 (ejp≥i|≥thvde≥uçiç lovgou ojrªqºo|vthto≥ç).19 Ulteriori nuovi argomenti possono essere considerati i seguenti: a) secondo D.L. 7. 122-123 (SVF 3. 556 [Chrysippus]) Crisippo affermava che “i sapienti sono infallibili (ajnamarthvtouç), non essendo soggetti ad errore”. La medesima espressione ajnamarthtv ouç ritorna in PHerc. 1020, col. 108, 4-5 sempre in riferimento ai sapienti; b) alla fine della sua Epitome dell’etica stoica (Stob. 2. 116, 13-14 Wachsmuth) Ario Didimo menziona Crisippo come autore di svariate opere dalle quali egli attinse per la redazione del suo compendio. Ora, in siffatto compendio vi è una sezione (Stob. 2. 111, 18-113, 11 = SVF 3. 548 [Chrysippus] = FDS 89) che mostra impressionanti corrispondenze lessicali con PHerc. 1020;20 c) se, come sembra probabile, la fonte da cui dipende 17 Pohlenz 1904, p. 1503: “[d]ie Vermutung, daß Chrysipp der Urheber dieser Definition sei, wird nun aufs beste bestätigt durch eine Stelle Isidors von Pelusium (Pgr. 78), die v. Arnim entgangen ist”. 18 Keil 1905, il quale ha ribadito l’attendibilità della testimonianza di Isidoro e che conclude (ivi, p. 158): “[d]er Papyrus Hercul. 1020 enthält also wirklich ein Buch des Chrysippos”. 19 Cfr. Isidor. Pelus. Ep. 5. 558 (PG 78 col. 1637 = FDS 2b). H. Von Arnim si limitava a rimandare a S.E. M. 9. 13 (SVF 2. 36 = FDS 5); Clem. Alex. Paed. 1.13.101.1-2 (SVF 3. 293 [Chrysippus] = FDS 3); Id. Strom. 1.5.30.1 (FDS 6); Sen. Ep. 89, 5 (FDS 2). In questi passi però non si fa il nome di Crisippo. 20 Stob. 2. 111, 20 (SVF 2. 130 = FDS 89): mhd∆ ajgnoei'n mhdevn (scil. to;n çofovn) vs PHerc. 1020, col. 107, 1-3: mh|de;n ajgno≥ei'n to≥;n ço|fovn; ivi, 112, 2: to; mhde; doxavzein ILIESI digitale Testi e tradizioni 9 Michele Alessandrelli-Graziano Ranocchia PHerc. 1020, Coll.104-112 Epict. diss. 1. 7 è Crisippo,21 le suggestive e talora stringenti analogie lessicali tra questo passo e PHerc. 1020 potrebbero rappresentare un ulteriore argomento a favore della paternità crisippea del secondo;22 d) come accennato, PHerc. 1020 è uno dei sette papiri di sicuro o probabile contenuto stoico conservati nella biblioteca ercolanese. Ebbene, se degli altri sei, quattro (PHerc. 307, PHerc. 1038, PHerc. 1380 and PHerc. 1421) sono sicuramente di Crisippo e due (PHerc. 1384 e PHerc. 1158) lo sono con probabilità,23 allora è legittimo immaginare con una certa verosimiglianza che PHerc. 1020, anch’esso vetero-stoico, facesse parte, insieme agli altri sei rotoli, di un fondo librario specificamente dedicato a Crisippo. Del resto, l’importanza di questo stoico come più illustre esponente della principale scuola avversaria degli Epicurei, e quindi come nemico da conoscere e da confutare, è stata già messa ampiamente in rilievo dagli studiosi. E ciò potrebbe aver indotto il responsabile della biblioteca – probabilmente lo stesso Filodemo – ad includere in essa un nucleo di opere, non solo genericamente stoiche, ma più precisamente crisippee da impiegare come autorevole base testuale, come fonte e bersaglio filosofico per le proprie opere storiografiche, morali e polemiche.24 A tale conclusione sulla paternità dell’opera, a tutt’oggi mai apertamente contestata dagli studiosi, non corrisponde un’analoga to;n çofovn vs ivi, col. 104, 12-13: t≥w≥'ªiº de; mh; ªdºoxavzªeiºn° | to°;ªn çoºfovn;° ivi, 112, 3: ªdovxanº th;n ajkatalhvptw/ çugkatavqeçin vs ivi, col. 104, 18-19: dovºxa° ªajºkatavlh|°p°ªtoçº; ivi, 112, 5: propivptein pro; katalhvyewç vs ivi, col. 112, 8-9: pro; katalhv|yewç; ivi, 112, 6: çugkatativqeçqai kata; to;n propeth' fau'lon vs ivi, col. 109, 20-23: oujªde;º t≥o≥ªu'º ç≥ªofºou' | yeudøoØãevÃçi kai; proªpe|tevçiº l≥ov≥g≥ªoiç ajpokri|nomevnou; ivi, 112, 9-10: touvtoiç d∆ ajkolouvqwç vs ivi, col. 104, 10-11: aj|kolouvqwç touvto°ªiç; ivi, 112, 10-11: yeuvdouç uJpovlhyin vs ivi, col. 105, 9-10: yeudh' … u°Jp°ªovºl≥h≥ªyºi°n; ivi, 112, 16-17: ou[te parariqmei'n ou[te uJf∆ eJtevrou parariqmei'çqai vs ivi, col. 105, 11-14: ou[º|t°∆ a°ujto;ç paraªreiºqm°ªei' | ou°[ªqº∆ uJp∆ a[llªwºn≥ parªaºr°e°i|qmei'tai; ivi, 112, 20-113, 1: oujde; parora'n oujde; parakouvein nomivzouçi (scil. oiJ Çtwi>koi;) to;n çofovn, oujde; to; çuvnolon parapaivein katav ti tw'n aijçqhthrivwn vs ivi, col. 105, 15-18: ou[te parora'i ou[te | ªpaºrakouvei ou[t≥e ªkat∆ a[lº|lo t≥w°'n a°i°jçq≥ªhºthrªivwn | pºa°r°aiªçqavºn°e°øª ≥ºØtaªiv tinoç. 21 Così come è stato proposto da Long 2002, p. 57. 22 Le elenco di seguito: 1.7.1: pragmateiva peri ;lovgouç etc. vs PHerc. 1020 col. 108, 16-17: peri; lovgon | pªrºa≥g≥m≥ateivai; 1.7.3: eijkh /' vs ivi, col. 112, 2-3: th;n ãajnÃe≥ªiº|kaiovth≥ta; 1.7.26: lovgw/ crhçtikovç vs ivi, col. 108, 20-22: crh|≥çovm≥eqa ejmpªeºivrwç≥ au|≥jtw`i (scil. lovgw/); ibidem: deino;ç ejn ejrwthvçei kai; ajpokrivçei vs ivi, col. 109, 3-4: to;n ejn ejrwtªhvºçei | kai; ajpokrivçei deinovn; ibidem: ajnexapavthtoç vs ivi, col. 108, 3-4: ajnexapath|vtouç; 1.7.29: qewrhvmata vs ivi, col. 109, 26-27: tw'n ejlacivç|twn qewrhtikw'n. 23 Cfr., p. 7 n. 5, e infra, pp. 15-17, 35. 24 Si vedano, ad es., Puglia 1993, pp. 42-43; Antoni-Dorival 2007, p. 109; Antoni 2012, pp. 24-25. 10 ILIESI digitale Testi e tradizioni

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