Da vari anni Senecio costituisce Da vari anni Senecio costituisce un importante punto di riferimento un importante punto di per gli studi di antichità classica riferimento per gli studi di aonnt-ilcinhei;t às ucl lsausos sicitao voenn-gloinnoe ;o sspuitla tsi uo sito vecnongtorinbou tio csrpitiictai, ttir acdounzitornibi, uti SSaabbaatoto 44 oottttoobbrer e2 200141 4- -o orere 1 51,53,030 | FFoorrttee ddii GGaavvii ricvirsiittiaczii,o ntri aed tuesztiio cnrie,a triivvi iisni tparozsioa nei e testi creativi in prosa e in poesia in poesia aventi attinenza con l’antico. aventi attinenza con l’antico. CCoonnvveeggnnoo ddii aanntitcichhisistticicaa Senecio deve la sua esistenza Senecio deve la sua esistenza soprattutto ad Emilio Piccolo, Non solo carta, non solo antico. Non solo carta, non solo antico. soprattutto ad Emilio Piccolo, notevole figura di docente, studioso, notevole figura di docente, I colloqui di Senecio I colloqui di Senecio poeta, critico militante, studioso, poeta, critico militante, prempraetmuraamtuernatme secnotme psacrsoom npela 2rs0o12 .nel IInn mmeemmoorriiaa ddii EEmmiilliioo PPiiccccoolloo.. 2012. PePr err irciocorrddaarrlloo i ir erdeadttaotrtiori della rdiveisltlaa hrainvniso tdae chisaon dnio d eddeiccairsgoli di IInntteerrvveennttii ddi:i: dedicargli una giornata di studio; una giornata di studio; sarà altresì AAnnddrreeaa PPiiccccoolloo ee LLoorreennzzoo F oFrotr t PPrrooggeettttoo SSeenneecciioo sarà altresì l’occasione per l’occasione per comunicare comunicare e condividere ciò che VViinncceennzzoo RRuuggggiieerroo PPeerrrrininoo LLaa ssppeettttaaccoollaarree vviittaa ddeel l nnaazazraerneon oG eGseùsù e condividere ciò che Senecio sta Senecio sta portando avanti con MMaarriiaa GGrraazziaia C Caaeennaaroro AAppppuunnttii ppeerr uunn ma amppapa pdai Sdei nSeecnioecio portando avanti con inesausta inesausta passione: l’esperienza di GGiiaannnnii CCaacccciiaa PPeerrccoorrssii ee aappoorrieie ddeelllala p ipvissttii.s. passione: l’esperienza di vivere vivere e rivivere l’antico, di L’Ermotimo di Luciano Samosata L’Ermotimo di Luciano di Samosata. e rivivtreorev al’arvnit icsoe, mdi ptrroev aqrvui aslecmopsrae di qualcosa dni unouovvoo ee ddi ai ttautatluea.le. PPrreessiieeddee ee ccoooorrddininaa: : AAnnddrreeaa SSccoottttoo Senecio www.senecio.it [email protected] Napoli, 2015 Lamanipolazionee/olariproduzione(totaleoparziale)e/oladi↵usionetelematicadi quest’operasonoconsentiteasingoli ocomunqueasoggettinoncostituiti come impresedi carattereeditoriale,cinematograficooradio-televisivo. INTRODUZIONE 6 In memoria di Emilio Piccolo (di Andrea Piccolo) 6 Lettera al figlio sull’utilità della scuola (Emilio Piccolo) 7 Al figlio (Emilio Piccolo) 9 Progetto Senecio (di Lorenzo Fort) 12 La spettacolare vita del Nazareno Gesù (di Vincenzo Ruggiero Perrino) 16 1. Il teatro nella vita di Gesù 16 2. La vita di Gesù nel teatro: parodie della sua crocifissione e resurrezione 26 3. La vita di Gesù nel teatro: il Christos Paschon, preludio ai drammi liturgici medievali 41 Appunti per una mappa di Senecio (di Maria Grazia Caenaro) 60 Indici 65 Saggi, enigmi, apophoreta 65 Recensioni, note critiche, extravaganze 66 Saggi, enigmi, apophoreta 66 I. Archeologia greco-romana e medio-orientale 66 II. Storia (e storiografia) antica e tardoantica 66 III. Cristianesimo delle origini e pensiero cristiano nel tempo 67 IV. L’antico in prospettiva antropologica 67 V. Donne del mito e della storia, intrecci di antico e moderno 68 VI. Filologia 1: note di linguistica, proposte ermeneutiche, strumenti di studio 69 VII. Filologia 2: analisi testuali ed esplorazioni tematiche 69 VIII. Filosofia antica e riflessione filosofica oggi 70 IX. Poetica e poesia: voci di ieri e di oggi 70 X. Vitalità e metamorfosi del mito 71 Recensioni, note critiche, extravaganze 72 I. Siti archeologici e viaggi tra presente e passato 72 II. Storia della Chiesa, teologia, arte e tradizioni cristiane 73 III. Esperienze didattiche e nuovi strumenti di studio 74 IV. Aspetti della cultura e della società antica 74 V. Arcipelago femminile 75 VI. Rivisitazioni dell’antico: altri linguaggi 76 VII. Riscritture dell’antico, serie e semiserie 77 VIII. Letture di poesia, tra passato e presente 78 IX. Riflessioni su cultura e società, oggi 79 X. Colloqui, testimonianze, ricordi di maestri e di amici 79 Rivisitazioni, traduzioni, manipolazioni 80 Percorsi e aporie della pistis. L’Ermotimo di Luciano di Samosata (di Gianni Caccia) 83 �5 INTRODUZIONE In memoria di Emilio Piccolo (di Andrea Piccolo) Salve a tutti, è un vero piacere questo evento e lo è ancora di più per me parteciparvi. “I Colloqui di Senecio. Non solo carta, non solo antico”, un titolo, un nome molto bello. Perché Senecio è una riscoperta e riutilizzo dell'antico. E' stato molto difficile per me decidere cosa dire oggi. Vi ringrazio tutti per questo evento e ancor di più di averlo voluto dedicare alla memoria di mio padre, Emilio Piccolo, per me poeta, padre, maestro, ma soprattutto amico. Tra tutti noi, sicuramente sono io quello che ha meno da dire sull'antichità e ho pochi argomenti culturali che riguardano classici greci, latini, ma anche moderni. Dopotutto la mia presenza è una conseguenza. Quando papà se n'è andato ho sentito inizialmente la necessità di continuare i suoi lavori, le sue cose. Per me, da figlio, è stato inizialmente un modo per sentirlo ancora vivo, vicino a me. Quando ero piccolo, alla fine degli anni '80 papà era già lì con il suo computer, un Mac ancora funzionante che conservo con amore. Era entusiasta. Papà, Emilio, quando ha conosciuto Internet ha subito trovato in esso la libertà. Scriveva: Nella rete si viaggia o si naviga e qualche volta si approda. Nella rete c'è tutto e c'è niente, c'è la folla e c'è il desiderio. La rete è il labirinto, ma anche l'ordine e la linea retta. La rete è il luogo in cui si manifesta in maniera evidente ed esplosiva il potere della parola, la ragnatela che copre il mondo e tutte le cose e tutte le assorbe in sé e le rimanda. Il Verbo della rete nominalizza l'esistente, lo spolpa delle sue caratteristiche fisiche, lo archivia in un flusso di pensiero e di energia, che è falso movimento, nello spazio e nel tempo. La rete è il futuro della specie: non sappiamo e non vogliamo sapere, per il momento, quanto angoscioso o governabile. Internet per papà era il luogo dove un artista poteva essere libero. Da quando ho cominciato il mio lavoro con Senecio ho sempre avvertito un malessere dentro di me. Non ero totalmente a mio agio. Io sono un Fisico, ed il mio bagaglio culturale umanistico è povero. Questo malessere è passato recentemente grazie a due �6 eventi. Il primo è stato una telefonata con Lorenzo, parlavamo di questo convegno e io gli dicevo appunto di questo mio malessere. Lui, con un tono sincero, amichevole, caldo mi risponde che il mio contributo è stato fondamentale per Senecio in questi ultimi due anni, che è stato importante che io mi sia voluto mettere in gioco da subito, partendo da zero, e continuando gli aggiornamenti della rivista. In quel momento è avvenuto il secondo evento: mi sono sentito utile a fare qualcosa di cui apprezzo infinitamente l'esistenza. Senecio non è una rivista per tutti, MA MENO MALE CHE ESISTE! E' un importante archivio che contiene documenti per l'umanità. Tutti noi qui siamo degli artisti, perché facciamo qualcosa per l'umanità. A prescindere dalla perfezione, ognuno di noi qui fa il suo meglio e contribuisce come può all'esistenza e all'evoluzione di un archivio di cultura, Senecio. Non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo arricchirlo e Senecio sicuramente è qualcosa che arricchisce il mondo e lo fa attraverso il web. E' una cosa bella ed è per chiunque voglia beneficiarne. Questo è quello che penso di Senecio ed è per questo che sono felice di farne parte. E' per questo che voglio ringraziare tutti voi, noi, in particolare Lorenzo, anche in nome di papà, Emilio, che faceva questo per divertimento, passione e perché ci credeva. In memoria di Emilio Piccolo, papà, vorrei leggere due suoi scritti perché lui era sì un Letterato, ma la sua arte erano le parole con le quali lui insegnava e scriveva poesie. Voglio leggere due scritti di papà, il primo è legato alla scuola, che è qualcosa che è o dovrebbe essere molto vicina a Senecio e sicuramente Senecio è lì pronta ad essere esplorata. La seconda “Al Figlio” è una poesia che papà mi scrisse alcuni anni fa. “Lettera Al Figlio Sull'Utilità Della Scuola” è una cosa che papà mi scrisse quando ero al liceo, fu molto importante per me leggere quelle parole ed anche se qui nessuno va più al liceo, trovo in quelle parole un’energia, un senso che ritrovo anche in ciò che faccio per Senecio. Lettera al figlio sull’utilità della scuola (Emilio Piccolo) Se per un istante solo dimenticherai che non sei una marionetta di stoffa e ti regalerai un pezzo di vita, probabilmente non dirai tutto quello che pensi, ma penserai tutto quello che dici. Dà valore a ciò che leggi, non per ciò che sta scritto ma per le cose che scoprirai scritte dentro di te. E se non scopri nulla, conserva quel libro per un momento migliore. Ascolta molto, osserva di più, e se gli altri parlano di come è impor- tante il passato prendi in esame il mondo che hai davanti e essi hanno preparato per te (le strade, l’aria, lo sguardo dei tuoi amici) e vedi se è adatto a te. Ma non ascoltare mai chi parla come �7 legge e legge come parla. E impara che nel passato c’era una promessa di felicità che è stata dimenticata. Poi corri a comprarti un buon gelato al cioccolato! Se hai un cuore, è nel cuore che devi scrivere ciò che leggi. E lascia ai ragionieri dell’esistenza di rinfacciarti la loro sapienza, perché prima o poi ti faranno odiare l’esistenza e la sapienza. Se qualcuno ti parla di Spinoza, di modi e attributi e tu ci capisci poco, corri vicino al mare e fermati a contemplare le onde che sono sempre le stesse e sono sempre diverse. Sentirai che Spinoza era un buon filosofo e capirai che il tuo professore non ha mai guardato le onde. Quando studi, pensa che migliaia di uomini prima di te hanno cercato la verità senza trovarla. Ed è molto improbabile che ci sia riuscito il tuo professore. Se l’avesse trovata, forse smetterebbe di insegnartela. Se qualcuno ti dirà che l’universo è una macchina, pensa com’è bello far finta almeno per un istante che non lo sia. Assapora l’acqua che bevi e il cibo che mangi. Prima o poi espellerai dal tuo corpo ciò che non ti serve. Poi chiedi al mattino al tuo professore se è vero che nulla cambia più rapidamente delle verità fondate sull’esattezza. Non permettere che passi un solo giorno senza imparare nulla di nuovo. Né ripetere ciò che ti viene detto senza chiederti perché ti viene detto così, e non in un altro modo. Convinci i tuoi compagni e i tuoi professori che si può anche fallire, senza smettere di essere uomini. E vincere, senza mai esserlo stati. Innamorati delle cose che studi, se vuoi rimanere giovane anche quando sarai vecchio come il tuo professore che non è stato mai innamorato delle cose che spiega. Regala al professore di matematica un libro di poesia, a quello di italiano un manuale di algebra, al professore di inglese Lo Cunto de li Cunti di Basile, a quello di scienze un testo di Jodorowski, al professore di filosofia il Tractatus, a quello di latino e greco Psiche, al professore di arte un set di pennarelli, a quello di educazione fisica il manuale zen sul tiro con l’arco, al professore di religione la Legenda Aurea, al tuo preside Il Gattopardo. E tu regalati, con quello che ti resta, gli scritti di Pasolini sulla televisione. Ai tuoi professori insegna che la vecchiaia non arriva con l’età, ma con l’indifferenza. E che è facile come essi fanno cercare una chiave sotto un lampione solo perché c’è luce ed è più facile invece che nel bosco dove l’hanno perduta. Ricordati che mercato oggi è una parola buona. Ma al mercato c’è anche chi non ha soldi per comprare. E non sempre è il peggiore. Ricorda anche che per ogni mercato c’è un tempio che lo accoglie. Quando nascendo con il tuo piccolo pugno hai stretto per la prima volta il mio dito, ho sentito che avrei voluto per te un mondo diverso da quello che abbiamo. Non permettere che un giorno sia anche tu a provare la stessa emozione. �8 Al figlio (Emilio Piccolo) Io non potrò farci nulla quando il dolore ti colpirà e farà con te come il mare fa con le alghe, la sabbia e gli scogli. Starò male perché tu stai male ma attenderò vicino a te che abbia prima o poi fine la notte in cui tutte le vacche sono nere. Non potrò farci nulla neanche quando sentirai che questo mondo, comunque sia, è stato fatto proprio per te e la felicità ti renderà stupido come un animale che per la prima volta vede un’eclissi di luna. Sarò felice perché tu sarai felice e chiederò al primo dio che accetterà la mia preghiera di perdonarti se crederai che quell’attimo è l’eternità. Mi chiederò qualche volta che ne sarà di te quando non ci sarò più. E immaginerò quelli che verranno dopo di noi, nati da noi, fra cento e mille anni. Se saranno biondi, e se avranno occhi chiari o scuri, e se saranno crudeli o teneri, come a seconda delle circostanze, lo sono stato io, e lo sarai anche tu. Fingerò di sapere anche che la morte non è la fine di tutto, come vogliono i poeti, i santi e gli innamorati. Giocherò con i tuoi figli e mi ci proverò a insegnare anche a loro che si possono chiudere le stelle nelle mani e poi aprirle e fare paff! e la stella è lì davanti a te, tutta tua, prima di perdersi nel buio della notte. Ma io non potrò farci nulla quando sarà l’ora di andare. Ti lascerò solo con il tuo dolore. E con i ricordi che mi faranno vivere ancora per trenta o sessant’anni ogni volta che ti sembrerà di sentirmi vicino a te. Poi sarà come se non fossi mai vissuto. Lo stesso accadrà a te. Fra due o trecento anni solo noi sapremo d’essere vissuti, ma non potremo raccontarlo a nessuno. �9 �10
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