Freddie Frenger, detto Junior. È appena uscito dal carcere di San Quentin. È appena atterrato all’aeroporto di Miami. Può risultare simpatico, ha spirito pratico, trasmette un certo senso di protezione. Ma è uno psicopatico, pluriomicida. Dispone di una discreta collezione di carte di credito rubate, patenti, carte d’identità. Hoke Moseley è un detective piuttosto singolare: quarantadue anni, separato, sdentato, squattrinato. Mette su ciccia in un lampo. Effetti personali: una dentiera - a volte la usa per far colpo - una calibro 38, un distintivo della Omicidi che rischia di perdere ogni giorno. Vive in un albergaccio che brulica di cubani e vecchiette. Non scopa da cinque mesi. Può risultare antipatico, imbranato, ma sa il fatto suo. Susan è una studentessa ventenne, costretta a prostituirsi per vivere. Un po’ troppo pronta, forse, a farsi "proteggere" e a metter su casa con un pazzo come Freddie, o Junior, come preferite. Non sa che Junior ha appena fatto fuori suo fratello Martin, un Hare Krishna che mendica all’aeroporto e si frega duecento dollari al giorno. Non sa che Martin è morto di infarto dopo che Junior gli ha spezzato e rivoltato un dito in mezzo a un capannello di passeggeri allibiti. Non immagina che Hoke Moseley sta per venirla a cercare a scuola, dove assieme al suo nuovo fidanzatino si esercita a comporre Haiku. Non ha idea di come Miami possa trasformarsi in un inferno. Specialmente quando si vive accanto a Freddie "Junior" Frenger.