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Maria Simma e le anime del Purgatorio PDF

2022·0.75 MB·Italian
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FATECI USCIRE DA QUI Maria Simma risponde a questa chiamata delle anime del Purgatorio PREFAZIONE Caro lettore, quello che ora tieni fra le mani è un libro estremamente interessante. L'aldilà parla. Dà consigli, chiede aiuto e dà risposte. E’ una realtà che esiste e che parla della vita, la nostra vita qui sulla terra, e delle possibili conseguenze che dipendono da come l'abbiamo vissuta. Ci dice che c'è una differenza fra essere umili, caritatevoli, buoni, misericordiosi, leali ed onesti, ed essere orgogliosi, freddi, cattivi, crudeli, traditori e disonesti. Al momento della morte il nostro comportamento non è dimenticato, ma piuttosto ricordato con totale chiarezza. In questo libro non si parla solo di pena o forse è meglio dire "purificazione", ma anche della sua durata e di molte altre cose ancora. Ti chiederai: tutto ciò è possibile? Nella Chiesa cattolica si parla di uno stato transitorio che fino ad ora si è chiamato Purgatorio e che, nonostante esistano differenti teorie, si èsempre considerato con serietà. Questo stato è necessario all'uomo, che può presentarsi davanti a Dio solo se purificato e puro. E' inoltre riconosciuto nell' ambito della tradizione mistica cattolica che alcuni mistici hanno avuto esperienze con le anime del Purgatorio simili a quelle di Maria Simma. Non si tratta, quindi, di un fenomeno completamente sconosciuto, anche se è spesso difficile parlarne e credervi, specialmente ai nostri giorni in cui trionfa una razionalità eccessiva e in cui si rischia di credere solo a quello che è misurabile e com- prensibile attraverso unità e leggi fisiche. Se poi a questa mentalità che vuole misurare tutto si aggiunge l'ateismo, cioè la negazione completa dell'aldilà, è sempre più chiaro che abbiamo a che fare con un libro estremamente interessante, dal contenuto assai ricco. Se, in più, scopriamo le espressioni e le immagini vivacissime e la fervida immaginazione nel porre le domande, tipiche dell'autore, sarà un vero piacere leggere quest'opera. Nonostante mi siano sorte, come teologo, diverse domande da porre in merito ad alcune risposte, queste si sono volatilizzate quando ho conosciuto ed ho avuto modo di parlare con Maria Simma. Lei è sincera. I suoi occhi e le espressioni del suo viso risvegliano un profondo rispetto ed una sana fiducia. Lei si è purificata attraverso le sue stesse sofferenze che, quando richieste dall'aldilà, accetta sempre liberamente, vivendo in un clima di pace profonda. La voce di Maria, come la pioggia primaverile, fa germogliare i prati, fa nascere una spinta indescrivibile che fa subito crescere l'intimo desiderio di lavorare con lei e di aiutare quelli che soffrono. Dopo averle parlato, mi sono sentito come un giovane con tante domande e nessuna risposta. Consigliato da Maria, ho pregato e dopo aver pregato, ho detto: "Non ho più nessuna domanda assillante, anche se non ho ricevuto nessuna risposta: pace e gioia sono nel mio cuore". Caro lettore. Il mio desiderio è che, attraverso la lettura di questo libro, tu ti apra al mondo dell'aldilà, e che tu sia consapevole di poter aiutare quei fratelli e quelle sorelle sofferenti. Deciditi ora per quell'amore che non conosce fine e che fa di questo aiuto il nostro dovere. Che tu ci creda o no, alla fine scoprirai che la vita diventa veramente degna di essere vissuta solo se si ama e, in virtù di questo amore, si serve. 2 Padre Slavko Barbaric, O.FM.Medjugorje, Bosnia-Erzegovina. 1° luglio 1993. INTRODUZIONE Maria Simma è una di quelle pochissime persone dotate di un dono più unico che raro. Non ha mai vacillato nella sua determinazione né mai tremato nella sua comprensione del mistero, nonostante le mille opposizioni mossele nel corso della sua esistenza. Il suo campo seminato in solitudine ha reso una messe così abbondante che può essere solo compresa attraverso il velo che ci separa dall'eternità. Maria ha vissuto la sua esperienza come un dono; non l'ha deliberatamente cercata. Invece per molti di noi in questo cammino il tirocinio spirituale attraverso il quale progrediamo, esige che ascoltiamo, osserviamo e bussiamo con grande attenzione e vigilanza. Sono queste le regole dettate da Nostro Signore Gesù Cristo che troviamo in Matteo 7, 7. Per molti di noi oggi la preghiera, se vi è preghiera, consiste in poche frettolose parole e poi via. Ma se volutamente ci sediamo tranquilli ed ascoltiamo, registrando i pensieri, se osserviamo, registrando le immagini, allora entreremo nella totalità del mondo vero e partiremo con il vantaggio di conoscere quello che l'amabile Signore e Padrone si propone per la nostra giornata. Dio è il costruttore ed il suo libretto d'istruzioni è ricolmo di amore. Mentre noi lo esploriamo con fede, ci accorgiamo che c'è un incommensurabile mondo di eternità che gira intorno a noi. Maria è stata resa consapevole del bisogno disperato di tutte le anime sofferenti che vagano, lamentando il loro stato di cammino incompiuto, di opportunità perse e di peccato commesso in vita. Non sono ancora riuscite ad arrivare in Paradiso e quindi tampinano, visitano, si intromettono, opprimono e causano malattie e disordini nei vivi nel tentativo, spesso vano, d'indurli a pregare ed a sacrificarsi per loro. La medicina e le terapie possono sopprimere i sintomi, alleviare il dolore, ma per una gamma non indifferente dei nostri problemi quest'area di controllo ancestrale o di altro tipo è spesso alla radice ed è presente all'insorgere della malattia. Mentre questo approccio terapeutico, assolutamente innovativo, si è rivelato corretto non solo per la pace ottenuta grazie ai consigli di Maria, ma anche agli occhi di molti esperti religiosi e laici, al contempo ha svelato quanto la scienza medica abbia finora solo usato una cortina di flimo. Con questo approccio non ci sono rischi od effetti collaterali od un mucchio di parcelle da pagare. Se crediamo a quanto si afferma in questo libro, allora faremo ciò che Maria ci indica: andremo alla S. Messa, faremo la S. Comunione o ciò che, in altri termini, è chiamato lo spezzare del pane. Là, potremo intercedere per le anime sante, poiché se accetteremo il dono del perdono, otterremo per noi e per loro la guarigione ed affretteremo quindi il loro stesso cammino di liberazione. Il passo in questo cammino è spedito quando si tratta di bambini dimenticati, mentre è più lento, per gli adulti, richiedendosi ripetuti interventi poiché essi hanno bisogno di molta più purificazione ed espiazione. Dovremmo anche rivolgerci agli Angeli che attendono le nostre indicazioni perché intercedano anch'essi per loro. Come le nostre confessioni sono più efficaci in termini di guarigione se espresse a voce alta, così lo sono le confessioni, che noi mettiamo per iscritto, dei peccati dei nostri antenati. In questo modo noi che soffriamo della cosiddetta "Sindrome di Possessione", possiamo dissociarci da chi ci opprime. Quanto a chi debba fare questa indagine, alle regole per gestirla, il tempo ed il luogo, Nostro Signore non ha dato alcuna indicazione. Egli disse soltanto: "Fate questo in memoria di me". La parola operativa e memoria - un rinnovamento o riunificazione, riunificazione di Me. Con grande devozione e travaglio d'amore, l'autore ha operato per il bene di tutta l'umanità, proponendoci questo suo dialogo con Maria Simma. Esso ci offre innumerevoli opportunità di portare la guarigione ed è per questo motivo che vogliamo lodare e ringraziare Nostro Signore Gesù Cristo. 3 DrKenneth McAll Specialista in Psichiatria, Ministero di guarigione dell'albero genealogico, Brook Lyndhurst, Hampshire, Inghilterra. luglio, 1993. 1- DOMENICA IN AUSTRIA Uscendo dalla Galleria di Arlberg, giro in direzione ovest e m'immetto in un'altra autostrada, quella per Feldkirch nella Provincia più occidentale dell'Austria, quella del Vorarlberg. Se dovessi attraversarla tutta, mi troverei alle frontiere della Svizzera e del Principato del Liechtenstein. Esco, invece, poco prima di Bludenz, avendo visto il cartello con le indicazioni per la Grosswalser Valle e mi dirigo verso nord lungo una strada di montagna. La strada che si fa presto ripida, stretta e con molti tornanti, percorre tutto il lato occidentale di una bella valle alpina. Snodandosi, curva dopo curva, fra le abetaie, essa presenta qua e là, appena al di sopra del bordo, alcune paravalanghe. Ad ogni curva importante o slargo, ecco le caratteristiche vasche contenenti lo 'splitt', un misto di sale e sabbia che mi fanno pensare ai durissimi inverni che, a queste altezze, devono affrontare i contadini del posto. E l'inizio di primavera e la neve si è sciolta da poco: si vedono ovunque le erosioni scavate nel terreno dall'acqua in quest'ultime settimane. Ogni villaggio che attraverso ha nel suo centro una chiesa ed un campanile. Il campanile di alcune chiese ha la guglia a forma di piramide alta e sottile, quello di altre a forma di cipolla e allora essa è di color rosso ruggine. Su entrambi i lati della valle pascolano mucche della razza pezzata; alcune portano i caratteristici campanacci. Si stagliano sui fianchi dei pendii erbosi, intente a brucare la prima tenera erbetta. Man mano che salgo, mi addentro sempre più fra le montagne. (La gente di città dice che quassù gli abitanti hanno difficoltà a camminare sul terreno piatto perché hanno una gamba molto più lunga dell'altra). Lungo il percorso gli ultimi crocus bianchi e viola hanno l'aria stanca dopo essersi fatti strada nella coltre di rametti secchi. Lassù, in lontananza, spicca il verde-lichene degli ultimi pascoli incoronati da una catena di picchi granitici e calcarei nei cui crepacci in ombra si sono formati dei piccoli ghiacciai. Man mano che salgo, mi godo questa strada così ben progettata dagli ingegneri austriaci. Vedo bambini uscire a gruppetti da una scuola con l'aria di essere tutti imparentati fra loro con quelle loro guanciotte rosse come mele. Ancora un altro villaggio poi, il cartello di 'Sonntag'. Questa è 'Domenica', Austria. Giro a sinistra, in direzione della chiesa. La curva è a gomito e la strada così ripida che devo innestare la prima marcia e così stretta che se incontro qualcuno in senso contrario, sono guai. In cima si snoda intorno al cimitero e poi punta verso una collina nei cui fianchi vedo come inserita una piccola casa del tipo chalèt. Questa è 'casa' per Maria Simma. Suono il campanello. Mi risponde una voce un po' roca, ma calorosa e gentile: "Sì, venga su1.". M'inerpico per una ripida scala in pietra che mi conduce ad un porticato che si trova allo stesso livello del campanile della chiesa. Maria è piccola e rotondetta. Porta un foulard vivace, annodato stretto sotto il mento. Dietro le lenti, la limpidezza cristallina e la profondità di quegli occhi celesti che sembrano dirti che hanno visto molte cose nei loro ottant'anni. Sopra la porta d'ingresso pende un'insegna in legno su cui è scolpita la scritta: "Wer bei mir Kritik und Korrektur betreiben will betrete meine Wohnung nicht, denn jeder hat in seinem Leben, auf sich selber acht zu geben". (Chiunque sia propenso a criticare od a correggere, non varchi questa soglia. Nella vita ognuno ha da pensare per se stesso). Rientrando dal suo balcone assolato, mi conduce lungo un corridoio stretto ed affollato di cose, fino alla sua stanza sul retro. Mi indica di accomodarmi su di una seggiola traballante e poi mi si siede di fronte con un lieve sospiro. Ovunque poso lo sguardo, vedo immagini o statue della Madonna, di S. Michele e di S. Giuseppe ed almeno un crocefisso in ogni spazio. Mentre chiacchieriamo del tempo splendido e di tutte quelle piantine di fiori e di erbe aromatiche che avevo scorto nel portico e che Maria coltiva per vendere, preparo il mio registratore. C'è un 4 leggero odore familiare di cucina e di galline che avevo sentito chiocciare nello scantinato quand'ero sceso dalla macchina. Sistemato il registratore e messo il piccolo microfono fra noi due, le chiedo se è d'accordo che registri tutto. Ma certamente. Se non le spiace, mentre parliamo, vorrei tener le mani occupate. Si inchina e tira fuori da sotto il tavolo due scatole e le mette sopra il tavolo. Nelle scatole ci sono delle piume. Certo! Faccia pure! Mi dica, piuttosto, che cosa sta facendo? Queste sono piume d'anatra e questo è il piumino che ne ricavo. Vede, quando ne ho abbastanza, lo vendo ad una fabbrica di piumini, qui nella valle. I contadini mi portano la loro selvaggina; io la spiumo e la pulisco, trattenendomi le piume e le frattaglie. E' un lavoretto che posso fare comodamente seduta mentre ascolto le persone e, da quanto lei mi dice, questa nostra conversazione potrebbe andare per le lunghe. Eh sì, ho molte domande da farle. Potremmo continuare finché non saremo stanchi. Cosa ne dice? Va bene. Prima di tutto vorrei ringraziarla per il tempo che mi concede. Sono sicuro che molti, prima di me, l'hanno interrogata e che questo si protrarrà da molto tempo. Sì, è vero! Ma rispondo volentieri perché so che molte persone si sono riavvicinate a Dio per le mie parole. Quindi, proceda pure. Cercherò di risponderle nel modo migliore possibile. Nota dell'autore: Quanto segue è il risultato di oltre trentacinque conversazioni avute dall'autore con Maria Simma, oggi ottantaduenne, nel corso di altrettante visite a Sonntag negli ultimi cinque anni). 2- LA STORIA DI MARIA SIMMA Per favore, mi potrebbe raccontare qualcosa della sua infanzia e della sua giovinezza? Certamente! Per ben tre volte ho cercato di entrare in convento. Già da bambina dicevo a mia madre che non mi sarei mai sposata, e lei mi rispondeva: "Aspetta fino a quando avrai vent' anni, poi si vedrà". "No, mamma, non sarà così. Ho come una certezza dentro di me. Od entrerò in convento o troverò lavoro ovunque ci sia da aiutare gli altri". Mia madre ha sempre avuto un'attenzione particolare per le anime del Purgatorio ed anch'io, fin dai primi anni di scuola, ho fatto molto per loro. Più tardi decisi che per loro avrei fatto qualsiasi cosa, così quando terminai la scuola pensai: "Bene, andrò in convento. Forse Dio vuole questo da me". Così, a diciassette anni, entrai nel Convento del Sacro Cuore di Gesù ad Hall in Tirolo, ma dopo appena sei mesi mi dissero: "Per essere sinceri, sei troppo delicata di salute per restare con noi". Vede, ad otto anni ebbi la pleurite e la polmonite e per questo ero ancora gracile. Dopo un anno, quindi, dovetti andarmene. Ma la madre superiora, nel congedarmi, mi disse: "Sono sicura che tu sia chiamata alla vita religiosa. Aspetta ancora qualche anno finché non ti sarai rinforzata e poi cerca un ordine religioso meno severo, forse uno di clausura". Da quel giorno mi sono detta: "O clausura o niente. No, non aspetterò, ci voglio andare subito". Il secondo convento che provai fu quello delle Domenicane di Thalbach vicino a Bregenz. Dopo solo otto giorni mi dissero: "Sei troppo debole fisicamente per noi, non puoi restare". Ritornai a casa. Dopo qualche tempo sentii parlare delle Suore Missionarie. Pensai: "La missione: ecco quello che desidero! Ora capisco perché gli altri due ordini non andavano bene". Così chiesi di essere ammessa all'Istituto delle Suore Francescane di Gossau in Svizzera. "Sì, puoi venire" fu la risposta. All'atto di entrare dovetti dire che ero già stata in altri due ordini e che ero stata respinta. Il risultato fu che mi diedero sempre i lavori più duri da svolgere. Le altre 5 candidate mi dicevano: "Perché fai tutto da sola? Noi ci rifiuteremmo". "State a vedere!" rispondevo. "Il Signore mi aiuterà. Va bene così. Farò tutto quello che mi sarà chiesto". Poi, un giorno, le suore mi dissero: "Oggi puoi stare qui a fare un lavoro meno faticoso". Allora pensai: "Questo significa che o me ne devo andare o che hanno visto che posso farcela". Ma quando vidi la maestra delle candidate scendere le scale e guardarmi con molta compassione, allora capii immediatamente: Oh oh, devo tornarmene a casa. Infatti, mi si avvicinò e mi disse: "Devo parlarti". "Sì, lo so, devo andarmene, vero?". Chi te lo ha detto?". "Oh, l'ho capito guardandola". "Sì, sei troppo delicata per noi. Finalmente capii: se non potevo stare lì, non sarei potuta stare in nessun altro convento, perché non era, evidentemente, il volere di Dio. Devo dire che da quel momento la mia anima iniziò a soffrire molto. Ero impaziente e dicevo a Dio: "Ehi Dio, sarà tutta colpa Tua se non faccio la Tua volontà!". Non sapevo, però, che non dobbiamo pretendere miracoli da Lui. Ero ancora molto giovane. Pensavo spesso che Dio cercasse di mostrarmi quello che voleva che io facessi, ma io non ero capace di capirlo. Mi aspettavo sempre di trovare una nota scritta a mano, nascosta sotto un mucchio di fieno. Maria, lei ha detto che sua madre si prendeva molto a cuore le anime povere del Purgatorio; chi sono e cosa vuol dire prendersele a cuore? Le anime povere del Purgatorio sono le anime di persone decedute, che non sono ancora andate in Paradiso, sono anime che si trovano ancora in Purgatorio. Sono anche chiamate, altrove, anime sante od anime elette, termini biblicamente più corretti di anime povere anche se, in qualche modo, definirle 'povere' è corretto perché dipendono da noi al cento per cento: i poveri, infatti, dipendono completamente dagli altri. Mia madre pregava molto per loro, dedicava loro molte azioni fatte con amore, portandole sempre nel cuore. Diceva spesso a noi bambini che se mai avessimo avuto bisogno di un qualsiasi aiuto, avremmo dovuto chiederlo alle anime del Purgatorio, perché sono coloro che ci aiutano di più, per un profondo senso di gratitudine nei nostri confronti. Mia madre era anche molto devota a P. Vianney, il Curato d'Ars e spesso andava ad Ars in pellegrinaggio. Sono quasi sicura che anche mia madre, in qualche modo, abbia incontrato le anime del Purgatorio, ma che non l'abbia mai voluto confidare a noi bambini. E così, quando queste mie esperienze iniziarono nel 1940, capii subito che era questo ciò che Dio voleva che facessi. La prima anima venne da me quando avevo venticinque anni. Fino a quel momento il Signore mi aveva fatto attendere. Lei mi sta dicendo che l'anima di un defunto venne da lei. Significa forse che venne a farle visita nella sua stanza? Sì, e così continua ad accadere da quella data in poi. Ovvero, dal 1940, quando ebbero inizio questi fenomeni, fino al 1953 venivano solo due o tre anime all'anno e per lo più nel mese di novembre. In quegli anni lavoravo in casa o con bambini; feci anche la domestica in una fattoria in Germania e successivamente, in un villaggio qui vicino. Poi, durante l'Anno Mariano del 1954, ogni notte mi si presentava un'anima diversa. Devo ammettere, e di questo sono grata a Dio, che con questo impegno la mia salute è migliorata nel complesso, anche se qualche volta ne risento. Se capita che stiano succedendo troppe cose, rallento un poco, ma in generale sono sempre stata bene. Quante volte ho ringraziato il Signore per non avermi fatto entrare in convento! Dio ci dà sempre quello che ci occorre per fare la Sua volontà. Da diversi anni viaggio e tengo conferenze. Una signora le organizza e mi porta in giro con la sua macchina. Mi telefona e mi dice: "Ti va bene in questo o quel giorno, in questa o quella città?". La prima volta, a dire il vero, mi sono confusa e non sono potuta andare perché avevo preso un appuntamento con alcune persone che venivano qui da me lo stesso giorno fissato per la conferenza. Queste conferenze sono bene accolte nel complesso, ma ho qualche problema con i sacerdoti d'impostazione 6 moderna. I credenti d'una certa età e, per lo più, i sacerdoti più anziani credono a tutto quello che dico. Allora perché pensa che questo sia accaduto proprio a lei? Non posso veramente saperlo con esattezza. Come ho detto, ho sempre voluto donare la mia vita al Signore e quindi la preghiera è diventata molto importante; ho pregato molto e fatto molte altre cose per le anime del Purgatorio. Ho anche fatto un voto alla Madonna per essere un'anima che si offre in modo particolare per loro. Sì, sicuramente tutto ciò ha un'attinenza. Mi può dire con esattezza che tipo di scuola ha fatto e per quanti anni? Ho finito la scuola d'obbligo, quella richiesta in quegli anni dalla legge. Noi eravamo poveri. Quindi a che età è entrata per l'ultima volta in una scuola? Mi faccia pensare. Avevo undici anni. No, dodici. Sì, ora ricordo bene. Quando smisi definitivamente di andare a scuola avevo dodici anni. Di quanti figli è composta la sua famiglia? Ero la seconda di otto figli, quindi non potevamo certamente permetterci di continuare a studiare dopo le elementari. Mi ricordo che molto spesso il nostro pranzo e la nostra cena consistevano solo in pane e minestra. Le ho chiesto della scuola perché per me è importante farmi un'idea della natura delle sue risposte. Se vengono, cioè, dalle anime che la visitano e quindi sono di origine soprannaturale, oppure se ci sono delle opinioni che derivano dalla sua istruzione, dalla sua esperienza, e, infine, ovviamente dall'influenza di chi le vive vicino. Mi può dire con chiarezza da dove vengono queste risposte? Sì, capisco. La mia vita intera ruota intorno a questa esperienza, ma la sua preoccupazione è comprensibile. Se dico: "Le anime del Purgatorio hanno detto...", allora è chiaro. Se non inizio così, lei può pensare che si tratti di una mia opinione. Per favore, mi aiuti anche lei quando non è del tutto chiaro. A volte, infatti, potrei dimenticarmi di fare questa introduzione perché ora incontro le anime circa tre volte la settimana. Questo è il mio ritmo più regolare. E’ raro che durante la settimana io parli così a lungo con una persona in carne ed ossa, fatta eccezione per i miei pochi vicini, qui ed in chiesa, e per il mio sacerdote. Qui vivo sola e la maggior parte degli ospiti che mi portano nomi, domande o situazioni che hanno bisogno di preghiera o di un altro tipo di aiuto, normalmente vengono da lontano. Dovrei allora presumere che per la sua istruzione piuttosto limitata e per la vita pressoché ritirata, umile e semplice che conduce in questo luogo, ciò che lei mi dice è, per la maggior parte, basato su quello che le anime le hanno riferito? Sì, è proprio così. 3- IL PURGATORIO Grazie! E ora mi dica: che cos'è esattamente il Purgatorio? Il Purgatorio è un luogo ed una condizione che ogni anima vive quando ha ancora bisogno di espiare e riparare i peccati che ha commesso durante la sua vita, prima che essa possa raggiungere Gesù in Paradiso. Oggi si insegna molto poco sul Purgatorio; e l'ignoranza che ne consegue può portare molte persone ad essere curiose e, in quanto sole e prive di una guida spirituale, a scivolare molto facilmente in pratiche occulte. Di solito si dice che il Purgatorio è solo una condizione. Ciò è vero solo a metà perché è decisamente anche un luogo. E' anche un tempo di attesa in cui le anime anelano a Dio, e questo desiderio inappagato è la loro sofferenza maggiore. Tutte le anime, a qualsiasi livello si trovino, fanno questa esperienza. 7 In Purgatorio ci sono tre livelli principali, ma io incontro le anime che necessitano relativamente di poco per essere liberate ed andare in Paradiso. Sono certa di questo per due ragioni. La prima ragione è data dall'esperienza che ebbi andando in una casa dove succedevano cose strane durante la notte. Vi ero stata chiamata dal proprietario che aveva perso da poco sua moglie. Pronta a passare la notte in casa sua per vedere se potevo essere d'aiuto, non dovetti aspettare molto: nell'ingresso si incominciarono a sentire dei colpi e tonfi forti e rumorosi. Alla mia solita domanda: "Cosa posso fare per te?" il rumore si fece ancora più forte, quand'ecco apparve improvvisamente una bestia enorme, mai vista prima e subito dopo un grande serpente che velocemente la divorava. Poi la scena si dissolse. Dovevo aver avuto molta paura perché sudai dall'inizio alla fine. Più tardi descrissi quello che avevo visto ad una persona esperta di queste situazioni e fu lei ad identificare la prima bestia. Si trattava di un ippopotamo, simbolo della durezza di cuore. Ciò non significava che quella donna fosse in Purgatorio sotto le spoglie di un ippopotamo; era solo un modo perché io capissi meglio le cose. Dopo aver parlato a lungo con il vedovo, pian piano emerse che sua moglie, per circa trent'anni, aveva continuato ad essere ostile ad un' altra donna che, invece, desiderava fare pace. Questo suo rifiuto di perdonare fece sì che lei andasse nel più profondo livello del Purgatorio dal quale non potevo ancora liberarla. La seconda ragione che mi fa pensare d'incontrare le anime del più alto livello del Purgatorio, è data da un libro scritto da una principessa tedesca e dal suo sacerdote negli anni venti. Questa donna ha incontrato per molti anni le anime dei livelli più profondi, e molte sue descrizioni sono sicuramente mostruose e molto più dolorose rispetto a ciò che ho visto. Che altre differenze ci potrebbero essere tra i livelli più alti e quelli più bassi del Purgatorio? Nei più bassi Satana può ancora attaccare le anime, cosa che non può più fare nei livelli più alti. E' vero che noi siamo provati qui sulla terra e che la prova cessa con la nostra morte, tuttavia le anime della terza parte del Purgatorio, quella più profonda, devono soffrire per i peccati che hanno commesso, prima di trarre beneficio dalle nostre preghiere, dalle nostre Messe e dalle nostre buone azioni. Ed il continuo attacco di Satana fa parte di queste sofferenze. I vari livelli del Purgatorio sono tanto differenti quanto le nostre malattie sulla terra, che possono andare da una semplice infiammazione di un'unghia fino ad alcune che possono consumare il corpo intero come il fuoco. Questo fuoco esiste solo nei livelli più bassi del Purgatorio e non in quelli più alti. Le nostre preghiere possono bloccare gli attacchi di Satana nei confronti delle anime dei livelli più bassi del Purgatorio? Sì, specialmente quando lo chiediamo direttamente a S. Michele Arcangelo ed agli Angeli minori. Tra questi livelli più importanti, ve ne sono altri? Sì, ce ne sono moltissimi, perché ogni anima è individualmente diversa da un'altra quando arriva là. Ci sono sofferenze maggiori e minori e tra i due estremi vi è ogni grado di sofferenza. Probabilmente tanti sono i livelli, quante sono le anime, perché non esistono due persone e, quindi, due anime identiche. Se da una parte le anime del Purgatorio soffrono, dall'altra possono provare in qualche modo sentimenti di gioia e di speranza? Sì. Nessun'anima desidera mai ritornare qui sulla terra perché essa ha una visione di Dio molto più chiara della nostra. Non desiderano mai tornare nelle tenebre in cui viviamo quaggiù. Così Dio vi colloca le anime perché si purifichino dai loro peccati non ancora espiati e riparati? 8 No. Si tende ad insegnare questa concezione errata con il risultato che la gente si allontana da Dio. Non è Dio che vi colloca le anime. Sono le anime stesse a giudicarsi e a collocarsi al livello appropriato. Sono LORO che desiderano purificarsi prima di giungere a Dio. E’ molto importante che noi comprendiamo questa verità specifica sull'amore di Dio per noi! Allora siamo noi a decidere che non siamo puri e dunque bisognosi del Purgatorio? Sì, è così. Non si ribellano mai le anime alla loro condizione? Sono pazienti o qualcuna non accetta la condizione in cui si trova? Sono pazienti e vogliono soffrire perché sanno che così possono espiare e riparare tutto. Si purificano per arrivare totalmente luminose davanti a Dio; più espiano e riparano, più diventano radiose. Le sofferenze del Purgatorio sono maggiori di quelle che noi viviamo su questa terra? Generalmente parlando, le loro sofferenze sono più gravi, a volte molto più gravi delle nostre, soprattutto nel terzo livello che è il più basso. La loro sofferenza spirituale è più intensa della nostra. Quando ho chiesto ad un'anima quale fosse la sua sofferenza, mi ha risposto che era molto particolare. E si è spiegata così: Un padre che per indolenza si fosse sottratto al lavoro, facendo soffrire la propria famiglia, giunto in Purgatorio si sarebbe trovato a dover lavorare moltissimo. E le sofferenze che ne sarebbero derivate sarebbero state più forti di quelle che avrebbe avuto se avesse lavorato sulla terra. E’ bene sottolineare, comunque, che le nostre sofferenze in vita, anche se meno rigorose, valgono molto di più di quelle del Purgatorio in termini di riparazione. Se il Purgatorio è anche luogo, è possibile che per luogo si intendano luoghi particolari sulla terra in cui le anime trascorrono il loro tempo? Sì, sembra che si riuniscano per lo più attorno agli altari e nel luogo dove sono morte. Una signora del Liechtenstein che conosco le ha viste solo intorno all'altare e quando non c'erano più, ha capito che erano andate in Paradiso. Le anime non vengono da me o da noi dal Purgatorio, ma con il Purgatorio. Non si tratta di un luogo, ma di molti luoghi differenti, non di una condizione, ma di molte condizioni differenti. Se il Purgatorio è un grande spazio, o tanti luoghi differenti, anche il Paradiso e l'Inferno allora sono luoghi? Sì, il mio direttore spirituale me lo ha fatto chiedere e la risposta è stata: "Non è giusto quello che molti teologi oggi insegnano, affermando che Paradiso, Purgatorio ed Inferno sono solo delle condizioni. Tutte e tre sono anche dei luoghi". Quanto varia il tempo che le anime devono passare in Purgatorio prima che possano andare in Paradiso? Oh, varia molto. Alcune anime stanno soltanto una mezz'ora ed altre per il resto del tempo, fino all'ultimo giorno. Le anime dicono che la durata media è di circa quarant'anni. Così ci sarà un ultimo giorno? Sì. Le anime del Purgatorio possono vedere e comunicare con le altre anime vicine? Sono sempre consapevoli della presenza di altre anime e sanno che non erano sole quando in molte hanno agito insieme per qualcosa. Maria, possono leggere? 9 Sì, leggono spiritualmente. Lo so, perché quando vengono da me non devo leggere i nomi o le domande che ho per loro: le deducono semplicemente dalla pagina. Quanto sanno delle loro famiglie? Direi quasi tutto. Ci vedono sempre. Sentono ogni parola che diciamo su di loro e conoscono le nostre sofferenze. Ma non conoscono i nostri pensieri. Seguono i loro funerali e sanno chi è presente per pregare per loro e chi lo è solo per farsi vedere dagli altri. Le anime sanno ciò che avviene nel mondo? Sì, in parte, non tutto. Mi hanno detto che qualcosa di molto grosso è già alle porte, appena davanti a noi. Per molti anni hanno detto che questa cosa era nelle vicinanze, ma dal maggio 1993 hanno incominciato ad usare l'espressione "alle porte". Questa cosa servirà per la conversione dell'umanità. In altre occasioni mi hanno anticipato di poco eventi futuri meno importanti di questo. Nell'estate del 1954 mi parlarono dell'alluvione che fece molti danni in questa zona; una volta mi avvertirono che c'erano delle persone ancora vive sotto la neve dopo una valanga, così i soccorritori continuarono le ricerche più del previsto. Due giorni dopo le mie preghiere, esse furono ritrovate e salvate. Si dice che dopo questa vita non esista più il tempo. Lei, tuttavia, afferma che il Purgatorio è un tempo in cui si anela a Dio. Mi può spiegare questa contraddizione? E' corretto affermare che dopo questa vita il tempo non esiste più. Quando, però, ci viene detto che un'anima deve soffrire per un dato periodo di tempo in Purgatorio, è solo perché noi non siamo in grado di comprendere l'entità di una pena se questa non è espressa in termini di tempo. Le anime possono dire che devono soffrire di più, che non sono ancora libere oppure che le loro sofferenze sono diminuite. Quando parlano di tempo o quando indicano il numero di S. Messe, è in realtà per indicare l'intensità e la quantità della loro sofferenza. Le anime del Purgatorio hanno un corpo come il nostro oppure un corpo, diciamo, spirituale? Dicono che non si accorgono di non avere il loro corpo. Hanno un corpo trasfigurato che si può presentare guarito e vestito. Le anime si dolgono per le cose fatte male quando erano in vita. Si dolgono anche per ciò che non hanno fatto del tutto, sulla terra? Sì, molto. Rimpiangono le possibilità che hanno perso di fare del bene per Dio ed al prossimo, e possono anche vedere i frutti che queste azioni avrebbero dato. Quando moriamo non possiamo più fare del bene, e le anime in Purgatorio non possono più guadagnarsi dei meriti. Si dice che gli Angeli ci invidino per il bene che possiamo fare per Dio dato che loro non possono compiere buone azioni per Lui, guadagnandosi così dei meriti (risata). Cosa succede quando una persona, pur credendo all'esistenza del Purgatorio, continua a peccare, ritenendo che non sarà poi così brutto? Si pentirà molto amaramente, molto di più di chi commette lo stesso peccato ignorando l'esistenza del Purgatorio. Qual è lo scopo più recondito della sua esperienza? Dio l'ha permessa affinché con il mio apostolato altre persone possano chiaramente comprendere che la nostra vita sulla terra ci serve SOLO per guadagnarci il Paradiso. Lo scopo della nostra vita è di essere buoni gli uni con gli altri e così facendo, di entrare in unione con Dio, sia ora sulla terra, sia dopo nell'eternità. In quest'ottica la vita diventa sempre più preziosa per ognuno di noi come diventa sempre più assurdo ciò che della vita fa un gran numero di persone. In quest'ottica comprendiamo quanto sia immenso l'amore di Dio e quanto possa diventare incredibilmente bella la vita 10 quando lavoriamo al Suo fianco. Ciò che vedo, allora, dovrebbe e potrebbe fornire alle persone un chiaro e definitivo orientamento nel loro percorso, se desiderano far parte della Volontà Divina e della bellezza che ne deriva. In una parola, che cosa ha imparato in questi anni da questa sua singolarissima esperienza? Ad amare Dio con tutta la mia forza! 4- ALCUNE ESPERIENZE DI MARIA SIMMA Maria, che cosa è successo la prima volta che un'anima le ha fatto visita? La prima volta mi svegliai perché qualcuno stava camminando su e giù per la mia stanza. Non mi sono mai spaventata facilmente, a meno che qualcuno non mi fosse saltato addosso. Così pensai: "Chi sarà?". Era uno sconosciuto che camminava impazientemente avanti ed indietro. Dissi: "Ehi! Chi sei?". Nessuna risposta. Allora saltai fuori dal letto, corsi verso di lui e cercai di afferrarlo, dicendo: "Vediamo se adesso non esci di qua!". Vattene! Non c'è niente qui che ti appartenga!". Ma mi trovai con nulla in mano. Allora pensai: "Non stavo sognando. L’ho visto e l'ho sentito". Appena tornata a letto, eccolo di nuovo, lo stesso di prima, che cammina su e giù. Ancora una volta dissi: "Adesso mi dici chi sei e poi fai in modo d'andartene!". Ma lui continuò come se non mi avesse sentita. Per un po' rimasi ad osservarlo, pensando tra me: "Purché non si avvicini!". Mi alzai ancora una volta e camminando in punta di piedi verso di lui, pensai: "Adesso provo ad immobilizzarlo". Ma, per la seconda volta, mi ritrovai con niente in mano. Non capivo più nulla ed ero molto turbata. Stavo forse diventando matta? Ritornai a coricarmi, ma non riuscivo a prendere sonno: proprio non riuscii più a dormire quella notte. Il giorno dopo, corsi dal mio sacerdote e gli raccontai l'accaduto. "Non so che cosa mi sia capitato la notte scorsa. Sto forse diventando matta?". Mi rispose: «Perché dovresti? Se ti dovesse capitare di nuovo, non chiedere: "Chi sei?", ma piuttosto: "Che cosa vuoi da me?" Potrebbe essere un'anima del Purgatorio"». Gli risposi: "Se viene da me, dev'essere un mio parente". "No", disse il sacerdote, "non dovrebbe essere il tuo caso, e questo perché hai sempre pregato molto per loro". La notte dopo, eccolo di nuovo! Questa volta gli chiesi: "Che cosa vuoi da me?". L'uomo allora si fermò, si girò e mi guardò, dicendo: "Fai celebrare tre Messe per me, poi sarò libero". E scomparve all'istante. Allora compresi che era un'anima del Purgatorio. Riferii l'accaduto al mio sacerdote che mi disse: "Bene, se ti succede ancora, mi raccomando, dimmelo!". Ha mai avuto paura? No, mai. Neanche prima. No, non ho mai avuto paura nemmeno quando andavo a scuola. La mamma era solita dire: "Sei una bambina fuori del comune. I tuoi fratelli si spaventano spesso". Quando lei diceva che c'era qualcuno fuori al buio, saltavo sempre su io, dicendole: "Dammi la pila che vado a vedere chi è". Maria, oggi sei abbastanza conosciuta nell'ambiente delle persone di preghiera, ma nei primi anni sei vissuta nell'isolamento. Come si è arrivati a riconoscere come autentiche le tue esperienze soprannaturali? Per prima cosa perché ciò che dicevo risultava essere giusto e poi perché ciò che dicevo era conosciuto solo dai familiari, quindi attraverso delle conferme. Mi perdoni la domanda indiscreta, ma è mai stata visitata da medici e da psicologi? Sì. Molti anni fa un professore di teologia richiese che io lo fossi e così mi feci visitare. I risultati sono contenuti in un rapporto medico di sei pagine, redatto da uno

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