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Maestro Umbro (sec. XIII), LIVERO DE L’ABBECHO PDF

70 Pages·1987·10.68 MB·Italian
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MAESTRO UMBRO (SEC. XIII) LIVERO DE L’ABBECHO (Cod. 2404 della Biblioteca Riccardiana di Firenze) a cura e con introduzione di Gino Arrighi Estratto da: BOLLETTINO DELLA DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER L’UMBRIA Volume LXXXVI (1989) PERUGIA 1990 Memorie e documenti Maestro umbro (sec. XIII) Livero de Tabbecho (Cod. 2404 della Biblioteca Riccardiana di Firenze) a cura e con introduzione di Gino Arrighi a mia figlia Leonetta Introduzione In un articolo pubblicato neU’« Archivio Storico Italiano » nel 1986 ‘ ho illustrato un libro d’abaco in volgare di Iacopo da Firenze datato 1307 e contenuto in un codice della Biblioteca Riccardiana di Firenze; ad un certo punto dicevo: « considerando questa datazione si può intanto affermare che trattasi del più antico scritto su quell’argomento fornito dalla letteratura italiana, questo ovviamente allo stato attuale delle cono­ scenze e fin tanto che non avvenga il reperimento di un’opera simile e di datazione anteriore ». Ma è accaduto ciò che allora non mi aspettavo: nella stessa biblio­ teca fiorentina ho reperito un altro trattato in volgare più antico, da at­ tribuirsi alla seconda metà del Dugento e compilato nell’area umbra; ma anche adesso però mi ritengo obbligato a formular la riserva già fatta nel dire di quello di M° Iacopo sebbene, attesa la alta datazione di ora, la evenienza di reperire un simile testo più antico sia piuttosto assai difficile. Già ho segnalato i caratteri principali or ora accennati di questo trattato in uno scritto ^ comparso sul « Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria », riferendo altresì passi relativi a tempo e luo- ^ Gino Arrighi, Il primo abaco in volgare italiano (1307). Il Cod. 2236 della Biblioteca Riccardiana di Firenze in « Archivio Storico Italiano » anno CXLIII (1985), p. 429. 2 Gino Arrighi, Un « Libro d’abaco » umbro: il primo in volgare italiano. Codice 2404 (sec. XIII) della Biblioteca Riccardiana di Firenze in «Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria » volume LXXXIII (1986), p. 161. 0 GINO ARRIGHI LI VERO DE L’ABBECHO 7 go contenuti in una lettera ^ di Vincenzio Nannucci diretta a Baldassarre vi argomenti e la soppressione di altri a seconda dei desideri di coloro Boncompagni e stampata nel « Giornale Arcadico di scienze, lettere ai quali erano destinati: botteghe o scuole d’abaco, mercanti, banchie­ ed arti ». Trovandoci adesso in presenza dell’edizione integrale dell’o­ ri; per vastità e varietà di argomenti svolti e la presenza pure di « ra­ pera, reputo inutile riprendere quei passi: lo studioso avrà ad incon­ gioni dilettevoli », lo penserei destinato ad una bottega d’abaco, il che trarli procedendo nella sua lettura. è indice di ampia esigenza di conoscere lo svolgimento dei calcoli mer­ L’impegno postomi di non procedere ulteriormente nella pub­ cantili e finanziari, testimonianza di una notevole attività economica blicazione per esteso di libri d’abaco medievali e di limitarmi a dare umbra. più o meno estese notizie essenziali circa gli altri che avrei reperito Altra considerazione che s’impone è il trovarci in presenza di un era determinato dalla convinzione che, per mia cura o di altri, importante documento per la storia della lingua italiana in un secolo disponevamo ormai di un’ampia raccolta di tali edizioni e tale da che non ci ha lasciato una ricca eredità di testi in particolar modo di essere sufficiente per condurre un ragionamento storico; ovviamente quelli di argomento scientifico; così che, con la schedatura svolta prin­ questa riserva doveva cadere quando ci si fosse imbattuti in opere cipalmente su opere letterarie e di storia, ben pochi sono i termini di particolarissimo interesse storico o scientifico. scientifici contenuti nei vocabolari della nostra lingua anche condotti In realtà il libro d’abaco che leggesi ai fogli membranacei Ir-136t^ con criterio più o meno storico. Qui mi è caro ricordare l’incontro del Codice Riccardiano 2404 presenta i caratteri specifici or ora indi­ con dizioni quali « latinamente » e « molto latina cosa », nel senso di cati e, aggiungo, in misura e qualità tali da poterlo definire una impor­ « agevolmente » e « agevole » così come un secolo fa era usatissimo tante testimonianza della cultura e della vita del Dugento: motivi dirsi nei monti della Versilia. questi che hanno indotto a portarlo così più agevolmente alla cono­ Il contenuto coi suoi nei si mostra da sé, circa la metodologia dirò scenza degli studiosi di varie discipline. che, a somiglianza di tutti i libri d’abaco ch’io conosco, lo svolgimen­ Il carattere che richiamo per primo è l’antichità della sua stesura, da to della materia è affidato alla risoluzione di esercizi detti « ragioni » collocarsi nella seconda metà del xiii secolo, quando rari erano gli e che l’ordine seguito non risponde sempre agli attuali criteri logici: scritti in volgare italiano e rarissimi quelli di argomento scientifico; dovremo attendere ancora a lungo per avere delle trattazioni generali. così finché non ne verrà reperito un altro che risalga a tempi anterio­ ri, il che è assai poco probabile, questo libro è da riguardarsi come Così usando la regola del « chatayem » o « di doppia falsa posizione », il più antico trattato di argomento matematico, e forse più in ge­ pur venendo sempre applicata in questioni di proporzionalità diretta, nerale della letteratura scientifica, scritto in volgare italiano. Deb­ mai si avverte che questa condizione sia verificata; aggiungo che tal­ bo avvertire che nella ricordata lettera del Nannucci non si trova al­ volta una regola viene denominata dall’oggetto di una precedente ra­ cun cenno a questa sorta di primato e che nella ricca bibliografia del gione svolta con la regola stessa. Boncompagni ^ non compare nessun suo scritto dedicato a quest’opera Circa i criteri seguiti nella trascrizione, avverto di essermi limitato, Questo libro d’abaco è uno dei non pochi che si rifanno al Liber come son solito fare, alla introduzione di apostrofi ed accenti sempre abaci di Leonardo Pisano^, scritti in volgare, con introduzione di nuo- mancanti nell’originale secondo le norme contenute in Pronuncia e grafia dell’italiano di Amerindo Camilli^, all’uso di una punteggiatu­ ra e delle maiuscole alla moderna e conservando l’« andata a capo », inol­ ^ Intorno ad alcuni Trattati di Aritmetica e di Geometria manoscritti nell’l. tre ho provveduto alla ricostruzione, non sempre facile, delle parole e R. Biblioteca Riccardiana di Firenze. Lettera del prof. Vincenzio Nannucci a D. avvalendomi della Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi Baldassare Boncompagni. In « Giornale Arcadico di scienze, lettere ed arti » volu­ me CCXXIV, Gennaio, Febbraio e Marzo 1854. ^ Vedi ad esempio: M. Pancani e D. Santini, Gino Arrighi storico della ma­ tematica medioevale, Università di Siena, 1983. La bibliografia ivi contenuta si ar­ dice Magliabechiano C. I. 2616, Badia Fiorentina, n. 13, da Baldassarre Boncom­ resta all’inizio del 1982. pagni socio ordinario etc. Roma, Tipografia delle scienze matematiche e fisiche, ^ Catalogo degli scritti del principe D. Baldassarre Boncompagni in « Atti del- MDCCCLVIL l’Accademia Pontificia de’ Nuovi Lincei» tomo XLVII (1894), p. 171. Terza edizione riveduta a cura di Piero Fiorelli. Sansoni editore, Firenze, ^ Il Liber abaci di Leonardo Fisano pubblicato secondo la lezione del Co­ [1965]. GINO ARRIGHI LI VERO DE L’ABBECHO dialetti di Gerhard Rohlfs Avverto infine che i segni di frazione, o- rizzontali nell’originale, per esigenza tipografica sono qui posti obli­ quamente e che 0/7, 0/8 stanno per settimo, ottavo. Lo livero de Tabbecho Porgo doverosi ringraziamenti al Prof. Vinicio Villani Direttore Quisto ène lo li vero de l’abbecho secondo la oppenione de maiestro del Dipartimento di Matematica deWUniversità degli Studi di Pisa per Leonardo de la chasa degli figluogle Bonaçie da Pisa. avermi fornito la copia fotografica del Codice, alla Deputazione di Sto­ ria Patria dell’Umbria per questa pubblicazione e al Dott. Sergio Nelli Lo primo chapitolo ène de le regole de le tre chose. deir Archivio di Stato di Lucca per V aiuto datomi nella correzione delle Se ce fosse dieta alchuna ragione ella quale se proponesse tre chose, sì bozze. devemo moltiplicare quilla chosa che noie volemo sapere con quella che non è de quilla medessma, a partire neH’altra. Voglovo dare l’asenpio a la dieta regola e voglo dire chusi; 3 ravignane vaglono 5 cortonese, que varronno gle 7 ravignane.? Dèie fare chusì, moltipli- chare 7 fiade 5 che fonno 35 e partire per terço, che ne viene denare 112/7 e chusì fa’ le semeglante ragione. Se ce fosse dieta alchuna ragione nella quale se proponesse tre chose e da l’una de le doie parte denançe avesse rocto sì, devemo sapere en que numero se truova quisto rocto, saputo en que numero se truva quisto rocto sì devemo moltiplicare amedoro e paté denanze per tale numero en que se truova quello rocto. Voglovo dare l’esenpio a la dieta regola e voglo dire chusì; bracia 4 1/3 de panno vaglono 17 d., que ne varronno gle 5 bracia? Dèie fare chusì, rechare a sano per quisto rocto, ch’è terço e sì di’: 3 fiade 4 1/3 che fanno 13 brada. Or devemo dire; 3 fiade 17 denare che fanno 31 denaio. Or dove- mo dire; 13 bracia de panno vaglono 51 denaio, que ne varronno gle 5 bracia? Sì devemo moltiplicare 5 fiade 51 denaio che fonno 255 denare, a partire per 13 che ne viene denare 19 8/13 de denaio. Or avemo che, se bracia 4 1/3 de panno vaglono 17 d., che vengono gle 5 bracia denare 19 8/13 de denaio e chiusi fa’ le semeglante ragione. | It» Se ce fosse dieta alchuna ragione nella quale se proponesse tre cose e amendoro le parte denanze avessero rocto, sì devemo sapere en que numero se tmovano queste rocte; saputo en que numero se truovano quiste rocte sì devemo moltiplicare amendoro le paté denanze per tale numero en que se troveranno quiste rocte. Voglovo dare l’asenpio a la dieta regola e voglo dire chusì. Bracia 2 1/3 de drappo vaglono denare 3 1/4, que ne varronno gle 5 bracia? Dèie fare chusì. 1/3 1/4 se truova en 12, or devemo fare 12 fiade 2 1/3 che fanno 28 bracia, or devemo fare 12 fiade 3 1/4 che fonno 39 denare; or avemo rechato a sano e devemo dire chusì: bracia 28 de drappo vaglono denare 39, que ne varronno gle bracia 5? Sì devemo fare 5 fiade denare 39 che fonno 195 d. e partire per 28 che ne viene d. 6 27/28 de denaio e chusì fa’ tutte le ® Voi. I Fonetica, voi. II Morfologia, voi. Ili Sintassi e formazione delle pa­ role. Einaudi, [Torino 1970]. semeglante ragione. 10 GINO ARRIGHI LIVERO DE L’ABBECHO 11 Se ne fosse dieta alchuna ragione nella quale se proponesse tre cose e ed. 6 e giogne omne causa ensieme e fa’, degle d., s. e, degle s., fa’ lib. ed tutte e tre le parte denanze avesse rocte, sì de verno rechare a sano amedoro le averaie lib. 259 e s. 13 e d. 9; a partire en 100 che de le lib. 200 vegneraie parte dinanze. lib. 2 e de le lib. 55 vegneraie s. 11 e remangono lib. 4 che sonno s. 80, Voglovo dare Tasenpio a la dieta regola e voglo dire chusì. Ravignane 3 giogne s, 13 averaie 93 che de s. 91 e d. 8 gle viene d. 11, puoie remane d. 1/4 vaglono piçane 7 1/3, que varronno gle ravignane 9 1/8? Sì devemo dire 25 che ne viene 1/4. chusì: 1/3 1/4 se truova en 12. Or devemo fare 3 fiade 12 1/4 che fa 39, Lo centonaio del pevere ch’è onçie 1200 è venduto per lib. 24 e s. 12 e or devemo fare 7 1/3 via 12 che fa 88; or avemo rechato a sano e devemo vuogle sapere que varronno le onçie 4 1/3. JMoltiplica 41/3 [fiade] lib. 24 dire chusme: 39 ravigane vaglono 88 piçane, que ne varronno gle ravignane e s, 12 e averaie lib. 106 e s, 12, a partire en 1200 cioè en 1/12 di 100; en 9 1/8? Dèie fare chusì: 9 1/8 via 88 fa d. 803 a partire per 39 che ne viene prima en 12 e puoie en 100. Voglo partire le lib. en 1/5 e seronno d. e gle s. s. 1 d. 8 23/39 e chusì fa’ le semeglante ragione. en 100 chomo d. e gle d. partire en 1200 e averaie d. 21 e 1/5 1/10 1/50 diverse regole. El secondo chapitolo, de le chose che se vendono a centonaio. È en perciò che quista regola è svanata da l’altre ed è molto utile, sì la 2^ Quiste sonno le regole che ensengna a fare ragione de lo \\ centonaio volemo mostrare en quisto modo; ponia’ ch’el centonaio del pevere vagla lib. de tutte le cose che se vendono a cento s. o a cento bracia sì corno se 13, adomandote quanto n’averà per d. 3. Quista ène la sua regola, moltiplica 3 vendono gle drappe del lino e quilgle de la lana; per ciascheuna lib. che vale per 5 che fanno 15 e parte per lo preço de la valuta del centonaio çioè per 10 centonaio, sì vale la lib. 2 d. 2/5 e Ponçia vale 1/5 de d.; per ciascheuno 13 ed averaie onçie 2/13 1 per d. 3 e se ne fosse dicto quanto n’avesse per s. che vale lo centonaio, sì vale la lib. 12/100 e l’oncia vale 1/100; per s. 7, e’ multiplica 7 per 5 che fanno 35 e’ quagle parte semeglantemente per ciascheuno d. che vale lo centonaio, sì vale la lib. 1/100 e l’oncia vale 13, averenne lib. 9/13 2 e chusì entenderaie de tutte le semeglante. 1| 1/1200; per ciaschuna lib. de d. che vale lo miglaio, sì vale lo centonaio 2 3r E e se ne sira dicto el contrario de quista [...] regola çioè che varronno s. per ciaschuna dicina de lib. che vale lo miglaio sì vale lo centonaio 1 le onçie 7, sì moltipliceraie 7 per 13 che fanno 91 e parteraie per 5 che ne lib. a conto te sia che lo centonaio vale lo 1/10 de quanto vale lo miglaio e viene d. 1/5 18. E se ne fosse dicto: quanto varronno le lib. 7 d’essa gle doie cento s. vale Io 1/5 di lo miglaio e lo v*^ vale lo 1/2 di quanto vale merçe? Moltipliearaie semeglantemente 7 per 13 che fonno 91 s. e parteraie lo miglaio, le 10 lib. vale lo 1/10 di quanto vale lo centonaio e gle 20 vale per 5 che ne viene s. 1/8 18 çioè s. 18 e d. 2/5 2 e chusì fa’ de semeglante lo 1/5 e le 25 vale lo quarto e le 50 vale lo 1/2 di quanto vale lo centonaio. ragione. Lo centonaio del pevere venduto per lib. 23 e vuole sapere que varronno le lib. 12 de pevere. Pone secondo ch’ò mostro çioè le lib. del centonaio Lo terço chapitolo ène de le regole de pepe che senno. sotto quille del centonaio, le lib. 12 sotto le lib. 100, e multiplica 12 fiade Lo centonaio del pepe me chosta lib. 25 fòlo mondare ed ènne uscita lib. 23 averaie lib. 276 le quale partire en 100 çioè per la enposta ch’è libre 20 de polve de la quale polve vale lo centonaio lib. 10, voglo sapere dieta de sopre, ed averaie che de le lib. 200 vegneraie lib. 2 e de le lib, 75 el verane s. 15 e de la lib. 1 egl veraye d. 2 2/5. que me verrà lo centonaio de quisto pepe mondo. Regole che devemo trare de libre 100 quiste libre 20 e resta libre 80 Lo centonaio de çiô che tu vuogle venduto per s. 1.7 d. 5 e vuogle sapere que vaglono le lib. 7. Pone secondo ch’ò mostro de sotto e moltiplica 7 fiade necto or devemo dire; se ’l centonaio de la dieta polve vale lib. 10 que ne s. 17 e 7 fiade d. 5 e fa’ degle denare s. e averaie s. 121 ed. 11, gle quagle varrà le libre 20? Sì devemo multiplicare 20 via 10 che fa 200 libre e partire partire en 100 per le enposte che diete sonno e diraie che degle s. 100 egl per 100 che ne viene lib. 2, or devemo trare, de libre 25, libre 2 e remarrà veraie s. 1 e degle s. 20 egl veraie d. 2 2/5; onde prenderaie lo 2/5 che lib. 23. Di’ chusì: se le 80 lib. vaglono lib. 23, que ne verronno le 100? Sì sonno d. 40 ed àie denare 12, echo 52 e puoie n’àie 11, echo 63 che d. 60 moltiplica 23 fiade 100 che fa lib. 2300 e partire per 80 che ne viene lib. 28 gle viene 3/5 e denanere (?) 3 1/50 1/100. | s. 15 e chotanto vale lo 100 del necto. 2v Lo centonaio del pevere è venduto per lib. 22 s. 15 ed. 6 e voglo sapere Lo centonaio del çaffarano vale lib. 17 s. 9 d. 5, voglolo conciare ed que varronno le lib. 20 de pevere. Multiplica 20 per lib. 22 e s. 15 e d. 6 ed escene de polve libre 21 de la quale vale lo centonaio lib. 4, que varrà lo averaie lib. 455 e s. 10 che de le lib. 400 gle viene lib. 4 e de le lib. 55 gle centonaio del çaffarano necto? viene s. 11 e degle s. 10 gle viene denar 1 1/5. Regole che devemo trare de libre 100 libre 21 e resta libre 79 de Braçia 100 de drappo vendute per lib. 34 e s. 12 e d. 6 e vuogle sapere çaffarano netto, or di’ chusì: el centonaio de la polve che n’è uscita vale lib, 4, que varronno gle braçia 7 1/2. Faie secondo ch’ò mostro de sotto e moltiplica que ne varrà le 21 libre? Si multiplica 4 fiade 21 che fa 84 lib. e partire per 7 fiade lib. 39 e s. 12 e d. 6 e prende per lo 1/2 la mitade de le lib. 39 e s.l2 100 che ne viene s. 16 d. 9 3/5 e devemo trare, de lib. 17 s. 9 d. 5, s. 16 d. 12 LIVERO DE l’ABBECHO 13 GINO ARRIGHI E se la volemo provare, sì devemo dire chusì: se ’l centonaio del pepe 9 3/5 e restane lib. 16 s. 12 d. 7 2/5. Or devemo dire chusì: 79 libre de vale lib, 16 s. 10 que ne varrà le libre 33 e onçie 4? Sì devemo multiplicare çaffarano vaglono lib. 16 s. 12 d. 7 2/5 que ne varronno le 100 libre? Si lib. 16 s. 10 via libre 33 onçie 4 che fa lib. 550 e partire per 100 che ne moltiplica lib. 16 s. 12 d. 7 2/5 via 100 libre che fa lib. 1663 s. 1 d. 8, a viene lib. 5 s. 10, Or devemo dire: se ’l centonaio del çaforano vale lib. 18 3t» partire per 79 | che ne viene lib. 21 s. 1 32/79 e chusì fa’ le semeglante s. 4, que ne varrà le libre 33 onçie 4? Sì devemo multiplicare lib. lib. 18 s. ragione. 4 via libre 33 onçie 4 che fa lib, 606 s, 13 d, 4 e partire per 90 che ne viene Lo centonaio del pevere vale lib. 17, lo centonaio del çaffarano vale lib. Av lib, 6 s, 1 denare 4, 1 Or dovemo dire se ’l centonaio del ciennamo vale lib. 22, i’ ò lib. 18 e voglo uno centonaio tra pepe e çaffarano, adomandote 25 s. 6 que ne verrà le libre 33 onçie 14? Sì devemo multiplicare lib. 25 s, 6 quanto me dèie dare de ciascheduno sì ch’io non sia engannato. via libre 33 onçie 4 che fa lib. 843 s. 6 d, 8 e partire per 100 che ne viene Regole che noie devemo ponere quisto 18 tra 17 e 22, devemo dire: da lib, 8 s. 8 denare 8, E per vedere s’ella ène biene provata si mette tutte 18 a 22 si à 4 e ponere sopra el 17. Or devemo dire: da 18 a 17 si à 1 e quiste denare en somma che tu veie de sotto puoie farà’ lib. 25 chomo vuole ponere sopra el 22. E devemo dire: 4 e 1 fa 5 ed avemo che una lib. de essere e chusì fa’ le semeglante pruove; lib, 5 s, 10 d. 0, lib, 6 s, 1 d. 4 fano çaffarano vale 4 de quilla del pepe ed io ne voglo uno centonaio de l’uno e de lib. 20 cho’ lib. 8 s. 8 d. 8. l’altro. Di’ chusì: 1 fiada 100 lib. de çaffarano si fa 100 libre de çaffarano e El quarto capitolo ène de le regole degle drappe che se vendono a channa partire per 5 che ne viene lib. 20. Or devemo moltiplicare 4 fiade 100 lib. e a br. de pepe che fa 400 libre e partire per 5 che ne viene libre 80. Or avemo 20 Meça quarta de braçio ène 1/8, quarta de braçio ène 1/4, quarta e meça libre de çaffarano et 80 libre de pepe che fa tutto libre 100. quarta da braçio 3/8, meço de braçio è 1/2, meço e meça quarta de br. 5/8, Se la volemo provare sì devemo dire: lo centonaio del pepe vale 17 lib., meço e 1/4 de br. ène 3/4, meço e quarta e meça quarta de braçio ène 7/8, que ne varrà le 80 libre? Si multiplica 17 fiade 80 che fa 1360 e partire per 100 che ne viene lib, 13 s. 17. Or devemo dire: lo centonaio del a partire en 4. Fame quista ragione: br, 6 3/4 di panno costa lib. 13 s. 5 d. 6, que çafarano vale lib. 22, que ne verrà le 20? Sì devemo fare 22 via 20 che fa costa lo br.? Recordete che onne ragione rocta si dèie gire ennançe de rotta 440 lib., a partire per 100 che ne viene libre 4 s. 8 e giogne asieme cum 13 che sia sana; donqua dèie tu tu dire; 4 contra 6 3/4 br. fanno 27. E 4 via lib. s. 12 e farà lib. 18 como vuole essere ed è facta. lib. 13 s. 5 d. 6 fanno lib. 53 s. 2. Partirle en 27 che ne viene s. 39 d. 4 e Lo centonaio del pepe vale lib. 16 s. 10, lo centonaio del çafarano vale cotanto costa lo braçio e chusì fa’ le semeglante ragione. lib. 18 s. 4, lo centonaio del cienamo vale lib. 25 s. 6 e i’ òne lib. 20 e Famme quista ragione: br. 3/4 7 costano lib. 11 s. 13 d. 7, adomandote vuoglo uno centonaio de l’uno quanto de l’altro sì che io non sia engannato. que viene costata la canna. Recordete che se fa per la regola del 3, che la Regole devemo fare: da 16 lib. s. 10 en fin a 20 lib, si à lib. 3 s. 10 e channa si è 4 br., che devemo dire: se 3/4 7 fosse lib, 11 s. 13 d. 7 que vale ponere sopra el 25 lib. s. 6; or devemo dire: da lib, 25 s. 6 en fine 20 si à 4 b r, çioè 1 canna? Di’: 4 via lib. 11 s. 13 d. 7 che fanno lib. 46 s. 14 d. 4r lib, 5 s, 6 e ponere sopra lib, 16 s, 10. || Or devemo dire: da Hb. 18 s. 4 4. Gle quagle si dèie partire per 3/4 7 che devemo menare per 1/4 enfine e’ lib. 20 si à lib. 1 s. 16 el quagle pone sopra el lib. 25 s. 6. Or ennançe e di’: 4 via 3/4 7 fanno 31. E di’: 4 via lib. 46 s. 14 d. 4 a partire devemo dire: lib. 20 enfine el lib. 25 s. 6 si à lib. 5 s. 6 e ponere sopra lib, en 31 che viene lib. [..,] s. 17 d, 4 a partire en 31 che ne viene Hb, 6 s. 18 s, 4. E devemo mettere ensieme tutte quiste d, che sonno de sopre a le lib. 16 s. 10 che sonno lib, 5 s, 6 e semeglantemente quigle che stanno de 22/31 6 di denare. || 5»' La canna del drappo, ch’è br. 4, venduta per lib. 7 e s. 9 e d. 9 e vuogle sopre a le lib, 18 s. 10 e quigle che sonno de sopre a le lib, 25 s, 6 che sapere que varronno gle br, 3 e la meça quarta del br. çoè gle br, 1/8 3. ciascheuno ène lib. 5 s, 6 e fa’ somma de tutte quiste d, de sopre che sonno Fàie secondo ch’ò mostro de sotto e multiplica 3 fiade lib. 7 e s. 9 e d. 9 e lib. 15 s, 18 e quisto sirà partedore. Or lanchiamo a menore numero che noie puoie prende lo 1/8 di lib. 7 e s. 9 e d. 9 e giogne ensieme e averaie lib. 23 podemo el quale 15 9/10 e quist’ è partedore. Or devemo pigiare quillo ch’è e s. 7 e d. 5/8 11 a partire en 4 parte, unde lo 1/4 di 23 Ib. è lib. 5 e ne sopra a lib. 16 s, 10 egl quagle multiplica e di’: 5 fiade 100 che fa 500 e per rimane lib. 3 che sonno s. 60, giogne li 7 averaie s. 67, partele en 4 che ne igle s, 6 sì pigia gle 3/10 de 100 el quale ène 30 e devemo partire 530 libre viene s. 16 e remane s, 3 che sonno d, 36, giogne li d, 11 averaie 47, parte per 15 9/10 e perchè la ragione sia più latina sì devemo noie rechare a sano, en 4 che ne viene d, 3/4 Ile di’: li 5/8 gle viene 5/32. che devemo fare 10 via 15 che fa 150, gionto 9 e farà 159 el quale è Braçia 3/4 15 de drappo vendute per lib. 24 e s, 7 e d, 6 e vuogle partedore. Or devemo fare 10 fiade 530 che fa 5300 e partire per 159 che sapere que varronno gle br, 1/39. Quista se fa per doie guise, l’una ène che ne viene libre 33 53/159 che sonno 4 oncie e chotanto averemo da lib. 16 s. tu dèie multiplicare 4 fiade 15 e gionto 3 averaie 63 e puoie multiplica 4 10 e da lib. 18 s. 4 e da lib, 25 s. 6 e mette tutte quiste 3 parte en somma e fiade lib, 24 e s, 7 e d, 6, averaie lib, 97 es, 10 e multipHcheraie 1/3 9 per farà lib, 100 ed è facta: libre 33 1/3, libre 33 1/3, libre 33 1/3, LI VERO DE L’ABBECHO GINO ARRIGHI 15 14 53 e parte in 12 ed averaie 1/4 13 e cotanto vaglono gle 3 enperia. E se lib. 97 e s. 10 e parteraie en 63. L’altra ène che tu dèie multipliceraie 4 fiade decesse che vaglono s. 3 e vuogle le lib. 3, dèie sapere che da che gle 12 1/3 9 ed è meglo ed averaie 1/3 37 e multiplica 1/3 37 per lib. 24 e s. 7 e enperiagle vaglono d. 53 e gle 12 s. degl’enperiagle valeronno s. 53 de d. 6 e parteraie en 63 çioè en 10/79 averaie lib. 14 e s. 7 e d. 7 e venitiane e le lib. 12 de gl’enperiagle valeronno lib. 53 de vern., onde se 3/9 6/63. vuogle sapere que vaglono gle s. 3 d’enperiagle multiplica 3 fiade s. 53 e parte en 12 ed averaie s. 13 e d. 3 e lib. 3 valeronno lib. 13 e 1/4 çioè lib. Regole senza nome. 13 e solde 5. Famme quista ragione: se 2/3 7 fosse 2/5 9, che seria 1/26? Quiste son­ Se dicesse che enperiagle 12 vaglono vern. 1/4 54 e vuogle sapere quante no ragione che none agiono nome, che la prima dèie essere partedore, donqua vern. dèie avere per lib. 3 e s. 4 e d. 5 d’enperiagle, fàne secondo ch’ò dèie tu dire: 2/5 9 via 1/2 6 chedè 1/2 6, fanne 1/2 che sonno 13 e 2/5 mostro de sotto e multiplica 3 fiade 54 lib. e 4 fiade 54 s., 5 fiade 54 d. e fanne quinte che sonno 47 e dì 13 via 47 che fanno 611 gle quagle sonno puoie prende lo 1/4 de lib. 3 e di s. 4 e di d. 5 e giogne ensieme e averaie 1/2 de 1/5 çioè dicine; donqua dèie tu partire 611 en 10 ched e’ viene 1/10 lib. 174 e s. 18 e d, 1/4 7 a partire en 12, onde diraie lo 1/2 di 174 61 e cotanto fa 2/5 9 via 1/2 6, la quale somma si dèie partire en 2/3 7. seie lib. 14, remane lib. 6 che sonno s. 120, giogne cum s. 18, averaie s. Se tu vuogle partire 1/10 61 in 2/3 7 si menna 30 fiade ennante tutte le 2 138, a partire en 12 che ne viene s. 11 e rimane s. 6 che ne viene d. 6 ed àie parte e di’: 1/10 61 via 30 che fa 1833 di 2/3 7 via 30 che fa 230, d. 1/4 7 che degle 7 gle viene 1/3 1/4 e degle 1/4 gle viene 1/48 o vogle 5v parte 1833 in 230 che ne viene 223/230 7, | per le 3 cose de d. e cotanto 29/48. si n’à li 6 1/2. La livera de la seta ch’è onçie 12 è venduta per lib. 9es. 15ed. 4e Se 1/3 5 valese 1/57, que ne venna 1/7 9? Sì devemo sapere en que vuogle sapere que vaglono le onçie 2/3 3. Fané secondo ch’ò mostro de numero se truoveno amendoro le parte denançe çioè 1/3 1/5, che se truova sotto e multiplica 9 fiade 3 lib. e 15 fiade s. 3 e 4 fiade d. 3 e puoie prende en 15. Or devemo multiplicare amedoro quiste parte per 15 çioè 5 che fa 75 gle 2/3 di lib. 9 e s. 15 e d, 4 ed averaie lib. 35 s. 16 e d. 2/3 2 gle / e pigia el 1/3 de 15 ch’è 5 e giogne sopre 75 e farà 80. Or devemo fare 7 quagle parte en 12 e diraie 1/12 di 35 libre si è lib. 2 e remane lib, 11 che via 15 che fa 105, el 1/5 è 3 lo quale giogne sopra al 105 e farà 108. Or 6i^ gle 2/3 di lib. 9 e s. 15 e d. 4 ed averaie lib. 34 s. 16 e d. 2/3 gle [ aremo rechate amedoro le parte denançe a sano e podemo dire: 80 vale 108, sonno s. 220, giogne li s. 16 averaie s. 236, onde di’: 1/12 di 236 si è s. 19 che ne varrà 1/7 9? Sì devemo fare 9 via 108 che fa 972 e pigiare el 1/7 de e remane s. 8 che ne viene d. 8 e daie d. 2/3 2 che de 2 gle viene 1/6. E 108 ch’è 3/7 15 lo quale giogne sopra a 972 e farà 987 e 3/7, partire per 80 di’: 2/3 gle viene 1/18 o vogle dire che gne vengha lib. 2 s. 19 d. 2/3 8 de che ne viene 197/460 12. d. E se ne fosse dicto: 1/4 10 vale 1/8 13, que ne varrà gle 2/9 15? Sì ’l La marca de l’argento, ch’è onçe 8, è venduta per lib. 11 e s. 12 e d. 8 e podemo fare per quillo altro modo çioè che devemo fare 9 via 15 che fa 135 vuogle savere que varronno le onçie 1/24. Multiplica 1/2 4 per lib. 11 e s. e gionto li 2 che sta do sopre da la verga d’eso 9 e farà 137. Or devemo 12 e d. 8 ed averaie lib. 52 e s. 7, a partire en 8 che ne viene lib. 6 s. 10 e multiplicare l’altro numero e dire: 8 via 13 che fa 104 e gionto lo 1 che sta d. 1/2 10. de sopre da la verga d’ esso 8 ed averaie 105. Or avemo rechato a sano La li vera degle ra vignane ànne gionta a quilla delgle veronese s. 11 e d. amedoro le parte e devemo multiplicare 105 che fa 14385 lo quale devemo 6 çioè s. 20 de ravignane vuaglono s. 1/2 31 de veronese e dèie sapere che partire per gle numere che se truovano de sotto da le verge gle rotte, çioè da puoie che gle s. 20 vaglono s. 1/2 31 che gle d. 20 ravignane vaglono d. 1/9 1/8, che se truovano 72 e devemo partire 14385 per 72 che ne viene 1/2 31 de’ vern,, onde diraie: ravignane 20 vaglono vern. 1/2 31, quante 57/72 199 lo quale devemo partire per 1/4 10; sì devemo rechare a sano e vern. dèie avere per lib, 2 s. 3 d, 4 de ravignane? Multiplica lib, 2 s. 3 d, 4 devemo dire: 4 via 10 che fa 40 e gionto lo 1 che sta de sopre da la verga per 31 e puoie prende la mitade de lib. 2 e s, 3 e d, 4 e giongne ensieme ed d’eso 4 ed averaie 41, lo quale 41 devemo multiplicare per lo 72 e dire: 41 averaie Hb, 68 et 5 s. a partire en 20 che ne viene lib. 3 e s, 8 et d. 3. via 72 che fa 2952 e quisto sirà partedore. Or devemo fare 72 via 199 che fa Semeglantemente se fa quista, çioè la balla ch’è peçe chetante çioè 40 6r 14328 e giognere sopre el 57 che sta de sopre da la verga del || 72 ed venditte per lib. 96 s. 18 e vuoglo sapere que varronno le peçe 3. Si averaie 14385 lo quale devemo multiplicare per 4 e dire: 4 via 14385 che fa multiplica 3 fiade lib. 96 e s. 18 ed averaie lib. 290 e s. 14, a partire en 40 57540. E partire per 2952 che ne viene 1452/2952 19. che ne viene lib, 7 e s. 5 e d, 1/5 4. Lo soldo degle ravignane vale vern. 1/3 19 ed avemo Eb.4es.5ed,8de Lo quinto capitolo è de regole de chanbio. vern,, quante ravignane ne devemo avere çioè che vern, 1/3 19 valgono ravi­ Lo soldo degl’enperiale vale vern. 53 e vuogle sapere que varronno gnane 12, quante ravignane averemo per lib, 4 e s. 5 e d. 8 de vern. fa’ terçe gl’enperiale 3. Dèie fare secondo ch’ò mostro de sotto e multiplica 3 fiade 16 GINO ARRIGHI LI VERO DE L’ABBECHO 17 da onne parte e multiplica 3 per 19 e giogne 1 ed averaie 58 e puoie multipli- 19 lib, de pisane à tu 6 lib, de paregine dando 5 e multiplicheraie 5 via 19 ~Ir ca 3 fiade 12 e averaie |j 36, multiplica 36 per Hb. 4 e s. 5 e d, 8 ed averaie lib,, fanno 95 Bb, de pisane e multiplica 5 via 6 Hb, de paregine fanno lib. lib. 154 e s. 4 e a partire en 58 che ne viene lib. 7 e s. 13 e d. 2/29 2. 30 ed àie che 95 lib, de pisane vaglono 30 lib, de parigine; or àie a fare que Ravignane 1/4 vaglono piçane 1/20 ed avemo lib. 3 e s. 5 e d. 8 vaglono le 5 lib, de pisane, multiplica 5 via 6 lib, de parigine fanno lib, 30 quante pi. dèie avere? Si multiplica 12 1/4 per 4 ed averaie 49 e puoie de parigine, a partire en 19 che ne viene 1 lib, e 11 s, 18/19 6 d, meno uno multiplica 4 per 20 e 4 fiad 1/2 ed averaie 82 onde multiplica 82 fiade lib. diecennovesimo ed àie per tutto che vaglono le 100 lib, de parigine a pisane 3 e s. 5 e d. 6 ed averaie lib. 268 e s. 11, a partire en 49 che ne viene lib. 5 31 lib, e s, 11 e denare 18/19 6, e s. 9 e d. 17/49 7 de denaio. Lo soldo degle tornese vale 32 pisane e ’l s, degle parigine vale 28 E se dicesse quante ravignane dèie avere per lib. 3 e s. 5 e d. 6 de vern,, 8r pisane, que varronno le 150 lib. H de parigene a tornese? Déie fare chusì, poneraie secondo ch’ò mostro de sotto, gle vern. sotto gle vern e multiplica 20 ogne 128 lib. de tornese vaglono 32 lib, de parigine, fa’ chusì multiplica 4 per 3 e giogne 1 averaie 41 e puoie multiplica 2 fiade 12 e 2 fiade 1/4 via 32 lib, de parigine sonno 128 lib, de parigine e multiplica 4 via 28 lib. averaie 1/2 24, onde multiplica 1/2 24 per lib. 3 e s, 5 e d, 6 e parte en 41 de tornese che fanno lib, 112 de tornese ed àie che le 128 lib, de parigine va­ verragne lib. 1 e s, 19 e d. 38/41 1. glono 12 lib. de tornese, or aie a fare que vaglono le 22 lib, de parigine a Per solde 14 e d. 6 àgio tornese 1, quante tornese avremo per s. 521? tornese, or dì chusì, a quilla ragione vaglono 8 lib, de parigine 7 lib. de Pone che per s. 1/2 14 agiamo tornese 1, quante tor. averemo per s. 521? tornese, or multiplica 22 via 7 lib, de tornese fanno 154 lib, de torn,, Multiplica 2 per 14 e giogne 1 ed averaie 29 e multiplica 2 fiade tor. 1 ed a partire en 8 che ne viene lib. 19 e s. 5 e chotanto vaglono le 22 lib, di averaie tor. 2, onde multiplica 2 fiade s, 521 e parte 29, verranne tor, 27/29 parigine a tornese ed ài per tutto ke vaglono 150 de parigine a tor. lib, 131 e s, 5, 35. Vinte e doie piçane vuaglono 25 bolognine, che darà chanbio la lib. de Lo soldo degle parigine vale 40 pisane e quillo degle tornese vale 32 bolognine a quilla de piçane? Dèie fare chusì, multiplicare 25 via 1 lib. fan­ pisane; 200 lib, de pisane quante parigine e quante tor, averò? e vuoglo no 25 lib., a partire en 22 che ne viene lib. les. 2ed. 8/11 8 de denaio, altretanto de l’uno quanto de l’altro, quanto averò de ciascheduno? Dèie donque donno chambio bolg. a pi. s. 7 e d. 8/11 8 de denaio. fare chusì, raduna ensieme quaranta e trenta e doie, fanno 72; or di’ che ’l Bolognine danno chanbio a fiorine a pi. s. 3, fiorine sonno meglo che soldo de quista moneta vale 72 d. e le 12 lib, vuaglono 72 lib, de pisane, piçiogle d. 12 la lib., che daranno chanbio a pisane picçiogle? Deie fare chusì, donqua vale la lib. de quista moneta ch’è mescholata lib, 6; donqua onne 21 s. de pisane vaglono 23 de bolognine e tu vogle sapere 20 s. de multiplica 33 via 6 lib. de pisane fanno 198 lib. de pisane e multiplica 33 via pisane a bolognine. Multiplica 1 via 23 lib., a partire en 21 che ne viene lib. 1 lib. de quilla moneta fanno 33 lib. de quilla moneta ed àie a fare que vuaglono 7 lib, de pisane. Piglia el 1/3 d’una lib, de quilla moneta eh’ è 6 s. I s, 1 e d. 10 6/7 de denaio. j 8 d. ed àie per tutta lib. 33 lib, s, 6 d, 8, chotanto averaie de ciascheduna de Iv Quiste sonno regole de chanbio per modo de merchante. le monete per 200 lib. de pisane; donqua averaie per 200 lib, de pisane lib, La Hvera degle bolognine de chanbio a quiUa de pisane 34 d., che 33 e s, 6 d, 8 de parigine e altretante tor, varronno 50 lib. de bolognine a pisane? Dèie fare chusì, aponti 43 lib. che El marcho degle sterline vale lib, 6 e s, 17 e d, 4, que varronno gle 65 vaglono de chanbio lib. 6 e d. 22 ed àie lib. 49 e d. 22 chanpano s. 18 e d. marche 3 s, 4 d, de sterline? Fa’ chusì, multiplica 6 via 65 lib. fanno 390 2, el s. vale de canbio denaio 7/10 1 aponto, 15 s. che vaglono de chanbio lib. e multiplica 65 via 13 s, 4 ] denare fanno lib, 43 e s. 6 e d, 8 ed àie per 25 d. e meço ed àie s. 1 denaio 1/2 chanpani 12 d. e 1/2, diciamo che tutto lib, 433 e s. 6 e d, 8; or àie a fare per 3 s, e 4 d, de sterline ch’è 1/4 vaglono 11 d. ed abiamo che 50 lib, de bolognine vaglono lib. 43 e s. 15 e d. de marcho; donqua piglia el 1/4 de Hb, 6 e s, 13 e d, 4 ch’è lib, 1 et e s, II di pisani, 13, mo’ pilglia e’ d, 4 ed àie per tutto che vuaglono gle sterline a pisane lib. 435, E lo soldo degle tornese vale 35 p., que ne varronno 130 lib, de tornese a pisane? Dèie fare chusì, sapere quante dozzine sonno, che sonno 10 doçine La livera degle venitiane vale a fiorine lib, 17 es, 15, que varronno le 55 10 lib., pone le 10 doçine ke vaglono 350 lib. ed àie a fare 10 lib. per le 6 lib. e s, 11 e d, 8 de venitiane? Fa’ chusì, multiplica 55 via 17 lib, 15 s, lib., piglia 1/2 ch’è 17 lib. 10 s. ed àie 367 lib. 10 s,; or àie a fare per le 4 fanno lib, 976 e s, 5, or àie a fare le 11 s, 8 d, de venitiane per 10 s, pigia lib., pigia el terço ch’è 11 lib. 13 s. 4 d. ed àie per tutte che vaglono tornese el 1/2 ch’è lib, 8 e s, 17 e d, 6 ed àie per tutto lib. 985 e s. 2 e d, 6; or àie a pisane 379 lib. 3 s, e 4 d. a fare che vaglono gle 20 venitiane, pigia 1/12 ch’è lib. 1 e s. 9 e d. 7 ed Lo soldo degle paregine vale 38 d., que varronno le 100 lib. de pisane a àie per tutto che vaglono venitiane a pisane a fiorine lib, 986 es. 12 e d, 1, paregine? Dèie fare chusì, per 38 lib, di pisane à tu 12 lib. de paregine e per Per onne lib. che vale la lib, degle venitiane vale el vinitiano d. 1 e per onne 18 GINO ARRIGHI LIVERO DE L’ABBECHO 19 denaio che vale el vinitiano vale la lib. de vinitiano lib. 1, a pisane donqua Hb. 1365 s, 5 d. 2/49 10 de denaio ch’è lib. 341 s, 6 d. 25/49 5 de denaio e vale el s. de quiste vinitiane s. 17 e d. 9 e ’l vinitiano vale d. 3/4 17. E chotanto averaie de tornesegle e de genovine e de mergoglese e d’enperiagle chusì fa’ le semeglante ragione. ed è facta. E se la volemo provare la dieta ragione, sì devemo dire: se 12 Famme quista ragione, lo s. degl’enperiagle vale pisane 1/3 33, per 600 tornesegle vaglono cortonese 27, per 341 lib. s. 6 d. 25/49 5 de denaio Hb. de pisane quante enperiagle averaie? quante cortonese averò? Fa’ chusì, multipHca 27 via Hb. 341 s. 6 d. 25/49 5 de denaio che fa Hb. 9215 s. 14 d. 38/49 4 de denaio e a partire per 12 che Regole che devemo fare 12 fiade 600 lib. de pisane che fonno lib. 7200 e ne viene Hb. 767 s, 19 d. 234/588 6 de denaio e chotanto cortonese àie de partire per 1/3 33 e, perché la ragione s’intenda meglo, sì dovemo rechare a la prima moneta. Or devemo dire: se gle 12 genovine vaglono 21 cortonese, sano e devemo dire per quisto rocto ch’è terço: 3 fiade 1/3 33 che fa 100 e quante cortonese averò per 341 s. 6 d. 25/49 5 de denaio? Fa’ chusì, tre fiade 7200 lib. che fanno 21600 e partire per 100, che ne viene Hb. 216 multipHca 21 via Hb. 341 s. 6 d. 25/49 5 che fa Hb. 7167 s. 15 d. 35/49 7 d’enperiagle e cotante n’averaie de lib. 600 de pisane ed è facta. e partire per 12 che ne viene lib. 597 s. 6 d. 378/588 3 de denaio e Lo soldo degle bulugnine vale senese 1/2 17 e doie d. più a la lib. de chontante cortonese àie de la seconda moneta. Or devemo dire: se 12 bolognine per 100 lib. de senese, quante bulognine ne averò? mergoglese vuaglono 19 cortonese, quante cortonese averò per 341 Hb. s. 6 Regole che devemo fare quillo che viene la lib. degle bulognine a senese d. 25/49 5 de mergoglese? Fa’ chusì multipHca 19 fiade Hb. 341 s. 6 d. 1/2 17 el s. e a doie d. più a la lib. degle || bolognine; or devemo dire: a 25/49 5 che fa Hb. 6485 s, 2 d. 34/49 8 de denaio e chotanto cortonese àie d. 17 lo s. la lib. viene s. 28 d. 4 e per lo meço devemo pigiare la mità de de la terça moneta. Or devemo dire: 12 enperiagle vaglono 31 cortonese, per 20 d. ch’è 10; or devemo ponere gle 2 d. più e fare somma ed averaie s. 29 Hb. 341 s. 6 d. 25/49 5 d’enperiagle quante cortonese averò? Fa’ chusì, e d. 4 ed avemo: per s. 29 d. 4 de senese s. 20 de bolognine, que averà per multipHca 31 fiade Hb. 341 s. 6 d. 25/49 5 che fa 10581 Hb. d. 40/49 8 de Hb. 100 de senese? Sì devemo fare 20 via 100 lib. che fa 2000 Hb. a partire lOr denaio, a partire per 12 che ne viene Hb. 881 s. 15 d. 138/588 7 H de per 1/3 29 che devemo arechare a sano e dire chusì: 3 via 1/3 29 che fa 88 denaio e chotante cortonese averò de la quarta moneta e, per vedere se noie e tre via 2000 che fa 6000; or avemo rechato a sano e devemo partire per 88 avemo facto, si devemo mettere ensieme tutte quiste cortonese e farne che ne viene Hb. 68 s. 3 d. 7/11 7 de denaio e chusì fa’ le semegliante ra­ somma e, se la somma reviene che dicha Hb. 2787 s. 9 d. 5, sì averemo facto gione. biene e per quisto modo fa’ le semeglante ragione. De sotta: Hb. 767 s. 19 d, Lo soldo degle ravignane vale 25 pistachie e ’l soldo degle torneseglie 224/528 6, Hb. 597 s. 6 d. 378/588 3, Hb. 540 s. 8 d. 426/588 6, Hb. 881 vale 35 pistachie ed i’ òne lib. 100 de pistachie e vuoglone tante tornesegle s. 15 d. 138/588 7; somma Hb. 2787 s. 9 d. 5 ed è facta. quante ravignane aponto ch’io non sia engannato. Famme quista ragione, io òne uno tornese grosso del quale posso avere Regole che devemo giognere ensieme 25 e 35 che fonno 60, or mette cortonese 56 e ravignane 31 e pisane 46 e ’nperiagle 18 ed io vuoglo de tutte ensieme amendoro le monete che fonno 24, or di’ chusì: per 60 pistachie òne quiste monete çioè de l’una e de l’altra como viene ch’io non sia engannato. 24 ravignane e tornesegle, que averò per 100 lib. de pistachie? Si multiplica Regole che noie devemo mettere ensieme tutte quiste monete cioè 56 tornese 24 fiade 100 che fa 2400 e partire per 60 che ne viene Hb. 40 degle quagle e ravignane 31 e pisane 46 e ’nperiagle 18 che fonno en somma 151 e, per 40 si deve moltiplicare per meco che le 20 Hb. sonno ravignane e le 20 sapere quanto devemo avere de ciascheuna, sì devemo multipHcare omne tornesegle e chusì fa’ tutte le semeglante ragione. moneta per sé e devemo dire chusì: 56 via 56 fanno 3136 e partire per 151 Lo soldo degle tornesegle vale cortonese 27, lo soldo degle genovine vale che ne viene s. 1 d. 116/151 8 de cortonese e quista ène la prima moneta. cortonese 21, lo s. degle mergoglese vale cortonese 19, lo s. degl’enperiagle Or devemo fare gle ravignane e multipHca 31 via 31 che fa 961 e partire per vale cort. 31; per 2787 Hb. s. 9 e d. 5 de cortonese damme tanto de l’una 151 che ne viene d. 25/151 6 de ravignane; or devemo fare gle pisane e moneta quanto de l’altra aponto ch’io non sia engamnato. dire 46 via 46 che fa 2116 e partire per 151 che ne viene s, 1 d. 2/151 2 de Regole che devemo mettere ensieme tutte quiste monete cioè 27 e21 e 19 pi. Or devemo fare gl’enperiagle e devemo multiplicare 18 via 18 che fa 324 e e 31 che fanno 98 cortonese, or devemo mettere ensieme le 4 monete che partire per 151 che ne viene d. 22/151 2 d’enperiagle ed è facta. 9y fonno | 48 denare; or di’ chusì per 48 tra tornesegle e genovine en mergoglese Se la volemo provare che facia 56 cortonese, sì ne devemo començare e ’nperiagle òne 98 cortonese, que averò per Hb. 2787 s. 9 d. 5? Fa’ chusì, dagl’enperiagle en quisto modo, che devemo dire: se ’nperiagle 18 vaglono ’nperiagle òne 98 cortonese, que averò per Hb. 2787 s. 9 d. 5? Fa’ chusì, lOy cortonese 56, que ne varronno gl’enperiagle 22/ 151? | Sì devemo multiplica­ multipHca 48 via Hb. 2787 s. 9 d. 5 che fa 133798 Hb. s, 17, a partire per re 22/151 2 via 56 che fa 24/151 120 de denaio, a partire per 18 che ne 98 che ne viene Hb. 1365 s. 5 d. 2/49 10 de denaio e perché quiste sonno 4 viene d. 374/453 6 e chotante cortonese averò; semeglante devemo dire: monete sì ne conviene partire per quarto, che devemo pigiare el quarto de le se pisane 46 vaglono cortonese 56, che ne varronno gle pisane 2/151 20 GINO ARRIGHI LI VERO DE L’ABBECHO 21 14 de denaio? Sì devemo multiplicare 2/151 14 via 56 che fa 117/151 784, donqua pare che noie agiamo guadagnato en uno tornesello 1/3599 d’uno a partire per 46 che ne viene s. 1 d. 2227/3473 5 de cortonese; or devemo tornesello, donqua en 3599 tornesegle envestite en ravignane rechanbiandogle dire: se 31 ravignane vaglono 56 cortonese, que ne varronno gle d. 55/151 6 sicho noie avemo dicto sì guadagneremo uno tornese ciò ène en lib. 15 de ravignane? Sì devemo fare 56 via d. 55/151 6 che fanno 60/151 356, a meno uno denaio de tornesegle si guadagnano uno tornesello e per quisto partire per 31 che ne viene cortonese 1125/4981 11 de denaio e, per sapere chotale modo si dèvero fare quiste chotale ragione che tuttavia devemo sapere quanto devemo avere de cortonese, sì devemo mettere ensieme quiste sane e en prima que parte d’uno tornese vale uno ravignano e chiascheuno chanbio rotte ed è facta: s. 1 d. 116/151 8, d. 374/453 6, s. 1 d. 2727/3473 5, d. che noie vuolessimo dire. 4125/4981 11; somma d. 56, Famme quista ragione, è uno che vuole chanbiare uno fiorino d’oro del Regole de pesce. quale ne può avere s. 5 de tornesegle e puone avere s. 20 de ravignane e Famme quista ragione, uno pesce o vuogle uno tornese, ma diciamo che ’l puone avere s. 30 de pisane, per quisto fiorino vuoglo de tutte e tre quiste pesce chostò d. 18 e dèiese fare lo pagamento de 3 monete l’una moneta ène monete e tanto de Tuna quanto de l’altra a ciò ch’io non sia engannato. venitiane e l’altra ène ravignane e la terça ène pisane; le 5 ravignane vaglono Regole che noie devemo sapere en que numero se truovano quiste monete 7 pisane, gle 7 pisane vaglono 9 venitiane e desse d. tanto de l’una moneta che se truovano en 600 or di’ chusì che per s. 60 che vale el fiorino sì quanto de l’altra; adomandote quanto devemo dare sì che vagla aponto 18 n’averaie fiorine 12 a 5 s. de tornesegle uno e per s, 20 de ravignane sì monete. n’averaie fiorine 3 e per s. 30 de pisone sì n’averaie 2 e per quiste tre monete Quista ène la diretta regola chomo se degono fare quiste chotale ragione, sì avemo fiorine d’oro 17 e io ne vuoglo pur uno. Fa’ chusì, multiplica 1 che noie devemo vedere que vale uno ravignano a venitiano, che vale fiada 60 che fa s. 60 e partire per 17 che ne viene s. 3 d. 6/17 6 de denaio vinitiane 2/5 1, e devemo vedere que vale uno pisano a vinitiano, che vale e chotanto averaie de ciascheuna moneta e per quisto modo se fonno tutte venitiano 2/7 1; e uno vinitiano vale pur uno vinitiano. Mo’ devemo noie le semeglante ragione. || trovare uno numero là uve se truovano gle rotte che noie avemo ditte cioè 11^ E se la vuolemo provare sì devemo rechare gle s. 3 d. 6/17 6 de 1/5 1/7 che se truova en 35, donqua devemo noie fare de ravignane ravignane a tornesegle, per 1 tornesello vale 4 ravignane; or di’ chusì: se 1 12r trentaecinqueseme che sonno || 49 e de pisane 2/7 1 devemo fare 0/35 che torneseUo vale 4 ravignane, que ne varronno gle s. 3 d. 6/17 6 de sonno 45 e de uno vinitiano devemo fare 0/35 che sonno 35/35. Mo’ ravignane? Si multiplica una fiada s. 3 d. 6/17 6 e partire per quarto che ne devemo noie agiognere tutte quiste parte ensieme che fanno 129, mo’ devemo viene denare 10/17 10 de tornesegle; or devemo dire: se 1 tornesello vale dire chusì: se 129 fosse 18, que sirà 35? Tuttavia quillo nome che fosse pisane 6, que ne varronno gle s. 3 d. 6/17 6 de pisane? Si multiplica 1 fiada pagata la cosa çioè vinitiane che devemo multiplicare 18 via 35 fanno 630 s. 3 d. 6/17 6 e partire per 6 che ne viene d. 1/17 7 de tornesegle. Or a partire per 129 che ne viene d. 114/129 4 de den. e chotanto devemo mette tutte quiste d. ensieme, cioè d. 10/17 10 e d. 1/17 7 e s. 3 d. 6/17 6 torre de ciascheuna moneta a deritto ed a ponto. che fa aponto s. 5 chomo vuole essere e per quisto modo puoie provare le E chui la vuolse provuare, sì devemo dire chusì: se 5 ravignane semeglante ragione e arechare a qualunche una de le monete te piacesse ed è vaglono 7 vinitiane, que varronno gle ravignane 114/129 4? Che vertane d. facta. 108/129 6 de vinitiane; or devemo dire: se 7 pisane vaglono 9 vinitiane, Famme quista ragione, uno chanbiatore comparò 15 ravignane per 12 que varrà pisane 114/129 4? Di’ che varrà d. 36/129 6 de vinitiano. tornesegle e revendeio la mitade 1/4 15 per 12 tornesegle e revendeio l’altra Anchora devemo dire: vinitiane 114/129 4 de vinitiano vaglono pur vi­ mitade a 3/4 14 e per 12 tornesegle si guadagnano uno tornesello né più né nitiane 114/129 4 de vinitiano. Mo’ devemo noie agiognere ensieme d. meno; adomandote quante lib, de tornesegle envistìo e ravignane e quante 108/129 6 e d. 36/129 6 e d. 114/129 4 de denaio, tutte montano d. 18 de fuoro gle ravignane ch’egle avve per gle tornesegle che egle envistìo. Quista vinitiane aponto e per quisto modo se degono fare tutte l’altre ragione de ène la diretta regola da sapere quante tornesegle envistìo en ravignane, che quista manera. noie devemo dire en prima: per s. 8 de tornesegle reneremo s. 10 de Uno pesce chostò s. 12, choluie che lo comparone sì lo partio en 2 parte ravignane gle quagle devemo partire per 1/2 e l’una mitade devemo chanbia­ none uguale e vendeo tanto d. la lib. de l’uno peço quante libre pesava lo re a 1/4 15 per 12 e l’altra mità devemo chanbiare a 3/4 13 per 12, che peço e chusì fe’ d’amedoe gle peçe e le parte sì che n’ ave s. 12 de tutto lo de l’una mità devemo dare 61 ravignane per 48 tornesegle e de l’altra pesce; adomando quanto pesava ciascheuno peço e per quale modo lo devemo dare 59 ravignane per 48 tornesegle; donqua l’una mitade tornesegle podemo vendere aponto. Quista ène la sua regola chomo noie lo podemo 17/61 47 e de l’altra mità sirà tornesegle 48/59 48 de tornesello sì che par sapere, che noie devemo trovare uno numero lo quale sia multiplicato per \lv j che avemo guadagnato in s. 8 de tornesegle 96/99 d’uno torneseUo; doie radiçie, l’uno numero volemo che sia 3 e l’altro 4 e multiplicando 3 via 3

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