Il libro «L a lingua è dentro di te.» L’italiano è la grande lingua di cultura consegnataci dalla storia per nostro uso e consumo. È anche lo strumento cognitivo di cui si è dotato il nostro cervello, dalla nascita in poi, se ci siamo formati qui. Non si può più parlare di lingua ignorando come la natura, che ci ha portato a essere Homo sapiens, ha predisposto aree e funzioni del cervello che elaborano la grammatica. Sì, la grammatica che si forma silenziosamente in noi entro i primi anni di vita nella sfera della lingua orale e che poi bisogna scoprire a scuola: per insegnare agli occhi quello che l’orecchio già sa! Cioè, per imparare a leggere e scrivere, e non solo a livelli di base. «Leggere e interpretare testi di vario tipo; capire che cos’è, precisamente, una “frase” e cioè incontrare faccia a faccia la grammatica; regolarsi nella varietà di “stili” dell’italiano; fronteggiare l’azione dei media, che in vari modi spesso ci alienano dalla nostra lingua; liberarsi da alcune preoccupazioni eccessive nell’uso normalmente comunicativo di essa; distinguere tra errore e divergenza stilistica.» Tutti usiamo la lingua, ma pochi lo fanno con consapevolezza. Perdendo la possibilità di sfruttare altre parti del suo immenso potenziale. Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, conosciuto dal pubblico televisivo per la sua grande capacità divulgativa, ci insegna a farlo in questa appassionante e innovativa Lezione di italiano. Svolta in dieci Dialoghi e dieci Inviti rivolti al lettore, condotti coniugando precisione e leggerezza, scientificità e praticità di tipo didattico. Il nocciolo della seconda parte dell’opera affronta i due temi cardine: l’indispensabile conoscenza riflessa del meccanismo della lingua (disegnato secondo il modello “valenziale”, che rivela la sua straordinaria semplicità esplicativa), il trattamento che di questo meccanismo si fa producendo i testi, da quelli giuridici a quelli scientifici, saggistici, giornalistici, narrativi e poetici. E ancora: i temi della “prolissità italica”, dell’eccessiva cedevolezza all’anglolatinismo banale, dell’inefficace studio tradizionale del latino, del rispetto, ma non riproponibilità funzionale, dei dialetti, dell’ipersensibilità nei confronti di una lingua più comunicativa (le dispute sul congiuntivo!). Il tutto sullo sfondo della vita del nostro Paese, colta in un’efficace raffigurazione socioculturale finale, dove ognuno dei lettori può ritrovarsi, collocarsi e guardarsi allo specchio, “tirando fuori” la sua lingua. L’autore Francesco Sabatini (Pescocostanzo, 1931), linguista, filologo e lessicografo, è presidente onorario dell’Accademia della Crusca, di cui è stato presidente dal 2000 al 2008, e professore emerito all’Università degli Studi Roma Tre. Francesco Sabatini LEZIONE DI ITALIANO Grammatica, storia, buon uso Lezione di italiano La lingua è dentro di te, tu sei tra le sue braccia. MARIO LUZI, Pensieri casuali sulla lingua Parte prima DIALOGHI CON IL LETTORE DIALOGO PRIMO Con te che apri questo libro Il punto di partenza Questo è un libro sulla lingua, in particolare sulla lingua italiana. Una lingua che già conosci, altrimenti non potresti leggere questo testo, ma certamente vuoi saperne di più: per riuscire a usarla meglio, e anche per percorrere altri sentieri, che dalla lingua portano in vari altri campi di conoscenza. Hai davanti un panorama immenso, perché la lingua comprende, potenzialmente, tutto ciò che l’individuo può vedere e capire nell’Universo intero e tutto ciò che può anche volere. Il cammino ti può apparire lungo e difficile. Ma in questo viaggio c’è un punto di partenza (e anche di arrivo) che è vicinissimo a te, quindi vale la pena almeno avviarsi. Scoprirai presto che questo strumento, che ci dà una simile possibilità di “vedere, capire e volere”, è già nel tuo corpo: la lingua, quella di cui già disponi, è entrata in te nei primi anni di vita e, senza che te ne accorgessi, si è impressa nel tuo cervello, vi si è organizzata e ha cominciato da sola a funzionare. Sapevi che, quando avevi tre o quattro anni, il tuo cervello aveva già fatto silenziosamente l’“analisi grammaticale” e l’“analisi logica” (come poi si chiamano a scuola) dei discorsi captati dal tuo orecchio? Ovviamente, era la lingua che si parlava intorno a te, immagino l’italiano. Forse ti stai già ponendo una domanda: se a tre o quattro anni avevo già imparato la grammatica dell’italiano, perché poi a scuola ho dovuto rifare questo noioso lavoro e mi hanno anche detto (succede spesso) che non la capivo? Forse nessuno ti ha mai spiegato bene che a scuola questo “noioso lavoro” si rifà per il tuo occhio e non più per il tuo orecchio. Proprio così. Il nostro orecchio, che capta i suoni, è collegato con una zona del cervello che per natura sa fare da sola l’analisi della lingua (e la insegna anche alle corde vocali e ai muscoli della bocca); mentre il nostro occhio e il suo terminale nel cervello non sanno fare da soli questa analisi, quindi bisogna spiegargliela! È una grossa questione, di cui parleremo meglio più avanti. Se hai letto fin qui, il passo decisivo lo hai già fatto. Dopo aver scoperto che la lingua “è in te” già molto presto, vorrai capire come si sviluppa e si organizza nel corso degli anni, vorrai comprendere gli effetti che la scrittura ha sull’organizzazione del pensiero in ogni individuo e sulla costruzione di una lingua di cultura, ossia la lingua che diventa patrimonio di un’intera società. Ci soffermeremo spesso sui diversi usi della lingua: che si presta per fare ragionamenti esatti, per esprimere pensieri incerti, per manifestare emozioni; ci collega ad altri popoli, ad altre lingue e ad altri tempi; s’intreccia con le tecnologie più ardite che l’uomo ha inventato e potrà inventare. Le tecnologie: sono connesse fin dall’inizio con il cammino dell’uomo. Secondo alcuni è già tecnologia, e non natura, il linguaggio fonico pienamente organizzato. Quindi è assurdo far crociate per principio contro le tecnologie. Ma bisogna guardarsi dall’eccessivo abbandono di noi stessi ai congegni esterni al nostro corpo. Ne riparleremo. Questo libro è centrato fortemente sulla lingua italiana: ne profila la storia, ne illustra in parte la grammatica, ne tratteggia qua e là il miglior uso; ma non nasce da uno spirito di esaltazione e “difesa” nazionalistica del nostro idioma. Il progetto del libro nasce da una linea di pensiero più aperta e libera, in cui predomina l’intenzione di fornire, a un vasto pubblico che ne è privo, conoscenze basilari sulla natura del linguaggio umano, sulla modalità del suo impianto nel nostro cervello e sulle conseguenze dell’invenzione della scrittura. Emergerà, per questa via, l’importanza della “lingua prima”: strumento, almeno per i primi venti anni di vita, della nostra conoscenza primaria ed emotiva del mondo; terreno sul quale si può indagare, con lo studio, sui propri meccanismi cognitivi e acquistare coscienza di sé e del proprio ambiente sociale; fondamento, per la stragrande maggioranza degli individui, per l’impianto delle altre lingue. E tutto ciò con maggior profitto quando la lingua prima è una grande lingua di cultura. Ci è parso questo il modo migliore, oggi, per presentare agli Italiani l’italiano: oggetto di forte interesse (meraviglioso a dirsi) per i ceti da poco italianizzati; oggetto di scarso interesse (incredibile e inaccettabile) in alcuni ambienti del ceto dirigente e responsabile.
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