LETTERA IN VERSI Newsletter di poesia di BombaCarta n. 10 Ottobre 2004 Numero dedicato a ELENA BONO SOMMARIO Editoriale Profilo bio-bibliografico Antologia poetica Intervista Antologia critica Recensioni __________________________________ Colophon LETTERA in VERSI è una newsletter di poesia, contenuta in allegato, a carattere monografico, nata da un’idea di Margherita Faustini e Rosa Elisa Giangoia, che ne cura la realizzazione con la collaborazione di Liliana Porro Andriuoli. LETTERA in VERSI viene diffusa unicamente via posta elettronica ed è pubblicata con cadenza trimestrale. E’ inviata gratuitamente ad un gruppo di amici, che si spera progressivamente di ampliare grazie a segnalazioni e richieste di persone interessate. Per riceverla o per revocarne l’invio ci si può rivolgere all’indirizzo [email protected]. La redazione si assume ogni responsabilità in merito al contenuto, nonché per quanto riguarda la riservatezza e la gestione dell’indirizzario. Questo numero è stato redatto da Liliana Porro Andriuoli. Aggiornamento: novembre 2007. . __________________________________ _________________________ __________ EDITORIALE La produzione poetica attuale ci sollecita a scegliere, a prendere una posizione in merito al linguaggio poetico, in quanto si va diffondendo la produzione di testi poetici totalmente autoreferenziali sull’autore, in cui il linguaggio resta totalmente circoscritto alla sfera espressiva del poeta stesso che nelle sue parole trova una solipsistica forma di autocompiacimento senza riuscire a valicare la barriera che lo separa dal lettore. E’ un linguaggio implosivo, nel senso che crea sofisticati cortocircuiti linguistici di tipo analogico ed espressionista nell’illusione di coinvolgere il lettore in una consonanza e comunanza di immediata empatia. Personalmente ritengo che questa via sia la scorciatoia per l’afasia della poesia. La poesia ha bisogno di libera circolazione nell’aria della vita, la poesia vive di lettura, di dialogo, di comunicazione, di ricezione, perché essa nutre lo spirito, lo alimenta e arricchisce. La poesia ha bisogno della parola e della vita, o meglio deve saper trovare le parole, e, tramite queste, creare le immagini per esprimere e significare, coinvolgendo nell’emozione e nella riflessione, i momenti della vita, le esperienze del vivere individuale che, proprio attraverso la poesia, diventano universali, e le vicende della collettività che, sempre attraverso la poesia, dal piano della cronaca passano a quello della storia e si eternizzano nell’epica con l’enucleazione di valori che diventano patrimonio dell’uomo. Per esemplificare questi doveri della poesia abbiamo scelto di presentare ai nostri lettori, che ormai cominciano ad essere tanti, attenti e affezionati, le liriche di Elena Bono, che, attraverso originali ed efficaci processi creativi, partendo da esperienze di vita e di storia, ha messo in luce valori di autentico rilievo per il vivere. Rosa Elisa Giangoia Torna al SOMMARIO PROFILO BIO-BIBLIOGRAFICO Elena Bono è nata a Sonnino nel Lazio, nel 1921. Risiede da tempo in Liguria, dove ha compiuto i suoi studi e dove si è laureata in Lettere presso l’Università di Genova. Ha pubblicato: Poesia: I Galli Notturni (Milano, Garzanti, 1952); Alzati Orfeo (Ivi, 1958); Piccola Italia (Recco, GE, EmmeE, 1981; Introduzione di Marcello Camilucci); Invito a Palazzo (Ivi, 1982); Ballata in tre tempi per Francesco d’Assisi, Cartella in novantanove esemplari con un’acquaforte di Luigi Stradella e una presentazione di Francesco Ricci (Ed. L’Arcangelo di Urbino, 1985). Nel maggio 2007 è apparso per i tipi dell’Editore Le Mani (Recco, GE) un volume, Poesie-Opera omnia, di ben 488 pagine, che raccoglie l’intera produzione poetica di Elena Bono, compresi numerosi inediti. Teatro: Ippolito (Milano, Garzanti, 1954); La testa del Profeta (Ivi, 1965, comprendente anche La grande e la piccola morte; 2a ed., Recco, GE, Le Mani, 2002); I Templari (Recco, GE, EmmeE, 1986, comprendente anche La grande e la piccola morte, El Entierro del Rey e Ritratto di principe con gatto); Odio e amo. Tu forse mi chiedi…, dramma suddiviso in due parti: Cuore senza fine (precedentemente apparso presso l’Editrice Paravia di Torino nel 1975) e Sogno e morte di Catullo, a cui è stato aggiunto anche il dialogo Cesare e Bruto (Ivi, 1991); Gatto di sangue (Recco, GE, Le Mani, 1993, comprendente Ultima estate dei Fieschi e Ritratto di principe con gatto); Lo zar delle farfalle nere (Ivi, 1994); Le spade e le ferite (Ivi, 1995); L’ombra di Lepanto (Ivi, 1996); Flamenco Matto (Ivi, 1996); Giuseppe Garibaldi - Quasi una storia di famiglia (Ivi, 1997) e Saga di Carlo V e di Francesco I (Ivi, 2005). Narrativa: Morte di Adamo (Milano, Garzanti, 1956; 2a ed., Recco, GE, EmmeE, 1988); la trilogia Uomo e superuomo, costituita da: Come un fiume, come un sogno (Recco, GE, EmmeE, 1985; ristampa Recco, GE, Le Mani, 1999), Una valigia di cuoio nero (Ivi, 1998) e Fanuel Nuti - Giorni davanti a Dio (Ivi, 2003). Traduzioni: Sofocle: Edipo re, Edipo a Colono, Antigone; Introduzione di Umberto Albini (Milano, Garzanti 1977). Fra i molti premi da lei conseguiti sono da segnalare: Premio «Vallombrosa» per la poesia religiosa (1953); Premio «Borgese» (Palermo, 1953) per la narrativa; Premio la «Fronda d’oro» (Regione Liguria, 1970); Premio della «Dante Alighieri-Cultura Ligure» (1981) per Piccola Italia; Premio «Giuria Popolare Città di Tagliacozzo» (1982) per Invito a Palazzo; Premio della «Regione ligure» (1983); Premio «Mario Novaro» (2000); Premio del Consiglio Organizzativo Mondiale Arte e Cultura (Città del Messico 2000); Premio «Universo Donna», Regione Sicilia, 2001. Torna al SOMMARIO ANTOLOGIA POETICA INDICE POESIE Per i fiori donati da un amico Ella sorrideva ai marinai Tramonto di Elena I galli notturni Fenicotteri Tramonto d’inverno in una chiesa a Ravenna Ora conosco le strade Santa Giovanna Lamento di David sul gigante ucciso Proserpina Orfeo Canto di Daniele La fine dell’ultima cena Sulla tomba di un amico morto per la libertà Dicevi: - a primavera - Severino All’Italia che ha combattuto sui monti Stanze per Rinaldo Simonetti “Cucciolo” Su una piccola armonica a bocca So di una ragazzetta che lavava lavava Quella straniero era la torre Canto della concubina imperiale Suni Parole di un maestro di tiro con l’arco Invito a Palazzo Sale ogni sera la nebbia dal Brahamaputra Il vecchio amatore alla moglie morta Il dodicesimo custode degli orologi imperiali A mia sorella Leonella Bono Il magrissimo asceta fece un interminabile cammino Canto di Francesco cieco nel palazzo di città da I GALLI NOTTURNI PER I FIORI DONATI DA UN AMICO Tu hai raccolto per me l’altra sera i fiori aerei della magnolia. Quei fiori mi hanno umanamente commossa: ora che sono appassiti mi hanno lasciato, un umano profumo. Quando li vidi risplendere sugli altissimi rami, io non pensavo che per me fossero nati, che dentro di me dovessero eternamente fiorire. Ed è pur vero: quel che sentiamo più nostro altri ce l’hanno donato. Ora per ora da mille creature attingiamo ciò di cui vive la vita, soffrire e godere da mille cose a noi segretamente congiunte, seppure lontane e ignorate o per sempre scomparse. E tutti ci nutre un Dio di se stesso, uno Spirito immenso che ama e che mai sarà amato come grida il suo cuore. Perché Egli volle così quella sera cogliesti per me gli alti fiori della magnolia, perché Egli vuol così questa sera per te scrivo queste parole. Torna all’INDICE POESIE ELLA SORRIDEVA AI MARINAI Ella sorrideva ai marinai, li attirava alla taverna. Ma poi di nascosto chiedeva lunghi racconti di mare, i grandi venti i gabbiani le nebbie le isole di corallo la verde luna oceanica quando si innalza dai ghiacci. Poche notti era sola. In quelle notti pensava il mare i venti i gabbiani le grandi nebbie e la luna. E la luna quando è così sola così nuda tra i ghiacci e non la ricopre nessuno. Torna all’INDICE POESIE TRAMONTO DI ELENA L’abbandonava la sua bellezza, chissà dove fuggiva immemore di lei spietata. E accanto le venivano i morti né ella più li scacciava: solo ad essi appariva come un tempo preziosa remota nel suo scintillare, quale appare il ghiacciolo solitario sospeso ai fastigi del tempio nella notte lunare. Torna all’INDICE POESIE I GALLI NOTTURNI Mezzanotte. I galli si chiamano rispondono distanti. Ed ora il mare si solleva come un grande sospiro, verso il cielo, ora le stelle altissime nel loro giro stanno immote e fatali, sospeso è il sonno dei dormienti ed i morenti trascolorano in attesa. D’ogni lontananza i galli chiamano e nessuno risponde. Fortezza inespugnabile serrata tace la notte; dai bastioni si innalza il grido delle scolte e misterioso appare quanto il silenzio, e pauroso. Quasi che il tempo stesso gridi l’ora e si spaventi del suo grido; il tempo insonne pallido solitario sugli spalti a contemplare come si smorzi il grande sospirare dei mari, lente declinino le stelle e vastamente intorno fluisca il sonno sulle cose quale fiumana tacita che tutto travolga e tutto riconduca alla sua foce. Torna all’INDICE POESIE FENICOTTERI Viene la sera e accende, quasi richiamo, i suoi fuochi su tutte le vette dei monti: fiammeggiano, a picco su nere valli, castelli di corallo. Giù, nelle valli nere stagni invisibili mandano gelidi lampi d’argento, splendono qua e là luci vive: i fenicotteri bianchi. Bevono lungamente le gelide acque, lungamente si chiamano, o chiama forse ognuno la sua eco, e l’ascolta stupito, guardano altri quel magico cerchio di fuochi sulle montagne. Ma il loro non è che un passare: né alla roccia mai apparterranno, né alla palude, né a cosa alcuna di terra. Attendono solo la notte e i grandi cieli pieni di vento, sognano il volo soltanto altissimo quieto
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