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Leggo Marco e imparo il greco PDF

234 Pages·1993·6.53 MB·Italian
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ROSA CALZECCHI ONESTI · LEGGO MARCO E IMPARO IL GRECO P lEMME Copertina: Studio Aemme Illustrazione di copertina: Marco scrive il Vangelo (da un manoscritto miniato del sec. XTII del Monastero di Patmos) · I edizione 1993 © 1993 EDIZIONI FIEMME S.p.A. 15033 Casale Monferrato (AL) -Via del Carmine 5 Te!. 0142/3361 -Fax 0142n4223 Stampa: Arti grafiche TSG -Asti PREFAZIONE Questa proposta di lavoro è ambiziosa nella sua modestia: promette a chi l'accetterà di "leggere" direttamente il greco di Marco al più presto! Intendia moci bene, "al più presto" non vuol dire "d'un colpo", che sarebbé effetto di magia, non di studio. Ci vorrà senza dubbio la pazienza di entrare in possesso degli indispensabili rudimenti iniziali per poter materialmente leggere il greco e poi converrà lasciarsi accompagnare, quasi per mano, a decifrarlo. Ma il "lettore" si accorgerà che, acquistando via via sempre nuovi elementi di co noscenza, diventerà proporzionalmente sempre più autonomo e avrà ben pre sto la soddisfazione di anticipare sulle note d'aiuto la sua diretta comprensio ne del testo: invece di aiuto, le note a questo punto gli daranno la con/erma che ha capito bene. 'E verrà il momento che non avrà neppure più bisogno della con/erma. So per prova che per questa strada è possibile arrivare in un tempo ragio nevolmente breve - diciamo un anno di lavoro attento e costante - a un gra do di conoscenza della lingua tale, da potere, senza obiettive difficoltà, servir si per conto proprio di tutti gli strumenti disponibili (grammatiche avanzate, dizionar~ testi appositamente preparati eccetera) per approfondire e ampliare le proprie conoscenze linguistiche e affrontare non solo gli altri testi neotesta mentari e biblici e patristic~ ma anche i classici. Non si tratta, in/attz; di una capricciosa improvvisazione, ma del /rutto di una lunga e meditata esperienza - nel ginnasio superiore per lunghi annz; e poi nella Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e per un periodo anche nel Seminario di Saronno. La riuscita di molti alunni adultz; che non aveva no mai fatto studi classicz; mi ha incoraggiato a passare dalle dispense, più e più volte sperimentate e rielaborate, alla stampa. Il corso è costituito da venticinque Unità di Lavoro. Le prime tre intendono dare gli strumenti materiali della lettura. Nomi propri, parole isolate, semplicifrasette che tutti conoscono (come «Kyrie, elei son») sono il punto di partenza per apprendere a riconoscere, via via, tutte le lettere dell'alfabeto e tutti gli altri segni necessari: ecco il contenuto della Unità di Lavoro n. l. Nella n. 2 e 3 un testo semplicissimo, perché ripetitivo -la Genealogia di Gesù Cristo secondo Matteo (Mt l, 1-17)-accompagna a riconoscere le parti del discorso (le stesse dell'italiano) e a scoprire che il greco cambia la finale delle parole per indicarne la funzione nella frase. 6 · · PREFAZIONE Sono 18 le unità in cui è distrzbuito il teJto dei primi dodici capitoli di Marco: il primo da solo se ne prende cinque (l'avvio di ogni percorso è neces sariamente lento!); il secondo e il terzo ne occupano due ciascuno; poi ogni unità esaun'sce un capitolo. Il testo è offerto per pericopz; ciaJcuna con il proprio titolo.' sotto il titolo è data l'indicazione dei passi paralleli degli altri evangelistt; che si preJtano molto bene a utili esercitazioni personali. Quattro unità, la 9, la 16, la 21 e la 25 offrono una guida utile a sistemare organicamente e a ft'ssare nella memoria l' appreJo: sono come fermate, offerte a chi studia per diventare conJapevole delle conoscenze e degli Jtrumenti di cui è man mano entrato in poJJeno. Come si vede, il metodo è quello della valorizzazione delle capacità intui tive, che vengono esercitate Jul diretto banco di prova dei teJtz; non Jenza il supporto del ragionamento. In secondo tempo Jubentra la JiJtemazione delle conoscenze, che diventano così pone~·so consapevole. In appendice sono offerte le preghiere e gli inni contenuti nei vangeli: il Padre nostro, la prima parte dell'Ave Maria, il Magni/icat, il Benedictu~~ il Nunc dimittt's e il biblt'co Canto dei tre giovani (Daniele 3, 52-56); inoltre tl Credo e varie preghiere tolte dalla Liturgia di Jan Giovanni CriJostomo, come è in uso nel Mona~'tero di Grottaferrata (Roma). Tutto questo matenàle è offerto con traduzione materiale interlineata, co me invito a servirsene subito per pregare. È bello che il greco, la lz'ngua in cui hanno pregato i primi cristiani nel vasto impero di Roma, divenga anche per noi lingua di preghiera. Ce lo fa sentire "noJtro", ci motiva ad apprenderlo. Alla fine, senza più bisogno di "stampelle", gusteremo il nostro pregare in greco. Quanto agli ultimi quattro capitoli del Vangelo di Marco, è inutile dire che chi ha letto, con la guida che gli è Jtata offerta, i primi dodici è certamente in grado di leggerli senza altro aiuto, sul propn'o testo del Nuovo TeJtamento, magari paragonando la propria diretta comprensione con varie traduziom; in latino, in italiano, nelle lingue moderne che conoJce. Il testo consigliato è NESTLE- ALAND, Novum Testamentum, Graece et Latine, Deutsche BibelgeJellschaft, Stuttgart 1991. Si tratta dell'edizione critica più recente, condotta- dopo una amplz'ssima revisione di tutti i codici antichi- da un gruppo di Jtudiosi di varie confes sioni cristiane: tra questi, il noJtro Cardinale Carlo Maria Martini. LA LINGUA DEL NUOVO TESTAMENTO La lingua in cui fu scritto il Nuovo Testamento è il greco corrente-koi nè dialekto~· = «lingua comune» - comunemente parlato nel I secolo dopo Cristo in tutto l'Impero Romano, e in particolare nelle province orientali. Naturalmente, come avviene dell'italiano standard, se ne davano molte va rietà regionali, connotate dalla lingua madre e dalla cultura dei parlanti. Sicuramente Gesù stesso la possedeva, anche se non la parlava comune mente, e così tutto il gruppo degli apostoli e dei discepoli: e la coloravano di influenze aramaiche. È del tutto ammissibile - anche se è solo una congettura di studiosi - che le prime raccolte di detti e fatti di Gesù, base dell'annuncio, che ogni missionario portava con sé, fossero redatte in aramaico, e certo in aramaico parlavano fra loro i membri della prima Chiesa di Gerusalemme. Ma non appena il comando stesso di Gesù e la spinta delle persecuzioni ebbero ·disseminato i discepoli fuori della città e della Palestina, il greco che tutti parlavano e capivano, si impose da solo come lingua della Chiesa che af frontava il mondo. E tutti i libri del Nuovo Testamento furono scritti e si diffusero in greco, come in greco già da qualche secolo si erano diffu si, nella traduzione dei Settanta, i libri dell'Antico. ll."modello" linguistico del greco comune, come lo troviamo nel Nuovo Testamento, mostra tutti i segni di una lingua parlata, popolare, in evolu zione sulla bocca stessa dei parlanti; ma conserva nelle linee generali le ca ratteristiche grammaticali e semantiche del cosiddetto greco classico, quel lo che ancora durava nella lingua colta, letteraria. Un fenomeno del tutto an;uogo al latino parlato dal popolo nel medesimo periodo, in confronto con la lingua delle persone colte. Questo facilitò certamente il primo diffondersi del cristianesimo nelle comunità ebraiche della diaspora e fra gli strati umili della popolazione, dovunque Pietro e Paolo e gli altri apostoli e i loro collaboratori diressero le loro strade, guidati dallo Spirito Santo. Ma vediamole, ora, queste caratteristiche generali della koiné. Si tratta di una lingua flessiva, che cioè "flette", quasi piega la terminazio ne delle parole appartenenti alla categoria nome all'esigenza di segnalame genere, numero, funzione in rapporto al contesto, e le tenninazioni delle pa role della categoria verbo all'esigenza di segnalame modo, tempo, persona. 8 LA UNGUA DEL NUOVO TESTAMENTO Con la categoria comprensiva nome indichiamo l'insieme dei sostantivi, aggettivi, participi, pronomi; la categoria del verbo (o "nomen actionis") comprende tutte le parole che designano azioni e/o modi di essere. Ma il greco - come tutte le lingue flessive - ha anche altri tipi di parole, che non cambiano mai la loro terminazione: le chiamiamo "invariabili" per questa loro caratteristica, e funzionali in quanto servono a indicare o pre cisare la funzione e il rapporto dei "nomi/verbi" nello strutturarsi del di scorso: si tratta delle preposizioni, delle congiunzioni, degli avverbi. Varia e del tutto sui generis è la categoria delle esclamazioni o interiezioni. Nel considerare il modello di una lingua sono importanti due elemen ti, fra loro collegati funzionalmente: l'elemento "fonetico", l'elemento "semantico". La fonetica del greco, ancora conservata nella koiné, è abba stanza complessa e va conosciuta, sia per rendersi conto della formazione delle parole (che vanno a costituire il "lessico"), sia per capire tutte quelle trasformazioni che sono connesse con la flessione del nome e del verbo. Quanto al lessico della koiné neotestamentaria diciamo che in ogni par lata popolare la costituzione del lessico è specchio fedele della cultura dei parlanti, con tutto il patrimonio ancestrale che convoglia, e con l'apporto più immediato della situazione socioculturale presente. Per la Palestina, quindi, e in particolare per i narratori dei vangeli, si tratta della cultura del Popolo Eletto, formato in prevalenza da non ricchi agricoltori, viticol tori, pastori e da più ricchi mercanti, con una classe colta e dirigente sacer dotale (gli Anziani, i Sacerdoti, gli Scribi e i Farisei) molto ligia all' osservan za materiale della Legge mosaica e ostile ai dominatori Romani; c'era anche una parte di "assimilati" alla cultura dominante, rappresentata dai governa tori e dalle guarnigioni romane, ma anche da principotti locali che per con servare o conquistare il potere si erano venduti a Roma, e dagli appaltatori della riscossione delle tasse, categoria quanto altre mai sgradita al resto del popolo: nell'insieme, un popolo sottoposto, ma riottoso e impaziente di libertà, sfondo storico e linguistico vivace, vario, e anche ambiguo, alla fi gura e alla predicazione di uno straordinario quanto imprevedibile Rabbi, Gesù di N azaret. IL LIBRETTO DI MARCO 9 IL LIBRETTO DI MARCO Su questo sfondo dobbiamo situare gli scritti neotestamentari, quindi i vangeli e in particolare il V angelo di Marco. Dal punto di vista linguistico è naturale che ciascun autore, pur adope rando lo strumento comune, vi si esprima con le proprie caratteristiche di personalità e di stile, ma 'insieme si preoccupi dei suoi destinatari e cerchi di piegare il discorso alle loro esigenze. ~ C'è molta differenza tra il linguaggio ricco, coinvolgente, ·espressivo, a volte impetuoso, di Paolo e lo stile semplice, e tuttavia letterariamente pre gevole, di Luca. Pietro e Giacomo scelgono con cura le loro espressioni, Giovanni è attento all'esattezza linguistica non meno che alla precisione documentaria. Marco usa un parlato spontaneo e vivace, che conquista il lettore. Tutti, è ovvio, presentano ebraismi. Gli studi biblici hanno rivalutato il "libretto" di Marco, nettamente il più corto dei quattro vangeli. Anzi, l'autore è considerato l'inventore del genere narrativo "vangelo". Si accreditano anche le notizie che ne fanno la messa per iscritto della catechesi di Pietro ai Romani, dopo che l'aposto lo subì il martirio sotto Nerone. Si tratterebbe quindi di un momento po steriore al63 d.C., e tuttavia anteriore al70, dato che- come è stato osser vato - la distruzione di Gerusalemme non vi ha lasciato traccia. Per la brevità e per la semplice freschezza del linguaggio, proprio il Van gelo di Marco si presta ad un primo approccio al greco, con il metodo ac cennato. La Grammatica a cui faremo riferimento è la seguente: GRAMMATICA GRECA delNuovo Testamento a cura di Rosa Calzecchi Onesti, adattata da New TestamentGreek. Anlntroductory GrammardiEricG.Jay, SPCK,London e pubblicata dalle Edizioni PIEMME, Casale Monf. 1993. 10 OBIETITVO E TAPPE DEL PERCORSO OBIETTIVO E TAPPE DEL PERCORSO Noi vogliamo arrivare a leggere direttamente e immediatamente il greco in greco, come direttamente e immediatamente leggiamo l'italiano. Questo è l'obiettivo, per ora tanto lontano, che possiamo vederlo solo ... con il cannocchiale! Ma possiamo definire la strada: un percorso con tappe intermedie ci av vicinerà gradualmente al traguardo. Eccolo: PRIMA TAPPA . Leggere-scrivere ~a lingua- antica o moderna che sia- richiede pri ma di tutto di conoscerne (sapeme "riconoscere" e saperne tracciare) la scrittura materiale. È il primo livello di dea/razione, che bisogna raggiungere più in fretta che sia possibile. È la prima tappa della nostra strada. Per arrivarci, ci serviranno le prime tre Unità di Lavoro (UdL nn. l, 2, 3). SECONDA TAPPA Leggere una lingua - non importa se antica o moderna - significa rico noscere subito ogni parola per la sua natura e funzione: un sostantivo, un aggettivo, un pronome, un articolo, un verbo, un awerbio, una preposizio ne, una congiunzione, una esclamazione. Anche questa "abilità" va acquistata velocemente, perciò viene prepara ta....: per così dire- già nelle prime tre UdL e poi continuamente esercitata con aiuti vari nelle seguenti. Quando saremo arrivati a renderei immediatamente conto di quale tipo di parola siamo in presenza, avremo guadagnato.la seconda tappa della no stra strada. Possiamo prevedere di arrivarci dopo aver lavorato sul capitolo I di Mar co, con le U dL nn. 4, 5, 6, 7, 8, e dopo la sistemazione delle conoscenze acquistate, .suggerita dalla prima Unità di Sistemazione, che porta il n. 9. TERZA TAPPA Leggere qualunque lingua significa possedere il significato (e spesso "i" significati, dato che ogni parola ne ha più di uno e assume particolari co loriture nel contesto) del maggior numero possibile di parole. Tutto è predisposto-nelle note per la decifrazione e negli aiuti di lavo- OBIETTIVO E TAPPE DEL PERCORSO 11· ro- per fornire e aiutare a memorizzare i significati delle parole. La gram~. matica di riferimento offre un buon lessico del greco neotestamentario e in particolare di Marco e molti esercizi utili anche per memorizzare le pa role. Ma vogliamo suggerire una importante attività personale: costruire il prpprio Schedario Lessicale e aggiornarlo continuamente, non solo di nuove parole, ma di nuovi usi e significati delle parole già schedate. Una Nota nella UdL n. 4 darà suggerimenti opportuni. È evidente che più parole si imparano, più velocemente si cammina verso il traguardo del "leggere in lingua", ossia "in greco", direttamente e immedia tamente come in italiano. QUARTA TAPPA Ma i significati non bastano: nel discorso i significati, o meglio, le parole che li portano, si organizzano reciprocamente, influenzandosi a vicenda, e ogni lingua possiede modi propri di indicare tale organizzazione. Leggere, dunque, significa saper cogliere e interpretare immediatamente gli elementi che "segnalano", gli indicatori del collegamento e del rapporto reciproco dei significati, delle "funzioni" di quelle parole, che abbiamo detto "significanti", nel complesso "tessuto" del discorso. Ci sono due tipi di indicatori in una lingua flessiva, e possiamo render cene conto anche a partire dall'italiano. Consideriamo per primi gli indica tori che potremmo chiamare "organici", cioè le trasformazioni che hanno luogo nella parola stessa, nella sua parte finale: naturalmente si tratta delle parole di tipo nominale (sostantivi, aggettivi, ma anche i pronomi e l'artico lo) e dei "verbi", i "nomi delle azioni". Questa serie di indicazioni, date dal cambiamento di forma delle parole, prende il nome di rnorfologia ("significato delle forme"). Acquisire la conoscenza morfologica del greco vuole il suo tempo. Una prima sotto-tappa l'avremo raggiunta con il ripasso e la sistemazione della UdL n. 9: conosceremo allora tutta la declinazione nominale. Le sistemazioni della UdL n. 16 e della UdL n. 21 ci daranno la padro nanza della coniugazione verbale. E sarà il momento di tirare un grosso sospiro di sollievo! QUINTA TAPPA Esiste poi nelle lingue flessive - anche nell'italiano - una seconda cate goda di parole, che chiamiamo funzionali, perché assolvono alla funzione di indicare rapporti: dei nomi e dei verbi fra loro e fra i nomi e i verbi, cioè fra le parole portatrici di significati. Prima intuitivamente e con l'aiuto dell'apposita Scheda Mobile, poi sem pre più consapevolmente e sistematicamente ci impadroniremo dei signifi cati e delle funzioni delle preposizioni, congiunzioni, avverbi, nonché di

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