Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:29 Pagina 75 Bollettino A.I.C. nr. 144-145-146 / 2012 LE FONTI STORICHE COME STRUMENTO PER LA CARTOGRAFIA. AREE DI GRANDI BATTAGLIE NELLA SICILIA ANTICA HISTORICAL SOURCES AND THE THEMATIC CARTOGRAPHY. MAJOR BATTLEGROUNDS IN THE ANCIENT SICILY Maria Ida P. Gulletta* Riassunto Il contributo espone una metodologia di ricerca: le fonti antiche come strumento di produzione cartografica finalizzata alla valorizzazione dei beni culturali. Vengono esa- minate due aree della Sicilia occidentale antica, dove si svolsero eventi militari di grande rilevanza storica: la battaglia sul fiume Crimiso, attuale Belice (339 a.C.) e la battaglia nel mare delle Egadi (241 a.C.). Grazie anche allo studio preliminare degli storici antichi che hanno descritto la battaglia delle Egadi (TP), la Soprintendenza del Mare di Trapani e la RPM Nautical Foundationhanno potuto interpretare la densità di rinvenimenti ar- cheologici subacquei a NordOvest dell’isola di Levanzo e localizzare più precisamente il tratto di mare dove si svolse la battaglia navale. L’area è stata inserita nel progetto europeo ArcheoMap (6° FP, 2002-2006), interessato alla sperimentazione di ‘itinerari e parchi archeologici subacquei’ che – tramite l’uso di strumenti audiovisivi – valorizzano il mare come bene naturale e bene culturale. Il secondo esempio illustra un’area dei Monti Sicani in provincia di Palermo, dove il Laboratorio di Scienze dell’Antichità della Scuola Normale Superiore di Pisa svolge ricerche archeologiche dall’inizio degli anni Ottanta: la città antica (Entella) sorgeva sul ramo sinistro del fiume Belice e il suo ter- ritorio si estendeva verso Sud fino alla confluenza fluviale. Qui probabilmente si svolse un’altra famosa battaglia, devastante per l’esondazione del fiume in zone soggette da sempre a dissesti idrogeologici. Anche in questo caso, le fonti antiche hanno fornito dettagli topografici che – insieme a elementi toponomastici (Catasto Borbonico) e morfologici (Carta dei Suoli della Sicilia) – hanno permesso di circoscrivere l’area della battaglia. Il contributo presentato in questa sede è tratto dall'elaborato «Entella: città e territorio nel quadro sinottico delle fonti antiche (VI a.C.-I a.C./I d.C.)» (di M.I. Gulletta) che farà parte della pubblicazione definitiva delle ricognizioni sul territorio (a cura del Laboratorio di Scienze dell'Antichità, Pisa 2012 c.d.s.). Abstract I here wish to discuss put to the test methodological issues: ancient sources as an in- strument for map-shaping that aimsing at the promotion of cultural heritage. I investi- * Scuola Normale Superiore, Pisa (Laboratorio di Scienze dell’Antichità), [email protected] 75 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:29 Pagina 76 Nr. 144-145-146 / 2012 gate two areas of the ancient Western Sicily that played host to are examinated where military events of great historical importance a couple of important battlesoccourred: the Krimisos River – Belice River (339 BC), nowadays – and the Egadi Islands battle. Thanks also to the preliminary study of ancient sources Aabout the formerlatter, once checked ancient sources the Soprintendenza del Marein Trapani and the RPM Nautical Foundation shed light on the numerous many underwater finds NorthWest of the Levanzo Island and then they located the stretch of sea where the naval battle took place more precisely. This area has now been now included in the ‘ArcheoMap’ Eeuropean project (6° FP 2002-2006), also testing 'routes and underwater archaeological parks', which – through the use of audiovisual aids –intends to promote the seas both as natural and cultural heritage. The second example sample shows an area of the Monti Sicaniin the province of Palermo where the « Laboratorio di Scienze dell’Antichità (Scuola Normale Superiore di Pisa)», has being carryingies out archaeological research since the early Eighties: the ancient city (Entella) rose on the left branch of the Belice River and its territory extended south- ward to the confluence of the river. Also in this case, the ancient sources (Greek and Latin) provide topographical details, which – with toponymic (Catasto Borbonico) and morphological (Charter of Soils of Sicily) elements – allowed to assume deduce the area of the battle. The related study will form ais expected to appear on a chapter of the «Carta Storico-Archeologica del Comune di Contessa Entellina», developed in progress by the team at the conclusion of after the topographical surveys (1998-2002). 1. Premessa «Nella valorizzazione dei beni naturali e culturali la cartografia si pone come progetto aperto e teso ad ab- bracciare una moltitudine di aspetti … Tutela e conservazione dei beni naturali e culturali sono aspetti che coinvolgono molto da vicino la cartografia … nessun bene può essere sottoposto a tutela se non viene ubicato cartograficamente, ovvero se non viene censito e catalogato e la sua posizione spaziale tradotta in attributi geografici, grazie ai quali può divenire un oggetto su cui le norme possono trovare applicazione»: le linee guida indicate da G. Scanu per l’ampia tematica dell’incontro promosso quest’anno dalla A.I.C. il- lustrano la scelta di un argomento che apparentemente sembra porsi agli antipodi della produzione car- tografica, costituendone invece l’inevitabile premessa. Il primo strumento per la produzione di cartografia indirizzata alla valorizzazione di un’area come bene naturale e culturale passa attraverso la conoscenza storica. Tanto più lunga è la continuità di vita dell’area in- dagata, tanto più necessario un approccio multidisciplinare e rigorosamente sinottico in tutte le fasi della ri- cerca. Le scienze dell’antichità costituiscono indubbiamente un campo di applicazione molto fertile, specie quando sia possibile senza soluzione di continuità ricostruire eventi, indagarne la realtà materiale, diffonderne la conoscenza attraverso cartografia e percorsi espositivi. Il primo step– la ricostruzione storica e storiografica di eventi – impone la conoscenza delle fonti antiche, sfrondate da ogni elemento di retorica e consegnate nei loro eventuali contenuti topografici alla verifica successiva, l’indagine archeologica nella completezza delle sue discipline, per giungere all’esito finale di una cartografia finalizzata alla valorizzazione dei beni culturali. La Sicilia occidentale è l’ambito sul quale testeremo il rapporto tra fonti antiche e cartografia, all’interno di due tematismi fissati dalle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale(Palermo 1996): 1) aree di interesse storico-archeologico e 2) aree di grandi battaglie. Attraverso un grado di dettaglio differente – vale a dire un risultato già ottenuto che sarà esposto in breve ed un altro in progressche vedremo con maggiori dettagli metodologici – ci muoveremo in due microaree, le Isole Egadi (provincia di Trapani) e i Monti Sicani (provincia di Palermo), entrambe teatro di eventi militari che hanno segnato la storia antica 76 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:29 Pagina 77 M.P.P. GULLETTA dell’isola; ed entrambe ospitanti siti di interesse archeologico oggi inseriti in ‘itinerari’ istituzionalizzati con una finalità particolare: permettere la fruizione dell’area come bene culturale, mantentenuto all’interno del suo stesso ambiente naturale, secondo un processo logico che dalla conoscenzapassa attraverso la con- servazionee la valorizzazione. Per una singolare coincidenza, entrambe le aree devono al recupero di beni archeologici, tramite azioni investigative, l’essere analogamente divenute polo di attrazione per la co- munità scientifica internazionale. 2. La battaglia delle Egadi (241 a.C.) La battaglia navale delle Egadi, con la quale si conclude la prima guerra punica fra Roma e Cartagine, è stata a lungo localizzata presso l’isola di Favignana o – in maniera ancora più generica – nell’area dell’arci- pelago pertinente alla attuale provincia di Trapani (Tusa S. 2011, p. 173). La possibilità di individuare i luoghi dello scontro con maggiore precisione si intravide fra il 2004 e il 2005. Un’azione investigativa – coordinata dalla Procura della Repubblica ed eseguita dal Comando Cara- binieri Tutela Patrimonio Culturale (Sezione Archeologica, Roma) e dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Palermo) – aveva permesso il recupero di moltissimi reperti archeologici di provenienza subacquea: tra questi un rostro romano in bronzo, anfore greche, romane e puniche, elmi e ceppi d’àncora romani. I re- perti rivelarono subito un indubbio collegamento con rinvenimenti analoghi, noti a partire dagli anni Cin- quanta e provenienti dalla medesima area, storicamente ricordata per l’epocale battaglia navale. La circostanza pose quindi le prime basi del Progetto Egadi: un’indagine multidisciplinare con la quale la So- printendenza del Mare di Trapani e la fondazione RPM Nautical Foundationavrebbero individuato il luogo della battaglia fra Romani e Cartaginesi nel tratto di mare a NordOvest dell’isola di Levanzo, tesi peraltro già sostenuta da S. Tusa, Soprintendente e coordinatore del progetto proseguito in parallelo con i successivi rinvenimenti degli anni 2008-2011 (Tusa S., 2005; Tusa S. 2011, Zangara S., 2012). Nella prima fase investigativa lo studio degli storici greci cronologicamente vicini agli eventi narrati (post metà III sec. a.C.) ha offerto lo schema all’interno del quale gli interventi subacquei mirati hanno potuto re- stringere il loro raggio di azione (Gulletta M.I., 2001/C; Gulletta M.I. 2005/A; Gulletta M.I. 2005/B; tradu- zione inglese in Tusa S. 2011, pp. 36-39). L’esposizione delle ricerche in una sede quale il «Bollettino della A.I.C.», orientato verso la produzione di cartografia come esito di studi non strettamente, umanistici sugge- risce però di rimandare alla letteratura sopra segnalata ogni riferimento specifico alle fonti antiche, illustrando invece la ricostruzione della battaglia con il supporto di tabelle e di un essenziale apparato illustrativo. I fatti del 241 a.C., sinteticamente, si riferiscono allo scontro finale tra due eserciti di terra con le relative flotte ed azioni militari che hanno il loro fulcro nel Monte Erice (Trapani), sede di una città anticha di tradi- zione punica e di un santuario dedicato alla dea dei naviganti, (Afrodite greca e Tanit/Astarte punica). La si- tuazione contingente è resa anomala dal fatto che i Romani occupanti il santuario sono assediati dai Cartaginesi occupanti la città, – svuotata degli abitanti trasferiti a Drepana– a loro volta circondati da con- tingenti romani appostati lungo le falde del Monte Erice. Giunge intanto una flotta romana che pattuglia senza ostacolo la costa nordoccidentale e occidentale dell’isola (da Drepana a Lilybaion), tagliando fuori i nemici da ogni possibile comunicazione con Cartagine; la cui reazione si concretizza in una flotta immensa che salpa per compiere una azione a tenaglia, volta a liberare l’esercito assediato ad Erice, sbloccare i porti di Drepana e Lilybaione ristabilire il controllo costiero. La flotta cartaginese naviga dunque lungo la rotta Cartagine-Erice, per raggiungerne l’approdo di Torre di Bonagia (a NordEst di Erice); quella romana avvertita dalle vedette dislocate sulle falde ericine (Specola Lilybaetana) si sposta dal porto di Drepana, occultando le navi dietro una delle isole Egadi, a lungo identificata con l’isola di Favignana/Aigoussa, poco a Nord del- l’approdo di Lilybaion(antica Mozia, oggi Marsala/Capo Boeo). Le navi da guerra puniche, eccezionalmente funzionanti come navi da carico per l’approvigionamento degli assediati ad Erice, partono dunque da Car- 77 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:30 Pagina 78 Nr. 144-145-146 / 2012 Fig. 1 – Area della Sicilia nordoccidentale, coinvolta nelle operazioni militari fra Romani e Cartaginesi, al termine della prima guerra punica, da: Richard J., Talbert A. (2000). tagine in direzione dell’isola Marettimo/Hierà, prima tappa per il proseguimento della navigazione verso Drepana, porto tirrenico della Sicilia occidentale: la navigazione di cabotaggio, di per sé difficile a causa dei fondali sabbiosi, era resa maggiormente rischiosa per la presenza del pattugliamento romano nelle acque tra Drepana(Trapani) e Lilybaion(Marsala/capo Boeo), già potenziate dai Cartaginesi con il trasferimento nella prima degli abitanti di Erice e nella seconda degli abitanti di Selinunte. I dettagli topografici emergono dai due diversi punti di vista, confluiti nelle versioni più tarde degli eventi così come a noi giunti: la fonte di Diodoro Siculo (Biblioteca Storica, Libro XXIV, 11: I sec. a.C.)che descrive la rotta punica Cartagine-Hierà/Marettimo in direzione Erice (e la successiva fuga a Cartagine dopo la sconfitta) è Filino di Agrigento, ufficiale al servizio del comandante cartaginese. Lo storico Polibio di Me- galopoli (Storie, libro I, 55 sgg.: II sec. a.C.)offre invece il punto di vista romano attraverso Fabio Pittore (II sec. a.C.), il cui racconto è successivo agli eventi di una generazione circa. Le due versioni trovano un punto di contatto nell’immaginario topografico del Monte Erice: la città antica sulla sommità del monte, 78 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:30 Pagina 79 M.P.P. GULLETTA LOCALITA’ TOPONOMASTICA RINVENIMENTI secondo l’ordine ANTICA EVENTI PROTAGONISTI dagli anni degli eventi rilevante Cinquanta al 2011 Erice-santuario Romani assediati Romani (Sicilia tirrenica dai Cartaginesi di nordoccidentale) Erice-città Erice-città Cartaginesi Cartaginesi (Sicilia tirrenica assedianti i Romani nordoccidentale) di Erice-santuario Erice-monte Specola Lilybaetana Vedette romane, Romani (Sicilia tirrenica facenti parte delle nordoccidentale) truppe assedianti i Cartaginesi di Erice-città, comunicano con la flotta che pattuglia la costa Trapani Drepana La flotta romana Romani (Sicilia tirrenica pattugliava la costa, Cartaginesi nordoccidentale) tagliando i contatti fra Cartaginesi di Drepana con la madrepatria Marsala/ Lilybaion, approdo La flotta romana Romani v. Stagnone (Lo), Capo Boeo sulla costa occidentale pattugliava la costa, Cartaginesi TAB. 3 (Sicilia occidentale) della Sicilia, a Sud di tagliando i contatti Drepana e a SudEst fra Cartaginesi di dell’isola Aigoussa Lilybaion e madrepatria Cartagine Dal porto salpa la Cartaginesi flotta punica per liberare l’esercito assediato ad Erice- città Marettimo, isola Hierà, a SudOvest La flotta salpata da Cartaginesi (Mare di Sicilia, dell’isola Phorbantia, a Cartagine incontra Sicilia occidentale) NordOvest dell’isola Hierà come prima, Aigoussa, sulla rotta tappa della Cartagine-Erice navigazione verso la Sicilia tirrenica nordoccidentale Torre di Bonagia La flotta salpata da Cartaginesi (Trapani) Cartagine punta a (approdo tirrenico questo approdo per nordoccidentale a liberare i Est di Erice) Cartaginesi assediati di Erice- città Tab. 1 – I precedenti, 241 a.C. (Fig. 1) 79 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:30 Pagina 80 Nr. 144-145-146 / 2012 Fig. 2 – Battaglia navale delle Egadi: in rosso la flotta romana che pattuglia la costa fra Drepana e Lilybaion si sposta dietro l’isola di Levanzo per poi intercettare la flotta punica (in verde) che naviga da Hierà verso Drepana. Percezione ‘tolemaica’ della Sicilia rivolta verso l’Africa, rielaborazione da Richard J., Talbert A. (2000). notoriamente legata a Cartagine, era recepita come ‘rivolta’ all’Africa non solo per la tradizionale percezione ‘tolemaica’ della Sicilia inclinata a SudOvest, ma anche – o forse attraverso questa – per la sua lunga vicenda mitica e storica che la vede costantemente a fianco di Cartagine negli scontri su suolo siciliano fra le colonie greche della Sicilia orientale, tirrenica e centromeridionale da una parte e territori occidentali sotto il con- trollo punico dall’altra. Pensiamo solo alle celebrazioni per la dea comune, Afrodite-Astarte/Tanith, le cui colombe liberate da Erice e da Cartagine si incrociavano nelle due direzioni rispecchiando una collegamento non solo ideale dalla città libica al promontorio siciliano, dal quale viceversa la vista – secondo tarde rielaborazioni e leg- gende e in giorni di particolari condizioni atmosferiche – si estendeva fino al porto sulla costa opposta del- l’Africa. Il ricordo antico degli Specola Lilybaetanacome punti d’osservazione sull’Africa suggerisce che non dal piatto promontorio di Lilybaion(primo approdo per raggiungere il santuario ericino di Afrodite- 80 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:30 Pagina 81 M.P.P. GULLETTA LOCALITA’ TOPONOMASTICA RINVENIMENTI secondo l’ordine ANTICA EVENTI PROTAGONISTI dagli anni degli eventi rilevante Cinquanta al 2011 Marettimo, isola Hierà, a SudOvest La flotta salpata da Cartaginesi (Mare di Sicilia, dell’isola Phorbantia, a Cartagine incontra Sicilia occidentale) NordOvest dell’isola Hierà come prima, Aigoussa, sulla rotta tappa della Cartagine-Erice navigazione verso la Sicilia tirrenica nordoccidentale Erice-monte Specola Lilybaetana Vedette romane, Romani (Sicilia tirrenica facenti parte delle nordoccidentale) truppe assedianti i Cartaginesi di Erice- città, comunicano con la flotta che pattuglia la costa Capo Grosso Dietro la lo scoglio Romani Rostri (alto scoglio della si nasconde la flotta Anfore costa NordEst romana Elmi dell’isola di Ancore Levanzo, Mare di relitti vari Sicilia, Sicilia occidentale) Tab. 2 – Battaglia navale del 10 marzo 241 a.C. (Fig. 2) Astarte/Tanith), ma piuttosto dalle falde dello stesso, imponente Monte Erice (dove sorgeva il santuario) le navi puniche dirette su Marettimo/Hieràfurono avvistate da vedette comunicanti con la flotta romana lungo la costa, dandole tutto il tempo per concepire un attacco a sorpresa tramite appostamento. Lilybae- tanaera fra l’altro significativamente definita una delle sacerdotesse sacre ad Afrodite-Astarte ericina e pra- ticanti la prostituzione sacra alla dea, secondo una antichissima tradizione che in base alla registrazione dei santuari della dea protettrice del mare e dei naviganti permetteva anche di ricostruire rotte di navigazione nel Mediterraneo antico. I romani quindi intuiscono la rotta dei nemici che da Marettimo/Hieràevitando la costa pattugliata tra Drepanae Lilybaion, puntano su Erice ampliando il raggio di navigazione verso il suo approdo tirrenico (attuale Torre di Bonagia): occorreva tagliare la rotta punica e volgere a proprio favore il forte vento da Su- dOvest (Lybs), che pur propizio ai nemici, nel caso di un attacco a sorpresa non avrebbe comunque age- volato le loro navi appesantite dai rifornimenti per gli assediati. L’identificazione con la attuale Favignana dell’isola Aigoussa– segnalata dagli storici come luogo di appostamento e scontro – ha dato vita a macchi- nose riscostruzioni circa i movimenti navali nel canale tra Levanzo e Favignana medesima e alla localizzazione della battaglia fra quest’isola e la prospiciente costa, nota anche per il più famoso dei relitti recuperati, la ‘nave punica di Marsala’ (da guerra? da trasporto? scivolata nel canale? o piuttosto relitto di eventi ‘altri’, come la cd. sister shipe il materiale disperso per ampio raggio?). Ipotesi tutte destinate a scontrarsi con due navigazioni ben ricostruibili: quella punica (Marettimo/Hierà-Erice) – diretta verso il mare aperto per la necessità di un determinato approdo – difficilmente poteva scegliere una direzione così rischiosa (per rade sabbiose e pattugliamento nemico) quale la penetrazione del canale tra Levanzo e Favignana, per poi cambiare rotta verso Nord, dirigendosi a Drepanae quindi Erice. I Romani, d’altra parte, avevano l’esigenza di un attacco a sorpresa che, una volta intuita la rotta nemica, sarebbe stato vanificato da un ritardo com- 81 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:31 Pagina 82 Nr. 144-145-146 / 2012 Fig. 3 – Area delle isole Egadi indicate secondo la toponomastica antica, da: Richard J., Talbert A. (2000). portato dalla discesa da Drepanaverso Favignana, penetrando poi nel canale in direzione Marettimo; e anche in tal caso un forte vento da SudOvest difficilmente poteva essere definito ‘contrario’ rispetto alla flotta romana schierata nel canale ad esso perpendicolare e protetto dalle isole più vicine alla costa, Levanzo e Favignana. Levanzo e Favignana, le Egadi Gemelle (Aegades Geminae) che la Preistoria ricorda unite ancora da un lembo di terra, insieme all’osservatorio lilibetano che rimanderebbe al nome punico di Erice, sono ri- sultati elementi chiave per la localizzazione dei luoghi della battaglia: la postazione romana che gli storici pongono ad Aigoussadi fronte al Lilybaionnon può intendersi collocata a Aigoussa/Favignana, la più grande delle tre isole ed eponima dell’arcipelago e che tra l’altro non fronteggia esattamente l’approdo di Lilybaion (oggi Marsala/Capo Boeo) ma la sua punta più settentrionale, l’attuale Torre S. Teodoro. La specifica e l’uso dell’articolo fanno parte di una esigenza di chiarimento topografico da parte delle fonti che – secondo un processo di assimilazione/distinzione onomastica (così ad esempio per le ‘Lipari’) – non intendono indicare la più grande e nota delle isole, Favignana appunto, ma Levanzo, la Aigoussapiù piccola, legata al mito dell’eroe greco Forbante e da lui denominata anche (e più distintamente) Phorbantia. La linea d’area della navigazione Cartagine-Erice, nella prospettiva ‘tolemaica’ della Sicilia ruotata verso SudOvest, unisce quindi idealmente tre punti: la Aigoussa/Hierà/Marettimo, poi la Aigoussa/Phorbantia/Le- vanzo, quindi gli Specola Lilybaetanadell’imponente massiccio ericino, dal quale le vedette romane avvi- 82 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:31 Pagina 83 M.P.P. GULLETTA LOCALITA’ TOPONOMASTICA RINVENIMENTI in ordine ANTICA EVENTI PROTAGONISTI dagli anni alfabetico rilevante Cinquanta al 2011 Favignana, isola Aigoussa, la più v. Stagnone (Lo) (Mare di Sicilia, grande delle Egadi, Sicilia occidentale) dà nome all’arcipelago. A Sud di Levanzo e a SudEst di Marettimo Levanzo, isola Aigoussa/Phorbantia, v. TAB. 2, Romani v. TAB. 2, Capo (Mare di Sicilia, a Nord di Favignana Capo Grosso Grosso Sicilia e a NordEst di occidentale) Marettimo Marettimo, Aigoussa/Hierà, a v. TAB. 1, isola SudOvest di Cartagine (Mare di Sicilia, Levanzo, a Sicilia NordOvest di occidentale) Favignana, sulla rotta Cartagine-Erice Stagnone (Lo), cd. Nave punica isolotto di Marsala (di fronte Marsala/capo Boeo, Mare di Sicilia, Sicilia occidentale Tab. 3 – Isole Egadi e lo Stagnone. (Fig. 3) starono le navi nemiche. A NordEst di Levanzo dietro le alte scogliere di Capo Grosso – dove i rinvenimenti subacquei dagli anni Cinquanta ad oggi hanno sempre suggerito di leggere in chiave militare l’enorme quantità di cime d’àncora romane, traccia di un ormeggio tagliato contemporaneamente – i Romani na- scosero la flotta: mutando la tradizionale strategia di schieramento ‘a cuneo concavo’ e volgendo invece le prue (antiprorron) direttamente contro la flotta nemica e contro il vento di SudOvest. La rotta cartaginese verso Erice risultava così sbarrata e il disastro fu inevitabile, come oggi rivela la quantità di relitti recuperati (o individuati) a NordOvest della stessa Levanzo e dei molti altri scivolati e dispersi per ampio raggio. Oggi la zona è una delle aree campione scelte all’interno del Progetto Pilota ArcheoMap (6° FP 2002- 2006): verificare la fattibilità di una fruizione mediata da strumenti audiovisivi, all’interno di un ‘itinerario ar- cheologico subacqueo’ volto a valorizzare il mare come bene naturale e culturale. Il tema si lega strettamente all’edizione 2001 del trattato dell’UNESCO per la protezione del patrimonio culturale som- merso: il mare è percepito come ‘museo diffuso’ le cui testimonianze del passato vanno lette rispettando il più possibile il contesto di rinvenimento. Laddove, quindi, la condizione di giacitura primaria dei reperti lo consenta la finalità ultima è quella di permetterne la fruizione all’interno di un itinerario/parco archeologico subacqueo, supportato da un sistema di telecamere collegate a postazioni fisse di telecontrollo e telefrui- zione museale; sistema sperimentato ad esempio per il relitto romano di Cala Minnola (sulla costa orientale dell’isola di Levanzo, a Sud di Capo Grosso), dove le 1000 anfore residuo del carico sono oggetto di frui- 83 Gulletta p75_Layout 1 05/02/13 18:31 Pagina 84 Nr. 144-145-146 / 2012 Fig. 4 – Ubicazione dell’antica Entella sul ramo sinistro del fiume Crimiso/Belice (Contessa Entellina, Palermo). Sicilia occidentale, da: Richard J., Talbert A. (2000). zione diretta da parte di specialisti subacquei e indiretta per visitatori ‘altri’ grazie al sistema video organizzato a Favignana (Tusa S., 2011). Analoghe procedure sono oggi in corso per rendere visitabile, attraverso la duplice fruizione, anche il sito della epocale battaglia navale: a differenza dei pur moltissimi relitti e reperti di provenienza subacquea privi di una contestualizzazione che vada oltre la generica frequentazione com- merciale o militare delle acque di Sicilia, fornisce invece un ‘microcosmo’ storicamente e archeologicamente definito, e quindi esemplare, nel vasto tema di ricerca, tutela e valorizzazione delle aree archeologiche su- bacque siciliane e del canale di Sicilia. 3. La battaglia sul F. Crimiso (339 a.C.) Dai primi anni Ottanta la Soprindentenza BB.CC.AA. di Palermo ha affidato al Laboratorio di Scienze del- l’Antichità della Scuola Normale Superiore di Pisa la conduzione scientifica degli scavi a Rocca d’Entella (m 557 s.l.m.) sul ramo sinistro del fiume Belice: dalla zona provengono preziosi reperti, trafugati da clandestini, rivenduti sul mercato antiquario internazionale, oggi parzialmente recuperati e oggetto di grandissimo in- teresse per la comunità scientifica (Ampolo C. et al., 2001; Gulletta M.I., 2001/B). 84
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