Cartagine. Studi e Ricerche, 2 (2017) Sezione: Notizie e Resoconti Rivista della Scuola Archeologica Italiana di Cartagine Articolo presentato il 13/12/2017 http://ojs.unica.it/index.php/caster/index Accettato in data 14/12/2017 doi: 10.13125/caster/3092 Pubblicato in data 30/12/2017 CaSteR, 2 (2017) L’attività della Scuola archeologica italiana di Cartagine 2016-2017* Attilio Mastino (con il contributo di Sergio Ribichini) Scuola Archeologica Italiana di Cartagine (SAIC) La riflessione sulle relazioni storiche tra Nord Africa ed Europa in età antica in questi ultimi trenta anni è stata quanto mai estesa e ricca di risultati a partire dalle fasi preistoriche e protostoriche del mondo berbero per arrivare alla colonizzazione fenicia, alla fondazione di Utica e Cartagine, alla politica mediterranea documentata dai trattati etrusco-cartaginesi e romano-cartaginesi, per arrivare ad Annibale e al pianto un po’ ipocrita di Scipione l’Emilia- no; vent’anni dopo la rifondazione di Cartagine voluta da Gaio Gracco, poi da Cesare e da Ottaviano, la nuova urbanizzazione. Virgilio nel I libro dell’Eneide rappresenta i costruttori della Cartagine di Didone che si affaccendano come migliaia di api in un alveare al principio dell’estate per produrre il miele che profuma di timo: appare evidente che Virgilio pensa alla colonia augustea che negli anni in cui scrive sorge come una grande capitale mediterranea ricca dei prodotti provenienti dall’ampio retroterra numida. Nel fervore degli structores Tyrii di Carthago, Enea profugo da Troia, è insieme hospes accol- to con rispetto dalla Regina poi hostis maledetto per generazioni: egli osserva, con gli occhi di Virgilio, il solco dell’aratro che segna il limite sacro di una colonia, rinnovando il dolore e la speranza che anima coloro i quali costruiscono una nuova città, in contrasto con la sua origi- naria patria —Ilio— distrutta dalle fiamme. Non c’è dubbio che Virgilio rifletta nel racconto della Cartagine nascente l’esperienza urbanologica di età augustea in Africa, con il theatrum dalle immanes columnae della frons scaenae tratte dalle cave in cui maestranze addestrate la- vorano indefessamente a trarre il materiale lapideo della nuova città. O ancora con le portae delle mura e gli strata viarum, le viae urbane silice stratae, la basilica giudiziaria, il teatro. I versi virgiliani esaltano l’attività degli uomini di buona volontà, anche se pure gli dei e le dee sono considerati a tutti gli effetti coinvolti in uno studium e in un’ars che nobilita chi la pratica. * Questo testo riprende in sintesi la relazione tenuta in occasione del I workshop on Archaeology in Africa (Roma, “Sapienza”, 7 dicembre 2017 dal titoloThe Italian Archaeological School in Carthage. Attilio Mastino (con la collaborazione di Sergio Ribichini) Fig.1. Tunisi, Museo del Bardo. L’altare della Gens Iulia in età augustea. Fig. 2. Tunisi, Museo del Bardo. Il poeta Virgilio con il rotolo dell’Eneide (mosaico da Hadrumetum, Sousse) Più in generale, Virgilio trova le parole per rappresentare il paesaggio trasformato dall’uo- mo ai margini del lago di Tunisi, presso il tempio di Giunone eretto dalla regina, là dove si era compiuto il magico ritrovamento del cranio di un cavallo annunciato dall’oracolo. Del resto come dimenticare l’iperbole virgiliana di Melibeo già della prima Ecloga, At nos hinc alii sitientes ibimus Afros ? E poi i Vandali, la riconquista giustinianea, l’organizzazione bizantina fino all’apertura (futûhât) all’Islam. Ci sono state tante occasioni, sulle due rive del Mediter- raneo per discutere e confrontarci su una archeologia e su una storiografia capaci di penetrare il mondo antico superando la deformazione ideologica del tempo che viviamo. Voglio ricor- 2 L’attività della Scuola archeologica italiana di Cartagine 2016-2017 dare le tante grandi imprese internazionali in corso, il patrocinio Unesco sul sito di Cartagine del 16 ottobre 1979, almeno i convegni di studi su L’Africa Romana, promossi annualmente a partire dal 1983 dal Centro sulle province romane dell’Università di Sassari anche a Tunisi, Cartagine, Djerba e Tozeur, che intendono mettere a confronto le esperienze di archeologi, storici, epigrafisti, al fine di individuare gli apporti regionali e nazionali al fenomeno della romanizzazione e insieme di illuminare le relazioni all’interno di un Mediterraneo dinamico e aperto. Sul piano internazionale, il tema che oggi abbiamo di fronte è più ampio, va ben oltre i rapporti diretti tra le due rive del Mediterraneo: in una chiave nuova l’Africa diventa una parte essenziale del più ampio bacino mediterraneo, un’area costiera non isolata ma che è in relazione con tutta la profondità del continente (uso le espressioni di Umberto Cardia), trovando nel Mediterraneo lo spazio di contatto, di cooperazione e se si vuole di integrazione sovrannazionale, una proiezione attraverso la quale vorremmo costruire un futuro diverso; del resto avvertiamo sempre di più la necessità di manifestare concretamente il più grande ri- spetto per le tradizioni culturali e religiose, per la profondità delle diverse storie e delle diverse culture, per il patrimonio culturale, con la consapevolezza che esistono variabili geografiche e cronologiche nel momento in cui culture diverse entrano in contatto, sempre evitando di perdere la concretezza e di piegare il dato scientifico a schemi ideologici. Contro le semplifi- cazioni che non danno conto della complessità della storia. L’idea di creare una Scuola archeologica italiana a Cartagine è di Antonino Di Vita e di Andrea Carandini, riproposta in varie edizioni dei nostri convegni de L’Africa Romana e nel corso della tavola rotonda “Mediterraneo Antico, Italia e Tunisia, Cooperazione e Patrimonio Culturale” che si è svolta a Roma il 12 aprile 2013, nel quadro del progetto INP-ISMA CNR sul santuario di Baal Hammon di Althiburos; in quell’occasione, a due anni di distanza dalla “rivoluzione dei gelsomini” Adnan Louhichi Directeur Général dell’Institut National du Patri- moine (INP) di Tunisi aveva invitato a muoversi congiuntamente per raggiungere l’obiettivo di presentare al mondo le radici comuni che ci uniscono nel Mediterraneo, suggerendo la co- stituzione di una École Italienne de Carthage ed evocando da un lato la difficile situazione so- cio-politica della Tunisia contemporanea dopo la fuga di Ben Ali del 14 gennaio 2011 (subito dopo Azedine Beschaouch, laureato ad honorem a Sassari, era stato nominato Ministro della cultura nel governo presieduto da Béji Caïd Essebsi); dall’altro la necessità di evidenziare, con il sostegno dei Paesi europei impegnati nella cooperazione, quanto debba essere protetto e valorizzato nella cultura e nella storia più antica del Paese nord-africano. Nel 2014 iniziava a circolare un Argumentaire predisposto da Sergio Ribichini che conteneva le linee essenziali del progetto, lo stato dell’arte, la specificità della futura Scuola, fortemente voluta dall’allora direttore generale dell’INP Nabil Kallala, il suo partenariato, la sua struttura, i suoi obiettivi, il suo budget. Temi che sono stati al centro dell’Atelier de recherche che si è svolto a Roma il 18 dicembre 2014 al CNR sotto la presidenza del direttore dell’ISMA, prof. Alessandro Naso, con la partecipazione di alti rappresentanti del MAECI e del Presidente dell’ICCROM di Roma Stefano De Caro, di Cinzia Vismara, di Luciano Borin (che aveva avviato la costitu- zione di una “Association pour la Valorisation d’Heritage Culturel”, in Tunisia), di vari membri della missione archeologica congiunta CNR-INP ad Althiburos, di tanti altri di noi. Nei mesi successivi (direttore dell’INP Fathi Bahri) la Società ha visto convergere soggetti diversi, specialmente Università italiane (con i due Dipartimenti di Storia scienze dell’uomo e della formazione dell’Università di Sassari e di Storia, Beni culturali e territorio dell’Università di Cagliari in prima fila), altre Università straniere, Istituzioni, in particolare l’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico del CNR, con l’AMVPPC, Agence de Mise en Valeur du Patrimoine 3 Attilio Mastino (con la collaborazione di Sergio Ribichini) et de Promotion Culturelle di Tunisi (direttore Ridha Kacem), l’INP (oggi diretto da Faouzi Mahfoudh), la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, Settore «Archeolo- gia», del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, l’Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo, la Fondazione di Sardegna. Inoltre con Musei, Associazioni e Istituzioni impegnate nella difesa del patrimonio archeologico del Mediterraneo, in particolare della Tunisia e del Maghreb nel campo della documentazione, della formazione e della ricerca. La Società Scientifica SAIC “Scuola Archeologica Italiana di Cartagine. Documentazione, Formazione e Ricerca”, si è costituita a Sassari il 22 febbraio 2016, per atto pubblico presso lo studio del notaio Laura Faedda, con 25 soci fondatori. Dal 10 maggio la SAIC è iscritta al n° 31 nel “Registro delle Persone Giuridiche” presso la Prefettura di Sassari (Prot. 37392/16 Area IV), ai sensi del DPR 361 del 10 febbraio 20001. Vita della società Il numero complessivo dei Soci, dopo l’approvazione dell’ultima Assemblea è di 154 e sono suddivisi in Soci onorari fondatori (25), Soci ordinari (7), Soci benemeriti (6), Soci onorari (88) e Soci corrispondenti (28)2. Nel corso dell’anno è venuto a mancare il Socio Onorario Eduardo Blasco Ferrer figura di eminente studioso e di amico. Sono Soci Ordinari della SAIC coloro che hanno la titolarità di progetti di cooperazione con la Tunisia3. Taluni progetti usufruiscono di un cofinanziamento della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI (Settore Archeologia), impegnata in favore delle Missioni archeologiche, antropologiche ed etnologiche italiane all’estero e dell’attribu- zione di borse di studio a ricercatori di paesi stranieri. La Scuola è, come si è detto, oggi arrivata a 154 associati, con una costante prospettiva di crescita: nel quadro di uno sforzo di coordinamento tra le imprese archeologiche italo-tuni- sine in corso registra una crescente partecipazione di studiosi appartenenti a Università e isti- tuzioni accademiche italiane e straniere. L’Assemblea si è riunita una decina di volte, a Roma, a Sassari e più volte a Tunisi presso l’Istituto Italiano di Cultura dove, alla presenza dell’Am- basciatore d’Italia Raimondo De Cardona e della Direttrice dell’IIC Maria Vittoria Longhi, siamo stati presenti il 18 marzo 2016 e il 17 marzo 2017 (fig. 3) per l’anniversario dell’at- tentato al Museo del Bardo, con i seminari promossi dall’IIC Tunisi “Archeologia e tutela del patrimonio di Cartagine: lo stato dell’arte e le prospettive della collaborazione tuniso-italiana”. 1 Sede legale in Italia è presso il Palazzo Segni, Università degli Studi di Sassari, Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione, Viale Umberto, 52 – 07100 Sassari (delibera 8 luglio 2015, accordo di col- laborazione col Rettore dell’Università di Sassari nel luglio 2016). La Sede operativa a Tunisi è presso l’Istituto Italiano di Cultura – Ambasciata d’Italia, Avenue Mohamed V, 80 e presso l’AMVPPC a Tunisi-Belvedere (Rue 8000 Angle Ibn Nadime -Montplaisir, Tunis 1002). La Società può ricevere donazioni senza alcuna autorizza- zione preventiva. È in programma il riconoscimento come ONLUS. Sulla SAIC si veda anche Ribichini (2016). 2 Gli organi della Scuola sono costituiti dal Presidente, dal Consiglio Scientifico e dall’Assemblea dei Soci (Ordinari, Onorari, Corrispondenti). Fanno parte del Consiglio Scientifico: Piero Bartoloni (Presidente ono- rario), Antonio Corda, Savino di Lernia, Michele Guirguis (Tesoriere), Attilio Mastino (Presidente), Sergio Ribichini (Segretario), Maria Antonietta Rizzo, Pier Giorgio Spanu e Alessandro Teatini. La Scuola ha adottato Statuto, Regolamento, Convenzioni e Progetti. Ha approvato bilanci consuntivo 2016 e preventivo 2017. As- semblea e Consiglio Scientifico, dopo la costituzione, si sono svolti a Sassari, 22 febbraio 2016; Tunisi, 18 marzo 2016; Sassari, 6 aprile 2016; Roma 12 maggio 2016, Tunisi, 2 ottobre 2016; Tunisi, 17 marzo 2017; Tunisi, 6 ottobre 2017. 3 Attualmente sono soci ordinari l’ISMA CNR, Simone Mulazzani, Massimo Botto, i due dipartimenti sassaresi, quello cagliaritano, Savino di Lernia e Oscar Mei. 4 L’attività della Scuola archeologica italiana di Cartagine 2016-2017 Fig. 3. Programma e locandina degi incontri 2016 e 2017 L’ultima riunione si è tenuta il 6 ottobre scorso per l’inaugurazione della Biblioteca Sabati- no Moscati, di cui è stata inviata comunicazione a S.E. l’Ambasciatore di Tunisia in Italia S.E. Naceur Mestiri. La SAIC si propone di favorire forme di coordinamento tra iniziative che caratterizzano la cooperazione italiana in Tunisia (e nei Paesi del Maghreb) in ambito scientifico-culturale. Si propone altresì di configurare un intervento capace di favorire opportunità di ricerca, formazione e diffusione delle conoscenze sul Patrimonio relativo alle civiltà preistoriche, pre- classiche, classiche, tardo-antiche, islamiche, moderne; valorizzare gli apporti di ogni singola iniziativa con un coordinamento funzionale; contribuire attivamente al dialogo interculturale e alle politiche di sviluppo della Tunisia. La SAIC persegue in generale l’obiettivo di operare d’intesa con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e con gli Istituti Italiani di cultura, per l’organiz- zazione e il coordinamento di iniziative scientifiche, documentazione, formazione, servizi, divulgazione. A tal fine la SAIC ha sottoscritto accordi di cooperazione scientifica con istituzioni (tu- nisine, italiane, e di altri Paesi) preposte all’arricchimento, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale. La Scuola si propone di promuovere, tramite accordi con Università italiane e tunisine, master e corsi di specializzazione la cui frequenza sarà possibile anche gra- zie a borse di studio istituite ad hoc. È nato un sito istituzionale della scuola4 a cui fare riferimento per reperire notizie generali sulla nostra attività e siamo presenti e seguiti sui social network5. Siamo inoltre posizionati 4 http://www.scuolacartagine.it 5 Pagina Facebook @scuolaCartagine. La pagina registra quasi 20000 contatti mensili ed è seguita ad oggi da 1700 lettori iscritti. 5 Attilio Mastino (con la collaborazione di Sergio Ribichini) Fig. 4. nel panorama dell’editoria scientifica con una rivista online6 e una collana di monografie a stampa7 (vedi infra). Già prima della costituzione della SAIC il drammatico attentato al Museo Nazionale del Bardo di Tunisi (18 marzo 2015) era stato ricordato alla presenza delle autorità nei due in- contri svolti a Sassari presso il Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione del 26 successivo (“Il canto del Bardo”) e del 5 aprile 2015 (“I musei del Bardo, Tunisi e Algeri: Henri Lhote e l’arte africana prima dei mosaici”; fig. 4). Una volta costituita la nostra Società scientifica ha voluto onorare proprio a Tunisi il 18 marzo 2016 alla presenza del Presidente della Regione Sarda Francesco Pigliaru e dei Rettori e Prorettori delle Università di Sassari e Cagliari le vittime di quel giorno presentando il volume Je suis Bardo, curato da Samir Aou- nallah, prima della cerimonia commemorativa svoltasi al Museo. 6 Cartagine. Studi e Ricerche (CaSteR); http://ojs.unica.it/index.php/caster/ che ospita questo testo. 7 Le Monografie della SAIC edite dalla stessa Scuola con un marchio editoriale autonomo (SAIC Editore). 6 L’attività della Scuola archeologica italiana di Cartagine 2016-2017 Fig. 5. SAIC. Schema del partenariato di base (al 1 dicembre 2017) Convenzioni e protocolli (fig. 5) • Convenzione con AMVPPC di Tunisi. Nel corso dell’assemblea del 12 maggio 2016 a Roma presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani, è stata firmata la convenzione tra Scuola Archeologica Italiana di Cartagine e l’AMVPPC, diretta da Ridha Kacem e rappresentata nell’occasione da Samir Aounallah. Il documento prevede all’interno di un quadro di cooperazione nella ricerca e nello studio del territorio tunisino l’assegna- zione in comodato d’uso di aule e locali di segreteria per la sede operativa in Tunisia della SAIC. • Convenzione con il Comune di Sant’Antioco (Sindaco Ignazio Locci) per il Museo Ferruccio Barreca di Sant’Antioco (Piero Bartoloni, Sara Muscuso). • Convenzione con l’Università di Sassari. Il Rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli e il Presidente della Scuola archeologica italiana di Cartagine hanno firmato una convenzione quadro per coordinare l’attività di formazione, soprattutto all’inter- no del Dottorato di ricerca “Archeologia, storia, scienze dell’uomo”. • Convenzione con varie Università tunisine e del Maghreb. È in corso la stipula dell’ac- cordo con l’Institut Supérieur des Sciences Humaines de Tunis / Université de Tunis El Manar ISSHT (26, Avenue Darghouth Pacha – Tunis) diretto dal prof. Taoufik Aloui. • Rinnovo di tutte le convenzioni in essere con l’INP. 7 Attilio Mastino (con la collaborazione di Sergio Ribichini) Istituzione della Biblioteca Sabatino Moscati In data 29 gennaio 2017 Laura e Paola Moscati in qualità di eredi del compianto Sabatino Moscati hanno fatto pervenire una dichiarazione con la quale formalizzavano la donazione della biblioteca personale del grande studioso a favore della Scuola archeologica italiana di Cartagine perché fosse conservata e resa fruibile in una sede a Tunisi presso l’AMVPPC. In data 3 febbraio 2017 il Direttore Generale dell’AMVPPC, Ridha Kacem ha sottoscritto esprimendo il proprio compiacimento una “Dichiarazione di accettazione del dono”. In data 15 febbraio 2017 il prof. Piero Bartoloni, Presidente Onorario della SAIC, ha seguito perso- nalmente le operazioni di spedizione delle 215 casse contenenti circa 6.000 volumi del peso di 4 tonnellate che dalla residenza romana della famiglia Moscati sono partite alla volta di Tunisi-Dogana di La Goulette dove sono state ritirate dai funzionari dell’AMVPPC. Il Consiglio Scientifico all’unanimità ha proposto e l’Assemblea ha deliberato in modo unanime di accogliere i familiari di Sabatino Moscati tra i Soci Benemeriti della SAIC, se- condo quanto previsto dallo Statuto, con la formula associativa: “Famiglia Sabatino Moscati” e con la seguente motivazione: “per il dono generoso alla SAIC di circa 6.000 volumi della biblioteca del prof. Sabatino Moscati, che vengono posti a disposizione degli utenti nella sede tunisina della SAIC” (fig. 6). Il Consiglio Scientifico ha deliberato la creazione di una apposita commissione per la ge- stione della biblioteca stessa, nella forma prevista dal Regolamento della SAIC (Art. 6, com- ma 1, che prevede la possibilità di integrare i Gruppi di studio anche con non soci). Nel corso del 2017 grazie anche ad un contributo della Fondazione di Sardegna è stata inaugurata il 17 marzo la nuova sede a Tunisi della Scuola e della Biblioteca specializzata in Archeologia, Scienze dell’Antichità e Tecnologie applicate ai Beni Culturali, Storia dell’Arte presso l’AMVPPC a Tunisi-Belvedere8. Il 6 ottobre 2017 alla presenza delle autorità italiane e tunisine e delle rappresentanze delle Associazioni locali che lavorano per la valorizzazione di Cartagine si è svolta l’inaugurazione a Tunisi della Biblioteca Moscati. Come è noto, Sabatino Moscati (Roma, 24 novembre 1922 – Roma, 8 settembre 1997) nella sua notevole carriera —ricca di importanti contributi alla storia islamica e poi fenicia (con particolare attenzione all’esperienza cartaginese)— raggiunse diversi importanti risultati, fra i quali la docenza all’Università “La Sapienza” e a Tor Vergata (dagli anni Ottanta), la lunga vice-presidenza dell’Istituto per l’Oriente, la presidenza dell’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente (1978-79), la presidenza all’Accademia Nazionale dei Lincei (fino a giugno 1997), la direzione dell’Enciclopedia Archeologica presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, e la fondazione della rivista Archeo (1985). Nel 1969 ha fondato il Centro di Studio per la Civiltà Fenicia e Punica del CNR (dal 1993 al 2002 Istituto per la Civiltà Fenicia e Punica e oggi Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico), precedentemente legato all’Istituto di Studi del Vicino Oriente dell’Università romana. È stato fra i principali promotori della serie di mostre a tema archeologico di Palazzo Grassi a Venezia, di cui si ricorda soprattutto quella sui Fenici del 1988. L’Accademia Nazionale dei Lincei ha istituito un “Premio Moscati” per gli studi sulle civiltà del Mediterraneo. 8 Cinque studenti della Scuola di specializzazione in archeologia Nesiotikà di Oristano (Anna Lucia Corona, Ernesto Insinna, Davide Fiori, Donatella Bilardi, Alessandro Madau) hanno passato, grazie ai fondi del progetto Ulisse-Erasmus, tutto il mese di marzo 2017 a preparare l’allestimento della Biblioteca, che poi è stato effettuato ad agosto da Nesrine Nasr, Salvatore Ganga e Raymond Ganga. I volumi sono stati infine ordinati e disponibili sugli scaffali a settembre. 8 L’attività della Scuola archeologica italiana di Cartagine 2016-2017 Fig. 6. Tunisi, AMVPPC. La Biblioteca Moscati prima e dopo l’allestimento In rapporto all’apertura della Biblioteca, sono pervenuti numerosi messaggi di congratula- zioni per il successo della iniziativa e di auspicio per il suo futuro sviluppo. Il Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari, prof.ssa Maria Del Zompo, ha così scritto: È con vero piacere che, come Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, colgo la gradita oc- casione di poter far giungere alle Autorità presenti, agli Illustri Colleghi e a tutti i convenuti i migliori saluti da parte di tutto l’Ateneo. L’inaugurazione di una biblioteca è particolarmente importante. La grande scrittrice francese Marguerite Yourcenar faceva dire all’Imperatore Adriano dei Mémoires d’Hadrien (1951): Fonder des bibliothèques, c’était encore construire des greniers publics, amasser des réserves contre un hiver de l’esprit qu’à certains signes, malgré moi, je vois venir. Al di là dello studiato pessimismo – profetico ex post – che la scrittrice assegna ad Adriano, l’immagine è potente e positiva; e dice della essenzialità della cultura per nutrire lo spirito e la coscienza. D’altro canto, una iniziativa così meritoria quale quella dell’inaugurazione della biblioteca della Scuola Archeologica italiana di Cartagine, luogo di ricerca e di formazione avanzate, trova una ideale consonanza con l’intitolazione a uno studioso del livello di Sabatino Moscati, che ha dominato con pari e straordinaria maestria i campi della ricerca archeologia e antiquaria, epigrafica, filologica e linguistica, lasciando in eredità agli Studiosi opere che ancora costituiscono sicuri e imprescin- dibili riferimenti scientifici (si pensi solo all’opera An Introduction to the Comparative Grammar of the Semitic Languages del 1964). Come Rettore di un Ateneo sardo, non posso poi non ricordare gli intensi legami di Sabatino Moscati con la Sardegna, ovviamente e prima di tutto in ragione dell’importantissima presenza fenicio-punica, che studiò e conobbe profondamente in un fecondo intreccio di collaborazioni con gli Studiosi locali. Nel rinnovare un caloroso saluto, mi è dunque per molte ragioni davvero gradita l’occasione di formulare i migliori auspici per le attività della Scuola e per un prospero futuro della sua Biblioteca. Gli organismi della Scuola hanno espresso il più vivo apprezzamento per le figlie dell’illu- stre studioso, Laura e Paola Moscati (fig. 7), che hanno generosamente fatto dono del patri- monio librario costituente la biblioteca stessa, nonché per il Presidente onorario Piero Bar- toloni, che molto si è adoperato in proposito, e per tutti coloro che con il proprio impegno, la propria abnegazione, il proprio contributo hanno progettato, sviluppato e realizzato un obiettivo che appare con evidenza di altissimo significato, un passo concreto per lo sviluppo delle attività di formazione della Scuola, nel segno della collaborazione tra l’Italia e la Tunisia. 9 Attilio Mastino (con la collaborazione di Sergio Ribichini) Fig. 7. Nesrine Nasr (INP-AMVPPC), Laura e Paola Moscati, Maria Vittoria Longhi (IIC) il giorno dell’inaugurazione della “Biblioteca Moscati”. Sergio Ribichini ha ricordato che tale evento celebra in modo significativo il ventesimo anniversario della scomparsa del prof. Sabatino Moscati (24 settembre 1997), comune Mae- stro per tanti Soci della SAIC. Nell’occasione è stata ricordata la memoria di Anna Enrico in Moscati, che con passione e dedizione ha curato negli anni l’ordinamento della Biblioteca. Su proposta del prof. Bartoloni i soci contribuiranno all’incremento della Biblioteca Moscati, per renderla viva e darle un futuro prestigioso nel tempo e nel nome dell’illustre e comune Maestro, al quale sono stati dedicati gli Atti dell’ultimo Congresso Internazionale di Studi Fenici, che sono stati presentati nell’occasione a Tunisi. Attività di disseminazione della ricerca e di divulgazione scientifica Convegni e giornate di studio La SAIC ha promosso direttamente o ha concorso all’organizzazione di una serie di inizia- tive scientifiche e di alta divulgazione tra cui ricordiamo principalmente l’incontro annuale dal titolo Archeologia e tutela del patrimonio di Cartagine: lo stato dell’arte e le prospettive della collaborazione tuniso-italiana di cui sono state celebrate a Tunisi le prime due edizioni9. I due incontri sono stati resi possibili grazie alla collaborazione con l’Ambasciata d’Italia, l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi e con i colleghi tunisini e hanno riguardato i temi più attuali 9 I (18 marzo 2016) e II (17 marzo 2017), presso l’Istituto Italiano di Cultura. L’organizzazione è stata inoltre possibile grazie al sostegno della Fondazione di Sardegna, dell’Istituto di Studi e Programmi per il Mediterra- neo, dell’INP e dell’AMVPPC di Tunisi. Gli atti della prima edizione, curati a da Paola Ruggeri ed editi dalla SAIC Editore sono scaricabili dal repository Zenodo (OpenAIRE) a questo indirizzo: https://doi.org/10.5281/ zenodo.437418. 10
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