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L'angelo della melancholia, Allegoria e utopia del residuale in Walter Benjamin PDF

202 Pages·2009·0.717 MB·Italian
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Collana diretta da Claudio Ciancio G C IANLUCA UOZZO L’ANGELO DELLA MELANCHOLIA Allegoria e utopia del residuale in Walter Benjamin MIMESIS Essere e libertà Volume pubblicato con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e dell’Assessorato all’Università e alla Ricerca della Regione Piemonte, della Fondazione Cassa di Ri- sparmio di Torino e del MIUR, fondi di ricerca del Programma di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale 2006: “Etica e ontologia. Fatto/Valore/Soggetto” (Coordinatore scientifi co: Prof. Gianna Gigliotti). © 2009 – MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine) www.mimesisedizioni.it / www.mimesisbookshop.com Via Risorgimento, 33 – 20099 Sesto San Giovanni (MI) Telefono e fax: +39 02 89403935 E-mail: [email protected] Via Chiamparis, 94 – 33013 Gemona del Friuli (UD) E-mail: [email protected] INDICE RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI p. 7 PREMESSA p. 9 INTRODUZIONE PENSIERO E IMMAGINE NELLA FILOSOFIA DI WALTER BENJAMIN p. 13 I. PROTOLOGIA: ORIGINE E LINGUAGGIO p. 25 1. Origine, creazione, fenomeno p. 25 2. Mondo decaduto: Franz Kafka tra mito e critica del presente p. 32 3. Metafi sica del linguaggio: Turris Babel p. 53 II. NOME, BELLEZZA E VERITÀ p. 63 1. Il segreto non comunicabile del nome e il potere dissacrante dell’allegoria p. 63 2. Idea, rappresentazione e bellezza p. 70 3. L’“ideale del problema” nell’opera d’arte p. 78 III. COLLATIONES MELANCHOLICHE p. 95 1. La ‘melancholia’ come ipertrofi a della rifl essione: il pessimismo tragico benjaminiano p. 95 2. La galleria dell’antiquario: collezionismo, cascami del passato e utopia del residuale p. 111 3. Mondi onirici e fi losofi a della marginalità p. 118 4. ‘Dame Mérencolye’: tra Marsilio Ficino e Albrecht Dürer p. 124 IV. FIGURE DELLA REDENZIONE p. 137 1. Allegorie della resurrezione e tecniche del risveglio p. 137 2. Dialettica della reminiscenza: la svolta copernicana del sapere storico p. 150 3. Soglie del tempo: i passages parigini p. 158 4. Condizione messianica d’arresto: la scacchiera teologica p. 172 CONCLUSIONI DALL’ABISSO DELLA TRAUER: REDENZIONE ALLEGORICA E POTERE ‘MIMETICO-SIMBOLICO’ DELL’ALLEGORIA p. 181 INDICE DEI NOMI p. 197 7 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Per le opere di Walter Benjamin si è fatto riferimento alle Gesammelte Schrif- ten, 7 voll., edite a Francoforte da Suhrkamp, a cura di R. Tiedemann e H. Schwep- penhäuser (e con la collaborazione di T.W. Adorno e G. Scholem) tra il 1972 e il 1989. Esse saranno citate nel testo, tra parentesi tonda, con l’abbreviazione GS. Il numero romano immediatamente seguente all’abbreviazione si riferisce al volume dell’edizione tedesca, mentre quello arabo al numero di pagina; dopo il punto e virgola si fa riferimento con il numero romano (dove è stato possibile) al volume della traduzione italiana delle Opere complete (9 voll.), mentre con quello arabo al numero di pagina della stessa. Dei nove volumi previsti delle Opere complete italiane, a cura di E. Ganni (Einaudi, Torino), sono al momento apparsi i seguenti volumi: vol. I (Scritti1906-1922), 2008; vol. II (Scritti 1923-27), 2001; vol. IV (Scritti 1930-31), 2002; vol. V (1932-33), 2003; vol. VI (1934-1937), 2004; vol VII (Scritti 1938-1940), 2006; vol. IX (I “passages” di Parigi), 2000. Laddove le recenti Opere complete italiane non siano giunte a pubblicare testi benjaminiani citati nel testo (e nel solo caso del vol. IX), si è proceduto a citare le traduzioni dalle seguenti edizioni: Angelus Novus. Saggi e frammenti, a cura e trad. it. di R. Solmi, Torino, Einaudi, 1982 (abbreviato con AN); Parigi capitale del XIX secolo. I “passages” di Parigi, a cura di R. Tiedemann, trad. it. di G. Agamben, Torino, Einaudi, 1986 (abbreviato con PW); Sul concetto di storia, a cura e trad. it. di G. Bonola e M. Ranchetti, Torino, Einaudi, 1997 (abbreviato con CS); Metafi sica di gioventù (Scritti 1910-1018), trad. it. di I. Porena, A. Marietti Solmi, R. Solmi, A. Moscati, Torino, Einaudi, 1982 (abbreviato con MG); Il concetto di critica nel Romanticismo tedesco (Scritti 1919-1022), trad. it. di C. Colaiacono, R. Solmi, A. Marietti Solmi, A. Moscati, G. Agamben, Torino, Einaudi, 1982 (abbreviato con RT); Critiche e recensioni. Tra avanguardia e letteratura di consumo, trad. it. di A. Marietti Solmi, Torino, Einaudi, 1979 (abbreviato con CR). 9 PREMESSA Se vi è un punto arduo della rifl essione di Walter Benjamin, esso è sen- za dubbio rappresentato dall’intreccio fra fi losofi a e politica. Le pagine che seguono sono un tentativo di restituire la complessità del pensiero benjaminiano, le sue indefi nite volute e apparenti digressioni, attraverso un’interpretazione che ponga al suo centro le insistite affermazioni me- tafi siche di Benjamin. Il concetto di origine (Ursprung) è forse la chiave di volta della sua produzione trattatistica, capace di stringere in un solo abbraccio rifl essione politica, storica ed estetica, nonché critica letteraria e metafi sica in senso stretto. Nel far ciò, conformemente allo stile e al metodo di Benjamin, si è adot- tato un procedimento genetico-concettuale, che dispiega la sua variegata produzione nel senso di una topografi a simultanea di idee e concetti, dove lo sviluppo cronologico (articolato negli “estremi temporali”) risulta rap- preso nell’istantaneità di nessi puramente ideali, e dove l’interpretazione rasenta costantemente il rischio di celarsi dietro il semplice commento in- terlineare – rabbinico!1 – della pagina benjaminiana. Che non si renda giustizia allo sviluppo cronologico dei pensieri dell’au- tore, è un rischio che si può correre soltanto nella ferma convinzione del- la profonda unitarietà della rifl essione benjaminiana. Anche la cosiddet- ta svolta marxista di Benjamin trova in realtà la sua collocazione in un impianto teorico già costituito che ruota intorno al nesso materialismo- utopismo messianico, una sorta di “parallelismo spesso indecifrabile dei due indirizzi ideali, quello metafi sico-teologico e quello materialistico”.2 L’utopia, tema che già occupa Benjamin durante la lettura del Geist der 1 “Le sue facoltà intellettuali [di Benjamin] tendevano sempre di più a fare di lui un commentatore di testi importati, intorno ai quali riusciva a cristallizzarsi il suo pensiero. Il suo talento speculativo non si adoperava più tanto a escogitare cose nuove, quanto a penetrare il dato, interpretandolo e trasformandolo in senso paradigmatico”: G. SCHOLEM, Walter Benjamin. Storia di un’amicizia, trad. it. di E. Castellani e C.A. Bonadies, Milano, Adelphi, 1992, p. 175. 2 Ivi, p. 192. 10 L’angelo della melancholia Utopie di E. Bloch (1918) nel gennaio del 1920,3 è il prius di una rifl essio- ne in cui origine e futuro redentivo (anche inteso come “violenza rivolu- zionaria”) (GS VI, 99; CS 283) stringono la storia dell’uomo nel suo alveo fi losofi co-teologico più fecondo. Il marxismo di Benjamin, d’altronde, è un marxismo restituito al suo intrinseco signifi cato religioso e profetico, capace di contrastare la religione cultuale del capitalismo, quale “mani- festazione di potenze spettrali e demoniache” (ivi 99; CS 282), proprio in virtù della sua apertura all’ulteriorità di un regno messianico (della giusti- zia, della liberazione) che non si esaurisce sul piano secolare e mondano: “L’autentico potere divino può manifestarsi in modalità diversa da quella distruttiva soltanto nel mondo a venire (del compimento)” (ibid.). Origine e utopia, origine come futuro utopico della Erfülltheit. Di contro sta un mondo secolare “imparentato al mito”, dove un nomos mondanizza- to, teocratico e parassitario, perpetua i suoi crimini condannando l’uomo ad un’esistenza peccaminosa e senza chance salvifi ca. Al cospetto di que- sta “situazione mitica”, contrassegnata da una tristezza e una melancholia che sono come la didascalia luttuosa dell’intera storia del mondo, la realtà creaturale preserva il suo legame con la trascendenza al di là di ogni con- cezione totalizzante e posizione di dominio secolare da parte del “principio supremo” mondanizzato (capitalismo, ideologia del progresso, tecnocra- zia). Il mondo è vero soltanto come margine, runa e frammento anarchico. L’origine, quale realtà integralmente storica “insatura” (unerfüllt) e “insa- turabile” (unerfüllbar),4 brilla soltanto nei fenomeni che si sottraggono al mondo sottoposto a norma secolarizzata, incorporata nel nomos basileus e nella legge mitica e tirannica delle ideologie dominanti. Utopia del residuale, in tal senso, è la categoria che meglio sembra co- gliere il nucleo metafi sico della fi losofi a di Benjamin, un atteggiamento volto “a ritrovare un frammento della luce messianica sparsa nel mondo devastato che lo circondava”, un istinto “a salvare qualcosa di prezioso e di insostituibile dal naufragio del tempo”.5 È proprio nell’immagine del residuale e del marginale che transitorietà ed eternità trovano il loro punto di conversione dialettica. La monadologia benjaminiana, come si evince dal Passagen-Werk, deve declinarsi nel senso di una fi losofi a dei “rifi uti della storia”, dove sono le scorie – gli elementi del rimosso col- 3 Ivi, p. 141. 4 G. MARRAMAO, Messianismo senza attesa. Sulla teologia politica ‘postreligiosa’ di Walter Benjamin, in AA.VV., Teologia e politica. Walter Benjamin e un para- digma del moderno, a cura di M. Ponzi e B. Witte, Torino, Aragno, 2006, p. 37. 5 G. SCHIAVONI, Walter Benjamin. Sopravvivere alla cultura, Palermo, Sellerio, 1980, p. 21.

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