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La tirannia della valutazione PDF

94 Pages·2018·16.46 MB·Italian
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Indice Prefazione 7 di Francesco Codello INTRODUZIONE 17 Tirolo originale: La 1jrannie de L'évaluation Comprendere la «follia valutativa» Traduzione dal francese di Andrea Libero Carbone PRIMA PARTE © 2013 Éditions La Découverte, Paris Il paradosso delle «nuove» valutazioni © 2018 elèuthera CAPITOLO PRIMO 27 Opera pubblicata con il sostegno del Programma di aiuto La meritocrazia traviata alla pubblicazione Casanova dell'lnsticut français Italia CAPITOLO SECONDO 45 Progetto grafico di Riccardo Falcinelli Un'efficacia dagli effetti perversi il nostro sito è www.eleuthera.it CAPITOLO TERZO e-mail: [email protected] Il potere dell'oggettività SECONDA PARTE Cosa comporta la nostra sottomissione? Prefazione CAPITOLO QUARTO 93 di Francesco Codel/Q Il panopticon CAPITOLO QUINTO 113 Valutato, ergo sum TERZA PARTE «Valutare uccide»: un'altra valutazione è possibile? CAPITOLO SESTO I3l Valutare uccide CAPITOLO SETTIMO Nel 1958 Michael Young pubblicava a Londra il suo pro Per una valutazione ... riterritorializzata fetico libro The Rise o/ the Meritocracy 1980-20331, una distopia in cui delinea l'avvento al potere, su scala mon Conclusione diale, di una Meritocrazia. I nuovi padroni governano in base a una selezione fondata non sulla nascita, né sulla ric chezza, ma sull'intelligenza misurata scientificamente. La nuova classe dirigente arriva al potere grazie a una serie di ' riforme scolastiche e socio-economiche ispirate al princi f .l pio dell'uguaglianza delle opportunità. Le classi inferiori, lavoratori e lavoratrici, hanno inesorabilmente perso tutti i loro saperi e il loro ingegno e, con il loro consenso «demo craticamente» ottenuto, si auto-dichiarano e si ricono scono come esseri inferiori. Nell'anno 2034, però, le masse di esseri sottostanti si rivoltano mettendo in discussione l'intero sistema meritocratico. Nel Manifesto che descrive le intenzioni dei rivoltosi si può leggere: «La società senza 7 classi sarà quella che avrà in sé e agirà secondo una plura vole. Il merito è una variante altamente aleatoria, mai una lità di valori. Giacché se noi valutassimo le persone non costante, pertanto premiare il merito (in senso assoluto) è solo per la loro intelligenza e cultura, per la loro occupa impossibile. La meritocrazia è di conseguenza impratica zione e il loro potere, ma anche per la loro bontà e il loro bile perché considera il merito un valore assoluto (e non coraggio, per la loro fantasia e sensibilità, la loro amorevo relativo) e costante (anziché variabile). Possiamo dunque lezza e generosità, le classi non porrebbero più esistere[ ... ]. dire che la meritocrazia è la negazione del merito stesso4 • Ogni essere umano avrà quindi eguali opportunità non di Eppure «meritocrazia» è la parola chiave, il concetto per salire nel mondo alla luce di una qualche misura matema eccellenza, che ispira tutti coloro che si propongono come tica, ma di sviluppare le sue particolari capacità per vivere i veri riformatori di queste nostre società. Strettamente col una vita ricca»2• legato a questo, un altro mantra ormai risuona dentro cia Non esiste oggi esponente politico di destra o di sinistra, scuno di noi: «valutazione». Valutare vuol dire dare valore, manager di aziende pubbliche o private, economista o opi quindi pesare, quantificare, attribuire un peso spendi nionista televisivo e della carta stampata (tranne pochis bile nel mercato a qualche cosa. Valutare contiene il verbo sime eccezioni), che non metta al primo posto dei pro valere, avere forza, potenza, autorità, comprende valenza, pri obiettivi, nell'indicare la soluzione ai guasti di queste valevole (utile, valido, efficace), ma soprattutto richiama il nostre società, proprio la mancanza della selezione sociale sostantivo va/,ore (avere valore di, con valore di, valore di fondata sul merito3• Certamente in una società che premia ., scambio, valore d'uso, valore nominale, valorizzare, valo il demerito appare del tutto evidente che invocare e aspirare ' roso, valùta nel senso di moneta). La valurazione è l'atto i a una società meritocratica non può non essere un obiet effettivo del valutare ·e il suo significato (nella molteplicità tivo da tutti facilmente condivisibile. Il problema, come già di derivati e di sensi che le si attribuiscono) è preminen Michael Young aveva intuito, è che valorizzare le attitudini temente legato al concetto di valore o stima, alla determi personali, i singoli talenti e le specifiche sensibilità è una nazione di un prezzo, trasformandosi così in un potente cosa, il merito un'altra, la meritocrazia un'altra cosa ancora. strumento di potere (nel senso di poter «far fare» e non di Innanzitutto è palese la difficoltà (impossibilità) di definire poter «fare»). in modo assoluto il merito, poi è evidente quanto arbitra Come ben sottolinea Angélique del Rey in questo suo rio possa essere organizzare una comunità secondo la regola lavoro, la valutazione è lo strumento centrale della flessi del premio all'individuo meritevole, infine sono facilmente bilizzazione contemporanea del lavoro, che produce ine intuibili i danni irreparabili che ne deriverebbero. Il merito vitabilmente una precarizzazione psicologica dell'essere è una variabile che dipende da numerosi fattori e da diversi umano. Si caratterizza come controllo a posteriori attra parametri: tempo in cui si verifica, spazio in cui avviene, verso la performance, con una pretesa di oggettività (una contesto che permette all'individuo di dimostrarsi merite- semplice informazione diviene un discorso di verità). Il 8 9 significato che la società (post)moderna attribuisce ali' og esigenze delle batterie valutative appositamente confe gettività implica l'equivalenza tra le cose e gli esseri: la valu zionate. In nome della performance, sottolinea Angéli tazione oggi oggettivizza i soggetti e li sradica da se stessi, que del Rey, abbiamo creato una misura che misura solo cioè dalla loro interiorità e specificità. In sostanza, ci sug la capacità di conformarsi alla misura stessa. Adattarsi gerisce ancora Angélique del Rey, il razionalismo valuta alle richieste significa adattarsi alla norma: le valutazioni tore, vera tirannia del visibile e del!' esplicito, sviluppa e disciplinari scolpiscono ognuno dall'interno, a partire da realizza una deterritorializzazione della misura e del giu un modello dato e interiorizzato. I.:esito è il riconoscersi dizio presente nella valutazione. Pertanto è l'intero sog come soggetti-(oggetti) proprio in quanto si è valutati: getto che, nel momento in cui viene valutato, è sradicato valutato dunque sono. Insomma, l'idea dominante è che dalla propria reale condizione. Ancor di più, chi valuta ogni individuo, attraverso la valutazione, si possa ritenere pensa a un soggetto che è divenuto e si conferma come soddisfatto del posto che occupa nella piramide sociale per oggetto medio, così ipotizzato da parametri generali e ché è quello che gli compete in base agli sforzi (esiti) che ha generici, completamente senza storia, senza presente e con saputo mettere in campo, perché è quello che si è meritato. un futuro che sta per essere determinato dal suo esterno. In ogni ufficio in cui entriamo, di fronte a ogni presta Cideologia di fondo di questa società ossessionata dal valu zione che espletiamo e a ogni servizio di cui ci avvaliamo, nei tare tutto, sempre, comunque, è propria di una nuova eco tempi del nostro relax organizzato, nei prodotti che acqui nomia che potremmo definire «cognitiva», nella quale l'im stiamo e ormai in tutte le nostre interazioni sociali, siamo presa (nel senso ampio del termine) investe nel «capitale chiamati a valutare, e siamo valutati, attraverso forme diverse umano,> (vero orrore espressivo), secondo equazioni come ma comunque riconducibili a questa logica imperante. «ricchezza e sviluppo nazionale = innovazione». In altre Un esempio particolarmente significativo di tutto que parole, l'individuo è chiamato a forza ad aumentare le sue sto lo possiamo rilevare nei sistemi scolastici. La logica competenze per rendersi più competitivo. Una nuova logica meritocratica si propone di trasformare i giovani da sog biopolitica e totalitaria del dominio enuncia e persegue getti a oggetti, e la funzione dei sistemi scolastici è innan il passaggio dal saper-fare al saper-essere. Con il pretesto zitutto quella di fornire al mercato del lavoro globalizzato dell'efficienza, in realtà si valuta solo la capacità di adatta e fluido soggetti-oggetti malleabili e utilizzabili (spendi mento al sistema complesso e globale di valutazione, ai suoi bili) in contesti diversi, privi di contenuti problematizzati, tempi, spazi, luoghi, modi, relazioni, incitando a una com ma ricchi di capacità di adattamento psicologico e profes petizione esclusivamente finalizzata al raggiungimento del sionale (imparare a imparare). Abbiamo ormai consumato risultato (a qualsiasi costo), promuovendo questo nuovo il passaggio strategico dall'idea di istruzione obbligatoria soggetto-oggetto dal «cervello aumentato»\ piegando l'e a quello di formazione obbligatoria, dall'uomo produttore spressione libera e spontanea del proprio specifico sé alle a quello consumatore. Ecco perché in passato l'attenzione li apprendimento/insegnamento/apprendimento. Le tecnolo era rivolta all'acquisizione delle conoscenze mentre adesso gie e gli strumenti valutativi (definiti dal ;ISA, Pro~ram~e è rivolta all'acquisizione delle competenze. Il sistema scola for International Student Assessment dell OCSE, e m Italia stico è transitato dal!' essere al servizio dell'economia ali' es tradotti da INVALSI) stanno trasformando l'intero sistema di sere al servizio di uno dei settori strategici dell'economia. istruzione, diventando ormai il presupposto e non la con La sua mission è infatti quella di formare adeguatamente i seguenza delle pratiche quotidiane del fare scuola. Questi lavoratori alle esigenze della logica capitalistico-finanziaria, sistemi pretendono di misurare ciò che non è misurabile, di educare e stimolare il consumatore, di aprire le scuole cioè si propongono di dare un valore quantitativo a una stesse alle strategie pervasive dei mercati6 Il futuro lavora • qualità. La competenza è infatti quella capacità tutta per tore (fin da studente) deve essere flessibile, adattabile, com sonale di tradurre concretamente in un contesto specifico petitivo, animato da spirito d'impresa e soprattutto respon le proprie abilità e conoscenze. Pertanto, non può essere sabile, ovvero conscio che il suo interesse coincide con misurata quantitativamente ma solo qualitativamente, poi quello generale (cioè con quello delle classi dominanti). La ché dipende da un insieme di fattori che esigono continue pedagogia delle competenze, cosl come delineata nelle otto verifiche nella pratica. La competenza dunque definisce la competenze-chiave contenute nelle Raccomandazioni del capacità di portare a termine una funzione, un insieme di Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa del 18 dicem compiti. Tradizionalmente, è vista come il risultato di un~ bre 2006, ha colonizzato l'insieme dei sistemi educativi del padronanza delle conoscenze acquisite, del saper-fare, dei globo, oltrepassando le frontiere del vecchio continente e comportamenti adeguati e delle esperienze pratiche. Ma governando il sistema di istruzione di Stati Uniti, Canada, dalla fine del xx secolo, questo buon senso ha lasciaro il Australia, Argentina, Algeria, Togo, ecc. Tutto ciò si è impo posto a una nuova interpretazione del termine «~ompe~ sto senza che governi nazionali, sindacati tradizionali e forze tenza», che ora non significa più solo una somma d1 sapen politiche abbiano speso una parola di condanna o abbiano efficaci, ma rimanda sempre più a una capacità astratta di allertato i loro iscritti rispetto alle conseguenze che questo mobilitare le proprie conoscenze (qualunque esse siano). fenomeno trasversale e internazionale sta producendo. l.:in Ciò che caratterizza l'approccio a queste nuove compe ternazionalizzazione dei sistemi valutativi risponde in pieno tenze, predominante a partire dagli anni Novanta, è che gli a un modello educativo che è divenuto irrimediabilmente obiettivi educativi, più che a trasferire contenuti, mirano a «formativo» e che ha trasformato la Scuola in una fabbrica conseguire una capacità di azione. Una competenza non è di allievi performanti, in una fabbrica di «risorse umane». riducibile a specifici saperi, né a specifici saper-fare o com Si è così imposta una valutazione che poggia su una filo portamenti. Questi sono solo risorse che l'alliev? non dev~ sofia comune caratterizzata da una misurazione standar necessariamente possedere, ma che deve essere m grado d1 dizzata e da un approccio quantitativo, una valutazione mobilitare, in un modo o nell'altro, per la realizzazione di del tutto estranea al contesto quotidiano della dinamica 13 l2 un compito panicolare. Queste nuove modalità valutative bandito da ogni forma di relazione e di organizzazione inducono perciò a insegnare solo ciò che è misurabile o che sociale? Ovviamente no! Neanche all'interno delle scuole. si ritiene tale. Quindi non solo condizionano le modalità di Ma occorre riprendere significati più autentici, più consoni insegnamento e le didattiche che ne conseguono, ma soprat a relazioni umane ispirate ai valori della cooperazione piut tutto plasmano e rendono validi solo alcuni modi di appren tosto che della competizione. Ciò che va dunque respinto è dere. Con un'operazione arbitraria e pericolosa la qualità quel dispositivo di potere che assume le caratteristiche di un viene fatta coincidere con la quantità senza considerare real controllo totale funzionale alla diffusione di un «essere senza mente che l'essere vivente non è mai uguale a se stesso (cam qualità,,, funzionale al mercato del lavoro globale, un dispo bia, si evolve) e soprattutto non è mai uguale a un altro, sitivo prodotto da un sistema scolastico fondato sulla cultura neanche nel modo, nello stile e nei tempi del suo appren dell'utilitarismo e organizzato su tempi «spesi bene» (dove dimento. Questo fenomeno sta producendo l'insegnamento per bene si intende qualcosa di specifico e predefinito). dell'ignoranza7 depauperando i saperi, abbassando i livelli, Come sottolinea Angélique del Rey, ciò che urge modi , svuotando di criticità i contenuti. Quello che è .ormai dive ficare è proprio il paradigma di fondo: accettare la com nuto una sorra di supermarket dell'istruzione, l'istituto sco plessità, l'incertezza, l'imprevedibilità, la specificità, la sin lastico, dà spazio a una didattica che produce segmenta golarità, la contestualizzazione, rimpiazzando la linearità e zione e meccanizzazione dell'apprendimento, attraverso una il riduzionismo sistematico. Ecco dunque che, in ambito pratica valutativa standardizzata che si basa sul rispondere a valutativo, prevarrà l'osservazione e la registrazione sul domande (test) e che ha ormai rinunciato a stimolare la pro giudizio, l'attenzione al processo più che al prodotto. In posizione di domande e a mantenere acceso un pensiero cri questo ambito si recupera tutta una tradizione libertaria tico e divergente. La filosofia dell'utilitarismo governa il pro fatta di innumerevoli esperienze concrete, realizzate anche cesso di trasmissione del sapere e plasma le metodologie di nell'attualità, che hanno privilegiato queste modalità alter insegnamento, producendo nei fatti un «uomo senza qua native e fortemente anriautoritarie. Modalità che spingono lità,,8. Come scrive giustamente Angélique del Rey, la valuta per intervenire il meno possibile nella relazione educativa zione per competenze si propone di «valutare l'attitudine dei (secondo l'insegnamento di Tolstoj e della Montessori), giovani quindicenni a cavarsela nella vita reale. Vita reale? per ritenere strategico il fatto di valutare anche l'intervento Appare chiaro che nello scenario definito dalla valutazione la dell'adulto, per considerare l'errore uno strumento e un'oc nozione di competenza impone una visione normativa della casione irrinunciabile di crescita (e non una condanna), per vita e della sua riuscita. Di ciò che la vita reale è, e di ciò che mettere in pratica confronti diretti tra pari, il tutto par non è. Di ciò che significa riuscire nella vita reale, e di ciò tendo dalla convinzione che l'apprendimento è una costru che significa fallire»9 zione sociale e non esclusivamente individuale. La valu • Tutto questo significa forse che il valutare deve essere tazione pertanto risulterà funzionale al lavoro che si sta 14 I 5 svolgendo e perderà ogni valenza assimilabile a un rito da INTRODUZIONE tribunale (Ferrer). Valutare è funzionale a imparare: all'op posto, nella scuola istituzionalizzata gli errori si nascon Comprendere la «follia valutativa» dono all'insegnante perché si vogliono evitare i giudizi. Questo libro di Angélique del Rey rappresenta un punto di inizio per un'analisi radicale di come, attraverso questa ossessione valutativa, si stia imponendo un tipo di essere umano privo di autonomia, servile e ignorante, ma for temente disponibile, perché ne ha interiorizzato i fonda menti, a essere consumato in modo assolutamente a-critico. Note alla Prefazione I. Michael Young, The Rùe oft he Meritocracy 1980-2033, Thames and Hudson, London 1958 (trad. it.: L'avvento della meritocrazia, Edizioni Se la vira avesse uno scopo, non sarebbe più la vita. di Comunità, Milano 1962, nuova edizione 2014). Paul Valéry 2. Ibid., p. 174. 3. Segnalo qui un libro (una specie di bibbia per i suoi seguaci) su tutti: Dobbiamo costantemente combattere l'idQlatria Roger Abravanel, Meritocrazia, Garzanti, Milano 2008. della ragione, che tuttavia è il nostro unico strumento 4. Cfr. Carmelo Albanese, Il feticcio della meritocrazia, Manifescolibri, affidabile di conoscenza. Roma 2013. Edgar Morin 5. Cfr. Miguel Benasayag, Il certJel/q aumentato, l'uomo diminuito, Erikson, Tremo 2016. 6. Cfr. Nico Him, L'Étole prostitt,ù, Éditions Labor, Bruxelles 200 I. La valutazione, nel nostro mondo neoliberista, è diven 7. Cfr. Jean-Claude Michéa, L'enseignement de l'ignorance, Édicions Cli tata un potente strumento di potere. In primo luogo mats, Castelnau-le-1.ez, 1999. nelle scuole, dove il sistema di valutazione basato sui pun 8. Su tutte queste question.i rimando a diversi miei scritti precedenti e teggi è stato affiancato sin dagli anni Duemila da valuta a un altro testo di Angélique del Rey, À l'é,ole des compitences. De l'édu zioni di una nuova natura, che pretendono di individuare cation à la fabrique de l'élève pnfonnant, La Oécouverte, Paris 2013. gli alunni «a rischio di fallimento scolastico» già ali' asilo, 9. Angélique del Rey, À l'icole des compitences, cit., pp. 58-59. predisponendo la loro «conformità occupazionale» attra- 16 17 verso «un registro personale delle competenze» che sempre bito della sanità, il New Public Management ha portato più rimanda a patologie e handicap, nonché a una poten alla chiusura di alcuni centri di cura, ai servizi a pagamento ziale propensione criminale. In secondo luogo nei posti di e a una valutazione del personale sanitario basata su logi lavoro, dove similmente, a partire dagli anni Ottanta, la che estranee alla professione. In ambito giudiziario, que «logica della competenza» affianca un sistema di valuta sta evoluzione si è tradotta in un irrigidimento delle pene e zione basato da oltre un secolo sulle qualifiche, con l'in in misure di detenzione preventiva ... Perfino i settori legati tento di sostituirvisi. Questa nuova logica rende la valu alle funzioni sovrane dello Stato, come la polizia, non sono tazione uno strumento centrale nella flessibilizzazione del immuni da valutazioni manageriali, e sempre più poliziotti lavoro, portando a una «precarietà psicologica» che, come lamentano di doversi occupare di «raggiungere i parametri dimostrano esempi sempre più numerosi, può anche con assegnati» invece di svolgere efficacemente il proprio lavoro. durre al suicidio! In terzo luogo nelle politiche e negli atti Queste «nuove» valutazioni sono soprattutto legate a pubblici, dove l'avvento negli anni Ottanta del New Public nuove istituzioni, ma non sempre: quando un giovane delle Management, nel mondo anglosassone prima e poi in tutto classi popolari valuta di essere, come la maggior parte dei il mondo, ha sconvolto la precedente modalità burocra giovani della sua classe, incapace di scudi di lunga durata, tica di valutazione basata sulla legittimità democratica e sul quando un direttore delle risorse umane bombarda i suoi controllo a posteriori, imponendo una «gestione delle pre «collaboratori» con valutazioni spontanee della loro per stazioni» in cui la valutazione è ancora una volta centrale, formance o quando un sito di incontri online fa dipen fino a divenire onnipresente, diffusa e riconducibile a para dere l'iscrizione da una valutazione curiosamente incen metri di efficacia basati sul denaro. trata sul salario mensile, è ali' opera la stessa tirannia delle Quest'ultima forma di valutazione, che ha cominciato valutazioni istituzionali che creano ingiustizia in nome del a imporsi in Francia nel 2000, ha avuto ricadute in tutti merito, ovvero inefficienza in nome della performance. i settori, in tutte le organizzazioni e istituzioni, in tutti i La tirannia delle nuove forme di valutazione si basa mestieri e professioni. I:università e la ricerca sono state anche sulla loro presunta oggettività. Benché tendano a tra le prime istituzioni coinvolte, in particolare attraverso imporsi sulla totalità della vita individuale e sociale, danno una classificazione bibliometrica autoreferenziale delle rivi di sé un'immagine ben diversa da quella di un potere: si ste e i nuovi criteri formali per la classificazione di ricerca presentano cioè come una semplice «informazione», se non tori e università. Il fenomeno ha riguardato anche l'intero come un discorso di. .. verità. E con l'avanzare delle nuove sistema di istruzione pubblica, con la drastica riduzione tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il giu dei posti di lavoro, l'abolizione della formazione degli inse dizio di valore presente in ogni valutazione tende a svanire gnanti, la concorrenza indotta tra le scuole ... tutte conse dietro l'imposizione automatica di una misura ... autorefe guenze di valutazioni «basate sulle prestazioni». Nell'am- renziale: se un blog o un sito web riceve molti «mi piace», 18 19 vuol dire che è di buona qualità e merita di essere frequen universale e naturale come quella della valutazione? l'at tato; se lo spettacolo attrae pochi spettatori o non parte leta non valuta forse l'altezza o la lunghezza prima di sal cipa attivamente alla «creazione di legame sociale» (pre tare? il chirurgo e il paziente non valutano forse le possi mio di consolazione), non vale niente; se per un progetto bilità di successo e i rischi prima di operare? i politici non sono stati spesi un sacco di soldi, bisogna valutare il rap dovrebbero forse valutare i vantaggi e gli svantaggi di una porto costi/benefici (anche se è un progetto incentrato riforma prima di proporla?». Il presupposto implicito è che sulla salute dei beneficiari); e così via. Valutare vuol dire la valutazione, nel duplice significato di conoscenza (imma sempre più misurare tutto con lo stesso metro: il denaro, gazzinamento di informazioni, confronto, misurazione) e il capitale. giudizio («è lontano», «è rischioso», «è veloce o lento», «è Tuttavia, le critiche rivolte alla valutazione vengono troppo», «è troppo poco», «è buono», «è cattivo», «è beli~», generalmente percepite come irresponsabili: lo dimostra, «è brutto» ecc.), è un prerequisito di qualunque scelta razio per esempio, la reazione indignata di un consulente a un nale: quindi non si può essere ragionevolmente «contro»! convegno di psicoterapeuti tenutosi alla Mutualité di Parigi In realtà, l'importante non è essere pro o contro la valu nel febbraio 201 O il cui titolo era Valutare uccide-. «Non tazione in generale. Piuttosto, dobbiamo capire come mai vogliamo forse ambulatori efficaci? Non abbiamo forse si è prodotto, lì dove si tratta di valutare, un tale degrado bisogno di servizi pubblici capaci di sfruttare al meglio i della vita sociale: curiamo sempre peggio, educhiamo meno mezzi a disposizione? È la valutazione di ciò che è stato di prima, lavoriamo con sempre maggiore sofferenza. Le fatto a rendere possibili i progressi. Per esempio, se si valu nuove forme di valutazione hanno l'intento di «ottimiz tano i risultati di un esperimento scientifico, non è per stig zare» il «capitale umano» e l'azione pubblica, ma chiara matizzare le persone che lo hanno condotto, ma per trarne mente ottengono il risultato opposto ... degli insegnamenti». E ancora, nella critica della valuta Se vogliamo dare una spiegazione a tale paradosso, dob zione «si intravede, in filigrana, l'idea che non si debbano biamo ricostruire la genesi di queste forme per compren fare distinzioni tra il lavoro degli uni e quello degli altri, dere i processi in atto, ovvero comprendere in che modo per non correre il rischio di ricadere in una pratica manage la valutazione abbia finito per produrre, globalmente, una riale liberista, secondo cui l'impiegato buono è quello che caricatura della meritocrazia, dell'efficienza, dell' oggetti finisce per suicidarsi perché è sotto pressione. [ ... ] Que vità; in che misura partecipi di un nuovo sistema di potere, sto modo di pensare porta a una posizione estrema: viva molto normativo, in cui tutti sono portati a identificarsi la pigrizia in quanto forma di resistenza ali'o ppressione!» 1 • con le proprie valutazioni; fino a che punto questa nuova Uno sfogo che forse farà eco a una domanda che alcuni «servitù volontaria» rappresenti una minaccia per i processi lettori di questo breve saggio magari si porranno: «Ma è organici che stanno alla base di tutta la vita sociale. Questo incomprensibile! Che senso ha criticare una pratica umana libro si basa sulla convinzione che la problematicità delle 20 21

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