Giuseppe Barzaghi LA SOMMA TEOLOGICA di san Tornmaso d'Aquino 1n un ~ ESD Itinera1'i della fede 24 Giuseppe Barzaghi LA SOMMA TEOLOGICA di san Tornmaso d'Aquino ESD Tutti i libri e le altre attività delle Edizioni Studio Domenicano possono essere consulrate su: www.edizionistudiodomenicano.it Tutti i diritti sono riservati © 2013 -Eclizioni Stuclio Domenicano www.edizionistudiodomenicano.it Via dell'Osservanza 72, 40136 Bologna, 051 582034. L'Editore è a clisposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possi biJe con1unicare. l diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di admtamenro romle o parziale con qualsiasi mezZ0 compresi i m.icrofilm, le 1 fotocopie e le scannerizzazioni, sono riservati per rutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume dietro pagamento alla Sli\E del compenso previsto dal l'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22/04/1941, n. 633. 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SOMMARIO , , Introduzione 7 La sacra dottrina 7 Dio nella sua essenza 8 Dio nel suo agire 9 La Trinità 10 La creazione 11 Gli angeli 12 Il mondo corporeo 12 L'uomo 13 Il fine ultimo e la beatitudine 15 La volontarietà 15 Bontà e malizia 16 Le passioni 17 Le virtù 17 Vizi e peccati 18 La legge 19 La grazia 20 Le virtù teologali 22 Le virtù cardinali 23 Vita contemplativa e vita attiva 25 Stati di perfezione 25 Cristo salvatore 26 I sacramenti 28 Le realtà ultime 30 Introduzione Lo scopo della Somma Teologica è quello di esporre la sacra dottrina con chiarezza e brevità: rispetto a Dio, l'uomo e l'uomo-Dio, cioè Cristo salvatore del mondo. La sacra dottrina La sacra dottrina è l'insegnamento rivelato. È necessaria perché l'uomo è ordinato a Dio come a un fine che supe ra le capacità della ragione e anche ciò che di Dio è razio naLnente conoscibile è accessibile a pochi, con fatica ed errori. È una scienza che procede da principi conosciuti alla luce di una scienza superiore, perché si fonda sulla scienza di Dio e dei beati, come la musica si fonda sulla matematica. Ed è unica, perché considera ogni cosa dal pw1to di vista della Rivelazione divina: è come un'impron ta della scienza divina che, una e semplice, abbraccia tutte le cose. È sapienza perché considera la causa suprema, cioè Dio, secondo la stessa conoscenza che Dio ha di se stesso: argomenta intorno a Dio a partire da ciò che Dio dice di sé e delle cose e disputa con chi contesta. Nella Sacra Scrittura fa uso di immagi.ni perché è naturale per l'uomo conoscere lo spirituale attraverso le cose corpo ree: aiutano le menti semplici, stimolano lo studio e allon tanano ·la derisione di chi non crede. Perciò la Sacra Scrittura ba più sensi, perché Dio può usare sia le parole che le cose per significare qualcosa. Quando le parole significano le cose, abbiamo il senso letterale o storico. Quando le cose significano altre cose, abbiamo il senso spirituale: a) allegorico: l'antico Testamento significa il nuovo; b) morale: ciò che si compie in Cristo deve essere da noi compiuto; c) anagogico: ciò che si compie in Cristo significa la gloria eterna. 7 Dio nella sua essenza Esiste Dio perché tutto ciò che si muove è mosso da un motore che è altro da ciò che si muove: giacché nulla muove se stesso; ma ci deve essere un primo motore non mosso che muove i motori mossi, altrimenti non muove rebbero: questo primo motore è puramente atto immu tabile ed è da tutti riconosciuto come Dio. Dio è semplice perché è primo: tutto ciò cbe è composto dipende dalle componenti e da chi le compone ed è perciò sempre secondo e dw1que dipendente. E perché è puro atto: ciò che è composto è sempre in potenza, cioè può ricevere qualcosa da LU1 altro o perdere qualcosa. Perciò Dio è incor poreo, perché ogni corpo è composto e muove solo se è mosso. In breve, Dio è l'Essere Assoluto o per sé sussisten te, perché la sua assoluta semplicità esclude che gli si possa aggiw1gere qualcosa, o che gli si possa sottrarre qualcosa. Se. Dio è l'Essere Assoluto o per sé sussistente, allora è perfetto o buono, perché non manca di nulla; infinito e dunque wuco, perché non ha linuti nella perfezione: contie ne tutto, a suo modo, ed è presente per immensità in ogni cosa; eterno, perché immutabile: la sua durata non si disten de con il mutare del tempo, ma condensa tutto il tempo nel proprio presente istantaneamente intramontabile. Ed è proprio perché Dio è l'Essere Assoluto che noi non possiamo arrivare ad averne Lma conoscenza adeguata: solo l'intelletto assoluto di Dio comprende l'essenza assoluta di Dio, perché le si identifica nella medesin1a assoluta sempli cità. il nostro intelletto conosce la semplicità di Dio attraver so i concetti complessi che ce ne forn1Ìamo a partire dalle cose composte che conosciamo. E lo chianuamo con nonu che rispecchiano questa nostra complessità: per dire cl1e Dio è semplice usiamo due concetti, Essere Assoluto o sussistente, e lo concepiamo come se la semplicità fosse qualcosa di diverso dall'infuutà, dalla perfezione e dall'etenutà: ma tutto ciò che è in Dio è Dio e in Dio tutto è m1o. 8 n modo con il quale possiamo superare questo conflitto è la sgrammaticatura che forzatamente fa coincidere il concreto con l'astratto per oltrepassare l'impertinenza dei nostri con cetti. È la via di eminenza: affermiamo qualcosa di Dio negando qualsiasi linute, compreso quello della composi zione di soggetto e qualità. Dio non è un soggetto che ha la sapienza come ce l'ha Platone; Dio non è la sapienza che fa di Platone un sapiente: Dio è la Sapienza Assoluta o per sé sussistente, a sé! La Sapienza sostanziale. Solo i beati del paradiso, nella visione beatifica, possono intendere sempli cemente l'essenza divina, perché il loro intelletto viene ad essa connaturalizzato dal lume della gloria per il quale diviene deiforme. Dw1que essi intendono Dio al di là del concetto, ma non pÒssono comprenderlo in un concetto. Dio nel suo agire Dio è intelligenza assoluta: conosce tutto conoscendo sem plicemente se stesso, perché è in1materiale e l'immaterialità è la radice della conoscenza e della conoscibilità (conoscere è assinillare un'altra cosa senza mutare se stessi né mutarla; w1a cosa materiale, se diventa w1'altra, muta o muta l'altra: se mangiando assinillo la mela questa non è più mela ma mio corpo; se assinillo conosciti.vamente la mela, io resto io e la mela resta la mela). Essendo l'Essere Assoluto, Dio porta tutto in se stesso e dw1que conosce tutto in se stesso: nei minimi dettagli, giacché sono essere; e nell'assoluto presente della sua eternità: non prevede il futuro, né ricorda il passato, ma tutto è nel suo presente immutabile. Se così non fosse, quando il presente diventa passato, anche la conoscenza si muterebbe: ma Dio è immutabile. Dio è volontà assoluta: vuole, cioè apprezza, cioè ama assolu tamente se stesso come bene assoluto; ma è anche libero rispetto ai be~Li relativi o finiti: se li vuole non è per arricchir si, ma per diffondere la sua gioia, cioè la coscienza della sua 9 assoluta pienezza di bene. Dw1que Dio è onnipotente: può tutto eccetto l'impossibile o assmdo, perché l'assmdo è nulla (Lm cerchio quadrato è nulla) e potere nulla è non potere. La Trinità Dio è l'Essere Assoluto, uno, unico, e perciò immoltiplicabi le e indivisibile. Se per Rivelazione si ammettono in Dio le processioni spirituali di generazione (a modo intellettivo) e di spirazione (a modo affettivo) che distinguono le Persone, non dovranno però comportare mutamento, dipendenza e diversità. Si identificano con la sostanza divina ma compor tano Lma reale distinzione tra generante e generato e tra spi ratore e spirato, cioè tra i termini delle due processioni. Visto che non si deve ammettere moto, dipendenza e diversità di sostanza tra generante e generato, queste saran no semplici relazioni che si distinguono reah11ente tra loro per la pura opposizione di origine: la paternità dalla parte del generante e la l:ìliazione dalla parte del generato. Allo stesso modo, lo spiratore e lo spirato si distinguono per opposizione di origine: lo spirato è la spirazione passiva; e lo spiratore? Non può essere la paternità, altrimenti il generato non sarebbe la filiazione ma la spirazione passiva; non può essere la filiazione, altrimenti la spirazione passiva sarebbe la paternità. Dw1que lo spi..ratore sono la paternità e la filiazione insieme come unico principio: sono una quarta refazione, ma non una quarta Persona. Siccome le relazioni si distinguono tra loro ma si identifica no con l'unica sostanza o sussistenza divina, si diranno sus sistenti e si chiameranno con i termini concreti: Padre, Figlio o Verbo e Spirito Santo. E si dirà che lo Spirito pro cede dal Padre e dal Figlio. Perciò, le Persone trinitarie non sono tre sussistenti in relazione (politeismo), ma tre relazio ni sussistenti, di un'unica sussistenza (monoteismo). E così, pur distinte per l'opposizione di origine (il Padre è principio non da principio, il Figlio è principio da principio, lO lo Spirito è non principio da principio), sono assolutamente uguali e sono l'una nell'altra inseparabi111ente. Dunque, se le missioni delle Persone inviate all'anima w11ana per santifi carla riguardru1o quelle che procedono (Figlio e Spirito), il Padre si dona. La creazione Se Dio è l'Essere Assoluto o per sé sussistente, tutto ciò che è diverso da Dio è per partecipazione: e la partecipa zione quanto all'essere equivale a esser nulla o non essere senza la partecipazione (come ciò che partecipa della biru1- chezza per esser bianco, senza la biruKhezza, è non bianco). E se è per partecipazione quanto all'essere, esso dipende tutto e totalmente da Dio, anche dal suo libero volere, giac ché Dio non ne ha bisogno. Ciò significa che è creato. L'atto creatore, identificru1dosi con Dio, è immutabile. Ma ru1che dalla parte della creatura non si può dare mutru11ento nell'esser creata, giacché non esiste prima dell'esser creata, evidentemente. DLmque l'atto creatore si risolve nella pura relazione di dipendenza tutta e totale della creatura o mondo dal Dio creatore. Se si definisce la creazione come atto con il quale Dio pro duce dal nulla tutte le cose, questa produzione deve esclu dere il movimento e dLmque è pura relazione. Se la si vede dalla parte della creatura, essa è di reale dipendenza da Dio; se la si vede dalla parte di Dio, essa è di pura ragione, giac ché non può aggiw1gersi a Dio, Essere Assoluto, come acci dente o mutamento: il mondo potrebbe esser creato dall'e temità perché non possiru11o dedurre la decisione libera di Dio né riusciamo con la ragione a scorgere l'origine. La ragione coglie la pura dipendenza tutta e totale adesso. D mondo creato è uno perché dipende dall'unico Dio, ma contiene una molteplicità ordinata di differenti creature, per ché non basta una creatura per esprimere la perfezione di Dio. Anche il male vi ha posto, essendo legato alla corruttibi- 11