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La sobrietà PDF

32 Pages·2008·3.15 MB·Italian
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Scrivo a voi In principio era un bimbo Facciamoci prestare gli occhi da un bambino: Dio creò, l’uomo ha distrutto. Cosa faranno i bambini domani? Con gli occhi della fede Essere Vangelo Correndo tra Parole di cielo, ecco nascere Periodico trimestrale sogni da mangiare, sogni da camminare. Suore Operaie S. Casa di Nazareth Sogni che non vedono l’ora di diventare realtà. Cose di casa Il beato Tadini presto santo Presto la Chiesa avrà un nuovo Santo. La quotidianità 4 salirà sugli altari. 8 0 0 La sobrietà 2 Spedizione in AbbonAmento poStAle d.l. 353/2003 (conv. l. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, commA 2 dcb breSciA Donne consacrate e innamorate nel mondo del lavoro... Fondate nel 1900 dal sacerdore diocesano Beato Arcangelo Tadini, il nostro carisma è testimoniare Cristo nel mondo del lavoro attraverso, in primo luogo, la condivisione del lavoro stesso. Ti portiamo nel nostro cuore, dove vive e lavora Gesù, operaio nella bottega di Nazareth. o Scrivo a voi In principio era un bimbo 04 i r Antonio Giovannini a m Dal vivo Allarme rifiuti 05 m matteo mascia o S Sobrietà televisiva 06 Meglio sobri che male accompagnati 08 Filippo borille Dalla missione Una virtù per i ricchi 09 isidoro Apostoli Dal mondo Sobri nel tempo dei consumi 10 Alessandro piergentili Con gli occhi della fede Virtù antica e... di moda 12 don marco cagol Essere Vangelo 12 sr Alessandra Falco Il Padre nostro per gustare un pezzo di pane... 14 sr Sabrina pianta Non fa rumore, ma... Giochi ritrovati 15 Gianni Saonara @ Voglio sposarmi! 17 Sentinelle del mattino Mp3 e bastoni 18 corry La porta del Natale Lavorare con loro Un incontro sulla via di... Damasco 19 Fulgenzio razio Vorrei che ognuno di noi avesse quattro chiavi. Cose di casa Pagine di storia 20 camilla Una chiave per la porta che dà sul retro: Le Suore Operaie a Sanpolino 21 il Signore viene, Mettersi in Gioc 22 dove e come non lo sappiamo. sr erika Viene in coloro Adueadue Raccontami di te 24 che non ardiscono accostarsi Cinema e cultura Sobrietà, dallo spreco di pochi ai diritti per tutti 25 alla grande porta maestra. Un prete per te Io mi sono privato di tutto 26 Una chiave per la porta che dà verso l’interno: sr cristiana crippa e sr italina parente il Signore ci è più intimo del più profondo Varie ed eventuali 28 dell’anima nostra. Flash 28 Da lì egli entra nella casa della nostra vita. Una chiave per la porta di comunicazione che è stata murata, ricoperta con l’intonaco, LAVORO E VITA A questo numero hanno collaborato: quella che dà su ciò che ci sta accanto: Periodico trimestrale Antonio Giovannini, Matteo Mascia, in coloro che ci sono più prossimi, Suore Operaie S. Casa di Nazareth Filippo Borille, Isidoro Apostoli, Alessandro Piergentili, che sono anche coloro che più ci sono estranei, Direttore responsabile: don Marco Cagol, il Signore bussa alla nostra porta. Don Antonio Fappani sr Alessandra Falco, Autorizzazione Tribunale di Brescia sr Sabrina Pianta, Gianni Saonara, Una chiave per la porta principale, il portale: n. 127 del 25/02/1957 Paola Rodella, Matteo Corbetta, Direzione, amministrazione e redazione: Fulgenzio Razio, su quella soglia Gesù, con Maria e Giuseppe Gabriella Cappellato sr Erika Perini, Daniele Sottini, furono respinti. Raffaella Falco sr Italina Parente, Non esitiamo a lasciarlo decisamente Francesca Fiorese sr Cristiana Giorgio Maghella Crippa, Piercarlo Fontana. entrare nella nostra vita, nel nostro mondo! Camilla Marcolini Sapremo essere, oggi, la sua Betlemme? Mario Sberna Grafica: Corrado Tregambe Maurizio Castrezzati (Klaus Hemmerle) Sede abbonamenti: Casa Madre Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth Realizzazione: A tutti i nostri lettori Via Beato Arcangelo Tadini, 19 Cidiemme - Brescia 25082 Botticino Sera (Bs) auguri così... tel. 030.2691138 - fax 030.2198609 Stampa: e-mail [email protected] Tipografia Pagani Attilio www.suoreoperaie.it Lumezzane (Bs) Le Suore Operaie Editoriale Mario Sberna Dalla grotta di Betlemme alla vetrina di un centro commerciale. Certo che il piccolo Gesù ne ha fatta di strada. Ma, viene da chiedersi, sono tutti chilometri che si è scelto, o siamo noi che ce lo siamo trascinato dietro come un bel souvenir, lungo le rotte delle nostre vite traballanti? È difficile concepire Dio nell’immagi- Presepe o souvenir? ne di un bimbo. Forse per questo riu- sciamo a vivere in festa anche questo Avvento, nonostante i milioni di casi di schiavitù infantile, di prostituzione minorile, di compravendita di organi, to questa convenzione presepe. Ma fa bella mostra di sé nel miglior shop- di botte e violenze sui bimbi. queste, anche se poco verosimili, so- ping center della città e mille e mille Perché per noi l’Avvento non può es- no cose facili da credere; quel che mi piccole imitazioni di questo presepio sere un momento di tristezza: se fossi- riesce, invece, più difficile credere, e appaiono come un marchio di fabbri- mo tristi, non spenderemmo denaro. continua a stupirmi, non è tanto che ca in mille e mille vetrine luccicanti e E senza denaro, senza spese, che festa la verità si mescoli con la leggenda, invitanti allo spreco e all’indifferenza sarebbe? Il tempo di Natale è tempo di quanto piuttosto che i più bei simboli verso la sofferenza altrui. Un albero di scambio di doni e messaggi di felicità di questa verità vengano letteralmen- Natale, pieno di luci multicolori, tro- per eccellenza. Il mercato approfitta di te profanati. neggia sullo slargo che porta all’ac- questa antica cultura del dono e pro- Una grande stella cometa che simbo- quitrino putrido e maleodorante del voca un’onda di consumismo. leggia la nascita del Salvatore, il Signo- campo nomadi, dove si passerà ben Ma, all’origine di tutto questo, un fatto re della Pace e della giustizia, fa bel- altro Natale. determinante: nel giorno che abbiamo la mostra di sé, oggi, in questa città, Il Natale non ci porta un nuovo Dio dedicato al Natale, l’umanità ha rice- all’ingresso di una fabbrica di armi. bambino. Ci porta lo stesso Gesù che vuto il suo dono migliore: Gesù Cristo. Uno splendido presepio col Bambin amava giudei e israeliti, schiavi o libe- Per noi che viviamo in un tempo di in- Gesù, con Sua Madre, madre dei do- ri, pagani o greci. E ci chiede di fare lo certezze e di pensiero debole, la fede lori che ben conosce il soffrire, con stesso, a partire dagli zingari, dagli im- non si oppone ai dubbi e nemmeno al Suo padre adottivo, questa esemplare migrati, dai senza fissa dimora, dagli diritto di non credere. A maggior ragio- e commovente figura di padre e spo- alcolizzati, dai tossicodipendenti, dai ne, su argomenti come questi, nei qua- so e lavoratore, questo presepio con malati, dai carcerati, dai disperati. li la storia si mescola a leggende e miti. pastori, zoppi, storpi, poveri e umili Allora, anche per noi, sarà Natale. Nessuno, se non Dio, sa in quale giorno dell’anno avvenne questo straordinario dono. Si decise, per convenzione, dopo Per continuare insieme… quattro secoli, che quel giorno sarebbe stato il giorno del solstizio d’inverno Desideriamo ringraziare tutti gli abbonati che ci sostengono con il loro contributo, nell’emisfero nord. in particolare quanti ci aiutano con la quota Sostenitore, che ci permette di inviare Qualche secolo dopo si decise, ancora la rivista anche a coloro che non hanno la possibilità di abbonarsi. Per chi non per convenzione, che un bue e un asi- avesse ancora effettuato il versamento, alleghiamo alla rivista il conto corrente nello avrebbero riscaldato il corpicino prestampato, nel quale sarà sufficiente inserire il proprio indirizzo di recapito. infreddolito di Gesù e, con la Madon- na e San Giuseppe, abbiamo chiama- Grazie di cuore per il vostro camminare con noi… 0033 Scrivo a voi Antonio Giovannini In principio era un bimbo Lunedì a scuola abbiamo parlato cantando, ringraziavo per sorella Con la fantasia ho volato su ali di cielo e di terra. acqua e mi sentivo puro, prezio- d’aquila e per ore ho ammirato Con la fantasia ho fatto il giro del so e casto. a bocca aperta migliaia di specie mondo. Il cielo era azzurrissimo, Mi sono affacciato alla realtà: di animali. la terra era un’esplosione di vita. piogge torrenziali, uragani, fiumi Mi sono affacciato alla realtà: Mi sono affacciato alla realtà: in piena che correvano al mare… animali in gabbia, maltrattati, il cielo era sporco, l’aria puzzava. E un pescatore rassegnato che, la- usati, morti sulle rive di fiumi che Un pezzo di merendina mi è cadu- vando le reti sul molo, mi parlava non hanno il colore del fiume, an- ta a terra. L’ho buttata… La terra di mari ormai vuoti di pesci. simanti sulle spiagge di mari che era così sozza, contaminata, de- non hanno il colore del mare. turpata. Giovedì a scuola abbiamo parla- Sono tornato a casa e ho liberato to di alberi, di fiori, di frutti e di l’uccellino che tenevo in gabbia. Martedì a scuola abbiamo parla- sottosuolo. to di sole e di luna. Con la fantasia passeggiavo in un Sabato a scuola abbiamo parlato Con la fantasia ero sdraiato in un giardino fiorito. Il profumo era dell’uomo. prato. Di giorno, i raggi del sole inebriante e passavo di albero in Con la fantasia ho stretto mani, ho mi scaldavano. Di notte la luna albero, raccogliendo ed assapo- abbracciato, ho baciato, ho sor- illuminava delicatamente la vita rando gustosissimi frutti. riso, ho comunicato, ho giocato, attorno a me. Mi sono affacciato alla realtà: ho amato. Mi sono affacciato alla realtà: interi boschi soffocati da overdose Mi sono affacciato alla realtà: il sole era troppo caldo, mi brucia- di piogge acide, montagne svuo- soldi, soldi nelle mani, soldi nel va la pelle ed io avevo dimenticato tate dei minerali, foreste vive tra- portafoglio, soldi nel cervello, in a casa la crema solare… E la luna… sformate in distese inanimate, va- banca, in borsa, nel cuore, in ogni La sua luce delicata era soffoca- ste pianure allagate e contaminate cassetto e in tutte le tasche dei ve- ta dalle luminarie della mia città. da petrolio uscito da tubature fa- stiti. E chi i vestiti non li aveva era Mi vergogno a dirtelo, ma l’avevo tiscenti. Sono rimasto confuso, ho lì, che moriva. Di fame! scambiata per un lampione! chiusi gli occhi e una lacrima è sci- volata giù… Ma non era nera: forse Domenica, a casa, ho riposato, ho Mercoledì a scuola abbiamo par- vale molto meno dell’oro nero. pensato e ho pregato. lato di piogge, di mari e di pesci. Una lacrima è scivolata giù. Con la fantasia mi sono ritrovato Venerdì a scuola abbiamo parla- Era trasparente. sotto una pioggerella. Saltavo e, to di animali. Come il cuore di tutti i bambini. Siamo così assuefatti da ciò che ci sta intorno, che non ci accorgiamo più di niente. Abbiamo bisogno di sguardi più limpidi. Facciamoci prestare gli occhi da un bambino: occhi di fantasia che guardano la terra e la ricreano, occhi capaci di vedere fino a dove siamo stati capaci di arrivare. Dio creò. L’uomo ha distrutto. Cosa faranno i bambini domani? Matteo Mascia | Progetto Etica e Politiche Ambientali della Fondazione Lanza Dal vivo Allarme rifiuti possano durare nel tempo, preveden- do di poter realizzare interventi di ma- nutenzione e di sostituzione di singoli componenti. È necessario attuare una semplificazione e standardizzazione Se non agiamo subito, i nostri figli abiteranno in case del tipo e della composizione merceo- fatte d’immondizia. La sobrietà ha anche qui voce in logica di un gran numero di prodotti e oggetti, onde favorire i successivi pro- capitolo: è necessario ripensare tutti i prodotti, cessi di recupero e riciclo delle mate- affinché diventino beni riciclabili e riutilizzabili. rie residue. Si tratta di una vera e propria “rivolu- Una responsabilità nostra e del sistema economico che zione culturale” per le nostre società ci governa… Con grande dispiacere di S. Francesco. dei consumi: esse sono chiamate, sot- to la spinta dell’emergenza ambientale, a ripensare il loro rapporto con i beni, Tra le molte problematiche ambienta- dotti. Se guardiamo all’intero ciclo di che, come sappiamo, attualmente sono li che caratterizzano questo nostro pe- vita dei prodotti, ogni cittadino euro- destinati a trasformarsi in breve lasso riodo storico, il sussidio della CEI per peo produce l’equivalente di tonnellate di tempo in rifiuti. la Giornata per il creato 2008 ha posto di rifiuti l’anno, perché in ogni fase di Un possibile strumento è l’introduzio- l’attenzione in particolare sul tema dei produzione di un bene o di un servizio ne di politiche volte alla sostituzione rifiuti. La questione dei rifiuti è, infat- si generano rifiuti a volte anche molto dei beni con i servizi. Si pensi ad esem- ti, una delle più importanti emergen- superiori alle materie che compongono pio al car sharing, dove il consumatore ze ecologiche a livello internazionale, il bene stesso (materie prime estratte, non acquista il bene auto, ma un servi- nazionale e locale. La questione dei ri- energia consumata, trasporti…). zio che gli consente di utilizzare a se- fiuti si inserisce pienamente all’inter- conda delle necessità uno o più mez- Dematerializzare no dell’approccio alla sobrietà e, an- zi. In prospettiva si può ipotizzare lo la produzione e il consumo zi, per certi aspetti, ne rappresenta un sviluppo di servizi legati all’assistenza modello esemplare, in quanto riflette, La questione di fondo è che un’efficace domiciliare, al prelievo e alla consegna a livello globale come a quello locale, la azione di prevenzione e riduzione della a domicilio dei prodotti da lavare o ri- necessità di un profondo ripensamen- produzione dei rifiuti deve intervenire generare, alla progressiva sostituzione to del modello di sviluppo economico a monte, agendo sulla composizione di giornali e riviste con l’informazione e sociale oggi prevalente. del prodotto e del servizio. Il processo telematica. è quello della dematerializzazione, che Produciamo sempre più rifiuti Promuovere nuovi stili di vita significa ridurre la quantità di materia- Benché da molti anni la prevenzione li e di energia impiegati per soddisfare Risulta dunque necessario sentirci tut- sia un obiettivo fondamentale delle po- una singola unità di consumo. Bisogna, ti responsabili in quanto consumatori, litiche comunitarie e nazionali, ciò che in altre parole, intervenire sui processi sia per l’influenza diretta che le nostre si registra è un continuo e progressivo e sui prodotti, fin dalla fase della loro scelte hanno sull’impatto ambientale aumento della quantità di rifiuti pro- progettazione, per creare prodotti che e sulla produzione di rifiuti, sia perché 0055 Dal vivo la scelta di acquisto o non acquisto di un prodotto o un servizio può contri- buire al suo successo sul mercato, in- fluenzando in via indiretta le scelte delle imprese. È chiaro, dunque, che uno sforzo mag- giore andrà rivolto alle attività di infor- mazione, formazione e sensibilizza- zione delle comunità nell’adozione di comportamenti virtuosi, volti alla ri- duzione della produzione di rifiuti, ma anche ad una maggiore predisposizio- ne alla raccolta differenziata, al riuso e riciclo dei beni e servizi utilizzati. Come gestire la transizione: il problema dello smaltimento Oltre che con i temi e gli indirizzi priori- tari che la politica è chiamata a svilup- pare nel medio-lungo periodo, per poter realizzare un efficace sistema economi- co e sociale in grado di minimizzare la produzione dei rifiuti, non si può non fare i conti con la realtà del “qui ed ora” e cioè con l’attualissimo problema del cosa fare dei rifiuti già prodotti. Non si tratta di inventare niente, quanto piut- tosto di dare rapida e concreta attuazio- ne agli indirizzi politici e normativi già previsti dall’Unione europea e recepiti dall’ordinamento italiano. In partico- lare, l’Unione indica quattro ordini di priorità: potenziare la raccolta differen- ziata e il riciclo, bruciare i rifiuti recu- perando energia, bruciare i rifiuti tout court e, infine, portarli in discarica. Abitare il proprio ambiente con affetto Il pianeta Terra è la casa che ci è donata, perché la abitiamo responsabilmente, custodendone la vivibilità anche per le prossime generazioni. È un dovere ri- chiamato con forza da Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata mondiale per la pace 2008: “Dobbiamo avere cu- ra dell’ambiente: esso è stato affidato all’uomo perché lo custodisca e lo colti- vi con libertà responsabile, avendo co- Viviamo in una realtà mediatica dipendenti, perdendo così la no- me criterio orientatore il bene di tutti” e rischiamo di essere sempre più stra libertà di pensare e di agire. I (n. 7). È un impegno che ci rimanda a dipendenti dalla televisione. Dob- mass media non ci educano a sa- San Francesco d’Assisi e alla lode da lui biamo cogliere che il consumismo per distinguere le cose necessarie rivolta al Creatore per “sora nostra ma- utilizza i mass media per farci ac- da quelle superflue, anzi produco- dre terra, che tutti ci sostiene” dichiara cumulare più cose possibili e per no in noi bisogni indotti e ci porta- il documento della 3° giornata della sal- farci diventare grandi consuma- no ad un consumismo sfrenato. vaguardia del creato della CEI. tori e divoratori di cose. Per educarci ad usare in maniera Facciamo nostro questo impegno di È molto importante saper utilizza- critica i mass media, sarebbe im- abitare la terra con cura, di vivere nel re, in maniera critica e giusta, que- portante fare una dieta televisiva, proprio ambiente, nel sentirlo vicino, anche affettivamente, per far cresce- sti strumenti di comunicazione di per disintossicarci da tutto quello re il senso di responsabilità verso la massa, per non cascare nelle loro che ci hanno messo in testa. Dieta natura. braccia e diventarne totalmente significa recuperare la salute del 06 Sobrietà televisiva Dieta a zone, dieta del minestrone, dieta arancio, gialla, verde blu… Il nostro fisico ha le sue esigenze, ma non dimentichiamoci la mente e l’anima. Entrambe hanno bisogno, come il corpo, di un nutrimento salutare per crescere. Ecco alcuni suggerimenti per evitare che il nostro cervello si atrofizzi, lasciandoci in balia di mezzi dei comunicazione di massa (grassa). corpo, e allo stesso tempo, recupe- vano rispondere alle domande so- 7. Televisione pubblica di qualità? rare anche la salute della mente. La lo dei geni. Invece oggi i super eroi Manca una televisione pubblica che dieta televisiva si può sviluppare me- guidano macchine che potremmo trasmetta informazione vera e dove diante alcune fasi: comprare anche noi, alle domande si possa fruire di programmi di inte- • Spegnere la televisione durante i dei quiz sappiamo rispondere anche resse culturale ed informativo, senza pasti, per saper dare priorità alle re- noi, e chi partecipa al grande fratel- aspettare la seconda serata. lazioni umane e familiari. lo è come noi... 8. Intrattenimento EXTRA. • Ridurre le ore televisive ed educar- È facile immaginarsi al loro posto. Molto intrattenimento e poca infor- ci a guardarla con occhi critici. La televisione ci rispecchia, si è pla- mazione. Ormai anche i telegiornali • Saper utilizzare bene il telecoman- smata alla nostra immagine fino in sono diventati dei rotocalchi rosa. do, scegliendo programmi che sono fondo. 9. Più tempo per te e per gli altri. educativi e utili a migliorare la qua- 3. Che cosa guardo? Meno televisione significa più dia- lità della vita. Spesso ci si trova a scegliere il pro- logo in famiglia, più tempo per gli • Fare digiuno televisivo per un pe- gramma meno peggio, si fa zapping amici, più tempo per incontri di riodo, in modo da comprendere che in continuazione tra i canali, per poi gruppo, più tempo per partecipare non è un bene essenziale del vivere, arrenderci a qualche programma alla vita sociale e, soprattutto, più ma è solamente un bene di utilità, senza contenuti. tempo per stare con noi stessi. di cui si può fare a meno. 4. Perdita della Ragione… 10. Ma, fa davvero compagnia?? • Guardare la realtà non più sola- Quando si accende la televisione, lo Da Una nuova sobrietà mente mediante gli occhiali dei stacco è immediato, la mente si nar- per abitare la terra, mass media, ma attraverso la no- cotizza e restiamo lì per ore, finisce Diocesi di Padova e Fondazione Lanza stra esperienza e la rete di relazioni per renderci passivi e creduloni: “Se interpersonali e sociali. l’hanno detto in tv, allora è vero”. 5. La perfezione. La carovana missionaria della pace L’illusione di una vita perfetta: i per- 2008 ha proposto dieci buone ragio- sonaggi di pubblicità o telefilm sono ni per consumare la televisione in sempre perfetti, si finisce per crede- modo critico e per spegnerla quan- re che anche noi potremmo essere do ostacola la vita di qualità: così... Basta così poco! 1. Quante ne abbiamo? 6. Pubblicità. In un nucleo familiare composto Spesso, se non sempre, orienta e da due genitori e tre figli, in media condiziona i nostri acquisti. Gli spot ci sono quattro apparecchi televi- celano metodi di persuasione non sivi… sempre morali, per indurci a consu- 2. Guardare, Guardarla e essere mare e non si fanno scrupoli a dire Guardati! e far vedere cose che non sem- In passato la televisione era qual- pre sono vere. Durante la no- cosa di staccato dalla realtà di tut- stra vita in media perdiamo ti giorni, la si guardava poco ed in tre anni e mezzo a guarda- famiglia. re la pubblicità. Un dato I personaggi che ci tenevano com- sconcertante. pagnia erano molto diversi dalle persone reali: c’erano super eroi con macchine fantastiche, ai quiz sape- 0077 Dal vivo Una bizzarra intervista ai confini della realtà, per incontrare il volto della sobrietà non scelta, ma… vissuta! Meglio sobri che male accompagnati Cari lettori, ecco per voi un’intervista rara. Credo che andrò all’inferno, perché trovare un altro lavoro: più energie ri- esclusiva! il parroco mi ha detto che solo gli uomi- sparmiate di così! Alle porte del 2009, l’umanità intera ni retti raggiungono il Regno dei Cieli. Mi scusi, signora, lei che lavoro ha svol- si trova davanti a tre grandi problemi: Provi lei con un litro di Bonarda in cor- to nella sua vita? le risorse sul pianeta sono sempre più po a stare retta in piedi: impossibile. Ma Collaboratrice scolastica… Bidella. scarse; l’economia è in affanno, perciò ultimamente sto migliorando! Ma allora da dove viene la vostra ric- le famiglie faticano ad arrivare alla fine Due coniugi divertenti. Ma mettiamo chezza? Come siete riusciti a rispar- del mese; l’Isola dei Famosi continua a da parte gli scherzi. Da quando avete miare? fare record di ascolti. iniziato a “contenere” le spese super- Mai risparmiato in vita mia. Non è che In questo quadro preoccupante viene flue, scegliere solo investimenti etici e prendo tanto, anzi! E mia moglie pren- da chiedersi: “Cosa posso fare per mi- perseguire il risparmio energetico? de la pensione minima… gliorare la situazione?”. Esiste una pa- Da quando mio marito ha perso il lavo- Ricevete soldi dai figli? rola che riassume efficacemente lo stile ro la prima volta. Era dipendente della Mai fatto figli. di vita da adottare per fornire il proprio cantina sociale, ma era come una Ritmo Ereditato denaro? contributo alla salvaguardia ecologica 1.8 Turbo diesel: consumava troppo! Fa- Magari! Siamo talmente poveri, che ed economica del mondo: sobrietà. ceva 2 ore di lavoro con un litro! L’hanno l’ultima volta che i ladri sono venuti Abbiamo intervistato per voi i signori lasciato a casa… a casa nostra ci hanno lasciato 50 eu- Egidio e Mariella Brombin, due perso- E il risparmio energetico? ri di mancia! ne che hanno consapevolmente scelto Sono rimasto a casa due anni prima di E questa villa?!? di vivere senza eccessi e regolatamen- È dei nostri padroni, i signori Brombin! te. Due persone che, pur godendo di Noi siamo la badante e il giardiniere! un’ottima situazione economica, han- Galdino e Onofria Badan, tanto piacere! no scelto di non ostentare la propria I Signori sono fuori per affari! ricchezza ed occuparsi dei più poveri E voi avete anche risposto alle do- e dei senza lavoro. mande?! Il loro aspetto è molto semplice, al Sembrava educazione, signorina… contrario della lussuosa villa in cui ci Perché mi avete detto di aver scelto accolgono! la sobrietà? Voi due siete costretti al- Signora, cos’è per lei la sobrietà? la sobrietà! Significa non esagerare. Non spendere Eh no, l’abbiamo scelta! Quando il capo oltre le proprie possibilità: chi ha poco, della cantina sociale mi disse: “Galdino, spenda poco, chi ha molto spenda co- se vuoi rimanere qui e bere gratis, devi munque poco e ne dia ai più poveri, co- restituirmi tutti i soldi del vino che hai me noi, come fa il signor Robin Hood! bevuto finora con gli interessi del 30%!”, Ehm… spiritosa. E per lei, signore, io ho detto no a quel losco individuo cos’è la sobrietà? usuraio! Me ne sono andato e ho scelto Uno strappo alla regola. Nel senso che, di non bere più! Se lo ricordi signorina: frequentando ogni sera il Bar “Da Bep- meglio sobri che male accompagnati! pino” in piazza da noi, la sobrietà è molto Filippo Borille 08 Dalla missione Isidoro Apostoli MISSIonArIo In EtIoPIA Difficile parlare di stile di vita moderato e frugale da uno stato centrale dell’Africa. Difficile non pensare che è da pazzi preoccuparsi di essere sobri quando non si ha mangiare. Il punto è che non si tratta solo del pane quotidiano. Uno sguardo sottosopra, ironico, ma non troppo, per aiutare noi, “gente di lusso”, a rivedere e riscoprire le nostre priorità. Una virtù per i ricchi Parlare di sobrietà in queste lande di di colui che, risolti i suoi problemi di ra esageri. Approfitti per ubriacarti Africa subsahariana mi fa subito un sopravvivenza, non pensa che altri ci con quel poco che hai guadagnato; effetto particolare. Rigetto è il ter- convivono quotidianamente. E quin- ingrassi se appena hai la fortuna di mine ad hoc che userei per rende- di non si sente disturbato. un po’ di sicurezza e regolarità nei re l’idea. “Sobrietà?!... Bah! Virtù per “Sorella sobrietà”, comunque, dite- pasti; negli inviti e nelle feste a cui i ricchi!”. lo voi. Qui sono sobri per natura in sei invitato il tuo piatto lo riempi sino È un lusso la sobrietà. Un lusso di tanti. Più che sobri. Possono dire: all’orlo, magari lasciando poi un bel chi avendo troppo può permettersi “Sorella fame”. po’ di roba alla fine. Come a dire che di essere o fare il sobrio. Un l-u-s-s- Ciononostante, anche da queste par- ti sei saziato, ma forse anche che non o. Come per il servizio gratuito, o il ti si è peccatori e, approfondendo il ne hai tanto bisogno. Se l’abbondan- volontariato, mi viene da dire. L’ho discorso o analizzandone gli annes- za non ti circonda, l’illusione di essa pensato tante volte. Noi spesso, se si psicologici, scopri che la povertà va messa in scena. È spreco comun- non sempre, diamo del nostro tempo ti disturba al punto da farti ubriaca- que. E noi, di sensibilità perbene oc- e della nostra vita quello che rimane re. Alla lettera. Cercando di chiarire: cidentale, ci scandalizziamo. Qui la dopo aver sistemato mezzogiorno e se tu nullatenente vivi circondato da paura scherza con la tua psicologia salario. Chi sopravvive, invece, e ha il nullatenenti, quando hai qualcosina e tu pensi di esorcizzarla mangiando problema quotidiano di riempirsi la la stringi talmente forte per paura di molto, perché hai paura di non aver- pancia, hai voglia che serva gratuita- perderla che reagisci in modo strano. ne più e bevendo tanto, perché hai mente qualche nobile causa! Per un Non è il risparmio o il centellinare paura di rimanere senza. O magari po’ forse, ma poi immancabilmente che assumi come comportamento. per dimenticare anticipatamente la arriva la domanda: “A sera il piatto Questi suppongono un po’ di spe- penuria che ritroverai sulla porta di chi me lo riempie?”. Non ho niente ranza, che ci sarà un dopo simile, che casa al ritorno. contro i volontari, anzi. Né contro gli questo simile potrà continuare, che Un’altra contraddizione che si scopre impegnati in qualsiasi tipo di servi- quel che stringi durerà ancora. Que- è legata alla concezione del digiuno. zio gratuito. Sono miei amici. Cerco sto non è propriamente l’orizzonte Chi sa digiunare potrebbe essere con- di somigliargli. Sono certo migliori delle nostre latitudini. E allora? Allo- siderato sobrio. Da voi sicuramente. 09 Dal vivo Dal mondo Ma qui non si è sobri nel digiunare. Chissà come, la tradizione e la Chie- sa (quella ortodossa) inventano i di- giuni. Te li trovi a ogni piè sospinto. Osservatissimi. Tanto osservati, che è normale digiu- nare nel giorno della festa a cui il di- giuno ti prepara, se questa festa cade nel giorno della settimana dedicato al digiuno. Un assurdo per noi occi- dentali, bravissimi a fare eccezioni quando è... giusto farle. Senza con- tare che, sobriamente, il digiuno si fa “solo” due volte alla settimana. E via discorrendo. Un’altra sobrietà che noi incorreg- gibili occidentali vorremmo è quella del predicare con discrezione, senza alzare troppo la voce. Qui, invece, il Sobri nel tempo predicare sopra i tetti è uno sport pra- ticatissimo da musulmani e ortodos- si. Di più da questi ultimi. Alle ore più dei consumi indicate per riposare, ti verrebbe da dire. Prima dell’alba o a notte fonda. L’inquinamento acustico è religioso, e quindi non inquina. Come potreb- be? Forse è sobrio. Eccetto che per noi che riteniamo sobrietà ciò che è inve- Viviamo in un mondo le cui risorse povertà estrema, la fame, l’igno- ce timidissimo rispetto umano. energetiche e vitali sono esauribili ranza ed il flagello delle pandemie, Un’altra sobrietà interessante è quel- e spesso saccheggiate e nel quale la che colpiscono soprattutto i più la del tono di voce e della calma. Se giustizia sociale ancora non risie- vulnerabili”. ti arrabbi, ti chiedono educatamente de, quasi è clandestina anch’essa, Una via auspicata con una lettu- il perché, quasi umiliandoti nel farti non riconosciuta e poco praticata ra profetica della storia, anche se capire che non ti sai controllare. Lo- com’è. Quattro quinti dell’umani- scientificamente controversa, è ro invece ne sono maestri. Questa è tà sono esclusi dalla dignità del vi- quella della decrescita, intesa co- una sobrietà esagerata per la nostra vere, migliaia sono le vittime gior- me capacità di consumare meno, impazienza. naliere di fame e sfruttamento e specie nei Paesi ricchi del Nord Anche a cantare in chiesa non sono nella stessa Italia i poveri, come del mondo, per un diverso equili- tanto sobri: “Non vediamo perché se fotografa il rapporto 2008 della Ca- brio nella gestione delle risorse, a un canto ha diciotto strofe se ne deb- ritas, rappresentano “un’emergen- vantaggio specialmente dei Paesi bano cantare solo tre!”. za sociale che riguarda 15 milioni più poveri. Ancora. Non avete mai sentito parlare di persone”. Lo stesso Gandhi, testimone della di quel club molto “in” il cui obietti- Un mondo anche contraddittorio, non violenza attiva in ogni campo vo è indossare vestiti costosissimi ed in cui le stesse vie proposte per del vivere sociale, affermava del elegantissimi? Di stile occidentale, uscire dalla povertà confliggono a resto che «dobbiamo vivere sem- ovviamente. Non è in Etiopia, ma da seconda delle scuole economiche plicemente, perché altri possano qualche altra parte nell’Africa cen- di pensiero e delle matrici cultu- semplicemente vivere». trale. Qui siamo più sobri. Abbiamo rali e politiche, in cui a fronte del C’è chi non si dice d’accordo, come i nostri vestiti. E, a seconda delle oc- dramma globale che viviamo c’è il prof. Arthur Brooks, docente di casioni (funerali, feste religiose, noz- una responsabilità morale che ci Economia e politiche governative ze...), la massa veste elegantemente investe tutti, perché nessuno è sin- alla Syracuse University, rappre- senza cercare di distinguersi. Con golarmente colpevole. sentante della nuova destra Usa, sobrietà, appunto. A guida di una Chiesa “maestra di che intende porre al centro delle Si potrebbe continuare, ma fermarsi umanità”, Benedetto XVI si è re- sue riflessioni l’uomo. Egli nega è segno di sobrietà. E svegliarsi, pu- centemente rivolto all’Onu, cui ha che uno stile sobrio occidentale re... per chi avesse dormito troppo tra rivolto un accorato appello affin- consentirebbe una migliore vita le righe di queste argomentazioni se- ché “si applichino con coraggio le all’umanità povera. A suo parere miserie africane. misure necessarie per sradicare la si cade facilmente nell’errore di 10

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l'economista indiano Amartya Sen ha vinto nel 1998 il premio Nobel, grazie all'elaborazione dell'HDI, Human De- velopment Index, il coefficiente di mi- .. rosso come un pomodoro, si tro- va a desiderare di sprofondare nel nero pavimento di linoleum. La sua testa lo sta già rimproverando: stupido
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