109 © 2018 Interno4 Edizioni Finito di stampare a dicembre 2018 da Starprint s.r.l. Isbn: 978-88-85747-16-6 Collana Interno4 - 109 Produzione a cura di Goodfellas Srl via R. Da Mandello, 11 50126 Firenze (Fi). Per contatti: Facebook e Twitter: interno4edizioni email: [email protected] Impaginazione e redazione: Sara Di Giovanni Grafica di copertina: Gianluca Alessandrini. Immagine di copertina: William Dyce, Galeotto fu il libro, Edimburgo, National Gallery of Scotland (particolare) Illustrazioni: Gabinetto delle stampe e Archivio fotografico della Bi- blioteca Gambalunghiana, Rimini Piero Meldini La Riminese Venti ritratti di donne da Francesca alla Saraghina INDICE Introduzione L’archetipo della Saraghina 9 Foglia, la fattucchiera di Domenico Missiroli 19 Le orchesse di Procopio di Cesarea 23 Innocenza, la martire di Vittore Silvio Grandi 29 Francesca, la cognata di Giovanni Boccaccio 33 Isotta, la donna del Signore di Frances Fleetwood 39 Isabetta, la vedova di Cesare Clementini 45 Tommasina, la cortigiana di Giovan Battista Monticoli 48 La Vaccarina, la strega di Matteo Angelini 53 Vittoria, la monaca di Vittoria Rubini 57 Gioconda, la giovinetta di Maria Massani 61 Teresa, la brutta di Filippo Giangi 65 Francesca, l’imprudente di Filippo Giangi 67 Laura e Barbara, le nobildonne di Gasperoni, Matteucci, Galli 71 Elvira, la vergine di Maddalena Marcosanti 77 Costanza, la moglie dell’anarchico di Costanza Lettimi Francolini 83 Mafalda, la maestrina di Mafalda Malfetti 89 Cecilia, la sovversiva di Indomira Casadei 95 La Saraghina, la tentatrice di Federico Fellini 99 Savina, la lattaia di Montesgrupone di Nedo Zavoli 104 Amelia, la bombardata di Amelia Carosi 107 La prima edizione di questo libro, che inaugurava la collana “La Biblioteca del Titolo” dell’Editore Maggioli, è del 1986. Il testo è rimasto invariato, salvo qualche marginale ritocco e la sostituzione di un “ritratto” poco significativo con quello, ben più interessante, della cortigiana Tommasina. La bibliografia non è stata aggiornata. INTRODUZIONE L’archetipo della Saraghina È singolare, e anche un po’ inquietante, che le prime donne rimi- nesi di cui resta memoria siano la maga e tribade Foglia (evocata da Orazio nel 5° epòdo), che con tre complici della stessa risma fa morir di fame un fanciullo, e due orchesse (ricordate da Procopio di Cesarea nel 20° capitolo del 2° libro delle Storie) che uccido- no nel sonno, macellano e divorano, uno dopo l’altro, diciassette viandanti. È bensì vero che le testimonianze epigrafiche ci conservano i nomi di donne molto più comuni ed innocue: Publia, Tossia, Calpurnia, Egnazia Chila, Nasinia, Derquilia, Rufa, Gabinia, Settimia Vene- ria – venuta dall’odierna Austria –, la dodicenne Eufrosine: tutte spose figlie padrone serve e liberte optimae, dulcissimae e pientis- simae1; sta di fatto che, curiosamente, le più antiche fonti letterarie ci tramandano due casi speculari di aggressività orale, tutt’e due popolati da fantasmi vampiristici e antropofagici, da ricondurre ai primi mesi della vita extrauterina, a quella che gli psicoanalisti chiamano “fase orale-cannibalica, in cui il neonato si alimenta, con la suzione, di parti corporali della madre”2. Tanto la paura di essere lasciati morir di fame quanto quella di es- sere divorati rimandano, com’è noto, al periodo dell’allattamento, quando al bambino si pone l’alternativa secca “tra mangiare (di- struggere) o essere mangiato (distrutto)”3, cioè tra nutrirsi a spe- se e con “parti corporali della madre”4 o consumarsi intaccando le proprie riserve. Di fatto (o di norma) le pulsioni cannibaliche prevalgono su quelle autodistruttive, col risultato che il bambino, 9