LA POSIZIONE DEL SOGGETTO E DELL’OGGETTO NEL SICILIANO ANTICO Introduzione Questo contributo esamina la posizione del soggetto e dell’oggetto nelle frasi principali del siciliano antico1. Contrariamente alle altre varietà (italo-)romanze medioevali, caratterizzate da una sintassi a ‘verbo secondo’ (V2), il siciliano manifesta un’alta frequenza di strutture con ordine SVO, avvicinandosi così ai tratti tipologici del romanzo moderno già nella fase antica. L’esempio sotto illustra la sequenza prototipica di una predicazione transitiva. (1) lu dictu re Carlo fichi fari multi navi grossi e galei (Lu rebellamentu di Sichilia, 1, 2, p. 3) Nel sistema V2, i soggetti che mantengono la continuità del Tema sono di norma postverbali, mentre gli oggetti, soprattutto se associati a un quantificatore, tendono ad occorrere prima del verbo2. Queste due condizioni sono ribaltate nell’esempio siciliano in (1). Il soggetto re Carlo, infatti, ha un alto grado di referenzialità e mantiene la continuità discorsiva, come suggerisce inequivocabilmente il participio dictu, ma è collocato in posizione preverbale. L’oggetto invece segue invece il verbo, pur essendo accompagnato dal quantificatore multi. I dati di questo contributo provengono dallo scrutinio di cinque testi: Libru de lu dialagu de sanctu Gregoriu, del 1337 (nell’edizione di Santangelo [1933]), Lu rebellamentu di Sichilia, databile tra il 1337 e il 1350 circa (nell’edizione di Barbato [2010]), La conquesta di Sichilia fatta per li Normandi translatata per frati Simuni da Lentini, del 1358 (nell’edizione di Rossi- Taibbi [1954]), Sposizione del vangelo della passione secondo Matteo, del 1373 (nell’edizione di Palumbo, vol. I [1954], vol. II [1956]), e Lu raxunamentu di l’abbati Moises e di lu beatu Germanu supra la virtuti di la discretioni, della prima metà del XVI secolo (nell’edizione di 1 Non consideriamo le frasi subordinate, le quali, peraltro, manifestano un ordine delle parole asimmetrico rispetto a quello delle frasi principali (cfr., tra gli altri, Benincà [2004, 2006]; Salvi / Renzi [2010: 36-40]; Poletto [2014]). 2 I quantificatori sono elementi tipicamente predicativi associati alla funzione di Focus (cfr. Rizzi [1997: 290-1]) e sono frequentemente attestati in posizione preverbale nell’Italo-Romanzo antico (cfr. Vanelli [1999]; Poletto [2006, 2014]; Ledgeway [2007: 131-2]; Cruschina [2011: 113]). Raffaele [2009]). L’ultimo testo, più tardo, è stato utilizzato come riferimento cronologico di riscontro per la variazione attestata nelle fonti precedenti3. Prima di analizzare gli esempi dai testi siciliani, descriviamo brevemente le caratteristiche della sintassi a verbo secondo (V2) delle varietà italo-romanze antiche, da cui il siciliano, come abbiamo appena accennato, sembra differenziarsi significativamente. 1. Sintassi a verbo secondo e struttura informativa nell’italo-romanzo antico Nella fase medievale le varietà italo-romanze sono caratterizzate da una sintassi a verbo secondo (V2)4. In questo sistema XV…, la posizione preverbale può essere occupata da qualsiasi elemento della frase che sia saliente nel discorso. In altre parole, la prima posizione è potenzialmente accessibile a ogni tipo di categoria sintattica che abbia rilevanza pragmatica. Pertanto, contrariamente all’ordine canonico, non marcato SVO dell’italiano moderno, nell’italo-romanzo antico la posizione preverbale non è dedicata esclusivamente al soggetto, ma può essere assegnata anche all’oggetto rematico (non contrastivo) o ad altri sintagmi frasali5. Qui sotto rappresentiamo la struttura di frase dell’italo-romanzo antico. Precisiamo che con il termine Periferia intendiamo in modo generale il luogo esterno al corpo della frase dove si collocano gli elementi dislocati o circostanziali6. 3 Segnaliamo, tuttavia, che la natura espositiva del Raxunamento non ha sempre permesso di trovare le caratteristiche sintattiche più frequenti negli altri testi narrativi: ripetizione del soggetto, topicalizzazione, ecc. 4 La sintassi V2 caratterizza quasi tutte le lingue romanze medievali (per il romanzo antico in generale cfr. Benincà [1984, 1995, 2006]; Salvi [2001, 2004]; Ledgeway [2011: 405-409, 2012: 140-180]. Per l’italiano antico, cioè il toscano, cfr. Vanelli [1986, 1999]; Poletto [2006, 2014]; Benincà / Poletto [2010]; per il francese cfr. Adams [1987]; Vance [1989]; per lo spagnolo e le varietà iberiche cfr. Salvi [1990]; Fontana [1993]; per il portoghese cfr. Ribeiro [1995]). Al contrario, le fonti disponibili per il rumeno non sembrano essere caratterizzate dalla sintassi V2 (cfr. Alboiu / Hill / Sitaridou [2014]; Nicolae / Niculescu [2015]; Hill / Alboiu [2016]). Infine, segnaliamo che gli studi sull’italo-romanzo antico si concentrano prevalentemente sul toscano (cfr., per esempio, Salvi / Renzi [2010]), con poche eccezioni (cfr. Ledgeway [2008, 2009] per il napoletano e Poletto [1995] per le varietà nord-orientali). 5 Quando sono pragmaticamente rilevanti, possono essere anteposti al verbo anche i sintagmi preposizionali, avverbiali e aggettivali con funzione di predicato, come dimostrano i rispettivi esempi dal toscano qui di seguito: (i) dinanzi allo dio d’amore andò la novella (Novellino, XLVI); (ii) Meglio èe che noi moriamo essendo franchi (Tristano Riccardiano, I); (iii) grande fu la magnificenza del re di Spagna (Decameron, X, 3). Similmente, ma con minore frequenza, questo avviene anche nel siciliano: (iv) et cum duichentu cavaleri vinni in Sichilia (Conquesta, XII, 17, p. 52); (v) Multu mi doli ki eu non vosi (Rebellamentu, 69, 2); (vi) et veru esti ki Cristu esti Deu (Sposizione, II, 1, 10, p. 72). 6 Lo schema in (2) semplifica un’articolazione complessa dell’ordine dei costituenti dell’italo-romanzo antico. In termini generativisti (cartografici), il sistema V2 si sovrappone a un ordine basico [SVOX], partendo dal quale il verbo è attratto all’inizio della frase, cioè si muove dalla sua posizione originaria in VP alla testa di CP, ovvero nella posizione del complementatore, C°. Per una mappatura dettagliata della periferia sinistra si veda il modello di Benincà (2004: 288, 2006: 61): [Force C°[Relwh C°]/{ [ScSett][HT] C°}{ [LD][LI] C°}{ [I Focus][II Frame Topic Focus Focus]/[Interrwh] C°}[Fin C°. (2) Periferia | X V… Tema/Rema Come illustra lo schema in (2), la funzione discorsiva dell’elemento preverbale può essere sia tematica sia rematica. Tuttavia, per quanto riguarda il Tema, introduciamo qui la distinzione fra Tema Referenziale (Referential Topic) e Tema Topicale (Aboutness Topic), che, come vedremo, sarà particolarmente rilevante nell’analisi dei testi siciliani7. Il Tema Referenziale (TR) esprime un referente immediatamente identificabile nel contesto, che viene ripetuto nel testo in una forma lessicale molto spesso identica all’antecedente. In questo senso, il TR è anaforico, e salda la continuità tematica del discorso. Al contrario, il Tema Topicale (TT) sancisce una discontinuità tematica, che può essere determinata da due fattori: il TT stabilisce un referente che non è stato ancora menzionato e non è recuperabile nel contesto; il TT reintroduce un referente che è distante nel contesto e quindi non è in immediato rapporto con la locale catena tematica8. La distinzione fra TR e TT ha un ruolo chiave nella distribuzione dei costituenti di frase nel sistema V2 dell’italo-romanzo antico. Per esempio, è stato osservato che, quando il soggetto è un referente che esprime continuità tematica, questo segue il verbo o può essere omesso. Se invece il soggetto spezza la continuità del Tema, questo occupa la prima posizione (cfr. Benincà [2010: 41-42]). La distribuzione degli elementi di frase è quindi correlata ad un criterio pragmatico-discorsivo: solo il TT può occorrere in posizione preverbale, mentre il TR, se non è omesso, segue il verbo. Si osservi il contrasto tra gli esempi in (3a-b). (3) a. Lo cavaliere venne, ed Alessandro parlò e disse… (toscano antico) (Novellino, IV) b. E Socrate rispose alli ambasciadori e disse: «Voi pranzerete …». Dopo il pranzo parlò Socrate alli ambasciadori e disse… (Novellino, LXI) 7 Le traduzioni italiane di Referential Topic e Aboutness Topic sono nostre, ma sono usate nel valore specifico che hanno in inglese (cfr. Givón [1983: 8]; Frascarelli e Hinterhölzl [2007]; Cruschina [2011b: 19, 2015: 45-63]). Abbiamo scelto le diadi ‘Tema Referenziale’ (TR) e ‘Tema Topicale’ (TT) per mantenere simmetria di concetti. Tuttavia, l’Aboutness Topic, qui dato come ‘Tema Topicale’, potrebbe essere reso anche come ‘Topic Tematico’ o più semplicemente (ma con qualche ambiguità) come ‘Tema’. 8 La distinzione tra TR e TT non è solo un criterio pragmatico-discorsivo, ma ha importanti riflessi nell’interfaccia con la sintassi, e soggiace a precise restrizioni. Per esempio, solo il TR può essere omesso. Inoltre, una frase può avere anche più di un Tema, ma soltanto i TR possono essere multipli, mentre ci può essere un solo TT per enunciato (cfr. Cruschina [2011b: 19, 2015: 46]). In (3a), nella coordinazione delle prime due frasi non c’è continuità di Tema, che è espresso da Lo cavaliere nella prima frase, ma è spezzato da Alessandro nella seconda. Quest’ultimo costituisce il TT della predicazione parlò e occupa quindi la posizione preverbale. Al contrario, nell’esempio in (3b), il soggetto Socrate è stabilito come TT all’inizio del periodo, ma diventa TR nella sua seconda occorrenza, mantenendo la continuità del Tema e collocandosi quindi in posizione postverbale. Come vedremo nella sezione 2, in siciliano il soggetto è collocato in posizione preverbale anche quando esprime un TR (cfr. 1). Quando è separato dal verbo da un altro elemento, il soggetto preverbale può essere sia un TT sia un TR, come mostrano gli esempi sotto. (4) a. Lo re Patrodo de lo regno suo, chi se clamava Demenosa, (napoletano antico) portao nave L… (Libro de la destructione de Troya, 29-30, p. 115) b. Ancora chisto Hercules, secundo che dice la ystoria, e se èy convenevole a credere, in tiempo che vippe sì se nde andao alle porte de lo inferno… (Libro de la destructione de Troya, 8-12, p. 52) In (4a), Lo re Patrodo è stabilito nel discorso per la prima volta, nel contesto di una lista di nobili che partecipano alla guerra. Si tratta quindi di un TT. In (4b), il soggetto Hercules, già menzionato nel testo precedente, è qui ripetuto e mantiene la continuità del Tema, come suggeriscono anche l’avverbio Ancora e il deittico testuale chisto. Si tratta quindi di un TR. Infine, il soggetto può essere (o essere parte di) un Rema e in questo caso tende a occorrere in posizione postverbale. L’ordine VS caratterizza le frasi ‘presentative’, cioè le strutture tetiche il cui intero contenuto proposizionale veicola informazione nuova. (5) a. venne un matto e disse loro… (toscano antico) (Novellino, XXVIII) b. anche ven uno che à nom Ganbaudo da Noenta (veneto antico) (Atti dei Podestà di Lio Mazor, 13r, 5-6, p. 26) c. et così ven Pero Seren et tolmelo… (Atti dei Podestà di Lio Mazor, 4r, 8-9, p. 18) Come segnala l’indefinitezza di un matto e uno in (5a-b), il soggetto rematico postverbale esprime di norma un referente introdotto nel discorso per la prima volta. Tuttavia, anche i referenti definiti e già introdotti nel discorso possono fare parte del Rema e veicolare informazione nuova, se appunto nuova e non presupposta è la relazione con il predicato a cui si associano (cfr. 5c)9. Passando all’oggetto, nel sistema V2 questo può collocarsi sia prima sia dopo il verbo. Riportiamo qui sotto degli esempi con l’oggetto rematico (non contrastivo) in posizione preverbale, essendo questa una caratteristica distintiva della sintassi V2, che è scomparsa nel (italo-)romanzo moderno. (6) a. Bon vin fa l’uga negra (lombardo antico) (Bonvesin da la Riva, Disputatio, 213, p. 96) b. Una fertra fei lo reis Salomon (piemontese antico) (Sermoni subalpini, 3-4, p. 232) c. Una industria servano li Englesi da cavallo (romano antico) (Cronica, XIIII, p. 94) d. molti drappi di seta fanno... (toscano antico) (Milione, 147, p. 122) In tutti gli esempi in (6), la rematicità dell’oggetto preverbale è inequivocabile, considerando, da un lato, l’indefinitezza del referente o la presenza di un quantificatore (6d), e, dall’altro lato, la definitezza del soggetto postverbale, che esprime un TR e può anche essere omesso (cfr. 5d), lasciando all’oggetto preverbale la funzione di Rema. L’ordine [O VS] è disponibile Rema nell’italiano moderno solo nei casi marcati di focalizzazione contrastiva. Tuttavia, nei contesti da cui gli esempi in (6) sono presi, questo ordine non segnala un contrasto degli oggetti con altri elementi del discorso10. Nella fase antica, quindi, l’oggetto è ammesso nella posizione preverbale nella funzione di Rema informativo (non contrastivo). 9 Più precisamente, le strutture presentative con ordine VS sono predicazioni di un Tema implicito, tipicamente spazio-temporale (cfr. Bentley [2017]), con cui il soggetto rematico postverbale si associa in una relazione nuova, indipendentemente dalla (in)definitezza del referente. 10 La presenza di un esplicito elemento di contrasto è fondamentale per l’identificazione della focalizzazione contrastiva nelle fonti scritte, di cui però non possiamo intercettare i correlati prosodici e intonativi che sono associati a questo tipo di strategia pragmatica, peraltro tipica del dominio del parlato. Infine, l’oggetto preverbale può anche esprimere un Tema. Tuttavia, l’oggetto tematico in immediata adiacenza al verbo flesso non richiede una copia clitica, che è invece obbligatoria se l’oggetto è dislocato, come mostra il contrasto tra gli esempi sotto. (7) a. Lo vino fanno di riso con ispezie molto buono. (toscano antico) La moneta hanno d’oro e di porcellane. (Milione, 119, p. 188) It. mod..: il vino lo fanno di riso… La moneta ce l’hanno d’oro… b. La bona femina per nullo modo tu non la divi gelosare né conturbare (pugliese antico) (Il “Libro di Sidrac” salentino, 316, 9-10) Nei contesti da cui gli esempi sono presi osserviamo che in (7a) l’oggetto immediatamente preverbale è un TT, mentre in (7b) l’oggetto separato dal verbo è un TR11. Sembrerebbe quindi che solo gli oggetti dislocati che esprimono un TR richiedono una copia clitica (cfr. Ciconte [2018, in c.s.]). Nella sezione 3, vedremo invece che nel siciliano l’oggetto topicalizzato comincia ad essere marcato dalla ripresa clitica anche quando è un TT, come nell’italiano moderno. Riprendendo lo schema in (2), possiamo ora rappresentare più dettagliatamente la struttura di frase che caratterizza le varietà italo-romanze antiche. (8) Periferia | X V… Tema/Rema a. Soggetto: TR / TT | TT V TR / Rema b. Oggetto TR | TT / Rema clitico V Rema i i Osserviamo due restrizioni: (i) se l’elemento preverbale immediatamente adiacente al verbo flesso è un Tema, questo deve essere un TT; (ii) il TR è postverbale quando è un soggetto ed è 11 In (7a), Lo vino, La moneta non sono menzionati precedentemente nel testo, ma sono stabiliti per la prima volta nel contesto di una lista di prodotti alimentari e manufatti. In (7b), invece, il referente la bona femina è già stato introdotto nel discorso e viene quindi ripetuto. Qui di seguito diamo il passaggio più ampio: Cà si la tua mulhere è bona femina et leale et tu de pilhy gelosia, tu la fay essere malvasa; et s’ella è malvasa, tu la fay essere peiore ca non è. La bona femina per nullo modo tu non la divi gelosare né conturbare… (Il “Libro di Sidrac” salentino, 316, 7-10). dislocato con ripresa clitica quando è un oggetto. Come vedremo nelle prossime sezioni, il siciliano antico devia significativamente da queste restrizioni. 2. La posizione del soggetto nel siciliano antico Come nelle altre varietà italo-romanze, anche nel siciliano il soggetto precede il verbo quando esprime un TT. Si osservino gli esempi sotto. (9) a. kista iuvini avia grande desideriu de sirvire Deu in habitu de religioni, ma lu patre sì nche dava impedicamentu… (Dialagu, III, 21, p. 105) b. Iuanni bactiu la porta; et la donna nostra scantata dissi… (Sposizione, XVIII, 3, 27, p. 45) c. Iofridu fu mortu ananti chi si spusassi la cita et non cognovit eam. Ma Iordanu prisi la sua sollemnimenti, comu li convinni. (Conquesta, XXVIII, 10-13, p. 132) d. Et misser Iohanni rispusi: «Fachiti […]». Et lu papa dissi :« Ben mi plachi… (Rebellamentu, 26, 6-7, p. 22) In ciascuno degli esempi in (9), il soggetto della seconda frase spezza la continuità del Tema con il soggetto della frase precedente, assumendo quindi la funzione discorsiva di TT (è un ‘operatore’ in termini di Benincà [2010: 56]), a cui è assegnata la posizione preverbale. Questo è particolarmente evidente in (9d), poiché l’alternanza dialogica implica la discontinuità del Tema. Gli esempi in (9) confermano anche nel siciliano la restrizione del TT in posizione preverbale (cfr. lo schema in 8a). Tuttavia, i dati da questa varietà mostrano che il soggetto occorre prima del verbo anche quando esprime un TR. Qui sotto, il contrasto tra toscano e siciliano mette in luce questa differenza. (10) a. Li ambasciatori fecero la dimanda loro […]. Lo ’mperadore diede (toscano antico) loro risposta […]. Andar li ambasciatori e rinunziaro e raccontaro… (Novellino, I) b. da capu li parenti lu sucterraru, et l’autru iornu ancora lu trovaru (siciliano antico) schavatu, […]. Videndu zo, li parenti andaru a sanctu Benedictu, et prigarulu… (Dialagu, II, 24, p. 65) Sia in (10a) sia in (10b), il soggetto, già introdotto nel discorso, è ripetuto nella seconda occorrenza ed esprime quindi un TR, che è postverbale nel toscano, come ci aspettiamo dal sistema V2, ma è preverbale nel siciliano. Si noti inoltre che il contrasto tra i due esempi riguarda lo stesso verbo inaccusativo, andar/andaru. In italiano moderno questa classe di verbi ammette il soggetto in posizione preverbale quando questo è un Tema presupposto e identificabile nel cotesto, come nell’esempio siciliano in (10b), ma richiede che il soggetto sia postverbale quando questo è parte del Rema o è un argomento in Focus12. Se nel sistema V2 del toscano la distribuzione sintattica del soggetto è correlata al criterio pragmatico-discorsivo che distingue il TT dal TR nella posizione, rispettivamente, pre- e postverbale, nel siciliano questa distinzione sembra essere neutralizzata e il soggetto è quasi invariabilmente preverbale nelle strutture non marcate, determinando così un’alta frequenza dell’ordine SV(O). Un indizio significativo della conservazione del sistema V2 nel toscano, da un lato, e dell’orientamento verso il tipo SV(O) nel siciliano, dall’altro, si trova nella tradizione manoscritta di uno dei testi presi in esame, il Rebellamentu. Questo testo siciliano, infatti, condivide con altre versioni continentali, di cui due toscane, la discendenza da un archetipo comune. Nel raffronto delle versioni, che si diramano dal testo originario con sviluppi successivi indipendenti (cfr. Barbato [2010: vii-xxxvii]), è interessante osservare come, in alcuni casi, lo stesso contenuto proposizionale, semanticamente identico, sia realizzato da un ordine delle parole diverso tra toscano e siciliano. (11) a. Dissero le lectere in questo modo (versione toscana) (ms. Leggenda) b. e dissoro le lectere in q(ue)sto modo (versione toscana) (ms. Tesoro) c. et li lictri dichianu in quistu modu (versione siciliana) (ms. Rebellamentu) 12 In italiano moderno l’ordine VS con i verbi inaccusativi marca le strutture di tipo ‘sentence/predicate-focus’ o ‘argument-focus’ (nel senso di Lambrecht [1994]), come mostrano i rispettivi test: (i) Che cosa è successo? [È arrivato Paolo] ; (ii) Chi è arrivato? È arrivato [Paolo] (*Paolo è arrivato). Se invece il referente è noto o FOCUS FOCUS presupposto, il soggetto tematico può occorrere prima del verbo: Paolo è arrivato, finalmente! (nel senso del Paolo che stiamo aspettando o di cui abbiamo già parlato). Nelle attestazioni in (11), la definitezza dei referenti, segnalata dall’articolo determinativo, indica che le lectere / li lictri sono già state introdotte nel discorso, ed esprimono un TR che occupa la posizione postverbale nelle versioni toscane, ma precede il verbo nel testo siciliano13. Con qualche eccezione, gli esempi con il soggetto-TR che precede il verbo sono molto frequenti nei nostri dati e, uniti alle attestazioni con il soggetto-TT preverbale, incrementano significativamente il numero di strutture SV(O) nei fonti scrutinate (cfr. tabella 1). Sotto diamo un esempio per ciascun testo. (11) a. Quandu lu imperaduri initisi quista inbaxata, issu fu multu allegru […]; et lu imperaduri lu richippi garciusamenti et fichilu so mastru consiglieri. (Rebellamentu, 3, 1-3) b. Item, Cristu fu mortu cum gran gridu, lu quali non poti fari homu ki naturalimenti mori. Item, Cristu moriu sì tostu ki Pilatus si miraviglau… (Sposizione, XXVIII, 3 3-4, p. 152) c. humanamenti Apollo lu pregau chi […]. A la dimanda di lu quali consentendu lu juvini, l’abbati Apollo subitu si partiu et andau versu lu monasteriu… (Raxunamentu, 13, 17-18, p. 95) d. Anno Domini , li missagi, vinendu a lu Conti in lu misi di fribaru, fichiru pachi et dediru la terra a lu Conti. Lu Conti fichi bellu dunu et presenti a li missagi… (Conquesta, XXVIII, 21-1, pp. 132-133) e. in lu payse de Beneventu fo unu patre sanctu lu quale appi nume Menna, allu quale […]. Kistu Menna fachìa una vita solitaria… (Dialagu, III, 26, p. 109) In tutti gli esempi in (11), i soggetti-TR sono la replica lessicale di un referente che, nella frase precedente, è già stabilito nel discorso con la stessa funzione grammaticale di soggetto (cfr. 11a-c) o è introdotto in una funzione diversa come (parte del) predicato (cfr. 11d-e). Inoltre, la ripresa di un referente già menzionato nel testo è spesso segnalata da un dimostrativo rafforzativo (cfr. Kistu in 11e) o da altre espressioni fatiche (cfr. anche 1), come mostrano gli esempi sotto. 13 Della versione siciliana diamo il contesto più ampio: et apprisintau li lictri di lu papa a lu comuni di Missina […] et li lictri dichianu in quistu modu (Rebellamentu, 50, 4-5, p. 46). (12) a. Et Drago, lu secundugenitu di la prima mugleri, suchessi et prisi la signuria […]. Quistu Drago fichi a l’autru soy frati, chi havia nomu Hunfredu, Conti di Ravella. (Conquesta, V, 5-8, p. 16) b. Et videndu zo, Guillelmu […] fu fortimenti indignatu et cavalcauli adossu […]. Et, quo facto, lu dittu Guillelmu fu multu reputatu ut grandi et valenti homu… (Conquesta, III, 8-13, p. 10) c. Lu papa Urbanu […] fu multu allegru et, sapendu chi lu conti Rugeri era in Salernu, per andari in Sichilia, lu Papa predittu li mandau a diri chi lu aspittassi illocu, (Conquesta, XXXI, 13-16, p. 145) Negli esempi in (12), Quistu, lu dittu, lu…predittu incrementano il valore referenziale dei soggetti, i quali esprimono un TR che evidentemente mantiene la continuità del Tema, occupando però la posizione preverbale. Segnaliamo tuttavia alcuni rari casi in cui il soggetto che esprime un TR segue il verbo, come nel sistema V2 delle altre varietà italo-romanze. Si osservino i seguenti esempi. (13) a. Fugendu li Sarrachini, et li Cristiani secutandu et ferenduli et auchidenduli, appiru li Cristiani vittoria… (Conquesta, XIII, 3-4, p. 62) b. et tamen Ysaac prise Rebecca sua mulleri, chi era sterilj, et prigau Ysaac a Deu ky concidissi a Rebecca de farj figlolj… (Dialagu, I, 8, 9-10, p. 22 ) c. Et Maria, cridendu ki Cristu fussi ortolanu, sì li dissi: – Si tu piglasti lu corpu, […]. Parlau Maria comu persuna ki per disiu et per dogla parla errandu… (Sposizione, XXVIII, 1, 14-17, p. 136) d. Et li cavalieri audendu quisti paroli foru multi allegri […]. Dundi si mossiru li cavalieri et andaru a lu Plagalogu et dissiru… (Rebellamentu, 2, 5-6, p. 5) Come si vede negli esempi in (13), tutti i soggetti postverbali sono referenti già stabiliti nel discorso, che quindi esprimono un TR nella seconda occorrenza. In (13c-d), tuttavia, si può forse notare una sfumatura ‘presentativa’ nelle seconde predicazioni, favorita dal verbo inergativo Parlau in (13c) e dal riflessivo si mossiru in (13d). Nella prossima sezione vedremo infatti che con questa classe di verbi l’ordine delle strutture tetiche è invariabilmente VS. In
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