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La «Critica della ragion pura» di Kant. Introduzione alla lettura PDF

213 Pages·2007·12.98 MB·Italian
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Raffaele Ciafaroone LA CRITICA DELLA RAGION PURA DI KANT Introduzione alla lettura I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore via Sardegna 50, 00187 Roma, telefono 06 42 818417, fax 06 42 74 79 31 Visitateci sul nostro sito Internet: Carocci editore http://www.carocci.it Indice I. Il problema dei limiti dell'intelletto umano nell'Il luminismo l . l . Ragione ed esperienza nell'Illuminismo inglese l 3 1.2. I dubbi metafisici dell'Illuminismo francese 17 l . 3. Impotenza della ragione teoretica e premesse eti- co-teologiche nell'Illuminismo tedesco 21 La priorità del metodo sui contenuti e la tenden- 2. za kantiana alla compositio dei dissidi negli scrit- ti degli anni Cinquanta 27 2.I. La funzione negativa del metodo e la composizio- ne della controversia tra metafisica e matematica nei Pensieri 27 1a edizione, "Seminario filosofico" 1996 2.2. L'inconoscibilità dell'infinito e del mondo organico © copyright 1996 e 2007 by Carocci editore S.p.A., Roma nella Storia naturale universale e teoria del cielo 32 Finito di stampare nell'aprile 2007 2.3. La critica della onnivalidità del principio ·di non per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali SrL Urbino contraddizione nella Nuova illustrazione 36 2+ La conciliazione della metafisica e della geometria ISBN 978-88-430-4153-4 nella Monadologia fisica 37 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) 3· Metafisica e metodo negli anni Sessanta 41 Senza regolare autorizzazione, 3.1. Precarietà della metafisica e solidità della materna- è vietato riprodurre questo volume tic a 41 anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, 3.2. La metafisica come scienz'a dei limiti della ragione compresa la fotocopia, anche per uso interno umana nei Sogni di un visionario 45 o didattico. 7 Indice I. Il problema dei limiti dell'intelletto umano nell'Il luminismo l . l . Ragione ed esperienza nell'Illuminismo inglese l 3 1.2. I dubbi metafisici dell'Illuminismo francese 17 l . 3. Impotenza della ragione teoretica e premesse eti- co-teologiche nell'Illuminismo tedesco 21 La priorità del metodo sui contenuti e la tenden- 2. za kantiana alla compositio dei dissidi negli scrit- ti degli anni Cinquanta 27 2.I. La funzione negativa del metodo e la composizio- ne della controversia tra metafisica e matematica nei Pensieri 27 1a edizione, "Seminario filosofico" 1996 2.2. L'inconoscibilità dell'infinito e del mondo organico © copyright 1996 e 2007 by Carocci editore S.p.A., Roma nella Storia naturale universale e teoria del cielo 32 Finito di stampare nell'aprile 2007 2.3. La critica della onnivalidità del principio ·di non per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali SrL Urbino contraddizione nella Nuova illustrazione 36 2+ La conciliazione della metafisica e della geometria ISBN 978-88-430-4153-4 nella Monadologia fisica 37 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) 3· Metafisica e metodo negli anni Sessanta 41 Senza regolare autorizzazione, 3.1. Precarietà della metafisica e solidità della materna- è vietato riprodurre questo volume tic a 41 anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, 3.2. La metafisica come scienz'a dei limiti della ragione compresa la fotocopia, anche per uso interno umana nei Sogni di un visionario 45 o didattico. 7 3. 3. L'inclinazione naturale dell'uomo all'ampliamento 6. 5. La deduzione soggettiva delle categorie secondo la delle conosçenze e la funzione restrittiva del meto I edizione della Critica II6 do 6.6. La deduzione oggettiva delle categorie secondo la + 3 La metafisica come scienza analitica I edizione della Critica I20 6.7. Alcune interpretazioni dell'appercezione trascen dentale I25 4· Genesi, argomento e metodo della Critica della 6. 8. La deduzione trascendentale delle categorie nella ragion pura 55 II edizione della Critica 128 6.8.I. L'appercezione pura, originaria, come fondamento dell'in 4.r. La lunga gestazione della Critica nel "decennio si- tero procedimento sintetico I 6.8.2. L'identificazione dell'unità oggettiva· dell'appercezione con la forma logica dell'atto di giudica lenzioso" 55 re I 6. 8 + La distinzione tra pensare e conoscere e la limitazione 4.2. Là maturazione del criticismo intorno al I775 delle categorie alle intuizioni empiriche I 6.8+ L'intelletto come 59 legislatore della natura + 3. L'antinomia della ragione pura e la Critica 62 6. 9. Lo schema trascendentale come medius terminus 4+ La Critica come propedeutica al sistema della ra tra categoria e fenomeno gione pura + 5. La definizione di trascendentale nelle introduzioni 6. IO. Il sistema dei princìpi dell'intelletto puro 6.10.I. Gli assiomi dell'intelletto e le anticipazioni della percezio della 1 e della II edizione. della Critica 68 ne come princìpi costitutivi dell'esperienza I 6.10.2. Le analogie 4.6. La rivoluzione copernicana nelle scienze e nella dell'esperienza e i postulati del pensiero empirico in generale co me princìpi regolativi dell'esperienza metafisica 72 6. I I. Distinzione di tutti gli oggetti in generale in feno meni e noumeni I6o Il contributo della sensibilità nella costruzione del mondo fenomenico 77 L'impossibilità della metafisica come scienza 5. I . La natura recettiva ·e reattiva della sensibilità 77 5. 2. L'esposizione metafisica dei concetti di spazio e di 7. I. La ragione pura come sede dell'apparenza trascen- dentale tempo 7.2. L'uso logico e l'uso puro della ragione 5. 3. L'esposizione trascendentale dei concetti di spazio 7. 3. Le idee trascendentali e la loro deduzione e di tempo 88 + + 7 I paralogismi della ragione pura 5 Idealità trascendentale e realtà empirica di spazio e tempo. Fenomeno e parvenza 7. 5. La dialettica cosmologica e la sua soluzione 94 7.5.I. Le antinomie matematiche della ragione pura I 7.5.2. Le antinomie dinamiche della ragione pura I 7·5+ La soluzione del le antinomie cosmologiche 6. Il contributo dell'intelletto nella costruzione del mondo fenomenico 99 8. L'ideale della ragione pura 6. I . Logica formale e logica trascendentale 99 6.2. La deduzione metafisica delle categorie 105 8. I . L'ideale trascendentale 6. 3 . . La tavola delle categorie e· il suo vero significato 108 8.2. Le prove dell'esistenza di Dio 6+ La sintesi come atto dell'intelletto III 8. 3. Rapporto tra idee e realtà oggettiva 8 9 3. 3. L'inclinazione naturale dell'uomo all'ampliamento 6. 5. La deduzione soggettiva delle categorie secondo la delle conosçenze e la funzione restrittiva del meto I edizione della Critica II6 do 6.6. La deduzione oggettiva delle categorie secondo la + 3 La metafisica come scienza analitica I edizione della Critica I20 6.7. Alcune interpretazioni dell'appercezione trascen dentale I25 4· Genesi, argomento e metodo della Critica della 6. 8. La deduzione trascendentale delle categorie nella ragion pura 55 II edizione della Critica 128 6.8.I. L'appercezione pura, originaria, come fondamento dell'in 4.r. La lunga gestazione della Critica nel "decennio si- tero procedimento sintetico I 6.8.2. L'identificazione dell'unità oggettiva· dell'appercezione con la forma logica dell'atto di giudica lenzioso" 55 re I 6. 8 + La distinzione tra pensare e conoscere e la limitazione 4.2. Là maturazione del criticismo intorno al I775 delle categorie alle intuizioni empiriche I 6.8+ L'intelletto come 59 legislatore della natura + 3. L'antinomia della ragione pura e la Critica 62 6. 9. Lo schema trascendentale come medius terminus 4+ La Critica come propedeutica al sistema della ra tra categoria e fenomeno gione pura + 5. La definizione di trascendentale nelle introduzioni 6. IO. Il sistema dei princìpi dell'intelletto puro 6.10.I. Gli assiomi dell'intelletto e le anticipazioni della percezio della 1 e della II edizione. della Critica 68 ne come princìpi costitutivi dell'esperienza I 6.10.2. Le analogie 4.6. La rivoluzione copernicana nelle scienze e nella dell'esperienza e i postulati del pensiero empirico in generale co me princìpi regolativi dell'esperienza metafisica 72 6. I I. Distinzione di tutti gli oggetti in generale in feno meni e noumeni I6o Il contributo della sensibilità nella costruzione del mondo fenomenico 77 L'impossibilità della metafisica come scienza 5. I . La natura recettiva ·e reattiva della sensibilità 77 5. 2. L'esposizione metafisica dei concetti di spazio e di 7. I. La ragione pura come sede dell'apparenza trascen- dentale tempo 7.2. L'uso logico e l'uso puro della ragione 5. 3. L'esposizione trascendentale dei concetti di spazio 7. 3. Le idee trascendentali e la loro deduzione e di tempo 88 + + 7 I paralogismi della ragione pura 5 Idealità trascendentale e realtà empirica di spazio e tempo. Fenomeno e parvenza 7. 5. La dialettica cosmologica e la sua soluzione 94 7.5.I. Le antinomie matematiche della ragione pura I 7.5.2. Le antinomie dinamiche della ragione pura I 7·5+ La soluzione del le antinomie cosmologiche 6. Il contributo dell'intelletto nella costruzione del mondo fenomenico 99 8. L'ideale della ragione pura 6. I . Logica formale e logica trascendentale 99 6.2. La deduzione metafisica delle categorie 105 8. I . L'ideale trascendentale 6. 3 . . La tavola delle categorie e· il suo vero significato 108 8.2. Le prove dell'esistenza di Dio 6+ La sintesi come atto dell'intelletto III 8. 3. Rapporto tra idee e realtà oggettiva 8 9 9· La Dottrina trascendentale del metodo 195 Cronologia della vita e delle opere 203 Nota bibliografica 205 Indice dei nomi 215 Il signor Eberhard [. .. ] vuole assicurare la realtà oggettiva anche ad un concetto di ciò che, come egli stesso confessa, non può affatto essere oggetto dei sensi, cioè al concetto di un ente semplice, spalancando così l'accesso ai fertili campi, da lui celebrati, della psicologia razionale e della teologia: accesso dal quale la testa di Medusa della critica voleva far ritrarre spaventati quei concetti. Kant, Contro Eberhard, trad. it. a cura di C. La Rocca, Pisa 1994, p. 74· La Critica [ ... ] è e resterà lo scoglio che infastidisce ogni metafisica dogmatica. Ivi, p. qr. IO 9· La Dottrina trascendentale del metodo 195 Cronologia della vita e delle opere 203 Nota bibliografica 205 Indice dei nomi 215 Il signor Eberhard [. .. ] vuole assicurare la realtà oggettiva anche ad un concetto di ciò che, come egli stesso confessa, non può affatto essere oggetto dei sensi, cioè al concetto di un ente semplice, spalancando così l'accesso ai fertili campi, da lui celebrati, della psicologia razionale e della teologia: accesso dal quale la testa di Medusa della critica voleva far ritrarre spaventati quei concetti. Kant, Contro Eberhard, trad. it. a cura di C. La Rocca, Pisa 1994, p. 74· La Critica [ ... ] è e resterà lo scoglio che infastidisce ogni metafisica dogmatica. Ivi, p. qr. IO I Il problema dei limiti dell'intelletto umano nell'Illuminismo I.I Ragione ed esperienza nell'Illuminismo inglese La questione dei limiti del conoscere umano è al centro della riflessione kantiana, soprattutto nella Critica della ragion pura. Tuttavia essa non rappresenta una novità assoluta nella storia della filosofia: piuttosto è la ripresa - consapevole - di una ten denza che è largamente diffusa nel secolo xvrn; che, anzi, ne . evidenzia uno dei tratti più tipici. Pertanto è un luogo comune, imputabile in gran parte a Ernst Cassirer 1 e a Paul Hazard 2, considerare il Settecento come l"' età della ragione" che prende coscienza delle sue possibilità conoscitive illimitate; che si sot trae ai condizionamenti della fede e sottomette alla sua forza tutti i campi del sapere, assicurando così un progresso indefini to. Indubbiamente il secolo xvrn è 1' epoca della ragione, ma - occorre subito precisare - di una ragione che è impegnata a tracciare i propri limiti conoscitivi e a evitare scrupolosamente di oltrepassarli Questo suo atteggiamento "negativo", "criti 3. co", segna il vero progresso dell'Illuminismo rispetto al Razio nalismo del Seicento e costituisce l'eredità più feconda che esso trasmette al criticismo kantiano. Il filosofo inglese che, sul finire del Seicento, contribuisce in modo rilevante a porre il problema dei limiti conoscitivi della r. Die Philosophie der Au/klèirung, Tiibingen 1932 (trad. it. La filosofia dell'illuminismo, Firenze 1967). 2. La crise de la cot1science européenne ( 1680-1715), Paris 1934 (trad. iL La crisi della coscienza europea, Torino 1946). 3. Cfr. G. Funke, Das sokratische ]ahrhundert, introduzione all'antologia, da lui curata, Die Au/klèirung, Stuttgart 1963, pp. l-92; G. Tonelli, La "debo lezza" della ragione nell'età dell'illuminismo (1971), in Id., Da Leibniz a Kant. Saggi sul pensiero del Settecento, a cura di C. Cesa, Napoli 1987, p. 21. I Il problema dei limiti dell'intelletto umano nell'Illuminismo I.I Ragione ed esperienza nell'Illuminismo inglese La questione dei limiti del conoscere umano è al centro della riflessione kantiana, soprattutto nella Critica della ragion pura. Tuttavia essa non rappresenta una novità assoluta nella storia della filosofia: piuttosto è la ripresa - consapevole - di una ten denza che è largamente diffusa nel secolo xvrn; che, anzi, ne . evidenzia uno dei tratti più tipici. Pertanto è un luogo comune, imputabile in gran parte a Ernst Cassirer 1 e a Paul Hazard 2, considerare il Settecento come l"' età della ragione" che prende coscienza delle sue possibilità conoscitive illimitate; che si sot trae ai condizionamenti della fede e sottomette alla sua forza tutti i campi del sapere, assicurando così un progresso indefini to. Indubbiamente il secolo xvrn è 1' epoca della ragione, ma - occorre subito precisare - di una ragione che è impegnata a tracciare i propri limiti conoscitivi e a evitare scrupolosamente di oltrepassarli Questo suo atteggiamento "negativo", "criti 3. co", segna il vero progresso dell'Illuminismo rispetto al Razio nalismo del Seicento e costituisce l'eredità più feconda che esso trasmette al criticismo kantiano. Il filosofo inglese che, sul finire del Seicento, contribuisce in modo rilevante a porre il problema dei limiti conoscitivi della r. Die Philosophie der Au/klèirung, Tiibingen 1932 (trad. it. La filosofia dell'illuminismo, Firenze 1967). 2. La crise de la cot1science européenne ( 1680-1715), Paris 1934 (trad. iL La crisi della coscienza europea, Torino 1946). 3. Cfr. G. Funke, Das sokratische ]ahrhundert, introduzione all'antologia, da lui curata, Die Au/klèirung, Stuttgart 1963, pp. l-92; G. Tonelli, La "debo lezza" della ragione nell'età dell'illuminismo (1971), in Id., Da Leibniz a Kant. Saggi sul pensiero del Settecento, a cura di C. Cesa, Napoli 1987, p. 21. LA CRITICA DELLA RAGION PURA DI KANT I· ILLUMINISMO E LIMITI DELL'INTELLETTO UMANO ragione umana, fornendone una soluzione empiristica, è John · costituita dagli spiriti, che «possono esistere, e probabilmente Locke ( 1632-1704). Nell'Introduzione al Saggio sull'intelletto esistono», ma di cui non abbiamo alcuna nozione e che sono umano ( 1690) egli anticipa lo scopo che intende perseguire: in inevitabilmente awolti da <mn' oscurità impenetrabile». dagherà sull'origine, sulla certezza e sull'estensione della cono Infine i nostri «deboli intelletti» non possono comprendere scenza umana, evitando sterili speculazioni sull'essenza dell' ani la ragione della connessione regolare e costante dei fenomeni ma. Se con questa ricerca scoprirà il potere' e l'estensione del naturali, ma è dato loro possederne una conoscenza sperimen l'intelletto, persuaderà «lo spirito dell'uomo ad esser più cauto tale. Dunque anche in questo genere di conoscenza siamo «av nell'immischiarsi in cose che eccedono la sua comprensione; ad ·arre viluppati» da «tenebre impenetrabili». starsi, quando abbia portato le sue ricerche al punto estremo delle sue capacità; e ad adattarsi a ignorare ciò che vede essere al lsaac Newton (1642-1727) traccia una rigorosa linea di demar di sopra delle sue capacità, dopo averlo esaminato». Muoverà cazione tra fisica e metafisica, tra conoscenze basate sull' osser dalle idee che l'intelletto possiede e mostrerà le operazioni che vazione empirica e sull' e'sperimento da un lato e congetture esso compie per conseguirle. non verificabili dall'altro, anche se nella sua «filosofia sperimen Locke assume la sensazione come principio primo e criterio tale» egli stesso non rimane sempre fedele a un'impostazione ultimo della verità delle nostre idee; in tal modo separa netta rigorosamente empirico-sperimentale, accogliendo presupposti e mente la sfera del conoscibile da quella dell'inconoscibile: la postulati di natura "metafisica", come i concetti di spazio, di prima è identificata con le conoscenze che o sono fornite diret tempo e di moto assoluti e i dogmi dell'uniformità e dell'intrin tamente dalla sensazione e dalla riflessione (idee semplici) o so seca razionalità della natura. no risolubili in esse (idee composte); la seconda con le cono Contro ogni tentazione metafisica concernente le essenze scenze che non sono state impresse in noi attraverso una di dei fenomeni naturali egli fa valere la celebre massima metodi ca: hypotheses non fingo - dove "ipotesi" designa tutto ciò che queste due vie. Del!' estensione della conoscenza umana è il significativo titolo non è ricavato dai fenomeni, come le quiddità e le cause finali del capitolo m del libro rv del Saggio, in cui Locke sottolinea degli Scolastici, i vortici della fisica cartesiana, la teoria ondula ripetutamente la «debolezza e la scarsezza» della nostra cono toria della luce formulata da Huygens. scenza, la <<nostra ignoranza infinitamente maggiore della nostra · Nei Philosophiae naturalis principia mathematica (1687) New conoscenza»; giudica l'uomo «una creatura poco considerevole; ton dichiara più volte che non intende indagare le cause dell' at meschina e impotente» e, per parte sua, decide di limitare la trazione; e nello Scholium generale dell'opera osserva che «questi sua riflessione alle cose che sono accessibili all'intelletto e di problemi [dello spirito sottilissimo o etere] non possono essere non awenturarsi «in quell'abisso di oscurità (dove non abbia esposti in poche parole né si presenta una sufficiente quantità mo occhi a vedere né facoltà a percepire alcuna cosa) pef la di esperimenti mediante cui devono essere determinate e dimo presunzione che nulla stia oltre la possibilità della nostra cono strate accuratamente le leggi delle azioni di questo spirito». scenza». . , Dei ~o.rpi materiali ci è possibile conoscere soltanto le qua L'ignoranza dell'uomo è dovuta alla limitatezza delle sue fa hta sens1b1h, mentre la loro intima" natura ci rimane assoluta coltà, all'infinita sproporzione esistente tra le poche idee che mente sconosciuta: «Vediamo soltanto le figure e i colori dei esse possiedono e l'immensa estensione del creato. Ai nostri corpi, udiamo soltanto i suoni, tocchiamo soltanto le superfici sensi è accessibile una piccola parte del cosmo, la cui immensi esterne, fiutiamo i soli odori e gustiamo i sapori: non conoscia tà, come pure le minuscole particelle costituenti i corpi, è fuori mo con nessun senso, con nessuna azione riflessa le intime so del loro «raggio di azione». Pertanto l'uomo è immerso in un stanze e molto meno abbiamo idea della sostanza di Dio». «immenso abisso di ignoranza», in <mn'ignoranza incurabile», e non ha alcuna speranza, per quanto egli possa progredire nella David Hume (17u-1776), d;accordo con Locke afferma che conoscenza sperimentale,. di fondare una scienza della natura. percepiamo soltanto le· qualità sensibili dei corpi : che pertanto Un'altra classe di oggetti inaccessibili alla ragione umana è ci sono del tutto ignote le forze con cui esse operano: «La na- 15

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