Conosciuto soprattutto come scrittore e poeta del “mondo dei confini”, dell’elegia contadina e di una prosa lirica musicale e intima, con La città di Miriam - Premio Fiera Letteraria 1972, e terzo capitolo della trilogia sul personaggio di Stefano Marcovich - Fulvio Tomizza per la prima volta esce dalle atmosfere dello “scrittore di frontiera”, calando il suo protagonista, profugo dall’Istria, nella Trieste “città autunnale”, “città delle cupole dei platani”, ospite presso la famiglia dei Cohen, la cui figlia Miriam diventerà sua moglie. Nonostante l’amore sincero e forte per Miriam, la natura di Marcovich lo sollecita a continue avventure extraconiugali, ma proprio sull’alternarsi “dell’amor sacro e dell’amor profano”, sul comunque inscindibile legame fisico e spirituale tra Miriam e Stefano, Tomizza costruisce una piccola favola moderna sull’uomo e la sua natura, sulle dinamiche della vita di coppia, sulla forza del sentimento che alla fine riesce ad averla vinta sul richiamo del corpo.