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Introduzione alla psicoanalisi PDF

200 Pages·2011·0.73 MB·Italian
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SIGMUND FREUD IINNTTRROODDUUZZIIOONNEE AALLLLAA PPSSIICCOOAANNAALLIISSII (1932) NUOVA SERIE DI LEZIONI Il testo qui riprodotto è liberamente disponibile sul Web al seguente indirizzo: http://www.readme.it/libri/5/5001020B.shtml. Esso riproduce (benché all’indirizzo citato non appaiano indi- cazioni bibliografiche), con alcune modifiche, il testo incluso nell’undicesimo volume dell’edizione delle O- pere di Sigmund Freud, 11 volumi, a cura di Cesare L. Musatti, Boringhieri, Torino 1979, pp. 115 – 284, per la traduzione di Marilisa Tonin Dogana ed Ermanno Sagittario. La presente edizione in formato *.PDF si propo- ne – mediante la nettezza della formattazione (font Adobe ITC Goudy Sans STD Medium di 14 punti di di- mensione, interlinea di 1,5 punti, testo giustificato, inserimento delle tabulazioni), dell’impaginazione (mar- gini di 3 cm per ciascun lato), dell’aggiunta delle intestazioni di sezione per ciascun capitolo, dei numeri di pagina, di un sommario e di segnalibri –, pur senza alcuna modifica del contenuto, di offrire un testo chia- ramente leggibile sul monitor del computer rispetto all’edizione in formato *.html finora disponibile sul Web. Prima edizione PDF febbraio 2011 Fonte: http://www.lacan-con-freud.it PREFAZIONE Le lezioni di "Introduzione alla psicoanalisi" furono tenute nei due seme- stri invernali 1915-16 e 1916-17 in un'aula della Clinica psichiatrica di Vien- na, dinanzi ad ascoltatori provenienti da tutte le facoltà. Le lezioni della prima metà furono improvvisate e messe per iscritto immediatamente dopo, quelle della seconda metà abbozzate nell'intervallo, durante il soggiorno estivo a Sa- lisburgo, ed esposte fedelmente nell'inverno successivo. A quel tempo pos- sedevo ancora il dono di una memoria fonografica. Queste nuove lezioni, a differenza di quelle, non furono mai pronunciate. L'età mi aveva dispensato, nel frattempo, dall'obbligo di manifestare h mia appartenenza (sia pure solo periferica) all'università col tenere lezioni, e un'operazione chirurgica mi aveva reso impossibile ogni sforzo oratorio. Se dunque, durante le esposizioni che seguiranno, mi colloco nuovamente nell'aula, si tratta solo di un'illusione della fantasia; forse mi aiuterà a non farmi scordare, nell'approfondimento del tema, le esigenze del lettore. Queste nuove lezioni non intendono in alcun modo prendere il posto del- le precedenti. , Non sono per nulla qualcosa di indipendente, che possa at- tendersi di trovare una propria cerchia di lettori, bensì sono continuazioni e aggiunte che, in rapporto alle precedenti lezioni, si scindono in tre gruppi. Al primo appartengono rielaborazioni di temi che sono stati trattati già quindici anni fa, ma che oggi, in seguito all'approfondimento delle nostre conoscenze e al mutamento delle nostre opinioni, esigono un'altra esposizione, vale a di- re esigono revisioni critiche. Gli altri due gruppi comprendono gli ampliamenti veri e propri in quanto trattano di cose che, o non esistevano ancora nella INTRODUZIONE ALLA PSICOANALISI (NUOVA SERIE DI LEZIONI) (1932) 3 psicoanalisi all'epoca delle prime lezioni, o non erano allora sufficienti a giu- stificare uno speciale capitolo a se stante. Non si può evitare, ma nemmeno deplorare, che alcune delle nuove lezioni riuniscano in sé i caratteri di questo e di quel gruppo. La dipendenza di queste nuove lezioni dalla "Introduzione" si evidenzia anche nel fatto che ne continuano la numerazione. La prima di questo volu- me viene designata come la ventinovesima. Come le precedenti, esse offrono poco di nuovo all'analista di professione e si rivolgono a quella grande massa di persone colte cui vorremmo poter attribuire un benevolo, seppur cauto, in- teresse per le peculiarità e le conquiste della giovane scienza. Anche questa volta l'intenzione che mi ha guidato è stata quella di non sacrificare nulla all'apparenza della semplicità, della compiutezza e dell'unità, di non dissimu- lare problemi, di non negare lacune e incertezze. In nessun altro settore della ricerca scientifica si porrebbe la necessità di soffermarsi su simili propositi di spassionata autolimitazione. Essi sono ritenuti ovunque ovvi, e il pubblico non si aspetta che sia altrimenti. Nessun lettore di un'esposizione di astronomia si sentirà deluso e supe- riore alla scienza se gli si mostreranno i confini al di là dei quali la nostra co- noscenza dell'universo si perde nell'indefinito. Solo nella psicologia è diver- so: qui l'inidoneità costituzionale dell'uomo alla ricerca scientifica si manife- sta nelle sue intere dimensioni. Dalla psicologia sembra che non ci si aspetti progressi nel sapere, ma chi sa quali altre soddisfazioni; le si fa un rimprovero di ogni problema insoluto, di ogni incertezza confessata. Chi ama la scienza della vita dell'anima, dovrà accettare anche queste in- giustizie. Freud Vienna, estate 1932 www.lacan-con-freud.it Lezione 29 - REVISIONE DELLA TEORIA DEL SOGNO Signore e Signori, poiché vi ho riconvocato, dopo un intervallo di più di quindici anni, per discutere con voi ciò che di nuovo, forse anche di meglio, questo periodo intermedio ha apportato alla psicoanalisi, è giusto e conve- niente da più di un punto di vista che rivolgiamo la nostra attenzione, in pri- mo luogo, allo stato della teoria del sogno. Nella storia della psicoanalisi que- sta teoria occupa un posto particolare, indica una svolta: con essa l'analisi ha compiuto il passaggio da procedimento psicoterapeutico a psicologia del pro- fondo. Da allora la teoria del sogno è sempre rimasta la parte più caratteristica e peculiare della giovane scienza, qualcosa di cui non c'è riscontro altrove nel nostro sapere, un pezzo di terra vergine tolto alle credenze popolari e al mi- sticismo. La stranezza delle affermazioni che essa dovette formulare le ha conferito l'aspetto di uno "scibboleth" (1), la cui applicazione decideva chi poteva diventare un seguace della psicoanalisi e a chi essa rimaneva definiti- vamente incomprensibile. Questa teoria fu per me un sostegno sicuro nei tempi difficili in cui i fatti sconosciuti delle nevrosi solevano confondere il mio inesperto giudizio. Ogni qualvolta cominciavo a dubitare dell'esattezza delle mie malferme conoscenze, la mia fiducia di seguire la giusta traccia si rinnovava allorché mi riusciva di trasformare un sogno confuso e privo di sen- so in un processo psichico del sognatore che fosse corretto e comprensibile. E' quindi per noi di particolare interesse seguire, proprio nel caso della teoria del sogno, da un lato i mutamenti che la psicoanalisi ha subìto in que- sto intervallo, dall'altro, i progressi nel frattempo intervenuti nella compren- INTRODUZIONE ALLA PSICOANALISI (NUOVA SERIE DI LEZIONI) (1932) 5 sione e nell'apprezzamento da parte del mondo contemporaneo. Vi dico subi- to che sarete delusi in entrambi i sensi. Sfogliate con me le annate della "Internationale Zeitschrift für (ärztliche) Psychoanalyse "[Giornale internazionale di psicoanalisi (medica)], nella quale sono riuniti, a partire dal 1913, i lavori che fanno testo nel nostro campo. Trovate nei primi volumi una rubrica fissa "Sull'interpretazione dei sogni'', con ricchi contributi ai diversi punti della dottrina del sogno. Ma quanto più andate avanti, tanto più rari diventano tali contributi e alla fine la rubrica fissa scompare del tutto. Gli analisti si comportano come se non avessero più nulla da dire sul sogno, come se la teoria del sogno fosse conclusa. Se però chiede- te che cosa abbiano accettato, dell'interpretazione dei sogni, gli estranei, i molti psichiatri e psicoterapeuti che cuociono la loro minestrina al nostro fuo- co (senza essere del resto molto riconoscenti per l'ospitalità), le cosiddette persone colte che usano fare propri i risultati appariscenti della scienza, i let- terati e il grande pubblico, la risposta è poco soddisfacente. Alcune formule sono diventate universalmente note, e tra esse alcune che noi non abbiamo mai avanzato, come la tesi che tutti i sogni siano di natura sessuale; ma le co- se veramente importanti, come la fondamentale distinzione tra contenuto o- nirico manifesto e pensieri onirici latenti, il fatto che i sogni d'angoscia non contraddicono la funzione di appagamento di desiderio propria del sogno, l'impossibilità di interpretare il sogno se non si dispone delle relative associa- zioni del sognatore, ma soprattutto la nozione che l'essenziale nel sogno è il processo del lavoro onirico, tutto ciò sembra essere ancora estraneo alla co- scienza generale quasi come trent'anni fa. Posso dirlo, perché nel corso di questo periodo ho ricevuto un'infinità di lettere, in cui gli scriventi presenta- no i loro sogni per l'interpretazione o chiedono informazioni sulla natura del sogno; essi affermano di aver letto "L'interpretazione dei sogni" e tuttavia ri- www.lacan-con-freud.it 6 29 | REVISIONE DELLA TEORIA DEL SOGNO velano in ogni frase la loro mancanza di comprensione della nostra teoria del sogno. Questo non deve trattenerci dall'esporre ancora una volta con coerenza quello che sappiamo sul sogno. Vi ricorderete che la volta precedente abbia- mo impiegato l'intera parte seconda delle lezioni per mostrare come si sia giunti alla comprensione di questo fenomeno psichico fino allora inesplicato. Se qualcuno, per esempio un paziente in analisi, ci riferisce un certo suo sogno, noi partiamo dal presupposto che in questo modo sta facendoci una delle comunicazioni cui era tenuto in quanto aveva iniziato il trattamento a- nalitico. Invero, una comunicazione eseguita con mezzi impropri, non essen- do di per sé il sogno un'espressione sociale, un mezzo per intendersi. E infatti non comprendiamo che cosa vuol dirci, né lo sa meglio lui stesso. Ora dob- biamo prendere rapidamente una decisione: o il sogno è, come ci assicurano i medici non analisti, un indizio che il sognatore ha dormito male, che non tut- te le parti del suo cervello hanno uniformemente raggiunto la quiete, che sin- gole aree hanno cercato di continuare a lavorare sotto l'influsso di stimoli sconosciuti e hanno potuto farlo solo in modo molto incompleto - se così è, allora facciamo bene a non occuparci oltre del prodotto della perturbazione notturna, che è privo di valore psichico; il suo esame stesso, che cosa mai può riservarci di utile per i nostri intenti? - oppure... ma è chiaro che sin dall'inizio ci siamo decisi altrimenti. Abbiamo ammettiamolo pure, del tutto arbitrariamente - fatto la premessa, formulato il postulato, che anche questo incomprensibile sogno deve essere un atto psichico pienamente valido, dota- to di senso e con un suo pregio, che possiamo impiegare nell'analisi al pari di un'altra comunicazione. Solo il risultato dell'esperimento può indicare se abbiamo ragione. Se riu- sciremo a trasformare il sogno in una simile espressione valida, ci si apre evi- www.lacan-con-freud.it INTRODUZIONE ALLA PSICOANALISI (NUOVA SERIE DI LEZIONI) (1932) 7 dentemente la prospettiva di apprendere cose nuove, di ottenere comunica- zioni di un tipo che altrimenti ci sarebbe rimasto inaccessibile. A questo punto ci si parano innanzi le difficoltà del nostro compito e gli enigmi del nostro tema. Come facciamo a trasformare il sogno in una normale comunicazione di questo genere, e come ci spieghiamo che il modo di espri- mersi del paziente abbia in parte assunto questa forma, ugualmente incom- prensibile per lui come per noi? Come vedete, Signore e Signori, questa volta non seguo la via di un'e- sposizione genetica, ma quella di un'esposizione dogmatica. Il nostro primo passo è di stabilire il nostro nuovo atteggiamento nei riguardi del problema del sogno, mediante l'introduzione di due nuovi concetti e termini. Ciò che è stato denominato "sogno" noi lo chiamiamo "testo onirico" o "sogno MA- NIFESTO", e "pensieri onirici LATENTI" ciò che cerchiamo, ciò che, per così dire, presumiamo ci sia dietro al sogno. Possiamo allora formulare i nostri due compiti nel seguente modo: dobbiamo trasformare il sogno manifesto in quel- lo latente e indicare come, nella vita psichica del sognatore, quest'ultimo sia diventato il primo. Il primo è un compito pratico, spetta all'INTERPRETA- ZIONE ONIRICA e necessita di una tecnica: il secondo un compito teorico, che deve spiegare il supposto processo del lavoro onirico e non può essere che una teoria. Entrambe, tecnica dell'interpretazione onirica e teoria del lavo- ro onirico, devono essere create ex novo. Da dove dobbiamo cominciare? A mio parere, con la tecnica dell'interpre- tazione onirica; la cosa avrà maggior rilievo e vi farà una più viva impressione. Supponiamo quindi che il paziente abbia raccontato un sogno che noi dobbiamo interpretare. Abbiamo ascoltato tranquillamente, senza mettere in moto la nostra riflessione. Che facciamo per prima cosa? Decidiamo di curarci il meno possibile di ciò che abbiamo udito, del sogno manifesto. Naturalmen- www.lacan-con-freud.it 8 29 | REVISIONE DELLA TEORIA DEL SOGNO te questo sogno manifesto presenta ogni sorta di caratteristiche, che non ci sono del tutto indifferenti. Esso può essere coerente, costruito con la nitidez- za di una composizione poetica, oppure incomprensibilmente ingarbugliato, quasi come un delirio; può contenere elementi assurdi o facezie e conclusioni apparentemente spiritose; può apparire al sognatore chiaro e schietto, oppure torbido e sbiadito; le sue immagini possono presentare la piena forza sensibile delle percezioni o essere vaghe come un soffio indistinto; nello stesso sogno possono trovarsi riuniti i più diversi caratteri, ripartiti in diversi punti; il so- gno, infine, può presentare un tono emotivo indifferente, oppure essere ac- compagnato dai più forti sentimenti di gioia o di dolore...; non crediate che non teniamo in alcun conto questa infinita varietà del sogno manifesto, ritor- neremo più tardi sul di essa e vi troveremo moltissime cose utilizzabili per l'interpretazione, ma prescindiamo da essa in un primo tempo e imbocchiamo la via principale, che conduce all'interpretazione del sogno. Ciò significa che invitiamo il sognatore a liberarsi a sua volta dell'impressione del sogno mani- festo, a distogliere la sua attenzione dall'insieme, per rivolgerla alle singole parti del contenuto onirico e a comunicarci per ordine ciò che gli viene in mente a proposito di ognuno di questi frammenti, quali associazioni gli si presentano quando li considera uno per uno. Siamo d'accordo che questa è una tecnica speciale? che non è il modo consueto di trattare una comunicazione o una dichiarazione? Voi indovinate d'altronde che dietro a questo procedimento si nascondo- no premesse che non sono ancora state formulate. Ma procediamo. In quale successione lasciamo che il paziente si occupi dei frammenti del suo sogno? Qui ci si schiudono molte vie. Possiamo seguire semplicemente l'ordine cronologico, così come è risul- tato dal racconto del sogno. Questo è, per così dire, il metodo più rigoroso, www.lacan-con-freud.it INTRODUZIONE ALLA PSICOANALISI (NUOVA SERIE DI LEZIONI) (1932) 9 classico. Oppure possiamo indirizzare il sognatore a cercare nel sogno in pri- mo luogo i residui diurni; l'esperienza ci ha infatti insegnato che quasi in ogni sogno è entrato un residuo mnestico o un'allusione a un avvenimento - spes- so a parecchi avvenimenti - del giorno precedente, e se seguiamo questi col- legamenti spesso troviamo d'un sol colpo il passaggio da un mondo onirico apparentemente molto remoto alla vita reale del paziente. Oppure gli diciamo di iniziare con quegli elementi del contenuto onirico che lo colpiscono per la loro particolare chiarezza e forza sensibile; sappiamo infatti che gli sarà parti- colarmente facile ottenere associazioni con questi elementi. Non fa alcuna differenza il modo in cui ci avviciniamo alle associazioni cercate. Dopodiché otteniamo queste associazioni. Esse recano con sé le cose più diverse: ricordi del giorno precedente (il "giorno del sogno") e di tempi da lungo trascorsi, riflessioni, discussioni con un pro e un contro, ammissioni e richieste. Alcune di esse scaturiscono spontaneamente dal paziente, davanti ad altre egli esita un istante. La maggior parte mostra un chiaro riferimento a un elemento del sogno; nessuna meraviglia, poiché esse hanno origine ap- punto da questi elementi. Ma avviene anche che il paziente le introduca con le parole: "Mi sembra che questo non abbia nulla a che fare con il sogno; lo dico perché mi viene in mente". Se si ascolta questo profluvio di associazioni, si nota ben presto che han- no in comune con il contenuto onirico qualcosa di più del solo punto di par- tenza. Gettano una luce sorprendente su tutte le parti del sogno, colmano le lacune tra le parti, rendono comprensibili i loro singolari accostamenti. Alla fine, è lampante per chiunque il rapporto tra le associazioni e il contenuto del sogno. Il sogno appare come un sunto delle prime, anche se costruito secon- do regole non ancora intraviste, e i suoi elementi sono comparabili con i rap- presentanti eletti di una massa. Non c'è dubbio che con la nostra tecnica ab- www.lacan-con-freud.it 10 29 | REVISIONE DELLA TEORIA DEL SOGNO biamo ottenuto ciò che viene sostituito dal sogno e in cui si può trovare il va- lore psichico del sogno, ma che non presenta più le strane peculiarità del so- gno, la sua bizzarria, la sua confusione. Ma non fraintendiamo! Le associazioni relative al sogno non sono ancora i pensieri onirici latenti. Questi sono contenuti nelle associazioni come in un'acqua madre, ma non vi sono contenuti interamente. Le associazioni, da una parte, offrono molto di più di quanto ci occorra per la formulazione dei pensieri onirici latenti, vale a dire tutte le argomentazioni, i passaggi, i collegamenti cui l'intelletto del pa- ziente deve far ricorso per avvicinarsi ai pensieri onirici. D'altra parte, spesso l'associazione si è arrestata proprio davanti ai pensieri onirici autentici, li ha solo avvicinati, li ha toccati solo con allusioni. In tal caso noi interveniamo di nostra iniziativa, completiamo gli accenni, traiamo conclusioni inconfutabili, enunciamo esplicitamente ciò che il paziente nelle sue associazioni ha solo sfiorato. Può sembrare che noi lasciamo giocare il nostro ingegno e il nostro arbitrio con il materiale che il sognatore ci mette a disposizione e che ne abu- siamo allo scopo di leggere nelle sue dichiarazioni ciò che in esse in realtà non è scritto. Non è facile in un'esposizione astratta dimostrare la legittimità del nostro procedimento. Ma fate voi stessi l'analisi anche di un solo sogno o approfondite un esempio ben descritto nella nostra letteratura e vi convince- rete fino a che punto un simile lavoro interpretativo segua una via obbligata. Se nell'interpretazione del sogno dipendiamo in generale e in primo luogo dalle associazioni del sognatore, rispetto invece a certi elementi del contenuto onirico ci comportiamo in modo del tutto indipendente, soprattutto perché vi siamo costretti, perché nel loro caso di regola le associazioni vengono a man- care. Abbiamo ben presto osservato che sono sempre i medesimi contenuti quelli in cui ciò si verifica; essi non sono molto numerosi e l'accumularsi di esperienze ci ha insegnato che devono venir concepiti e interpretati come www.lacan-con-freud.it

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