Lucia Urbani Ulivi Introduzione alla filo~ofia EUPRESS FTL Indice PRIMA EDIZIONE ITALIANA Ottohft 200S EDITORE C EUPRESS FTL, Lupno (S-.izzen)-Regiaai S.p.A., v-Qtalia) PROGETTO GRAFICO Fabrizioc Aiea.adro Scroppa Presentazione ...................................... 9 l. Primi passi ..................................... 11 1.1. Rivoluzione concettuale ........................ 11 1.2. Lessico filosofico .............................. 15 1.3. Cassetta degli attrezzi .......................... 17 1.4. Non si può non fare fùosofia .................... 18 2. La filosofia ..................................... 21 2.1. Che cosa è la filosofia .......................... 22 2.2. Premesse filosofiche ........................... 25 2.3. Argomentazione e retorica ...................... 27 2.4. La ragione ................................... 29 2.5. Conclusione .................................. 33 3. Filosofia e religione .............................. 35 Per ogni informazione rivolgersi a: EUPRESS FTL c/o Facoltà di Teologia, via G. Buffi 13, CH-6904 Lugano 3.1. ll Dio dei fùosofi e il Dio dell'esperienza personale .. 36 tel. +41 (0)58 66.64.555-fax +41 (0)58 66.64.556 e-mail: [email protected] 4. Filosofia e scienza ............................... 39 www.teologialugano.ch 4.1. La scienza nella tradizione aristotelico-scolastica .... 39 4.2. La scienza nel significato post-galileiano ........... 40 4.3. Scienza e filosofia ............................. 42 4.4. Le scienze come prolungamento o estensione sensoriale .................................... 4 3 4.5. Ciò che il fisico dice come scienziato e ciò che dice come filosofo ................................. 44 4.6. Il filosofo deve essere contemporaneo della scienza del suo tempo ................................ 45 5. Teoria della conoscenza .......................... 47 5.1. L'evidenza ................................... 47 5.2. Lo scetticismo ................................ 48 ISBN 88-88446-32-X Indice Indice 5.3. Verità della conoscenza ......................... 49 7. Antropologia filosofica ........................... 97 5.4. Come conosciamo la conoscenza ................. 50 7 .1. Antropologie dualiste: Platone, Descartes .......... 98 5.5. Soggetto e oggetto: l'errore dualista ............... 51 7.2. Antropologie olistiche: Aristotele, 5.6. Soggetto e oggetto: Tommaso d'Aquino ........................... 102 Una riformulazione del loro rapporto ............. 52 7.3.11 mondo che il filosofo vuole spiegare cambia: 5. 7. Presenza fisica e presenza intenzionale ............ 53 Freud,k neuroscienze ......................... 106 5.8. Atto e oggetto di conoscenza .................... 54 7.4. L'irruzione dell'inconscio ...................... 106 5.9. Soluzione del problema soggetto-oggetto: 7.5. Le neuroscienze .............................. 109 l'intenzionalità ................................ 55 7.5.1. A. R. Damasio .............................. 109 5.10. Ciò che conosciamo: universali e particolari ....... 57 7.5.2. G. M. Edelman ............................. 111 5.10.1. Nominalismo ............................. 59 7.5.3. La teoria di Santiago: 5.10.2. Concettualismo ............................ 60 H. R. Maturana e F. J. Varela .................. 114 5.10.3 Realismo ................................. 51 7 .6. Conclusioni filosofiche ........................ 115 5.11. Verità di fatto e verità necessarie. La questione del sintetico a priori ............... 63 Conclusione ...................................... 119 5.12. Induzione e deduzione ........................ 65 5.13. L'errore .................................... 68 Indice dei nomi ................................... 121 5.13.1. I ipotesi: l'errore è teoretico ................. 68 5.13.2. n ipotesi: l'errore è ateoretico ................ 69 6. Metafisica ...................................... 71 6.1. Che cosa è la metafisica ........................ 72 6.2. L'essere ...................................... 73 6.3. Identità e non contraddizione. ................... 76 6.4. Il divenire. Potenza e atto ....................... 78 6.5. Primato dell'atto .............................. 79 6.6. Le sostanze .................................. 81 6. 7. La causalità ................................... 82 6.8. Critica di Hume alla causalità .................... 84 6.9. Prove dell'esistenza di Dio ...................... 87 6.1 O. Le vie tomistiche ............................ 88 6.10.1. Prima via ................................. 89 6.1 0.2. Seconda via ............................... 90 6.10.3. Terza via ................................. 90 6.10.4. Quarta via ................................ 91 6.1 0.5. Quinta via ................................ 92 6.11. Argomenti a priori ........................... 93 6.11.1. Argomento del Proslogion .................... 94 6.12. Osservazioni conclusive sulle prove dell'esistenza di Dio ..................................... 95 7 Presentazione uesto testo è stato scritto per coloro, studenti di filoso () . fia o persone sensibili alle questioni filosofiche, che inten~o affinare i loro strumenti culturali per la comprensio ne di se stessi e del mondo. Si tratta di una presentazione sia dei temi sempre presenti sulla scena del pensiero che dei problemi che vengono posti da tali temi; ho dato anche un ventaglio di soluzioni, in genere quelle più controllate e attuali, sulle quali ognuno potrà esercitare la propria riflessione. I temi sono trat tati da un punto di vista critico, cioè teoretico, e con l'occhio rivolto alla contemporaneità; non perché io ritenga inutile la ricerca storica, ma perché penso che, in particolare per quanto riguarda il pensiero di oggi, i riferimenti storici siano interessan ti in quanto portatori di un messaggio teoretico, in quanto, cioè, ci propongono problemi e soluzioni con i quali troviamo utile confrontarci e dai quali possiamo ancora imparare qualcosa. Si tratta, dunque, di un testo introduttivo, inteso come uno strumento utile all'avvio di un pensiero critico e riflessivo, che lascia aperte le vie delle eventuali successive specializzazioni e degli approfondimenti. Si tratta di un testo che io, quale studen tessa di filosofia, avrei voluto avere a disposizione, come una prima mappa che, senza troppi tecnicismi e dettagli, rendesse meno accidentata e soggetta a errori la familiarizzazione con gli studi filosofici. Consiglio chi legge di procurarsi un dizionario di filosofia tra i tanti oggi disponibili e di consultarlo ogni volta che un termi ne qui utilizzato non sia sufficientemente familiare o che un autore qui citato risulti poco noto; in questo modo il lettore comincia a costruire la sua personale mappa storico concettuale in fìlosofia. l riferimenti bibliografici sono stati volutamente ridotti al minimo; ho preferito privilegiare la continuità del discorso e sci- 9 Introduzione alla filosofia molare la riflessione personale, rimandando ad altra e successi 1. Primi passi va sede i necessari approfondimenti storici e le questioni filolo giche e interpretative. 1.1. Rivoluzione concettuale Se è vero, come dice Martin Heideggerl e come hanno ripe tuto anche diversi autori ed epigoni dell'esistenzialismo, che noi esseri umani siamo gettati nel mondo, occorre chiarire che cosa si intenda per gettatezza. Non va tanto intesa come il tono emozio nale di estraneità o di angoscia che accompagna solo occasio nalmente (tranne il caso di patologie psichiche) il vissuto emo zionale quotidiano, quanto come la consapevolezza che il mondo nel quale siamo nati e viviamo ha una storia passata e un futuro che vanno ben oltre i limiti della vita individuale, e che tale storia determina l'attuale configurazione del mondo. l carat teri del mondo, inoltre, nella gran parte non sono oggetto della possibilità di intervento del singolo, il quale, trovandosi in una i, realtà precostituita, può a ragione dire di sentirsi gettato. Così inte ,ll so, lo heideggeriano siamo gettl!ti non è poi tanto diverso da quel senso di meraviglia con cui per Aristotele2 ha inizio la filosofia. Provare un senso di meraviglia di fronte al mondo vuoi dire uscire da una vita i~tintuale e irriflessa, vissuta in maniera per così dire automatizzata, e iniziare a prendere in considerazione il mondo come un oggetto fino a quel momento adoperato, ma non conosciuto. Si scoprono problemi e questioni, si pongono domande che il vissuto naturale, ordinario, non metteva in luce: di qui il senso di stupore, e il desiderio di cercare risposte. La meraviglia è, dunque, la reazione emozionale di fronte alla com- 1 M. HFIDFGC;f:R, Sein 1111d Zeit, Niemeyer, Halle 1927; tr. it. di P. Chiodi, Es.rere e teltlpo, UTET, Torino 1969, 227. Cito dalla tradu:<ione italiana. Il soggetto, dice Heidegger, si sente gettato (Geuwfen) nel mondo in un modo radicalmente enig matico, cioè incomprensibile. 2 ARISTOTFI.E, 1\fetajùùa, a cura di G. Reale, testo greco a fronte, Bompiani, Milano 2000, l, 982 b. Introduzione alla ftlosofia l. Primi passi plessità problematica del mondo che la nostra riflessione inizia E.'ìEMPIO. Il pregiudizio materialistico e meccanicistico è molto chiaro a farci scorgere. nel modo in cui consideriamo il nostro corpo rispetto alle malattie. Andando Va da sé che il percorso filosofico deve dissipare la gettatezza dal medico entrambi, medico e paziente, consideriamo il corpo come una o la meraz>ig/ia da cui prende le mosse; per quanto la filosofia non macchina sofisticata e complessa le mi malattie vanno lette come inceppa possa né debba (vedremo perché) pretendere di risolvere ogni menti o alterazioni di tipo fisico. Gli interventi terapeutici hanno lo scopo problema concettuale, certamente da essa è giusto pretendere di ripristinare la funzionalità fisica, e sono considerati tanto più ifficaci una capacità di orientamento e di comprensione grazie a cui quanto più il sintomo è esaminato isolatamente rispetto al resto del corpo. possiamo trovarci a nostro agio in un mondo non più estraneo, Se ad esempio vogliamo curarci per un mal di stomaco ricorrente, anzitutto ma reso familiare dalla conoscenza. Già con questo primo passo andremo da uno specialista in gastroenterologia, poi faremo una serie di ci allontaniamo da Heidegger, per il quale l'essere gettato è struttu analisi di laboratorio. Avremo così seguito alla lettera, probabilmente senza rale ed essenziale al nostro trovarci nel mondo ed è impossibile rendercene conto, il secondo precetto di conoscenza che Cartesio ci dà in da dissipare con la conoscenza concettuale. Discorso sul metodo, allorché esorta a <dividere ciascuna delle difficol Si è sopra osservato che il mondo nel quale come individui tà che esaminassi in tante piccole parti quanto fosse possibile e necessario per nasciamo ha un suo assetto, che lo ha plasmato attraverso la sto risolver/e meglim)5. Le procedure mediche che vengono seguite per curare il ria; esso ci viene trasmesso come bagaglio culturale e diventa in mal di stomaco prendono in considerazione lo stomaco isolando/o dal resto ognuno di noi l'accettazione del "si dice", "si pensa" così effica dell'organismo e presuppongono che il corpo non sia altro che una macchi cemente messo in luce da Heidegger3. Diventa, per dirla con na, per conoscere la quale è stif.jìciente un approccio materiale e analitico. In parole più semplici, quel senso comune, quel modo di pensare ciò la cultura della nostra epoca non fa che seguire, senza saper/o, oltre al ordinario che ognuno di noi possiede. precetto analitico cartesiano, anche quella teoria del meccanicismo animale Se sottoponiamo ad analisi filosofica tale senso comune, pure introdotta da Descartes e ben esemplijìcata in Discorso sul meto anche nelle differenti forme che assume a seconda delle diverse do6, ove il cuore viene descritto come una macchina a scambio termico. provenienze etniche, culturali, sociali, regionali, religiose, ecc., scopriamo che esso, bcnlungi dall'essere filosoficamente neutro, Fare filosofia vuol dire, come primo passo, assumere un at risulta invece pesantemente impregnato di una filosofia nasco teggiamento di «spregiudicatezza radicale», per usare l'espressio sta, criptica, che determina i nostri giudizi, le valutazioni, le ne di Sofia Vanni Rovighi7, che consiste nel non utilizzare assun affermazioni, le certezze, i dubbi, le scelte politiche, e così via. ti e opinioni provenienti dal senso comune o anche dal pensie Si tratta, come aveva in tempi non lontani osservato Bertrand ro filosofico, se non dopo averli sottoposti all'esame critico. Russell4, di una conoscenza troppo sicura di sé, vaga e contrad Qui si aprono due possibili obiezioni. dittoria alla quale aderiamo senza esserne affatto consapevoli. In La prima obiezione ci viene dalla corrente di pensiero chia particolare, la cultura occidentale contemporanea, quella in cui mata ermeneutica, molto in voga sino a tempi recenti, che viviamo, presenta forti sedimentazioni di tipo materialista e sostiene che l'uomo è condizionato da una certa pre-compren meccanicista; si tratta di un'eredità filosofica dualista di ascen sione del mondo presente nel linguaggio, e che i tentativi di denza cartesiana, che oggi, dimenticatane per lo più la deriva sfuggire a tali pre-comprensioni sono destinati al fallimento, in zione filosofica, è sentita in genere come un intoccabile stereo quanto al più a una pre-comprensione ne viene sostituita un'al- tipo. 5 R. DESCARTES, Discours de la IJJéthodf, Ian i\faire, Leyde 1637; tr. it . di L. Urbani Ulivi, 3 M. HEJDEGGER, Essere e tempo, 260. Discorso su/metodo, Bompiani, Milano 2002, 121. Cito dalla traduzione italiana. 4 B. Rl'SSELL, An Outline of Philosophy, Allen and Unwin, London 1927; tr. it. di A. 6 Tr. cit, 177-195. Visalberghi e A. Visser't Hooft Musacchio, Sintesi jìlosojìca, La Nuova Italia, f<irenze 7 S. V,\l'\"'1 RO\'JGJ ll, Elementi di filosofia, 3 voli., La Scuola, Brescia varie edizioni, vol. 1966, 3. Cito dalla traduzione italiana. 1, 97-103. l. Primi passi tra. La risposta a questa obiezione è duplice; in primo luogo pos in quanto si tratta di affermazioni indimostrabili e insostenibili, siamo chiedere quali prove mai possano esserci che "tutta la spesso contraddittorie, comunque inquietanti e destrutturanti, conoscenza è frutto di pre-comprensioni". Nulla può essere che vengono presentate come tesi filosofiche plausibili e soste additato come prova in grado di corroborare l'asserzione che nibili, impossibili da confutare. tutto è frutto di pre-comprensioni, in quanto qualunque asser La seconda obiezione all'esercizio della spregiudicatezza radi zione portata a suo sostegno sarebbe essa stessa una pre-com cale in filosofia sostiene che una totale criticità non è praticabi prensione; in altre parole, se tutta la conoscenza non fosse altro le in quanto essa consisterebbe in un processo infinito, incapace che una raccolta di pre-comprensioni, anche l'affermazione che di accertare la stabile verità di una certa affermazione. sostiene ciò è una pre-comprensione, e ha uno statuto gnoseo A tali obiezioni si risponde sostenendo che è possibile avvia logico equivalente alle altre affermazioni. Con il risultato di non re una rivoluzione concettuale abbandonando i preconcetti di avere nessun privilegio conoscitivo rispetto a ogni altra afferma cui troviamo intriso il mondo senza con ciò avviare un proces zione, e neppure rispetto all'affermazione contraria, per la quale so incapace di cogliere verità stabili. Desidero sostenere ora che "non tutta la conoscenza è frutto di pre-comprensioni". In tale revisione critica non solo è possibile, ma necessaria, e che si secondo luogo, per poter riconoscere come tale una pre-com consegue semplicemente facendo entrare nella costruzione filo prensione, occorre aggettivarla, prendere le distanze da essa, sofica esclusivamente ciò che sia stato sottoposto al vaglio criti giudicarla: in tal modo quella che nasceva come pre-compren co. Sono perfettamente consapevole che l'impresa non è facile, sione diviene, a seguito della riflessione filosofica, una post che i pregiudizi correnti ci tendono costantemente l'agt,ruato di comprensione, cioè un giudizio critico. In altre parole, se l'affer una facile adesione; per evitarli sarà utile non solo la nostra mazione "tutto è pre-comprensione" vuole avere senso, deve attenzione, ma anche il contributo derivante dal dibattito filoso essere in grado di fornire almeno un esempio di pre-compren fico, che, se correttamente inteso, aiuta a chiarire, precisare, cor sione: ma ciò non è possibile, in quanto ogni esempio mostra reggere, completare quello che si è sostenuto. i! qualcosa che era una pre-comprensione, prima dell'esame criti In tal modo si mette in atto una vera rivoluzione concettua co, ma che, una volta esemplificata, non lo è più. Cioè qualun le, in quanto il bagaglio acritico di partenza viene sostituito da que esempio di pre-comprensione si colloca da un punto di vista un bagaglio filosofico - che potrebbe anche consistere in una di verità oggettiva. Dobbiamo quindi concludere che l'afferma riconquista critica di quello da cui si era partiti-ottenuto grazie zione "tutto è pre-comprensione" è razionalmente insostenibile; all'esercizio di riflessione autonoma e personale. va dunque collocata tra le affermazioni irrazionali, in particola re tra quelle retorico-emozionali, e va intesa come un'espressio ne di terrorismo filosofico, non diversa, nella sua struttura logi l. .2. Lessico filosofico ca, da analoghe espressioni ricorrenti nella storia del pensiero, quali il genio maligno di Descartes8 o il più moderno cervello Per finalizzare tale rivoluzione concettuale occorre anzitutto nella vasca di Hilary Putnam9. Parlo di "terrorismo tìlosofico" affinare la precisione linguistica; a questo scopo occorre riflette re su ogni termine che si intende usare per individuare in primo luogo quale sia il significato corrente, o, come spesso avviene, i 8 R. DESCAI\TES, Medi!dtiones de pn!l!a philo.rophia, i\!ichel Soly, Paris 1641; tr. i t. di L. diversi significati ordinari con cui un certo termine è usato, per Urbani Ulivi, Meditazioni metafìsiche, Bompiani, Milano 20U1, 157-158. Cito dalla tra passare successivamente a una ricognizione dei suoi significati duzione italiana. filosofici. 9 H. PL'D:A:-1, Reason, Trtttb and Hi.rtory, Cambridge University Press, Cambridge 1981; tr. it . di A. N. Radica ti di Brozolo, Rm;ione, l'erità e .rt01ia, Il Saggiatore, Mondadori, Milano 1985, 7-27. Cito dalla traduzione italiana. Putnam propone l'e ge una vasca di sostanze nutritive. Il cervello, opportunamente stimolato, vive l'il sperimento mentale di uno scienziato che separa un cervello dal corpo e lo immer- lusione di avt:re un corpo e di muoversi nel mondo. 14 Introduzione alla filosofia EJEAfPIO. Prendiamo la parola "causa". Nel senso corrente, quello che EI'EAIPIO. Il termine "mente" per Aristotefe11 significa l'intelligenza ognuno di noi ma nellin,guaggio ordinario, per causa si intende ciò che pro presente nel corpo e animatrice di tutte le stte jttnzioni, mentre per Descartes voca un mtttamento o una trasformazione; se controlliamo in un vocabola la mente è ilp uro pensiero totalmente separato e sostanzialmente diverso dal rio di italiano, ad esempio lo Zingare/li, troviamo che per causa si intende corpo. In Metatìsica di Aristotele uno dei problemi principali della critica "L'antecedente invariabile di un fenomeno" oppure "Ciò che è origine, moti è stato quello di dipanarne le polisemie, cioè i molteplici significati attribtti vo, ragione determinante di qualcosa': ti a uno stesso termine; ad esempio il termine "essere" ha quattro significa Spesso i filosr!fì cosiddetti analitici di tradizione anglosassone prendono ti principali, il termine "sostanza" ne ha pure almeno quattro. Aristotele la dr:Jìnizione che si trova nel vocabolario come punto di partenza per una stesso era consapevole di molti di tali sign[ftcati, che rintraccia e precisa nel riflessione filosr!fìco-concettuale; va però tenuto presente che la dejìnizione che corso del testo, ma numerosi altri sono stati individuati dagli interpreti e let troviamo nel vocabolario è la registrazione del significato ordinario di un tori successivi. termine, anche se esposta con maggior precisione lingttistica. Cioè la parola nel suo significato ordinario e la dr:ftnizione de/tJocabolario si collocano sullo Spesso l'opera dello storico consiste nella individuazione di stesso piano di cultura corrente. Se vogliamo superare quel livello, èp r~fèri tali diversi significati e nel chiarimento delle differenti occasioni bile dare un'occhiata ai significati jìlosr!fìci del termine in questione. Nel di uso, in modo da giungere a identificare un lessico - che potrà caso di "causa" scopriamo allora che causa come antecedente im'ariabile non essere relativo a un testo, un autore, un periodo, una corrente - è IL significato filosr!fìco, ma UNO DEI significati filosr!fìci, in particola che funga da mappa di orientamento storico e concettuale rela re quello introdotto da Httme; scopriamo anche che per Aristotele ci sono tivamente a un certo problema o a un certo argomento. quattro cause, delle quali la rivoluzione scientifica del '600 prese in consi derazione solo una, la causa ifficiente, lasciando in ombra la causa mate riale, quella formale e quella finale. Scopriamo, infine, che la fisica del '900 1.3. Cassetta degli attrezzi rijòrmula in modo del tutto nuovo il concetto di cattsa, e che la jì!osojìa non ha ancora provveduto a una soddigàcente rielaborazione di tale concetto10. La rivoluzione concettuale o, come preferiva chiamarla Sofia Vanni Rovighi, la «spregiudicatezza radicale» e la precisione les Con un tale lavoro di presa di coscienza storico-critica ci abi sicale sono i primi due attrezzi del mestiere di filosofo che dob tuiamo a considerare le parole come dei contenitori vasti e arti biamo riporre nella nostra cassetta. A questi ne vanno aggiunti colati di significati solo raramente univoci, e ci abituiamo di con molti altri: capacità argomentativa, cultura storica formata attra seguenza a capire la necessità di precisare il più chiaramente e verso la lettura diretta dei testi filosofici, capacità di gestire la let compiutamente possibile il significato che intendiamo attribuire teratura secondaria, percezione della rilevanza teoretica di certi a una certa parola. In tal modo evitiamo gli equivoci e i frainten problemi, ecc. Tutto ciò costituisce una «cassetta degli attrezzi» dimenti così frequenti sia nella cultura corrente che in filosofia. (l'immagine è di Descartes, e viene in epoca contemporanea Il lavoro di precisazione lessicale è molto importante anche ripresa da Quine), e, come ogni cassetta di attrezzi, costituisce nella lettura diretta dei testi filosofici; sarà possibile osservare una premessa indispensabile per l'esecuzione di un lavoro, ma come lo stesso termine venga usato con significati diversi da non è il lavoro, e neppure il fine del filosotàre. Il lavoro consiste autori diversi, e anche come differenti significati si intreccino nell'acquisizione di una visione critica di se stessi e del mondo, nello stesso termine usato da uno stesso autore o in opere diver e sarà inevitabilmente personale, propria di ogni singolo essere se o nella stessa opera. umano pensante. Perché la si costituisca nel migliore dei modi lo studio della filosofia è indispensabile in quanto offre modelli, 10 Sul concetto di causa è disponibile l'eccellente studio di J. L. M,\U--:IE, T'be Cement of 11 AHISTOTEJ.E, L'anima, a cura di G. Movia, testo greco a fronte, Bompiani, Milano tbe L'niver.r. /1 Study of Ca11sation, Clarendon, Oxford 1980. 2001. 16 17 Introduzione alla filosofia l. Primi passi ipotesi, argomentazioni che facilitano l'elaborazione personale e capito e chiarito. Egli mette giustamente in guardia il filosofo di la portano a soluzioni che diftìcilmente sarebbe possibile rag professione, dunque tipicamente il professore universitario, dal giungere in prima persona. Ma va ribadito che ognuno forma la rischio di involuzione gergale e asfittica del linguaggio e del pen propria personalità critica e riflessiva, e che l'esito sarà persona siero; e non ci stupiamo di tale segnale di allarme di le per ognuno, segnato dalle esperienze, dagli studi, dall'ambien Schopenhauer se pensiamo che il mondo culturale nel quale egli te. Un tale lavoro formativo non si acquista con un colpo di opera è quello della filosofia tedesca della prima metà pistola (secondo l'immagine di Hegel), all'improvviso, ma ha dell'Ottocento dominata dall'idealismo hegeliano. Peraltro le bisogno di condizioni senza le quali non possiamo realizzarlo, e parole di Schopenhauer confermano la mia tesi: tutti gli esseri tali condizioni sono, appunto, la consapevolezza culturale, l'in umani fanno filosofia, anche al bar, o allo stadio, o in discoteca, formazione storica, la capacità critica e argomentativa. quando esprimono commenti e giudizi generali. Prendendo atto che la filosofia viene comunque fatta, è bene farla impegnando si al meglio, cioè praticando i testi filosofici, acquisendo senso 1.4. Non si può non fare fìlosotìa storico, senso critico, precisione concettuale e linguistica. L'affinamento e lo sviluppo di tali capacità è formativo e fonda mentale non solo per le domeniche del pensiero o per chi fa Di fronte all'impegno che la filosofia richiede qualcuno può della filosofia una professione a tempo pieno, ma anche per la essere tentato di rinunciare; a ben guardare, però, la rinuncia quotidianità, in quanto rende più consapevoli e critiche le nostre risulta impraticabile. Infatti tutti esprimono valutazioni, giudizi, valutazioni, le nostre capacità di comprensione, il nostro modo osservazioni; ma è possibile valutare, giudicare, osservare solo di affrontare problemi nuovi, anche negli atti apparentemente utilizzando un'etica, una logica, una fenomenologia, che per lo più semplici e scontati di ogni giorno. E sarà con diversa com più sono implicite, vaghe, approssimative, probabilmente anche prensione che guarderemo un film, leggeremo il giornale, ascol contraddittorie, ma non per questo meno presenti o necessarie teremo i discorsi dei politici o gli slogan pubblicitari. a formulare delle opinioni. L'unica uscita dalla filosofia è la tota le rinuncia a qualunque valutazione, giudizio, osservazione; e ciò non solo è difficilmente attuabile da un punto di vista pratico ESEMPIO. l'v1olti hanno visto ilf ilm Matrix e si sono chiesti se sia o no possibile che noi viviamo in Matrix. Il senso comune è in genere orientato (chi scelga tale posizione deve rinunciare a qualunque condanna, a dare una risposta negativa a questa ipotesi} ma non è in grado di argo ad esempio del nazismo o della pedofilia, in quanto tali condan mentare a faz;ore di tale sua opzione realista e comunque non riesce a con ne vanno derivate da un'etica), ma anche insostenibile da un trobattere ifflcacemente a chi sostenga che invece può darsi che noi vit'iamo punto di vista teorico, visto che in primo luogo argomentare in Matrix. Occorre una capacità di riflessione critica e una certa pratica contro la filosofia è già farla e visto anche che essa è comunque filosr!fìca per costruire una risposta. Una possibile strategia consiste anzi presente nel pensiero ordinario e nella cultura corrente. tutto nell'o sserz;are che l'ipotesi che t'iviamo in Matrix è un 'ipotesi scettica Schopenhauer ha obiettato contro l'ipotesi da me sostenu espressa in un linguaggio visivo anziché concettuale; ipotizzare che siamo in ta12, c cioè che la filosofia va fatta con competenza e acquisen Matrix equit'ale a negare ogni attendibilità all1esperien=(fl sensoriale ordi do una certa strumentazione professionale, e ha sostenuto che naria, che ci attesta la realtà del mondo e l'attendibilità delle nostre perce la vera filosofia si fa per la strada e nelle osterie e non nelle aule zioni. Le ipotesi che respingono in toto la conoscenza o i dati sensoriali universitarie; c'è del vero in quel che Schopenhauer dice, ma va sono appunto} ipote.ri scettiche. In filosr!fìa le ha introdotte sotto forma di 1 metajòre suggestÌZ'e Descartes, formulando l'ipotesi che siamo preda di un genio maligno o di un dio ingannatore che sistematicamente ci fa vedere quel 12 Schopenhauer inveisce spesso contro la filosofia uni\'ersitaria; cfr. ad esempio Prefùzione alla seconda edizione di Il mondo rome volont,ì e ({)IJ/e mppresmtazione, tr. it . di N. lo che non c 'è e ci fa credere ilf also1 ma erano presenti nel pensiero filosr!fì Palanga, A. Vigliani, Mondadori, Milano 1989, 15-16 e 23-26. Cito dalla traduzione co fin dall'antichità. Dunque per rùpondere all'ipotesi che z;zvzamo zn italiana. 18 19 Introduzione alla fdosofia Matrix occorre elaborare una risposta anti-scettica, che potrebbe essere la 2. La filosofia seguente: siccome non c'è nulla che renda verosimile l'ipotesi che viz,iamo in Matrix, non c'è nulla che la corrobori né argomentativamente, né speri mentalmmte, si tratta non di un 'ipotesi da prendere in considerazione, ma di una pura fantasia. La sua attrattiva non è dovuta alla forza concettua le, ma alla presa emozionale che ii linguaggio visivo ha su di noi. Matrix stesso non riesce a fare a meno dell'ipotesi realista, visto che ha bisogno di un creatore, reale, di Matrix, come Descartes ha bisogno di un dio ingan natore che conosce la verità, in quanto sa di starei ingannando. La debo rome si può facilmente constatare sia prendendo in con lezza di tali forme di scetticismo consiste nel fatto che non riescono a nega \,,_.~siderazione la storia della filosofia che esaminando il re in modo radicale il realismo: per negario io usano o lo presuppongono. Se pensiero a noi contemporaneo, non c'è una definizione di fùo è vero che tutti vivono in Matrix, Matrix non può essere raccontato; iif atto sofia che tutti i filosofi siano disposti a sottoscrivere, così come stesso di raccontario richiede l'adesione a una realtà non illusoria che è capa non c'è una singola affermazione o argomentazione sulla quale ce di smascherare l'illusorietà di Matrix. Analogamente se ii dio inganna siano tutti d'accordo. Questo è un fatto con il quale molti fùo tore di Descartes non sapesse di starei ingannando, distinguendo così tra sofi amano poco confrontarsi, e che spesso viene utilizzato colui che inganna e colui che viene ingannato, non potrebbe ingannarci. come argomento anti-filosofico generico; altri fùosofi che lo prendono in considerazione lo trasformano in una posizione filosofica, ed elaborano il prospettiz1ismo. Per tale concezione ogni filosofo, e ogni essere umano, dà senso alla vita e al sapere in relazione al suo punto di vista individuale: non esistono cono scenze o valori assoluti, e le diverse prospettive sono incompa tibili. La mancanza di posizioni filosofiche comuni, dunque, induce alcuni al relativismo (di cui il prospettivismo è una delle molte possibili varianti), e spinge altri al dogmatismo, cioè all'af fermazione intransigente di una posizione, il cui rifiuto è consi derato segno di debolezza argomentativa o intuitiva. Vann~ fatte alcune riflessioni sia per quanto riguarda il rela tivismo che per il dogmatismo. Per quanto concerne il dogmatismo, che tipicamente preten de di accettare solo affermazioni certe e incontrovertibili, la sua debolezza consiste nella pretesa di applicare requisiti logico-for mali di correttezza, quale è appunto l'incontrovertibilità, ad am biti o irriducibili formalmente o riducibili solo a prezzo di un grave depauperamento della reale complessità di un ambito o di un tema. In altre parole il dogmatico, preso dall'ansia di certez za e di necessità, pretende che in filosofia si ammettano esclusi vamente proposizioni incontrovertibili, dimenticando che tale pretesa vale nei sistemi formali (ma oggi tale pretesa non è più neppure soddisfatta da tutte le diverse logiche disponibili), le cui condizioni di verità sono stabilite nell'istituzione del sistema 21