Nella notte dei tempi, quando gli uomini vollero sostituirsi agli dèi, il Terzo Occhio venne chiuso per punire la loro superbia. Da allora essi hanno perso le doti di intuito e chiaroveggenza e sono condannati a una conoscenza limitata, basata solo sulle percezioni dei cinque sensi. Ma Lobsang Rampa sostiene di possedere ancora questa eccezionale facoltà divinatoria che gli consente di percepire realtà spirituali quali le aure che circondano ogni individuo. E in queste pagine ci spiega come ha raggiunto la consapevolezza di questa dote, raccontando la propria infanzia, trascorsa dall'età di sette anni in un monastero tibetano. Realtà o immaginazione? Comunque le si voglia interpretare, le sue parole ci trasportano nell'atmosfera incantata del Tibet profondo, e svelano l'iniziazione di un ragazzo ai misteri della vita in un mondo retto da millenarie credenze e riti plurisecolari.