Il Sorriso dello Stregatto Figurazioni di genere e intercultura UTIKMU ITIIAMT VARZI *UO-218-E9T0R1E* eterea OAl ele nziantit Ciddgiino e tlnelerarcneua l tura RINO è: PAS L’intercultura di genere è un campo ibrido e irrequieto dove spostamenti e transiti sono costitutivi. Incrocia riflessioni teoriche e indagini culturali interdisciplinari attingendo a studi culturali e postcoloniali, studi sull’affetto, studi sulle donne, studi sulla mascolinità e studi queer per moltiplicare l’analisi di differenze, marginalità e dissensi. Questa complessa intersezionalità permette di sciogliere rigidità epistemologiche altera e leggere altrimenti, indagando anche spazi non organizzati intorno al genere. Àltera si occupa di come cambia la cultura in un contesto globale e studia la costruzione tecnico-politica di genere es essualità attraverso narrative, discorsi, forme, oggetti e strumenti farmaco-pornografici che producono e riassegnano performativamente identità di genere e identità sessuali. a“N ltera Collana di intercultura di genere diretta da Liana Borghi e Marco Pustianaz 1. Il Sorriso dello Stregatto: figurazioni di genere e intercultura a cura di Liana Borghi e Clotilde Barbarulli, 2010, pp. 200 2. Judith Halberstam, Maschilità senza uomini in preparazione 3. Clotilde Barbarulli, Scrittrici migranti in preparazione Il Sorriso dello Stregatto Figurazioni di genere e intercultura A cura di Liana Borghi e Clotilde Barbarulli Edizioni ETS www.edizioniets.com © Copyright 2010 EDIZIONI ETS Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa [email protected] ww.w.edizioniets.com Distribuzione PDE, Via Tevere 54, I-50019 Sesto Fiorentino [Firenze] ISBN 978-884672746-6 Indice Liana Borghi Figure dell’intercultura di genere Joan Anim-Addo Dato che mia nonna era una sirena 25 Paola Zaccaria Confine/Confino DIL Luciana Brandi Cercando le parole per gli affetti, tra emozione e coscienza 67 Federica Frabetti Decostruire Eve Sedgwick: affetti, tecnologia, performatività 2D Monica Farnetti La mappa degli affetti 113 Clotilde Barbarulli Parole, corpi e passaggi nell’in-finito ito urbano 125 Franca Zoccoli Futuriste nell’arte e nella vita: dalle immagini alle azioni concrete 143 Anna D'Elia Guerra, corpi e figure 135 Luisa Rosti Il talento delle donne: una risorsa sprecata? 173 Le autrici 1599 Figure dell’intercultura di genere Liana Borghi “Did you say pig, or fig?” said the Cat. — Hai detto porcellino 0 porcellana? — domandò il Gatto.! Questo primo volume della collana &/tera presenta saggi di autrici che da tempo si occupano di studi di genere. Chi ha seguito o seguirà il percorso dei nostri scambi eterogenei ri- conoscerà tracce di discorsi già disponibili in precedenti pub- blicazioni. “Tutta la cultura è intercultura”, è stato un truismo a Raccontar/st?, il laboratorio dove abbiamo praticato una va- rietà di studi culturali e postcoloniali, con un programma che includeva analisi di genere, razza, classe, sessualità e diversità, globalizzazione, empowerment, e altre parole chiave delle teorie femministe e queer che collegano i testi frontalieri da noi scel- ti ai flussi migratori, alla costruzione di confini ed esclusioni, all’incrocio di affetti, materia e corpi. Questo volume ha la sua genesi nell’archivio costituito dai temi, le voci, gli scritti e i seminari a cui tante persone hanno contribuito per un decennio. Raccortar/si ha avuto anche un forte appoggio internazionale attraverso i contatti e gli scambi con e tra ReSisters, il sottogruppo della rete europea di studi delle donne ATHENA, il cui progetto è stato in primo luogo studiare come certi concetti (in particolare rappresentazione, responsabilità, complessità, pedagogia) vengano tradotti, mo- dificati e applicati nei rispettivi paesi; quindi elaborare prati- che didattiche mirate a nutrire il dialogo interculturale? An- 6 Il sorriso dello Stregatto che in questi incontri la generosa condivisione di tempo, ener- gie, risorse, saperi, vissuti e visione politica ha creato la strut- tura affettiva di un’esperienza straordinaria e di una memoria collettiva che persiste e ancora ci unisce. Se ora sentiamo la mancanza di quegli incontri, può dare sollievo pensare che la perdita della nostra intimità costituisce la forma del sentirci ancora insieme qui. Raccontar/si ha assunto oggi una nuova forma: da labora- torio si è trasformato in una serie di brevi convegni, gocce di disseminazione dove le figurazioni, che a suo tempo avevamo abbracciato per rappresentare contro-figure con storie nascoste da recuperare, sostenute da un ritorno che sentiamo necessario alle biopolitiche dei corpi, vengono nuovamente indagate co- me corpi — non solo di donne — nella loro materialità, nella loro storia, e nelle loro mutazioni e rappresentazioni. Ma negli anni è rimasto costante il nostro domandarci: cos'è l’intercultura di genere? Nelle nostre pratiche l’intercultura di genere è stata finora un campo ibrido e irrequieto che incrocia riflessioni teoriche e indagini culturali interdisciplinari, attingendo sia a studi sulle donne, sia a studi sulla mascolinità e studi queer per moltipli- care l’analisi di differenze, marginalità e dissensi. Si occupa di come cambia la cultura in contesto globale e studia situazioni, narrazioni, discorsi, forme e oggetti che producono e riprodu- cono performativamente il genere, anche nelle nuove forme in- dotte dalla globalizzazione, dal mercato neo-liberista e dai flus- si migratorî; include quindi di necessità la sessualità, non solo riproduttiva, in quanto fenomeno strutturale e strutturante. Ma cosa può essere un tale campo di studi in un momento co- me questo: quando proprio il concetto di genere è in crisi, quan- do ormai i generi non sono più solo due ma sono molti — e invece le istituzioni appiattiscono il termine su comportamenti sociali collegati alla bio-dicotomia maschio-femmina, altrove ampiamen- te contestata in quanto dispositivo sociale di esclusione, repres- sione e disciplina sessuale? In questi saggi prevale un discorso di genere transculturale e transnazionale che si vorrebbe integrato