La Guerra civile greca, scoppiata al termine del Secondo conflitto mondiale e terminata nel 1949, è uno dei capitoli più tragici e meno noti della storia europea del Novecento. Di questo periodo storico, segnato da atti di grande eroismo ma anche da orribili viltà, "Il ritorno dei nove" costituisce un ritratto memorabile. Protagonisti del racconto di Thanasis Valtinòs sono nove partigiani in lotta non solo contro il nemico politico, ma anche contro il paesaggio ostile del Peloponneso orientale, la fame, la sete, lo spettro della morte, la disperazione assoluta. Unico viatico del loro ritorno senza speranza è la reciproca amicizia e solidarietà, la fede nel Diritto contro la Violenza. E, come per i diecimila di Senofonte, il grande, irraggiungibile miraggio: il mare -nell’immaginario greco perenne simbolo di salvezza. Senza enfasi, con uno stile magistrale e nudo che esalta la drammaticità della vicenda, Valtinòs, uno dei maggiori scrittori greci contemporanei, costruisce un’epopea antieroica di fatti e sentimenti ancestrali, in un crescendo emotivo che mozza il fiato. Il lettore condivide il destino dei protagonisti, teme e spera con loro: di sfuggire agli inseguitori, di trovare il mare, di tornare a casa. La critica ha definito questo libro d’esordio di Valtinòs “una grande prova letteraria”, “un libro perfetto”, “un frammento di verità”.