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Il mito del controllo demografico PDF

180 Pages·1977·5.732 MB·Italian
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MEDICINA E POTERE 7 COLLANA DIRETTA DA GIULIO A. MACCACARO VOLUMI PUBBLICATI Jean-Claude Polack, La medicina del capitale, con una lettera al Presidente dell’Ordine di G. A. Maccacaro H. Sjòstròm, R. Nilsson, Il talidomide e il potere dell'indu­ stria farmaceutica, con E in Italia? di G. A. Maccacaro James Robertson, Bambini in ospedale, con II bambino è del­ l’ospedale? Seminario degli studenti di Biometria e Statistica Medica dell’Università di Milano Thomas J. Scheff, "Per infermità mentale." Una teoria sociale della follia. Prefazione di Giovanni Jervis. N. Boulanger, J.-F. Chaix, Lavoro, famiglia, psichiatria. Il ruo­ lo della psichiatria nelle istituzioni. Prefazione di Stefano Mistura Giorgio Bert, Il medico immaginario e il malato per forza È ipotesi di lavoro di questa collana che la medicina — come la scienza — sia un mondo del potere; che, anzi, nella conversione e gestione scientifica di dottrine e pratiche, contenuti e messaggi, enti e funzioni, ruoli e istituti, divenga propriamente potere, sostanza e forma del suo esercizio. Come tale — pur nel comando cui obbedisce — è abilitata a dettare statuti, tracciare limiti, codificare eventi, attribuire significati: è cioè capace, ad un tempo, di legge e di giudizio, ovvero di assolutezza. Anche la verità di questa ipotesi, come di altre, può essere saggiata ai limiti del suo campo di applicabilità: cosi l’analisi della pratica psichiatrica ai limiti della violenza asilare e quella della sua sperimentazione umana ai limiti dell’asilo violento confermano, con i loro risultati, la penetranza del metodo nella misura in cui questo raggiunge e scopre le radici di classe di un potere medico esercitato per conto di un privilegio sociale. Ma i limiti se centrali mancano di generalità esauriente e se marginali si vestono di apparente eccezionalità: in un caso e nell'altro è sempre nelle loro vicinanze che si alza la polvere delle dispute di appartenenza; a un insieme o a un sistema, purché sia altro da quello imputato. Per questo un’ipotesi già formulata ha bisogno di nuove verifiche, ulteriori ricerche, piti ampie ricognizioni che attraversino tutte le mappe della cittadella sanitaria. Il potere che le appartiene, cosi come quello cui appartiene, può celarsi in ogni suo punto ma estinguersi in nessuno: cercarlo e scoprirlo è già sfidarlo. fltahmood fflonidoni Il miTO DEI COfITItOUO DEmOGRflPICO Siamo troppi? di Giulio A. Maccacaro Feltrinelli Titolo dell’opera originale The Myth of Population Control. Family, Caste, and Class in an Indian Village Monthly Review Press Copyright © 1972 by Mahmood Mamdani Traduzione dall'inglese di Enzo Turbiani Prima edizione italiana: settembre 1974 Copyright by © Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano SIAMO TROPPI?* In questo titolo, di nostro c'è soltanto il punto interro­ gativo. Si tratta infatti di un messaggio — siamo troppi! — che in forma molto affermativa corre da qualche tempo lungo tutti i canali dell’informazione di massa, a raggiun­ gere voi, noi e gli altri con toni di volta in volta suasivi, ammonitori o perfino minacciosi. Vero o falso che sia, sta diventando un luogo comune: oggi del discorso e, forse, domani del pensiero dei più. Anche per questo dobbiamo porlo in discussione: ciò significa, trattandosi di un messaggio, non solo riflettere sul suo testo, per metterne in luce e controluce i significati espliciti ed impliciti, ma anche individuarne correttamente le stazioni di emissione — chi diffonde e ripete questo messaggio? — e di destinazione — chi si vuole che ne sia raggiunto e toccato? Il messaggio "Nel 1830 c’erano 1.000 milioni di uomini sulla terra. Nel 1930 erano 2.000 e nel 1960 3.000. Oggi la popolazione mon­ diale è di 3.500 milioni di uomini. Queste statistiche illu­ strano la velocità drammaticamente crescente dell’incre­ mento demografico... Continuando cosi è probabile che per la fine di questo secolo la terra dovrà far spazio ad oltre sette miliardi di esseri umani. In altre parole, durante i prossimi trent'anni la popolazione mondiale potrebbe raddoppiare. Al termine di tale periodo, ogni aggiunta di un miliardo di persone non richiederebbe né un millennio * Questo testo è già apparso sulla rivista "Sapere” di aprile-maggio 1974, insieme ad altri articoli, di altri autori, sul problema della popolazione. 7 né un secolo né un decennio... ma soltanto cinque anni ed in seguito un tempo anche più breve... La esplosione demo­ grafica è uno dei problemi più importanti che dobbiamo affrontare... Può essere affrontato soltanto con una mas­ siccia pianificazione preventiva... Non c’è più tempo da perdere in questa pianificazione. Queste parole sono, appunto, l’apertura del “Messag­ gio sulla crescita della popolazione" indirizzato da R. Ni- xon al Congresso americano e al mondo, il 18 luglio 1969. Parole diverse hanno ripetuto l’identico messaggio negli anni successivi ad opera di persone, enti, istituzioni, acca­ demie, ecc.: la più grande amplificazione “scientifica" ne è stata data dal Club di Roma con il famoso rapporto I limiti dello sviluppoi 2 * * e la più grande pubblicità poli­ tica è stata assicurata dai mass-media di ogni genere. Dunque: o siamo troppi o siamo sul punto di diventarlo. Davvero? Perché? Qualcuno ne ha fatto una questione di spazio fisico5 calcolando una data entro la quale gli uomini — conti­ nuando a moltiplicarsi come ora fanno — sarebbero tanti quanti i metri quadrati della superficie terrestre. Ma a un discorso cosi poco serio basterà replicare che quella data deve essere ancora molto lontana se è vero, come è vero, che raccogliendo oggi tutta la popolazione della Terra sul suolo degli Stati Uniti si produrrebbe una den­ sità corrispondente a quella attuale dell’Olanda, mentre il resto del mondo rimarrebbe perfettamente disabitato. Qualcun altro ne ha fatto, più seriamente ma non troppo, un problema di spazio psicologico, trasferendo all'uomo modelli di comportamento osservati in alcune specie ani­ mali, particolarmente nei topini bianchi da laboratorio. “Benché siano creature notevolmente più semplici del­ l'uomo possono darci un quadro della possibile decadenza umana."* Tale è il convincimento del più noto autore di studi corroboranti Videa che già nel trentennio prossimo venturo la nostra specie possa realizzare sul pianeta, prima della saturazione fìsica, quella psicologica — come intol­ i R. Nixon, Messaggio del Presidente degli Stati Uniti sulla crescita della popolazione, 91° Congresso. la sessione. Doc. n. 91-139. J D. H. Mcadows, D. L. Mfadows. J. Randers e W. W. Beiirens, I limiti dello sviluppo. Biblioteca della Est, Mondadori, Milano 1972. J F. De Closet, En danger de progrès, Dcnoel, Parigi 1970. < J. B. Calhoun, Control of Population: Numbers, in "Ann. N.Y. Acad. Sci.," n. 184, p. 148, 1971. 8

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