Il fascino di Ermes: Hillman, Lyotard e la condizione postmoderna* BernieNeville. Viatoria Di recente mi sono imbattuto nell'espressione francese mise en abîme, un'espressione che finalmente ha dato nome a un fenomeno che, fin dall'infanzia, mi ha sempre affascinato. Avevo letto una storia nella quale un personaggio narra una storia nella quale un personaggio narra una storia nella quale un personaggio narra una storia, nella quale... Vedo il ritratto di qualcuno che tiene in mano il ritratto di qualcunochetieneinmanoilritrattodiqualcuno...Ho tro- vato una bambola dentro una bambola dentro una bambola... Afferro il significato di una parola attraverso il suo contesto in una frase il cui significato deriva proprio dalle parole di cui è composta, e capisco il significato delle parole attraverso il loro contesto nella frase il cui significato... Guardo il mio riflesso in uno specchio che si riflette in uno specchio che si riflette in uno specchio che sirifletteinunospecchio... La mia mente infantile non aveva mai cessato di doman- darsi se una sequenza simile potesse continuare per sempre, oppure se non ci fosse alla fine qualcosa di stabile e di definitivo. Domanda che si pone anche adesso la mia mente adulta, e non solo la mia. Ritengo che l'espressionemise en abîme possa essere applicata in tutta la cultura occidentale contemporanea, e quindi *Pubblicatooriginariamentesul nelle scienze e nella matematica nonché nelle arti e nella Journal of Analyticall letteratura, nella pubblicità televisiva, nel video-rock della Psychology, n. 37, Londra 1992,pp.337-353. culturadimassa 11 così come negli scritti di coloro che questa cultura si sfor- zano di analizzare. Quando provo a riflettere sulla connes- sione tra la teoria degli archetipi e quella che è stata defi- nita lacondizione postmoderna, miritrovonel paradossoe nellacircolaritàpropriodiquestamiseenabîme. Sono numerosi gli scritti che trattano del concetto di post- moderno e di come esso si applichi alla cultura del tardo capitalismo. Chiunque abbia familiarità con questi scritti e con quelli di psicologia archetipica, sarà probabilmente d'accordo nell'ammettere che quest'ultima, specialmente se si considera il pensiero di James Hillman (con il suo relativismo radicale, la sua molteplicità di prospettive, il suo concentrarsi sull'immagine, la complessificazione ed il costante processo di auto-destrutturazione), può essere classificata come facente parte del pensiero postmoderno. Gli stessi teorici degli archetipi sembrano abbastanza soddisfatti di tale classificazione (1). Ad ogni modo, le sequenze non finiscono qui. Infatti, l'insieme «pensiero postmoderno» comprende il sottoinsieme «teoria degli (1) Vedere in particolare archetipi» e fornisce una struttura per analizzarla, nell'e- David R. Griffen (a cura di) (1989), Archetypal Process: saminare la «teoria degli archetipi» ci accorgiamo che Selfand the Divine in essa include «il pensiero postmoderno» all'interno della Whitehead, Jung and suastessastruttura. Hillman, Northwestern La teoria degli archetipi vuole mostrarci come vanno UniversityPress. osservatelenostreesperienzepersonalieculturaliecome si devono discernere le immagini archetipiche retrostanti a tali esperienze. Dall'interno di questo punto di vista risulta in modo assiomatico che la condizione postmoderna, come ogni altra espressione della nostra psicologia personale e collettiva, è archetipicamente costellata. In questo mio scritto vorrei proporre l'idea che l'immagine e l'energia che modellano la condizione postmoderna con- tengono, o meglio sono in effettiun'immagine e un'energia archetipica specifica, e cioè quella di Ermes, dio dei viag- giatori, dei ladri e degli studiosi. Forse il verbo «proporre» non è il più adatto da usare qui. Le discussioni circa la verità o la falsità delle asserzioni appartengono ad Apollo e alla sua assertività, ed io devo riconoscere che la pro- spettiva dellateoriaarchetipicache guida ilmiopensieroè essa stessa (come ho già suggerito) una manifestazione dell'archetipodiErmes,lacuitendenza,equindiilcuistile, 12 è quello di elaborare immagini piuttosto che sviluppare argomentazioni logiche. Infatti il concetto di verità che appartiene ad Ermes èmolto diverso da quello di Apollo. Ma prima di parlare ulteriormente dell'immagine di Ermes, è forse opportuno porre la nozione di condizione postmoderna in un contesto. Se guardiamo al nostro recente passato, possiamo facilmente intravedere un repentino e decisivo cambiamento di consapevolezza intorno alla fine degli anni '60. I commentatori francesi collegano ovviamente questo cambiamento alla loro esperienza di gioia, eccitamento e delusione connessi agli eventi del maggio '68, che è stato decisivo nel loro sviluppo ideologico. Da un altro punto di vista che parte invece dal 1991, saremmo più inclini a riconoscere nel viaggio sulla luna del 1967 (o nella primavera di Praga del 1968 o nell'offensiva del Tet in Vietnam dello stesso anno) il segno determinante che annuncia la fine dell'era moderna e delle sue ortodossie. Un certo tipo di pensatore postmoderno, e non accademico, potrebbe anche osservare che il '68 ha segnato la nascita dell'era dell'Acquario. Personalmente vorrei considerare tutto ciò da un punto di vista più ampio e vedere il postmodernismo come una condizione nella quale la nostra cultura è incappata (o verso la quale si è evoluta), ora che il tempo dell'Illumini- smo è definitivamente terminato. Cartesio, Newton, Voltaire, Locke e gli altri ci hanno lasciato una cultura basata sulla premessa che la razionalità ci avrebbe fornito la conoscenza esatta di come funziona l'universo e ci avrebbe quindi offerto un significato adeguato, corretto, dell'esistenza umana e le soluzioni appropriate ai problemi degli esseri umani. Molti testi contemporanei mostrano però che la razionalità, il Cristianesimo, il Marxismo, sono stati sperimentati ma sono poi praticamentefalliti.S'intravedeinvece,oggi,unacorrente di pensiero che, attraverso Kant, Schopenhauer e Nietzsche, si diffonde in numerosi sentieri paralleli nel nostro secolo (Jung, Whitehead, Lyotard, Foucault, Heisenberg, Hillman, Maturana, Derrida, Rogers, Godei), una corrente che sfida la supremazia della ragione e la logica del materialismo, e che punta in ogni campo al paradosso e all'ambiguità caratteristici del pensiero post- razionalista. 13 Comunque, mentre la sensibilità intellettuale della cultura europea alla fine del XX secolo potrebbe essere conside- rata del tutto differente da quella delle generazioni imme- diatamente precedenti, essa non è, a ben pensarci, del tutto nuova. A mio avviso, quel modo di percepire e com- prendereche noi chiamiamopostmodernoesistevagiànei Greci antichi, ed era rappresentato in maniera specifica nelmitodiErmes. Se prendiamo come testo dj base La condizione postmo- derna(2)diLyotard,saremmoportatiaconsiderareilpost- modernismo una inevitabile conseguenza della rivoluzione (2)Jean-FrancoisLyotard,La occorsa all'informazione nel XX secolo. Secondo l'analisi condizione postmoderna, svolta da Lyotard, la trasmissione dell'informazione è Milano,Idee/Feltrinelli,1981. diventata un problema ben più significativo del contenuto stesso dell'informazione. L'informazione è giunta a un punto tale da non aver bisogno di fonti o legittimazioni alcune salvo di se stessa. La nostra società è caratterizzata da un flusso costante di informazioni tanto da diventare essenziali al mantenimento di questa stessa società, a prescindere dal contenuto dell'informazione in sé. Questo frenetico scambio di informazioni viene veicolatodallatecnologiasemprepiùestesadeicomputer, che sembra dirigersi verso una totale esteriorizzazione della conoscenza. La conoscenza, il sapere, sembrano dipenderesempremenodall'esistenzadiqualcunoche sa. Il concetto che l'acquisizione della conoscenza sia in qualche modo collegata all'esercizio della mente è pittorescamenteobsoleto. Lasocietàdell'informazionesegueunafantasiadimercato globale nel quale lo scambio è fine a se stesso - una fantasia di deregolazione, di libero scambio; la commer- cializzazione della conoscenza, l'eliminazione di voci e illazioni della comunicazione, e la sostituzione delle rela- zioni sociali basate sui legami familiari o di lealtà con rela- zioni sociali non molto strette, provvisorie e liberamente negoziate. In questo mercato globale il contratto a breve scadenza sta rapidamente prendendo il posto delle istitu- zioni permanenti. I contratti, le relazioni diventano più importanti delle persone, che sono considerate, dopotutto, intercambiabili. La coscienza del mercato globale permea tutti gli spazi della vita. E questa è la cultura dei beni e dei servizi,edelconsumismoqualel'avevaprevistaMarx: 14 Leunichecosecheinrealtàsonostatefinoadoracomunicate,mamai scambiate;datemamaivendute;acquisitemamaicomperate-lavirtù, l'amore,leconvinzioni,laconoscenza,lacoscienza,ecc.-quandotutto, perfarlabreve,èpassatoneldominiode!commercio.Questaèun'epo- cadigeneralecorruzione,diuniversalevenalità,operparlareintermini di economia politica, il tempo incui qualsiasi cosa, morale o fisicache sia, essendo diventato un valore vendibile, viene offerta sul mercato (3) Karl Marx,The Poverty of affinchélesiattribuiscailsuorealevalore(3). Philosophy, citato in G. Gill (1984),«Post-structuralismas Un'ulteriore caratteristica della condizione postmoderna, ideology»,Arena, 69, pp. 60- che a parere di Lyotard è un'altra conseguenza della rivo- 96. luzione dell'informazione, è il declino della ortodossia. I «grandi racconti» dell'era moderna e industriale, il Marxi- smo,ilRazionalismo,ilCristianesimo,nonsonopiùlegitti- mati e devono essere rimpiazzati, secondo Lyotard, da «racconti locali». La possibilità che, a lungo termine, que- sta promessa di diversità, molteplicità ed eterogeneità rie- scaarealizzarsi,puòancheesseremessaindiscussione, tuttavia, negli ultimi 40 anni si è assistito ad una relativiz- zazione sempre più marcata dei valori, la quale permette unadiversitàdicredenzeedicomportamentinellacorren- te primaria della cultura, in aperto contrasto con l'epoca precedente. Indubbiamente, anche la fantasia di Lyotard circa i «racconti locali» è in se stessa un «grande raccon- to».I pensatoripostmoderninonevitano lacircolarità edil paradosso, ne vengono guidati dalla fantasia apollinea di costruire una struttura teorica coerente e consistente. Appartiene inoltre al pensiero postmoderno l'abbandono dell'ideale eroico di controllare o vincere la natura. La scienza positivistica, fallito il progetto di costruire un para- diso in terra, sta per essere soppiantata da una scienza postmoderna, caratterizzata da informazioni incomplete, dal caos e dal catastrofismo, dall'indeterminatezza, dal paradosso, dalla discontinuità e da una tendenza a porre in luce nuove domande piuttosto che a trovare nuove risposte. Una caratteristica della scienza di questo secolo èstataquelladistaccarsisemprepiùdalmeccanicismodi Newton e dal dualismo di Cartesio. Il modo postmoderno che ha la mente di trattare con la realtà tende verso l'estetico piuttosto che verso il razionale, e si trova più a suo agio con le immagini che con le idee, ed è inoltre incline a dare all'esperienza diretta, soggettiva (persino mistica), una validità che sembrava molto tempo fa sparita. 15 Nellacoscienzapostmoderna,ilsignificatoinferioredell'im- mOKa.gPinReONèTtIaplemrelanpteriminagriipgraensatitdoi qcuheestolan«uocvoosapr-oingr-asmém»aefdfiectutilvtuara- pop. Tecnici montaggio OK? Tutti OK? Bene, cominciamo. Cinque, mente scompare. Baudrillard (4) suggerisce che se prima quattro,tre,due...eBATTUTAd'entratadellospezzonedipellicolapiùil (4) Jean Baudrillard (1983), l'immagine rifletteva una realtà di base, ora noi ci siamo Simulations, New York, titolo. INQUADRATURA VELOCE per visionare spezzoni che mostrano mossi verso una prospettiva in cui l'immagine maschera o Semiotexte,p.11. comeil programmadescrivelagente, lecultureelamusicanelmondo. dMiusstiocarcpeiùlaforrtee.altà, fino a non avere più alcuna connessione conqualsivogliatipodirealtà.Stiamofluttuandoinunmare di immagini dalle quali non ci aspettiamo più rappresenta- zioni di realtà o di verità. La nozione di significati comuni o significati condivisi sembra in via di sparizione, ed il pasti- che dell'arte e dell'architettura postmoderna riflette un mondo nel quale tutto va bene, tutto è accettato. Qualun- que sistema di significati culturali può essere «de-costrui- to» (Derrida) e «visto in trasparenza» (Hillman), e noi pos- siamo de-costruire le nostre de-costruzioni finché sia dissolta ogni parvenza di sostanzialità. Non rimane allora più alcun significato, masolo interpretazioni. La concretez- za dellerelazioni sociali, dellafamiglia, delclan,della clas- se, ha lasciato il posto all'astrazione, coadiuvata dalla tec- nologia dell'informazione. Ciò che è essenziale della verità halasciatoilpostoaciòcheDerridadefinisce l'affermazionegioiosadelgiocodelmondoedell'innocenzadeldivenire, l'affermazione di un mondo di segni senza difetti, senza verità e senza origine,chevieneoffertoadun'interpretazioneattiva(5). Quantoalungoquestaaffermazionepotràessereconsi- deratagioiosaèancoradavedere.Laformadiartepiù (5) Jacques Derrida (1978), WritingandDifference, Lon- caratteristicadellacoscienzapostmodernaèilvideo-rock, don, Routiedge & Kegan dovel'immagineètuttoelasostanzaniente.Le Paul,p.292. discontinuità,leambiguità,leriflessionisusestessidegli artefattidellaculturapiùcorrente,sonoaltrettanto rappresentativedellacondizionepostmodernadiquantolo sianolespeculazionidiunaéliteintellettuale autocosciente,cheritienediesserelapuntadidiamante allaguidadellacoscienzaumana. 16 Andarealpezzosonorosulvivereinsieme.Andarealpezzosonorosulla terra che scoppia. Più primi piani di occhi e labbra in questi pezzi. Va bene?Andarealsonorosullalibertà.Andarealsonorosulfuturo.Anda- realpezzosonorodellavitasuunaltropianeta.Andarealpezzosonoro di Terence Treni d'Arby che parla dei pezzi sonori. E ora, statistiche comparative tra l'età dell'americano medio e quella del Rolling Stone medio (47, 46), e quanto costa mummificare il corpo a Sali Lake City ($7.700). Inquadrarel'imitatorediuccelli.Inquadrarelapubblicitàcontrolacocai- na.Andareaunmontaggiodiintervistesullafilosofiadelcampionamen- to e sulla musica rap. SPEZZONE. SPEZZONE. SPEZZONE. Andate avanti a ripetere il pezzo sonoro di Malcoim McLaren che dice «tutti copianotuttiglialtri».Equestoèquanto...(6). (6) Jim Schembri (1991), «Life is just a sandwich», Non accade però soltanto nella cultura pop che tutti Green Guide, Melbourne, 14 copino tutti. Questo stesso mio scritto rappresenta uno February. stiledipensierobenlontanodallaculturaoggiaffermatasi, nonché dall'ossessione della veridicità oggettiva e dalla razionalità lineare, le quali costituivano le giuste pietre di costruzione dell'Accademia Apollinea. Come per tanti altri miei colleghi, mi è congeniale attraversare i confini delle varie discipline, cercare connessioni ovunque si possano trovare, nonché pensare in modo analogico. In un mondo sovraccarico di informazione, non posso affermare con certezza che qualunque idea io esprima sia esclusiva- mente mia. Ne posso, nella maggioranza dei casi, affer- mare con certezza dove ho trovato, rubato o preso a pre- stitolemieidee,ivicompresal'ideachestoesprimendoin questomomento.Èprobabilecheiotrovipiùstimolointel- lettuale nelle connessioni che scopro o che costruisco tra immagini apparentemente prive di connessioni, piuttosto che nell'accumulare prove, o nel saldo e sistematico svi- luppo di un argomento logico. Non parto dal presupposto che il significato sia qualcosa che posso scoprire e comu- nicare ai miei lettori o ascoltatori, e nemmeno che possa esistere un significato indipendente, qualcosa che ho costruito mentre scrivevo. Si tratta semmai di qualcosa cheillettoreol'ascoltatorecostruiscenell'attodileggereo diascoltare. Quando qualcuno vuole«prendermiincasta- gna» e mi chiede di spiegare esattamente quello che voglio dire, è probabile che offrirò, anziché un chiarimen- to, un ulteriore punto di vista alla loro domanda. Se mi si dicecheilmiodiscorsomancadisostanzaedicoerenza, 17 potrei ribattere che sto solo giocando con le idee. Il mio scopo in questo articolo non è lo sviluppo di una teoria sistematica, che a mio avviso corrisponde ad una fantasia Apollinea, ma piuttosto l'amplificazione di un'immagine. E, in questo caso, l'immagine che appare in trasparenza è quella di Ermes, e la lente per osservarla è la psicologia archetipica. Sia Jung che Hillman sono consapevoli che essi stessi scrivono dal punto di vista di Ermes. Per Jung, Ermes è il messaggero degli dei, la guida delle anime nel mondo infero. Per Hillman, Ermes è inoltre l'immagine più calzante della molteplicità di prospettive, del «vedere in trasparenza», dell'aver- cura soprattutto di se stessi, nonché del relativismo radicale che si esprime del resto attraverso i suoi scritti. Il lettore di Hillman troverà in Ermes/Mercurio anche l'immagine più appropriata dell'ambiguità concettuale che, negli scritti di questo autore e di altri della stessa tendenza, sembra essere sempre associata alla sensibilità postmoderna. Hillman, come Lyotard, frustra continuamente il suo lettore lasciando impliciti i propri argomenti. Il lettore, fermo e bloccato nella fantasia apollinea di raggiungere la chia- rezza assoluta, pensa di continuo: «ora ho capito quello che sta dicendo». Hillman sembra voler dimostrare che la sua analisi è realmente di gran lunga più complessa e ambigua di quanto non appaia, e che la sua complessità, come in un «insieme di Mandeibrot», non ha mai fine. L'Inno omerico ad Ermes (7) ci racconta come, per evitare l'ira degli dei, Maia, la ninfa amante di Zeus, scelse a sua dimora una caverna profonda, dove diede alla luce un (7) Inni Omerici, a cura di figlio di Zeus, «dalle molte arti, dalla mente sottile, predo- Filippo Cassola, Fondazione ne,ladrodibovini,ispiratoredisogni». Lorenzo Valla, Milano, A. L'Inno descrive Ermes come un bimbo molto precoce, MondadoriEditore,1975,pp. 179-225. tanto che lascia la caverna il giorno stesso della sua nascita. Incontra una tartaruga e all'inizio gioca con essa, come farebbe qualsiasi bambino, poi l'uccide e costruisce con il guscio una lira, si accompagna con questo strumentoecomponecosìlaprimacanzone,unacanzone checantaisuoigenitorichefannol'amore. Dopo aver piacevolmente ed ironicamente cantato dei suoi genitori, passa ad altro. Gli viene una gran voglia di mangiare carne, lascia la lira nella culla e se ne va in cercadi 18 carne. Per un briccone come Ermes, c'è un modo del tutto ovvio per ottenere ciò che vuole: rubarlo. Con il favore delle tenebre si mette a cercare le mucche di Apollo che sono al pascolo; ne sceglie dalla mandria cinquanta. Per ingannare Apollo, Ermes le fa camminare all'indietro. Con delle foglie crea per loro il primo paio di sandali,alloscopodinasconderneleorme. Dopo aver inventato lo strumento a corda e i sandali, inventa adesso anche i fiammiferi e accende un fuoco. E cosìinventaanchelacotturaeilsacrificioreligioso.Infatti sgozza due delle mucche rubate, e le arrostisce. A quel punto, dimentico della sua fame, invece di prepararsi un bei pranzo, le offre in sacrificio agli dei, gli stessi dei ai quali le aveva rubate. Con molta attenzione ne taglia dodici parti uguali, in onore degli undici dei dell'Olimpo, più una parte per sé. Dopo di che Ermes torna alla sua culla e vi si stende frignando e giocando come un bambino.Lamadre 10rimprovera per il furto commesso, e lui dichiara allora vigorosamente l'intenzione di diventare il Principe dei ladri,equindiessereingradodimanteneresialeiche se stessoinmodoadeguatoallororango. 11 giorno dopo, Apollo giunge alla caverna avendo saputo che erano lì le sue mucche rubate. Affronta il bambino, che è anche suo fratello. Ermes, però, spudoratamentenega ilfurto,anziaffermadiesserenato solo il giorno prima, il che è anche vero, e continua a difendersi, giurando sulla testa di Zeus di non avere mai visto una mucca in vita sua. Apollo non può accettare una cosa simile, afferra il bambino per portarlo al cospetto del loro padre Zeus, affinché venga emesso un giudiziosullasituazione.AquelpuntoleviscerediErmes si mettono a rumoreggiare vigorosamente tanto che Apollo lo lascia cadere disgustato. Davanti al trono di Zeus, Ermes continua a mentire, pur sapendo che nessuno gli crederà. Riesce, tuttavia, a trovare una via di scampoprovocandol'ilaritàdiZeus.Questiesigeperòda Ermes una promessa: quella cioè di non mentire mai più, anche se non dovrà necessariamente dire sempre la verità. Zeus rimanda poi i suoi due figli a recuperare le mucche. Apollo si rende conto di quanto Ermes sia astuto e tenta quindi di legargli le mani, ma Ermes l'il- lusionistaètropposfuggenteperlasciarselelegareesi 19 mette allora a suonare la lira, lo strumento che aveva inventato,incantandoApolloconlasuamusica. A questo punto Apollo è ben contento di scambiare la sua mandria con la lira di Ermes. E così Apollo si assunse il dominio e la responsabilità della musica, mentre Ermes quella delle mandrie e dei pastori, e anche dei ladri di bestiame, nonché del baratto e delle negoziazioni, del furto e dell'inganno. I due fratelli divennero ottimi amici, ed Ermes promise di non rubare mai più nulla che apparte- nesse ad Apollo. Quest'ultimo dona in cambio al fratello la sua bacchetta magica, il caduceo, perché è giusto che vada a lui il dominio dell'illusione e della magia. Ermes viene infine designato messaggero degli dei e guida delle animenelmondoinfero. Edoraeglisiaccompagnaatutti,mortalieimmortali: (8)Ibidem,p.225. diradosoccorre,infinitevolteinganna nellanotteoscura,lestirpidegliuominimortali(8). Questo narra l'Inno omerico ad Ermes. Ma se guardiamo con più attenzione nella mitologia greca potremo trovare molti altri riferimenti ad Ermes. Possiamo vedere come Ermes riesce ad ingraziarsi Era, la moglie di Zeus, che aveva l'abitudine di perseguitare i figli di suo marito gene- raticonnumeroseamanti.VediamoinoltreErmesinseguire con molta assiduità le ninfe e, le ali ai piedi e in testa l'elmetto alato, trasportare messaggi da un dio all'altro, e dai vari dei agli esseri umani. Quando Efesto creò Pando- ra, Ermes le conferì un dono speciale, una qualità a lui affi- ne, la persuasione. E quando Efesto tese una trappola alla moglie Afrodite e all'amante di lei Ares, dio della guerra, avendoli sorpresi mentre facevano l'amore, Ermes dichiara senza il minimo imbarazzo quanto sarebbe stato felice di prendere il posto di Ares. Possiamo seguirlo mentre affascina tanto i mortali quanto gli dei. Egli è, infatti, aman- te di Afrodite e nel contempo persino di Artemide, la vergi- ne dea per eccellenza. Egli nella vita prende una posizione decisamenteanti-eroica,evitandosempreogniconflitto. Lafiguraambigua,sfuggente,ingannatrice,seducente,mai eroica, di Ermes, sembra essere stata la più amata tra gli deigreci,ladivinitàpiùdiognialtraamicadeimortali.Il 20
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