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Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana PDF

157 Pages·2011·7.046 MB·Italian
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Premessa Il titolo di questo lavoro richiede, innanzitutto, una dovuta precisazione terminologica intorno al concetto precristiano di 6aiµrov (riferibile a quel sostrato religioso e culturale comune mente chiamato paganesimo): un concetto più ampio e sfaccet tato rispetto a quello dominante nel mondo odierno, se si consi dera che la nozione del 6aiµrov comprende anche il significato e le funzioni dell'angelo giudaico-cristiano. Ne1 secolo scorso una certa tendenza alla demitologizzazione, che ha determinato la scarsa popolarità delle entità angeliche e demoniche in quanto figure già analizzate in passato, non ha tenuto conto delle istanze storico-sociali che necessariamente accompagnano gli studi demo nologici, nonché il ricco e brulicante immaginario di credenze alla base: ancora sotto il pontificato di Woytila, Satana, padre della menzogna, è ritenuto responsabile di tutti gli errori, malattie e devianze, ad iniziare dall'aborto e dall'eutanasia. Per quanto riguarda l'opera di Giamblico di Calcide, l'autore su cui in particolare ci soffermeremo, la storiografia degli ultimi cento anni presenta evoluzioni notevoli, probabilmente non disgiunte dai condizionamenti socio-culturali subiti dai vari inter preti. Alla nota tesi di E. Zeller secondo cui la scuola di Giamblico sarebbe stata dominata da un'alterazione del carattere specula tivo del sistema metafisico neoplatonico, e quindi, in sostanza, da una degenerazione nell'irrazionalismo1, ha fatto seguito, negli anni Venti del secolo scorso, la lettura di K. Praechter, che ha 1 Cfr. E. Zeller, R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Firen ze, La Nuova Italia, 1961, voi. VI, III, p. 10. 8 PREMESSA al contrario ribadito il valore metafisico-speculativo del pensiero giamblicheo, ponendo l'accento soprattutto sull'attività di esegeta delle opere di Platone e di Aristotele2. Negli ultimi decenni, in particolar modo a partire dalle ricerche di G. Shaw3, si è fatto strada un nuovo concetto storiografico, che recupera il fattore teurgia lasciato in subordine dal Praechter, riabilitandolo e dotandolo di spessore filosofico; tra metafisica e teurgia esisterebbe un nesso strutturale, in quanto la prima fonda ontologicamente il culto, mentre la seconda sopperisce ail'incapa cità della ragione di salvare l'anima umana, venendo a costituire un'efficace alternativa alla contemporanea escatologia cristiana. Questa teoria sembra valida ed apprezzabile anche perché presta la dovuta attenzione all'aspetto storico, riconoscendo esplici tamente l'imprescindibilità della metafisica neoplatonica dalle esigenze religioso-ideologiche dell'epoca. In tale ambito, la mia ricerca intorno alla demonologia di Giamblico in rapporto alla tradizione precedente mira a puntua lizzare ed approfondire alcuni concetti riferibili all'attuale valutazione critica della filosofia del Calcidese, spunto per una riflessione sulle interazioni tra la cosiddetta cultura "alta" e le credenze "basse" e popolari, usualmente considerate tra loro antitetiche. L'opera giamblichea che consente appieno la rico struzione di una dottrina demonologica, il De mysteriis, auto rizza ad annoverare il nostro autore tra i propugnatori di quella teoria del 8aiµcov mediatore che fa capo al Simposio di Platone; questa teoria risulta, come vedremo, sintesi teoretica del patri monio religioso precedente, senza trascurare l'apporto delle suggestive formulazioni pitagoriche che, con la loro equazione demone-anima, paiono in stretta relazione con la tradizione popolare. Queste formulazioni confluiscono nella concezione del demone custode (oggetto di studio nel secondo capitolo), rile vabile nel pensiero greco già a partire dall'epoca arcaica: nelle 2 Cfr. K. Praechter, Die Philosophie des Altertums, Berlin, Schwabe, 1926, p. 591. 3 G. Shaw, Theurgy. Rituals of unification in the neoplatonism of Iamblicus, in «Traditio», 41, 1985, pp. 1-28. PREMESSA 9 Opere e i giorni di Esiodo i oaiµoveç sono le anime degli uomini di prima e seconda generazione, le razze d'oro e d'argento (i primi dei quali sono terrestri, i secondi sotterranei), incaricate da Zeus di proteggere e custodire i mortali; la categoria del demo nico si presenta qui stratificata ed inserita in un progetto finali stico preciso, non ancora rilevabile nei poemi omerici4• Vedremo in che modo l'immagine dell'ente protettore dell'individuo, che passa per un percorso piuttosto lineare da Socrate a Plotino, viene rinnovata, con estrema coerenza e rigore, da Giamblico nel nono libro dell'epistola a Porfirio. Il terzo aspetto dell'indagine demonologica, quella sul demone malvagio, impone una riflessione sul dualismo, inteso, da un lato, come rimozione da parte della filosofia del "lato oscuro" del divino, che, agli occhi del teologo, non può racchiudere in sé nulla di diverso da una placida ed incorruttibile bontà; dall'altro, come conseguenza dell'infrangersi di una visione compatta e lineare del mondo, nella misura in cui si affacciano nuovi modi di concepire lo Stato, la società, i reciproci rapporti tra gli uomini e tra l'uomo e Dio, con particolare evidenza nel momento in cui si diffonde una corrente ideologica incisiva e minacciosa come il credo cristiano; il reale viene allora concepito a più livelli ed acquista maggior spessore la personificazione metafisica del male, di un'alterità quotidianamente percepita come la più temibile avversaria dell'assetto costituito. Ci troveremo quindi ad affron tare le interrelazioni tra oaiµrov, materia, problematica del male, apologetica, esaminandone il significato in rapporto alle esigenze epocali. Indubbiamente lo studio della demonologia acquista senso se non si perde di vista l'importanza della valutazione storica: questa consente di ipotizzare che la strutturazione meta fisica giamblichea sia leggibile alla luce della realtà politica oltre che religiosa, una realtà caratterizzata da un potere sempre più stratificato, il cui sommo vertice si fa sempre più lontano, astratto ed inconoscibile. 4 Per il 6aiµcov in Omero ed Esiodo si veda U. Bianchi, .1.101: AIEA. Destino, uomini e divinità nell'epos, nelle teogonie e nel culto dei Greci, Roma, Signorelli, 1953.

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