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I volti di Prometeo. Storia, forme e fortuna di un mito PDF

71 Pages·2015·1.47 MB·Italian
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NUOVASECONDARIARICERCA I volti di Prometeo. Storia, forme e fortuna di un mito Prometeo: gli ultimi fuochi. Cinque saggi sulle moderne rivisitazioni del mito A cura di Maria Pia Pattoni (Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia) I contributi qui raccolti intendono costituire un approfondimento della sezione I volti di Prometeo: storia, forme e fortuna di un mito, pubblicata nel corrispondente numero cartaceo di gennaio («Nuova Secondaria», XXXII.5, 2015, pp. 26-459) e dedicata a un personaggio mitico che costituisce un simbolo fondamentale della civiltà occidentale per la ricchezza e varietà ideologicamente disparata delle rielaborazioni da esso nate: ora dio filantropo, benefattore dell’umanità, patrono delle arti e delle scienze, ora invece responsabile dell’allontanamento del genere umano da uno stato di grazia iniziale; ora ribelle Lucifero, ora messianico salvatore; per Marx primo martire dell’umanità, per Nietzsche ipostasi dello spirito ariano; nel pullulare delle ideologie del Novecento, da emblema della razza germanica che attende il suo liberatore Hi- tler-Ercole, a simbolo della causa bolscevica per l’affrancamento dell’umanità dalla schiavitù grazie alla spartizione dei privilegi e dei beni materiali (il fuoco strappato agli dèi). E fa sempre parte degli accidenti del mito la sua rifunzionaliz- zazione, nei paesi satelliti dopo la liberazione dal dominio sovietico, come icona della conquistata libertà. Le innumere- voli metamorfosi di questo personaggio, dal poeta greco Esiodo fino ai nostri giorni, sono state tratteggiate nei tre saggi pubblicati nella sezione cartacea (M.P. Pattoni, Prometeo nei testi letterari greci e latini; Ead., Gli sviluppi del mito in età moderna; L. Degiovanni, Prometeo nelle arti figurative). A completamento di quei percorsi diacronici, necessariamente agili, è parso opportuno affiancare cinque contributi monografici incentrati su realizzazioni peculiari del mito, nell’ambito delle principali letterature europee. A uno dei periodi di massima fortuna di questo mito, coinciso con la moda proto-romantica del Promethean poet, è dedi- cato il saggio di Edda Tomasoni sul Prometheus Unbounddi Shelley. Se in una sua lirica del 1816, dedicata al Titano ri- belle, Byron esaltava la forza d’animo di Prometeo che si raddoppia nelle sventure e nella sfida al tirannico Zeus, fino alla morte concepita quale vittoria finale, nel dramma di Shelley la vittoria del Titano non si realizza soltanto nella sua indo- mita volontà di resistenza, ma anche nell’esito stesso della lotta: Giove, ormai privo di ogni forma di potere, precipita nel- l’abisso dell’eternità, Ercole libera Prometeo e cambia il destino dell’umanità, ormai tesa a una nuova età felice, in cui la Natura e il mondo si rigenerano in perfetta armonia. Se per Esiodo l’età dell’oro era nel passato remoto, all’inizio di un percorso di decadimento, per Shelley l’età dell’oro è nel futuro, quando non ci saranno più né troni né padroni, e tutti gli uomini vivranno liberi, conoscendo come unica legge l’amore. In Italia il poeta che meglio interpretò questo spirito romantico d’oltralpe fu Carducci, che fu anche entusiasta prefatore dell’opera shelleyana nella versione di Ettore Sanfe- lice (1894). Lontane suggestioni shelleyane, velate però di rassegnata malinconia, affiorano, più di mezzo secolo dopo, in Cesare Pavese, che in gioventù aveva affrontato con grande convinzione e passione la traduzione dell’Unbound, attratto dal messaggio di quel poeta romantico che attraverso il mito aveva cantato l’amore universale per l’umanità, con l’intento di infondere in essa gli ideali di libertà e risvegliarla, attraverso la poesia, alla bellezza, all’arte, ai valori civili. Ma i tempi sono profondamente mutati: in uno dei dialoghi con leucò, la rupe, scritto tra il 5 e l’8 gennaio 1946, Pavese ci presenta un Titano ormai disincantato e soprattutto solo nell’aspirazione al bene, in un mondo ormai dominato dalla paura nei con- fronti degli dèi. In ogni epoca in cui Prometeo è stato assunto a simbolo positivo si insinua una voce di dissenso. Nell’epoca dell’impe- rante prometeismo romantico questa voce è quella della moglie stessa di Shelley, Mary, che, ancora diciottennne, scrive il suo celeberrimo romanzo, Frankenstein(1817-18), che reca il sottotitolo «or the modern Prometheus»1. La valenza “pro- meteica” è qui duplice: da un lato lo scienziato Victor Frankenstein (ovvero Prometeo) anima un corpo mostruosamente assemblato con materiali naturali “di risulta”, in una sorta di deformazione dell’antropogonia originaria del mito, ma 1.Il romanzo, pubblicato nel 1818, fu rimodificato dall’autrice per una seconda edizione nel 1831. © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII 47 NUOVASECONDARIARICERCA finisce per perdere rapidamente il controllo sulla realtà; dall’altro, l’essere animato (il “mostro”) compie alcune scoperte che ripercorrono la genealogia della civiltà umana, come appunto quella del fuoco, che la creatura impara a controllare. S’intravede anche l’influsso del Faustdi Goethe, non solo nel tema della lotta faustiana di Frankenstein/Prometheus con- tro la costrizione delle leggi naturali, ma anche nel motivo della solitudine (nonché follia) dell’artista/scienziato creatore (a questo riguardo Bacone, primo ottimistico interprete del Prometeo ‘scientista’, appare assai lontano). In ogni caso, in- dubbia appare la presa di distanza nei confronti del dottor Victor, che si è macchiato della colpa di ergersi contro Dio nel tentativo di superare i propri limiti, dando vita a una nuova creatura: la punizione sarà di essere distrutto proprio da essa. Il messaggio è che scienza e ragione umana non possono svilupparsi senza il consenso divino, o comunque al di fuori del rispetto, da parte dell’uomo, dei limiti a lui imposti dalla natura. Quella di Mary è dunque la risposta inquieta e proble- matica, in un’Inghilterra nel pieno della rivoluzione tecnologico-industriale, al contemporaneo dilagare delle macchine e delle scoperte scientifiche. Da questa interpretazione del mito di Mary Shelley traggono la loro origine i caratteri pro- meteici talora attribuiti al personaggio dello scienziato pazzo, quale è descritto da Hoffmann, Poe, Hawthorne, Steven- son, Wells, Machen, Lovecraft e Bulgakov: su questi aspetti si sofferma il saggio di Marco Zanelli, che coinvolge nella sua analisi anche un certo filone del cinema horror contemporaneo (per es. i numerosi film diretti da David Cronenberg). A un’altra tappa fondamentale nella storia della ricezione di questo mito è dedicato il saggio di Corrado Cuccoro: se Shel- ley caratterizza la florida fase romantica del mito, Gide, con il suo Prométhée mal enchaîné, dà inizio a una nuova sta- gione, stabilendo un fecondo archetipo per le Avanguardie. Nelle forme di una scrittura sperimentale l’autore francese tratta in modo irriverente e scanzonato un tema a lui caro: quello dell’identità e della correlata libertà dell’agire umano. Gide è tra i primi a fare dell’aquila un personaggio fondamentale, sovraccaricato di funzioni esplicative: coscienza, ragion d’es- sere, persino diversivo; insomma, tutto l’Ideale che dà senso alla vita, ma da cui, in definitiva, l’uomo si trova a dipen- dere. Di qui l’uccisione dell’aquila, che porta al “Prometeo liberato” vero proprio, dalla condizione di “mal incatenato”: essere uomini liberi significa, in effetti, per Gide non svilupparsi sotto costrizione a prezzo del proprio sacrificio, ma af- francarsi da tale condizione, mediante la capacità di ridere che egli attribuisce a Zeus, riconoscendo la gratuità del tutto. Alle rivisitazioni prometeiche di uno dei maggiori drammaturghi tedeschi del Novecento, Heiner Müller, è dedicato il sag- gio di Cesare Marelli, che analizza, oltre alla sua traduzione dell’Incatenatoeschileo, anche la prosa mitologica Befre- iung des Prometheus, inglobata nell’opera teatrale Zement (1972) tratta dal romanzo di Fedor V. Gladkow (Cemento,1925): qui un Eracle, salvatore annunciato ma ormai dimenticato, giunge a liberare il titano ormai completamente ricoperto da- gli escrementi dell’aquila. L’inserto, lontano dalla levità “voltaireana” di Gide, sembra semmai risentire dell’influsso di Kafka, che nel breve racconto Prometheus(1918), ignorando del tutto il felice epilogo del mito classico con la liberazione del Titano, aveva inteso evidenziare da un lato l’atroce sofferenza che serra il Titano sempre più alla roccia fino a farne una cosa sola, dall’altro l’oblio in cui cadono il suo gesto e il tormento conseguente, un oblio che coinvolge gli dèi, le aquile, Prometeo stesso, finché tutto finisce per stancarsi del mitico titano, di un agire di cui non si intravede più il senso: per- sino la ferita, stanca di sanguinare, si richiude. L’influsso di Gide, per il ruolo di rilievo assegnato all’aquila, sembra ancora sopravvivere in una delle ultime rivisita- zioni del mito, Prometeo e l’aquila. dialogo sul dono del fuoco e i suoi dilemmi, di Piero Bevilacqua (2005), al quale è dedicato il saggio di Francesca Ziletti. Si tratta di una rivisitazione del mito in chiave ecologista: il dono del fuoco e delle arti ha portato l’uomo contemporaneo a uno sviluppo tecnologico che rischia di non essere più controllabile; l’uomo po- trà dunque salvarsi soltanto ritrovando una propria coscienza, che Bevilacqua immagina possa essere ridestata dal suo alter ego, l’aquila tormentatrice. L’aquila che il Prometeo gidiano aveva ammazzato viene dunque ora resuscitata, e ad essa è appunto affidato il ruolo di risvegliare la consapevolezza sopita dell’uomo-Prometeo contemporaneo. Contributi ●edda Tomasoni, Il Prometheus Unbounddi P.B. Shelley ●Marco Zanelli, Faber monstrorum:il mito di Prometeo come archetipo dell’horror ●Corrado Cuccoro, Un Prometeo male incatenato ●Cesare Marelli, Il mito in Heiner Müller: dal dramma Prometheusa Zement ●Francesca Ziletti, Un Titano in chiave ecologista. Introduzione alla lettura di Prometeo e l’aquila di Piero Bevilacqua 48 © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII NUOVASECONDARIARICERCA elaborato un Prometeo unico, originale e del tutto singo- Il Prometheus Unbound lare, variando la trama classica. Come tipico nel roman- di P.B. Shelley ticismo, gli artisti riprendono i risultati sublimi degli au- tori del passato variandoli, e shelley precisa tale atteggiamento nella Prefazione all’opera, dicendo di es- Edda Tomasoni sersi arrogato il diritto di una licenza1. diversamente dal- l’autore greco, il poeta del sussex non fa riconciliare i due antagonisti per eccellenza, Giove e Prometeo, perché tale Quest’articolo verte su Prometeo Liberato, dramma lirico di Percy soluzione sarebbe stata troppo debole e scontata ed Bysshe shelley. Il Titano che ha sottratto agli dèi il fuoco per be- avrebbe vanificato ed oscurato la lunghissima sofferenza neficare i mortali e che ha con ciò affascinato parecchi autori clas- e la strenua sopportazione del protagonista. sici, come eschilo e Cicerone, è qui riplasmato come più saggio eroe, martire della libertà ed educatore, che lotta per il progresso Vicende di Prometeo nel dramma lirico umano contro ogni sorta di tirannia per mezzo della non-violenza di Shelley e del perdono. la vicenda è immersa in un’atmosfera incantata, in Il primo atto del capolavoro dell’autore inglese mostra un cui la natura è personificata insieme con altri personaggi ideali, se- condo l’ispirazione romantica del poeta; nella favola morale di sostanziale rispetto delle unità aristoteliche di tempo, shelley luce e musica ricorrono come simboli di Felicità, amore e luogo ed azione. Il sipario si apre su un Prometeo incate- speranza, che alla fine prevarranno sui princìpi opposti, se l’uma- nato ad una rupe ghiacciata del Caucaso (con un cam- nità lo vorrà. biamento scenografico rispetto al Prometeo Incatenatodi eschilo, dove l’azione drammatica si svolge tra le rocce This article is about Percy Bysshe Shelley’s lyrical drama della scizia), torturato da un’aquila che ogni giorno gli Prometheus Unbound. The Titan who stole the gods’fire to benefit strappa il fegato, prostrato da dolori e sofferenze che du- mortals, and therefore fascinated a lot of classical authors, like Aeschylus and Cicero, is here remoulded as a wiser hero, a mar- rano da un tempo interminabile («Tremila anni di ore a cui tyr of freedom, and an educationist, who fights for the human non dà rifugio il sonno», come si legge al v.12 del primo progress against any tyranny by means of a non-violent attitude and atto), che sembra non aver mai un limite e una fine. In forgiveness. The story is presented in an enchanted atmosphere, questa sua terribile prigione viene confortato da due ocea- with a personified Nature and other ideal characters, according to nine, Ione e Pantea, che cercano di sostenerlo ed inco- the Romantic vision of the poet; in Shelley’s moral fable, light and raggiarlo alla speranza, manifestandogli in tutti i modi la music recur as symbols of Happiness, Love and Hope, which finally loro sympatheia. Prometeo è supportato anche dalla Terra will prevail over their opposites, if mankind wants it. e dagli elementi della natura, che soffrono e si disperano in simbiosi con lui. diversamente dal titano eschileo, qui Prometeo non è più l’eroe orgoglioso e fiero, ribelle ad ol- tranza, ma un titano distrutto dal dolore, che il lungo pe- rometeo, il titano che ha rubato il fuoco agli dèi, per riodo di sofferenza ha reso maturo e più saggio, abban- Pdonarlo ai deboli e svantaggiati mortali, osando donati gli impulsi violenti e vendicativi dell’Incatenato sfidare Zeus e di conseguenza capovolgendo il fra- eschileo (shelley riprende la massima eschilea dell’ap- gile equilibrio del potere allora costituito, ha affascinato prendimento attraverso la sofferenza, illustrata in modo e sedotto fra i tanti anche il poeta romantico Percy Bysshe esemplare nell’inno a Zeus nella parodo dell’Agamen- shelley, nato nel sussex nel 1792 e morto in mare presso none). revoca infatti la maledizione pronunciata un lerici nel 1822. nel 1820 (dopo quasi due anni di com- tempo contro il dio facendo entrare in scena il fantasma posizione) viene infatti pubblicato il manoscritto del Pro- di Giove. metheus Unbound, dramma lirico in quattro atti, destinato alla lettura di un pubblico di pochi e felici eletti. Il titolo sottolinea in modo evidente la solida cultura classica del poeta del sussex, confermata anche da altre opere, ri- 1.«Gli scrittori tragici greci, nello scegliersi per soggetto un particolare episo- chiamando alla memoria la trilogia prometeica di eschilo. dio della loro storia o della mitologia nazionale, usavano una certa discrezione Cicerone offre al lettore una versione latina del Prometeo nel modo di trattarlo. non si ritenevano affatto obbligati ad aderire all’interpre- Liberatoeschileo nelle sue Tuscolanae Disputationes, II, tazione comune o a imitare, nella storia come nel titolo, i loro rivali e predeces- sori. Un tale sistema sarebbe equivalso a rinunciare a quelle pretese di superio- 10, con cui sicuramente shelley si è confrontato nella ste- rità sui loro rivali che li stimolavano a comporre. la storia di agamennone fu sura del suo dramma. È appropriato utilizzare il verbo rappresentata sulla scena ateniese con tante variazioni quanti furono i drammi. Io mi sono arrogato il diritto di utilizzare una simile licenza». la traduzione, “confrontato” perché shelley non ha realizzato una sem- come le successive, è tratta da F. rognoni (ed.), P.B. Shelley: Opere, Torino, ei- plice ripresa del racconto del tragediografo greco, ma ha naudi-Gallimard 1995. © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII 49 NUOVASECONDARIARICERCA nell’atto secondo l’attenzione si sposta da Prometeo alla zione di fronte ai resti di un glorioso passato quali sono sua amata consorte asia, che vive in un’amena valle in- le Terme di Caracalla, avvolti nel luminoso cielo azzurro diana. si susseguono ben cinque scene, ognuna con di roma e nei profumi della primavera, ha ispirato la un’ambientazione diversa, che rappresentano le tappe del stessa composizione del dramma3. viaggio di asia e Pantea per la liberazione del titano. dopo l’immersione in una valle, trionfo di colori e pro- Un’atmosfera fantastica ed incantata fumi, si passa ad una foresta oscura e magica, popolata da Già da questa breve presentazione della trama del dramma echi che guidano i passi delle due oceanidi, ad un pin- lirico è intuibile l’originalità di shelley nella scelta dei nacolo roccioso circondato dalla nebbia e dai vapori sot- suoi personaggi. Innanzitutto l’autore, attraverso la vi- tostanti, ed ancora alla caverna di demogorgone, dove cenda mitologica di Prometeo, racconta implicitamente asia apprende l’origine del mondo e del male, e scopre una storia d’amore a lieto fine, quella tra il titano e l’amata che è giunta l’ora tanto attesa della scarcerazione del suo consorte asia (non presente nella tragedia eschilea, dove amato. l’atto si chiude con asia e Pantea sul carro del- si fa invece un rapido accenno ad esione ai vv. 553- l’ora sopra una nuvola in vetta a una cima rocciosa in- 5604). Prometeo e l’oceanina possono quindi essere con- nevata, in attesa della liberazione. siderati i due protagonisti del dramma lirico, e ciò viene anche la terza parte presenta una successione di quattro confermato dallo spazio ad essi dedicato dall’autore: scene ambientate dapprima in cielo, dove Giove viene de- l’atto I al titano, l’atto II ad asia, l’atto III ad entrambi. tronizzato da demogorgone, figlio suo e di Teti, mentre shelley dipinge un eroe sì orgoglioso e determinato nella festeggia con il coppiere Ganimede e gli altri dèi il suo do- sua opposizione a Giove, ma allo stesso tempo libero da minio violento e spietato sul mondo. si arriva poi alla foce ogni intento vendicativo. d’altra parte asia è l’allegoria di un grande fiume nell’isola di atlantide, dove apollo e dell’amore, è colei che nell’atto III si trasfigura in pura oceano commentano felici la caduta di Giove nell’abisso. luce, illuminando l’intero mondo nel bene universale, in nella terza scena si ha finalmente la liberazione di Pro- tutte le sue accezioni di Pace, Giustizia, Bontà, libertà e meteo da parte di ercole, il ricongiungimento fra i due speranza. shelley trae quindi ispirazione dal coro delle amanti ed il loro conclusivo trasferimento in una caverna oceanine eschilee, scegliendone in particolare tre: oltre ad immersa in una natura incontaminata, allietata dai canti asia, le sorelle Pantea e Ione, instancabili consolatrici del degli uccelli e dal ronzio delle api, vicino a un antico tem- cognato. nel primo atto interviene ad infliggere ulteriori pio in onore di Prometeo, dove i due sposi, le cognate Pan- pene al titano Mercurio. non ci si trova di fronte però allo tea e Ione, lo spirito dell’ora e della Terra vivranno felici spietato messaggero degli dèi eschileo, aiutante di Giove, convinto assertore dell’errore di Prometeo e della sua immersi nell’innocenza dell’infanzia e nell’amore, inau- conseguente condanna, bensì a un dio che prova pietà, che gurando di riflesso un nuovo ordine nel mondo, come il- odia se stesso e si disprezza perché non può aiutare il suo lustrato nella finale ripartizione teatrale. consanguineo, anzi contro la sua volontà deve perpetrare l’ultimo atto, come il primo, seguendo la struttura di una il volere di Zeus. Quest’ultimo compare direttamente in ring composition, presenta un’unica ambientazione nella scena nell’atto III, mentre la sua presenza nella tragedia foresta della grotta di Prometeo e asia ed è frutto di un ri- greca era solo evocata implicitamente ed allusivamente. pensamento strutturale dell’autore (inizialmente il pro- l’attenzione si sposta poi su altre due divinità, apollo ed getto constava di tre atti): può essere definito come un tri- oceano; quest’ultimo non è più un esponente della falsa pudio di musica, canto e danza, che vede per protagonisti philìa, come in eschilo5, ma gioisce con il compagno alla gli spiriti, le ore, la Terra e la luna e dove non sono pre- detronizzazione del padre degli dèi. ecco poi intervenire senti asia e Prometeo. la ricchezza scenografica del dramma lirico è stata so- vente collegata ai suggestivi paesaggi naturali e monu- mentali osservati da shelley durante il suo viaggio in 2.Introduzione, p. XlII. Italia, durato quattro anni, dal 1818 al 1822, nei quali il 3.«Questo poema fu scritto per la maggior parte sulle scoscese rovine delle terme di Caracalla, tra le floride radure e le macchie di odorosi alberi in fiore, che for- poeta ha atteso alla stesura del suo dramma: giustamente mano sinuosi labirinti sulle loro immense spianate e sugli archi vertiginosi so- rognoni ha definito questa pièce «il viaggio in Italia di spesi nell’aria. Il luminoso cielo azzurro di roma, e l’effetto della vigorosa pri- shelley, dalla traversata delle alpi (il Caucaso innevato mavera,che ridestandosi in quel clima divino impregna di nuova via gli spiriti fino ad inebriarli, ispirarono questo dramma» (Prefazione, p. 215). dell’atto I) al cratere del Vesuvio (la montagna di demo- 4.G. Murray, Aeschyli, p.124. gorgone nell’atto II) alle rovine di Pompei e roma (atto 5.sulla caratterizzazione di oceano come falso philosin eschilo vedi M.P. Pat- III)»2.l’immersione del poeta del sussex nella bellezza toni, L’autenticità delPrometeo Incatenato di Eschilo, scuola normale superiore, Pisa 1987, pp. 210-19; ead., L’ingresso del falsophilos. La scena di Ferete nel- del panorama italiano, in modo particolare la contempla- l’Alcesti euripidea e i suoi equivalenti drammatici, dioniso VI 2007, pp. 68-87. 50 © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII NUOVASECONDARIARICERCA ercole, simbolo della forza, al servizio della tenacia, del- perché il mio pallido seno era arido l’intelligenza e della sapienza di Prometeo. Fin qui, a parte per il dolore; e l’aria sottile, il mio respiro, era macchiato dal contagio dell’odio che una madre esala» le sottolineate variazioni dal modello eschileo, i perso- naggi sono tutti rappresentanti della mitologia classica. ed ecco con un capovolgimento totale che cosa esclama la vera innovazione shelleyana si manifesta in modo su- la Terra nell’atto quarto (vv. 332-334), quando Prometeo blime nella scelta di comparse inedite ed alquanto origi- è ormai libero ed ha avuto inizio una nuova età dell’oro, nali, che conferiscono al dramma un’atmosfera da sogno, la cosiddetta epoca prometeica: quasi magica ed incantata. Tra queste vi sono il fantasma di Giove, le Furie, cagne dell’Inferno, incaricate di tor- «ah! ah! le grotte delle mie montagne, turare con visioni di male, corrispondenti a fatti storici, i miei vulcani e le esultanti fonti l’animo di Prometeo, gli spiriti della Mente Umana, che ridono con un riso vasto ed inestinguibile» invece consolano il titano ed annunciano la sua imminente vittoria, gli echi e gli spiriti della foresta incantata che, oltre la Terra, altri personaggi parlanti ed agenti sul pal- come in un racconto fantasy, guidano il viaggio di asia, coscenico shelleyano sono i Monti, le sorgenti, l’aria, i demogorgone, figura enigmatica e simbolo dell’eternità, Turbini, lo spirito della Terra e della luna. essi espri- avvolto da un’oscurità che impedisce di distinguerne il mono inizialmente sentimenti di sconforto e disperazione contorno e le membra, autore della caduta di Giove nel- dovuti al tragico destino di pena riservato al loro paladino, l’abisso e gli spiriti delle ore, aurighi di carri guidati da che si trasformeranno alla fine del dramma in emozioni veloci destrieri. sincere ed autentiche di gioia e serenità, in accordo con la l’ultimo atto è inoltre interamente popolato da cori e se- vittoria di Prometeo. Il poeta non solo rivela uno spirito micori di ore e spiriti, con l’intervento dello spirito della peculiarmente romantico, abbandonandosi nelle ricche Terra e della luna, dipinti rispettivamente come un fan- scenografie del dramma ad una contemplazione estatica ciullo che avanza in una sfera di sfere e come un bambino della natura, sperimentando la limitatezza dell’uomo di che procede su un carro le cui ruote sono solide nuvole. fronte all’infinità del mondo, ma va oltre. shelley si im- shelley attraverso la scelta di queste comparse non solo merge completamente nella natura, entra in simbiosi e si intende avvolgere il suo dramma in un clima di dolcezza identifica con essa, e dopo aver sperimentato questa fu- e spensieratezza, perfettamente adatto all’evento tanto sione immaginaria trascrive la sua esperienza in versi atteso del trionfo di Prometeo, ma desidera anche portare fortemente pittorici e sprigionanti le più varie sugge- alla luce l’interiorità degli uomini, dando spazio ad uni- stioni. Per descrivere luoghi incontaminati, foreste in- versali paure, dubbi, ansie, angosce, speranze e gioie che cantate, grotte immerse nella nebbia o elementi naturali popolano l’anima. umanizzati, ricorre a molte similitudini, ossimori, meta- fore e personificazioni, comunicando i misteri e le bel- Uno spirito romantico lezze della natura. in una natura umanizzata a confermare ulteriormente l’atmosfera surreale inter- Armonie cromatiche e musicali viene una natura dialogante, dotata di pensiero, anima e sullo sfondo di squarci paesaggistici tipicamente roman- parola, che soffre per la tortura di Prometeo e gioisce nel tici e di personificazioni di elementi propriamente natu- giorno della vittoria del titano sul dio crudele. È emble- rali, shelley dedica ampio spazio nella sua opera alla matico a tal proposito l’intervento della madre Terra nel luce ed alla musica. la prima si manifesta pienamente nel- primo atto, che esprime il dolore per il destino del figlio l’atto terzo con la trasfigurazione di asia, sul carro del- ai vv. 169-180, carichi di uno sconforto e di una dispera- l’ora, che ricorda i santi del paradiso dantesco, anche se zione che si manifestano con vere e proprie catastrofi na- qui il contesto è totalmente pagano. se demogorgone, fi- turali: gura alquanto ambigua, è avvolto nell’oscurità (un’oscu- rità allegorica, che esprime in modo evidente l’enigmati- «Folgore ed inondazione si abbatterono sui campi; cità del personaggio), la consorte di Prometeo diventa nelle città fiorirono azzurri cardi: rospi contrariamente pura luce e con questa sublimazione dif- famelici strisciarono anelando nella alcove; fonde il Bene ed inaugura una nuova epoca storica, al- quando la Peste fu caduta sull’uomo e gli animali e i vermi l’insegna del benessere e della prosperità. la luce è sim- e Carestia, e la nera ruggine sull’erba e sugli alberi bolo dell’amore e della felicità e richiama lo stesso fuoco, e in mezzo al grano, ai pascoli e ai vigneti pullularono gramigne velenose inestricabili, seccando ogni altra rubato da Prometeo, a vantaggio dei mortali, sinonimo di crescita, progresso, sapienza e ragione (si coglie qui l’influsso © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII 51 NUOVASECONDARIARICERCA delle contemporanee idee illuministe). Questa luminosità sulla terra e l’avvento di una nuova età dell’oro (vv. 36- viene anticipata nel primo atto dagli spiriti della mente 39: «E come liuti toccati dalla mano del vento innamo- umana, consolatori ed aiutanti del titano, che illuminano rato, intesseremo armonie divine, eppure sempre nuove, l’aria circostante come se fossero stelle6e le loro ali ven- da quella dolce differenza che non è discordia.»). gono impreziosite da tre cromie: l’arancio e l’azzurro Infine le ore nell’atto quarto odono il liuto della speranza che si arricchisce delle tonalità dell’oro7. (v. 65: «Abbiamo udito il liuto della Speranza nel la luce si infrange in un arcobaleno di colori anche sonno.»): il nuovo corso della storia si apre all’insegna quando shelley descrive l’alba nell’atto II8o le ali degli della speranza, virtù che ha permesso a Prometeo di sop- spiriti delle ore sempre nella medesima ripartizione tea- portare il dolore e vincere il male. trale9. shelley fa emergere poi nel concerto della natura un al- shelley si distingue dunque nel simbolismo cromatico, tro strumento musicale, ossia il flauto, termine di para- evidenziando in particolare i tre toni del bianco, del rosso gone del canto degli usignoli nella scena seconda dell’atto e del nero. solamente il primo ha una connotazione po- secondo (vv. 36-40: «… s’ode trambusto d’ali e i suoni, sitiva: associato ad asia ed agli spiriti della mente umana come flauti in mezzo a un lago, inondano il cervello di chi esprime il bene, l’amore, la purezza d’animo, la saggezza li ascolta, così dolci che il piacere quasi è doloroso»). e la pace. Il rosso che emerge implicitamente dal sangue, Il poeta inglese non rinuncia nemmeno al canto, affidato evocato nei discorsi di oceano e delle sorgenti, rimanda sempre nell’atto secondo agli echi e agli spiriti che gui- invece alla violenza, alla strage, alla tortura perpetrate da dano asia da demogorgone, con veri e propri ritornelli10, Giove a danno degli uomini. Il nero, associato alle figure e neppure alla danza. l’unione di musica e ballo emerge delle Furie e di demogorgone, è emblema dell’enigma, in un vero e proprio tripudio musicale nell’ultimo atto: qui del dubbio, ma anche delle tenebre del male. cori e semicori di spiriti ed ore si alternano in canti e I personaggi del Prometheus Unbound si muovono tra le danze11 per festeggiare il loro salvatore Prometeo, alle- note di uno spartito musicale, modulate da una natura tra- stendo uno spettacolo all’interno di quello principale. si sformata in una grande orchestra sinfonica. la musica en- potrebbe parlare di metateatro. tra a pieno titolo in questo capolavoro romantico, avvol- Una moral fable gendo il dramma in un’atmosfera dolce e spensierata. l’entrata in scena degli spiriti della mente umana nel shelley, in una lettera del 26 gennaio 1819 indirizzata al- primo atto è così sottolineata ai versi vv. 667-670: «Come l’amico Peacock12, ritiene che la poesia debba essere su- i vapori dalle fonti quando i venti tacciono, salgono per bordinata alla scienza morale e politica; un concetto riba- dito e spiegato nella Prefazione al Prometheus, dove la gola in linee sparse. E, ascolta! È la musica dei pini? È il lago? È la cascata?». I rami dei pini trasformati in corde immaginarie di un al- trettanto fantastico strumento musicale ritornano nell’atto 6.«ne vengono altri ancora, uno a uno: e l’aria attorno a loro pare raggiante come secondo ai vv. 156 ss. della scena prima: «Un vento si levò l’aria intorno a una stella» (v. 692-693). 7.«la loro bellezza mi dà voce. Guarda, fluttuano su ali di celeste venatura, tra i pini, e scosse la musica aderente ai loro rami, e poi d’arancio e azzurro che s’approfondisce in oro: i loro soffici sorrisi illuminano sommessi, dolci, vaghi suoni, come un addio di spettri l’aria come le fiamme di una stella.» ( vv. 759-762). […]». 8.«la punta di un’unica bianca stella ancora tremola, profonda nella luce arancio del mattino che s’allarga oltre le montagne vermiglie;…» (vv. 17-19, scena I). ricorre poi per ben quattro volte l’armonia del liuto, in 9.«io vedo Carri tratti da destrieri dall’ali iridescenti,…» (v. 130, scena IV). una climax ascendente di positività: la prima si avverte al- 10.«o segui, segui la nostra voce che recede per le profonde grotte dove la fo- resta si spande» (vv. 173-176, scena I), «o, segui, segui! Per le profonde grotte l’uscita di scena degli spiriti della mente umana, che an- il canto fluttua, addentrati» (vv. 177-179, vv. 196-198, scena I) e «Giù, giù» (v. ticipa l’imminente cambiamento della situazione del ti- 55, v. 62, v. 64, v. 71, v. 73, v. 80, v. 82, v. 89, v. 91, scena III). tano (vv. 802-806: «Non resta di loro altro che un senso, 11.«Intrecciate la danza sul piano della brezza» (v. 69) ,«Ma ora…oh, intrecciate la mistica misura di musica e danza e forme di luce, che le ore e gli spiriti della come l’Onnipotenza della musica, quando la voce ispirata forza e del piacere come nuvole e raggi di sole s’uniscano» (vv. 77-78), «venite, e il liuto languono […]»). la seconda invece è associata svelti spiriti di forza e di piacere,entrate nella danza a questa musica di gioia, come le onde di mille torrenti corrono verso un oceano di splendore e di armo- allo spirito della stella del mattino nel terzo atto, che ri- nia!» (v. 132) , «rompete la danza e disperdete il canto; qualcuno se ne vada, porta all’ordine un mondo disorientato dalla caduta del ti- altri rimangano» (v. 159, ripreso identico al v. 175). ranno (vv. 37-39: «Ascolta, odo il liuto piccolo, chiaro, ar- 12.«Il mio primo atto del Prometeo è completo, e penso che ti piacerà. Io ritengo che la poesia debba essere subordinata alla scienza morale e politica, e se potessi genteo del giovane spirito che siede nella stella del fare bene certamente aspirerei a quest’ultime; per questo io posso (sono in mattino.»). ancora nell’atto terzo, scena terza, è Prome- grado di) conciliare un grande lavoro, impiegando le scoperte di tutte le epoche, e armonizzando le dottrine contese con le quali l’ umanità è stata governata». teo stesso, insieme alle sue oceanidi, che intesserà un’ar- Questa lettera è riportata da r. Trousson, Le thème de Prométhée dans la litté- monia divina come il liuto, inaugurando il trionfo del bene rature européenne, droz, Genève 2001, p. 414. 52 © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII NUOVASECONDARIARICERCA sottolinea l’interesse morale della favola e definisce Pro- e Giove ora regnava; ché sull’uomo meteo come «Il simbolo della più alta perfezione morale prima la carestia, quindi fatica e morbi, e lotte e piaghe e poi l’orrenda sconosciuta morte, e intellettuale, spinta dai motivi più puri e veri verso i mi- caddero; e le stagioni innaturali spinsero, gliori e più nobili fini». Per capire il significato ultimo del- con dardi ora di gelo e di fuoco, l’opera shelleyana la trama va letta in un’ottica morale, os- le indifese e pallide tribù dell’uomo sia sullo sfondo della lotta tra il Male, personificato da sulle montagne nelle grotte; e nel deserto Giove, e il Bene, espresso nella figura di Prometeo. Tale dei loro cuori egli mandò fieri bisogni, dualismo manicheo permea tutta l’opera e, con la caduta folli inquietudini e indolenti ombre di Giove nell’abisso e la conseguente liberazione del ti- di bene non reale, che si fecer mutua guerra, devastando così il covile in cui infuriavano». tano, il poeta del sussex vuole comunicare la sconfitta del sopruso, della guerra, dell’ignoranza (manifestazioni del Queste parole sembrano portare alle estreme conseguenze Male) ed il trionfo dell’amore, della giustizia, della pace le idee politiche enunciate da Machiavelli nel suo opu- e del sapere (espressioni del Bene). l’ultima parola del scolo Il Principe, in base alle quali il principe deve essere dramma è proprio victory. shelley, attraverso suggestive un centauro, metà uomo e metà bestia, simulatore e dis- similitudini, proclama che tale vittoria da una parte rende simulatore, che opera contro la fede, la carità, l’umanità le bestie della Fatica, della Pena e dello strazio animali e la religione16. Il pessimismo politico di shelley è dovuto mansueti che giocano nel bosco della vita; dall’altra per- alle profonde delusioni causate dalle vicende della rivo- mette il trionfo dell’amore, guida del mondo e timone del- luzione francese, delle guerre napoleoniche e del con- l’anima umana nel naufragio di passioni e pulsioni non sempre positive13. shelley lotta per un lieto fine e vuole realizzare quest’ultimo anche nella vita di tutti i giorni, nel- l’esistenza di ciascun lettore, donando con gli ultimi versi 13.«l’Uomo, un’unica armoniosa anima di molte anime la cui natura è il suo divino ordine, dove ogni cosa scorre verso il tutto, come i fiumi al mare; l’amore pronunciati da demogorgone un tetralogo da seguire per rende belli i gesti consueti; Fatica e Pena e strazio nel verde bosco della vita gio- la realizzazione perfetta e completa di ogni uomo: amare cano come animali mansueti-nessuno immaginava che potessero esser così gen- tili. la Volontà, con le passioni vili e ogni piacere infame e gli egoismi, i suoi e sopportare le pene, perdonare i torti subiti, sperare ed es- tremuli satelliti, uno spirito inadatto a guidare, ma possente a obbedire,è come sere sempre se stessi, senza pentirsi, esitare o cambiare. una nave alata di tempesta, il cui timone amore regge, per onde che non osan soverchiarlo, piegando le più impervie coste della vita al suo dominio regale» (vv. 400-410, atto quarto). Un inno alla libertà 14.Gridano insieme a me: «scettrata Maledizione, che minacciasti nera distru- Il Prometheus Unbound rappresenta un vero e proprio zione sul nostro Universo azzurro e verde, con nubi che piovesser pietre ardenti, scheggiando e impastando le ossa dei miei figli, di tutti, in una massa inane, pe- inno alla libertà: accanto al macrotema della lotta fra il sta e indistinta, finché ogni impervia torre e ogni solenne tempio, ville e obeli- Male e il Bene, si delinea il conflitto fra il potere dispo- schi e colonne istoriate, i miei imperiali monti incoronati di nubi e nevi e fuoco, le mie foreste vaste come il mare, e ogni foglia e fiore che trova tomba o culla tico rappresentato da Zeus e l’esaltazione della libertà pro- nel mio grembo, fosser ridotti dal tuo forte odio in una melma senza vita…» (vv. pugnata ed affermata da Prometeo. Giove viene più volte 338 ss., atto quarto). etichettato come un re crudele, ma soprattutto come un ti- 15.«In ogni cuore umano, il terrore sopravvive alla rapina che ha ingozzato: quelli più in alto hanno paura di cose in cui a ragione non dovrebbero neppure ranno. shelley riprende il v. 10 del Prometeo incatenato credere: l’ipocrisia e il costume fan delle loro menti i templi per il culto di reli- di eschilo, caricando la vox neutra utilizzata dall’autore gioni ormai consunte. essi non osano pensare il bene per la condizione umana, ma non lo sanno. I buoni mancano di potere, se non per piangere sterili lacrime. greco dell’accezione negativa di cui si è arricchito il ter- I potenti mancano di bontà, che è ben più grave. ai saggi manca l’amore , e la mine tirannia nel corso dei secoli. shelley ha una visione saggezza a quelli che amano, e così tutto il meglio si confonde al peggio. e molti totalmente negativa del potere, sinonimo di corruzione, ricchi e forti vorrebbero esser giusti, ma vivono fra il loro prossimo che soffre come incapaci di sentire:essi non sanno quello che fanno» (vv. 619-630, atto violenza, sopruso, guerra, spargimento gratuito di san- primo). gue14, e di coloro che lo esercitano. a tal proposito, attra- 16.[2] dovete dunque sapere come e’ sono dua generazioni di combattere: l’uno, con le leggi, l’altro con la forza. [3] Quel primo è proprio dello uomo; quel se- verso le Furie nel primo atto, il poeta del sussex afferma condo, delle bestie. [4] Ma perché el primo molte volte non basta, conviene ri- che coloro che hanno il compito di governare non hanno correre al secondo: pertanto a uno principe è necessario sapere bene usare la be- i requisiti necessari, ossia il potere, la bontà, la saggezza stia e lo uomo….[8] non può pertanto uno signore prudente, né debbe, osservare la fede quando tale osservanza gli torni contro e che sono spente le cagioni che e l’amore, indispensabili per il retto funzionamento di uno la feciono promettere.[9] e se li uomini fussino tutti buoni, questo precetto non stato15. È sufficiente citare il pensiero di asia, proiezione sarebbe buono. Ma perché e’ sono tristi e non la osserverebbero a te, tu etiam non l’hai a osservare a loro; né mai a uno principe mancorno cagioni legittime di co- della concezione shelleyana, sul significato di regnare, lorire la inosservanza…[11]Ma è necessario questa natura saperla ben colorire espresso ai vv. 48-58 nella scena quarta del secondo atto: ed essere gran simulatore e dissimulatore…[14]…, che uno principe e massime uno principe nuovo non può osservare tutte quelle cose per le quali gli uomini sono chiamati buoni, sendo spesso necessitato, per mantenere lo stato, operare «non conoscere né fede, né amore, né legge, essere contro alla fede, contro alla carità, contro alla umanità, contro alla religione. (n. onnipotente ma senza amici, significa regnare; Machiavelli, Il Principe, cap. XVIII, pp. 115-118). © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII 53 NUOVASECONDARIARICERCA gresso di Vienna (il riferimento a tali fatti storici traspare «Gocce di sangue scorrono dai discorsi delle Furie nell’atto primo). Vivendo in una dalla sua bianca e tremante fronte. dategli un po’ di requie ora» storia scandita da grandi ideali, seguiti però da stragi, di- spotismo, corruzione, odi e sangue, l’unica soluzione l’accostamento è poi completato ai vv. 584-585, pro- possibile è il trionfo di una libertà incontrastata, quindi nunciati da Pantea, che assiste inorridita, insieme alla della libertà. In tale ottica si spiega la detronizzazione di sorella Ione, alle torture perpetrate al titano: Giove e la vittoria di Prometeo, che porta con sé l’elimi- nazione dei troni, degli altari, delle carceri e dei tribunali, «Una visione dolorosa-un giovane simboli dei poteri politico, religioso e giudiziario17. Il ti- con pazienti sguardi inchiodato a una croce» tano infatti non si elegge e non si fa eleggere nuovo re, anzi si ritira in una grotta in una foresta amena. Rifiuto di shelley vede nell’opera e nel destino di Prometeo un Cri- ogni esercizio del potereelibertà assoluta: ecco le parole sto avanti il Cristo. Il titano ha aiutato i mortali, donando d’ordine per Prometeo, quindi per shelley, al fine di rea- loro il fuoco, maestro di tutte le arti, ed ora soffre dolori lizzare una nuova età dell’oro, in cui “governino” sola- smisurati, che sfociano persino nella condanna della cro- mente la pace, l’uguaglianza sociale e la giustizia. Que- cifissione20. sia Prometeo che Gesù sono due filantropi ste idee trovano corrispondenza nell’orientamento che hanno amato gli uomini oltre misura e che hanno ri- anarchico e libertario dell’autore (incrementato dalla let- cevuto in cambio solo altro dolore, come confermano le tura dell’opuscolo Political Justicedel suocero William Furie ai vv. 594-596, sempre nel primo atto: Godwin, padre della seconda moglie Mary) e nel clima ro- «coloro che sopportano mantico del tempo. Idee che però si risolvono in un’uto- per gli uomini profondi torti, e scorno, e catene, pia evanescente e irrealizzabile. non fan che accumulare su se stessi e sull’umanità tormenti mille volte più feroci». Visione cristologica di Prometeo Il Prometeo di shelley richiama alla mente del lettore shelley conferisce dunque al suo eroe caratteri propri del molti aspetti che si rifanno all’insegnamento di Gesù Cri- fondatore del cristianesimo, ne fa un martire, un Prome- sto ed alla pena infamante della crocifissione da lui su- theus patiens, che è capace di abbandonare il rancore e bita. Il titano, inchiodato a una rupe desolata del Caucaso l’odio contro il suo persecutore in nome del perdono e indiano, torturato quotidianamente dall’aquila, straziato della pietà, armi vincenti contro il male. allo stesso tempo dalle scosse dei terremoti, che squarciano le ferite dei l’autore del sussex decide però di non far morire il suo ti- chiodi, sfinito dalla grandine18, abbandona il suo orgoglio tano su quella terribile croce, e di farlo liberare, diversa- e si converte, revocando la maledizione pronunciata con- mente da Gesù Cristo. nell’atto vengono riprese anche le tro Zeus al momento della condanna. Conversione: un ter- ultime parole pronunciate dal Messia sulla croce, prima mine che indica un atteggiamento proprio della sfera teo- di esalare l’ultimo respiro: «essi non sanno quello che logico-religiosa, che costituisce la premessa indispensabile fanno» (v. 630, atto primo), anche se in un contesto di- alla liberazione del titano. shelley prende quindi le di- verso: non vengono infatti pronunciate dall’eroe, ma dalle stanze dal fiero ed impulsivo Prometeo eschileo, anche se Furie in riferimento a coloro che governano, senza averne non priva il suo eroe della determinazione e dell’inflessi- i requisiti indispensabili. bile opposizione al dio crudele. Il titano shelleyano è un se dal punto di vista politico shelley si distingue per il suo satana ribelle come l’eroe del Paradiso Perdutodi Mil- orientamento anarchico, per quanto riguarda le credenze ton, ma a differenza di quest’ultimo lui è privo d’invidia, di desiderio di vendetta, di sete di potere19; e proprio que- sta sostanziale discordanza permetterà a Prometeo la vit- toria. Il lettore a questo punto può dedurre un ulteriore pa- 17.«Troni, altari, tribunali e carceri, nei quali e accanto ai quali, da sciagurati rallelismo tra la sorte di satana e quella di Giove: entrambi uomini venivano portati scettri, tiare, catene e spade, …» (vv. 165-204, atto terzo, scena IV). infatti precipitano nelle tenebre del male, proprio perché 18.Vv. 12-15 e vv. 31-43 del I atto. vendicativi, malvagi ed accecati dal potere. 19.«l’unico personaggio che, in un certo modo, somigli a Prometeo è satana; la figura di Cristo si sovrappone a quella del titano in ma- ma Prometeo mi sembra più poetico di satana perché, oltre al coraggio e alla maestà , e alla ferma e paziente opposizione alla forza onnipotente, egli ci ap- niera evidente nell’opera quando nel primo atto le Furie pare immune dall’ambizione , dall’invidia, dalla vendetta, e dal desiderio di po- esclamano ai vv. 564-566 (che richiamano l’immagine tere che nell’eroe del Paradiso Perduto interferiscono con l’argomento principale» (Prefazione, p. 215). della corona di spine, fatta indossare a Gesù nel giorno 20.Tale associazione Prometeo-Cristo è attestata anche in molte raffigurazioni della condanna): pittoriche a partire dal ’500. 54 © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII NUOVASECONDARIARICERCA religiose è opportuno ricordare che l’autore inglese fu es- il sommo ed emblematico rappresentante. Il dio, invece di pulso da oxford per le sue idee, espresse nell’opuscolo proteggere ed aiutare gli esseri umani, non fa che umi- The necessity of Atheism. l’ateismo emerge chiaramente liarli, gettando su di essi carestia, fatiche, morbi, lotte e anche da questo dramma, in cui non traspare una valu- piaghe, a imitazione del dio dell’Antico Testamento, ar- tazione positiva dell’opera di Cristo: il suo sacrificio è bitro e giudice implacabile delle azioni dell’uomo (vv. 49- stato ripagato solo con lo scorno e la disperazione ed il suo 58 della scena quarta del secondo atto): messaggio ha portato solamente altro male e perse- cuzione. Forse è proprio per questo che shelley decide di «e Giove ora regnava; ché sull’uomo non far morire il suo eroe su quella croce terribile, facen- prima la carestia, quindi fatica e morbi, dolo liberare da ercole, in modo da rendere possibile il e lotte e piaghe e poi l’orrenda sconosciuta morte, caddero; e le stagioni innaturali spinsero, suo trionfo. Il titano infatti trascorre il resto della sua vita con dardi ora di gelo ora di fuoco, allietato dalla compagnia non solo della sua consorte, le indifese e pallide tribù dell’uomo ma anche delle sue cognate oceanine, in un tripudio di sulle montagne nelle grotte; e nel deserto gioia e di piacere, rispondendo ai principi epicurei e di dei loro cuori egli mandò fieri bisogni, amore libero del suo creatore artistico. folli inquietudini e indolenti ombre a ciò si deve aggiungere la condanna spietata di shelley di bene non reale, che si fecer mutua guerra, devastando nei confronti della religione tradizionale, di cui Giove è così il covile in cui infuriavano». Figura 1. Theodore van Baburen, “Prometheus chained by Vulcan”,1623, Rijksmuseum, Amsterdam. © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII 55 NUOVASECONDARIARICERCA Prometeo pedagogo si nasconde la presenza di dante24; come pure sotto il rim- shelley plasma non solo un Prometeo ribelle contro gli provero di Mercurio alle stesse ai vv. 344-349: «indietro abusi di un potere ingiusto e corrotto, quindi strenuo di- alle vostre ferree torri, e digrignate, lungo i fiumi di fensore della libertà, ed un Prometeo-Cristo, inchiodato fuoco e di pianto, i vostri denti digiuni»25. a una croce per aver aiutato i mortali, ma anche un peda- sullo sfondo di queste riprese, shelley dà vita a un Pro- gogo, un sapiente educatore dell’umanità21. nel dramma meteo tipicamente romantico, promotore delle sue idee in questione l’impegno del titano per il progresso ed il mi- anarchiche, atee, panteiste, “epicuree”, ma soprattutto glioramento delle condizioni di vita dei mortali emerge convinto assertore del primato della libertà, dell’amore soprattutto dalle parole di asia, pronunciate al cospetto di e del Piacere dell’uomo. Prometeo è proprio l’emblema demogorgone nell’atto secondo della scena quarta, ai del titano, secondo la definizione illustrata da Vaclav vv. 59-97. I vv. 31-94 sono inoltre una chiara eco dei vv. Cerny nel suo Saggio sul titanismo: 436-470 e 475-506 del Prometeo Incatenatodi eschilo. «le titanisme tire son nom des titans; les titans antiques s’éta- anche qui però shelley non perde occasione per affer- ient jadis insurgés contre les Cieux. de même les titans moder- mare la sua originalità: il titano infatti ha donato ai mor- nes. Ce ne sont pourtant pas les places des dieux qu’ils désirent. tali (oltre al fuoco, principio di ogni Bene) le speranze che Ils ne veulent être qu’hommes, mais cela pleinement. Ils s’ef- nascondono la morte, l’amore, la capacità di ricavare ve- forcent de réaliser complètement l’idée humaine et veulent y leni dalla natura, il canto e la musica, la scienza, l’archi- arriver par la création des personnalités libres et mues par des tettura e la scultura, tecniche non elargite dal titano eschi- lois morales autonomes»26. leo. shelley rispecchia una società molto più progredita Edda Tomasoni rispetto a quella del quinto secolo di eschilo, anche se in Università Cattolica, sede di Brescia Grecia non mancarono di certo esempi sublimi di archi- tettura e di scultura, né tantomeno di musica e scienza. si può cogliere dunque un ulteriore messaggio implicito dell’autore inglese: l’uomo può realizzarsi completa- mente, esprimendo la sua interiorità ed il suo io dando vita a capolavori artistici, musicali, e prodigandosi in sco- perte scientifiche, oppure donando il suo amore incondi- zionato ai suoi simili e lasciandosi amare. solo attuando tutto questo si può sperimentare la vera e forse unica li- bertà realizzabile. Sintesi originale di echi classici e valori romantici Il Prometheus Unboundpuò essere definito come una sin- tesi originale di echi classici e valori romantici. Il modello incontestabile è il Prometeo Incatenatodi eschilo: da esso vengono ripresi la descrizione del luogo della pena del ti- tano, anche se con uno spostamento scenico dalla scizia al Caucaso, i dettagli della condanna stessa del titano, il suo carattere determinato ed incorruttibile, i doni elargiti all’umanità ed infine alcuni personaggi, con variazioni. la descrizione della caverna di Prometeo, asia, Pantea e Ione richiama alla memoria il locus amoenus della grotta 21.Il titano shelleyano, formatore civile e culturale dell’uomo, ha alle spalle non di Calipso nel quinto libro dell’odissea22, così come il fan- solo il modello di eschilo, ma anche il Prometeo del Protagoradi Platone e quello del trattato mitologico di Boccaccio, Genealogie Deorum Gentilium, li- tasma di Giove riprende l’indovino Tiresia dell’undice- bro IV (leggibile con traduzione italiana nella comoda edizione curata da Vittore simo libro del medesimo poema, insieme alla concezione Branca, Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a cura di V. Branca, voll. VII-VIII, del regno dei morti ivi illustrata23. pp. 448-459). 22.omero, Odissea, p. 143, vv. 63-74. sotto la descrizione delle Furie nel primo atto ai vv. 326- 23.Ibi, p. 319, vv. 90-91. 327: «e quelle, là, con trecce d’idra, e ali ferree arram- 24.InfernoVIII, v. 70 ed InfernoIX, vv. 36-40. 25.InfernoXII, v.47 ed InfernoXVI, vv.112-9, dove si parla dell’origine dei picanti il vento, che il corrucciato Dio raffrena, come va- fiumi infernali dalle lacrime che sgorgano dal corpo del Veglio di Creta. pori fluttuanti dietro, che fan clangore, un’infinita torma» 26.V. Cerny, Essay sur le titanisme, p. 17. 56 © Nuova Secondaria - n. 5, gennaio 2015 - Anno XXXII

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Page 1 moderna; L. Degiovanni, Prometeo nelle arti figurative). A completamento di .. degli uccelli e dal ronzio delle api, vicino a un antico tem-.
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