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I culti orientali nell’Impero romano. Un’antologia di fonti PDF

483 Pages·2003·10.834 MB·Italian
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Collana di studi storico-religiosi 4 Ennio 5anzi I CULTI ORIENTALI NELL’IMPERO ROMANO UN'ANTOLOGIA DI TONITI Prefazione di Giulia Sfameni Gasparro Edizioni Lionello Giordano A partire d.gji studi sistematici dì Tranz Cumont i cult; orientili e Li loro diffusione durante il primo ed il secondo ellenismo non hanno mai smesso di costituire un autentico Leitmotiv nel campo degii studi storico-religiosi. La presente antoloaa intende mettere a disposizione delio studiosus lector una serie di fonti per lo pu letterarie offerte dall'opera di Cjuegh Stessi autori che, in gran numero, sona stati testimoni oculari di tale fenomeno religioso. Le loro voci, siano esse 1 espressione di fervidi devoti di infaticabili accusaton o di icastici dileggi.it,m, continuano a rivelarsi degli strumenti ropresc indi bili per ricostruire . .. r r una delle componenti precipue dello spunto di un'epoca non necessariamente cosi piena di angoscia come spesai la si è voluta descrivere. È proprio in cjuest epoca ebe personaggi divini come Isis. Osins. 5arapis. Cijbele e Attis, La Apbrod ite c -\donis. Dea Sona, lupputer Dolicbenus, luppiter Hejiopiìitonus Mitbra ed altri ancora vengono avvertiti come benevoli e salvifici soccorriti m di tutti gì: uomini, anche dei più umili, i quali sentono di potersi rivolgere .1 loro pieni di fiducia e devozione ntrecciando voti Rincuorano di certo le parole di buona r anza con le quali Isis consola un Lucio menti inconsolabile e destinato a diventare il suo p*ù encomiabile proselito ‘Eccomi commossa dalle tue tristi disgrazie eccomi benigna e propiziai Allontana le lacrime, poni fine ai lamenti allontana una volta per tutte la tristezza, ormai, grazie a! mio intervento povvideriziale, inizia a sorgere il giorno della tua salvezza". Ennio Sanzi I CULTI ORIENTALI NELL'IMPERO ROMANO Un'antologia di fonti Prefazione di Giulia Sfameni Gasparro Edizioni Ltonello G iordano © 2003, Edizioni Lionello Giordano Via Isonzo, 25 - 87100 Cosenza Tel. 0984.26806 - Fax 0984.24298 e-mail:info@giord anoeditore.it www.giordanoeditore.it Hugoni Bianchi et Ioanni Carolo Montesi magistris carissimis sacrum Sommario Prefazione 9 Premessa 15 Introduzione 19 I. Culti di origine egiziana: Apis, Isis, Osiris, Sarapis 53 IL Culti di origine frigia, tracia e microasiatica 217 11/1 Cybele, Attis e il taurobolio 219 11/2 Sabazius 313 II/3 Ma-Bellona 317 II/4 Men 320 III. Culti di origine siriana e commagenica 323 m/1 Aphrodite e Adonis 325 111/2 Atargatis, Aphrodite Ourania, la Dea Syria e la triade di Hierapolis, Derketo 352 m/3 Heliogabalus 395 in/4 Iuppiter, Venus e Mercurius Heliopolitani 397 IU/5 luppiter Dolichenus 404 TV. I misteri di Mithra 409 Bibliografia di orientamento 443 Elenco degli autori e delle opere citate 457 Elenco degli autori e dei passi citati 473 Prefazione Dopo i volumi dedicati rispettivamente a "U manicheismo", con la presentazione al lettore italiano della perspicua sintesi del fenomeno proposta da M. Tardieu, corredata da un'intro­ duzione e un aggiornamento bibliografico a mia cura *, a proble­ matiche varie ma convergenti sul tema di "Destino e salvezza" dalla Grecia classica al tardo-antico1 2, e infine ad un "Islam vicino" espresso nelle singolari tradizioni .dei Bektashi3, la Collana di studi storico religiosi Uteri si arricchisce di un nuovo contributo. n volume di Ennio Sanzi si propone al lettore interessato ai fenomeni religiosi del mondo mediterraneo antico offrendogli la possibilità di accedere direttamente alla documentazione letteraria che li riguarda. Queste fonti, greche e latine, illumi­ nano un arco cronologico assai ampio che va dal VI sec. a.C., con il canto luttuoso e consolatorio insieme levato da Saffo in onore di Afrodite e in memoria del "tenero Adone", fino al IV-V sec. d.C., con la voce di autori cristiani che scagliano una dura e irremissibile condanna contro gli aborriti culti pagani, giudi­ cati spesso mistificazione diabolica del corretto culto divino a danno e rovina deirumanità. In particolare i complessi religiosi qui presi in considerazione sono quelli che, dopo la sintesi geniale e affascinate elaborata nell'opera di Fr. Cumont del 1906, si denominano "le religioni orientali"4 ovvero, con terminologia più appropriata, "i culti orientali", ossia complessi gravitanti attorno ad una o più figure divine tTa loro collegate da rapporti qualificati a livello mitico e rituale, originarie dell'una o dell'al- 1 M. Takuifu, /f manicheismo, Traduzione, introduzione critica e bibliogra­ fia a cura di Giulia Sfameni Gasparro, 1988, 199B\ 2 G. Sfameni Gasparro (a cura di), Destino e salvezza: tra culti pagani e gnosi :ristiana. Itinerari storico-religiosi sulle orme di Ugo Bianchi, 1998. 1 V.L. Gumr.m, L'rsfaw r'irinn: i Bektashi, 2002. 4 Fr. Gjmont, Les religions orientales dans le paganisme romain, Conférences faites au Collège de France en 1905, Paris, 19294. tra regione d'Oriente e protagoniste di una storia più o meno lunga di "migrazione" verso Occidente, dove il loro culto penetra a partire dalia prima età ellenistica per diffondersi a vario titolo sotto l'Impero romano. Nella prospettiva del grande studioso belga questi culti dovevano il loro successo alla somma dei valori religiosi di cui erano portatori. Spesso configurati nella forma di misteri, ossia di rituali a carattere iniziatico-esoterico, riservati soltanto a quanti si sottoponevano ad una serie di riti segreti capaci di conferire loro una specifica qualificazione religiosa, essi offri­ vano ai fedeli delle prospettive soteriologiche per la vita presente e oltre la morte. Per tale via l'una o l'altra divinità orientale permetteva di realizzare le più intime aspirazioni religiose dell'individuo, che spesso i culti tradizionali greci e romani non sarebbero stati in grado di soddisfare. Il carattere esotico di tali divinità, le modalità particolari del loro culto e il fasto delle grandi cerimonie pubbliche di cui erano oggetto e che apparivano capaci di coinvolgere i fedeli anche sotto il profilo emotivo, spesso contemplando anche manifestazioni estatiche ed entusiastiche, avrebbero costituito altrettanti, concomitanti motivi di attrazione, a fronte dei culti tradizionali, specialmente quelli romani, ritenuti ormai sclerotizzati in una ritualità forma­ listica. Questa immagine del fenomeno, pur estremamente sugge­ stiva, è stata in parte corretta dagli studi successivi, così come è stata ridimensionata l'ampiezza e la pervasività della sua diffusione, già ad opera del Toutain in diretta polemica con il Cumont1, avendo lo studioso statisticamente notato la forte continuità nel tempo e il solido impianto nello spazio dei culti tradizionali greci, romani e delle diverse etnie occidentali e orientali in tutta l'area dell'Impero romano. In anni recenti R. * J. Toi.tain, ie> paiciis dati* ¡‘Empire rottuttn, Paris, *1911. Si veda la recensione crìtica del Cumont nelle pagine <Mla Rcvui: do l'Histoiro de* Reli­ gione LXVI, 1 (1912), pp. 125-129. io

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