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I 25 anni degl'incontri interreligiosi di Assisi PDF

96 Pages·2012·1.43 MB·Italian
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O P C TI S A e. u ç er P e x N. 65 a T sa - AnnLoo Xc.X CVarIbIIi gnn. a1n -o F, 3e6b.b 1r0a0io2 02 0V1E2 R- SRpUedA. aS.A pV. -O aIrAt. 2( T- Oco)m Tmela. +2309/c.0, 1L6e1g.8g3e9 6.36325/ 9- 6F -a xF i+li3a9l.e0 1d6i 1A.8s3t9i .-3 O34r-g aInNoC uAfSfOiciDaIleM dAeNl CCAeTnOtrRoE LCAibPrIaTrOio, RSIoNdVaIlAiRtiEum - os ALL’UFFICIOC.R.P. ASTI PERRESTITUZIONEALMITTENTECHESIIMPEGNAACORRISPONDERELARELATIVATARIFFA c s Ri a II 2255 aannnnii ddeeggll’’iinnccoonnttrrii iinntteerrrreelliiggiioossii ddii AAssssiissii s s a T “Il 27 ottobre 1986 Giovanni Paolo II invita ad Assisi i capi supremi di molte religioni. Tutti pregano per la pace, ognuno resta nella propria religione, e prega con le proprie formule. Lo spirito di Assisi, ha poi compiuto molti altri passi. La Massoneria è stata istituita esatta- mente per impostare questo spirito e lo ha codificato fin dal primo giorno della sua fondazione…” (padre Esposito) 2 “Sodalitium” Periodico - Ai sensi della Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, i da- n° 65, Anno XXVIII n. 1/2012 ti forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti verranno trattati in forma cartacea ed automatizzata e saranno utilizzati esclusi- EditoreCentro Librario Sodalitium vamente per invio del giornale oggetto di abbonamento o di al- tre nostre testate come copie saggio e non verranno comunicate Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA TO a soggetti terzi. Il conferimento dei dati è facoltativo ed è possi- Tel.: 0161.839335 Fax: 0161.839334 - CCP 36390334 bile esercitare i diritti di cui all’articolo 13 facendone richiesta INTERNET: www.sodalitium.it - email: [email protected] al responsabile trattamento dati: Centro Librario Sodalitium. Direttore Responsabile don Francesco Ricossa Autorizz. Tribunale di Ivrea n. 116 del 24-2-84 In copertina: immagini dellʼincontro ecumenico del Stampa: - Alma Tipografica Villanova M.vì. 27/10/2011per commemorare i 25 anni di Assisi Questo numero della rivista 1986. La citazione è di Padre Esposito è stato chiuso in redazione il 31/01/2012 1 Sommario Editoriale pag. 2 La Compagnia degli Anelli pag. 5 Sodalitium n. 64: precisazioni e approfondimenti, obiezioni e risposte… pag. 23 Errata corrige... pag. 40 L’Osservatore Romano pag. 41 La questione sociale alla luce del magistero di Leone XIII e negli scritti di don Albertario pag. 44 Dichiarazione dell’Istituto M. B. C. sugli avvenimenti di Assisi il 27 ottobre 2011 pag. 55 La Breccia di San Pietro pag. 57 RECENSIONI pag. 67 Mons. Lefebvre all’acqua di rose pag. 67 Una storia del Concilio in versione brasiliana pag. 68 Il Conclave del 1903, il veto contro Rampolla, l’elezione di San Pio X. pag. 69 Don Enrico Carandino pag. 72 Il requetè romagnolo pag. 74 Il Santo Vangelo pag. 76 Segnalazioni librarie pag. 77 Vita dell’Istituto pag. 80 Editoriale guarda, e questo è ancora più triste, la si- tuazione della Chiesa Cattolica fondata da Nostro Signore Gesù Cristo. Il 19 aprile 2005 il nostro Istituto, in seguito alla dichia- Dopo molto, troppo tempo, Sodali- razione di Joseph Ratzinger, appena eletto tium ritorna nelle vostre case. Ine- al Soglio pontificio, di applicare e difendere vitabilmente, questo numero 65 ri- il Concilio Vaticano II, dichiarò pubblica- sente del lungo ritardo, per cui alcuni argo- mente, per questo motivo, di non poter es- menti trattati non sono più di stretta attua- sere in comunione con lui, e di non poter ri- lità. Come ad esempio quando rispondiamo conoscere, nella sua persona, l’autorità di- ad alcune reazioni a proposito degli articoli vinamente assistita. Il n. 59 riconosceva del n. 64, oppure trattiamo dell’anno quindi che colui che era stato eletto col no- dell’infausto 150° dell’Unità d’Italia, quan- me di Benedetto XVI non era affatto muta- do ormai i “festeggiamenti” e le commemo- to – come egli stesso ripetutamente aveva razioni sono praticamente (e fortunatamen- affermato – ma era sempre rimasto il giova- te) giunti al termine. Ma, lo abbiamo ricor- ne teologo tedesco neo-modernista che, co- dato più volte, la nostra non è una rivista di me perito del cardinale Frings, contribuì, attualità ma di approfondimento. assieme ad Hans Küng, Karl Rahner, Henri Nel frattempo la situazione diviene de Lubac, Jean Danielou, Marie-Domini- sempre più grave, sia per quel che riguarda que Chenu,Yves Congar, John Courtney la società temporale, dove si realizza più Murrey, ed altri “nuovi teologi”, ad opera- velocemente il potere unico mondiale anti- re la rivoluzione modernista nel seno e nel- cristiano o acristiano, sia per quel che ri- le viscere stesse della Chiesa. 3 (anche di questo parliamo in questo nume- ro), né alle due opere pubblicate come ‘dot- Joseph Ratzinger tore privato’: Luce del mondo(Libreria cardinale... Editrice Vaticana, 2010) e Gesù di Nazaret (vol. II, Dall’ingresso in Gerusalemme alla Risurrezione, Libreria Editrice Vaticana, 2011), benché la prima abbia suscitato scal- pore (e scandalo) per le ambigue aperture Fummo voce quasi isolata. Fin dal - nel campo della morale (o dell’immoralità) l’inizio, e poi ancora di più dopo il Motu e della seconda sia stata scritta una ampia Proprio Summorum Pontificume la levata critica – alla quale rinviamo il lettore – dalla delle scomuniche ai Vescovi consacrati da rivista francese di Saint-Parres-les-Vaudes, Mons. Lefebvre, un vero e proprio entusia- Il est Ressuscité(a partire dal numero 104, e smo nei confronti di Joseph Ratzinger ani- tuttora in corso). Ci riferiamo piuttosto al - mò la maggior parte dei fedeli, del clero, l’insegnamento di Joseph Ratzinger a pro- della stampa cattolica “antimodernista” le- posito dell’ateismo e dell’agnosticismo. gata alla tradizione della Chiesa. In questo Quello della possibilità della Fede nel mon- nuovo clima, non ancora del tutto spento, si do moderno, dopo l’Illuminismo, è un tema fece strada un doppio e convergente feno- centrale nel pensiero del teologo Ratzinger meno. Da un lato, grazie al “Motu Pro- fin dai suoi primi saggi (si vedano ad esem- prio”, dei sacerdoti, liturgisti e teologi con- pio le prime pagine del suo Introduzione al ciliari (e persino editori massoni), vale a di- Cristianesimo, che data del 1968, ove Rat- re assolutamente fedeli al Vaticano II (fino zinger commenta le parole del Simbolo al punto di giustificare ed applaudire il nuovo incontro interreligioso di Assisi), hanno preso in mano il movimento di dife- Collaborazione tra il clero della FSSPX e modernista: sa della liturgia tradizionale, a scapito di in alto alla Madonna di San Luca a Bologna il 22/10/2011 (il primo sacerdote in ginocchio a sinistra in chi, da sempre, aveva difeso la tradizione li- fondo è della FSSPX). Sotto il 24/09/2011 a Oropa don turgica cattolica a viso aperto, contro la ri- Moncalero, priore di Montalenghe, canta il Vangelo forma liturgica montiniana. D’altro canto, durante una “messa in rito straordinario” celebrata da la Fraternità Sacerdotale San Pio X, uscita un sacerdote conciliare per così dire dal “ghetto”, ha instaurato una collaborazione quotidiana con questo clero (spesso ‘ordinato’ col nuovo rito) per cui è frequente osservare un ‘sacerdote’ bi- ritualista (che dice cioè la Messa seguendo entrambi i riti) officiare nei priorati della Fraternità, o un sacerdote della Fraternità servire all’altare o assistere in coro a delle ‘messe’ in ‘rito straordinario’ celebrate da ‘sacerdoti’ conciliari (come è accaduto, in Italia, a Oropa e a Bologna). Prima ancora di un ‘accordo’ ufficiale, che pare aver in- contrato degli ostacoli, è nella pratica e alla base che le frontiere tra conciliari e anti- conciliari stanno diventando sempre più la- bili se non invisibili. Eppure, Joseph Ratzinger non nasconde – tutto il contrario – il suo pensiero chiara- mente liberale e modernista. Non ci riferia- mo tanto alla scandalosa “beatificazione” di Karol Wojtyla (a proposito di quella del card. Newman si potrà leggere qualche cen- no nel prossimo numero), all’elogio del “Ri- sorgimento” e del cattolicesimo liberale 4 Apostolico “Io credo”); a questo proposito così importante che verrà ampiamente af- il suo pensiero è rimasto sostanzialmente frontato in un prossimo articolo da pubbli- immutato. Più recentemente, egli lo ha svi- care su Sodalitiume, prima ancora, da dif- luppato con l’iniziativa del “Cortile dei fondere a parte, appena ultimato. Vi sarà Gentili” affidata all’esegeta dichiaratamen- dimostrato che Joseph Ratzinger è essen- te modernista “cardinal” Ravasi, nelle sue zialmente un agnostico. Che il suo agnosti- parole durante la visita in Germania (e con cismo rende impossibile l’atto di fede, giac- lo scandaloso ma ormai “tradizionale” elo- ché dell’atto di Fede nega la certezza fonda- gio di Lutero) e soprattutto nel discorso da ta sull’autorità di Dio. Che per lui l’esisten- lui tenuto durante il nuovo incontro interre- za di Dio non è dimostrabile con la ragione ligioso di Assisi del 27 ottobre 2011, voluto (vedi questo numero a pag. 41). Che per lui da Benedetto XVI, come lo aveva annun- credere e non credere sono di fatto due fac- ciato già il 1 gennaio 2011, per commemora- ce del dubitare, dato che il dubbio è inscin- re il 25° anniversario dell’analoga iniziativa dibilmente legato alla condizione umana e del “beato” Giovanni Paolo II. Le novità quindi sia al credere che al non credere. del nuovo incontro d’Assisi rispetto a quello Che per lui le religioni, come pure, all’op- wojtyliano sono state essenzialmente due: posto, l’ateismo militante, devono essere nessuna preghiera pubblica – in comune o purificati e messi in difficoltà dall’agnostici- fatta separatamente – è stata prevista du- smo, se vogliono evitare la devianza della rante l’incontro (ma solo una preghiera pri- giustificazione della violenza e dell’intolle- vata nell’ora della siesta!), da un lato; e, ranza. Che l’agnostico non ha ricevuto da d’altro lato, l’invito all’incontro rivolto an- Dio la possibilità stessa di poter credere, ma che ad alcuni rappresentanti dell’ateismo e ha ricevuto da Dio quell’apertura a Lui (il dell’agnosticismo. Alcuni hanno visto in dubbio) che è già, in fondo, un credere, un queste novità un aspetto positivo (esclusio- essere “pellegrino della verità e della pace”. ne del sospetto di sincretismo, minimo co- La terza riunione di Assisi è stata, ancor più mun denominatore trovato legittimamente della prima, una riunione di Loggia dove nella ragione e nel diritto naturale); altri, uomini “religiosi” (credenti o non credenti) come Francesco Agnoli su Il Foglio(quoti- si riuniscono fraternamente rimanendo cia- diano il cui direttore si è definito ironica- scuno della propria confessione ma evitan- mente, ma non troppo, “ateo devoto”) han- do – proprio per restare fraternamente as- no lamentato solo che siano stati invitati de- sieme nel servizio dell’Uomo – di parlare di gli “atei sbagliati” (comunisti, psicanalisti, religione (che non sia quella a tutti loro co- in genere negatori del diritto naturale) e mune) o di pregare secondo i riti di questa o non quelli “devoti”, rispettosi della Chiesa e quella religione. Lo “spirito d’Assisi” (pro- del diritto naturale (come il sen. Pera o, ap- mosso dal neo-ministro Riccardi) dimostra punto, Giuliano Ferrara). Il problema inve- che veramente l’ecumenismo e il “dialogo ce è ben diverso, e lo ha esposto, con la religioso” sono, tramite l’Agnosticismo – la chiarezza che gli è abituale, lo stesso Joseph via all’Ateismo, come scrisse papa Pio XI e Ratzinger nel suo discorso durante la gior- come viene ricordato in questo numero nata di Assisi. Di questo discorso non colpi- nell’articolo dedicato alla novella dei Tre sce tanto la pubblica ammenda - “pieno di Anelli (e a quella dei Tre Impostori). Che vergogna” – per l’uso della violenza in no- infine l’elogio dell’agnosticismo fatto da me del Cristianesimo (che continua la neo- Ratzinger non stupisce se si rileggono le pa- tradizione dei “mea culpa” inaugurata da gine del l’enciclica Pascendi dominici gregis Giovanni Paolo II in occasione del “Giubi- di condanna dell’eresia modernista, ove San leo”) quanto l’incredibile, interessantissimo Pio X spiega come il modernista concili in e gravissimo elogio dell’agnosticismo. Don sé stesso l’essere agnostico e l’essere cre- Ricossa ha ampiamente commentato questo dente. Leggendo queste pagine del Santo discorso, in continuità con quanto già Rat- Papa Pio X, e le parole di Ratzinger, non si zinger scrisse in “Introduzione al Cristiane- può non convincersi che, volente o nolente, simo”, durante i convegni di Parigi e Milano consciamente o no, Joseph Ratzinger è, nel (novembre 2011) organizzati rispettivamen- senso stretto della parola, nel suo agnostici- te dal l’Istituto Mater Boni Consilii e dal smo credente, un vero e proprio moderni- Centro Studi Davide Albertario. Il tema è sta. Signore salvaci, e salva la Tua Chiesa! 5 La rappresentazione di Nathan il Esoterismo Saggio nel Duomo di Catania e in una Basilica di Milano sotto il pa- La Compagnia degli Anelli trocinio di due prelati apparente- mente cattolici in comunione con don Francesco Ricossa Benedetto XVI è vista come Ho sotto gli occhi un ritaglio di giornale espressione fedele del dialogo in- dell’anno scorso: 20 ottobre 2010. Il terreligioso promosso dal Concilio giornale è Avvenire, il quotidiano della Vaticano II e diffuso nel mondo in- Conferenza episcopale italiana. La notizia, a p. 31, la pagina degli spettacoli, sembra insi- tero dal “Beato” Giovanni Paolo II gnificante, ma non lo è. Chi ha avuto modo di ascoltare numerose mie conferenze, ha sentito spesso parlare dell’ar go mento, per LorenzoMaggiore a Milano. Grandi inter- cui a un sacerdote lettore di Sodalitiumnon preti del teatro italiano - guidati da Gianrico sfuggì l’articolo pubblicato quel giorno sul Tedeschi -presentano la lettura scenica di quotidiano cattolico e me lo segnalò. Teatro, Nathan il saggio, di G. E. Lessing: un classi- star in campo per il dialogo religioso. Uno co di grandeattualità sul tema della tolleran- spettacolo in chiese, moschee e sinagoghe, ti- za e dell’integrazione interculturale. Un te- tola il nostro quotidiano, e spiega: Il regista sto che non acaso sarà presentato in chiese, Lamberto Puggelli porta “Nathan il Saggio” sinagoghe e moschee di tutta Italia, in serate di Lessing nei luoghi sacri. Al via il 22 otto- uniche concast d’eccezione, per evidenziare bre al Duomo di Catania, poi a Roma e al il potenziale etico della parola parlata, la Duomo di Milano con i più grandi attori a sua capacità diricreare una collettività nella rotazione. Nel suo articolo Angela Calvini condivisione profonda di pensieri e senti- (nomen omen) scrive che la lettura scenica menti.Insieme a Tedeschi leggeranno Paola di Nathan il saggio da parte di Gianrico Te- Della Pasqua, Susanna Marcomeni, Piero deschi sarà introdotta (lo è stata, ormai, Sammataro, Marianella Laszlo, Salvo Piro, nell’ottobre scorso, nel Duomo di Catania) Silvano Piccardi e Franco Sangermano. La dall’Arcivescovo di Catania, monsignor Sal- regiaè di Lamberto Puggelli, la produzione vatore Gristina, e dal teologo Giuseppe di Ingresso Libero, associazione di promo- Ruggieri. “Ma non finisce qui – continua zione sociale per la riscoperta e la tutela del l’entusiasta giornalista di Avvenire – Nathan Teatro d’Arte. La serata sarà introdotta da verrà rappresentato a gennaio nel Duomo di donGianfranco Bottoni, responsabile del Milano e a marzo a Roma in tre luoghi sim- Servizio Ecumenismo e Dialogo della Dio- bolo: la sinagoga, la nuova moschea e in una cesi diMilano.Rappresentare oggi Nathan chiesa. L’idea è proprio di portare questo te- il saggio, grande apologo sulla tolleranza, sto in giro per l’Italia nei luoghi di culto di sulla fiducianell’uomo e contro la violenza, cattolici, ebrei e musulmani, proprio come è non soltanto bello e utile: è “necessario”. messaggio di fratellanza”. Oggi forse piùdi ieri, i conflitti che strazia- Il Corriere della Sera del 21 febbraio no i popoli della terra mostrano la loro as- 2011 (p. 15) ci informa che Nathan il saggio surdità riascoltandole parole dell’ebreo Na- di Lessing, “capolavoro di tolleranza” e than, che tutti - cattolici e musulmani, ebrei e “parabola di dialogo interreligioso” era in cristiani - dovrebberoricordare in una pro- programma quella sera a Milano, diocesi fonda riflessione sulla tolleranza e sull’as- del cardinal Dionigi Tettamanzi, nella Basi- surdità di ogni pretesauniversalità di una lica di San Lorenzo Maggiore, introdotto – religione. a nome della diocesi ambrosiana – da don Figura arcaica e misteriosa, Nathan, con Gianfranco Bottoni, responsabile di Ecu- la sua aspra e commovente umanità, vive menismo e dialogo della diocesi di Milano. sullasua pelle lo strazio della lotta di reli- Diamo dunque la parola alla diocesi mila- gione, per superare ogni spirito di vendetta e nese: “Evento culturale di alto profilo lune- acquisirela forza morale per condannare il dì 21 febbraio, alle 19, nella basilica di San fanatismo, l’accecamento della ragione, 6 l’oscurantismo.In nome dell’azione giusta e no interpretati tutti da grandi attori della corretta, di quella fratellanza universale che scena italiana:anche questo segno evidente è punto dipartenza e utopia finale della di un impegno produttivo e di una parteci- parabola intorno a cui ruota il dramma. In pazioneappassionata di ogni componente, nome di unsofferto e rivoluzionario umane- che nello spettacolo vive e si dona a una co- simo, in grado di rifondare la dignità e la munità inascolto.La serata milanese - a in- grandezzadell’uomo, di un uomo consape- gresso libero - è patrocinata dal Servizio vole: l’«uomo più saggio» di là da venire. In Ecumenismo e Dialogodella Diocesi di Mi- nomedell’amore, unico e insopprimibile lano, dalla Comunità Religiosa Islamica, anelito, permanente sofferenza e nebulosa dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia, speranza, ilsentimento per cui l’uomo si dall’Università degli Studi di Milano, dalla perde nello spirito e il Dio si incarna. Un Facoltà di Lettere e filosofiadell’Università uomo rinnovatodalla presa di coscienza del di Catania, dal Touring Club Italiano e dal- suo valore e del suo dovere, un uomo in gra- la rivista Sipario”. do di operaresecondo quei precetti che dan- Mi scuso col lettore per la lunga citazio- no forza e validità al progetto utopico enun- ne: il testo che avete appena letto, inclusa ciato da Nathan e sostenuto dalla saggezza l’affermazione sulla “assurdità di ogni pre- del Saladino: «Basta rinunciare a offendere tesa universalità di una religione”, si trova l’altro / basta cheognuno tolleri il vicino». tale quale nel “portale della diocesi Am- L’allestimento di questo Nathan si inseri- brosiana”. sce nella ricerca registica di Lamberto Pug- gelli aldi fuori dei consueti spazi e circuiti Gli Ecumenisti si riconoscono nel pensiero teatrali, in una prospettiva di recupero della massonico di Lessing funzionecivile e sacrale della scena quale luogo di contatto vero e autentico con il L’Arcivescovo di Catania, l’allora Cardi- pubblico perricordare la verità della poesia. nale Arcivescovo di Milano, sono, dichiara- La poesia della grande arte che è, come in- tamente, degli ecumenisti. Essi intendono segna Nathan,un’umile verità annidata nel- infatti il loro episcopato come una doverosa la saggezza del mestiere di vivere. La poesia applicazione del Concilio Vaticano II. Ed il è in sé sacra: e lasacralità del luogo è fonda- Concilio Vaticano II ha consacrato l’ecume- mentale per l’attuazione e la ricezione reli- nismo tra le confessioni cristiane (Lumen giosa e laica di questoevento teatrale, che gentium, Unitatis redintegratio, Orientalium non può che avvenire in ecclesia, con un im- ecclesiarum), il dialogo interreligioso con le pegno civile e religioso diuna comunità che religioni non cristiane (Nostra aetate) e i vuole crescere in un’armonia di diversità. “non credenti” (Gaudium et spes) e la liber- Intorno all’Altare, su una semplice pedana e tà religiosa, di coscienza e di culto (Dignita- in uno spazio nudo, attori diranno parole tis humanae personae). Un Vescovo conci- cherisuoneranno come messaggio di tolle- liare, in comunione con Benedetto XVI, ranza e di pace. L’ebreo Nathan, il Sultano pensa che la sua missione pastorale consista Saladino,il giovane Templare, le deliziose nell’applicazione del l’ecumenismo, dichia- creature femminili, Recha, Daja, Sittah, il rato “irreversibile” dal “beato” Giovanni derviscio Al-Hafi, il frate Bonafides saran- Paolo II, e dal suo successore. È in questo quadro che dobbiamo com- Cartolina diffusa dal Sermig di Ernesto Olivero nello spirito di Lessing prendere il fatto di cui sopra: la rappresen- tazione di Nathan il Saggio nel Duomo di Catania e in una Basilica di Milano sotto il patrocinio di due prelati apparentemente cattolici in comunione con Benedetto XVI; l’opera di Lessing, infatti, è vista evidente- mente come espressione fedele del dialogo interreligioso promosso dal Concilio Vati- cano II e diffuso nel mondo intero dal “beato” Giovanni Paolo II. Ma chi era Gotthold Ephraim Lessing? Nato nel 1729 da un pastore luterano, mor- 7 to nel 1781 a Brunswick, Lessing è uno dei anelli identici, simboleggianti le tre grandi re- principali esponenti dell’Illuminismo tede- ligioni monoteistiche, copie dell’unico vero sco, che tenta di conciliare nel suo pensiero anello andato smarrito (vedi Boccaccio, De- filosofico Leibnitz e Spinoza. Ma Lessing è cameron, I, 3). Giustificando così un umane- soprattutto noto e fervente adepto della simo universalista Nathan si conquista anche massoneria, iniziato il 14 ottobre 1771 alla l’amicizia del sultano. Ma il templare, smar- Loggia “Zu den Drei Goldenen Rosen” rito nel suo innamoramento e ferito dal rifiu- (Alle tre rose d’oro) dell’Oriente di Am- to, apprende che Recha è in realtà solo figlia burgo (1). Lessing non è un filosofo acci- adottiva di Nathan, cristiana e per di più dentalmente anche massone, ma è un filo- ignara della verità su se stessa. Egli potrebbe sofo massonico, o un filosofo della masso- perciò ottenere con la costrizione ciò che de- neria, come dimostrano ad esempio i suoi sidera, anche a costo della rovina dell’ebreo, Dialoghi massonici (Gesprache fur Frei- ma ne è trattenuto dal Saladino. A un collo- maurer, del 1778-1780) e lo stesso Nathan quio tra Nathan e il buon frate Bonafides der Weise (Berlino, 1779). Lessing si richia- può ora scoprirsi l’antefatto e maturarsi lo ma esplicitamente a Lutero (“grand’uomo scioglimento della vicenda. Recha fu affida- incompreso” “che ci ha liberato dal giogo ta, bimba, dallo stesso frate a Nathan, dopo della tradizione”) e a Gioachino da Fiore che l’intera famiglia di quest’ultimo era stata (“Verrà certamente il tempo del nuovo Van- arsa dai crociati. Il frate consegna all’ebreo gelo, del Vangelo eterno che anche nei libri un libricino in suo possesso in cui sono an- della Nuova Alleanza è promesso agli uomi- notate in arabo due genealogie rivelatrici. ni” la “divisione della storia del mondo in Tutti convengono nel palazzo di Saladino. È tre età non era vana chimera”) ed il rimedio lo stesso Nathan che palesa a Recha di essere alla divisione dei cristiani è, per lui, “la solo suo padre adottivo, ma le fa sapere an- Chiesa invisibile” della Massoneria (2). che che ella ha un fratello. Questi è lo stesso I battezzati che – fiduciosi nei loro “pa- templare che, dopo l’immediata delusione, stori” – hanno varcato le porte del Duomo accetta con gioia la nuova sorella. Nathan di Catania e della Basilica di San Lorenzo a accoglie entrambi come figli e aggiunge l’ul- Milano per ascoltare il verbo di Lessing, in- tima rivelazione. Il vero padre dei due giova- vece che in chiesa – e nella Chiesa – sono ni, suo amico, non era tedesco, ma solo ma- entrati in Loggia (3). rito di una tedesca. La scrittura delle annota- zioni nel libricino rivelatore, appartenutogli, Trama di Nathan il Saggio, sorta di roman- testimonia infatti che altri non era se non il zo d’appendice illuministico-massonico fratello scomparso di Saladino; quest’ultimo aggiunge con gioia alla rinnovata famiglia sé Per il lettore ignaro della tragedia di e la sorella Sittah, in qualità di secondo pa- Lessing, riprendo dal “web” la trama del li- dre adottivo e madre adottiva”. bro: “Il munifico sultano di una Gerusalem- Pare di leggere, con un secolo d’antici- me favolosa e pervasa da una sottile aura po, un feuilleton ottocentesco! Ma al di là massonica, Saladino, tollerante fino a desi- dell’ingenuità della trama, non sfugge al derare l’imparentamento con un regnante lettore il pensiero di Lessing. I tre protago- cristiano, durante una tregua nella III Cro- nisti rappresentano le tre religioni monotei- ciata, grazia un templare, perché rassomi- ste (e, più in generale, le varie confessioni gliante al fratello di cui ha perso le tracce da religiose) che devono prendere coscienza lungo tempo. Nathan, saggio e ricco mercan- della loro “parentela” spirituale. Non a ca- te ebreo, di ritorno da un viaggio apprende so il cristiano è un Templare, ovverosia il che la figlia Recha è stata salvata da un in- rappresentante di un ordine cavalleresco cendio dal medesimo templare. Il fanatico che nasce nell’“intolleranza” delle Crociate cavaliere tedesco, dopo lunga diffidenza, ac- ma che, poi, divenne modello di sincreti- cetta il ringraziamento e l’amicizia smo religioso ed eterodossia. I maomettani dell’ebreo: quando però ne chiede la figlia in sono rappresentati dal Saladino, la cui figu- sposa, Nathan si oppone chiedendo tempo. ra – come vedremo – è sinonimo di saggez- Intanto messo alla prova da Saladino con za e cavalleria già dal medioevo, negli am- una domanda su qual sia la vera religione, il bienti ghibellini. Ma sopra di loro – unico saggio mercante espone la parabola dei tre cosciente fin dal principio della “verità” 8 massonica e vero deus ex machina di tutta Chiesa, anche nell’epoca del massimo la vicenda – è il giudeo Nathan, non a caso splendore del Regno sociale di Cristo, non chiamato “Saggio”, il quale ha il compito di abbia dovuto lottare contro forze nemiche illuminare il Saladino e il Templare per far- sempre presenti nella storia per contrastare li passare dal “fanatismo” (specialmente il Regno di Cristo. quello cristiano) alla “tolleranza”. Il cuore Un esempio (non certo l’unico) del - dell’opera di Lessing si trova nella leggenda l’azione del Nemico anche nei secoli più dei “Tre anelli” che il Giudeo racconta al fulgidi della storia cristiana lo possiamo Saladino (vedasi il testo in appendice) trovare proprio nella leggenda dei tre anelli che Lessing nel XVIII secolo riprese da La leggenda dei tre anelli e la sua origine due fonti medioevali: il Decameronedi medioevale Boccaccio e, prima ancora, il Novellino, al quale il Boccaccio si ispirò. A questo proposito mi si consenta un aneddoto personale. Irene Pivetti era ancora La leggenda dei tre anelli nella letteratura una semisconosciuta deputata leghista quan- medioevale: il Novellino do mi recai, anni fa, a un convegno da lei or- ganizzato, durante il quale prese la parola La leggenda o favola dei “tre anelli”, l’illustre medievista Franco Cardini, ben no- dunque, prima ancora del Boccaccio, fa la to ai nostri lettori (in quanto collaboratore – sua apparizione nella letteratura italiana al- nel passato – della rivista paramassonica Ars la fine del XIII secolo, come settantatreesi- Regia, o in quanto lodatore della ‘martire ma novella del Novellino (4) L’anonimo pagana’ Ipazia). Nella sua prolusione, lo sto- scrittore (forse) fiorentino, però, non è l’in- rico fiorentino, un tempo discepolo di Atti- ventore della novella e della sua morale, lio Mordini ed ora sodale di Adolfo Mor- ché anzi parte la trasforma e parte la ri- ganti, cultore di tutte le tradizioni, accennò prende da una precedente tradizione sulla alla leggenda medioevale dei tre anelli, ma- quale ritornerò. Per il momento, basti ri- nifestando chiaramente come egli si ricono- cordare al lettore l’ambiente ove nasce il scesse nello spirito di quell’antico racconto. Novellino, vividamente descritto dalla pen- A me, invece, che ascoltavo interessato, la na di Mons. Umberto Benigni nel vol. IV leggenda dei tre anelli sembrava esprimere della sua opera Storia sociale della Chiesa: piuttosto lo spirito della massoneria che “Di fatto l’influenza fridericiana a favore quello del medioevo cristiano, o anche lo dell’islam nella mentalità popolare ha un spirito dell’attuale dialogo interreligioso eco a cui forse finora nessuno ha posto men- aperto dalla dichiarazione conciliare Nostra te: il Novellino, il cui compilatore è un entu- ætate, poi consacrato dalla grande riunione siasta di Federico II, narra volentieri novelle di Assisi voluta fermamente da Giovanni arabe dove il mondo islamitico non fa catti- Paolo II. In effetti, uno stretto collegamento va figura. Né poteva mancarvi l’eco del ca- tra la leggenda dei tre anelli evocata da Car- valierato di Saladino di cui si trova notizia dini e la massoneria è ampiamente dimo- nell’Avventuroso Ciciliano di Bosone da strato proprio dall’opera di Lessing. In ogni Gubbio e altrove (…) e il novellatore, degno caso, ringrazio il noto studioso toscano (che fridericiano, racconta senza ripugnanza, an- conobbi a un seminario di Storia medioevale zi con compiacenza, la sacrilega commedia che il caro editore Volpe organizzava ap- (vera o inventata, qui non conta) del cava- poggiandosi ad Alleanza Cattolicanegli anni lier cristiano Ugo da Tabaria che conferì ’70 a San Miniato al Tedesco, presso Pisa), con tutto il cerimoniale il cavalierato al ter- per aver attirato la mia attenzione sulla leg- ribile nemico dei cristiani, il soldano Saladi- genda e sulla sua attualità. no, l’ideale dello Svevo traditore ed apostata Ero convinto, allora, contro la mentalità che gl’invidiava di non avere sopra di sé il corrente, che Medioevo fosse sempre sino- Papa… e il decalogo” (5). La questione ap- nimo di civiltà cristiana e di Cristianità. pare così importante al nostro autore, che Ora, certamente, la Cristianità ebbe il suo vi ritorna, anche a costo di ripetersi, nel vo- apogeo nel cosiddetto Medioevo, ma que- lume successivo della Storia sociale. sto non significa che tutto ciò che è medioe- “…Il Novellino, raccolta trecentesca di vale sia per il fatto stesso cristiano, e che la novelle le più diverse. Lo spirito che vi domi- 9 na è quello di un rapsode, appassionato fri- Benigni. Dopo aver parlato del pericolo dericiano, che nell’anticristo Federico II vede dell’influenza ebraico-araba nella filosofia il proprio ideale: ed è tutto dire” (6). “Insistia- medioevale cattolica, Mons. Benigni passa mo sul gran prezzo di questo libricino (il No- ad esaminare – al seguito di Menendez Pe- vellino) per lo studio della crisi spirituale e layo – la “mitica bestemmia (non libro)‘De morale del Medioevo. Esso dà scorci e guizzi tribus impostoribus’”. “Quanto al De tribus che valgono un quadro. Federico II mostrato impostoribus, interessantissima è la questio- dal fanatico fridericiano, mentre serio serio ne ancora non esaurita intorno a questa fa- ordina di uccidere un suo falcone da caccia mosa bestemmia secondo cui l’ebraismo, il perché invece di prendere una gru contro cui cristianesimo e l’islamismo furono istituiti era stato lanciato, aveva ghermito un aquilot- da tre impostori” Mosè, Cristo e Maometto. to ‘suo signore’ (simbolismo dell’Aquila fri- “La tardiva leggenda di un libro è ormai dericiana, aquila imperiale, areligiosa, padro- sfatata: non si trattò di uno scritto, almeno na del mondo). Ed è un degno ammiratore nel nostro medioevo (gli scritti pubblicati dell’ammiratore del Soldano, questo novellie- poi sono apocrifi) (10), sebbene di una dottri- re che racconta a gloria come egualmente il na orale, attribuita a vari, fra i quali il più si- cavaliere gentile e di grande boutade Ugo di curo è l’empio imperatore Federico II. Ma Tabaria soddisfece al desiderio de lo Saladi- da quale fonte venne l’idea di riunire quei no signore di molto valore et de molta corte- tre fondatori di religioni – Mosè, Cristo, sia, di essere sagrato cavaliere (‘quel sacré Maometto – sotto la medesima formola? Il chevalier’, direbbe un umorista francese); e la quesito si è formato tra i cristiani assertori novella descrive in gran pompa tutta la solen- più o meno autentici della bestemmia (11); ne cerimonia” (7) secondo noi la fonte bisogna cercarla nei re- Il Novellino nasce quindi negli ambienti cessi della filosofia giudeo-arabica del tem- ghibellini di Federico II, l’imperatore sco- po di cui ci tratteniamo. Fu da quella impu- municato e deposto, “un pagano con no- ra fonte che l’acqua avvelenata s’infiltrò nel stalgia mussulmana” che “non comprese terreno cristiano: la corte fridericiana fu una l’impero cristiano, cioè la realtà entro cui e delle pozze pestifere dove quell’acqua sta- per cui viveva” (8). gnò più visibilmente. Un sintomo suggestivo lo abbiamo nella La leggenda dei tre anelli, versione essote- formola exoterica (cioè non segreta, per il rica della bestemmia dei tre impostori pubblico, n.d.a.) di quella bestemmia: for- mola che ritroviamo nel Novellino già da Abbiamo seguito finora le vicende della noi citato (quella raccolta di novelle che leggenda dei tre anelli. Dall’ecumenismo esalta Federico II e parla compiacentemente modernista siamo risaliti all’illuminismo del mondo ebraico ed arabo), e nell’Avven- massonico di Lessing; da lì, abbiamo trova- turoso Ciciliano’ di Bosone di Gubbio, altro to le tracce della leggenda in Boccaccio, e eco di quell’ambiente. prima di lui, alla corte di Federico II di Sve- È la formola dei tre anelli. Il Soldano via, nel Novellino. Ma Papa Gregorio IX, il d’Egitto, avendo bisogno di denaro, vuol ca- grande amico di San Francesco, in una cele- varlo da un ricco ebreo imponendogli di ri- bre epistola del 1239, accusò proprio Fede- spondere alla compromettentissima doman- rico II di propugnare la bestemmia secondo da: dell’islamica, ebraica e cristiana quale è la quale Mosè, Maometto e Cristo furono la religione vera? E l’arguto ebreo risponde tre impostori (9). Menendez Pelayo mostra con la parabola dei tre anelli. ‘Fu un padre come questa eresia fosse imputata anche a che aveva tre figliuoli, ed aveva un suo anel- personaggi vicini all’Imperatore, come Pier lo con una pietra preziosa, la migliore del dalle Vigne o il negromante Michele Scoto. mondo. Ciascuno di costoro pregava il pa- Ma com’è possibile attribuire allo stesso dre ch’alla sua fine gli lasciasse questo anel- personaggio, o allo stesso ambiente, errori lo. Il padre, vedendo che catino il volea, così dissimili (apparentemente)? Come si mandò per un fine orafo e disse: maestro, può dire allo stesso tempo che le tre religio- fammi due anella così a punto come questo, ni “monoteiste” sono tutte vere (i tre anel- e metti in ciascuno una pietra che assomigli li), oppure, al contrario, che sono tutte false questa’. Avuti così tre anelli,‘a catuni (de’ fi- (i tre impostori)? Leggiamo ancora Mons. gli) dette il suo in segreto; e catuno si credea 10 avere il fine, e niuno ne sapeva il vero, altri di satira e di bestemmia nelle corti cristiane e che ‘l padre loro’. E così l’ebreo applicando tra il popolo cristiano, quando quelle e que- i tre anelli alle tre religioni (‘il Padre di so- ste erano in mani compromesse e compro- pra sa la migliore, e li figliuoli, cioè siamo mettenti. Ricordiamo qui la confessione anzi noi, ciascuno si crede avere la buona’), si fa la vanteria cinica d’uno scrittore ebreo, set- ammirare e rilasciare dal sultano. tario fanatico in veste di scienziato renania- Che tale novella sia la formola exoteri- no, James Darmesteter (13)nel libro che ab- ca della dottrina de tribus impostoribus ci biamo avuto già a citare: ‘Sotto queste attivi- sembra chiaro, giacché quella novella con- tà visibili (filosofia, fisica ecc. degli ebrei duce il lettore anche meno arguto a dedur- medioevali) un’azione sorda ed invisibile, re che Dio è l’autore di due religioni false incosciente per quelli che l’attuano e quelli e del truccamento della vera: insensatezza che la subiscono, e che giustifica, post fac- che apre l’adito a conchiudere, piuttosto, tum, gli odii (sic) della Chiesa : è la polemi- che tutti e tre gli anelli sono falsi e che im- ca religiosa che rode oscuramente il cristia- postori furono i tre orefici che li prepara- nesimo… Il giudeo s’intende a svelare i pun- rono, inventando di avere avuto la com- ti vulnerabili della Chiesa; ed ha a suo servi- missione da un padre che non esiste o non zio per scoprirli, oltre l’intelligenza (sic) dei è padre”. libri santi, la sagacia temibile dell’oppresso. Per Mons. Benigni “la dissimulazione Egli è il dottore dell’incredulo; tutti i ribelli della formola exoterica penetrata tra i cri- dello spirito vanno a lui, nell’ombra o a cie- stiani sotto il mantello di una novella giudai- lo scoperto. Esso è all’opera nell’immenso co-islamica” “ne indica la provenienza”: laboratorio di bestemmia del grande impe- giudaico-islamica, appunto, e crede di tro- ratore Federico (II) e dei principi di Svevia e vare una origine scritta della bestemmia dei di Aragona; è desso che forgia tutto quell’ar- Tre Impostori nella “poesia filosofica” del senale mortifero di ragionamento e d’ironia poeta arabo Ma’arry. “Ben inteso –prose- che esso lascerà in retaggio agli scettici della gue Mons. Benigni – noi non diciamo che Rinascenza, ai libertini del gran secolo; e Ma’arry sia stato l’inventore della formula qualche sarcasmo di Voltaire non è che l’ul- proveniente più probabilmente dalla cabala: tima eco sonora di una parola mormorata, ci basta trovare in lui la formula chiara della sei secoli prima, nell’ombra del ghetto, e an- proposizione, giacché ciò basta a mostrarci che prima, al tempo di Celso e di Origene, in quale ambiente essa nascesse.” “Tale era alla stessa culla della religione di Cristo’. – conclude Mons. Benigni – l’insegnamento (…) Accennando a Federico II lo scrittore e la propaganda di quella scuola semita di circonciso allude evidentemente con la ‘im- razionalisti, materialisti, panteisti o scettici mensa officina di bestemmie’ alla questione giudei ed arabi, che penetrava nel mondo de tribus impostoribus. Altra confessione cristiano medioevale, dalla scuola dei filoso- sulla origine e diffusione semitica di quella fi averroizzati alla conversazione dei novel- bestemmia: aggiungeremo a tale proposito lieri fridericiani. Vedremo poi, parlando che passato il momento della cultura araba, d’Israele, chi, passato il momento storico sarà Israele che conserverà tra noi, nel se- della cultura arabica, conservò nascosta- greto de’ suoi iniziati della cabala e dei loro mente tra noi il veleno de tribus impostori- complici, la tradizione de tribus impostori- bus per trasmetterlo alle sètte ed ai loro bus. Essa riverrà a galla all’avvicinarsi della adepti che prepararono il trionfo della Rivo- grande convulsione della fine del secolo luzione” (12), in particolare la massoneria. XVIII. Allora vedremo Gottoldo Efraim Mons. Benigni allude infatti nella sua Lessing(l’amico del filosofo ebreo Mosè conclusione proprio a Nathan il Saggio di Mendelshon mal visto dai suoi correligiona- Lessing: “Nello stesso tempo che la filosofia ri come dai cristiani, il che dice tutto della esoterica od iniziatica del razionalismo e sua filosofia) pubblicare ‘Nathan il sapiente’ panteismo arabo-ebraico avvelenava l’intel- – si noti il nome ebraico del personaggio ligenza dei nostri dottori averroizzanti e si- simbolico – asserzione della dottrina, appe- mili, penetrando nelle aule solenni delle uni- na velata per prudenza, ‘dei tre impostori’. versità, il pensiero talmudico di odio al cri- E tutta l’essenza dell’Enciclopedia e del vol- stianesimo si disposava al pensiero raziona- terianismo è là, come Ma’arry l’aveva messa lista anzidetto, e si faceva moneta spicciola in versi e come i giudei e i saraceni scettici la

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me fatto avea il suo predecessore: et in breve an- dò questo anello di mano in mano a molti succes- sori; et ultimamente pervenne alle mani ad uno, il.
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