Guida ai pesci della Laguna di Venezia – Alto Adriatico Elisa Cenci Foto di AA.VV. Guida ai pesci della Laguna di Venezia – Alto Adriatico Elisa Cenci Foto di AA.VV. EUT - Edizioni Università di Trieste Corresponding author: Elisa Cenci [email protected] Licensed under the Creative Commons Attribution-Share-Alike License (CC by-sa 3.0). EUT 2015 E. Cenci 2015 E-ISBN 978-88-8303-629-3 EUT - Edizioni Università di Trieste Via E. Weiss, 21 - 34128 Trieste http://eut.units.it Prefazione L’Alto Adriatico è un mare straordinariamente ricco di risorse: le sue lunghe spiagge, i diversi habitat che ospita, dagli estuari alle lagune, e la sua spiccata pescosità gli hanno garantito da sempre un ruolo centrale nella cultura e nelle tradizioni produttive delle popolazioni costiere. Questa guida permette l’identificazione delle specie di pesci che abitano e frequentano la Laguna di Venezia, la più grande dell’Alto Adriatico e un ambiente di grande interesse naturalistico. Tra specie residenti come cavallucci marini, cefali, ghiozzetti e pesci ago e visitatori più occasionali, la lista comprende più di 100 specie ittiche (Franzoi et al., 2010; Franco et al., 2004, 2005 and 2006). La guida, che è disponibile anche per smartphone, per tablet e per la consultazione online all'indirizzo http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=601, è stata concepita come strumento didattico per le scuole del territorio e come un aiuto per chi frequenta la Laguna (guide naturalistiche, appassionati di mare, pescatori sportivi, subacquei e turisti). I caratteri usati per l’identificazione delle specie sono semplici e chiari (forma del corpo, numero delle pinne, presenza e posizione di spine, dimensioni ed orientamento della bocca, ecc.), così da rendere l’esperienza del riconoscimento accessibile a tutti e il supporto di un utile glossario dei termini “tecnici” potrà chiarire ogni eventuale dubbio residuo. La guida è stata creata dal Dipartimento di Biologia Dell’Università di Padova in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste nell’ambito del progetto SiiT (Strumenti interattivi per l’identificazione della biodiversità: un progetto educativo in un’area transfrontaliera), finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia- Slovenia 2007-2013, dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e dai fondi nazionali. L’autore ringrazia il Dipartimento di Scienze della Vita (Trieste) nelle persone del Prof. Pier Luigi Nimis per gli utili consigli volti a migliorare l’efficacia dello strumento e del Dr. Stefano Martellos per l’assistenza tecnica. Un ringraziamento speciale va poi ai talentuosi autori delle foto subacquee che illustrano la guida, per la loro abilità, pazienza e disponibilità: Luca Boscain, Francesco Chiaromonte, Alessandro Duci, Laguna Project, Sacha Lobenstein, Gianfranco Mazza, Roberto Pillon, Federica Poli, Ferdinando Quaranta, Alessandro Raho, Emilio Riginella, Giancarlo Sambo e Sub Rimini “Gianni Neri”. 3 Introduzione I PESCI I pesci appartengono ai Vertebrati Gnatostomi, e, come tali, presentano una colonna vertebrale e una bocca ben definita, costituita da mandibole e mascelle. Non appartengono a questo gruppo unicamente i Missinoidei ed i Petromizonti, due famiglie che comprendono le lamprede e le missine, ittiopsidi che non verranno trattati in questo testo. I pesci si distinguono esternamente per avere una serie di pinne impari, che comprendono una o più pinne dorsali, una o più pinne anali, la pinna caudale, e due paia di pinne pari, le pinne pettorali e le pinne ventrali o pelviche. La forma del corpo può variare, a seconda dell’ambiente nel quale la specie vive. In generale si distinguono forme affusolate, compresse lateralmente oppure dorso- ventralmente (depresse), ma molte specie possono presentare forme peculiari. Il movimento può avvenire attraverso ondulazioni del corpo oppure oscillazioni della pinna caudale, dorsale, anale o delle pinne pettorali. La respirazione avviene generalmente attraverso branchie, anche se in alcuni casi gli scambi gassosi possono avvenire anche attraverso la pelle oppure attraverso alcuni organi interni. In generale, comunque, l’acqua viene immessa dalla bocca e quindi spinta attraverso gli archi branchiali, dove avvengono gli scambi gassosi. Le specie caratterizzate da nuoto costante non immettono attivamente l’acqua attraverso la bocca, ma passivamente, nuotando con la bocca aperta. All’interno dei pesci si distinguono due gruppi, i Condroitti e gli Osteitti . Questa divisione comunemente utilizzata nell’identificazione della fauna ittica, non rispecchia perfettamente la tassonomia più recente di queste specie. Infatti, se i Condrotti sono effettivamente inclusi nella classe Chondrichthyes, gli Osteitti comprendono, due classi distinte: gli Actinopterygii, con oltre 28.000 tra specie e sottospecie, e la classe dei Sarcopterygii, rappresentata da una decina di specie caratterizzate da pinne carnose. CONDROITTI I Condroitti sono caratterizzati dal possedere uno scheletro cartilagineo, dal quale derivano il loro nome (dal greco: chondros = cartilagine e ichthyos = pesce) e comprendono due sottoclassi, gli Olocefali, rappresentati dalle chimere e caratterizzati dall’avere le branchie coperte da un opercolo, e gli Elasmobranchi, gruppo più numeroso rappresentato dagli squali e dalle razze. 5 L’apertura della cavità boccale è situata nella parte ventrale del capo e, con l’eccezione degli Olocefali, le aperture branchiali, in numero di 5-7, sono esposte all’esterno. La pinna caudale è tipicamente eterocerca, cioè asimmetrica rispetto alla linea mediana con il lobo superiore più sviluppato di quello inferiore. Presentano sempre una pinna dorsale e due coppie di pinne pari, pettorali e pelviche, mentre non in tutte le specie sono presenti una seconda pinna dorsale e una pinna anale (posteriore alle pelviche). La pelle è caratterizzata dalla presenza di un tipo particolare di scaglie, dette placoidi (vedi glossario), piccole lamine di dentina con un dentello sporgente ricoperto di smalto; sono proprio questi dentelli, che conferiscono alla loro pelle la tipica ruvidità. Le colorazioni possono variare, dalla colorazione azzurro-argentea delle specie pelagiche, che nuotano nella colonna d’acqua, a colorazioni marroni mimetiche delle specie che vivono più in prossimità del fondale. Negli Elasmobranchi i denti sono disposti in più file e vengono rinnovati continuamente. A seconda dell’alimentazione, la forma dei denti è diversa; se si nutrono di pesci o di molluschi sprovvisti di guscio, allora i denti sono affilati, se la dieta è costituita da organismi bentonici con guscio o carapace duri, i denti sono fusi in piastre trituratici. Alcuni Elasmobranchi, quali lo squalo elefante e lo squalo balena, oppure le mante, si nutrono di piccoli organismi pelagici, ingerendo grandi volumi di acqua e filtrandone il contenuto attraverso le branchie. Per la localizzazione delle prede gli Elasmobranchi utilizzano non solo la vista e l’odorato, ma anche l’elettrorecezione. Questa percezione è dovuta a dei particolari organi di senso, le ampolle di Lorenzini, localizzati principalmente sul capo, capaci di rilevare variazioni dei campi elettrici. Gli squali sono quindi in grado di percepire le deboli variazioni di campo elettrico provocate dalla contrazione muscolare delle prede, e di localizzarle anche se queste sono infossate nella sabbia. Tutti i Condroitti sono a sessi separati e a fecondazione interna. I maschi presentano delle modificazioni delle pinne ventrali, ben visibili all’esterno, a formare gli organi copulatori chiamati missopterigi o pterigopodi. Dopo la fecondazione, le uova possono essere emesse all’esterno (specie ovipare) oppure trattenute all’interno dell’utero, dove gli embrioni in via di sviluppo possono trarre nutrimento unicamente dal tuorlo (specie vivipare aplacentate), oppure direttamente dalla madre attraverso delle strutture placentari (specie vivipare placentate). Nelle specie ovipare, le uova vengono protette da capsule cornee che presentano filamenti o strutture atte all’ancoraggio al substrato. 6
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