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Gli Alti Bruzi e il loro linguaggio - Dizionario dialettale etimologico di Mormanno PDF

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Luigi Paternostro GLI ALTI BRUZI E IL LORO LINGUAGGIO Dizionario dialettale etimologico di Mormanno Quarta edizione riveduta e corretta Foto in copertina: La “Loggetta” com’era. Anni Cinquanta. © Riproduzione vietata senza il consenso dell’Autore. Diritti riservati. Quarta edizione riveduta e corretta. Firenze, dicembre 2012. Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © II A mia moglie Vittoria Ai miei figli Ferdinando, Emilia e Maria Ai nipoti Alice, Ivan e Maristella Ai miei ex alunni di Mormanno e Firenze A tutti i concittadini va da queste pagine il mio pensiero di figlio di una terra particolare già detta l’Atene delle Calabrie nella quale nel corso dei secoli sì è concretata una cultura unica e indimenticabile attraversata da memorie antiche e da modernità frutto di una continua simbiosi con il resto del mondo in cui sono sparsi tutti i suoi abitanti . Il recente sisma e le sue disastrose conseguenze non possono e non devono intaccare una storia come quella rappresentata in queste pagine che deve rimanere quel lievito necessario alla rinascita e sopravvivenza e del natio loco e della comunità. A quanti ho conosciuto Agli studiosi del fenomeno linguistico Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © III Luigi Paternostro nasce a Mormanno. Qui esercita la professione d’insegnante elementare dal 1950 al 1969 profondendovi entusiamo e indimenticabile dedizione. Divenuto poi direttore didattico nel 1970, passa da Cerchiara di Calabria a Laino Borgo poi a Mormanno e successivamente a Firenze ove, nel 1992, conclude la carriera ricevendo per i suoi meriti l’onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica. Ha dato alle stampe: • Mormanno, favola di una realtà (1981) • Gli Alti Bruzi e il loro linguaggio (1986) • Il Vocabolario dialettale degli Alti Bruzi (1995) • Mormanno un paese…nel mondo (1999) e (2007 sec.ediz.) • Uomini, tradizioni, vita e costumi di Mormanno (2000) • Ricordi di vita magistrale (2001) Il liguaggio esaminato, di uso corrente fino agli anni cinquanta del secolo scorso, è, in buona parte, ignoto alle odierne generazioni. Senza tema di sbagliare può considerarsi un monumento linguistico di un’area particolare. Legenda. gr. grecità antica e bizantina lat. latinità antica e medievale sp. influenze dello spagnolo cat. influenze del catalano port. influenze del portoghese fr. influenze del francese ar. parole di origine araba senza lingue diverse, italiano anche nota volgare, incerta etimologia Tutte le parole in lingua greca sono pure state riportate in traslitterazione Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © IV DOVE CI TROVIAMO1 Siamo all’estremo nord della Calabria. In tempi arcaici la regione ebbe pochi abitanti tutti dislocati lungo le coste o nelle loro prossime vicinanze2. I ritrovamenti più antichi sono resti delle industrie dell’homo sapiens ascrivibili al paleolitico superiore, al neolitico medio, all’eneolitico, alla cultura protoappenninica ed appennica della media età del bronzo. Le prime autoctone manifestazioni umane vanno riferite all’homo fluvialicolus del paleolitico inferiore come rivelano le amigdale3 di contrada Rosaneto di Tortora tutte riportabili alla facies acheuleana. Il primo geografo dell’antichità, Ecateo di Mileto, vissuto nel VI sec. a.C., ci parla di vari popoli: i Morgeti collocati, come ci ricorderà dopo lo storico Antioco, nella zona di Reggio (vedi oggi S. Giorgio Morgeto), i Coni, gli Enotri dei quali enumera ben nove città, tutte ignote, tranne Cossa, i Vituli, i Lucani e i Bruzi, sistemati al nord, gli Osci e gli Ausoni della vicina Campania4. 1 Brevissima ed incompleta carrellata storica 2 Vedi gli insediamenti nelle varie grotte: del Romito e della Manca a Papasidero, della Madonna a Praia a Mare, di Torre Talao a Scalea, di S. Angelo a Cassano Ionio e altre. 3 Selci paleolitiche forgiate a mandorla (dal gr.αμυγδαλη amiugdale). 4Del linguaggio di tali popoli resta qualche relitto onomastico. La documentazione archeologica si riduce a pochi sepolcri con tomba a fossa che richiama la civiltà del ferro. Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © V Solo nel secolo VIII a.C. la Calabria entra definitivamente nella storia a seguito della colonizzazione greca da parte dei Dori. Questi non sormontavano per numero le popolazioni locali. La loro forza consisteva nella civiltà, nelle armi e nelle barche. Prima s’insediarono nella Calabria meridionale, poi, risalendo le valli, colonizzarono anche i distretti montani. Sullo Jonio sorse Sibari, centro di potere e di cultura. I Sibariti sfondando lo sbarramento rappresentato dalla cordigliera bruzia e risalendo il fiume che portava il loro nome, Sibaris, attuale Coscile, incontrarono il Lao, seguendo il quale s’imbatterono in tante piccole etnie che andarono presidiando. Tale fiume segnava il confine settentrionale dell’Italia arcaica. Alla sua foce incontrarono o fondarono Laos5. Incamminandosi poi verso il nord, raggiunsero il Silaros (Sele) e fondarono, sul mare, Posidonia, in onore di Nettuno. A sud crearono altri due scali: Scidro, nella zona di Belvedere e Clampetia, in quella di Amantea. Dalle varie gemmazioni e assoggettamenti ebbero vita le città di Pandosia, nella zona di Rogliano, Crimisia, Cirò, Petelia, oggi Strongoli, Kroton, Crotone, Thurioi, Turio, Temesa o 5 A circa 8 km a sud di Scalea e a 3 km dalla costa, tra i fiumi Lao e Abatemarco, e' stato identificato il sito dove sorgeva l'antica Laos. Trattasi della località San Bartolo di Marcellina, frazione di S. Maria del Cedro. Vedi in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, anno LXXIV (2007) di Biagio Moliterni: LAOS: fiume e città nella Geografia di Strabone. Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © VI Tempsa, Nocera Tirinese, Skjlletion, Squillace, Hipponion, Vibo Valentia, Kaulonia, Monasterace Marina, Lokroj, Locri, su un antico sito preellenico, Metauros, Gioia Tauro. Verso la fine del IV secolo a.C. questa civiltà che fu la più luminosa della storia calabra decadde per l’invasione di popolazioni italiche formate maggiormente dai Bruzi o Brettii, affini ai Lucani, che esaurita la foga del brigantaggio e del saccheggio (vedi Diodoro Siculo) finirono per crearsi un piccolo stato fondando centri urbani come Argentanum, S. Marco Argentano, Besidiae, Bisignano, Consentia, Cosenza che ne divenne la capitale. La loro aspirazione fu il completo controllo della regione. “Lucani inter se discordant, a propriis filiis, servisque exulibus vincuntur, qui Terinam, Arponium, Thurium occupant, quare ipsi etiam Brutii dicti sunt (Plinio, Storie, Libro III). Lungo fu il guerreggiare. Crotone fu assediata nel 320 e Thurio nel 288 a. C. Questi avvenimenti richiamarono i Romani. I Bruzi chiesero allora aiuto a Pirro, ma furono sconfitti, 275 a.C. Metà della Sila fu adibita dai vincitori a demanio pubblico. Per diversi anni morsero il freno. Per vendicarsi di Roma si allearono con Annibale. Furono ancora vinti e umiliati. Subirono poi una massiccia azione latinizzante, più mirata e rapida nei loro insediamenti che nel resto della Regione. Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © VII Riapparvero poi, insieme ad avanzi di Greci e torme di schiavi per dare appoggio a Catilina, 63 a.C., ma non si risollevarono. Nella ripartizione augustea, il Brutium fu incluso nella III Regio. L’area dei paesi considerati in questo studio si estende in parte da Sibari a Cerilli, Cirella, passando poi per Blanda Julia, Tortora, e Nerulum, Rotonda6. Il territorio racchiude anche Laino. Nella riforma dioclezianea, 297 d.C., l’ager brutium fu aggregato alla Lucania e costituì la IX provincia. Alla fine del VI secolo d.C. Lucania e Bruzio erano ancora la decima delle quindici diocesi dell’Impero. Agli inizi del Medio Evo, dopo i Visigoti, Ostrogoti e Goti, la Calabria fu invasa dai Bizantini. Per loro merito rifiorirono attività umane caratterizzate da scambi commerciali e da nuove culture (gelso e baco da seta). Intorno al secolo VIII il conflitto tra la chiesa di Bisanzio e quella di Roma contribuì all’alleggerimento della dipendenza delle diocesi calabre dal Papato e di conseguenza vi fu un dilagare dei riti orientali. Poiché nella parte meridionale della Regione alcune popolazioni avevano ancora conservato l'originale lingua coloniale greca, richiamati da questa realtà, qui giunsero folte schiere di monaci basiliani che col tempo non rimasero solo nell’area ove si conosceva l’idioma greco 6 Il fiume Lao ad occidente il Crati ad oriente e il confine con la Lucania segnarono per gli antichi il Bruzio, che oggi forma la parte estrema della moderna Calabria. Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © VIII (zona ionica, vedi Patirion di Rossano) ma si spinsero anche all’interno del Bruzio ove crearono gruppi monastici interessanti (Mercurion, valle del Lao). Nei dintorni di Mormanno fu fiorente un monastero ad Avena. Qui visse lungamente S. Leoluca da Corleone insieme al suo igumeno Cristoforo, dopo un periodo trascorso in algore montium miromanorum7. Molti furono i cenobi, le laure e gli eremi. Proprio in questo periodo di grande ritorno all’ellenismo, si perde il nome di Terra dei Bruzi o di Brutium e si comincia a parlare di Calabria. Siamo giunti al secolo VIII. La pressione longobarda si fa sentire. Avanzando da Salerno attraverso la valle del Lao e la vecchia Popilia i nuovi arrivati, schivando il Pollino, raggiunsero Cosenza che divenne, fino al IX secolo, sede di un loro attivo gastaldato8. Verso la metà dello stesso ‘800, ai Bizantini e Longobardi si sovrapposero gli Arabi. Questi rimasero più a sud dell’area pedemontana del Pollino. I Bizantini, con uno sforzo notevole, riuscirono, fine del IX secolo, a cacciarli da Amantea, loro fortezza, e respinsero contemporaneamente a nord del Crati i Longobardi, 885-887. La Calabria ridivenne un loro thema (provincia) che fu efficiente per tutto il X secolo. 7 Tra il freddo dei monti di Mormanno 8 Probabilmente è questo il periodo della nascita di Mormanno Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © IX Ma i paesi posti tra il Lao e il Crati non furono difesi dai Bizantini. La discesa dei Normanni avvenuta tra il 1048 e il 1060 pose fine alla egemonia di Bisanzio. Dopo un lungo periodo di baronaggio e di guelfismo (1250-1450) caratterizzato da lunghe guerre interne e dal dilagare della povertà, assistiamo ad una serie di sforzi aragonesi (1450- 1550) che sfociano alla fine nella più fosca dominazione spagnola. Troviamo nobili indebitati e plebe oppressa. L’esasperazione contadina diventa moto sociale che si risolve nel brigantaggio. La restaurazione borbonica fece sperare in una vaga nascita di una borghesia rurale. La conquista natoleonica alla fine vide poi il formarsi di due nuove classi: i galantuomini e i contadini. Tra queste realtà apparve timidamente qualche industria sostenuta da un artigianato autoctono, chiuso e rudimentale, che entrò subito in crisi dopo l’unificazione nazionale. Una “nuova storia” (se vogliamo poco diversa) iniziò solo a metà agosto del 1860 quando Giuseppe Garibaldi sbarcò a Melito . Luigi Paternostro. Dizionario dialettale etimologico di Mormanno © X

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