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Giuseppe Conte il trasformista. I voltafaccia e i segreti di un premier per caso PDF

101 Pages·2020·0.853 MB·Italian
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Il libro C�� � ������� G������� C����� C��� � ����� ��������� ��� �� anonimo professore universitario sia diventato il premier «buono per tu�e le stagioni», osannato dalle cancellerie europee? In questi mesi al potere è passato con disinvoltura da destra a sinistra, da populista ad avvocato dei poteri forti, da ingenuo a spietato. Giuseppe Conte è indubbiamente il presidente del Consiglio più ambiguo e misterioso della storia della Repubblica. Le giravolte, l’astuzia e il linguaggio ingarbugliato ne fanno un simbolo di questi tempi strani, in cui la politica può dire tu�o e il contrario di tu�o. Ma dietro le poche�e, gli abiti sartoriali e la sua riconosciuta cortesia, abita un trasformista scaltrissimo e machiavellico, forse il più fulgido erede di democristiani e dorotei. Maurizio Belpietro, una delle migliori firme del giornalismo italiano, svela con Antonio Rossi�o tu�i i segreti e i voltafaccia dell’irresistibile carriera del professor Conte. La vicinanza agli ambienti vaticani, fondamentali per la sua ascesa politica. Gli incroci accademici e lavorativi con il suo mentore, il potentissimo Guido Alpa. Le trame internazionali, ordite per la rielezione e far fuori Ma�eo Salvini. E poi i rapporti con i servizi segreti e gli 007 americani, mentre esplode il Russiagate. «Giuseppi», il presidente per caso, adesso è pronto a tu�o. Gli autori MAURIZIO BELPIETRO dirige La Verità, che ha fondato nel 2016, e Panorama. È stato vicedire�ore de L’Indipendente e del Quotidiano Nazionale e dire�ore de Il Tempo, Il Giornale e Libero. Punto di riferimento nel diba�ito politico dei talk show, ha condo�o in tv Dalla vostra parte e L’antipatico. Per Sperling & Kupfer ha scri�o I segreti di Renzi e Islamofollia. ANTONIO ROSSITTO è inviato speciale di Panorama e collabora con La Verità. Si occupa di politica e inchieste. Ha scri�o Sangue blu. Deli�i e misteri dell’alta società (Mondadori) e, con Francesco Borgonovo, Bibbiano. I fabbricanti di mostri (Panorama-LaVerità). Maurizio Belpietro con Antonio Rossi�o IL TRASFORMISTA I voltafaccia e i segreti di un premier per caso GIUSEPPE CONTE IL TRASFORMISTA «Oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo, ma di un proge�o per il cambiamento dell’Italia.» GIUSEPPE CONTE, 5 giugno 2018, dal discorso d’insediamento del governo «Finora ogni difficoltà è stata affrontata e superata con grande coraggio e nell’insegna del desiderio di cambiamento. Questo desiderio accomuna Lega e M5S ed è quello che perme�erà al governo di durare cinque anni.» GIUSEPPE CONTE, 31 dicembre 2018, da un’intervista al quotidiano statunitense «America oggi» «Questo proge�o politico segna l’inizio di una nuova, che consideriamo risolutiva, stagione riformatrice.» GIUSEPPE CONTE, 9 se�embre 2019, dal discorso d’insediamento del nuovo governo 1 Il giorno in cui il professore divenne premier «Mi dicono che lei sta scrivendo un libro contro di me.» La telefonata è partita dal cellulare di Rocco Casalino, il portavoce di Palazzo Chigi. Mentre rispondo, non immagino certo che mi sarei ritrovato a parlare con Giuseppe Conte. «Il premier vuole ringraziarti per aver pubblicato su “La Verità” una sua intervista» annuncia Rocco, prima di passarmi il presidente del Consiglio. Una cortesia, penso, in linea con lo stile del professore di Diri�o prestato alla politica, anzi ai 5 Stelle. Ma capisco subito che le parole del capo del governo hanno un altro obie�ivo: sapere se è vero quello che si dice in giro. Da giorni, Le Iene e «La Stampa» fanno rimbalzare una voce nel nostro piccolo mondo antico di cronisti: sta per uscire un libro bomba su Giuseppe Conte. Ora, io non so se quelle che leggerete siano le notizie bomba che cercavano di scoprire i colleghi giornalisti, nella speranza di bruciarci sul tempo. So però che il pomeriggio dell’8 novembre 2019, il presidente del Consiglio mi chiama per reiterare con voce flautata ciò che in qualche modo ci ha già de�o nell’intervista concessa a Maurizio Caverzan per il nostro giornale. Occhio a quel che scrivete. Oltre che capo del governo sono un avvocato, le citazioni in giudizio sono il mio pane quotidiano. La telefonata del professore con la poche�e, il premier dal baciamano perfe�o, l’uomo che ha un vestito di sartoria per tu�e le stagioni, non è una minaccia. È solo una precisazione. Quasi un anticipo di re�ifica. Per dirla in termini legali: la chiamata è una specie di diffida, un invito a non pubblicare, o per lo meno a pubblicare con cura. Gli argomenti che riguardano il premier, il presunto confli�o di interesse e la sua inarrestabile ascesa, sono pericolosi. Da maneggiare con cura. Chi sbaglia, rischia grosso. g Al preavviso di citazione, rispondo ovviamente con lo stesso garbo usato da Conte: «Presidente, non stiamo scrivendo un libro contro di lei, ma su di lei. Fino a due anni fa lei era un illustre sconosciuto, un ignoto docente universitario, anche se già ben inserito nel mondo della giustizia e del potere. Oggi è uno degli uomini più potenti del paese, a capo di un governo di grandi intese, sopra�u�o estere. Ed è pure responsabile dire�o dei servizi segreti. Per chi fa il nostro mestiere, raccontarla è un dovere». La risposta non deve averlo entusiasmato. Convinto di non essere stato chiaro, a questo punto il professore di Volturara Appula, docente dal linguaggio volutamente paragiuridico e parapolitico, diventa più esplicito: «Si sono scri�e tante cose imprecise e non vorrei che altre se ne scrivessero. Capisco che ragioni politiche inducano alla critica, ma gli insulti no». Non so perché Conte usi questo sostantivo: insulti. Forse reputa offensivo che qualcuno scandagli la sua vita privata e la sua carriera universitaria. O forse ritiene che le critiche alla sua persona siano di per sé un oltraggio. Sta di fa�o che, al garbo del capo del governo, contrappongo medesima grazia: «Presidente, se avrà la pazienza di riceverci, verificheremo con lei le informazioni, perché non è nostra abitudine insultare nessuno, figurarsi lei». E così mi congedo, prome�endo di richiedere un incontro per chiarire i passaggi di una carriera strepitosa, che da un paesino della Puglia ha portato un riservato professore a trasformarsi nel più scaltro dei politici. Tanto scaltro da aver messo tu�i nel sacco, nemici e amici. Il duello con l’avvocato del popolo, cominciato al telefono, era dunque rinviato alle prossime se�imane. Antonio Rossi�o e io avremmo messo sul tavolo le nostre carte, chiedendo a Conte chiarimenti su certi passaggi della sua storia, presente e passata. Su quella carriera costruita con tanta maestria e altre�anta fortuna. Ma prima di arrivare all’incontro con Conte e alle domande che gli abbiamo rivolto, devo raccontare quando ho conosciuto il futuro presidente del Consiglio. Ovvero, quando ho avuto la ventura di trovarmi davanti il “professor Nessuno”, come lo appelleranno i giornali, in procinto di diventare qualcuno. La colpa è di quel vecchio brontolone di Giampaolo Pansa, il maestro di tu�i noi

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