«Quando si rivolgono critiche a qualcuno, bisogna farlo in una lingua infinitamente sottile il cui senso rimanga implicito. Conviene evitare che l'avversario si renda conto fin dalle prime parole che lo si sta criticando: è solo al termine di un certo tempo di riflessione, a poco a poco, che questi giunge a prendere consapevolezza che le parole rivoltegli erano tutt'altro che benevoli. Lo si metta a suo agio, cosicché il suo viso dapprima sorridente, viri poi dal bianco al rosso, dal rosso al violaceo, infine dal violaceo al grigio plumbeo. Questo è il più alto grado nell'arte dell'insulto».
Liang Shiqiu scrisse nel 1926 questo piccolo trattato che viene qui presentato per la prima volta in traduzione integrale in una lingua europea. «L'intento di questa breve trattazione, - come scrive l'autore, - è quello di offrire un generale aiuto a tutti coloro che vogliano trarre vantaggio in una disputa, illustrando in modo sintetico come sia possibile sviluppare la tecnica dell'invettiva nei suoi vari aspetti».
Un libro che affonda le radici nella conoscenza disingannata della vita e nell'arte di stare al mondo di chi ne ha viste di tutti i colori. Una piccola perla dal tagliente sarcasmo, pressoché ignota al di fuori della Cina.